sabato 31 dicembre 2011

SIMENON E MAIGRET: BUON ANNO

AUGURANDO A TUTTI UN BUON 2012,  "SIMENON SIMENON" DA' APPUNTAMENTO AI  SUOI LETTORI AL PROSSIMO 2 GENNAIO.

SIMENON E L'ACQUARIO

No. Non ci riferiamo a quella particolare stanza d'aspetto del 36, Quai des Orfévres in cui Maigret e i suoi ispettori mettevano i loro sospettati in attesa di interrogarli. La chiamavano l'acquario perchè aveva delle pareti a vetri e quei poveretti, che attendevano della ore prima di essere chiamati, sembravano dei pesci che vagavano su e giù, appunto come in un acquario. E lì stavano delle ore. Era una tecnica per snervarli e fiaccarli prima di sottoporli ad un interrogatorio, di solito presentato come una semplice formalità, ma che poi finiva per essere spesso il drammatico momento della confessione.
Ma torniamo al nostro Acquario. Volevamo parlare oggi, ultimo giorno dell'anno, del segno zodiacale di Georges Simenon che, nato il 13 febbraio, appartiene a questo segno di acqua.
Dobbiamo chiarire che personalmente nutriamo una certo scetticismo nei confronti dell'astrologia, dell'oroscopo e di tutti le teorie annesse e connesse ai segni zodiacali. Sopratutto quando se ne parla alla fine dell'anno. Televisioni, giornali, radio, internet, sono piene di previsioni, rendiconti, consigli e analisi che a nostro avviso sono in fondo un intrattenimento del resto quasi sempre innocuo. Noi, quando ci capita di leggere o sentire qualcosa in merito, lo prendiamo come un gioco e tale vorremmo che fosse considerato questo post. Un gioco di fine anno.
Dunque dicevamo l'uomo dell'Acquario secondo un astrologo che non menzioneremo (anche perche sono in moltissimi a dire le stesse cose) è uno che nella vita raggiungerà molti obiettivi grazie ad una notevole intelligenza, sviluppando idee rivoluzionarie per il bene dell’umanità. Inoltre sarebbe anche molto creativo a livello artistico, altruista e determinato a fare la differenza in ogni situazione.
Quanto questo si attagli al profilo di Simenon lo lasciamo giudicare a voi. Anche perché altri famosissimi artisti come Franz Schubert, Lord Byron, W. Amadeus Mozart, Ugo  Foscolo, Edouard Manet, Charles Dickens, sono tutti dell'Acquario, che, a stare alle tesi astrologiche, dovrebbero avere tutti un filo comune... ma questa è tutta un'altra storia... e non ne abbiamo intenzione di parlare in queste righe. Rimaniano nella dimeniosne ludica e, in proposito, vi segnaliamo un articolo apparso proprio oggi su Wuz - Cultura e Spettacolo, che si lancia in un pericoloso slalom intitolato L'Oroscopo Letterario 2012. A supporto di previsioni e vaticini vari, vi si presentano per l'Acquario frammenti di testo di vari scrittori da Virginia Woolf a Baricco, da James Joyce a Simenon. Il nostro viene coinvolto con due brani tratti da Il figlio (1957) e da Luci nella notte (1953), con una corrispondenza con le caratteristiche di questo segno alquanto imperscrutiabile, o che perlomeno personalmente non siamo arrivati a intuire.
E' vero che oggi siamo abituati a sentire far l'oroscopo di tutto, delle squadre di calcio, dei partiti politici, di specialità culinarie, di cani e gatti, e tutto a partire dal giorno e dall'ora della nascita (già perché non dimenticate l'ascendente... eh!), ma su questo fatto della appartenenza zodiacale Simenon non si è mai espresso, almeno nelle formule che gli erano familiari. Quello che ci raccontano i suoi romanzi è la sua convinzione di un destino che guida gli uomini, toro o vergini che siano, nati alle dodici o a mezzanotte, un destino che porta ognuno al proprio epilogo.

venerdì 30 dicembre 2011

SIMENON. DA RECORDMAN DELLA LETTERATURA A ROMANZIERE

Quanto sarà stato difficile per Simenon cambiare pelle? E nella sua vita dovette farlo più di una volta. La prima per spogliarsi delle sue vesti di reporter provinciale, arrivato nella grande Parigi, per indossare quelli dell'apprendista letterario nel campo della narrativa popolare. Secondo cambiamento di pelle quando volle debuttare nella letteratura poliziesca, con le indagini di quel commissario che per altro andava contro tutte le regole del genere. E lì la prima difficoltà a scollarsi di dosso il suo marchio di autore di romanzetti rosa e d'avventura che si vendevano per nemmeno un franco. Per di più con la fama di esecutore a comando che si era guadagnato, capace di confezionare i prodotti letterari più diversi, secondo le ordinazioni e ad una velocità che non faceva presagire nulla di buono in merito alla qualità. E quella rapidità nello scrivere rimase anche nella fase semi-letteraria dei Maigret e non contribuì a farlo apprezzare, nemmeno dai critici del genere, che sulle prime non vedevano di buon occhio questo commissario di polizia, né giovane, né bello, più propenso a mangiare, a bere e a fumare che all'azione. Grigio funzionario di mezz'età, della classe media, sposato con una donna tutta casa e cucina e che non era in grado nemmeno di guidare un'automobile. Insomma anche per entrare nella letteratura di genere e seriale, aveva scelto la  via più difficile.
Ancora un'altro cambiamento di pelle quando da estensore di indagini poliziesche fece il salto verso la letteratura tout-court con l'aspirazione ad essere un romanziere e solo un romanziere. Basta con i Maigret (così almeno credeva), basta con il lavoro giornalistico (la sua fase sui giornali andava chiusa per sempre... ma anche qui ci furono eccezioni), basta con l'essere considerato un giallista di successo, ma nulla di più.
Insomma per uno che entrava e usciva dalla pelle dei suoi personaggi ad ogni romanzo, si sarebbe portati a pensare che questi cambiamenti per lui fossero più facili. Ma non era così. Quando storie come quella del romanzo nella gabbia di vetro scritto in cinque giorni, anche se falsa, continuava ad essere ricordata ogni volta che si tirava fuori il suo nome. Quando il soprannome di Citroen della letteratura, assegnatogli nel periodo della letteratura popolare per il ritmo industriale con cui scriveva e pubblicava, diventa un ritornello ogni volta che si parlava di lui. Quando, a proposito del nome, con tutti gli pseudonimi che aveva utilizzato agli inizi (più di un ventina) c'era chi non credeva nemmeno che Simenon fosse il suo vero cognome.
E così tutti questi stereotipi lo inseguivano inesorabilmente, quando lui cercò di essere considerato romanziere, scrivendo per altro delle storie tutt'altro che allegre e d'evasione. Anche qui aveva scelto la via più difficile, quella di raccontare le vite della gente semplice, povera, o di quei disgraziati che si arrabbattavano segnati da un destino ineluttabile. Insomma non era certo letteratura d'intrattenimento. Eppure le sue performance di recordman della letteratura, non venivano dimenticate e gli avevano procurato una popolarità notevole, ma non sempre positiva. E quando aveva voluto entrare nella fase della letteraura tout court, il suo passato commerciale e pieno di exploit eccentrici aveva costituito motivo di pregiudizio e di critiche condizionate. Tutto quel passato gli pesò adosso come una cappa, fin quando letterati come Gide, Celine, Mauriac lo sdoganano definitivamente, complice anche il passaggio all'autorevole casa editrice Gallimard.
Nonostante tutto Simenon si tenne sempre alla larga dall'ambiente letterario, dalle combriccole di scrittori, dalla mondanità di quel giro. E alla fine ebbe ragione su tutti. Fu accettato come grande romanziere, giallista decisamente originale, con riconoscimenti da parte della critica e del pubblico,  con i milioni di copie vendute in Francia e all'estero sia dei suoi romanzi che dei suoi Maigret.

giovedì 29 dicembre 2011

SIMENON. TANTI PERSONAGGI UN SOLO PROTAGONISTA

Bernard Buffet -  Homme nu dans chambre -1948
Il Simenon dei romanzi. Lo scrittore che, libero da vincoli di commissione e di generi, scriveva in libertà, in preda ai suoi état de roman. Il romanziere che prefereriva la gente comune come protagonista delle sue storie. Le persone più semplici lo attraevano e assurgevano a personaggi catalizzatori nelle vicende da lui narrate.
Su questo suo tratto distintivo sono stati versati fiumi d'inchiostro e formulate teorie le più diverse.
Quello che nessuno, o quasi, contesta, è la forte influenza che ebbero gli anni dell'adolescenza e prima ancora quella dell'infanzia. Già perchè i Simenon di Liegi, nel '900 erano se non proprio dei poveri, ma comunque una famiglia che sbarcava il lunario, con molte rinunce e parecchie ristrettezze. E mentre questo era una fonte di ineusaribile frustrazione per la madre Henriette, che proveniva dalla buona borghesia, non lo era per il padre. Desiré Simenon, impiegato semplice di una società di assicurazioni, era invece il tipo che si accontentava del proprio stato, non voleva più di quello che possedeva ed era del tutto estraneo all'istinto dell'ambizione.
Simenon era interessato dalla gente che vive assillata dai problemi quotidiani e dalle passioni comuni. Quella, a suo avviso, era le più genuina e spontanea, per quanto sempre influenzata dai condizionamenti culturali e sociali e anche abbastanza lontana da quell'ideale personaggio de "l'uomo nudo" che Simenon ha sempre rincorso nei suoi romanzi e di cui ci occuperemo in seguito.
Ma come li definiva Simenon i suoi personaggi?
"...i miei personaggi sono veri e hanno una loro propria logica nei confronti della quale la mia logica non può nulla..."(Le Romancier - 1945). E questa sarebbe la conseguenza dell'ètat de roman e del "mettersi nella pelle dell'altro", per cui la propria volontà viene annullata e la storia e il destino del personaggio va avanti fino alla conclusione aldilà delle volontà e desideri dell'autore. 
"... i miei personaggi hanno tutti una professione, hanno delle caratteristiche; se ne conosce l'età la situazione familiare e tutto il resto. E io tento di rendere ciascuno di questi personaggi pesante come una statua e fratello di tutti gli uomini della terra..." (intervista a Carver Collins - 1956). Ogni lettore avrebbe dovuto quindi indentificarsi nel protagonista, sia per la sua forza d'attrazione, ma anche per una certa contiguità di problemi, stili di vita, mentalità e destino.
Ma sappiamo che quello che cercava presentarci Simenon nei suoi romanzi era quello che lui stesso aveva definito l'uomo nudo... un'idea. Un uomo spoglio di tutte le sovrastrutture sociali, religiose e di ogni condizionamento ideologico, che rispondesse solo agli stimoli naturali ed esprimesse quindi solo sentimenti e pulsioni umane. E' chiaro che si trattava di una tensione, che un individuo così "asettico" non esisteva e il suo era solo il tentativo di mettere più a nudo possibile l'uomo, inserendolo in situazioni limite rappresentate dal "passaggio della linea" e dal seguire il proprio destino fino alle estreme conseguenze.
"...io mi rapporto all'uomo, all'uomo tutto nudo, all'uomo che é solo faccia a faccia con il suo destino, cosa che considero l'apice del romanzo..."(Le Romancier - 1945).


mercoledì 28 dicembre 2011

SIMENON. FUGA DALLA FRANCIA... VISTA DA GEORGES E VISTA DA TIGY

Mémoires intimes e Souvenir. Due libri di ricordi, di due individui coniugi per oltre venticinque anni. Il primo é dello scrittore e pubblicato nell'81, qualche anno prima di morire. Il secondo della sua prima moglie, Régine Renchon detta Tigy, in un diario rimesso insieme da una nipote di Simenon (Diane figlia di Marc) per Gallimard nel 2004.
Entrambe diari, entrambe rivolti al figlio Marc, come per raccontargli le vicende prima che il tempo le sbiadisse, poi cancellandole. Più momumentale  e ricco di fatti, vicende, ricordi il primo, quasi delle impressioni e riflessioni più personali, ordinate per anno, il secondo, più agile, svelto e asciutto.
Abbiamo voluto cogliere dai due libri un momento fondamentale per la famiglia Simenon (allora, Georges, Tigy e il figlio Marc), cioè la precipitosa partenza dalla Francia nel '45, soprattutto dietro la spinta del dossier che il CNL francese sembrava avesse aperto sullo scrittore, per collaborazione con i tedeschi. A quei tempi non era roba su cui scherzare e, lo scrittore trascinò in fretta e furia moglie e figlio, prima per qualche mese a Londra e poi tutti imbarcati su un cargo che solcando l'Atlantico li portò a New York.
"...Aspettiamo siamo sulla lista. Che lista si tratti non so dirti. Ci raccomandano di non allontanarci dall'albergo: da un momento all'altro può arrivare l'ordine di dirigerci a Southampton, dopo esserci precipitati a prendere i biglietti di una compagnia di navigazione... - scrive Simenon rivolgendosi al figlio Marc - Finalmente arriva la telefonata. Ho avvertito Tigy e sono corso a mettermi in fila davanti ad uno sportello della Cunard Line....Presento invano i miei documenti, quello non mi degna di uno sguardo, beve il te a piccoli sorsi golosi e sgranocchia i biscotti. Passa un'eternità, e io sono sui carboni ardenti, E se perdiamo la nave?...".
"... Noi non ci imbarchiamo solo per l'America, ma per un nuovo periodo della nostra esistenza - è Tigy che appunta nel suo Souvenir, dedicato al figlio Marc descrivendo la situazione tra lei e Georges - Si sarebbe potuto  fare il punto, spiegarci. Spiegare cosa? semplicemente perché ci siamo allontanati pericolosamente uno dall'altro, per un apparente indipendenza e per molte piccole cose. La guerra, elemento destabilizzante, è in parte responsabile di questa mancanza di comprensione?... il battello per Newhaven... ho quasi l'impressione di un esilio, e in tutti i casi la sensazione di abbandonare tutto quello che è stato solido e immutabile..."
Appena arrivati in America Georges incontrerà Denyse, colpo di fulmine per un amante focosa che diverrà prima la sua segreteria particolare e poi la sua seconda moglie. Tigy aveva visto giusto un'altro periodo, un'altra vita per lei per Georges e per Marc.

sabato 24 dicembre 2011

SIMENON SIMENON IN VACANZA

Simenon Simenon in occasione delle feste sospenderà le pubblicazioni nei giorni 25, 26 e 27 dicembre.
Facciamo i nostri migliori auguri a tutti i nostri lettori e diamo loro appuntamento per mercoledì 28 dicembre. Arriverci e buone feste!

SIMENON. VIVA I FEUILLETONS... ADDIO FEUILLETONS

Il quotidiano nel senso moderno del termine, a Parigi iniziò a muovere i primi passi nella prima metà dell'ottocento. Il concetto che il giornale potesse diventare un mezzo di comunicazione, se non ancora di massa, ma molto diffuso, si concretizza grazie all'evoluzione tecnologica e alla rivoluzione industriale che permette di ridurre i costi e farne un genere di consumo accessibile ad una base sempre più larga. Ma c'è un altro fattore molto importante, la nascita della pubblicità che, con i suoi introiti, consente di realizzare quotidiani più ricchi a prezzi più bassi. Così già nel '36 uscivano giornali come Le Siécle e La Presse, cui ci si poteva abbonare con 40 franchi l'anno. A quel punto, per arrichire la loro proposta, gli editori iniziarono ad inserire una sezione dedicata anche alla letteratura. E di questa facevano parte dei racconti o dei veri e propri romanzi a puntate chiamati appunto fuilleton-roman. E spesso si trattava di opere che poi venivano raccolte in un volume. Ovviamente si trattava di letteratura d'evasione, popolare, che di solito veniva impaginato alla base di una pagina, tanto da meritarsi l'appellativo di rez-de-chaussée (piano terra). Snobbati dai critici letterari, questi romanzi però avevano come autori personaggi che si chiamavano Balzac, Alexandre Dumas, Zola e poi spingevano le tirature dei giornali a cifre prima mai raggiunte, in alcuni casi da 80.000 a 180.000 copie. Nel 1863 nacque un quotidiano Le Petite Journal che dopo pochi anni grazie ai suoi feuilletons raggiunse le 350.000 copie.
E ancora negli anni '20 questo fenomeno editoriale continuava a tirare e Simenon non poteva sfuggirgli, inoltre la sua facilità nello scrivere vari generi e la sua velocità d'esecuzione ne facevano un perfetto estensore. Moltissimi, per non dire tutti, i suoi romazi popolari seguivano questa procedura prima feuilleton, poi libro. Si trattava di libri molto economici (l'editore Gustave Barba arrivò a mettere sul mercato una collana di romanzi brevi illustrati a 20 centisimi l'uno). Il record spetta a Fayard che con la sua serie Le Livre Populaire, lanciata nel 1912 a 45 centesimi, sfornò oltre 2000 titoli fino al 1964!
E  così siamo arrivati a quell'editore con cui il Simenon della letteratura popolare lavorò moltissimo e con il quale fece il grande passo dei Maigret. Ma questa doppia pubblicazione andò avanti fino al 1936, poi la decisione."... fino ad allora tutti i miei romazi, compresi e soprattutto i non Maigret, uscivano in feuilleton nei quotidiani di allora, Paris-Soir, Le Petite Parisien, Le Jour. Economicamente era vantaggioso perchè questi giornali mi pagavano altrettanto se non di più di quello che percepivo per il romanzo in libro... Ma io volevo spingermi più in profondità nella conoscenza dell'uomo e senza dovermi preoccupare dei gusti dei lettori di feuilletons... - spiega lo scrittore in uno dei suoi Dictées (Vent du nord -1974) - Da un giorno all'altro ho smesso di far uscire i miei romanzi con questo sistema. Ma da un giorno all'altro mi sono sentito angosciato. A torto o a ragione, credevo che se avessi continuato ad addentrarmi sempre più nelle motivazioni umane, il mio equilibrio mentale ne avrebbe probabilmente sofferto...".
Ma quella dei feuilletons fu una scuola importante per Simenon. Il suo "apprendistato", come ebbe modo di raccontare più volte, fu molto importante anche e grazie ai ritmi infernali che questo richiedeva.
Un funzionario della sezione romanzi popolari di Fayard testimonia che la sua inesauribile produzione "...faceva di lui (Simenon) la Provvidenza del patron Charles Dillon ....". In effetti se c'era bisogno di un romanzo sentimentale di quindicimila righe o di un racconto poliziesco bastava fargli un colpo di telefono. Si prendevano gli accordi anche per tempi strettissimi e Georges puntuale il giorno prestabilito si presentava con il lavoro fatto "....con una nonchalace che stupiva  Dillon...".
Dei romanzi leggeri in quattro giorni? E lui rispondeva "Lo avrete".
Dei romanzi d'amore in due settimane? E ancora "Lo avrete".
E poi ci si chiede perchè si portasse dietro il soprannome di "Citroen della Letteratura", in riferimento ai suoi tempi da catena di montaggio che riusciva a reggere.

giovedì 22 dicembre 2011

SIMENON. NON SE NE FANNO PIU' COMMISSARI COME MAIGRET

Sarà ormai davvero insufficiente per la polizia. Sarà di certo troppo vecchia per le moderne esigenze investigative. Sarà che occorre riunire le varie sedi e i distaccamenti, per migliorare la qualità delle indagini e per aumentare la sicurezza di Parigi. E' per questi ed altri motivi che, come vi abbiamo già accennato (facendo la presentazione del libro Histoire du 36), la sede della polizia giudiziaria della capitale francese sarà trasferita nel quartiere de les Batignolles, nel XVII° arrondissement.
Il vecchio 36, Quai des Orfévres sarà un indirizzo, buono per i turisti, un pezzo di quella Parigi che sparisce come è successo a Les Halles, come succede in tutte le metropoli del mondo, in cui le esigenze dei nostri tempi, dettano i nuovi profili delle città, anche a scapito della storia e della scomparsa dei loro vecchi simboli.
Ma questo avverrà tra qualche anno, la grande torre che riunirà le varie sezioni della polizia parigina, dovrebbe essere pronta nel 2017 e poi il trasferimento richiederà altro tempo.
Sono i segni dei tempi che passano. Questo ovviamente successe anche per Simenon che avendo scritto per quarant'anni le inchieste del suo commissario, dovette registrare non solo i cambiamenti della città, ben diversa negli anni settanta da quella degli anni trenta, ma anche per il cambiamento e per l'aggiornamento dei metodi d'indagine, soprattutto con l'ingresso della tecnologia e dell'approccio più scientifico nei sistemi d'investigazione.
E' lo stesso Simenon a parlarne in un'intervista con Roger Stephane, nel 1963, a proposito dei cambiamenti e di Maigret. "...sempre di più i mestieri diventano intellettuali. Oggi per diventare commissario come Maigret non occorre certo una laurea in giurisprudenzaa, ma certamente una licenza liceale sì. E in seguito occorre passare tutta una serie di esami.... Maigret fa ancora parte di quella polizia che faceva la sua gavetta iniziando dalla strada.  Si cominciava pattugliando le vie per tre anni. Poi venivano le stazioni dei treni. Poi era il turno dei grandi magazzini, delle metropolitane... non so se riusciate a comprendere cosa significa tutto questo.... quale somma di conoscenze umane tutto questo costituisca dopo dieci o quindici anni! Voi conoscevate davvero la vostra Parigi angolo per angolo. Voi conoscevate l'anima di Parigi...".

lunedì 19 dicembre 2011

SIMENON. AD OGNUNO REGALATE IL SUO

Potevamo scappare? Sì, magari sì... ma tutto sommato non ci dispiace dare qualche consiglio, su qual è, in occasione delle prossime feste, il "Simenon" giusto da regalare al vostro amico già appassionato lettore del nostro autore o invece ad un'altro che non lo conosce affatto, oppure  per coinvolgere nella lettura dei romanzi quelli che conoscono soltanto Maigret.
Per i lettori già appassionati - Per questi la scelta è la più difficile, a meno che non siate intimi amici, tanto da sapere già i titoli che possiede. Altrimenti dovrete farlo controllare dalla moglie o da un figlio... oppure occorrerà che vi improvvisiate Maigret e, con un scusa durante una visita, scoprirlo da soli. Ma un "piano B" c'è sempre. Infatti, soprattutto con gli appassionati più incalliti (quelli che si presume abbiano... ad esempio tutti i Maigret) potete tentare con le vecchie edizioni. Il vero appassionato sarà ben lieto di avere un doppione anche solo di venti o trent'anni fa'. Anche qui vi preavvisiamo che la caccia non è facile e niente affatto economica. Trovare un Simenon d'annata sulle bancarelle che vendono libri antichi o solo vecchi, non è affar da poco. E nei negozi specializzati non è molto più semplice. Intanto generalmente chi ha una vecchia edizione se la tiene. Ma se ne arriva qualcuna nel circuito di chi vende libri usati (ad esempio capita dalla dismissioni di intere biblioteche proprietà di persone o istituzioni che sono scomparse), finisce nelle mani di qualche specialista che sa perfettamente qual è il suo valore e se la fa pagare. Intanto sia chiaro che stiamo parlando delle edizioni Mondadori. Abbiamo visto gente disposta a sborsare quasi un centinaio di euro per un romanzo, nella pregiata collana de La Medusa degli anni '50. Non parliamo poi dei Libri Neri degli anni '30, ma nemmeno de I Romanzi della Palma degli anni '50. Le cifre variano a secondo dell'anno, del titolo o dello stato di conservazione... si parte comunque oltre la soglia dei cento euro e si arriva...
Se proprio siete fortunati, potreste trovare dei Maigret, i cosiddetti "telati"(perché la costa era realizzata in tela stampata, gialla per i Maigret e verde per i romanzi). La collana si chiamava B.E.M. (Biblioteca Economica Mondadori) Il Girasole, pubblicata tra il '56 e il '60 e caratterizzata da un titolo a tutta pagina su un fondo colorato uniforme. E' probabile, come dicevamo, trovare qualche titolo dei Maigret, ma quasi impossibile scovare i "verdi", cioè i romanzi di Simenon.
Invece é relativamente più facile trovare qualche volume della collana Le inchieste del commissario Maigret che debuttò nel '66 (a seguito del grande successo della serie televisiva) che per intenderci sono contraddistinte dalle ilustrazioni del grande Férenc Pinter, che poi verranno utilizzate anche per i Maigret inseriti nella collana degli Oscar Mondadori dal 1969 al 1982. Ma attenzione abbiamo detto "più facile", non facile in senso generico. 
Per chi conosce solo i Maigret - Qui è molto più semplice trovarli, anche perché Adelphi ha fatto numerose edizioni, anche in economica, e molti titoli sono in vendita anche nei negozi di libri nuovi.
Qui la difficoltà è un'altra. Tra i quasi centoventi titoli (lasciamo fuori quelli catalogati come autobiografici, vedi ad esempio "Memorie intime") l'imbarazzo della scelta è davvero notevole.  Proviamo a elencare una decina di titoli, cercando di dribblare quelli inseriti nelle due raccolte  Romanzi e Romanzi volume II (cosa non facile perché lì ci sono già molti dei titoli migliori): Luci nella notte, La fuga del signor Monde, La finestra dei Rouet, La camera azzurra, Il piccolo librario di Archangelsk, La verità su Bebè Donge, In caso di disgrazia, Gli Intrusi, Tre camere a Manhattan, I fantasmi del cappellaio... ma sicuramente ne avremmo voluti citare diversi altri.
Per chi non conosce Simenon -  Beh, qui direi è d'obbligo una delle due raccolte prima citate. Potreste regalargli l'ultima uscita Romanzi volume II (nella collana La Nave Argo) dove troverete  La neve era sporca, La morte di Belle, L'orologiaio di Everton, Il presidente, Il treno, L'angioletto, Il gatto e poi anche tre inchieste del commissario Maigret. Questo è detto volume II perchè nel 2003, in occasione della morte dello scrittore, fu pubblicata un'altra raccolta, Romanzi, dove sono riuniti La casa sul canale, Il fidanzamento del signor Hire, Colpo di luna, L'uomo che guardava passare i treni, Il borgomastro di Furnes, Gli intrusi, La vedova Couderc, Lettera al mio giudice e altre tre inchieste del commissario Maigret. Questo non lo troverete in libreria, ma è facilmente reperibile on line.
E per chi legge in francese - Non è un libro nuovo e non è proprio di Simenon, ma è costruito con le sue parole. Ci riferiamo all'ormai famoso Audictionnaire Simenon di Pierre Assouline. Un'opera uscita nel 2009 (Omnibus-Parigi) di oltre 800 pagine. Si tratta di un vero e proprio dizionario ordinato alfabeticamente composto da termini, nomi di persone e di luoghi che hanno avuto a che fare con Simenon. La particolarità sta nel fatto che tutte queste voci sono composte da scritti, interviste e dichiarazione del romanziere che Assouline ha certosinamente raccolto tra una documentazione enorme. Un lavoro di rara utilità che consente di entrare nell'universo simenoniano proprio attraverso le parole stesse del romanziere. Potete trovarlo on line attraverso Amazon.

domenica 18 dicembre 2011

SIMENON. LE CLASSIFICHE DEL WEEKEND

Come di consueto ogni fine settimana, diamo una sbirciata agli inserti culturali dei quotidiani per vedere se si parla del nostro Simenon. Ma quello che si cava fuori, il più delle volte (ma solo a ridosso di uscite o ristampe) sono le posizioni di classifica delle sue ultime uscite. Uscite che Adelphi, non fa granché per pubblicizzare, perchè sa benissimo che ormai il passaparola degli appassionati funziona meglio di ogni campagna pubblicitaria e quindi i Simenon, si vendono da sé, senza nessun costo per iniziative promozionali o pianificazioni di comunicazione. Ci pensano da una parte i media dove non mancano i giornalisti che si occupano di cultura e appassionati simenoniani, che non si fanno scappare occasione di scrivere del loro beniamino (ne abbiamo parlato giusto nel post di ieri). Dall'altra ci siete voi, lettori che comprate quei libri e li fate entrare in classifica ogni volta, spesso i Maigret, spesso i romanzi. E ogni volta si ripete questa sorta di miracolo. Già perchè quanti scrittori, mostri sacri della letteratura, quando vengono ristampati, entrano in classifica, cioè si vendono più delle tante migliaia di titoli che le centinaia e centinaia di case editrici italiane riversano a ciclo continuo nelle librerie?
Qualcuno obietta: ma sono gialli ... è un genere popolare che in questi anni tira molto, è quindi ovvio che se ne vendano tanti...
Eh, no! Qui non ci siamo. Quante ristampe degli altrettanto famosi Sherlock Holmes, Hercule Poirot, Nero Wolfe, Philppe Marlowe o Sam Spade avete notato?.... Ne avete mai visto uno in classifica?
Noi no. Mentre abbiamo visto che La pazza di Maigret, la settimana scorsa è addirittura finita al primo posto dei tascabili (classifica di TuttoLibri).
E altrettanto si può dire dei romanzi di Simenon, e non sono gialli e non sono nemmeno romanzi d'evasione con tanto di happy end. Anzi.
Anche qui c'é però chi solleva un'obiezione. Ma Simenon è morto da poco più di vent'anni è quasi un nostro contemporaneo... Qui andrebbe ricordato che il romanziere ha smesso di scrivere nel '72, quindi quasi quarant'anni fa', ma che si pubblicano con successo Maigret e romanzi degli anni '30, quindi più di ottant'anni fa'. E credo che ormai nessuno possa mettere in dubbio che uno scrittore, il quale, dopo quasi un secolo, attiri tanta attenzione da entrare nelle classifiche dei titoli più venduti, non possa essere definito un classico. Anzi lo definiremmo un classico long-seller. Perché anche Dostoieskij o Shakespeare o Dante sono dei classici, anzi dei super-classici, ma non dei long-seller, almeno non al pari di Simenon. Non vogliamo, per carità, fare paragoni e comparazioni di valore, e lungi da noi solo l'idea di pronosticare quale sarà la sorte letteraria di Simenon tra tre/quattrocento anni, ci limitiamo a constatare quello che succede oggi.
E oggi nella classifica de La Lettura (Corriere della Sera) La pazza di Maigret resiste al 17° posto della Narrativa Straniera, mentre ieri sul TuttoLibri (La Stampa) era alla 4a posizione della sezione Tascabili. Nei libri più venduti sul web da I.B.S. la troviamo, nell'ultima classifica a disposizione, in 19a posizione come Narrativa straniera dove al 21° posto c'è Il Gatto, mentre in quella dei Tascabili ancora due Simenon ai primi due posti: 1° L'omicida di rue Popincourt,  2° Il Gatto.