venerdì 6 aprile 2012

SIMENON VISTO DA JOHN BANVILLE

Forse non tutti consocono John Banville, scrittore irlandese, oggi sessantasettene, molto stimato dalla critica per la sua produzione letteraria, pubblicata in Italia già nell'84 da Rusconi e poi via via da Minimum Fax e dal '91 da Guanda che è a tutt'oggi la sua casa editrice italiana di riferimento. I suoi romanzi più famosi sono incentrati su temi  di livello come già si intuisce dai titoli: Kepler (1981),  The Newton Letter, (1982), The Infinities (2009). Ma il nostro scrittore è divenuto ancor più popolare quando nel 2006 decise di scrivere dei gialli sotto lo pseudonimo di Benjamin Black. Di solito non è così; dal nostro Simenon ad altri la letteratura di genere è semmai stata un passaggio (certe volte utile, ma altre no) per arrivare a quella con la "L" maiuscola. Ma Banville scriveva dal '70 e si era già costruito una solida reputazione di romanziere (con tanti di premi tra cui il James Tait Black Memorial Prize 1976 - il Guardian Fiction Prize 1981- il Booker Prize 2005). E allora perché ha deciso di darsi alla letteratura di genere?
"... La voglia di Black mi venuta dopo aver iniziato a leggere Georges Simenon, ma non le inchieste di Maigret, che mi paiono più... improvvisate, ma quelli che Simenon chiamava i romans-durs, come la 'Neve era sporca', 'La fuga di Mr. Monde', 'Colpo di Luna', 'L'uomo che guardava passare i treni'.... Penso che siano straordinari, capolavori del ventesimo secolo, esito ad usare questa parola, ma lo farò ugualmente: letteratura-esistenzialista. Meglio di Sartre, anche meglio di Camus. Ho pensato, Dio mio, guarda cosa si può fare con un vocabolario ridotto e uno stile scarno e semplice. Ho voluto provare.. e ci ho provato. Naturalmente, non sarei mai in grado di raggiungere il tipo di asciuttezza di Simenon... - racconta Banville in un articolo per il Los Angeles Weekly nel 2008 - ... Quando si osserva la vita e l'opera di Georges Simenon, sorge inevitabilmente la domanda: Era umano? Nelle sue energie, creative ed erotiche, era certamente straordinario....". 
Quindi lo stile, la lingua, il lessico essenziale, e tutta la forza che riuscivano a trasmettere, queste le doti di Simenon che hanno stregato Banville. 
Nel 2009 in un altro articolo apparso sul Corriere della Sera, "Il cuore scuro di Simenon", cita la postfazione di Willliam T. Vollmann a La neve era sporca "... lo scrittore belga si può paragonare a Raymond Chandler, i cui romanzi di Philip Marlowe, con la loro eleganza, l’umorismo e le raffinate metafore, ora ci sembrano decisamente “blandi. I romanzi di Chandler sono noir pervasi da una luce malinconica; Simenon ha condensato il noir in un cuore nero spesso e solido come quello di una stella nana... - E d'altronde nelle stesse pagine Banville ricorda come - ... Gide, che ammirava Simenon, pensava che non avesse dispiegato tutte le sue potenzialità artistiche, e probabilmente è vero. Se fosse riuscito a placare le sue ossessioni e a trovare il modo di rallentare il ritmo, forse avrebbe scritto l’opera meditata e a lungo coltivata che Gide si aspettava da lui. Ma quel libro probabilmente non sarebbe stato un 'Simenon', mentre è proprio nei 'Simenon' che Simenon esprimeva il suo genio prodigioso ed eclettico".
E un'analogia salta fuori da un articolo apparso nel 2010 sul quotidiano francese Liberation dove lo scrittore giocando tra le due identità afferma "... John Banville scrive lentamente, nella ricerca di uno stile molto ricercato, Benjamin Black scrive rapidamente e con facilità con un stile che, spero, sia semplice e diretto. E' la distinzione che faccio da sempre: con JB avete il prodotto di una concentrazione, con BB avete quello della spontaneità...". Un po' come Simenon che ripeteva di scrivere i Maigret tra un romanzo e un altro tanto per riposarsi, perché i romans-durs gli imponevano una procedura creativa estremamente faticosa.
Ma si torna ancora all'ammirazione  per la scrittura  di Simenon, quando Banville risponde nel 2012 ad un intervista di Luca Crovi -Tutti i colori del giallo - in cui racconta: "... Lo stile dei romanzi di Benjamin Black è il più disadorno e distaccato, che io riesca ad ottenere. C’è una bella storia su Simenon il quale un giorno, uscendo dal suo studio con in mano il dattiloscritto di un romanzo finito, lo scuote vigorosamente. Quando i suoi figli gli chiedono cosa stia facendo, risponde: “Mi sto sbarazzando degli aggettivi”. Come Banville sono innamorato dell’aggettivo, ma Black deve seguire l’esempio di Simenon, come meglio può...".
• P.S. Non cercate in Italia i gialli di Benjamin Black, in Guanda hanno deciso di pubblicare anche quelli con il nome vero dello scrittore.

mercoledì 4 aprile 2012

SIMENON. LE ULTIME USCITE, CARTA E DIGITALE

 Dopo Maigret e l'informatore, ritroviamo sul mercato editoriale un altro titolo di Simenon I fantasmi del cappellaio (nella collana Gli Adelphi pag. 38 - 10 euro), titolo gia pubblicato  nel 2003 e dopo undici edizioni riproposto ora in economica. Per quanto riguarda le versioni in ebook continuano le proposte delle inchieste del commissario Maigret, ancora quelle della prima serie, targate Fayard, in un pacchetto di cinque titoli (19311/1932): Il cane giallo -  Il pazzo di Bergerac - Una testa in gioco - La balera da due soldi - Un delitto in Olanda (Adelphi ebook  19,99 euro)

martedì 3 aprile 2012

SIMENON. ANCORA "QUADRI" PER MAIGRET

Da Andrea Franco riceviamo questi flash  che fissano delle tipiche immagini di Maigret come fossero  quadri:
• Maigret che sale le scale con passo pesante mentre M.me Maigret apre la porta e lo aspetta in cima
• Maigret che esce in strada e alza il bavero del cappotto e si sistema la sciarpa perchè colpito dal freddo parigino
• Maigret che sale su un taxi pensando come dovrà fare per giustificare tale spesa.
E ancora un altro "quadro" da Murielle Wenger
• Maigret montant l'escalier de la PJ, s'arrêtant pour souffler, et découvrant avec joie un rayon de soleil qui traverse la poussière grise du couloir (Maigret che sale le scale della Polizia Giudiziaria e si ferma per respirare, scoprendo con piacere un raggio di sole che attraversa il pulviscolo grigio del corridoio).
Rinnoviamo il nostro appello sia ai nostri affezionati utenti affinché ci inviino altri "quadri", ma anche a disegnatori e illustratori che volessero dar loro forma e colore  (vedi anche Simenon. Maigret come quadri per un'esposizione  e Simenon. Maigret e ancora quadri per un'esposizione).

lunedì 2 aprile 2012

SIMENON. IL NUOVO MAIGRET NELLE CLASSIFICHE

Sparito dalle classifiche il romanzo Il destino di Malou, i libri firmati Simenon ripartono alla grande con un titolo delle inchieste del commissario. Secondo la classifica di Nielsen Bookscan pubblicata sabato su Tuttolibri de La Stampa e quella di Eurisko di domenica su R Cult de La Repubblica, Maigret e l'informatore debutta addirittura al primo posto di entrambe le classifiche, nella sezione Tascabili. Sempre domenica su La Lettura del Corriere della Sera la classifica di Nielsen Bookscan ce lo presenta invece al 5° posto della sezione Narrativa Straniera.
Per quanto riguarda gli ebooks e la relativa classifica di IBS, troviamo tre Maigret agli ultimi posti della Top 50. Sono titoli usciti da poco in formato elettronico: al 38° posto Il crocevia delle tre vedove, quindi al 47° Liberty bar e infine al 48° L'ombra cinese.

SIMENON. COMMISSARIO MAIGRET, IL RITORNO. SU RAI 5

Per la curiosità di chi per ragioni anagrafichè non ha potuto vederli negli anni '60 e per il piacere di chi vorrebbe rivederli, la Rai rimette in onda per il ciclo Giallo in bianco e nero lo storico sceneggiato Le inchieste del Commissario Maigret. Chi non l'ha mai visto, potrà così scoprire Gino Cervi con il cappottone e la pipa in bocca, Andreina Pagnani nella parte di M.me Maigret, i suoi ispettori, la Parigi ricostruita in studio... Lo sceneggiato (così allora si chiamava la fiction)  porta per la regia la firma di Mario Landi. Appuntamento quindi ogni sabato alle 22.45 da quello scorso, per 13 puntate.  La prima parte del primo episodio L’innamorato della Signora Maigret, è andato in onda sabato scorso, la seconda potrete vederla il 7 aprile.

domenica 1 aprile 2012

SIMENON. RITROVATO UN MAIGRET SCOMPARSO !

Come sarebbe stata la copertina del Maigret scomparso?
La notizia, se confermata sarebbe clamorosa. Secondo una nota di ieri dell'Agenzia France Press, sarebbe stato ritrovato un Maigret scritto tra il settembre e l'ottobre del '45 (mentre Simenon era a Londra in attesa di imbarcarsi per gli Stati Uniti) e mai pubblicato. Il tutto nascerebbe da una scoperta del noto simenonologo Pierre Anatole Bertrand che qualche tempo fa', rileggendo le corrispondenze tra Simenon, Sven Nielsen e M.me Aitken, avrebbe notato il riferimento ad un dattiloscritto che sarebbe stato inviato ad ottobre del '45 a Presses de La Cité, proprio prima della partenza di Simenon per l'America. Si tratta di due lettere. In una, che evidentemente accompagnava il dattiloscritto, il romanziere precisava che non doveva essere pubblicato subito, in quanto c'erano dei riferimenti alla sua questione con il FNL francese e riteneva opportuno che le acque si calmassero prima di renderlo pubblico e magari che lui fosse stabilmente lontano dalla Francia (leggi Stati Uniti). La seconda invece una scritta dall'editore alla responsabile del secretariat Simenon, M.me Aitken: è la risposta ad una lettera mai trovata in cui evidentemente si chiedeva se quel dattiloscritto fosse stato distrutto o, se in caso fosse ancora nell'archivio, sarebbe dovuto essere rispedito al secretariat. Nielsen risponde tirando fuori la verità, cioé dichiara di non aver mai ricevuto quel romanzo. Interpellato dal professor Pierre A. Bertrand, il figlio dell'editore, quello che nel '76 alla morte del padre prese le redini di Presses de la Cité, ricorda che fu dato il via ad una febbrile ricerca, ma putroppo senza nessun esito. Quello che risulta invece dagli archivi della casa editrice è un'altra lettera di Simenon, in cui tra l'altro, dà indicazione affinché quell'inchiesta di Maigret non venisse mai pubblicata perchè, per motivi personali, avrebbe potuto provocare gravi problemi a lui e alla sua famiglia. Dalla lettera non si capisce se si riferisse alla madre e al fratello (allora scappato nella Legione straniera e che morirà nel '47 nel Tonkino), oppure alla sua famiglia... Tigy ancora sua moglie, Denyse la sua compagna ormai ufficiale, suo figlio Marc.
 Comunque, all'epoca, Nielsen che non aveva ancora trovato il dattiloscritto, ma dopo quella lettera di Simenon si mise il cuore in pace. Il romanziere non tornò più sull'argomento e la cosa finì lì.
Finchè M.me Aitken, forse leggendo in copia quelle lettere, aveva voluto sincerarsi su quale fine avesse fatto il dattiloscritto.
E invece, poco più di una settimana fa', Peter Harris, reponsabile della documentazione riservata dei clienti importanti del prestigioso Hotel Savoy di Londra (dove scendeva sempre Simenon e dove alloggiava nel '45) ha trovato un pacco con dentro un manoscritto Maigret et le cargo des rebelles - Londra Hotel Savoy - 27 settembre 1945.
Mr. Harris ha dichiarato al corrispondente della France Press di aver subito avvertito il figlio dello scrittore, John Simenon, e di averglielo fatto recapitare. Su questo pacco, però, c'è il riserbo più assoluto. Non si sa se, nel '45 sia mai partito dall'hotel o se sia partito e, per qualche problema, sia tornato indietro. John si trincera dietro una dichiarazione riportata dalla France Presse: "Non sapevo nulla di questo romanzo e non ho nessuna intenzione di rivelare il suo contenuto. Per il resto, no comment".
A complicare la storia di quel difficile periodo, va poi ricordato che in quegli anni si consumava il rapporto con la Gallimard e iniziava quello con Presses de La Cité, ma nel frattempo erano usciti nel '45 due romanzi, anche importanti, di Simenon La Fenetre des Rouet e La Fuite de Mister Monde per i tipi delle Editons de la Jeune Parque. Si tratta però di romanzi scritti il primo molto tempo prima, nel luglio del '42, e l'altro nell'aprile del '44. (Editons de la Jeune Parque pubblicherà a fine '47 anche "Le Passager clandestin" scritto in Usa).
A questo va aggiunto un altra riflessione che riguarda i Maigret. In quel periodo l'ultimo scritto per Gallimard è una raccolta di romanzi brevi  Signé Picpus publicato nel gennaio  del '44. Il successivo Maigret (un'altra antologia), La pipe de Maigret, uscì invece con Presses de La Cité, nel 1947 quando lo scrittore già era in America. Beh... è ben strano che Simenon non abbia publicato per tre anni e mezzo neanche un Maigret. E se anche questo fantomatico Maigret et le cargo des rebelles fosse stato inviatato (per sbaglio o no) alle Editons de la Jeune Parque? Ma in questo caso perché è stato ritrovato all'Hotel Savoy? In quei mesi caotici e coincitati tutto sarebbe stato possibile. Poi arrivato in America, Simenon affrontò i problemi d'adattamento, ebbe l'incontro travolgente con Denyse, perfezionò il cambio di casa editrice...
Le circostanze non sono quindi del tutto chiare, ma il punto resta. Quali timori aveva Simenon? Ricordiamo che in quell'immediato dopo-guerra lo scrittore era nel mirino del FNL francese per i suoi raporti d'affari, durante l'occupazione nazista, con la casa di produzione Continental fittiziamente francese, ma notoriamente in mano ai gerarchi tedeschi. 
Il totale riserbo del figlio dello scrittore sulla questione fa pensare che non sia intenzionato a pubblicarlo e men che meno a fare rivelazioni sul contenuto e sul perché il padre non volesse che fosse pubblicato.
Nel frattempo però girano delle voci non controllate, secondo le quali John, impegnato con il GRE (Groupe de redéploiement économique) in un progetto per un "Museo Simenon" permanente a Liegi  (che dovrebbe essere inaugurato tra il 2015 e il 2017), intenderebbe lanciare questo inedito Maigret et le cargo des rebelles in concomitanza con l'apertura del museo. Sarebbe indubbiamente un lancio clamoroso.