mercoledì 15 maggio 2013

SIMENON. MAGGIO, IL MESE DEI... MAIGRET SULLO SCHERMO

Per gli italiani, si sa, quando viene chiesto di citare un attore che ha interpretato Maigret, il primo (e spesso unico nome) che pronunciano è quello di Gino Cervi, attore televisivo che a metà degli anni '60 spopolò con la sua interpretazione del commissario negli scenggiati Rai. Ma se stringiamo il campo ad una fascia di maigrettiani più informata, il secondo nome che viene fatto è quello di Jean Gabin, per tre volte Maigret sul grande schermo (e altre volte interprete di film tratti da romanzi di Simenon).
Cervi e Gabin, due attori molto diversi dunque, ma legati dalla data di nascita. Il primo nato il 3 maggio del 1901 e l'altro il 17 maggio 1904 (scomparsi poi ad un paio di anni di distanza, il primo nel '74 e il secondo nel '76).
Più legato al teatro e in seguito anche alla televisione, Cervi ebbe però un gran sucesso di pubblico anche al cinema (sia in Italia che in Francia) grazie alla serie di Don Camillo e l'onorevole Peppone in coppia con l'attore francese Fernandel. E poi non va dimenticata, anche se non ebbe altrettanto successo, la produzione cinematografica di Maigret a Pigalle (1966 - Landi)
Decisamente cinematografico invece Jean Gabin, grandissimo attore francese, che durante la seconda guerra mondiale si spostò negli Stati Uniti, partecipando anche a delle produzioni hollywoodiane. Nella sua ricca filmografia (ben 95 pellicole), trovano spazio ben dieci titoli tratti dai romanzi simenoniani.
Tre come dicevamo, sono i Maigret portati sullo schermo da Gabin, Maigret tend un piège (Delannoy - 1958), Maigret et l'affaire Saint-Fiacre (Delannoy - 1959) e Maigret voit rouge (Grangier -1963).
L'anno successivo debuttano in Italia gli sceneggiati Rai interpretati d Gino Cervi, regia di Mario Landi (alla sceneggiatura anche Diego Fabbri) e delegato alla produzione Andrea Camilleri. Saranno sedici adattamenti, in 35 puntate che andranno in onda raggruppati in quattro serie dal '64 al '72.
I due interpreti di Maigret, sia pur contemporanei, ed entrambe spesso impegnati in produzioni italo-francesi, non ci risulta che recitarono mai insieme.
Due icone per noi italiani, (una cinematografica, e l'altra televisiva), con una diversa impostazione recitativa, più teatrale quella di Cervi, più "americana" quella di Gabin (i suoi Maigret sono tutti successivi al suo soggiorno negli Usa), ma entrambe con una presenza scenica notevole, di quelle che catalizzano l'attenzione. Per Gabin addirittura il suo appeal sulla scena era così forte che Jacques Prevert disse di lui: "...è sempre lo stesso / è sempre uguale, sempre Gabin / sempre qualcuno...". Simenon invece scherzando aveva detto che, da quando aveva visto i film con Gabin interpete di Maigret, ogni volta che si metteva a scrive un'inchiesta del commissario lo immaginava con la faccia dell'attore e scherzava: "....Non vorrei che prima o poi mi venisse a chiedere i diritti per l'immagine!...".

lunedì 13 maggio 2013

SIMENON. CLASSIFICHE E POSIZIONI DELLA LOCANDA

Nel nostro sintetico rendiconto settimanale dell'ultimo Maigret uscito, iniziamo da TuttoLibri de La Stampa di sabato che vede il titolo di Simenon fare il salto dalla "Tascabile" alla classifica dei "Top Ten", dove si affaccia al 10° posto. Invece su La Lettura del Corriere della Sera di domenica il nostro rimane nella sezione "Narrativa Straniera", occupando l'11a posizione. Per quanto riguarda la vendita on-line La Locanda degli annegati nella classifica di I.B.S si piazza al decimo posto. Su Amazon, dopo venti giorni nella top-ten, lo ritroviamo al 49 posto. Sulla piattaforma di vendita on-line di Feltrinelli.it è addirittura in quarta posizione. Finiamo in bellezza con il 2° posto dove si piazza nella classifica della Rizzoli on-line.

domenica 12 maggio 2013

SIMENON - GLI SMERALDI DEL LAGO LEMANO / 2

Seconda parte della short-story del weekend. Maigret che deve andare a Roma a incontrare Gino, un suo... amico, ma un'imprevista sosta a Losanna lo piomba nel bel mezzo di un'idagine su un delitto e su un furto di smeraldi... E ora viene il bello... Il racconto come abbiamo detto ieri nella presentazzione  è di Murielle Wenger che i nostri lettori conoscono molto bene come nostra affezionata attachèe. Oggi la seconda e ultima parte della storia... Buona lettura e ricordiamo a tutti coloro che volessero scrivere un racconto  per "...magari come Simenon!" possono indirizzarlo a
simenon.simenon@temateam.com







GLI SMERALDI DEL LAGO LEMANO

di Murielle Wenger

 

La signora Maigret si era già sistemata nello scompartimento, mentre suo marito stava per salire a sua volta, dopo aver svuotato la pipa con dei colpetti contro la porta del treno.
Improvvisamente si sentì chiamare: era Bornand, che correva lungo la banchina. La signora Maigret, che aveva visto il marito che non saliva sul treno, gli disse sporgendosi dalla finestra:
- Che stai facendo? Dai, il treno partirà presto! Bornand correndo aveva raggiunto il commissario. Senza fiato,l'aveva salutato:
- Maigret! Aspetta! Ci sono novità!La signora Maigret aveva già capito. Sospirando, uscì nel corridoio, e passò le borse al marito.
- Che stai facendo? - chiese lui.
- Credo che rimarremo qui, giusto?
Maigret si rivolse a Bornand, che aveva un aspetto quasi implorante. Mentre il commissario aveva preso i bagagli dalle mani della moglie, l'aiutò a scendere i gradini, poi tutti e tre si diressero verso l'uscita. Bornand li portò nella sua auto a velocità sostenuta fino al Beau-Rivage. Lungo la strada, spiegò cosa era successo: aveva incaricato un ispettore di andare ancora una volta interrogare Jeanne Sonais. Voleva capire se sapesse qualcosa di più sul rapporto tra la contessa P ... e il giovane svedese. Ma, quando era arrivato, l'addetto alla reception del Beau-Rivage, gli ha detto che Jeanne era sparita.
- Come, è partita? - chiese l'ispettore, al quale fu risposto che il portiere di notte aveva visto uscire la cameriera la sera prima, ma non l'aveva vista rientrare. Anche il suo collega del giorno non l'aveva vista. L'ispettore si arrabbiò, dicendo che avrebbero dovuto

chiamare la polizia. Il portiere si difese affermando che non avevano avuto precise istruzioni, e nessuno aveva detto che la signorina Sonais non aveva il permesso di uscire.- In realtà abbiamo fatto un errore, ha detto Bornand. Non avevamo ritenuto necessario controllare attentamente la donna. Sembrava così indifesa, abbiamo pensato che non avrebbe mai lasciato l'hotel prima di essere autorizzata.
- Sì - brontolò Maigret, che la pensava allo stesso modo, ma che non voleva calcare la mano con il suo collega, che già sembrava piuttosto dispiaciuto di per sé.
- E non è tutto - aggiunse Bornand - Il mio ispettore è poi salito nella camera della contessa. Durante la perquisizione  si accorse che gli effetti personali di Jeanne Sonais erano tutti lì, come se lei avesse lasciato in tutta fretta l'appartamento, senza quindi portar via nulla. Abbiamo trovato la borsetta con il suo denaro, il necessaire da toletta, le sue carte. Sembra che abbia lasciato l'albergo solo con un cappotto e senza alcun bagaglio. Maigret, mi dispiace, ma ho paura che dovremmo chiederti aiuto, questo caso è complicato. 
Per farsi perdonare Bornand, aggiunse, rivolto alla signora Maigret, nel modo più gentile che potè:
- Mi sono preso la libertà di annullare i biglietti del treno, e ho prenotato un volo diretto dall'aeroporto di Ginevra, che vi porterà a Roma. Così sarete di nuovo a destinazione stasera, solo un po' più tardi.- Pensi che un giorno basterà per svelare il mistero? - chiese Maigret.- Oh, - disse la moglie, -  ricordati che abbiamo già più di un giorno di ritardo ...
- No, no - rispose Bornand - non si preoccupi. Confido nella brillante intuizione di suo marito, e noi lavoreremo il più velocemente possibile. Stasera, sarà a Roma... glielo prometto.
- Sì - borbottò Maigret ...Dopo aver inviato un altro telegramma a Gino Cervi, per spiegare la situazione e chiedergli di attenderli in aeroporto invece che alla stazione, Maigret, accompagnato da Bornand, tornò direttamente al Beau-Rivage. La signora Maigret si era sistemata in una piccola stanza, con un vassoio di tè e biscotti, e una pila di riviste, e i due commissari erano saliti al piano di sopra, entrando nella stanza della contessa P .... Bornand fece strada al collega, che iniziò a osservare tutta la stanza. Fece aprire la valigia Jeanne Sonais. Ce n'erano due modelli, uno abbastanza semplice, ma di buona qualità. Una valigia marrone, in cui c'erano due abiti, uno blu navy e uno nero, che la cameriera probabilmente indossava con piccoli grembiuli bianchi che erano anche essi lì. Nell'altra valigia, che era verde, trovarono ancora tre abiti, grigio pallido e due gialli, una camicia da notte e un pigiama rosso.- Penso che questi siano gli abiti che lei indossava quando era fuori servizio - ipotizzò Bornand.Maigret non disse nulla. Le sue grosse dita frugavano nella valigia finchè non trovò in fondo una cosa che trionfalmente consegnò al collega:
- Una cravatta! - esclamò Bornand. - Che ci fà tra le cose di Jeanne?Poi, dopo aver riflettuto, aggiunse:- Può essere di un amante? Oppure questa cravatta può essere un ricordo? O un regalo per lui? Pensi che possa essere andata dal suo amante ieri sera?
- Non credo nulla - disse Maigret, che accese la pipa e si sedette sul letto di Jeanne.
Per un tempo che parve interminabile a Bornand, il commissario fumò in silenzio, gli occhi fissi sulle due valigie aperte, dove gli abiti formavano un mucchio setoso. Improvvisamente, con sorpresa di Bornand, Maigret balzò in piedi e afferrò uno degli abiti neri. Esaminò attentamente l'etichetta, poi, lasciando cadere il vestito nella borsa, prese l'altro vestito grigio, stesso esame attento dell'etichetta. Un bagliore allegro comparve nei suoi occhi, si rivolse al suo collega:
- Vuoi prendere un abito nero e metterlo su questo? - disse, porgendo il suo vestito grigio.Senza capire, Bornand obbedì, prese l'abito grigio e lo depose sul letto e vi sovrappose un vestito nero preso dalla valigia marrone. Si lasciò sfuggire un'esclamazione soffocata. I due abiti non erano delle stesse dimensioni, il grigio era almeno di due taglie più grande.
- Che cosa vuol dire?
Maigret non rispose subito. Fumava a piccole boccate rapide e Bornand aveva l'impressione di seguire sul suo volto il percorso di una profonda riflessione. Improvvisamente, il commissario portò Bornand fuori dalla stanza. Con un respiro affaticato, disse:
- Devi perquisire tutte le camere da letto al piano superiore.
- Non ci pensare nemmeno ... In un palazzo come questo, senza un mandato, sarebbe un rischio ...
- Bisogna trovare questa cameriera, o no?
- E tu non pensi che...
- Io non credo niente. Già te l'ho detto.. Ma sento che questo può essere la chiave del mistero. Questa storia non mi piace per niente, Bornand, e ho paura che ...Maigret non finì la frase ma il suo sguardo era così insistente, che il commissario di Vaud iniziò a cercare il direttore dell'hotel, cui spiegò la situazione. Venne setacciato l'intero piano, cercando di disturbare il meno possibile gli occupanti delle camere, che mostrarono sufficiente comprensione grazie alla diplomazia del direttore. Purtroppo non fu trovato nulla e Bornand cominciò a pensare che la reputazione del suo collega parigino fosse un po' sopravvalutata, quando, in fondo al corridoio, Maigret scorse una porta non numerata.
- Che cos'è? - chiese al direttore.
- Oh, una semplice stanza. Abbiamo messo lenzuola e asciugamani di ricambio, e ci deve essere anche un aspirapolvere per la donna delle pulizie.
- Vuole aprire la porta, per favore?Il direttore trovò nel suo anello la chiave giusta e la infilò nella serratura. Quando girò la maniglia, la porta si aprì da sola, come se qualcosa di pesante stesse spingendo dall'interno. Il direttore fece un passo indietro e prima una mano poi un braccio, e, infine, un corpo caddero in avanti finendo sul tappeto rosso del corridoio. Era il cadavere di una giovane donna bionda che indossava un abito nero. Bornand si chinò sul corpo.- Morta, naturalmente ...- E' Jeanne Sonais, non è vero? disse Maigret.


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L'aereo della compagnia svizzera era confortevole. Mentre la moglie al suo fianco, si chinava a guardare le Alpi e la neve che brillava attraverso le nuvole, Maigret indugiava sulla sua poltrona. Gli occhi socchiusi, ripensando alle ultime ore che aveva trascorso a Losanna: la scoperta del corpo di Joan Sonais, strangolata come la contessa, e la lunga discussione che aveva avuto luogo presso la questura di Losanna con Bornand e la sua squadra. Aveva ricostruito gli eventi. Lo studente svedese, aveva pensato di uccidere la contessa prima di rubare gli smeraldi. Poi, una volta che il fatto era avvenuto, aveva dovuto trovare un modo per lasciare inosservato l'hotel. Prima si era nascosto in un sottotetto (lì dove erano stati trovati mozziconi di sigaretta, briciole di pane e delle impronte che corrispondevano alle sue nell'elenco dei dati antropometrici). Dopo due giorni, era riuscito ad attirare Jeanne Sonais in una sorta di trappola: l'aveva poi strangolata e infine aveva nascosto il corpo nello stanzino. Era stato quindi dedotto che la valigia verde era la sua, e che a volte si travestiva da donna per sfuggire alla cattura. Con i suoi capelli biondi e il suo aspetto snello, doveva essere stato facile, indossando abito nero, giacca e un cappello, fingersi Jeanne Sonais. Il portiere di notte aveva visto nel buio del corridoio, una bionda figura femminile e l'aveva scambiata per la cameriera. La segnalazione con le informazioni sullo svedese era stata ormai lanciata dall'Interpol, e prima o poi sarebbe stato catturato. Tutto questo non preoccupava più Maigret che si lasciò sprofondare in una piacevole sonnolenza accompagnato dal ronzio dei motori dell'aereo. Aprì gli occhi quando la voce dell'hostess, annunciò l'imminente arrivo del velivolo a Fiumicino. Quindici minuti più tardi, Maigret e sua moglie erano stati accolti da una persona che sorrideva allegramente sotto i baffi, segno di un deciso gradimento.
- Jules Caro! I miei rispetti, signora ...
- Buona sera, Gino - Maigret volentieri gli strinse la mano.
- Avete fatto buon viaggio?
- Sì, grazie - Non è stato proprio facile - aggiunse la signora Maigret - ma finalmente siamo qui. Immaginate che mio marito ha trovato anche il modo di risolvere un'indagine tra Parigi e Roma, attraverso Losanna ...- Davvero? Ma questo è proprio affascinante... Venite ... Mi racconterete tutto strada facendo. E l'italiano portò i suoi amici per Roma, dove le stelle scintillanti punteggiavano il cielo della notte...

sabato 11 maggio 2013

SIMENON - GLI SMERALDI DEL LAGO LEMANO / 1

Ancora una short-story del weekend. Questa volta è una vicenda che coinvolge Maigret che deve andare a Roma a incontrare Gino, un suo... amico. Ma un inconveniente lo farà incappare in un delitto e un furto di smeraldi... questo simèatico racconto ci viene proposto da una delle nostre più brillanti attachées, Murielle Wenger che i nostri lettori conoscono bene. Oggi la prima parte e domani la seconda... Buona lettura e ricordiamo a tutti coloro che volessero scrive un racconto  per "...magari come Simenon!" possono scrivere a
simenon.simenon@temateam.com






GLI SMERALDI DEL LAGO LEMANO
di Murielle Wenger


La serata di luglio sembrava promettente: la freschezza del vespro aveva finalmente sostituito l'afa soffocante del giorno e Maigret, in maniche di camicia, pipa in bocca, era appoggiato alla finestra del suo appartamento in Boulevard Richard-Lenoir. Sporgendosi, poteva vedere la gente del posto prendere in fresco nella parte centrale della strada, camminando tranquillamente sotto il fogliame di un verde rinfrescante. Tutti si godevano questa bella e tranquilla serata d'estate, che odorava di vacanze.
- Maigret - disse una voce nell'appartamento - la zuppa è servita!
- Arrivo.
Il commissario lasciò aperta la finestra con i tranquilli rumori che salivano dal viale, e si sedette con un sospiro di soddisfazione alla tavola della sala da pranzo. La signora Maigret sedette a sua volta, e la coppia iniziò a gustare una deliziosa vichyssoise. Poi fu la volta degli sgombri con la senape  infine una profumata crostata di prugne con i lamponi d'Alsazia. Mentre M.me  Maigret sparecchiava la tavola, il marito si sistemò sulla sua poltrona, non senza aver dato un'occhiata fuori dalla finestra, nel frattempo era calata la sera d'un bel blu profondo che aveva pervaso l'aria dopo un brillante tramonto rosa.
Maigret, prima di iniziare a leggere il giornale, prese a controllare la posta. A parte alcune bollette, e una cartolina di Janvier, che era in vacanza con la famiglia a Concarneau, c'era tra l'altro una lettera che suscitò la sua curiosità ad iniziare dal timbro, la busta era stata spedita dall'Italia.  

L'aprì, emise un'esclamazione, e poi sorrise.
- Louise - gridò verso la cucina - come la vedi una vacanza in Italia?
La signora Maigret uscì dalla cucina, con uno sguardo stupito e uno strofinaccio in mano.
- Cosa hai detto?
Maigret aveva un'aria divertita.
- E se per una volta rinunciassimo ad andare a trovare tua sorella in Alsazia?
- Ma Maigret ....
Il marito non la lasciò finire. Riprese:
- Sai chi ci ha scritto dall'Italia?

- ...
- Il mio amico Gino ... Ti ricordi di lui?
La signora Maigret frugò tra i suoi ricordi.
- Sì, non ti ricordi? Gino Cervi, l'attore italiano. L'abbiamo invitato a cena insieme a Simenon ...
- Sì, adesso me lo ricordo. Avete trascorso la serata  amangiare, bere, fumare e chiacchierare ... tanto che avevo pensato che non finisse mai, ma poi ci fu la telefonata del PJ ...
- Certo, quella sì che fu una serata divertente ... - Maigret si fermò, ricordando con nostalgia la visita e l'incontro con l'attore che lo aveva impersonato sul piccolo schermo italiano, e lo scrittore che aveva narrato - a modo suo! - alcune delle sue inchieste ...
La signora Maigret lo riportò al presente.
- E cosa ti ha scritto il signor Cervi?
- Guarda - disse Maigret consegnando la lettera alla moglie - ci invita a trascorrere qualche giorno nella piccola casa che ha comprato nella campagna romana.


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Tutto sommato era andata abbastanza bene. La signora Maigret sulle prime aveva protestato un po', certo, lei amava la vacanza in Alsazia, dove aiutava sua  sorella a preparare marmellate, dove la famiglia le evocava ricordi d'infanzia, ma, dopo tutto, vedere Roma la tentava abbastanza e poi era così raro che il marito trovasse il tempo per portarla alla... scoperta del mondo.
Così Maigret aveva scritto a Cervi che accettava il suo invito e che lui e M.me Maigret avebbero preso il treno il secondo venerdì del mese di luglio per trascorrere il fine settimana e l'inizio della successiva a Roma. Affari di lavoro permettendo, si sarebbero trattenuti sino a mercoledì sera, quando avrebbero preso il treno per tornare a Parigi. Gino aveva risposto con un laconico telegramma: "Va bene, vi aspetto," e la signora Maigret aveva telefonato alla sorella per spiegare la situazione. Hortense non fu molto felice, ma la signora Maigret aveva promesso che la sarebbe andata a trovare nel mese di settembre, quando ci sarebbero stati molto frutti da raccogliere e avrebbero cucinato insieme...
Ormai da una settimana il lavoro al PJ era solo una pura routine,  niente di speciale turbava la calma che regnava negli uffici semivuoti, dove le correnti d'aria causate da grandi finestre aperte sulla Senna, sostituivano l'abituale agitazione degli ispettori e degli impegnati. 

Maigret era tornato a casa a mezzogiorno quel venerdì, accontentandosi di un pasto freddo e aiutando la signora Maigret  a preparare le valige per il viaggio. Poi il commissario aveva chiamato un taxi, che li aveva portati alla Gare de Lyon, dove avrebbero preso il TGV fino Roma. Siccome non c'erano più posti  sul treno diretto Parigi-Milano-Roma, avevano dovuto prenotare dei posti su un TGV che passava per Ginevra. Fortunatamente, il viaggio non sarebbe stato molto più lungo, e la deviazione  non avrebbe fatto perdere più di venti minuti.
Dopo aver lasciato le valige nel bagagliaio nel corridoio, Maigret e la moglie si erano seduti uno di fronte all'altro. La signora Maigret non aveva fatto passare molto tempo che aveva tirato fuori il lavoro a maglia (un lavoro per il prossimo terzo figlio della figlia dei Pardon), il commissario invece era immerso nella lettura di una rivista medica, dopo aver riempito la pipa, ricordandosi solo all'ultimo che non avrebbe potuto fumare, limitandosi a succhiare il bocchino di ciliegio, evocando con nostalgia i bei tempi in cui poteva sbuffare con la sua pipa un fumo denso come quello della locomotiva del treno che in quel momento attraversava la campagna ...

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Il paesaggio sfrecciava attraverso il vetro. La signora Maigret guardò il marito con aria tenera, non ci aveva messo molto ad addormentarsi, cullato dal movimento del treno. La vettura non era affollata, non si sentivano nemmeno le conversazioni  che si mescolavano, con diversi linguaggi, solo, il dialogo soffocato di una coppia inglese, il balbettìo costante di un ragazzo dalla pelle, probabilmente asiatica. La signora Maigret, stanca di lavorare a maglia, aveva posato i suoi ferri e lasciò vagare lo sguardo attraverso la finestra, dove le colline boscose del paesaggio del Giura spuntarono  dalla pianura. Erano vicino a Ginevra.
La signora Maigret stava per chiedersi se non porre fine al sonno del marito, quando risuonò un annuncio tramite l'altoparlante:
"Signore e signori, la vostra attenzione per favore. Si informa che, a causa di un problema tecnico, il nostro treno sarà costretto a prolungare la sosta. Ci scusiamo per il disagio e faremo in modo di risolvere il problema al più presto possibile ".
L'annuncio  svegliò Maigret. Sorrise a sua moglie, che sussurrò:
- Spero che non sia troppo lungo.
- Vedremo. Nel frattempo, vogliamo approfittare per andare a prendere qualcosa da bere nel vagone ristorante?
- Sì,va bene.
La coppia si alzò, attraversò per i corridoi, e, una volta arrivati, Maigret ordinò una birra, mentre la moglie si accontentò di un'acqua minerale con una fetta di limone.
Una volta tornati al loro posto, l'altoparlante gracchiò di nuovo:
"Signore e signori, la vostra attenzione per favore. Il problema tecnico che abbiamo riscontrato non è ancora risolto, e chiediamo un po 'di pazienza. Grazie per la vostra comprensione."
Maigret aggrottò la fronte e guardò l'orologio.
- Se non partiamo presto, perderemo la coincidenza a Ginevra.
Altri viaggiatori stavano pensando la stessa cosa, infatti molti iniziavano a controllare gli orari, e una signora inglese chiese con veemenza spiegazioni   al capotreno che stava passando in quel momento nel corridoio. L'uomo le fece diplomaticamente capire che non poteva  essere un grosso problema, ma la vecchia signora coservò la sua aria arcigna e scambiò a voce bassa con il marito un paio di parole che certo non erano complimenti per la SNFC.

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Quando il treno su cui viaggiavano Maigret e la moglie arrivò ​​a Ginevra, il TGV per Roma era già partito, dato che erano arrivati con quasi un'ora e mezzo di ritardo. Erano andati quindi negli uffici ferroviari, dove gli fu  detto che non c'erano posti su altri TGV prima della notte di sabato. Vista l'aria delusa signora Maigret, l'impiegato, un giovane uomo con gli occhiali tondi e capelli impomatati, disponibile, propose loro:
- Posso offrirvi un'alternativa. Se si andate a Losanna stasera, domani potreste prendere un treno che vi porterà a Roma via Milano. Non è un TGV, ma la nostra azienda si farà carico dei costi aggiuntivi per compensare eventuali disagi sostenuti.
Maigret guardò la moglie, che aveva acconsentito. Non 'era altra scelta... cosa avrebbero potuto fare? Dopo aver completato la documentazione necessaria, Maigret telegrafò a Gino Cervi per spiegare perché sarebbero arrivati ​​il ​​giorno dopo. Poi prenotarono una notte in un albergo nei pressi della stazione di Losanna e aspettavano il loro treno sulla banchina. Maigret ebbe il tempo di comprare un po 'di tabacco svizzero, anche se non era quello che preferiva, ma era per passare il tempo, prese anche due giornali e della cioccolata per M.me Maigret.
Il viaggio da Ginevra è stato molto veloce, e Maigret non ha avuto il tempo di dormire questa volta, riuscendo a vedere il Lago di Ginevra, che scintillava al sole, contento di arrivare a Losanna con il bel tempo, e non con la pioggia, come gli era capitato l'ultima volta che era venuto lì per un'indagine.
Uscendo dalla stazione, presero la metropolitana per raggiungere il loro albergo, dove potettero finalmente rinfrescarsi. Maigret stava pensando di portare sua lmoglie a cena in una brasserie che conosceva di fama, nei pressi della cattedrale.
- Ne approfitteremo per passeggiare un po', almeno il ritardo sarà servito a qualcosa ...
La signora Maigret, stava terminando di profumarsi nel bagno, quando udì un grido di suo marito.
- Che cos'è?
Maigret gli mostrò la prima pagina di un giornale, dove era pubblicata la foto di un cadavere, era una donna strangolata, sopra un titolo: "Mistero al Beau-Rivage: gli smeraldi spariti".
Insieme si misero a leggere l'articolo, che non diceva molto: avevano trovato una donna, la contessa P ... strangolata nella stanza che occupava in un lussuoso palazzo. La sua cameriera, che l'accompagnava in tutti i suoi viaggi, d'estate a Firenze, d'inverno a Cannes, aveva detto alla polizia che mancava nel cassetto del comodino, una piccola scatola da cui la contessa non si separava mai, e che conteneva una collana di smeraldi, che il suo primo marito, il Maharajah di Guadalpuhr, gli aveva regalato diversi anni prima. Non era stato trovato nessun segno di effrazione nella stanza, e il personale interrogato non si era accorto di nulla, né aveva notato andirivieni sospetti.
L'articolo si fermava lì, lasciando Maigret insoddisfatto, che mettendo il dito sulla frase che concludeva l'articolo, disse a sua moglie:
- Guarda! Hai visto che si occupa del caso? Il commissario Bornand.
- Lo conoscii?
Sì, ho avuto l'opportunità di incontrarlo quando sono venuto a Losanna per il caso Ward.
- Mi ricordo. Passasti il tuo tempo a volare tra Parigi, la Costa Azzurra e la Svizzera ...
- Mi chiedo se ...
Sua moglie aveva un aspetto quasi implorante:
- Maigret, non avrai intenzione di occuparti anche di questo caso! Ti ricordo che abbiamo un treno per Roma domani!
- Non preoccuparti. Voglio solo sapere qualcosa di più su questa storia. Proverò a chiamare Bornand.
La signora Maigret, già rassegnata, sosprò:
- E la nostra cena?
- Questo non cambia il nostro programma. Scendo alla reception per chiedere il numero di telefono della P.J. locale. Raggiungimi tra un quarto d'ora.
 

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Bornand li portò in auto in una piccola locanda sul lago, lontana dal trambusto della città. La signora Maigret aveva lasciato fare, anche se la loro cena si era pian piano trasformata in un incontro di lavoro ... Per fortuna, il commissario Bornand era affascinante, e sapeva sfoggiare una galanteria squisita, ma discreta. Fece del suo meglio affinché M.me Maigret si sentisse a suo agio. Aveva addirittura elogiato le delizie della cucina alsaziana, che conosceva grazie alla sua bisnonna di Strasburgo, che aveva lasciato il suo paese natale durante la prima guerra mondiale, e che era stata sposata con un produttore di vino del Canton del Vaud.
Bornand aveva informato meglio Maigret sul caso del Beau-Rivage: P ... la contessa, che aveva più di cinquant'anni, aveva la fama di ricevere dei giovanotti, che non sempre erano galantuomini. La sua ultima "conquista" era stato uno studente svedese di circa 20 anni, e  indagini discrete su di lui avevano rivelato che aveva già avuto a che fare con la polizia per una frode ai danni di una miliardaria americana, vedova di un magnate del petrolio. Lo scandalo fu messo a tacere, e il giovane era stato mandato un po 'di tempo in Australia per migliorare il suo inglese ... e a farsi dimenticare. Ma era invece tornato, in compagnia di una diva di un tempo che voleva stabilirsi a Cannes. Qui aveva incontrato la contessa P ... inoltre sembrava che il giovane svedese avesse anche fatto un viaggio a Losanna. Comunque avevano controllato, non era sullo stesso aereo che aveva portato la contessa, ma il portiere al Beau-Rivage aveva dichiarato che la seconda notte del suo soggiorno, la contessa era tornata in albergo accompagnata da un giovane biondo e molto alto. Lo svedese era stato identificato dalle foto che la polizia aveva mostrato al portiere. Purtroppo, in questo momento, lo studente era sparito e la polizia aveva lanciato una ricerca che aveva ancora sortito nessun risultato. Nessuna traccia del giovane uomo in hotel e in giro per Losanna,  non  aveva acquistato un biglietto del treno o per l'aereo. La ricerca stava continuando ...
Maigret poggiato sulla sedia, lo stomaco pieno di una deliziosa Papet Vaud, di un adeguato vino bianco frizzante, mentre si godeva una grappa di prugne e il caffè, chiese al suo collega:
- E la cameriera della contessa? Hai qualcosa su di lei?
- Il suo nome è Jeanne Sonais. Ha 22 anni, sono cinque anni che lavora per la contessa. E' entrata al suo servizio giovanissima.
- E la contessa come l'ha assunta?
- Jeanne viveva in un piccolo villaggio nei pressi di Poitiers. La contessa lì aveva una proprietà ereditata dal suo secondo marito, il Conte P .... Passava lì poche settimane all'anno, e il padre di Jeanne si prendeva cura del giardino della proprietà. La contessa aveva bisogno di una cameriera lì, avendo lasciato il suo staff nella sua villa di Cannes. Aveva quindi assunto Jeanne, che le era piaciuta e adesso l'accompagna ovunque. E' stata lei che aveva scoperto il corpo della contessa nella sua camera, e che aveva avvisato la polizia.
- Sì, l'ho letto sul giornale. Eri tu che l'hai interrogata?
- Non è stato uno dei miei ispettori.
- E cosa ha detto?
- Niente di particolare. La ragazza gli é sembrata molto seria e molto preoccupata per la morte della sua padrona.
- Dove si trova ora?
- Sempre al Beau-Rivage. Gli è stato chiesto di rimanere un paio di giorni prima di lasciarla libera di tornare al suo villaggio.
La notte era scesa sul lago, che rifletteva i raggi argentati di un quarto di luna. Al di là della terrazza del ristorante, si avvertiva la delicata musica dei grilli. Maigret assaporava questa serata tranquilla, ed ebbe qualche difficoltà a rientrare, quando la moglie gli fece segno che era ora di andare. Si era quasi dimenticato che la mattina successiva avrebbe dovuto prendere un treno.
Bornand li accompagnò al loro albergo, augurò loro la buona notte e un buon viaggio a Roma. (segue)

giovedì 9 maggio 2013

SIMENON GAMES: LA SOLUZIONE


 Ecco la souzione del gioco proposto martedì da Murielle Wenger. Confrontate le vostre soluzioni con quelle che sguono qui di seguito e buon divertimento.

• Le retour d'Oswald Oppenheim (Pietr le Letton, capitolo 10)
• L'oreille de Joseph Moers (Monsieur Gallet, décédé, capitolo 7)
• Le collier de Mary (Le charretier de la Procidence, capitolo 3)
• La casquette du Baes (Un crime en Hollande, capitolo 2)
• Le samedi de M. Basso (La guinguette à deux sous, capitolo 1)
• La filleule de William (Liberty Bar, capitolo 3)
• La lettre de Charlotte (Les caves du Majestic, capitolo 6)
• Les petits plats de Didine (La maison du juge, capitolo 10)
• Les deux brochets de M. Blaise (Signé Picpus, capitolo 4)
• L'alibi de Groult-Cotelle (L'inspecteur cadavre, capitolo 6)
• L'enterrement de Jambe-de-Bois (Félicie est là, capitolo 1)
• Le poussin de Mme Maigret (Maigret se fâche, capitolo 7)
•  Les tournées du père Paumelle (La première enquête de Maigret, capitolo 3)
• Les amants d'Arlette (Maigret et la vieille dame, capitolo 3)
• Les fiançailles de Ginette (Mon ami Maigret, capitolo 4)
• L'aventure de Fernande (L'amie de Madame Maigret, capitolo 4)
• Le trésor de Louise (Maigret a peur, capitolo 7)
• Le secret de Monique (Maigret et l'homme du banc, capitolo 8)
• Le fer à cheval de Léonie (Maigret à l'école, capitolo 8)
• Le dîner du père Jules (Maigret s'amuse, capitolo 2)
• La jeune sœur d'Amérique (Les scrupules de Maigret, capitolo 3)
• La trouvaille des frères Naud (Maigret et le corps sans tête, capitolo 1)
Les amours de Marinette (Maigret et le fantôme, capitolo 3)
Les théories du professeur Tissot (Maigret tend un piège, capitolo 2)
Le gâteau de riz de Mme Pardon (Une confidence de Maigret, capitolo 1)

martedì 7 maggio 2013

SIMENON GAMES: MELANGE DI... CAPITOLI

Un piccolo gioco per dei fini conoscitori di Maigret. E non solo, ma anche conoscitori delle edizioni originali. Quest'oggi Murielle Wenger una delle nostre più attive attachée propone un divertissement per veri intenditori.
Sentiamo dalle sue parole come l'ha concepito e realizzato.
" Per prepare questo gico ho preso dei titoli di capitoli delle inchieste di Maigret e li ho mischiati. Per esempio se avessi preso in Félicie est là , il titolo del capitolo 8: "Le café au lait de Félicie" e da La guinguette à deux sous il titolo del capitolo 8: "La maîtresse de James" e li avessi mischiati, avrei ottenuto "Le café au lait de James" e "La maîtresse de Félicie". Lo scopo del gioco
é quindi quello di ricostruire i 25 titoli mischiati che sono elencati qui di seguito e risalire, quindi, al romanzo a cui appartengono
".
Il gioco si fa duro. Murielle ha sparato in alto e i più duri dovranno entrare in campo. Diciamo che i titoli proposti sono 25, ma se siete in grado di scovarne anche solo una dozzina, potrete vantarvi di essere dei conoscitori sopraffini di Maigret. Se ci fosse qualcuno che li indovinase tutti... beh... ci potrebbe nascere il sospetto che possa essere la stessa Murielle... sotto falso nome!
A parte gli scherzi, ecco i titoli... mettetevi di buona lena e in bocca al lupo...
Dopodomani pubblicheremo i risultati e le risposte esatte.
 
• Le poussin de Mary
• Le secret de Joseph Moers
• Les théories d'Oswald Oppenheim
• La casquette de M. Basso
• La filleule de Didine
• La jeune sœur de William
• La lettre de Léonie
• La trouvaille de Charlotte
• L'alibi de M. Blaise
• L'aventure de Jambe-de-Bois
• Le collier de Mme Maigret
• Le dîner du Baes
• Le fer à cheval d'Arlette
• Le gâteau de riz de Ginette
• Le retour de Fernande
• Le samedi de Louise
• Le trésor de Monique
• L'enterrement du père Jules
• Les amants d'Amérique
• Les amours du père Paumelle
• Les deux brochets des frères Naud
• Les fiançailles de Marinette
• Les petits plats de Groult-Cotelle
• Les tournées du professeur Tissot
• L'oreille de Mme Pardon