lunedì 4 aprile 2011

SIMENON CI RACCONTA SE' STESSO

Se facciamo qualche eccezione, come ad esempio L'Aventure (1937), Je me souviens (1940) o Quand j'étais vieux (1963), gli scritti autobiografici appartengono al Simenon della terza età. Basta pensare ai Mes Dictées tutti quei libri mai scritti, a dettati al registratore come Un homme comme un autre (1973), oppure Lettre à ma mére (1974). Un libro dedicato al rapporto con la propria genitrice, sempre molto difficile, che lo ha condizionato per tutta la vita e che, con ogni probabilità, in buona parte spiega l'atteggiamento di Simenon rispetto alle donne e forse anche al sesso. Altri dettati sono A l'abri de mon arbre (1976), o anche Je suis resté un enfant de choeur (1977) e ancora On di que j'ai soixante-quinze ans (1978) e Destinées (1979). Fa eccezione un caposaldo dell'opera simenoniana scritto invece ancora di suo pugno, é Mémoires intimes (1980). Un libro davvero speciale, le memorie fondamentali della sua vita, l'ultima sua opera, cui è peraltro annesso il Livre de Mari-Jo, quello della sua figlia, morta suicida a venticinque anni. Un fatto davvero molto condizionante degli ultimi dieci anni della sua vita.
Ma sentiamo cosa dice in proposito lo scrittore stesso, durante una conversazione con Francis Lacassin.
"...Ho smesso di scrivere romanzi il giorno in cui ho capito (avevo settant'anni)  che era troppo faticoso mettermi nella pelle degli altri e creare ancora dei personaggi. Allora sono diventato io il mio personaggio. E siccome in tutta la vita non sono riuscito a sapere tutto degli altri, mi sono detto: Ebbene, cercherò di farlo studiando me stesso. Non è che lo abbia deciso... poco a poco è successo, così, da solo...Sono delle piccole storie di ogni giorno che si intrecciano con vicende vecchie di cinquant'anni....Se volete - ma credo di essere un po' pretenzioso - è una sorta di psicanalisi di me stesso...".
Psicoanlisi, ricordi, piccoli piaceri della vecchiaia, tutto si miscela in questi utimi libri di Simenon che ci dicono molto di lui e soprattutto di come lui vedesse la sua vita.

domenica 3 aprile 2011

9/SPÉCIAL-MAIGRET. IL COMMISSARIO CONTRO SANCETTE

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio.


Forse Simenon lo considerava una sorta di "piano-B". In caso di disgrazia...cioè nell'eventualità di un flop editoriale di Maigret, poteva essere l'alternativa... L'outsider era lì pronto. Stiamo parlando di un altro investigatore, tale Sancette, che era ovviamente l'antitesi di Maigret. Giovanile, zazzera rossa, un eroe cui nulla e nessuno poteva resistere. Ma in che senso era pronto? Intanto era già stato abbozzato in qualche romanzo di quelli popolari, e poi era già comparso in oltre una ventina di racconti pubblicati. Tutto sommato era un epigono di quel Rouletabille, che aveva incantato Simenon fin da giovane (creato da Gaston Leroux nel 1907).
Jean Joseph Sancette è giovane, nel pieno delle forze, gran seduttore, capace di innumerevoli camuffamenti, ma la sua fortuna letteraria non volge a suo favore. Nel momento di scegliere tra lui e Maigret per fare il salt dalla letteratura popolare alla semi-letteratura, Simenon sceglie il commissario. Perchè? In realtà fu il pubblico a scegliere, con un gran successo di vendite. Maigret. Sancette, attraverso un'altro suo appellativo andò a finire in un esperimento di Simenon nella collana Photo-texte, una serie di pubblicazioni che avrebbe dovuto collocarsi a metà tra il romanzo e il foto-romanzo, dove la fotografia doveva avere una sua funzione narrativa alternandosi con il testo. Più facile a dirsi che a farsi. Intanto il personaggio non era nient'affatto originale, l'impaginazione non troppo felice penalizzava il testo e mortificava le fotografie (di Germaine Krull), una carta non adatta e una stampa che aveva avuto qualche problema... insomma tutto concorse alla confezione di un prodotto editoriale scadente. E come abbiamo detto il pubblico lo ignorò... forse non lo comprese? Qualcosa di troppo avanti per dei romanzi tutto sommato ancora popolari? Oppure un'idea che non poteva proprio funzionare?. Fatto sta che Fayard fermò la pubblicazione degli altri Photo-texte e riunì i restantii racconti di Sancette-G7 in un solo libro. Che fu per il personaggio una sorta di pietra tombale e la pietra su cui Maigret costruì la sua vittoria.

sabato 2 aprile 2011

8/ SPÉCIAL-MAIGRET. I COMPAGNI DI VIAGGIO DEL COMMISSARIO

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio.




Abbiamo detto della moglie di Maigret, ma in un seriale come quello concepito e realizzato da Simenon, ci sono un certo numero di personaggi (oltre a luoghi e abitudini) che concorrono, in modo spesso non secondario, a creare quell'atmosfera di confidenza tra il lettore e l'ambiente della serie e che costituiscono quel filo diremmo quasi familiare da cui non di rado ne dipende il successo. Inoltre trattandosi di un seriale che si è sviluppato in oltre cento inchieste, nell'arco di quarant'anni, Simenon ha avuto l'opportunità di definire e dare più spessore ai co-protagnisti, almeno quelli più importanti.
Iniziamo da quelli che lavorano gomito a gomito con il capo e costituiscono la sua squadra, come l'ispettore Lucas, che è il più anziano, che fuma la pipa anche lui  e che é destinato un giorno a prendere il posto di Maigret. Tra gli altri ispettori troviamo Torrence, definto da Maigret "un vero segugio", Janvier, che vediamo spesso impegnato con vari travestimenti, quando è sulle tracce di qualche sospetto e deve pedinarlo. Poi c'è Lapointe, è il più giovane degli ispettori con cui il commissario tende ad aver un atteggiamento paterno. C'è un'altro ispettore che incontriamo ogni tanto, ma che non fa parte della sua squadra, è in forza in un commissariato di zona. Si tratta dell'ispettore Lognon, che si lamenta sempre e che è un po' vittima degli sfottò e delle prese in giro della squadra di Maigret.
Poi ci sono i superiori. Anzi il superiore. Il giudice Comelieau, che è a capo della procura e che ha un rapporto burrascoso con il commissario, un po' perchè non ne apprezza il metodo d'indagine e un po' perché Maigret spesso ci mette del suo per farlo andare su tutte le furie. Vorrebbe sempre impiegare squadroni di poliziotti, fare cacce all'uomo in tutta Parigi, quando Maigret vuole invece muoversi in punta di piedi, facendo lavorare il suo cervello e la sua sensibilità. Il giudice però deve arrendersi ai fatti, cioè alle brillanti soluzioni dei vari casi che quel poliziotto, per lui così strano, riesce a riportare. Ancora due importanti personaggi, il medico legale dottor Paul (anatomopatologo realmente esistito e amico di Simenon) e il dottor Moers che riunisce le competenze scientifiche nell'esame dei reperti e una conoscenza formidabie dell'archivio storico e ha il suo laboratorio nel caratteristico sottotetto di 36, Quai des Orfévres. Poi nella vita privata vanno citati i coniugi Pardon. Lui è un medico e lei casalinga, si ritrovano ogni mese in una cena alternativamente a casa dell'una o dell'altra coppia. Con il marito Maigret non disdegna di parlare di argomenti medici (ricordiamo che il giovane Maigret aveva dovuto sospendere gli studi in medicina per la morte del padre).

MAIGRET MENO UNO, MA ARRIVA SIMENON

Nel tenere d'occhio le classifiche che il supplemento settimale de La Stampa, TuttoLibri, pubblica ad ogni numero, anche oggi dobbiamo registrare dei movimenti per quanto riguarda i titoli di Georges Simenon. Infatti nella sezione Tascabili, L'amico d'infanzia di Maigret perde la prima posizione e scivola al secondo posto. Allo stesso tempo c'è da segnalare nella sezione Narrativa Straniera, l'ingresso de La fuga del signor Monde che esordisce all'ottava posizione.

7/SPÉCIAL MAIGRET - M.ME MAIGRET LA MOGLIE CHE SIMENON INVIDIAVA AL COMMISSARIO

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio.


Sì d'accordo, come il marito, anche la moglie è un'invenzione di Simenon e quindi l'ha fatta come voleva lui. D'accordo, la figura che ne esce è perfettamente complementare al commissario, ma... Ma ciò non toglie che le caratteristiche fisiche e comportamentali che contraddistinguono M.me Maigret, sono, almeno in gran parte, quelle che avrebbero corrisposto alla moglie ideale dello scrittore.
Questa è la specie di bonaria invidia che si legge spesso tra le righe  delle inchieste. Certo la si percepisce e la si capisce meglio conoscendo la vita di Simenon e i rapporti con le sue donne più importanti.
In effetti, di primo acchitto, in M.me Simenon ritroviamo quella rotondità fisica che non è ciccia in eccesso, ma una sorta di paffuta silouhette, discreta, dotata lì dove deve esserelo. E' un po' la descrizione fisica che Simenon faceva della Boule, la sua storica femme de chambre. E poi é aggraziata, pronta a farsi in disparte quando il commmissario é d'umor nero, a coccolarlo quando ne ha bisogno, ma soprattutto ad irretirlo e sedurlo con i suoi manicaretti.
Certo manca un tassello importante, anzi fondamentale per l'autore: il sesso. I due nemmeno ne parlano... una coppia assessuata potremmo dire. Però Maigret, pur non vivendo scappatelle extra-coniugali, incontra donne sensuali e fascinose da cui non può non rimanere turbato... sia pure temporaneamente.
Ma torniamo a M.me Maigret che, come si sa, segue di nascosto le imprese del marito sui giornali che spesso parlano delle sue inchieste. Questo infastidisce un po' il commissario che un po' fa finta di non saperlo e un po' si arrabbia quando la moglie, non li nasconde bene e lui ne scova uno in casa.
Ma è anche un donna indipendente. Abituata a periodi di solitudine quando il marito parte o passa qualche notte fuori casa per un caso particolare. Parte non di rado per andare a trovare la sorella in Alsazia. A volte le capita anche di dare una mano a Maigret in alcune delle sue inchieste. E, quando decideranno di acquistare un'automobile, sarà lei a guidarla. Maigret non sa condurre una macchina.
Quindi per tornare al concetto espresso all'inizio, una donna così sarebbe stata il sogno di Simenon che al proposito dice in un''ntervista del '73 di cui racconta nei Dictée (Des traces de pas 1974) "...Nel pomeriggio la radio svizzera è venuta ad intervistarmi per un'ora. Ho accettato così tante volte questo tipo d'interviste! Non era né una gioia, né un onore. Era una specie di dovere....  In questa intervista mi è scappata una frase che non sarà sfuggita a qualcuno. E' stato quando mi hanno domandato se il mio ideale amoroso fosse M.me Maigret, io istintivamente ho risposto di sì".

venerdì 1 aprile 2011

6/SPÉCIAL-MAIGRET. LA PRIMA SERIE E POI TUTTE LE ALTRE

Spècial-Maigret. Per tutta questa settimana dedicheremo il post di ogni giorno al personaggio del commissario Maigret che proprio quest'anno festeggia l'ottantesimo anniversario dal suo lancio.

Abbiamo detto che il contratto con Fayard, prevedeva la fornitura di sei titoli di Maigret, subito, prima di inziare le pubblicazioni. E Simenon non ebbe certo problemi a soddisfare questa richiesta, anche perché da lui stesso era venuta la richiesta di pubblicarne uno al mese. L'accordo generale era per diciannove titoli. Quindi dopo i primi sei scritti tra il 1929 e il 1931 (Pietr-Le-Letton, M.Gallet décédé, Le Pendu de Saint-Pholien, Le charretier de la Providence, La tête d'un homme, Le chien Jaune) e pubblicati tra febbraio e maggio del 1931 (tranne La tête d'un homme uscita a settembre, ma sostituito come pubblicazione da La Nuit du carrefour a giugno 1931), in cinque mesi uscirono sei inchieste del commissario Maigret, abbondantemente oltre il ritmo previsto.
Le altre tredici furono pubblicate tra il luglio 1931 e il marzo del 1934 con ritmo più lento: tre nel '31, sette nel '32, due nel '33 e uno nel '34.
Nel frattempo tra luglio del '31 e la primavera del '34 Simenon scrisse anche 14 romans-durs per Fayard e infine il primo (Les demoiselles de Concarneau) per Gallimard con cui aveva appena concluso un contratto.
Simenon, terminato il rapporto con Fayard e scritti i diciannove titoli, voleva che la sua avventura con Maigret si esaurisse lì.
Infatti si presentò a quell'Arthème Fayard, che tanto aveva ostacolato la sua creatura e che non aveva creduto al suo possibile successo, e dichiarò lapidariamenente:
- E' finita, io smetto...
- Voi siete folle! - rispose alterato Fayard - Vi romperete il naso cercando di scrivere altro che un romanzo poliziesco!
- Finiamola con Maigret. Non ho più bisogno del filo conduttore di un genere. Adesso credo di poter scrivere un vero romanzo...
- Voi siete come Conan Doyle che voleva sempre uccidere Sherlock Holmes per scrivere un vero romanzo! Lo rimpiagerete per tutta la vita! Non è mai successo che un autore di romanzi polizieschi sia riuscito a diventare un vero romanziere. Credetemi è un abbaglio, vi ricrederete! Voi non siete fatto per la letteratura, ma per la letteratura popolare!
Quanta ragione e quanto torto aveva insieme il vecchio Fayard! Da una parte perché dopo cinque anni di "vacatio" Simenon riprenderà a scrivere i Maigret fino al 1972. Ma dall'altra perché Simenon divenne uno scrittore universalmente riconsociuto e per di più l'unico in grado di creare e portare avanti le inchieste di un grande personaggio poliziesco di popolarità mondiale e allo stesso tempo dimostrarsi un letterato affermato, stimato dalla critica e arrivato ad un passo dal premi Nobel.