martedì 4 settembre 2012

SIMENON. UN BRUTTO 4 SETTEMBRE

Ieri il post di Murielle Wenger ci ricordava come il 3 settembre fossero 46 anni che era stata eretta a Delzfijl la statua in onore di Maigret, ricordandoci un brano di Mémoires intimes.
Oggi 4 settembre ricorrono 23 anni dalla morte del romanziere. Siamo stati in dubbio se ricordare questa data, riservandoci magari di segnalare solo il più felice 13 febbraio, giorno della nascita di Simenon.
Ma ci chiamiamo Simenon-Simenon e quindi ci corre l'obbligo di citare anche questa ricorrenza. Era a Losanna, nella sua casa del 12 in avenue de Figuiers, assistito dalla sua amata Teresa.

SIMENON. I "BRACCI DESTRI" DI MAIGRET, PRIMA DI MAIGRET

Oggi il nostro attaché Andrea Franco ci propone una rassegna delle prime apparizioni dell'equipe di Maigret. Molti dei suoi collaboratori erano già comparsi nei romanzi popolari indagando senza il commissario


Roma - dal nostro attaché Andrea Franco - Ecco una rassegna che, ordinata cronologicamente, ci fornisce un quadro completo di quegli essenziali e a volte insostituibili collaboratori di Maigret, fino ai famosi ispettori di Quai des Orfèvres, che hanno parecchi fans tra i lettori di Simenon e che contribuiscono non poco alla particolare atmosfera delle indagini del commissario.
 
Mademoiselle X (Christian Brulls in feuilleton in L'Oeuvre - 1928) Viene citato il giudice Comeliau, senza che però venga ancora caratterizzato

La femme qui tue (Georges Sim, Fayard editore, collana Le livre populaire - 1929) Anche qui viene menzionato il giudice Comeliau

En robe de Marie (Georges Sim, Tallandier editore, 1929 in Les romans populaires): qui assistiamo alla prima apparizione degna di nota del giudice Comelieu

L'inconnue (Christian Brulls, Fayard editore, in Le livre populaire - 1929) Qui l'indagine è condotta da Lucas, che qui però è un commissario, e da Torrence

L'homme qui tremble (Georges Sim, Fayard editore - 1930 ) In questo titolo troviamo insieme sia Torrence, che Comeliau e anche Sancette (altro investigatore inventato da Simenon)

Les amants du malheur (Jean du Perry, Ferenczi editore - 1930) Qui assistiamo ad un'apparizione di Torrence

Train de nuit (Christian Brulls, Fayard editore in Les maitres du roman populaire - 1930). In questo caso Torrence fa la parte dell'assistente di un esordiente Maigret

Les errants (Georges Sim, Fayard editore - 1931). Ancora Torrence che indaga

Matricule 12 (Georges Sim, Tallandier editore -1932) In questa inchiesta indagano insieme  Lucas, Torrence e Sancette,vedere post del 15 aprile 2012)
 • Fievre (Christian Brulls, Fayard editore - 1932) Qui torna il commissario Torrence insieme a Lucas

L'epave (Georges Sim, Fayard editore - 1932) Ritroviamo ancora il giudice Comeliau

La maison de l'inquietude (Georges Sim, Tallandier editore - 1932 ). Per la prima volta insieme Torrence, Comeliau e Maigret

La fiancée du diable (Georges Sim, Fayard editore - 1932)  In questo caso è Lucas che indaga, stavolta con i galloni da commissario

L'evasion (Christian Brulls, Fayard editore - 1932). Tra i protagonisti troviamo Lucas. Ci sarebbe anche Maigret, ma in realtà viene solo nominato durante una telefonata. 

Les forcats de Paris (Christian Brulls, Fayard editore - 1932) Qui il commissario è Lucas, ma si verifica una strana cosa, evidentemente per un lapsus, l'autore scrive Maigret invece che Lucas.

La maison des disparus (Christian Brulls, La jeunesse illustré - dall 11 ottobre 1931 al 10 gennaio 1932) Assistiamo ad un'apparizione di Torrence

La femme rousse (Georges Sim, Tallandier editore 1933) Qui Torrence è gia in squadra con Maigret

lunedì 3 settembre 2012

SIMENON: UN 3 SETTEMBRE 1966 A DELZFIJL


Dalla nostra attachée Murielle Wenger, riceviamo la rievocazione di una cerimonia che si svolse in Olanada per commemorare Maigret. Murielle ha scelto per noi un brano da "Mémoires intimes"


"Alla fine del mese devo andare ad Amsterdam e poi a Delfzijl per assistere con almeno quaranta dei miei editori, giunti da ogni parte, all'inaugurazione della statua di Maigret eretta nel luogo dove scrissi il primo romanzo della serie, Pietr-Le-Letton...
Giornalisti, fotografi mi aspettavano insieme ad Abs Bruna il (mio) editore olandese. Mi hanno condotto in una piccola sala dell'aeroporto, messa a nostra disposizione, e ho risposto al meglio alle domande intanto che gli apparecchi fotografici mitragliavano e i loro flash mi abbagliavano di continuo.
Sono una buona quarantina gli editori che sono venuti, alcuni degli amici che ritorvo con vero piacere, altri che non ho mai nemmeno visto. Il vecchio Arnoldo Mondadori è accompagnato da sua moglie e ci abbracciamo. Helen Wolff,  vecchia amica, mia editor presso Harcourt Brace a New York, ha attraversato l'Atlantico in tutta fretta e Hamish Hamilton è arrivato da Londra con la sua adorabile moglie. Ovviamente Sven e Lolette Nielsen sono della partita... Rincontro Berard de Fallois e ancora altri, e dopo l'aperitivo..., andiamo a vestirci per una cena di gala... I Bulgari, apprendo con stupore sono venuti in quattro.
La grande cena ha inizio e la mia vicina é la signora Mondadori. Discorsi. Io ne faccio uno improvvisato, perchè non sono stato mai capace di "scrivere" un discorso. Faccio un saluto particolare ad Arnoldo Mondadori, il mio editore più anziano, infatti pubblica i miei libri sin dal 1925, fin dai tempi dei romanzi popolari e perché l'Itlalia è il paese in cui non ho mai cambiato editore. In Francia ne ho avuti tre. Negli Stati Uniti quattro o cinque, in Olanda solo uno, Abs Bruna, che ha iniziato con i primi Maigret...
Adesso si balla... Al vino segue lo champagne, poi i liquori e i visi si coloriscono...
La mattina... ci siamo imbarcati per non so quale posto dove abbiamo trovato giornalisti e fotografi. Nella coppia Mondadori, lui preferisce visitare La Haye che non conosce. Arnoldo è il più anziano, ma si dimostra il più attivo e il più curioso.
Cena, sempre in ghingheri, cioè in tenuta da sera, in un castello storico dei dintorni, ma dopo qualche intervista sia nel nostro salone che al piano terra. L'indomani mattina un treno speciale, ornato da bandiere di diverse nazioni, ci porta verso Delzfijl attraverso i boschi di pini della Drehnte, poi la Frise attraversata dai canali. Le autorità municipali ci aspettano. Ci imbarchiamo in un bellissimo battello che naviga verso l'estuario, scortato da diversi velieri. Buffet freddo a bordo. I fotografi mi mitragliano....
Ritorno a Delzfijl. La porta della città è addobbata. Ci portano in un vecchio canale che conosco bene, ancora ingombro di legni galleggianti. Della folla sulle banchine. Delle case che riconosco. Un prato che prima non c'era, uno zoccolo di pietra, una statua la cui altezza mi sorprende, avvolta in un tela bianca.
Cinque degli attori  che hanno interpretato il ruolo di Maigret sono presenti, anche il mio amico Rupert Davies che è il solo fino a quel momento ad aver impersonato il commissario in cinquantadue film.
Fanfare. Autorità municipali. Discorsi...Un stuolo di fotografi. Degli operatori televisivi. Mi danno in mano una corda e mi dicono di tirare per scoprire la statua.
Io tiro, ma invano. Delle risate. Anche io rido. Provo di nuovo. Qualcuno s'avvicina rifà un nodo malfatto e, quando tiro di nuovo, il telo cade scoprendo infine un Maigret scolpito da un olandese, Pieter D'Hont, assomiglia abbastanza a quello che avevo immaginato ma che io solo conosco.
Ancora musica. Applausi. Discorsi. E' il mio turno, devo dire qualche parola, la mia emozione non è finta.
Poi il corteo si dirige verso le "Pavillon", il ristorante sulla rive dell'Ems, con una terrazza dalla quale, bevendo un ginepro, ho immaginato il commissario prima di scrivere Pietr-Le-Letton sul fondo di una barca abbadonata nel canale.
Ci ritroviamo... nelle strade pavimentate con ciottoli rosa e io ritrovo dei ricordi del periodo in cui avevo venticinque anni.
Ma la folla ci attende al ristorante che si è ingrandito. Numerosi studenti dell'Università di Groninque, lì vicino, sono venuti per salutarmi. Champagne...Discorsi...
Un po' più tardi ci portano alla stazione. Un treno speciale ci aspetta ed è davvero speciale. Una vettura è completamente riservata alla radio e alla televisione. La radio riversa un fiume di musica nel treno in cui una carrozza è stata adibita a dancing. Intanto i tecnici sviluppano e montano il film girato durante la cerimonia e che sarà proiettato al nostro arrivo ad Amsterdam.
Viene servito da bere da mangiare in ogni scompartimento, le cui porte sono tutte aperte.... Il ginepro olandese corre a fiumi... Uno spiker racconta delle storie divertenti in due o tre lingue.... Quasi tutti sono brilli e ballano, non solo nella carrozza-dancing, ma anche nei corridoi...
A mezzanotte il treno si ferma non nella grande stazione di Amsterdam, ma su una stazione nella quale la gente non ha accesso, davanti ad un edificio dall'aspetto severo. La radio suona sempre, si ballerà anche sulle bamchine, fino alla proiezione del film girato a Delzfijl. Ci si rivede, ci si riconosce. Si ride di gusto.  (Raccontato da Georges Simenon in moires intimes)

SIMENON, MAIGRET E IL RIPARATORE DEI DESTINI


Riceviamo dalla nostra affezionata attachèe Paola Cerana, un appassionato saggio su Simenon, le sue donne, i suoi romanzi, il suo Maigret che è una dichiarazione d'amore nei confronti del romanziere.



Roma - dalla nostra attachèe Paola Cerana - Georges Simenon ha vissuto un’esistenza traboccante d’amore e di passione ma anche di inquietudine e dolore.
Aveva fame di tutto, sin da giovane. Aspirava la vita dalle narici, dalla bocca, da ogni poro, come un moribondo assetato d’eternità. Si nutriva dei barbagli di sole sulle case, del verdeggiare degli alberi, della frescura della pioggia, dei colori dei mercati, del sapore della frutta, delle luci e degli odori delle strade ma, soprattutto, era irresistibilmente attratto dalle persone. Ogni individuo era per lui un microcosmo in cui immergersi per viaggiare alla scoperta di nuovi imprevedibili orizzonti. I volti e i corpi delle donne rappresentavano per lo scrittore l’attrazione più irresistibile, l’accattivante accesso a una galassia seducente e inafferrabile: quella dell’animo femminile.
Gli bastava posare lo sguardo su “quei sederi ondeggianti per provare delle erezioni quasi dolorose. Quante volte ho placato quella fame in una strada buia, dentro un portone, con qualche ragazzina più grande di me…“.
Trascinato violentemente dall’eccitazione, Simenon non ha mai saputo rinunciare all’amore fisico ma nella sua audace esuberanza è sempre stato onesto e coerente, rispettando le pieghe più sensibili dell’animo umano cercando di non ferirne mai la dignità. Tutti i suoi romanzi attingono dalla vita reale, offrendo così uno specchio psicologicamente illuminante non solo dei piaceri della vita ma anche dei risvolti umani più oscuri e dolenti, spesso sepolti sotto cumuli di fugaci lussurie.
Nelle sue “Memorie intime” – il romanzo autobiografico pubblicato nell'81 iseguito da Le livre de Marie-Jo, scritto dalla figlia suicidatasi a venticinque anni con un colpo di rivoltella - Simenon confessa questa sua predisposizione ai piaceri dei sensi ma anche la sua condivisione con le infinite sofferenze delle persone conosciute durante la sua errabonda esistenza. E’ stato precoce testimone di così tante vite finite male, sprofondate in tragedia, che un giorno s’è chiesto come mai non ci fosse, per gli individui in difficoltà psicologiche, l’equivalente dei medici che si adoperano per sanare le malattie del corpo. Allora, lo scrittore era molto giovane e non conosceva Freud, che scopri solo più tardi, interessandosi in seguito molto di più a Jung e alle sue teorie. Tuttavia Simenon ha sempre tentato di superare la psicoanalisi, che a suo giudizio spesso non riusciva a spiegare la complessità della natura umana.
Così, Simenon ha cominciato a immaginare una figura sostitutiva dell’analista classico: un personaggio vago e contraddittorio, proprio come l’animo umano, che svolgesse nella società un ruolo particolare e ben preciso. Quello di “riparatore di destini”. Fermare in tempo una ragazza che si vuole gettare da un ponte, consolare un amante deluso che si annega nell’alcol, regalare semplicemente un sorriso a chi non ne ha più dentro di sé. Arrivare nel posto giusto al momento giusto, con passo delicato, prima che la sofferenza spinga definitivamente l’essere umano oltre il baratro del nulla.
Tutto piuttosto vago, riconosceva Simenon, tanto che non osava parlare pubblicamente di questa sua fantasia per non sembrare ridicolo. Così, per mascherare quest’idea tanto bizzarra quanto insistente sotto una veste accettabile, ha deciso di affibbiare al suo Maigret l’espressione di “riparatore di destini”, attribuendo al commissario la personificazione di soccorritore psicologico di anime alla deriva.
"Comprendere e non giudicare", questa è la frase emblematica che contraddistingue la personalità e la missione intima di Simenon - Maigret. Il commissario, infatti, di fronte alla frequente inconciliabilità tra legge e giustizia, sceglie quasi sempre di agire in maniera che le cose si aggiustino secondo la giustizia umana, cercando di entrare in empatia con gli equilibri invisibili delle persone, quelli più delicati, quelli più veri.
Probabilmente è stata una donna a ispirare questa dimensione psicologica di Simenon. Non una delle diecimila femmine – tante sono le leggendarie avventure attribuite al vorace scrittore – con cui ha condiviso transitorie passioni. Ma una donna conturbante, eccessiva, erotizzante, conosciuta durante il primo pallido matrimonio dello scrittore con Tigy, e destinata a sconvolgere la sua vita. Questa diva dalle trecce nere, dalla figura flessuosa e dalla voce da letto, è Denyse Ouimet, o semplicemente D., come Simenon ama chiamarla nei suoi scritti. Trasgressiva e contraddittoria sin dal loro primissimo incontro, D. diventerà la sua seconda moglie e la madre di tre dei quattro figli di Simenon, tra cui la piccola Marie-Jo, dopo un’appassionata quanto travagliata convivenza con Simenon e un rapporto altrettanto morboso con la sconsolata figlia.
Appena conosciuta “credevo di sentirla debole, disarmata, senza punti d’appoggio, lacerata da aspirazioni contraddittorie … Non volevo cambiarla. Ero persuaso che i miei sforzi mirassero a farle scoprire se stessa, la vera D. che si credeva obbligata, come se avesse paura, a indossare via via delle maschere. Avevo ragione? Avevo torto? Ad ogni modo ero sincero.” Inconsapevolmente, travolto da una passione tanto focosa quanto pericolosa, Simenon ha cercato d’essere il riparatore del destino di D., anche se alla fine i destini di entrambi sono stati travolti da un duplice, imprevedibile epilogo: lo squilibrio psichico di D. e il suicidio di Marie-Jo. Mentre il primo era forse intuibile dalle crescenti intemperanze della donna, il secondo ha straziato la mente e il cuore dello scrittore. Di fronte alla propria disperata impotenza nel riparare il destino della persona più amata, Simenon continuerà a far vivere la sua bambina attraverso i ricordi, le confessioni e le tenere parole contenute nelle sue memorie, esorcizzando così la sua sconfitta.
“Avevi un bisogno di un assoluto che il tuo Dad non poteva soddisfare. Ti voglio bene bambina mia e sono felice che tu abbia trovato finalmente la pace.” 
Sono pagine dolorose, queste, eppure in un certo senso salvifiche per lo scrittore. Forse, svuotare la propria vita nei romanzi è uno dei segreti in grado di scolpire i personaggi su carta in persone reali, capaci di sopravvivere alle pagine in cui sono racchiusi, diventando così, insieme ai propri autori, complici protagonisti di vita eterna.
“Gli uomini leggono, perché quasi come il pane, hanno bisogno di finzione” diceva Simenon. E lui che di romanzi ne scrisse a centinaia, di cosa aveva bisogno, che cosa cercava nella scrittura un uomo così famelico di vita vera? Non è forse diventato un inconsapevole riparatore di destini di tutti quei lettori che nei suoi libri si sono immersi, persi e ritrovati? Tutti noi, amanti della letteratura, vorremmo essere dei Simenon e scrivere meravigliosi romanzi, tuttavia anche accontentandoci d’essere modesti lettori riusciamo ad attingere alla stessa fonte emotiva e riflessiva da cui essi nascono. Leggendo, ci incontriamo idealmente a metà strada con l’autore delle storie raccontate, il quale ci porta per mano dentro il suo mondo, accogliendo in esso il nostro, comprendendolo e non giudicandolo, in una comune catarsi.
Probabilmente, in questo senso è superfluo distinguere tra lettura e scrittura, perché entrambe le dimensioni sgorgano da questa istintiva, insaziabile fame di emozioni condivise che stilla da ogni essere umano. E di conseguenza, è superfluo anche distinguere tra finzione e verità, tra personaggi inventati e reali, perché lo spasmodico bisogno di finzione di cui parla Simenon non galleggia in superficie, bensì affonda in una dimensione profonda e radicata: spesso, ci specchiamo nella finzione dei romanzi perché nella vita siamo incapaci di guardare direttamente la verità. Quante potenziali Marie-Jo, quanti padri sconfitti e quanti salvifici Maigret si annidano tra noi?
Forse, ognuno di noi, leggendo o scrivendo, può trovare conforto e dare un senso alla propria incompiutezza, diventando momentaneamente il riparatore del suo stesso destino, come sarebbe piaciuto a Simenon.

domenica 2 settembre 2012

SIMENON, UN SITO UFFICIALE, ORGANIZZATO DAL FIGLIO JOHN


Simenon ha un sito, o meglio un blog ufficiale. Si tratta di quello che da un paio di mesi sta mettendo su il figlio Simenon.co. E' evidente che oltre alla realizzione di un sito "ufficiale" che sia un po' il punto di riferimento per studiosi e appassionati, questa è un'operazione che si integra con le altre che John ha da tempo intrapreso per dare organicità e unità al patrionio letterario e non solo del padre. Infatti tra i progetti che sta portando avanti c'è quello di riunire in una unica società, con sede a Liegi, la proprietà e la gestione tutti i diritti, letterari, cinematografici, televisivi... etc (Simenon. Dove andranno a finire i suoi diritti) Inoltre sta perseguendo il progetto di creare a Liegi un museo permanente da dedicare specificamente a Georges Simenon (Simenon 2015. Un museo permanente a Liegi).
Insomma in tutto questo c'è la chiara volontà di John di riportare a Liegi il polo delle attività-Simenon, una sorta di ritorno a casa e di legare così il nome del grande romanziere a quello della sua città natale.  

sabato 1 settembre 2012

SIMENON, MAIGRET E L'ESTATE 1985- 1989


"Simenon Simenon" va in vacanza fino a fine agosto. Ma ogni giorno vi lascia una nota sulle "vicende estive" del mondo simenoniano


• 23 giugno 1985 – Francia
Nel’isola di Porquerolles, nei pressi della Costa Azzurra, dove hanno trascorso per anni lunghe vacanze estive, muore la sua prima moglie, la belga Règine Renchon, da Simenon soprannominata Tigy.

• 4 settembre 1989 - Svizzera
A Losanna nella sua piccola casa rosa, al 21 di avenue des Figuiérs, Georges Simenon muore a 86 anni tra le mani della sua compagna Teresa. Le sue ceneri saranno sparse nel giardino e si uniranno insieme a quelle di sua figlia Marie-Jo morta suicida, a venticinque anni, nel 1978.