lunedì 4 giugno 2012

SIMENON. LA SITUAZIONE DELL'ULTIMO MAIGRET

Iniziamo la consueta rassegna stampa delle classifiche degli inserti dei grandi quotidiani nazionali e partiamo subito  con quella della Nielsen Bookscan pubblicata sabato su TuttoLibri de La Stampa. Nella sezione "Top Ten" per un punto Maigret e il signor Charles, tiene la (cappa) classifica pur scivolando dal 7° al 9° posto. Nell'ambito dei "Tascabili" invece conserva saldamente la prima posizione. Anche in quella di R2Cult de La Repubblica (fonte Eurisko) troviamo nel settore "Top Ten" lo stesso titolo nella stessa posizione (la nona).  E anche qui nella sezione "Tascabili" Maigret e il signor Charles occupa il primo posto. Perfetta consonanza per i due diversi rilevatori.  Cambiano di poco le cose sulla classifica, sempre di Nielsen Bookscan per La Lettura del Corriere della Sera di ieri. Nella "Top 10"  l'ultima inchiesta di Maigret passa dal 7° al 9° posto. Invece non la troviamo invece nella sezione "Tascabili", inesistente su questo inserto, ma la vediamo al 2°posto nel comparto "Narrativa straniera". Per quanto riguarda i libri venduti su internet la classifica di IBS ci presenta Maigret e il signor Charles all'8° posto, mentre al 47° resiste Maigret e l'informatore. Per quanto riguarda gli ebook, sempre classificati da IBS, nei primi cinquanta posti questa settimana non figura nessun testo di Simenon, nè romanzi, né Maigret.

domenica 3 giugno 2012

SIMENON E L'IMPORTANZA DELLA COPERTINA

Abbiamo più volte sottolineato come Simenon fosse attento non solo al contenuto e alla forma di quello che scriveva, ma avesse delle idee precise sia sul tipo di scelte editoriali, sia sulle modalità promozionali. Basti ricordare, per le prime, i contrasti con il proprio editore Fayard, in un primo momento esterefatto, quando Simenon annunciò di voler interrompere la produzione di romanzi popolari per dedicarsi al quel particolare poliziesco seriale, il cui protagonista era per altro un poliziotto fuori di ogni tipologia dell'investigatore letterario di successo. Allo stesso modo vale la dichiarazione, dopo il ventesimo titolo delle inchieste del commissario, di voler smettere con la letteratura di genere e di volersi dedicare al romanzo tout court. Fayard, al principio contrario, adesso era invece felicissimo di essersi sbagliato e di avere nella sua scuderia un personaggio di così grande successo e non capiva perchè l'autore stesso volesse smetterla con quella gallina dalle uova d'oro.
Anche qui Simenon ebbe ragione, anche se a metà. Da una parte era ormai maturo e pronto al salto per quei romanzi che faranno di lui uno degli scrittori più quotati del '900. D'altra parte però, sia pure dopo qualche anno di pausa, riprese a scrivere i Maigret (anche per un editore prestigioso e di qualità come Gallimard) che lo accompagnarono per tutta la sua vita di scrittore.
Aveva ragione Simenon anche quando sosteneva che il lancio di Maigret dovesse costituire un evento e non poteva bastare un'usuale presentazione, che sarebbe finita in un colonnino delle pagine che i quotidiani riservavano alle novità letterarie. No, lui voleva che ne parlasse tutta Parigi e per una settimana intera. E così concepi l'ormai arcinota kermesse chiamata Le Bal Anthropométrique, una sfrenata festa alla Boule Blanche, una boite di Montparnasse, dove la créme de la crème della capitale era stata invitata con degli avvisi giudiziari e agli ospiti venivano prese le impronte da figuranti vestiti da poliziotti. Dentro, decorazioni e arredi in stile giudiziario-penitenziario. Una notte di balli, musica centro-americana, esibizioni estemporanee, ubriacature, strep-tease improvvisati. Insomma la stampa, quotidiani e settimanali, ne parlarono davvero per l'intera settimana. E Maigret partì alla grande, merito del prodotto letterario, ma anche della strategia di lancio.
E in questa scia dobbiamo inserire, allo stesso modo, l'attenzione che Simenon riservava alle copertine.
"...non ho mai accettato che il cattivo gusto fosse una necessità nemmeno per le edizioni dette popolari...".
Non a caso si vantava di essere stato il primo al mondo(?), proprio nel '32 in occasione del lancio dei Maigret, ad aver creato delle copertine fotografiche che mostravano non solo l'ambientazione della storia, ma spesso anche il protagonista. A questo proposito in Mémoires intimes racconta "...si tratta del quartiere Maubert de 'la Mouf', come viene chiamato in gergo, rifugio dei clochard, con i quali ho passato un'intera notte, questa volta solo per trovare un uomo che avrebbe dovuto comparire sulla copertina fotografica de 'Le Charretier de la Providence'. L'ho trovato, nel più infimo dei rifugi, per coloro che non hanno più speranza, l'ho portato in un studio dove è stato fotografato vicino ad un cavallo bianco affittato per l'occasione...".  

sabato 2 giugno 2012

SIMENON. COLLABORAZIONISTA O PERSEGUITATO COME EBREO?

"Tous les deux", direbbero i francesi. Oggi infatti ci occuperemo di due aspetti della stessa vicenda. Da una parte tratteremo della risaputa querelle che vede Simenon sul banco degli imputati, accusato di aver collaborato con i nazisti, tramite la cessione di diritti ad una compagnia cinematografica franco-tedesca, facendo affari e ottenendo previlegi.
Dall'altra però rispolvereremo una storia, che forse pochi ricordano, e che riguarda il periodo in cui Simenon fu schedato, proprio dalle autorità francesi filo-naziste, per l'origine giudaica del suo cognome.
Infatti nel 1942 i servizi di sicurezza della Vandea, stavano compilando un elenco di tutti gli ebrei che si trovavano nella regione. Ben presto uno dei commmissario di questo servizio si recò a casa di Simenon, per interrogarlo. Ecco il dialogo che Simenon riporta nel suo Mémoires intimes.
"- Voi siete ebreo, vero?
- Siamo cristiani di padre in figlio e da molte generazione appare il termine "cristiano" tra i nostri nomi.
Simenon viene da Simon?
- Ah!
- E Simon è un nome ebreo.
- Io vi assicuro...
- Non so che farmene delle vostre assicurazioni. Mi servono delle prove.
- Posso farvi vedere che non sono stato circonciso.
- Certi ebrei ormai non la praticano più... Piuttosto fate del mercato nero?
- Non ho mai venduto altro che i miei diritti d'autore...
- Del prosciutto, del burro...
- Ne ho comprato solo per il nostro consumo, ma non ne ho mai venduto.
- Voi siete ebreo!... io non mi sbaglio mai... Io sento un ebreo a dieci passi... Vi concedo un mese per i certificati di nascita dei vostri genitori, dei vostri nonni e dei vostri antenati... Ho detto un mese. E non cercate di fuggire. Vi teniamo sotto controllo..."
E' un Simenon spaventato e nel panico. Si documenta e ha la conferma che questa faccenda del suo cognome derivante da quello ebraico di Shim'on, è vera. Coinvolge allora la madre il fratello Chistian, a Liegi, pregandoli di reperire documenti presso l'anagrafe di Liegi per trovare quelli che gli sono stati richiesti. Ma è un periodo in cui le cose non sono facili. Anche se i documenti della famiglia del padre, i Simenon, e di quella della madre, i Brulls, sono rintracciabili e ben conservati, vanno comunque vistati dalle alte autorità ecclesiastiche e, nel caso degli stranieri, devono essere tradotti e accompagnati dal certificato originale.
Nel frattempo Simenon aveva per la prima volta venduto i diritti de Les inconnus dans la maison ad una compagnia cinematografica, la Continental che si scoprirà dipendere di fatto, al di là dei nomi di facciata, addirittura dal ministro della popaganda hitleriano, Joseph Goebbels. E' grazie a questo "affare" che dalle indagini fatte dal commissario dei servizi di sicurezza, risulta che a nome dello scrittore è stato rilasciato un lasciapassare dalle autorità tedesche e controfirmato da quelle filo-naziste francesi. La storia però non è del tutto chiusa, la questione del suo cognome non convince completamente la polizia addetta alla pulizia etnica che così insiste in indagini e interrogatori. Ma alla fine la questione si chiude e Simenon continua i suoi affari con la Continental.
"... non avevo il minimo sospetto che si trattasse di una società creata dai tedeschi - si difende Simenon in Mémoires intimes... - solo qualche settimana dopo aver firmato il contratto, seppi che non si trattava di una semplice società franco-tedesca, come si diceva allora...".
Sta di fatto che lo scrittore continuò a vendere diritti per i film, come successe con il racconto Annette et la dame blonde.
"... credo che avessi il diritto di non rifiutare. Non si trattava di un lavoro. Io non ho mai collaborato ad un montaggio né a qualsiasi altra operazione. Mi sentivo come un commerciante che non può rifiutarsi di vendere la sua merce... il secondo motivo è che speravo di ottenere il lasciapassare che mi avrebbe permesso di poter raggiungere la zona libera - e continuando la sua appassionata spiegazione in una lettera del '49 a Maurice Garçon - Vedevo d'altronde lavorare con la 'Continental' attori e registi francesi che conoscevo... e poi quello che ha guadagnato con quei diritti, e che non ho mai discusso, sono ben lontani da quelli che percepisco ora per gli stessi film...". 

venerdì 1 giugno 2012

SIMENON, ADIEU MAIGRET... SENZA NEANCHE UNA STRETTA DI MANO

Impazza nelle classifiche delle vendite con quella fascetta rossa che spicca assai sul giallo delle copertine Adelphi: "L'ultima inchiesta di Maigret" (aiutato anche, come se ce ne fosse bisogno, da una promozione che prevede a giugno uno sconto del 25%). Già perchè Maigret et Monsieur Charles (1972) fu l'ultima inchiesta che Simenon scrisse. Poi sarebbe intervenuto il blocco dell'état de roman mentre si accingeva a scrivere l'ennesimo romanzo, Victor, e quindi la repentina decisone di non scrivere più. Decisione accompagnata, come abbiamo avuto occasione di ricordare, da gesti fortemente simbolici (forse anche un po' ostentati). Il primo un'intervista al qotidiano Losanne 24 heures, in cui dichiarava finita la sua attività di romanziere. Il secondo, il cambio alla dicitura professione, sulla carta d'identità, da "romanziere" a "nessun impiego".
In realtà Simenon mentre lo scriveva era ben lontano da immaginare che si sarebbe trattato dell'ultimo Maigret. Non poteva prevedere che pochi mesi dopo sarebbe intervenuto quel blocco.
E su questa interruzione, già l'anno dopo in uno dei suoi Dictées (Des traces de pas - 1973) scriveva: "...sento dei rimorsi per aver completamente abbandonato Maigret dopo il mio ultimo romanzo, 'Maigret et Monsieur Charles'. E' un po' come se si lasciasse un amico senza nemmeno stringergli la mano..."
C'è della commozione in quello che detta al registratore Simenon? Sicuramente, anche se non ci sono ripensamenti. Ormai è finita, secondo un fatalismo che affida le sue strade al destino. Ripensamenti no, ma rimpianti si.
"... si crea, tra un autore e i propri personaggi, un legame affettivo, a maggior ragione se la loro collaborazione è durata una cinquantina d'anni...".
Ma c'è anche un'altro motivo che l'ormai ex-scrittore rivela un Paio d'anni dopo, in un'intervista a Francis Lacassin "...Maigret è uno dei rari perosonaggi che ho creato e che abbia dei punti in comune con me. Tutti gli altri in un modo o   altri sono del tutto diversi da me...".
 

giovedì 31 maggio 2012

SIMENON. SWEET MARIE-JO BLUES

Arbitrariamente. L'abbiamo voluto chiamare così. Parliamo di Simenon, ma non di Georges, bensì di Marie-Jo.
La sucida dicono tutti. La figlia suicida del grande Simenon e della... squilibrata madre Denyse... così almeno si ripete sempre.
Marie-Jo così delicata, così fragile, anche lei (come la madre) in cerca del suo equilibrio, della sua stabilità, quella che da piccola le sapeva dare solo un uomo come suo padre.
Marie-Jo perdutamente innamorata del padre anche a più di vent'anni.
Un 'innamorata che pretendeva che nelle telefonate Parigi-Losanna lui le dicesse letteralmente "Marie-Jo, ti amo". Non si accontentava di un "Ti voglio bene", o di un "Sei la mia bambina, la mia preferita" oppure di un "Solo tu sei il mio tesoro". No. Lei voleva l'amore di quell'uomo, l'amore che in quel momento lui divideva con Teresa.
Il blues lo sanno tutti, è il seducente canto dei neri d'America, parola letteralmente presa dalla frase "avere i diavoli blu", che vuol dire essere tristi. Tristi perchè si è soli e infelici per l'amato che non c'è.
E Marie-Jo era triste. Molto triste. E componeva poesie/canzoni/ballate come questa, senza titolo (scritta a 21 anni), e che noi, arbitrariamente, abbiamo battezzato: 


Sweet Marie-Jo Blues.

                 Che solitudine stasera
                 Nel riprendere la strada 
                 Nella notte profonda e nera
                 Della strada che ben conosco

                 Nessuno che mi aspetti
                 E nessuna da aspettare
                 Solo musica da ascoltare
                 Musica per farmi cullare 

                 E un dio da ritrovare
                 Il solo a cui parlare
                 Dovrei sapermi abituare
                 A questa pelle che mi porto dietro
                 Adattarmici almeno 
                 dimenticare che dentro ci sto male

                 Che solitudine stasera
                 E se cambiassi strada
                 Se sfuggissi a questa notte nera
                 Se trovassi un "altrove" mio?

                 Con qualcuno che mi aspetti
                 O qualcuno da aspettare
                 Qualcuno da ascoltare
                 Qualcuno per farmi cullare
                 Un amore da ritrovare
                 Con il quale potermi mescolare

                 Ma come buttarla via 
                 Questa pelle che mi porto dietro?
                 E se non posso cambiarla
                 Me al porterò in valigia!

                 Che solitudine stasera
                 Che solitudine anche domani
                 Volevo conservare la speranza
                 L'ho persa, va bene anche cosi.

                                                         Marie-Jo Simenon        
                                               Montparnasse - 1° marzo 1972 

mercoledì 30 maggio 2012

SIMENON, ANCORA UN FESTIVAL IN SUO NOME

Si chiama semplicemente Festival Simenon e aprirà i battenti il prossimo sabato 2 giugno con un'anteprima a Fontenay-le-Comte, ad un cinquantina di chilometri a nord de La Rochelle, nell'entroterra della Vandea. La manifestazione ha la caratteritica di essere itinerante, ed é ormai giunta alla sua quattordicesima edizione. L'organizzazione è a cura dell'Associazione di Sables d'Olonne per la promozione della cultura. Infatti l'inaugurazione vera e propria è prevista proprio a Sable d'Olonne il 16 giungo dove rimarrà fino al 24 giugno ed infine si sposterà a Saint-Gilles-Croix-de-Vie dal 26 giugno al 1° luglio. 
La Vandea dedica diverse mostre al romanziere che tra un periodo e l'altro ha vissuto più di dieci anni in questa regione, pur spostandosi in paesi e comuni differenti e creando con la zona un solido legame.
Ci saranno, come al solito, dibattiti, retrospettive fotografiche, incontri con studiosi ed estimatori di Simenon, tra cui una conferenza tenuta il 3 giugno al Chateau de Terre-Neuve, da Didier Gallot (magistrato e autore di "Simenon ou la comédie humaine"- 2003, che ha fondato il festival nel 1999) che avrà come tema il perido americano di Simenon.
Didier Gallot fondatore del Festival
Poi è prevista anche una rassegna cinematografica di alcuni dei sessanta film tratti dalle opere dello scrittore. Tra gli altri vogliamo ricordare la proiezione di
Maigret tend un piège di Jean Delannoy, con Jean Gabin, Annie Girardot et Jean Desailly e Le train di Pierre Granier-Deferre, con Jean-Louis Trintignant (fresco di Palmares al Festival del Cinema di Cannes 2012), Romy Schneider e Nike Arrighi. 
Qui potrete trovare il programma del festival e il suo sito ufficiale.

lunedì 28 maggio 2012

SIMENON. LE PERFORMANCE DELL'ULTIMO MAIGRET

FOTOMONTAGGIO - COPERTINA "SACRILEGA"

            

                                Stesso libro, edizione Adelphi, ma illustrazione 
                           di Ferénc Pinter vecchia edizione Mondadori! 
                             Si arrabbieranno tutti e due gli editori 
                           e magari di lassù anche...il grande Pinter


Occhio alle classifiche questa settimana. Il protagonista è sempre Maigret e il signor Charles, l'ultimo libro che Simenon scrisse nel 1972, prima del blocco con il romanzo Victor, che, come ormai saprete, non fu nemmeno iniziato.
Ma torniamo alle nostre classifiche settimanali che vedono l'ultima inchiesta di Maigret piazzarsi al 7° posto, guadagnando due posti nella "Top Ten" pubblicata sabato da TuttoLibri de La Stampa, su rilevazione Nielsen Bookscan. Lo stesso titolo tiene ancora il 1° posto nella classifica dei "Tascabili" sempre del quotidiano torinese. La stessa società di rilevazioni, ma nel suo rapporto per il supplemento La Lettura del Corriere della Sera di ieri, gli assegna lo stesso posto (il settimo) nella "Top 10" (facendogli fare il salto di un livello dalla settimana scorsa) e lo rileva al 2° posto della sezione "Narrativa straniera" confermando così il piazzamento di sette giorni fa'. Analoghe, anzi identiche, posizioni rileva anche l'Eurisko per R2 Cult de La Repubblica di domenica, dove lo troviamo anche qui al 7° posto della "Top Ten" (+ uno rispetto alla settimana scorsa) e anche qui, come per TuttoLibri, al 1° posto per i "Tascabili" (confermando la posizione già acquisita).
Invece per la vendita di libri su internet su IBS, Maigret e il signor Charles lo troviamo al 9° posto. Per gli ebook, sempre da IBS vediamo scivolare dal 22° al 24° posto il romanzo Il Gatto, e poi infine troviamo L'orologiaio di Everton che dal 46° scende al 50° posto.

domenica 27 maggio 2012

SIMENON, MAIGRET E CERVI, COINCIDENZE E ANALOGIE

Intervento della nostra "attachéa" al Bureau Simenon Simenon, Cristina De Rossi. Se anche voi volete partecipare, editare post o illustrazioni a vostra firma, scrivete a simenon.simenon@temateam.com


Roma - dalla nostra attachée Cristina de Rossi -  Ricostruendo un po' asistematicamente le biografie di Simenon, del suo personaggio più celebre, il commissario Jules Maigret, e di Gino Cervi, l'attore che in Italia è indiscutilmente la sua faccia, proverò a individuare qualche coincidenza e alcune date (e/o alcuni anni) in cui qualcosa di più o meno importante sucedeva a tutti e tre o almeno a due di loro.

• 1901-1903  - Sono i due anni in cui nascono Cervi e poi Simenon, secondo le notizie che si ricavano dagli scritti del romanziere a quell'epoca Maigret non era più piccolo, doveva aver all'incirca 14 anni.

• 1907 - E' l'anno in cui sarebbe morto il padre di Jules che ormai a 20 anni aveva iniziato la facoltà di Agricoltura. Anche Cervi perde il papà a 22 anni. Simenon aveva invece 18 anni.

• 1919 - Simenon inizia a lavorare alla Gazette de Liége mentre Cervi è agli esordi con la "piéce" Il Marchese di Priolà di H. Lavedan.

• 1924 - Maigret rientra al Quai des Orfévres dopo un periodo di punzione in un commissariato di provincia. Siemenon pubblic il suo primo romanzo popolare di genere rosa con Ferenczi Le roman d'une dactylo. Cervi ottiene la sua prima scrittura nella compagnia di Alda Borelli a 15 lire al giorno.

• 1931 - Simenon con lo stupefacente Bal Anthropométrique lancia la serie dei Maigret. Cervi esordisce come doppiatore di film guadagnando l'allora ragguardevle cifra di 200 lire. Maigret è all'apice della carriera, viene romosso commissario divisionario.

• 1939 - Simenon diventa pare per la prima volta con la nascita di Marc. Gino Cervi diventa direttore del Teatro Eliseo di Roma. L'anno dopo Maigret va in pensione, tre anni prima del previsto.

• 1945 -  Cervi vince la Coppa Volpi e il Nastro d'Argento al Festival del Cinema di Venezia con il film Le miserie di Monsù Travet (regia di Mario Soldati). Simenon si trasfrisce in America dove rimarrà per dieci anni.

• 1952 - Simenon viaggia per l'Italia (Milano, Roma, etc...) . Cervi e in Francia per girare il film La signora delle camelie (regia di Raymond Bérnard).

• 1972 - Quando Cervi si appresta a lavorare all'utima serie televisiva Rai del commissario Maigret, Simenon termina Maigret et monsieur Charles che sarà l'ultimo romanzo che scriverà.


sabato 26 maggio 2012

SIMENON. IL CASO MAIGRET: RAI 5 RISPONDE

Abbiamo un paio di giorni fa' pubblicato un post che si riferiva alle proteste per l'interruzione improvvisa, non motivata (e nemmeno comunicata) da parte del canale Rai 5 sul digitale terreste, delle repliche degli sceneggiati dei Maigret con Gino Cervi. Qualche giorno prima avevamo inviato sia a Rai 5 che all'Ufficio Stampa della Rai una richiesta di chiarimento sull'intera vicenda. 
Ieri sul tardo pomeriggio è arrivata a Simenon-Simenon una mail da parte di Rai 5 che qui riportiamo integralmente.
"Anche noi rispondiamo ai nostri telespettatori infuriati giustamente, questa è la motivazione: abbiamo dovuto sospendere la messa in onda del programma. Ci scusiamo ma i nostri uffici ci hanno informato che devono verificare alcuni dettagli relativi ai diritti con gli eredi Simenon per poter proseguire la serie di Maigret. Speriamo di poterlo mettere in onda il prima possibile. Saluti. Rai 5".
Quindi la questione sarebbero i diritti, o più precisamente alcuni non meglio precisati dettagli sul fronte dei diritti. Ci sembra strano che la Rai, la quale dispone di un corposo ufficio legale, che si occupa in gran parte delle questioni inerenti i diritti (sia quelli acquisiti, sia quelli ceduti), non abbia, prima di inziare le repliche, vagliato tutte le questioni inerenti ai diritti (che, tradotto in parole semplici, vuol dire a una parte dei costi del programma). Allora per chiarire questi nostri (e vostri dubbi) abbiamo consultato un'esperto, cioè uno dei rappresentati degli autori televisivi presso la SIAE (Societa Italiana Autori Editori).
Le ipotesi, ci ha spiegato, potrebbero essere più d'una. Ma quella più probabile è che nel contratto iniziale di cessione dei diritti da Simenon alla Rai per la serie interpretata da Cervi, come succede di consueto, ci fosse un clausola che escludeva i diritti per tutti i nuovi mezzi tecnologici, al momento della stipula del contratto non ancora esistenti e non immaginabili. Supponiamo che il contratto sia stato firmato almeno agli inizi del '64 o anche nel '63 (visto che la prima puntata della serie fu trasmessa a dicembre del '64). Certo allora non si prevedevano quelli che oggi vengono tecnicamente definiti "canali digitali tematici". Questi sono infatti, ai fini dei contratti e del costo dei diritti, considerati diversi dai canali chiamiamoli canonici (Rai Uno, Rai Due e Rai Tre, tanto per intenderci).
Allora è possibile che per questi utlimi l'emittente di Stato abbia un contratto che le permette di usufruire del diritto di replicare gli sceneggiati di Maigret senza limiti di tempo (oppure per un tempo lunghissimo, magari ad oggi non ancora esaurito)). Ma per gli altri canali (Rai 4, Rai 5, Rai Movie, etc...), essendo considerati nuovi mezzi tecnologici, quei diritti non valgono. Se invece l'avessero trasmesso ad esempio su Rai Tre, qualora questa ipotesi dovesse essere valida, non ci sarebbero stati problemi.
Quindi, se così fosse, si sarebbe trattato di una svista o di una leggerezza da parte dell'ufficio legale (o di quello delegato ai diritti).
John Simenon, figlio secondogentio di Georges
D'altra parte sappiamo, e chi ci segue lo ha letto nel post del 14 aprile Simenon. Dove andranno a finire i suoi diritti?, che un figlio di Simenon, John, ha messo in cantiere un progetto con la finanziaria ING Invest di Liegi che mira ad acquisire tutti i diritti cinematografici delle opere simenoniane. Forse l'operazione, di cui non si conoscono ancora tutti i dettagli, potrebbe interessare anche i diritti televisivi e forse in questo caso potrebbe aver creato dei problemi al contratto in essere. Ma questa la consideriamo un'ipotesi da preendere in considerazione, anche se, a nostro avviso, meno probabile.
Insomma, vedremo come si svilupperà la situazione e, state certi, che continueremo a cercare di capire meglio quello che è successo e di darvene tempestivamente notizia. Ringraziamo Rai 5 di averci dato comunque una risposta, anche se sarebbe stato corretto avvertire per tempo i telespettatori che la serie di repliche sarebbe stata sospesa, magari anche utilizando la pagina del sito che Rai 5 ha dedicato a questa programmazione. Altrimenti a cosa serve avere a disposizione un mezzo capace di comunicare in tempo reale come internet?

venerdì 25 maggio 2012

SIMENON, DONNE, SESSO, LUSSURIA E... COGNIZIONE DI CAUSA

Non tutti sanno che nel 1956 in un programma radiofonico francese venne letto un brano, tratto da uno dei Dictées di Simenon (Quand j'étais vieux - Presses de La Cité 1972), intitolato Elogio della lussuria.
Ovviamente riguardava la sessualità, uno dei temi che, quando si parlava dello scrittore o lo si intervistava, era, per così dire, uno dei più gettonati, perchè sicuramente, come diciamo oggi, faceva più audience che non ragionare sulla sua forma letteraria o sulla linguistica dei suoi romanzi o dei confronti strutturali tra la costruzione dei suoi romanzi e quella delle inchieste del commissario Maigret. Ci diceva un vecchio e incallito editore di settimanali a proposito delle copertine "... una coscia? Tra le 2000 e le 5000 copie in più. Un bel seno? Quasi diecimila in più. Due belle discinte, magari anche famose? Anche 20.000 copie in più...". Ovviamente si riferiva alle donne, o meglio a belle donne, magari anche dive.
Questa era la mentalità allora e avveniva ben più di qualche decennio fa'. Oggi siamo tutti mlto meno sensibili a questi stimoli, conseguenza delle overdosi di immagini, su carta e in video, di donne più o meno nude, più o meno sexy, più o meno conturbanti. Ma poi va considerata anche la liberazione sessuale, le mingonne, il monokini, il nude-look, i calendari erotici, le ballerine seminude alla tv, il gionali, i film erotici (e/o pornagrafici) .... insomma una marea di elementi quasi sempre in mano a maschi-maschilisti e con obbiettivo sempre la "donna oggetto". Tutto ciò ha comunque modificato i comportamenti e le reazioni dei anche dei maschietti più sensibili a certi richiami sessuali. Ma questa è un'altra storia e da trattare in altri contesti e con altro respiro.
Torniamo invece al nostro Simenon, figlio di un'altra epoca, e al suo atteggiamento nei confronti del sesso. Anzi in questo caso della lussuria. Già, di questo infatti trattano quelle pagine del Dictée.
"... io dico che la lussuria, la sessualità pura, è per l'uomo il modo di ritrovarsi nel mondo delle proprie origini... - scriveva Simenon - Nella società complessa come la nostra, dove noi non siamo che delle pedine, è il sollievo di essere nudi di fare certi gesti senza complicazioni, senza spiegazioni, senza sentimentalità...".
E' il consueto concetto della costrizione delle convenzioni sociali, che per il resto Simenon accettava, ma non per quanto riguardava il sesso. Queste, in campo sessuale, erano un peso che non si sentiva di portare e quindi lo rifiutava, dando libero sfogo alle sue pulsioni più istintive (non a caso scrive di un ritorno alle condizioni primordiali).
E inoltre aggiunge: "... ho bisogno, per non sentirmi prigioniero della società, di accarezzare una coscia al volo, di fare l'amore senza bisogno di dichiarazioni, di praticare il sesso, da un momento all'altro, nel mio ufficio come si trattasse della foresta equatoriale o di Tahiti. E parlo con cognizione di causa...".
Già, a quasi settant'anni e con la storia delle diecimila donne con cui avrebbe avuto rapporti che si tirava dietro, non è certo difficile credere a questa "cognizione di causa".