lunedì 14 gennaio 2013

SIMENON. MAIGRET... MA IL CALDO NON FA' PER LUI?

Oggi l'intervento del nostro attaché Giorgio Muvi è dedicato ad una delle inchieste di Maigret che si svolgono al sud. Nel sud della Francia e su un'isola... caldo, sole mare... che ci pone una domanda: il commissario è uomo di terra e del nord? Non va d'accordo con solleone e l'aria di mare?



Roma - dal nostro attaché Giorgio Muvi - Questa volta niente bancarelle e niente colpi di fortuna. E' stato un regalo di Natale di una cara amica che conosce la mia passione per Maigret... e anche i "buchi" della mia collezione. La fortuna l'ha avuta lei che ha trovato Il mio amico Maigret (Mon ami Maigret - 1949 - Presses de La Cité) nell'edizione di un vecchio Oscar Mondadori del 1978, con una tipica copertina di Ferenc Pinter. Il disegno raffigura una persiana mezza aperta da cui si intravede la figura del commissario su una spiaggia deserta, più avanti un tipico gozzo da pesacatori, poi il mare di un celeste trasparente ed un cielo azzurro e terso.
Già dalla copertina mi è sorta una domanda. Ma come, la storia si svolge nella bella stagione a Porquerolles, un'isola quasi davanti alla costa Azzurra, e il nostro Maigret è abbigliato di tutto punto? Vestito beige, scarpe nere e cappello bianco. Tutto fa pensare che abbia anche la cravatta ben annodata. Non ho citato la pipa in bocca, ma era sottinteso.
Leggendo poi il romanzo ho avuto conferma di tutto. Nella storia Maigret è accompagnato da un ispettore inglese di Scotland Yard, in missione per imparare i metodi del famoso commissario parigino. Bene, in tutto il suo aplomb, Mr. Pyke, come lo chiama Maigret, lo vediamo in camicia, con il collo sbottonato... addirittura in costume da bagno per tuffarsi nelle onde. Maigret no. Al massimo un paio di volte a colzione la mattina lo si vede con la camicia da notte sotto la giacca, ma è un'usanza del luogo, soprattuto nei giorni di festa. Ma altrimenti è sempre in "giacca e cravatta" come si dice. E' un po' come se il caldo e il mare non lo facessero sentire a suo agio. E infatti se penso a Maigret, lo vedo a Parigi con la pioggerellina, un vento teso e il cielo plumbeo. In ufficio traffica con la stufa e quando entra in bistrot o un café è per l'immancabile calvados o un cognac per scaldarsi. D'estate certo preferisce la birra fresca, ma Maigret, se non sbaglio, lo vediamo più d'inverno. Il cappotto pesante con il collo di velluto e talvolta alle prese con raffreddori e influenze. Insomma Jules Maigret è nato a Sant-Fiacre, nell'Allier, un dipartimento dell'Auvergne, una regione continentale della Francia, non certo dal clima mediterraneo. E poi passa a Parigi, dove fà i suoi inizi come agente ciclista di ronda a tutte le ore, anche notturne e con qualsiasi tempo: pioggia o gelo. Insomma si può dire che tutta la sua vità l'abbia preparato a sopportare il freddo. Il caldo ha su di lui un effetto soporifero. Anche in altri romanzi ambientati nel sud della Francia, lo vediamo come impigrito, un po' rallentato, soprattutto nei famosi dopo-pranzo. Però è sempre vesito a puntino senza concedere nulla al caldo. Mai visto in maglietta, o con una camicia con le maniche corte.
Ma in fondo mi piace così, con quella specie di fornello portatile sempre acceso che è la sua pipa, ben infagottato, quando esce la mattina, come gli raccomanda sempre madame Maigret.
Il romanzo che mi ha dato questo spunto è delizioso (il mio è però un giudizio di parte), con un Maigret che cerca di immedesimarsi nella vita e nella mentalità della gente che vive nell'isola di Porquerolles e che ci è arrivata per le ragioni più disparate. Una fauna di personaggi, particolari, molto diversi tra loro, francesi e stranieri, tra cui il commissario deve trovare il reponsabile dell'omicidio di Marcellino, un povero marinaio che una sera, all'osteria dell'isola, si proclamava essere amico del famoso commissario Maigret e la mattina dopo veniva trovato cadavere, in un capanna di pescatori, con il cranio crivellato di pallottole...

domenica 13 gennaio 2013

SIMENON. NUOVE USCITE, MA COSA C'E' ALL'ORIZZONTE?

Abbiamo già accennato alla pubblicazione del prossimo Simenon. Abbiamo detto che sarà un romanzo Il borgomastro di Furnes (Le Bourgmastre de Furnes - 1939 - Gallimard). Ma in giro ci sono voci e previsioni sulle altre uscite simenoniane da parte di Adelphi. Come ci ricordavano nei commenti di ieri i nostri più attivi attachés al Bureau Simenon, Murielle Wenger e Andrea Franco, sul sito ufficiale di Simenon, quello tenuto dal figlio John, c'è titolo, nome e copertina (che vi presentiamo qui in anteprima) del prossimo volume di racconti di Maigret: La Locanda degli annegati, che prende il titolo di una novella scritta a La Rochelle (L'Auberge aux noyés) nel luglio del 1938, apparsa subito su Police-Film e poi con altri racconti in un antologia di Gallimard del 1944. L'appuntamento per gli appassionati italiani dovrebbe essere quasi sicuramente per il prossimo aprile.
Ma i ruomors non finiscono qui. Infatti si fà addirittura il titolo del prossimo romanzo di Simenon. Dovrebbe essere Le signorine di Concarneau (Les Demoiselles de Concarneau - 1936 - Gallimard). Uscita? Forse a fine giugno, primi di luglio, secondo la tradizionale cadenza delle uscite dei Simenon di Adelphi.

sabato 12 gennaio 2013

SIMENON, PROLIFICO ROMANZIERE... MA SE IL ROMANZO LO GENERA UN ALGORITMO, QUANTI NE USCIRANNO?

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La velocità e il ritmo con cui Simenon scriveva i romanzi e i racconti sono ormai proverbiali e anzi rischiano di diventare un luogo comune e c'è il pericolo di stereotipare l'immagine dello scrittore che invece può vantare ben altri meriti oltre a quelli di aver creato un tale numero di storie che tra scrittori affermati e conosciuti non è certo usuale. Come d'altra parte rischia di diventare stucchevole il dilemma: qualità o quantità? Anche qui Simenon non ha più nulla da dimostrare, i suoi libri sono stati tradotti in una cinquantina di lingue, viene pubblicato ancora oggi in paesi come il nostro (ma non è l'unico) e ad ogni uscita i suoi titoli, romanzi o Maigret, finiscono nella classifica dei più venduti, ancora oggi, a cinquanta, sessanta e adirittura settanta anni da quando furono scritti.
Ma queste cose ormai sono dominio comune e le abbiamo citate solo per introdurre il tema di oggi che ha a che vedere con la prolificità della produzione romanzesca. E non ci riferiamo a quegli scrittori che regolarmente, prima di Natale o prima delle vacanze estive, escono ogni anno con un nuovo romanzo, con la precisione che può scaturire solo dalle richieste del business editoriale.
No. Stavolta ci riferiamo a qualcosa che un po' ci spaventa. E si tratta di libri che nascono non dalla mente di uno scrittore, ma da un algoritmo gestito da una serie di computer.
E se pensate che questo sia qualcosa che si stia sperimentando per il futuro vi sbagliate non poco. Siete già nel futuro. Merito (ma sarà vero merito?) di Philip M. Parker, professore di marketing presso l'INSEAD (l'Istituto europeo di Business Administration). Questo signore che ha evidentemente grandissima confidenza con la matematica e l'informatica ha tirato giù un programmino che gli consente, a suo dire, in 13 minuti (avete letto bene: tredici) di tirar fuori un libro. Ma la notizia non è questa. L'attività di Parker è iniziata non da poco. Chi vuole saperne di più può leggersi un istruttivo articolo del New York Times di cinque anni fa'. Già perchè questa storia va avanti da un bel po' di tempo. I titoli del professor Parker, si tratta di duecentomila titoli (!), li trovate già da un po' in vendita su Amazon (occupano un centinaio di pagine). Questo non è il luogo e Simenon-Simenon non é il soggetto più adatto a spiegare i meccanismi con cui da un algoritmo si arriva ad un libro. Quello che per ora ci consola è che innanzitutto non li possiamo definire libri del signor Parker, ma libri generati dal suo sistema. E soprattutto si tratta di titoli specialistici, spesso professionali, che come ammette il professore sono così specializzati che a volte vengono realizzati in copia unica (con il sistema on-demand, stampa digitale e vendita on-line) e comunque la tiratura per titolo è mediamente bassa se tutti i titoli hanno realizzato "solo" una vendita complessiva di 900.000 copie circa.
Quello che invece ci ha messo un po' in allarme lo abbiamo appreso da un articolo apparso a fine 2012 su GizMag, un magazine on-line americano che si occupa di scienza, innovazione e tecnologie. Infatti si apprende che il sistema di algoritmi si sta evolvendo e Philip M. Parker non è lontano da poter generare romanzi e addirittura poesie.
Ci sarà qualcuno di voi che sarà caduto dalla sedia... Ma come... abbiamo appena digerito gli ebook!... E adesso dobbiamo già (pre)occuparci dei libri che si fanno da soli, generati da un programma e da un computer?
Certo anche noi non abbiamo affatto le idee chiare in proposito... aspettiamo al varco questi primi romanzi... (ma li potremo chiamare ancora così?) e nel frattempo ci godiamo quelli "vecchi" di Simenon... Ma sì...anche in ebook!

venerdì 11 gennaio 2013

SIMENON: DUE CASI DEL 2012

Se dovessimo passando in rassegna il 2012, e chiederci quale fatto per il mondo simenoniano, abbia contraddistinto l'anno scorso, ci viene da pensare subito a due avventimenti. Il primo riguarda da vicino noi italiani. E' la pubblicazione dell'ultimo romanzo di Maigret da parte di Adelphi. L'editore ha continuato con dei Maigret, per ora uno (Rue Pigalle), che saranno costitutiti dalla raccolta di racconti scritti in vari periodi. Quanto andrà avanti ancora? Tre, quattro volumi... E poi? Ripenderà a pubblicare i romanzi a partire da Pietr-le-Letton? Oppure andrà avanti con ristampe delle edizioni di titoli più venduti? Oppure per Adelphi il ciclo Maigret si concluderà?  Queste sono le domande che ci poniamo noi tutti appassionati di Maigret.
Ma se guardiamo un po' oltre i nostri confini, dobbiamo registrare un rinnovato interesse degli editori di lingua spagnola soprattutto in Spagna e in Messico che negli ultimi mesi del 2012 hanno iniziato a pubblicare l'opera completa del romanziere. Questo è un fatto molto importante in quanto lo spagnolo è una delle lingue più parlate al mondo e un mercato editoriale molto vasto e interessante. Il 2013 ci dirà come il pubblico più "caliente" risponderà alle opere di uno scrittore che noi tutto sommato consideriamo nordico, anche se poi ha ambientato spesso le sue storie in paesi tropicali, isole e in climi torridi. E inoltre non va scordato che traduzioni ed edizioni in spagnolo sono succedute dai primi anni '30 fino praticamente ai giorni nostri.  

mercoledì 9 gennaio 2013

SIMENON. CHEZ KRULL, L'INTOLLERANZA VIENE DA LONTANO


Questa volta il nostro attachè Andrea Franco interviene con un post, già pubblicato tra i commenti, ma forse sfuggito ai più. Oggi lo riproponiamo nella sede e nel modo più adeguato.



Roma - dal nostro attaché Andrea Franco - Scritto nel '39, Chez Krull (1938 Gallimard - pubblicato in Italia nel '65 dalla Mondadori con l'appropriato e letterale titolo di "Casa Krull") è, a mio modo di vedere, uno dei migliori romanzi di Simenon in assoluto
L'azione si svolge in una città non precisata del nord della Francia, attorno ad un canale, con le chiatte e le chiuse...
Molti riferimenti però ci fanno pensare che, senza volerla nominare, Simenon si sia ispirato alla sua Liegi
Per altro in questo romanzo troviamo molte analogie con quello che considero  il Maigret migliore di sempre Chez les Flamands (1932 - Fayard).
In Chez Krull, una tranquilla famiglia di origine tedesca dirige una drogheria-bistrot quando arriva dalla Germania il cugino Hans, che avrà un modo di fare così sfrontato che causerà non pochi problemi ai Krull. Quando nel canale davanti a casa Krull viene trovato il corpo senza vita di una giovane ragazza violentata, i sospetti inevitabilmente cadono sugli stranieri.
In una crescente tensione, Simenon ci accompagna in un viaggio alla scoperta di una disgregazione di quella che sembrava una famiglia perfetta e nell'ostilità della gente del luogo verso gli stranieri che ricorda quella di un romanzo del periodo ("L'assassin", ambientazione simile, sempre nordica). Tutto ciò si riallaccia al post del 24 novembre sulla xenofobia denunciata piu volte da Simenon, come nel reportage Cargaison Humaines in cui si parla della povera gente armena e turca che viaggiava sui battelli in quarta classe ammucchiata.
Tornando a Chez Krull non posso far altro che consigliarvene la lettura. Non rimarrete delusi, le atmosfere sono quelle  classiche simenoniane e si può leggere qualche pagina in più rispetto alla lunghezza canonica dei romanzi del maestro belga.

martedì 8 gennaio 2013

SIMENON. RENDEZ-VOUS CON IL BORGOMASTRO IL 23

Tra meno di 20 giorni dovrebbe essere in libreria uno dei migliori romanzi dello scrittore. Uscirà infatti il Borgomastro di Furnes (Le Bourgmestre de Furnes - 1939 - Gallimard) che Adelphi comunica essere disponibile dal 23 di questo mese.
Si tratta di una storia che Simenon scrisse in Vandea a Nieul-sur-Mer e che racconta le vicende di Joris Terlinck il borgomastro del titolo, un tipo duro e intransigente, dalle origini umili che si è dunque fatto da sé, indurito dalle lotte  che nella vita ha dovuto molto spesso ingaggiare per giungere al posto che occupa. Il suo carattere brusco e burbero verso i familiari e sul lavoro ha una sola eccezione per la figlia malata di mente, che infatti circonda di premure e di affetto. Il romanzo continua narrando le lotte di Terlinck contro l'etablishment cattolico di Furnes e contro Léonard Van Hamme che ne è il rappresentante, e delle conseguenze nefaste che questa guerra porterà nelle vite di tutti.
La vicenda si svolge nella piccola cittadina di Furnes nelle Fiandre del Belgio, una comunità chiusa con le sue dinamiche quasi da villaggio, che dà la possibilità a Simenon di scavare tra le le tradizioni, gli odi, gli amori, le tradizioni cristalizzate dei personaggi e della comunità.
Un romanzo drammatico del periodo Gallimard e un Simenon d'annata che non va assolutamente perso.

SIMENON, DA BOLOGNA CON I... "SUOI" FILM

Tra la ricca produzione cinematografica tratta dai romanzi di Georges Simenon, la Cineteca di Bologna ha iniziato a pubblicare (e a proiettare) dei dvd di alcuni tra i titoli più interessanti. Citiamo un stralcio del comunicato stampa che illustra come la:
"...nuova collana, dedicata proprio al cinema da Georges Simenon, inizia con un Jean Gabin d’annata, ma non nei panni del commissario Maigret con: La verità su Bébé Donge, diretto nel 1952 da Henri Decoin, al quale questa nuova edizione restituisce otto minuti tagliati all’epoca in Italia, per ragioni di distribuzione...
-->
Il Dvd è accompagnato da un booklet con saggi di critici e studiosi simenoniani sul romanzo d'origine, sulla ‘vita cinematografica’ di Simenon e sul film presentato. Tra i prossimi titoli della serie: La notte dell’incrocio (1932) di Jean Renoir, Panico (1946) di Julien Duvivier , La ragazza del peccato (1958) di Claude Autant-Lara, Maigret e l’affare Saint-Fiacre (1959) di Jean Delannoy, L’orologiaio di Saint-Paul (1974) di Bertrand Tavernier”.

SIMENON SIMENON. UNA PAUSA PIU' LUNGA DEL PREVISTO, MA...

E' finita. Altro che due settimane! La pausa è durata ben di più, effettivamente. Ma adesso è finita. Simenon-Simenon torna da oggi con i suoi post quotidiani, le sue news, i suoi interventi, quelli degli attachés del suo Bureau. Insomma si riparte, con qualche piccola modifica, con una rinnovata voglia di intrattenere un legame con voi appassionati simenoniani e, ovviamente di conoscere sempre meglio il nostro amato Simenon.
Ringraziamo tutti queli che ci hanno comunque seguito in questo periodo (sono stati comunque sempre alcune migliaia) e speriamo che il nostro cerchio simenoniano si allarghi sempre più.

domenica 25 novembre 2012

SIMENON SOSPENDE PER UN PAIO DI SETTIMANE

Per una serie di motivi personali e tecnici Simenon Simenon da lunedì 26 per una quindicina di giorni sospederà la pubblicazione dei suoi post quotidiani.
Invitiamo tutti gli appassionati per approfittare di questa pausa per andare a leggersi uno degli 830 post che abiamo fin'ora pubblicato, o per spulciare tra la rassegna stampa internazionale, anche dei mesi scorsi. Può essere l'occasione per recuperare qualcosa che può essere sfuggito.
Torneremo quindi tra un paio di settimane con delle novità e che, speriamo, renderanno il sito più interessante e più completo. Rigraziamo tutti coloro che ci seguono assiduamente e che ormai costituiscono una piccola community simenoniana e ci auguriamo che in questo perodo continueranno a seguirci e a sostenerci. Quindici giorni passano presto e un arrivederci dopo questa breve pausa.

sabato 24 novembre 2012

SIMENON, GIA' NEL 1933 CONTRO LA XENOFOBIA

Recenti fatti di cronaca hanno fatto emergere una serpeggiante xenofobia che nella società a volte si fà più manifesta, alza la testa, si fà vedere e sentire, altre volte striscia nell'ombra e colpisce vigliaccamente facendo le sue vittime.
Simenon su questo punto aveva le idee chiare. Infatti già nel 1933 in "Cargaisons humaines, scriveva ad esempio: "...sono ormai lontani tempi in cui i paesi avevano bisogno di mano d'opera e accoglievano gli stranieri. Oggi per entrare  da qualche parte occorre provare di avere denaro e promettere che non si farà assumere. Chi si preoccupa per coloro che non parlano che l'armeno o il turco?...".
Quando Simenon nei suoi romanzi va in cerca del cosiddetto "uomo nudo" pensa probabilmente anche a questi derelitti in cerca di salvezza, di sopravvivenza che esprimono i bisogni primari dell'essere umano. Un lavoro, una casa, del cibo, potremmo dire in fondo di una dignità cui tutti gli "uomini nudi" del mondo avrebbero diritto.
Sitratta della sensazione di essere sgradito, isolato, a volte addirittura additato senz'altro motivo che la xenofobia, a volte intrecciata con l'omofobia e /o con il razzismo vero e proprio. E a questo proposito Simenon scrisse delle bellissime pagine ne Le Petit Homme d'Arkhanglelsk (1958). La storia di Jonas, un piccolo commerciante originario della Russia del Nord e di sua moglie che ad un certo punto lo abbandona. E lui per non rivelare la verità mente: afferma che è  partita. Ma questa menzogna ne porta altre e poi altre ancora. La gente non gli crede più, anzi sospetta che sia lui ad aver ucciso e fatto sparire la moglie. Ma quello che qui ci interessa è la consapevolezza di Jonas di essere diverso dagli altri che lo percepiscono come un corpo estraneo.
"... adesso tutto il Vieux Marché faceva blocco contro di lui, compresi forse quelli che non sapevano nulla della faccenda. Non lo meritava e non solo perché era innocente rispetto a qualsiasi cosa di cui lo potessero accusare, ma anche perchè si era sempre impegnato, discretamente, senza clamori, di vivere come loro, con loro, e di somigliare a loro. Credeva, fino a qualche giorno prima, di esserci riuscito a forza di pazienza e di umiltà. Perchè si era mostrato anche umile. Non si scordava nemmeno per un attimo di essere uno straniero, un ragazzo di un'altra razza nato nella lontana Arkhangelsk, che i casi della guerra e delle rivoluzioni avevano trapiantato nella piccola città del Berry...".
Jonas è il simbolo di ogni emarginazione e ghettizzazione del diverso e anche in questo caso Simenon ha saputo entrare nella pelle di chi sente solo contro tutti, solo per una questione di ...pelle.