lunedì 4 aprile 2011

SIMENON CI RACCONTA SE' STESSO

Se facciamo qualche eccezione, come ad esempio L'Aventure (1937), Je me souviens (1940) o Quand j'étais vieux (1963), gli scritti autobiografici appartengono al Simenon della terza età. Basta pensare ai Mes Dictées tutti quei libri mai scritti, a dettati al registratore come Un homme comme un autre (1973), oppure Lettre à ma mére (1974). Un libro dedicato al rapporto con la propria genitrice, sempre molto difficile, che lo ha condizionato per tutta la vita e che, con ogni probabilità, in buona parte spiega l'atteggiamento di Simenon rispetto alle donne e forse anche al sesso. Altri dettati sono A l'abri de mon arbre (1976), o anche Je suis resté un enfant de choeur (1977) e ancora On di que j'ai soixante-quinze ans (1978) e Destinées (1979). Fa eccezione un caposaldo dell'opera simenoniana scritto invece ancora di suo pugno, é Mémoires intimes (1980). Un libro davvero speciale, le memorie fondamentali della sua vita, l'ultima sua opera, cui è peraltro annesso il Livre de Mari-Jo, quello della sua figlia, morta suicida a venticinque anni. Un fatto davvero molto condizionante degli ultimi dieci anni della sua vita.
Ma sentiamo cosa dice in proposito lo scrittore stesso, durante una conversazione con Francis Lacassin.
"...Ho smesso di scrivere romanzi il giorno in cui ho capito (avevo settant'anni)  che era troppo faticoso mettermi nella pelle degli altri e creare ancora dei personaggi. Allora sono diventato io il mio personaggio. E siccome in tutta la vita non sono riuscito a sapere tutto degli altri, mi sono detto: Ebbene, cercherò di farlo studiando me stesso. Non è che lo abbia deciso... poco a poco è successo, così, da solo...Sono delle piccole storie di ogni giorno che si intrecciano con vicende vecchie di cinquant'anni....Se volete - ma credo di essere un po' pretenzioso - è una sorta di psicanalisi di me stesso...".
Psicoanlisi, ricordi, piccoli piaceri della vecchiaia, tutto si miscela in questi utimi libri di Simenon che ci dicono molto di lui e soprattutto di come lui vedesse la sua vita.

domenica 3 aprile 2011

9/SPÉCIAL-MAIGRET. IL COMMISSARIO CONTRO SANCETTE

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio.


Forse Simenon lo considerava una sorta di "piano-B". In caso di disgrazia...cioè nell'eventualità di un flop editoriale di Maigret, poteva essere l'alternativa... L'outsider era lì pronto. Stiamo parlando di un altro investigatore, tale Sancette, che era ovviamente l'antitesi di Maigret. Giovanile, zazzera rossa, un eroe cui nulla e nessuno poteva resistere. Ma in che senso era pronto? Intanto era già stato abbozzato in qualche romanzo di quelli popolari, e poi era già comparso in oltre una ventina di racconti pubblicati. Tutto sommato era un epigono di quel Rouletabille, che aveva incantato Simenon fin da giovane (creato da Gaston Leroux nel 1907).
Jean Joseph Sancette è giovane, nel pieno delle forze, gran seduttore, capace di innumerevoli camuffamenti, ma la sua fortuna letteraria non volge a suo favore. Nel momento di scegliere tra lui e Maigret per fare il salt dalla letteratura popolare alla semi-letteratura, Simenon sceglie il commissario. Perchè? In realtà fu il pubblico a scegliere, con un gran successo di vendite. Maigret. Sancette, attraverso un'altro suo appellativo andò a finire in un esperimento di Simenon nella collana Photo-texte, una serie di pubblicazioni che avrebbe dovuto collocarsi a metà tra il romanzo e il foto-romanzo, dove la fotografia doveva avere una sua funzione narrativa alternandosi con il testo. Più facile a dirsi che a farsi. Intanto il personaggio non era nient'affatto originale, l'impaginazione non troppo felice penalizzava il testo e mortificava le fotografie (di Germaine Krull), una carta non adatta e una stampa che aveva avuto qualche problema... insomma tutto concorse alla confezione di un prodotto editoriale scadente. E come abbiamo detto il pubblico lo ignorò... forse non lo comprese? Qualcosa di troppo avanti per dei romanzi tutto sommato ancora popolari? Oppure un'idea che non poteva proprio funzionare?. Fatto sta che Fayard fermò la pubblicazione degli altri Photo-texte e riunì i restantii racconti di Sancette-G7 in un solo libro. Che fu per il personaggio una sorta di pietra tombale e la pietra su cui Maigret costruì la sua vittoria.

sabato 2 aprile 2011

8/ SPÉCIAL-MAIGRET. I COMPAGNI DI VIAGGIO DEL COMMISSARIO

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio.




Abbiamo detto della moglie di Maigret, ma in un seriale come quello concepito e realizzato da Simenon, ci sono un certo numero di personaggi (oltre a luoghi e abitudini) che concorrono, in modo spesso non secondario, a creare quell'atmosfera di confidenza tra il lettore e l'ambiente della serie e che costituiscono quel filo diremmo quasi familiare da cui non di rado ne dipende il successo. Inoltre trattandosi di un seriale che si è sviluppato in oltre cento inchieste, nell'arco di quarant'anni, Simenon ha avuto l'opportunità di definire e dare più spessore ai co-protagnisti, almeno quelli più importanti.
Iniziamo da quelli che lavorano gomito a gomito con il capo e costituiscono la sua squadra, come l'ispettore Lucas, che è il più anziano, che fuma la pipa anche lui  e che é destinato un giorno a prendere il posto di Maigret. Tra gli altri ispettori troviamo Torrence, definto da Maigret "un vero segugio", Janvier, che vediamo spesso impegnato con vari travestimenti, quando è sulle tracce di qualche sospetto e deve pedinarlo. Poi c'è Lapointe, è il più giovane degli ispettori con cui il commissario tende ad aver un atteggiamento paterno. C'è un'altro ispettore che incontriamo ogni tanto, ma che non fa parte della sua squadra, è in forza in un commissariato di zona. Si tratta dell'ispettore Lognon, che si lamenta sempre e che è un po' vittima degli sfottò e delle prese in giro della squadra di Maigret.
Poi ci sono i superiori. Anzi il superiore. Il giudice Comelieau, che è a capo della procura e che ha un rapporto burrascoso con il commissario, un po' perchè non ne apprezza il metodo d'indagine e un po' perché Maigret spesso ci mette del suo per farlo andare su tutte le furie. Vorrebbe sempre impiegare squadroni di poliziotti, fare cacce all'uomo in tutta Parigi, quando Maigret vuole invece muoversi in punta di piedi, facendo lavorare il suo cervello e la sua sensibilità. Il giudice però deve arrendersi ai fatti, cioè alle brillanti soluzioni dei vari casi che quel poliziotto, per lui così strano, riesce a riportare. Ancora due importanti personaggi, il medico legale dottor Paul (anatomopatologo realmente esistito e amico di Simenon) e il dottor Moers che riunisce le competenze scientifiche nell'esame dei reperti e una conoscenza formidabie dell'archivio storico e ha il suo laboratorio nel caratteristico sottotetto di 36, Quai des Orfévres. Poi nella vita privata vanno citati i coniugi Pardon. Lui è un medico e lei casalinga, si ritrovano ogni mese in una cena alternativamente a casa dell'una o dell'altra coppia. Con il marito Maigret non disdegna di parlare di argomenti medici (ricordiamo che il giovane Maigret aveva dovuto sospendere gli studi in medicina per la morte del padre).

MAIGRET MENO UNO, MA ARRIVA SIMENON

Nel tenere d'occhio le classifiche che il supplemento settimale de La Stampa, TuttoLibri, pubblica ad ogni numero, anche oggi dobbiamo registrare dei movimenti per quanto riguarda i titoli di Georges Simenon. Infatti nella sezione Tascabili, L'amico d'infanzia di Maigret perde la prima posizione e scivola al secondo posto. Allo stesso tempo c'è da segnalare nella sezione Narrativa Straniera, l'ingresso de La fuga del signor Monde che esordisce all'ottava posizione.

7/SPÉCIAL MAIGRET - M.ME MAIGRET LA MOGLIE CHE SIMENON INVIDIAVA AL COMMISSARIO

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio.


Sì d'accordo, come il marito, anche la moglie è un'invenzione di Simenon e quindi l'ha fatta come voleva lui. D'accordo, la figura che ne esce è perfettamente complementare al commissario, ma... Ma ciò non toglie che le caratteristiche fisiche e comportamentali che contraddistinguono M.me Maigret, sono, almeno in gran parte, quelle che avrebbero corrisposto alla moglie ideale dello scrittore.
Questa è la specie di bonaria invidia che si legge spesso tra le righe  delle inchieste. Certo la si percepisce e la si capisce meglio conoscendo la vita di Simenon e i rapporti con le sue donne più importanti.
In effetti, di primo acchitto, in M.me Simenon ritroviamo quella rotondità fisica che non è ciccia in eccesso, ma una sorta di paffuta silouhette, discreta, dotata lì dove deve esserelo. E' un po' la descrizione fisica che Simenon faceva della Boule, la sua storica femme de chambre. E poi é aggraziata, pronta a farsi in disparte quando il commmissario é d'umor nero, a coccolarlo quando ne ha bisogno, ma soprattutto ad irretirlo e sedurlo con i suoi manicaretti.
Certo manca un tassello importante, anzi fondamentale per l'autore: il sesso. I due nemmeno ne parlano... una coppia assessuata potremmo dire. Però Maigret, pur non vivendo scappatelle extra-coniugali, incontra donne sensuali e fascinose da cui non può non rimanere turbato... sia pure temporaneamente.
Ma torniamo a M.me Maigret che, come si sa, segue di nascosto le imprese del marito sui giornali che spesso parlano delle sue inchieste. Questo infastidisce un po' il commissario che un po' fa finta di non saperlo e un po' si arrabbia quando la moglie, non li nasconde bene e lui ne scova uno in casa.
Ma è anche un donna indipendente. Abituata a periodi di solitudine quando il marito parte o passa qualche notte fuori casa per un caso particolare. Parte non di rado per andare a trovare la sorella in Alsazia. A volte le capita anche di dare una mano a Maigret in alcune delle sue inchieste. E, quando decideranno di acquistare un'automobile, sarà lei a guidarla. Maigret non sa condurre una macchina.
Quindi per tornare al concetto espresso all'inizio, una donna così sarebbe stata il sogno di Simenon che al proposito dice in un''ntervista del '73 di cui racconta nei Dictée (Des traces de pas 1974) "...Nel pomeriggio la radio svizzera è venuta ad intervistarmi per un'ora. Ho accettato così tante volte questo tipo d'interviste! Non era né una gioia, né un onore. Era una specie di dovere....  In questa intervista mi è scappata una frase che non sarà sfuggita a qualcuno. E' stato quando mi hanno domandato se il mio ideale amoroso fosse M.me Maigret, io istintivamente ho risposto di sì".

venerdì 1 aprile 2011

6/SPÉCIAL-MAIGRET. LA PRIMA SERIE E POI TUTTE LE ALTRE

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio.

Abbiamo detto che il contratto con Fayard, prevedeva la fornitura di sei titoli di Maigret, subito, prima di inziare le pubblicazioni. E Simenon non ebbe certo problemi a soddisfare questa richiesta, anche perché da lui stesso era venuta la richiesta di pubblicarne uno al mese. L'accordo generale era per diciannove titoli. Quindi dopo i primi sei scritti tra il 1929 e il 1931 (Pietr-Le-Letton, M.Gallet décédé, Le Pendu de Saint-Pholien, Le charretier de la Providence, La tête d'un homme, Le chien Jaune) e pubblicati tra febbraio e maggio del 1931 (tranne La tête d'un homme uscita a settembre, ma sostituito come pubblicazione da La Nuit du carrefour a giugno 1931), in cinque mesi uscirono sei inchieste del commissario Maigret, abbondantemente oltre il ritmo previsto.
Le altre tredici furono pubblicate tra il luglio 1931 e il marzo del 1934 con ritmo più lento: tre nel '31, sette nel '32, due nel '33 e uno nel '34.
Nel frattempo tra luglio del '31 e la primavera del '34 Simenon scrisse anche 14 romans-durs per Fayard e infine il primo (Les demoiselles de Concarneau) per Gallimard con cui aveva appena concluso un contratto.
Simenon, terminato il rapporto con Fayard e scritti i diciannove titoli, voleva che la sua avventura con Maigret si esaurisse lì.
Infatti si presentò a quell'Arthème Fayard, che tanto aveva ostacolato la sua creatura e che non aveva creduto al suo possibile successo, e dichiarò lapidariamenente:
- E' finita, io smetto...
- Voi siete folle! - rispose alterato Fayard - Vi romperete il naso cercando di scrivere altro che un romanzo poliziesco!
- Finiamola con Maigret. Non ho più bisogno del filo conduttore di un genere. Adesso credo di poter scrivere un vero romanzo...
- Voi siete come Conan Doyle che voleva sempre uccidere Sherlock Holmes per scrivere un vero romanzo! Lo rimpiagerete per tutta la vita! Non è mai successo che un autore di romanzi polizieschi sia riuscito a diventare un vero romanziere. Credetemi è un abbaglio, vi ricrederete! Voi non siete fatto per la letteratura, ma per la letteratura popolare!
Quanta ragione e quanto torto aveva insieme il vecchio Fayard! Da una parte perché dopo cinque anni di "vacatio" Simenon riprenderà a scrivere i Maigret fino al 1972. Ma dall'altra perché Simenon divenne uno scrittore universalmente riconsociuto e per di più l'unico in grado di creare e portare avanti le inchieste di un grande personaggio poliziesco di popolarità mondiale e allo stesso tempo dimostrarsi un letterato affermato, stimato dalla critica e arrivato ad un passo dal premi Nobel.

giovedì 31 marzo 2011

5/MAIGRET E LA NOTTE DE "LE BAL ANTHROPOMETRIQUE"

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio
 

 Nelle discussioni tra Simenon e Fayard che precedettero l'uscita delle inchieste di Maigret, uno degli argomenti di contrasto fu cosa fare per lanciare la serie. Simenon a questo proposito aveva le idee ben chiare. Nessuna conferenza stampa per gli addetti ai lavori, nessuna presentazione ordinaria... non voleva che un personaggio, e quella nuova fase della sua vita letteraria, esordissero con una colonnina di recensione nella pagina culturale dei quotidiani, letta da pochi e ignorata da molti e che già il giorno dopo veniva coperta da altre notizie. No, lui voleva realizzare qualcosa di cui si occupasse anche anche la stampa mondana e che se ne parlasse per almeno per una settimana.
Per raggiungere questo obiettivo, pensò di organizzare una grande festa.
Si trattò del Bal Anthropométrique (letteralmente antropometrico, come le misure del corpo che la polizia prende prima di incarcerare qualcuno), un rendez-vous in uno dei più eccentrici locali di Montparnasse, il dancing la Boule Blanche, solitamente frequentata dagli antillesi di Parigi e dove solitamente si ballava la beguine. Lì avrebbe invitato il meglio e il peggio della società cittadina per la serata "più carceraria" di Parigi.
Ovviamente Fayard non era affatto d'accordo, anche e soprattutto per le spese, visto che Simenon gli aveva detto di aver già contattato per l'allestimento e la creatività della serata artisti come Paul Colin, Marcel Vertés e Don. Tre nomi che da soli già facevano pensare all'editore al fiume di soldi che sarebbe potuto scorrere.
Ma Simenon era irremovibile. Non aveva nessuna intenzione di sprecare quell'occasione. E infatti alla fine, pur di spuntarla, acconsentì di pagare una buona metà delle spese della serata.
E così spedì un gran numero d'inviti per il 20 marzo 1931, inviti che altro non erano che dei "mandati di comparizione".
Davanti all'entrata de la Boule Blanche, al 33 di rue Vanvin, quella sera dalle dieci in poi ci fu una gran fila all'ingresso. All'esterno c'erano dei figuranti per rendere tutto ancor più stravagante, una finta prostituta e il suo protettore e dei poliziotti che prendevano le impronte digitali prima di far entrare gli invitati. Non tutti stettero al gioco, alcuni protestarono, non volendo farsi trattare da delinquenti, come una vecchia conoscenza di Simenon, l'editore di Paris Soir, Eugene Merle (quello de la Cage au verre), che aveva subito analoghi trattamenti durante la
sua gioventù da estremista di sinistra. Circa trecento persone si accalcarono nella sala decorata dagli artisti con uno stile definito molto... Quai des Orfèvres, manette, corpi sanguinanti, ma anche grandi punti interrogativi... Non solo una gran folla quindi con molti rappresentanti della Parigi che conta, ma anche artisti, scrittori, gente qualsiasi e forse anche dei poliziotti in incognito. Si poteva incontrare Philippe de Rothschild, ma anche la cantante Suzie Solidor, la scrittrice Colette e pittori come Derain, il critico d'arte Florent Fels e Raymonde Machard, femminista e redattrice-capo de Le Journal de Femmes. L'orchestra antillese faceva scatenare la folla e un'aria di follia sembra impadronirsi della festa. Alle quattro la sala era ancora piena e la festa la suo culmine, spogliarelli, più o meno integrali, docce allo champagne, promiscuità, divertimento e trasgressione. Era quello che voleva Simenon affinchè la stampa ne parlasse a lungo. Lui nel frattempo non aveva smesso un attimo di scrivere dediche, su nella galleria, per i primi due Maigret lì presentati, Monsieur Gallet décédé e Le Pendu de Saint Pholien. E ne fece talmente tante che non smetteva mai di scrivere, c'era infatti chi lo prendeva in giro dicendo che stesse già scrivendo il prossimo Maigret.
Verso le sette di mattina la festa andò morendo, ma lasciò un'eco proprio come voleva il suo organizzatore. Oltre ad una buona critica per quello che riguardava i romanzi, l'evento tenne banco sui giornali parigini come l'avvenimento mondano più divertente e trasgressivo, come da molto tempo non se ne organizzavano più.
Lanciati i Maigret, lanciato anche Simenon, con il suo vero nome, quella sera diverrà una data storica nella sua vita non solo letteraria. 

4/SPÉCIAL-MAIGRET. DA SIM A SIMENON

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio


Abbiamo detto delle lunghe discussioni tra Simenon e il suo editore Fayard che portarono alla pubblicazione delle inchieste del commissario Maigret. Ci fu un tira-e-molla che toccava vari argomenti dalle possibilità di successo di quel tipo di romanzo poliziesco, alla realizzazione delle copertine, al prezzo di vendita...
Insomma tante di quelle cose da discutere che, arrivati alle soglie della stampa non si era ancora posto il problema del nome dell'autore.
A quel punto Simenon, che aveva sempre usato una ventina di pseudonimi, fu in dubbio. In quei dieci anni di scrittura il suo pseudonimo più usato era stato Georges Sim, tanto che molti lo chiamavano proprio così. Continuava a chiamarlo "il mio piccolo Sim" anche Colette. La popolarità di quello pseudonimo aveva varcato pure i confini, tanto che, quando in Italia vennero pubblicati i primi libri con il suo vero nome e cognome, ci fu un critico che scrisse
addirittura "...firmati Simenon, uno pseudonimo del famoso scrittore Georges Sim...".
Alla fine sembra proprio che fu Fayard a decidere che questa nuova serie fosse firmata Georges Simenon. E d'altronde lo scrittore stesso qualche tempo prima, un po' sbilanciandosi in un intervista affermava " Fino ad oggi mi sono chiamato Sim, Georges Sim, ma adesso ne ho abbastanza di chiamarmi Sim, ora mi riapproprio del mio vero nome con il quale ho intenzione di firmare i miei libri: Georges Simenon" (al giornalista Frédéric Lefévre di Nouvelles Littéraires - 1930).

mercoledì 30 marzo 2011

SIMENON-FAYARD, LA GUERRA DEI MAIGRET

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio

Nei giorni scorsi vi abbiamo proposto le due versioni di come nacque il personaggio di Maigret. Scelta quella che vi piace di più, quella romantica accreditata da Simenon o quella "storica" basata sui suoi progressivi avvicinamenti al personaggio raccontati ieri, occorre facciate un altro cammino. Infatti una volta maturato il personaggio, ci fu ancora molta strada da fare prima che Maigret divenisse una storia seriale venduta al pubblico.
Il primo e più difficile ostacolo era costituito dagli editori. Simenon propose questo personaggio a varie case editrici, che però non lo ritennero adatto ai gusti dei lettori di polizieschi del tempo. Quindi il nostro autore tornò a proporlo a Fayard con cui già pubblicava i suoi romanzi popolari. Racconta Max Favelli de La Gazette des Lettres "...un giorno Charles Dillon leggeva un manoscritto di questo inesauribile fornitore (Simenon), quando ebbe un sussulto e andò a bussare alla porta di Arthème Fayard.
- Mi piacerebbe patron, che leggeste questo testo. Credo che l'autore abbia trovato qualcosa. E' riuscito a creare un personaggio davvero coivolgente. Un certo commissario Maigret...".
Qui di seguito riportiamo invece la ricostruzione della discussione tra patron Fayard e Simenon, così come la propone a pagina 145 Pierre Assouline nel suo monumentale Simenon biographie (Julliard 1992):
Alla prima occasione l'editore interpellò il suo autore:
- Mio piccolo Sim... ecco... Non è male, no, non è male...
- Ah, bene.
- Infatti è catastrofico. Impubblicabile!
- Ah...
- Non c'è una storia d'amore, nè un personaggio completamente buono o uno del tutto cattivo, nè giovani eccezionali, né eroine. Nessun personaggio simpatico e poi qui finisce sempre male... non ci si sposa mai! Ci vuole il "lieto fine". La maggior parte sono drammi, per di più sordidi...Non sono romanzi polizieschi, manca del tutto il lato scientifico. Non girano intorno ad un enigma come ad un problema del gioco degli scacchi. Il protagonista poi è un semplice funzionario, né bello, né forte, né eccezionale... Non fornite al pubblico gli elementi giusti... non ci sono enigmi, quindi non c'è nessun romanzo poliziesco. Dove vorreste che andassimo con questo? Credetemi, non sarebbe possibile alcun successo.
- Allora non lo pubblicherete?
- Ho consultato i librai: così non va. O meglio si va incontro alla catastrofe, non avreste più di mille lettori...andremmo sicuramente a perdere soldi... - ma infine concluse - scrivetene uno al mese, ci proveremo lo stesso...
Insomma nonostante la pessimistica previsione di Arthème Fayard, i Maigret usciranno a patto che l'autore cosegni i primi sei titoli tutti insieme.
La cose andarono più o meno così, forse ci fu bisogno di più di una discussione per convincere l'editore, qualcuno dice addiritura più di un anno.
Comunque in un'intervista rilasciata a Roger Stephane, Simenon ricorda che "... Fu una battaglia lanciare Maigret...E' stata l'unica volta della mia vita in cui mi sono trovato profondamente coinvolto nell'aspetto commerciale della pubblicazione... Ma sapevo che questa era la mia grande occasione, persa questa ci sarebbere voluti forse altri dieci anni...".
La grande occasione, non solo quella di passare dalla letteratura popolare alla cosiddetta semi-letteratura, ma anche la soddisfazione di imporre un poliziesco d'impostazione completamente differente dallo sterotipo che dominava allora e che diverrà un'icona, un punto di riferimento per molti degli investigatori protagnisti della letteratura di genere.

martedì 29 marzo 2011

NASCE MAIGRET. COME E' ANDATA DAVVERO

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio.

Ieri abbiamo illustrato come Simenon raccontava la situazione e il momento in cui gli venne in mente Maigret. Oggi cerchiamo invece di capire come lo scrittore in reatà sia arrivato a costruire il suo commissario. Già, perchè, come vedremo, non fu certo l'illuminazione di un momento, ma un processo lungo e complesso.
Se vogliamo, il cammino parte nel '26 quando Simenon, nell'ambito della sua produzione di romanzi popolari, esordì con il primo personaggio poliziesco: Nox l'insaisissable scritto per Ferenczi, sotto lo pseudonimo di Christian Brulls, il cui protagonista non è affatto un poliziotto o un detective, ma un ladro gentiluomo, nello stile di Arsène Lupin, che si beffe del investigatore privato Anselme Torres, come Lupin se ne faceva di Ganimard. Poi seguirà un giovane e biondo ispettore Georges Aubier (1929), quindi l'agente della Sûreté Gerard Moniquet (1929), dopo l'investigatore privato Joseph Leborgne (1929), poi il giudice Froget (1929), infine un'altro poliziotto, questa volta newyorkese, l'ispettore Jackson (1930). Ma tutti questi sono personaggi ancora troppo lontani da Maigret, sia per struttura che per spessore e mai protagonisti di racconti o romanzi seriali.
Iniziamo un qualche avvicinamento con il commissario Torrence e il brigadiere Lucas, che in coppia appaiono in due romanzi del 1930. (due ispettori della squadra di Maigret avranno gli stessi nomi). E arriviamo al primo personaggio seriale Yves Jarry (quattro romanzi dal '27 al'29), scapolo, trentacinquenne, formazione scolastica inglese, poliglotta, uomo di mondo, anche belloccio, insomma tutto il contrario di Maigret, anche perché non è un uomo della legge, ma un ladro, anche se molto "sui generis". Ma Jarry sarà sostituito nel quinto romanzo che Simenon consegnerà a Fayard, a fine settembre del 1929, Train de Nuit, il protagonista è infatti un certo commissario Maigret. Ma non ancora "il commissario Maigret". Il romanziere riteneva che anche Jarry, con tutti gli accorgimenti del caso, fosse ancora troppo simile nell'aspetto, nei modi, e nel tipo di avventure al "modello Lupin". Questo Maigret invece come salta fuori? La sua sgoma massiccia e pesante si scorgeva già tra i poliziotti che si muovevano intorno a Yves Jarry. E il suo nome? Forse reminiscenze di Simenon, fin da quando era alla Gazette de Liège e aveva conosciuto un funzionario di polizia di nome Arnold Maigret. E poi c'era stato addirittura un M. Maigret direttore della Sûreté Général nel 1855, cosa che però Simenon scoprirà solo molti anni dopo.
Ma come passò da Jarry a Maigret, due personaggi così distanti?
"Quando scrivevo romanzi popolari, negli ultimi tempi avevo iniziato a delineare un personaggio chiamato Jarry che mi piaceva particolarmente. La sua ambizione era quella di vivere un certo numero di vite. Parigino sofisticato a Parigi, pescatore con gli zoccoli in Bretagna, contadino qui, piccolo borghese là...  E poi è arrivato Maigret che ha preso il suo posto e mi sono accorto che Maigret è una trasposizione di Jarry; lui anche vive un gran numero di vite. Ma sono le vite di quelli ai quali, nel giro di un istante, si sostituisce". (lettera di Simenon a Quentin Ritzen - 1928)
In Maigret c'è sicuramente un po' di Simenon, ma c'è anche il contributo di diversi personaggi della polizia giudiziaria parigina conosciuti da Simenon come i commissari Massu, Guillaume, Xavier Guichard...  Ma in questo Train de nuit Maigret è commissario a Marsiglia, come aiutante ha soltanto l'ispettore Torrence, siamo ancora ad un prototipo.
Certo, quello che scrive Train de Nuit, anche se firma come Christian Brulls, è un Simenon che ormai padroneggia la scrittura e la struttura narrativa con una notevole capacità. Ma alcuni dettagli vanno ancora messi a fuoco, anche se ormai il famoso passaggio dalla letteratura alimentare a quella semi-alimentare è cosa fatta. Occorre attendere ancora due apparizioni del proto-commissario in La Jeune Fille aux perles (scritto nell'estate del '29 e firmato Cristhian Brulls) e La femme rousse (invece firmato Georges Sim del 1930)
Poi  nel '31 vennero quelli che parafrasando lo stesso Simenon potremo chiamare i Maigret-Maigret. Cioè la serie ufficiale. I primi romanzi, dopo oltre dieci anni  di scrittura, ad essere firmati Georges Simenon.