Titolo lungo, anzi lunghissimo che vuole essere un gioco di parole sui titoli di un'inchiesta del commissario Maigret che Simenon finì di scrivere proprio cinquant'anni fa', alla fine del 1963, quando ancora abitava al castello di Échandens nel Canton de Vaud.
Il romanzo apparso per i tipi di Presses de La Cité l'anno successivo, s'intitola La colère de Maigret. Nella prima edizione italiana di Arnoldo Mondadori del '67 il titolo cambiava in Maigret e l'affare stip-tease (titolo che aveva sicuramente un suo appeal...). Poi quando nel 2008 arrivò l'edizione Adelphi, il titolo cambiò ancora, certo più aderente all'originale, ma non ancora del tutto: Maigret perde le staffe.
La scelta del titolo è sempre un momento importante. Il titolo può riassumere, spiegare, inquadrare, ma alle volte può essere scelto per stupire, per attrarre, incuriosire. E mentre su un giornale un titolo può essere aiutato da un occhiello (quello che sta sopra il titolo) o da un catenaccio (una specie di sottotitolo) o dal sommario e quindi si può permettere di dire e non dire o anche di fare dei giochi di parole, su un libro tutto ciò è limitato. Ma qui vanno fatte un paio di considerazioni. Infatti un conto è se si tratta di un romanzo a sè stante, altro invece se stiamo parlando di un titolo che fà parte di una serie. In questo secondo caso il "Maigret" che precede il titolo vero e proprio, è più importante di quest'ultimo. Gli appassionati e gli amatori, controllato che non sia un volume già letto, lo comprano aldilà se si tratti dell'ultimo uscito o di un'edizione passata. Quello che conta è Maigret, un marchio di garanzia che fà premio su tutto. E poi, come abbiamo detto nei giorni scorsi, la mancanza assoulta di una cronologia lineare nelle inchieste di Maigret di Simenon, rendono assolutamente ininfluente leggere prima un titolo o un altro.
Però ci dobbiamo porre un quesito. Simenon, che era addentro a tutti questi problemi, che oggi chiameremmo di markentig editoriale, come mai nei primi diciannove titoli, serie Fayard, in cui doveva lanciare il personaggio Maigret, affermarne il nome e fissarne le caratteristiche, non fà cenno nei titoli al nome del protagonista? Fà un'eccezione solo nel diciannovesimo, intitolandolo semplicemente "Maigret", proprio l'inchiesta che, nelle sue intenzioni, doveva porre fine alla serie.
Forse fu un'impuntatura di Fayard, che non credeva nella serie (e al quale forse non piaceva nemmeno il nome del protagonista). Oppure un'ingenuità di Simenon, allora non ancora addentro ai meccanismi della letteratura seriale?
Questo discorso potrebbe riguardare molti titoli dei Maigret, ma anche delle sue traduzioni ed è uno dei dibattiti che sono animati ciclicamente dagli adetti a questo settore.
Dalla ventesima inchiesta fino all ultima(la settantinciquesima,o se vogliamo considerare romanzo breve "un noel dei maigret"la 76esima)in tutti i romanzi comparirà nel titolo il nome maigret.
RispondiEliminail titolo che in italiano è stato senza dubbio maggiormente stravolto è "maigret et son mort"che mondadori pubblicò sempre(anche nella versione afumetti) col titolo per nulla aderente all originale "bentornato maigret",era piu un gioioso inno al ritorno del commissario,ma anche qui la cronologia originale non venne rispettata essendo qusta la 29esima inchiesta,il ritorno in grande stile,leggasi son romanzo e non piu racconto, c era stato con les caves du majestic che cronologicamente venne scritto circa 8 anni prima(1939/1947).venne pubblicato con cecile est morte e la maison du juge in maigret revient nel 1942
Maurizio, ton post d'aujourd'hui m'inspire, et me donne envie de faire quelques recherches sur la traduction des titres. Mais cela va me prendre quelques jours, et il faudra patienter avant que je puisse donner le résultat de mes recherches !
RispondiEliminaTres bien! Je, et pas seulment moi, j'attenderai sans problemes. Il y a beaucoup de gens qui attends le post del Murielle! Merci et à bientot
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