giovedì 4 luglio 2013

SIMENON. MA COME FA' HOLMES A BATTERE MAIGRET?

Questo è uno dei dati che emerge da un sondaggio...  beh... non proprio da un sondaggio, diciamo una sorta di consultazione, forse una serie di domande che il social-book-magazine Libreriamo.it (voi avete letto bene e noi non abbiamo fatto errori di battitura: Libreriamo.it) ha probabilmente rivolto ai propri lettori. Usiamo il condizionale perchè nella pagina in cui vengono raccontati i risultati  e catalogate le risposte, non si spiega con quale metodo sia stato realizzato l'ipotetico questionario, se e come sia stato sottoposto ai lettori, e quale fosse il "campione", o forse meglio, l'insieme dei lettori consultati.
Quelli di Libreriamo.it lo hanno chiamato, nel sommario, "studio".
"...Per 8 appassionati di lettura su 10 (79%), i cosiddetti booklovers, Sherlock Holmes è il detective più amato nella letteratura gialla. Razionale e sensitivo, il più famoso detective della letteratura è preferito all’ordinarietà di Jules Maigret (71%)...".
E' l'incipit di questo studio che ha coinvolto un insieme di cosiddetti booklovers, (?), che in merito al genere giallo "...per quasi uno su 3 (29%) è ritenuto il genere più affascinante esistente in letteratura. Per alcuni (25%) si tratta di un genere di successo, ma non altrettanto autorevole rispetto ad altri...". E viene spontaneo chiedersi: "E il restante 46%, come la pensa?"... Non ci viene detto.
Insomma ci sono diverse domande cui non riusciamo a trovare una risposta... forse in qualche parte di Libreriamo.it verrà anche spiegato, ma noi, nonostante tutte le ricerche fatte, non abbiamo trovato nessuna delucidazione.
Se ne sappiamo qualcosa in più, è grazie ad un articolo apparso su La Stampa in merito a questo studio. Qui infatti apprendiamo alcune cose interessanti. Primo che nello "studio" é stata coinvolta (ma non viene scritto come) una community di 1200 "booklovers" (e qui ci viene almeno spiegato che sono quelli che leggono almeno un libro al mese). Ma dove sono stati presi questi 1200? Sono coloro che seguono il sito? E' stata fatta una consultazione tramite internet o in altro modo?  Niente viene detto in merito.
Ma torniamo alla classifica degli "investigatori più amati della letteratura" (così  viene presentato lo studio).
Abbiamo detto, primo Holmes con il 79% del gradimento. Al secondo posto Maigret con il 71%, completa il podio Salvo Montalbano, terzo con il 67%. (chi volesse leggere la classifica completa vada alla pagina di Libreriamo.it). Non ci vuole la scienza di un luminare della statistica, per capire che deve essere trattato di un formulario a risposta multipla, dove chi rispondeva poteva indicare più di un investigatore. Ma quanti?
E' chiaro che da un blog che si chiama Simenon-Simenon, e che si occupa un giorno sì e l'altro pure anche del commissario Maigret, questa classifica non poteva essere gradita.
Ma non è questo il punto. E' che non conoscendo il metodo, i criteri di scelta del campione e le procedure utilizzate, sorgono molte domande a cui non si riesce a dare risposta e lo studio induce così a più di una perplessità.
Quello che si può affermare con certezza che quelle 1200 persone, scelte chissà come, interpellate in una modalità sconosciuta e con una tecnica imprecisata, hanno dato la loro preferenza a Sherlock Holmes. Chapeau!
Ma questo cosa significa? Nulla... Ve lo può confermare un qualsiasi operatore di sondaggi. Se il campione non è significativo (e 1200 persone potrebbero invece  costituire un campione numericamente valido) le informazione che si traggono dalle risposte sono significative solo relativamente a quelle 1200 persone. Perché quello che conta in un campione è la rappresentatività rispetto all'universo di cui si vogliono cogliere i gusti o le tendenze. Questo vuol dire che un campione è tale se rispecchia età, sesso, grado di istruzione, dislocazione geografica, fascia di reddito, e tanti altri elementi, tutti nelle stesse proporzioni presenti nell'universo che si vuole sondare. E con questo esprimiamo tutti i nostri dubbi che questo "studio" possa avere una qualche validità nei confronti dell'universo dei lettori italiani.
Facciamo poi una piccola osservazione finale. Chi segue i nostri post sulle classifiche dei libri più venduti (perchè è presumibile che questa consultazione si riferisca solo all'Italia) ci capita due o tre volte l'anno (e ormai da parecchi anni) di vedere in classifica Maigret  (in prima edizione o in ristampa), magari anche per diverse settimane. Lo stesso non possiamo dire per Sherlock Holmes, che vi fa capolino molto sporadicamente (questa settimana ad esempio troviamo una sua avventura al 10° posto della sezione "Tascabili" di "TuttoLibri" de "La Stampa" e al 7° de "La Lettura" del "Corriere della Sera", grazie all'edizione cartacea a 0,99 euro della "Newton Compton").
Insomma dati alla mano, Maigret vende di più, molto di più di Sherlock Holmes. E l'acquisto di un libro ci pare un'indice davvero assai concreto del gradimento da parte del lettore. E allora, spiegateci, come fà Holmes a battere Maigret?

mercoledì 3 luglio 2013

SIMENON E FRANZ KAFKA

Nato vent'anni prima, il grande scrittore cecoslovacco, scrisse il suo primo racconto che Simenon aveva appena un anno. E la pubblicazione delle opere di Franz Kafka avvennero nella quasi totalità dopo la sua morte (grazie al voltafaccia prvvidenziale del suo amico-curatore testamentario, che invece di bruciare tutte le sue  carte, come avrebbe voluto Kafka, ne curò l'edizione completa). Siamo quindi nel '24, anno in cui Simenon era tutto intento nella sua fase di apprendimento, scrivendo racconti, romanzi, brevi di taglio popolare di ogni genere e tipo che gli venivano commissionati da diversi editori e che lui pubblicava sotto una ventina di pseudonimi, per collane di libri, feuilletton, settimanali, quotidiani.
Il racconto più famoso e forse più emblematico di Kafka fu il celeberrimo La metamorfosi (scritto nel 1912, ma pubblicato solo nel '15 dall'editore Wolff di Lipsia). La sua traduzione arrivò in Italia solo nel 1932, proprio nell'anno in cui Arnoldo Mondadori iniziava la pubblicazione della prima serie dei Maigret (quella di Fayard).
In un età più matura, Simenon, che conosceva gli scritti di Kafka, sottolineava un elemento che li accomunava e che non era a suo avviso così comune: la ricerca dell'uomo nudo. E a questo proposito nel '58 in un'intervista a L'Express spiegava "... in letteratura ci sono dei romanzi sull'uomo vestito e dei romanzi sull'uomo nudo. I romanzi sull'uomo vestito sono opere di costume, dei romanzi storici... E' l'uomo nella società che somiglia a quello che vorrebbe essere. E' molto raro che ci si occupi dell'uomo completamente nudo, vale a dire quasi avulso dal contorno della sua vita sociale. E Kafka si occupa dell'uomo completamente nudo...". 

SIMENON SCRIVEVA DEI ROMANZI... JAZZ?

Simenon non amava il jazz. Questo almeno si dice, e sembra anzi che avesse un atteggiamento critico nei suoi confronti. Però, se andiamo ad analizzare a fondo la sua opera, vediamo che questa musica di origine nero-americana, poi contaminata da innumerevoli generi, ibridata da culture diverse, diversificata dall'evoluzione degli strumenti ed evolutasi nel corso di varie epoche, si basa su presupposti che, a nostro avviso, sono analoghi a quelli dell'opera simenoniana.
Va detto, prima di iniziare questa analisi, che è anche vero che, all'epoca del tumultuoso amore con Josephine Baker, quando bazzicava le caves parigine dove il jazz era di casa, lo scrittore affermava "...quello che c'è di formidabile nella musica jazz è che esclude categoricamente la nozione di centralità tipica di ogni altro genere a cominciare dal rock e dalla musica di varietà...".
Forse è proprio questo il punto. Una musica che ha come tre elementi fondanti, la parità tra gli strumenti che suonano insieme, lo svincolarsi da forme tonali dominanti e l'utilizzo non ortodosso degli strumenti musicali, secondo noi, ha molto a che fare con il metodo e la pratica della scrittura simenoniana.
Improvvisazione. Nel jazz significa che ad un certo momento uno strumento, un qualsiasi strumento, diventa solista e inizia una performance che partendo da un tema o un giro armonico comincia a creare una melodia che ha dei punti di contatto con la sua origine, ma che si sviluppa libera, appunto improvvisata, e lo stesso musicista non sa cosa suonerà di lì a qualche secondo o qualche minuto. Certo sarà qualcosa che ha in qualche angolo della mente, ma combina vari elementi in modo originale e costruisce l'assolo in quel preciso momento.
Il parallelo è con il modo in cui Simenon componeva i suoi romanzi. Parte da qualche nome, dei dati scarni, delle ispirazioni di riferimento, ma poi inizia a scrivere guidato dal suo état de roman e nemmeno lui sa quali strade la storia prenderà e come si concluderà la vicenda. Possiamo dire che anche Simenon improvvisava durante la stesura dei suoi romanzi? In un certo senso, sì. Anche lui ricorreva a ricordi, personaggi e luoghi di cui aveva avuto esperienza, poi però venivano coniugati in un modo che neppure lui avrebbe saputo prevedere.
Parlavamo prima della parità degli strumenti. Nella musica classica ad esempio gli strumenti percussivi sono quasi generalmente degli accompagnatori saltuari. La batteria nel jazz è uno strumento alla pari del pianoforte, del contrabbasso o del sassofono. Anche nei romanzi di Simenon, non troviamo personaggi positivi o negativi, buoni o cattivi. Ognuno ha le sue zone di ombra e quelle di luce. Questo mette agli occhi di Simenon (e spesso a quelli di Maigret) tutti sullo stesso piano, senza giudizi di valore e senza distinzioni, se non quelle contingenti che la storia affida al protagonista o alle figure di secondo piano. Ma dietro ad ognuna di esse si avverte una pari dignità, ricca o povera, nobile o msrabile che sia.
Infine si parlava dell'utilizzo poco rispettoso dei canoni classici nel modo di suonare gli strumenti. Una rivoluzione che anche Simenon mette in atto con le sue mot matiére, parole concrete, niente di superfluo, usa termini che indicano cose tangibili e facilmente identificabili. Aggiungendo ciò al suo periodare breve e a volte addirittura sincopato, ritroviamo uno strumento linguistico abbastanza diverso dai precedenti da poter essere identificato come innovativo se non addirittura rivoluzionario. Una trattazione alta, e spesso psicologicamente profonda, ma espressa semplicemente e sinteticamente (sarà per questo che piace a tutti, letterati e lettori qualunque?). Certo su queste analogie si potrebbe aprire un dibattito (e perché no?), ma certo non in questo post.
Ci piace finire con un accenno all'atmosfera di certi suoi romanzi, quelli che virano al noir e che creano un'atmosfera che potrebbe includere tranquillamente un commento sonoro jazz. Basti pensare a un paio di titoli come esempio, vedi Luci nella notte  o Tre camere a Manhattan (da cui per altro è stato tratto un film, la cui colonna sonora è stata affidata ad un famoso musicista jazz, Mal Waldron).
"... D'altronde - come ha scritto Michel Carly ne La vie d'abord, 2003  - Simenon è nato all'epoca dei primi collegamenti telefonici, accanto alle automobili di tutti i colori, di fianco ad un hotel dove vanno le coppie illeggittime, che fanno l'amore ascoltando il jazz...".

martedì 2 luglio 2013

SIMENON, IL CASO ROSENBERG, IL MACCARTISMO E LA VOGLIA DI PARTIRE

 
1953. Un anno davvero oscuro per gli Stati Uniti. I coniugi Rosenberg, Julius ed Ethel, il 19 giugno furono condannati a morte e giustiziati sulla sedia elettrica nel carcere di Sing Sing. Arrestati un paio d'anni prima e accusati di spionaggio a favore dello stato comunista per eccellenza, l'Urss, la loro morte segnò l'inizio di un periodo di perscuzione sia per chi militava nel Partito Comunista Americano, ma anche per chi sosteneva idee di sinistra e addirittura per coloro che avevano magari solo aiutato qualcuno che aveva avuto contatti con presunti simatizzanti comunisti. Questa, che fu poi giustamente chiamata "caccia alle streghe" fu, tra gli altri, ispirata e organizzata dal senatore McCarthy, che agì manovrando un'apposita commissione speciale, andando a colpire sia molte star del cinema hollywoodiano che diversi scrittori. Insomma utilizzò il sistema di accusare personaggi famosi in modo che facessero così scalpore nell'opinione pubblica. Alcuni di loro se la cavarono vigliaccamente denunciando nomi di colleghi, volte venivano addirittura suggeriti dalla commissione stessa. Altri subirono dure condanne carcerarie, espropri finanziari, divieto di continuare a lavorare negli States.
In quell'anno Simenon era non lontano dallo stato di New York, nel suo ranch di Shadow Rock Farm, vicino Lakeville, nel Connecticut. Radio e televisione gli riportavano tali cronache e probabilmente questa persecuzione politica gli fece rivivere i momenti in cui lui, in Francia, era stato accusato di collaborazionismo con i filo-nazisti, motivo principale per cui nel '45 era fuggito nei "liberi e civili" Stati Uniti d'America. Ed ora, dopo quasi dieci anni di residenza, si trovava ad essere spettatore di quella caccia ai comunisti, veri e presunti che fossero, e ai loro amici. E' vero che in quell'anno Simenon era molto distratto da un evento per lui davvero importante. La nascita della sua terzo-genita, la sua prima figlia femmina nata alla fine febbraio. Marie-Jo, così venne soprannominata subito (Marie Georges Simenon era il suo nome intero) suscitò le attenzioni di padre. Il loro legame fu sempre speciale, anche con il passare degli anni, forse a causa di una fragilità caratteriale della figlia stessa. In quegli anni ('51-'53) anche la produzione letteraria di Simenon non subiva certo rallentamenti, anzi... Scrisse in tutto quindici titoli, otto Maigret (Maigret en meuble, 1951 - Maigret et la Grande Perche, 1951 - Maigret, Lognon et les gangsters, 1951 - Le revolver de Maigret, 1952 - Maigret et l'Homme du banc, 1952 - Maigret a peur, 1953 - Maigret se trompe, 1953 - Maigret à l'école, 1953) e sette romans-durs (Une vie comme neuve, 1951 - Marie qui luoche, 1951 - Les Frères Rico, 1952 - Antoine e Julie, 1952 - L'Escalier de fer, 1953 - Feux Rouges, 1953 - Crime impuni, 1953). Nel 1952 poi fece anche un viaggio in Europa di quasi quattro mesi (Parigi, Bruxelles, Milano, Roma).
Anche questo deve aver contribuito. Sentì che l'aria in Europa era diversa, non c'era quel clima teso e di persecuzione che si respirava negli Usa anzi il vecchio continente si preparava al boom economico e il clima era in genere stimolante.
Certo lui non ne era toccato da quello che combinava in senatore McCarthy, ma d'altronde aveva trovato sempre il modo di non farsi coinvolgere dagli avvenimenti esterni. Comunque questa tempesta del maccartismo non doveva certo piacergli. Il suo definitivo ritorno nel vecchio continente, non fu però dovuto solo a questo. C'erano altri motivi, la svalutazione del franco, che andava riducendo la sua capacità di acquisto in dollari. La netta sensazione che la propria fama e il proprio prestigio in Europa fossero, non solo maggiori che in America, ma che negli ultimi anni fossero addirittura notevolmente accresciuti.
E forse infine c'era anche un po' di nostalgia, nonostante tutte le dichiarazioni ufficiali in cui lodava il way of life americano.
1954. Senza nessun avvertimento, senza salutare nessuno, anzi facendo finta di imbarcarsi, come aveva fatto altre volte, per il solito viaggio in Europa (tanto che la sua ex-moglie Tigy con il figlio Marc rimasero in America ancora per qualche mese), a metà marzo Simenon lascia Lakeville, il Conneticut e gli Usa, facendo il suo rientro definitivo in Europa.  

lunedì 1 luglio 2013

SIMENON. LA SCALATA ALLE CLASSIFICA INIZIA DALLA ... PERIFERIA.

Al rientro dalla pausa di Simenon-Simenon ci troviamo subito a parlare dell'esordio di Faubourg (Gallimard - 1937) nelle classifiche di vendita. Dopo circa un quindicina di giorni circa dalla propria uscita, il titolo di questo romanzo, non certo non una vicenda brillante, ma piuttosto una storia e un po' claustrofobica, ripiegata sulle piccinerie di certi personaggi di provincia, conquista comunque i lettori. Al punto che sulla classifica della Nielsen-Bookscan, pubblicata dall'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso, il titolo faceva la sua apparizione nella "Narrativa Straniera" addirittura al 5° posto (16-22 giugno/900 librerie). Secondo le rilevazioni di GfK (17-23 giugno) occupava la 12a posizione come riportato nell'allegato La Lettura del Corriere della Sera di ieri. Invece secondo L'Eurisko, che ha curato le classifiche pubblicate sulla sezione RCult de La Repubblica di domenica, Faubourg si colloca al 9° posto. Per quanto riguarda le vendite su internet, registriamo sulla piattaforma I.B.S. un bel 9° posto sui 100 titoli più venduti. Stessa posizione la occupa anche su Feltrinelli.it Solo 34° invece nella classifica delle novità più interessanti segnalate da Amazon. La versione ebook ancora non compare nelle varie classifiche.
Ricordiameno che Faubourg è un romanzo giovanile di Simenon, anche se allora già pubblicava per Gallimard e aveva già esaurito la prima serie dei Maigret (quei diciannove pubblicati da Fayard). Ma il romanziere non aveva ancora 35 anni e la sua sconfinata produzione era, possiamo dirlo, ancora agli inizi.

SIMENON SIMENON. E ADESSO SI RICOMINCIA...


La pausa é finita. Una pausa, non voluta da noi e certamente non gradita dai nostri affezionati lettori. Ma da oggi iniziamo di nuovo con i nostri interventi quotidiani. L'interruzione di un blog non è mai una cosa positiva e soprattutto nel caso di Simenon-Simenon, che come tutti ormai sanno è un blog-quotidiano. Ed é con enorme piacere che abbiamo letto le richieste, i messaggi e i commenti che si auguravano che questa "benedetta" pausa finisse il più presto possibile. Ma quello che ci ha sopreso di più è stato il fatto che, pur non essendoci notizie fresche ogni giorno, le visite sono continuate. E per di più con un ritmo che ci ha un po' sorpreso. Centinaia di visite al giorno (anche oltre trecento!) che ci ha dimostrato due cose. Primo che esiste una base (quello che viene chiamato in gergo "lo zoccolo duro") che continua a seguirci anche nelle situazioni meno piacevoli, come questa pausa. Ma per altro ci siamo resi conto, dall'analisi dei dati, che i quasi mille post che abbiamo accumulato in questi due anni e mezzo riscuotono un interesse anche aldilà dell'aggiornamento quotidiano.
Evidentemente si tratta ormai di un corpus di post che, sia pure in modo un po' atipico, è come se configurasse una vera e propria biografia di Simenon, composta da una parte di dati storici, bibliografici, biografici, letterari che hanno valore di per sé, anche se non supportati dalle notizie legate all'attualità che riguardano l'universo simenoniano che pubblichiamo con la frequenza maggiore possibile, insieme alla rassegna stampa internazionale e a tutti gli altri elementi che arrichiscono Simenon-Simenon day-by-day.
Ringraziamo quindi tutti coloro che ci hanno continuato a seguire e quelli che ricominceranno a seguirci giorno per giorno, che, come abbiamo detto più volte, sono quelli che ci danno la forza e il senso di far vivere giorno dopo giorno questo blog.