sabato 5 ottobre 2013

SIMENON. DOPO LIBRI, TASCABILI, EBOOK, RACCONTI... PER MAIGRET E' L'ORA DELLE RACCOLTE DI ROMANZI

Oggi il nostro attachè Andrea Franco ci illustra le novità che a brevissimo troverete in libreria a proposito di Maigret. Come vedrete, si tratta di
una nuova iniziativa dell'Adelphi che in prossimità della fine non solo dei romanzi, ma anche delle raccolte di racconti, tende a prolungare il filo dei Maigret con i lettori.


Quando mancano presumibilmente due libri di racconti alla conclusione della pubblicazione dell'intera opera di Maigret, l'Adelphi propone la ristampa dei romanzi in ordine cronologico, con una serie di volumi da 5 titoli ciascuno (quindi è probabile che ne usciranno 15 in totale), il tutto nella medesima collana che ha sempre ospitato le inchieste del commissario parigino:gli Adelphi.
Rinnovata la veste grafica con copertine che propongono Simenon ritratto a casa sua nel primo tomo e sulla sua imbarcazione nel secondo
L'ordine sarà quello cronologico di scrittura dei romanzi e non della loro pubblicazione.
Quindi nel libro contrassegnato dal numero 1 troviamo pertanto :
• Pietr-le-Letton (Pietr il Lettone)
• Le Charretier de «La Providence» (Il cavallante della «Providence»)
• Monsieur Gallet, décédé (Il defunto signor Gallet)
• Le Pendu de Saint-Pholien (L’impiccato di Saint-Pholien)
• La Tête d’un homme (Una testa in gioco)

Pietr il Lettone, scritto nel 1929, è il  debutto ufficiale di Maigret che già Simenon aveva reso protagonista o co-protagonista di quattro romanzi popolari.
Qui però la sua figura viene dettagliata fisionomicamente e posta in quello che sarà poi il suo classico habitat. A detta dello stesso autore questa inchiesta, scritta nel porto olandese di Delfzijl, è il vero battesimo ufficiale di Maigret, nonchè debutto ufficiale del maestro belga nel genere poliziesco
Pur notando uno stile già apprezzabile questo primo Maigret fa ancora ricorso ad alcune tematiche proprie della letteratura popolare (da Simenon definita alimentare): il tema dei gemelli era già stato appena trattato nel romanzo sotto pseudonimo La Maison de l'inquietude,anche se si trattava di una variante femminile, inoltre vi troviamo molti colpi di scena a variare le situazioni in atto.

Il cavallante della providence già da questo secondo romanzo però, a mio avviso, si può notare una crescita di Simenon, un vero e proprio nascere di uno stile narrativo gia abbozzato e che verrà in seguito felicemente sviluppato.
Questo è il primo romanzo che ci propone le prime classiche ambientazioni simenoniane (tipo la pioggia incessante), tra chiatte, canali e bistrot che su essi si affacciano e ci fa scoprire il mondo delle chiuse (Maigret tra l'altro si muove in bicicletta tra l'una e l'altra). Il romanzo fu causa di una diatriba tra Simenon e l'editore Fayard perchè il nome che gli venne dato svelerebbe troppo sul finale...
Questo titolo è conosciuto anche per presentare la prima copertina interamente fotografica di un libro (copertina, costa e quarta di copertina), souzione fortemente voluta da Simenon. In questo caso il soggetto è rappresentato da  un anziano con un cavallo ed è un'icona del passaggio editoriale a questo tipo di stile
In Italia, negli anni 60, la Mondadori ripresentò questa inchiesta col titolo Maigret si commuove.

Il defunto signor Gallet porta Maigret e il lettore nella località vinicola di Sancerre, posta nel centro della Francia: in una afosa estate il commissario si trova ad indagare sulla doppia personalità di un uomo e su un delitto che forse proprio tale non è. Simenon conosceva bene Sancerre per avervi soggiornato come segretario del marchese di Tracy e già vi aveva ambientato romanzi popolari scritti sotto pseudonimo (Un nid d 'amour, L'homme à la cigarette).
  
L'impiccato di Saint-Pholien vede il commissario girovagare per l' Europa (Brema, Reims e sopratutto Liegi, fulcro principale dell'inchiesta). Per la prima volta la città natale dello scrittore fà da quadro spaziale a una sua opera letteraria. L'atmosfera che vi si respira è piuttosta cupa e si ha l'impressione di essere in un noir, almeno a tratti, più che in un giallo. Le atmosfere classiche simenoniane, anche se a pochissima distanza temporale dal primo Maigret, sono qui già ben delineate. In seguito la Mondadori ripubblicò il libro con il titolo Maigret il castellano. E qui la mano  dello scrittore tratteggia bene i contorni dei personaggi di quella che  scopriremo essere stata "la compagnia dell'apocalisse". Da rimarcare che la vicenda è ispirata a ricordi giovanili di Simenon e per questi motivi la ritengo la più importante di questa prima raccolta di cinque titoli (con riferimento all'inizio del libro, questo romanzo in passato in Italia era stato pubblicato col titolo "Maigret e il viaggiatore di terza classe")

Una testa in gioco vede Maigret far fuggire nottetempo un condannato a morte dalle prigioni di stato. Il commissario per riaprire il caso non esita a giocarsi la carriera, fidandosi del suo istinto. E' un'inchiesta tipicamente parigina e si adattò benissimo a trasposizioni su pellicola (già nel 1933 Julien Duvivier ne trasse un film), perchè troviamo un vero e proprio avversario per Maigret: Emil Radek che lo sfida continuamente e apertamente, cercando di ingarbugliare le carte.

Per ora anticipiamo che il secondo volume, di cui ci occuperemo dettagliatamente nei prossimi giorni, conterrà :
• Le Chien jaune (Il cane giallo)
• La Nuit du carrefour (Il Crocevia delle Tre Vedove)
• Un crime en Hollande (Un delitto in Olanda)
• Au rendez-vous des Terre-Neuvas (All’insegna di Terranova)
• La danseuse du Gai-Moulin (La ballerina del Gai-Moulin)

Le due raccolte (I Maigret 1 e I Maigret 2) usciranno in contemporanea il 9 ottobre. Andrea Franco

venerdì 4 ottobre 2013

SIMENON, NESSUNA CONCESSIONE ALL'HAPPY END

- Nei suoi romanzi non commerciali, non prova nessun bisogno di fare concessioni?
- Non faccio mai questo, mai, mai, mai. Altrimenti non scriverei...
Chi domanda è Carvel Colllins, giornalista americano, chi risponde è Georges Simenon. Argomento, la linea di demarcazione tra letteratura commerciale e non. Anno 1956.
Sappiamo bene che Simenon, soprattutto grazie alla decina di anni passati a scrivere su commissione, ha le idee ben chiare su cosa considerava commerciale. Per lui era ogni opera che fosse scritta ad uso e consumo di uno specifico pubblico e che di conseguenza dovesse seguire certe regole e rispettare determinati schemi. Ma, lui che conosceva bene la materia, non condanna tutto. "...naturalmente ci possono essere vari gradi nella letteratura commerciale. Vi si possono trovare cose di pessima qualità e altre buonissime. I-libri-del-mese, ad esempio, sono letteratura commerciale, ma alcuni di essi sono quasi perfetti, quasi opere d'arte. Non del tutto, ma quasi...".
Sembra quindi che in qualche modo cerchi di sfumare quelle teoriche divisioni, troppo nette e troppo astratte per rispecchiare fedelmente la realtà.
Ma comunque il Simenon ultracinquantenne sa bene quello che vuole come romanziere e quali sono i suoi punti inderogabili.
Tornando all'intervista di Collins, questi insiste per sapere, secondo Simenon, come, non l'autore, ma il lettore possa capire se si tratti di un'opera commerciale o no.
"...La grande differenze sta nelle concessioni. Scrivendo a scopo commerciale si devono sempre fare delle concessioni - spiega Simenon, ribandendo poi come abbiamo citato all'inizio che - Non faccio mai questo, mai, mai, mai...".
D'altronde il romanziere non solo ha avuto esperienza diretta della letteratura commerciale. Nei dieci anni negli Stati Uniti ha avuto modo di conoscere bene il mondo cinematografico dove il coté commerciale finisce per prevalere anche su prodotti di qualità, in ossequio all'happy end, con delle conclusioni che non cozzino con la morale e i valori di riferimento della cultura americana.
"... si ha l'imperessione di vedere qualcosa di interamente nuovo e potente, poi alla fine arriva la concessione. Non sempre un finale felice, ma qualcosa per sistemare tutto secondo la morale o la filosofia. Tutti i personaggi che erano meravigliosamente delineati, cambiano completamente negli ultimi dieci minuti...".

giovedì 3 ottobre 2013

SIMENON. FANTASTICO PINTER TRA FANTASTICHE MATITE


Sabato, dopodomani, alle 17.00 tutti a via Cavour 26, Seregno (Mi). Vicini o lontani che siate, proporzionalmente alla vostra passione per i disegni di Ferenc Pinter, correte per ammirare settanta tra le tavole realizzate per le celeberrime copertine dei Maigret Mondadori. Ma il protagonista non sarà solo il Maigret con la faccia di Cervi, ma anche il Nero Wolfe di Rex Stout e molti altri soggetti meno famosi, ma altrettanto affascinanti.
L'esposizione “Fantastiche matite”, alla sua terza edizione, allestita nella galleria "Ezio Mariani" è stata organizzata dalla biblioteca civica Ettore Pozzoli. Parte sabato 5 ottobre e continuerà fino al 27, tutti i giorni dal martedì alla domenica dalle 16.00 alle 19.00 (il giovedì fino alle 22.00 e sabato e domenica  10.30/12.30 e 15.00/19.00)
Ovviamente, chi ci segue, conosce il nostro debole per il grande disegnatore italiano di origini ungheresi, nato proprio nel 1931, quando Simenon lanciava i Maigret....un destino? Scherzi a parte, Pinter fu un artista versatile, che si cimentò non solo le copertine di libri, ma fece l'illustratore per quotidiani, firmò manifesti pubblicitari (quando i manifesti avevano ancora una loro importanza nella comunicazione pubblicitaria), ma anche illustrazioni e manifesti per cause sociali e umanitarie, che testimoniano il suo impegno civile, in favore ad esempio dei diritti civili e del disarmo.
Un'esposizione di Pinter é sempre un avvenimento, anche perchè la visione diretta delle tavole (e non delle copertine stampate) è tutt'altra esperienza. Chi avesse perso quella di Torino nel marzo 2012, quella di Padova dell'aprile 2012 o quella di Milano del maggio/giugno 2013, farà bene a non farsi scappare questa di Seregno. Inanto chi volesse un'anteprima dei disegni di Pinter potrebbe andare a vedere la nostra Galleria delle copertine di Maigret che abbiamo già pubbicato qui su Simenon-Simenon.

• Ricordiamo il volume Tutti gli Oscar di Pintér, che completa la triologia della Little Nemo sul grande illustratore, aggiungendosi a Tutti i Maigret di Pintér e a Tutti gli Omnibus Gialli di Pintér formando, con i contributi di Ferenc Pintér, Antonio Pintér, Stefano Salis, Vittore Armanni e Massimo Romano, il confanetto Ferenc Pintér

Per acquistare on-line
• Il volume  TUTTI GLI OSCAR DI PINTER
- Edizioni LITTLE NEMO
- Brossura con alette (cm 17x24)
- Illustrazioni di 800 copertine degli Oscar Mondadori
- 272 pagine a colori
- Costo 35 euro
- Spese postali 3 euro
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Per acquistare on-line
• Il cofanetto  FERENC PINTER
- Edizioni LITTLE NEMO
- Tre volumi in brossura con alette (cm 17x24)
- Oltre 1560 illustrazioni
- 896 pagine a colori
- Costo scontato 99 euro (fino al 3/03/2012) - Costo intero 130 euro
- Spese postali 6 euro
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martedì 1 ottobre 2013

SIMENON-SIMENON, DA BLOG A "BIOGRAFIA-IN-PROGRESS" IN 1000 POST

Beh...ci sono arrivato. Mille post. Un traguardo... non male. Qualcuno  dirà... già, ma in quasi tre anni non sono poi così tanti. In senso assoluto avrebbe anche ragione, ma poi va considerato che questo blog (per ora chiamiamolo ancora così) è estremamente verticale, cioè restringe talmente i temi fino a trattarne uno solo e, in questo caso, si dedica ad uno ed un solo personaggio: lo scrittore Georges Simenon.
La sua cadenza quotidiana per altro impone un ritmo e una creatività del tutto particolari. Già perchè per quanto abbia cercato, girato e navigato nel web dall'America al Giappone all'Europa, dai paesi asiatici a quelli africani, dai siti arabi a quelli cinesi, dall'Australia, al sud-America, non ho trovato nulla di simile. Un sito o un blog dedicato ad un solo personaggio e che ogni giorno (sabato e domenica compresi) pubblichi un post, non l'ho visto. E, men che meno, su Simenon (certo, ci sono dei signori siti su Simenon, ma non hanno una cadenza quotidiana).
Questa precisazione mi serve per introdurre una considerazione sulla natura di questo lavoro (dopo quasi tre anni diventa un vero e proprio lavoro, non è più solo un hobby). Quando nel novembre del 2010 sono partito, volevo lanciare una sfida a me stesso. Vedere se fossi stato in grado di produrre una comunicazione culturale, che però avesse le caratteristiche di un media informativo, non solo nella cadenza quotidiana, ma anche nell'impostazione. Vedi la rassegna stampa con i link ai giornali e siti di tutto il mondo, i post dedicati all'attualità che riguarda Simenon, l'attenzione alla presenza delle sue opere nel mercato editoriale d'oggi e le relative posizioni nelle classifiche dei libri più venduti. Però volevo che il tutto non fosse indirizzato ad un piccola nicchia di specialisti e di appassionati monomaniacali, ma che potesse interessare anche un pubblico più vasto, sia con la trattazione di argomenti più leggeri e intriganti, sia con una grafica che rendesse piacevole la schermata, ma anche con un'attenzione particolare a quel commissario Maigret (che varrebbe da solo un altro sito) il quale gode di una popolarità tale da interessare quasi più un target generalista che uno specializzato.
Queste erano le intenzioni di partenza. Poi man mano che il blog cresceva ho avuto sempre più netta la sensazione che il mezzo mi avesse preso un po' la mano e mi avesse portato su una strada diversa.
Mi spiego. E' come se mi fossi progressivamente accorto che la mia intenzione, grazie anche alle possibilità che il mezzo mi metteva lì sotto il naso, era in realtà quella di realizzare una biografia di Simenon. Ma una biografia non come quella, pur atipica, che scrissi vent'anni fa' (Maigret e il caso Simenon - Biblioteca del Vascello). Qui si trattava di coniugare i contenuti classici di una biografia, con la possibilità di trattare un argomento ogni giorno, di inserirci quella attualità che dopo qualche anno sarebbe stata storia, ma a sua volta sostituita da altre novità di cronaca. Quindi sempre aggiornato, sempre consultabile, grazie al motore di ricerca... una biografia-work-in-progress. Una biografia rivolta verso il futuro (invece di guardare solo al passato) come le nuove tecnologie consentono oggi di fare (testi, foto, video, link...). Al punto che mi chiedo, e vi chiedo: ma ha ancora un senso essere legati esclusivamente al cartaceo di un libro, quando si vuole raccontare la storia di un personaggio che susciti ancor oggi qualche interesse e attorno al quale ferva un'attività culturale?
Ecco perchè all'inizio mi chiedevo se la definizione di "blog" fosse ancora adeguata per Simenon-Simenon.
Comunque la risposta dei visitatori c'è stata. E, come ho avuto più volte modo di affermare, é quella che mi ha dato la motivazione e le energie per andare avanti, giorno per giorno. Devo dire che ci sono alcuni selezionati collaboratori che mi hanno dato, e mi danno, una mano, anche sul livello qualitativo. Tra loro vorrei citare Murielle Wenger che con i suoi studi e le sue analisi ha sicuramente contribuito all'autorevolezza di Simenon-Simenon. Poi Andrea Franco che è una sorta di enciclopedia simenoniana-maigrettiana vivente e che ha integrato e arricchito la nostra informazione. E poi potremmo citare Giorgio Muvi, David P. Simmons, Paola Cerana, Giovanna Ferraris... Insomma un piccolo staff che mi ha supportato in questi 1000 post e che voglio ringraziare per il loro contributo.
Ovviamente il grazie più grande va a chi ci ha seguito e ci ha consentito di crescere e di comunicare ad una platea più vasta. 
Simenon-Simenon, come vi sarete accorti, non ha pubblicità, non ha finanziatori palesi né occulti, é nell'invidiabile posizione di essere svincolata da qualsiasi condizionamento. Ma questo è anche il suo limite. Lo si potrebbe far crescere, aumentare le informazioni arricchirlo con altri servizi, realizzare versioni in altre lingue... ma questo richederebbe strutture, collaboratori e quindi budget che oggi non sarebbero sostenibili.
Dicevamo che da 1 a 1000 post Simenon-Simenon è cambiato e da un blog è diventato una biografia on-line e in-progress. Chissà da 1000 a 2000 quali altri cambiamenti avverranno?
Vi aspetto tutti qui, anche quelli che oggi ancora non ci sono, a festeggiare i 2000 post. E da domani... al lavoro!





Maurizio Testa

lunedì 30 settembre 2013

SIMENON-SIMENON ANTEPRIMA: DOMANI IL 1000° POST

Domani non perdetevi l'aggiornamento di Simenon-Simenon. Sarà un giorno diverso dagli altri perché festeggeremo il 1000° post pubblicato. E sarà anche l'occasione per fare un po' il punto di questo blog che da quasi tre anni tiene compagnia a chi è appassionato dello scrittore, dei suoi romanzi e del  commissario Jules Maigret.
Un piccolo traguardo, ma per noi ha la sua importanza e lo ha per questa avventura che abbiamo intrapreso nel novembre 2010 e che, lo immaginerete, ci costa "quotidianamente" una qualche fatica, ma abbondantemente ricompensata dal vostro seguito sempre più numeroso.
A domani quindi, vi aspettiamo tutti su questa pagina.

SIMENON. L'AVVENTURA AMERICANA INZIA ON THE ROAD

Ieri il quotidiano La Repubblica ha dedicato un ampio spazio a Simenon e più precisamente a quel libro, De phoques aux cocotiers, aux serpent a sonnette, rieditato in Francia in edizione economica per Le livre de poche. Titolo della pagina d'apertura del supplmento La Domenica "Simenon on the road". Si tratta del libro che avevamo presentato anche qui a Simenon-Simenon un paio di settimane fa' con il titolo Simenon reporter on the road made in Usa. Come dicevamo, grande apertura della copertina de La Domenica, poi a seguire altre due pagine, con una decina di foto del periodo americano, poi un testo della giornalista Anais Ginori e un brano di questo diario di viaggio firmato Georges Simenon.
Molto interesse, quindi per Simenon da aprte del maggior quotidiano italiano (molti diranno che no, il maggior quotidiano italiano é il "Corriere della Sera", ma è una querelle vecchia che non ci interessa sviscerare in questa sede). Ma tanto spazio perché? Non perchè sia uscito un libro, o meglio per ora è edito solo in Francia e disponibile quindi in francese. Perciò non un interesse letterario, ma più sul personaggio e sulla sua esperienza americana.
Il famoso viaggio di circa 5000 chilometri, inizia a metà settembre 1946. Questo vuol dire, nemmeno un anno dal suo sbarco a New York, a metà ottobre del 1945. Nel novembre del '45 va a vivere a Saint-Marguerite-du-Lac nel Quebec (Canada francese), nell'estate del '46 trasloca a Saint-Andrews, sempre in Canada. A settembre parte per questo tour on the road su una vecchia Chevrolet.
Abbiamo fatto questa scrupolosa cronologia, per dimostrare che questo viaggio era la prima vera esperienza di vita di Simenon negli Stati Uniti, non da turista. E il resoconto venne scritto di getto, quasi come un diario di viaggio, pubblicato quasi giornalmente su France-Soir (per la precisione il 5, 6, 7, 8, 10, 14, 15, 17, 20 e 22 novembre 1946), quindi a viaggio appena concluso.
Per questo motivo, invitiamo a prendere con le molle le osservazioni e i giudizi espressi dal romanziere e che la Ginori mette in evidenza, come l'individualismo, la tolleranza, la diffidenza verso lo stato, gli americani come uomini senza incubi, una società dove ognuno ha il diritto di pensare altrimenti...
Si tratta di giudizi di un uomo che è letteralmente "scappato" dalla Francia, e
che vede l'America come una chimera, come libertà, con un profilo tutto in positivo e dove regna un'illimitata fiducia verso il futuro. Non scordiamo del periodio di paura da cui proveniva che l'aveva visto tribolare in Francia con un'accusa di collabrazionisamo tra capo e collo e di contro il senso di liberazione e l'impressione di rinascere quando riuscì a mettere un oceano tra il Vecchio e il Nuovo Mondo.
Sarebbe interessante confrontare le dichiarazioni che troviamo in questo reportage e il giudizio sull'America e gli americani che Simenon darà invece nel 1954 alla vigilia della sua (nuova) fuga in Europa (temi come il puritanesimo, il razzismo, il maccartismo...). Sono, questi ultimi, giudizi vissuti e meditati dopo dieci anni di vita statunitense e non quelli di un viaggiatore alle prime scoperte.
Potrebbe essere un buon argomento per un prossimo post...

domenica 29 settembre 2013

SIMENON. ANCORA IN VOLO L'ANGIOLETTO

1964, anno de "Le Petit Saint", Ian Fleming visita Simenon ad Epalinges. Lo scrittore guarda incuriosito il modello dell'americana Studebaker del suo collega inglese

Anche per questa settimana registriamo le posizioni dell'ultimo romanzo di Simenon edito in Italia. L'angioletto (Le Petit Saint - 1964 - Presses de La Cité), questo il titolo, guadagna un paio di posti piazzandosi 4° nella classifica dei "Tascabili" di TuttoLibri pubblicata su La Stampa di ieri. Oggi invece sul supplemento La Lettura del Corriere della Sera, perde qualche posizione nella sezione "Narrativa straniera", sistemandosi al 16° posto. Su RCult  de La Repubblica non ce n'è traccia né tra la "Narrativa straniera", né tra quella dei "Tascabili" invasa, come al solito, dai 99centesimi della Newton Compton.
Per quanto riguarda i libri venduti su internet, registriamo L'angioletto al 47° posto dell'aggiornatissima classifica "Top 100" di Internet Book Shop, mentre sulla piattaforma di Feltrinelli.it occupa la 18a posizione.
Una notazione particolare. Su inMondadori, l'unico Simenon che si trova è la raccolta dei racconti di Maigret L'Etoile du Nord e altri racconti ed occupa il 73° posto. Ma L'Adelphi non lo dà per già uscito, per la casa editrice si tratta ancora di un'anteprima non ancora giunta in libreria. Ma si sa su internet le cose corrono veloci... più che nella realtà!

sabato 28 settembre 2013

SIMENON SIMENON. BANANE A... THAITI

Turista da banane 
(Touriste de bananes o Les dimanches à Thaiti ) - anno 1938 - Edizioni Gallimard


"E' una nostra espressione  per identificare certi turisti che partgono per le isole (quelle tropicali n.d.r.) con l'idea di vivere una via naturale, lontani dal mondo, senza preoccupazione di denaro, nutrendosi di banane e di noci di cocco...".
Insomma è presto detto. Per i thaitiani sono quegli illusi che scappano dall'occidente per fallimenti, delusioni, brutte storie e pensano di trovare in quei lidi equatoriali il paradiso in terra. In realtà finiscono, alcolizzati, o ridotti alla fame, destinati nella loro beatà stupidità a fare una brutta fine. Ed è quello che succede al giovane Oscar Donandieu che scappa dalla sua realtà di ultimo esponente di una famiglia di armatori fugge a  Papeete, nella convinzione di iniziare una vita a contatto con la natura. Ma la realtà è ben diversa e anche una relazione con una donna del posto Tamantea, non incide su quella che sarà un epilogo tragico. Sullo sfondo i fallimenti e i sogi impossibili di tanti turisti di banane, che soprattutto a quel tempo, pensavano che cambiando luogo, i loro probelmi sarebbero scomparsi per incanto.
Un Simenon tragico, cui fa da contrasto una natura splendida che si capisce che abbia incantato anche il romanziere.






"Erano ormai trentasette giorni  che l'Ile-de-Ré aveva lasciato il porto di Marsiglia.Alla partenza si gelava e tutti i passeggeri, tranne due, si erano sentiti male.Ma poi dopo essersi sorbiti per sttimane i cavalloni dell'Atlantico, si erano dimenati fino a perdere il fiato nei locali da ballo della Guuadalupa e, perfino il missionario della seconda classe, si era vestito in borghese pr accompagnare a terra la famiglia Nicou. A Panama le singore avevano acquistato profumi, che lì costano meno,e durante la traversata del canale il pranzo era stato servito sul ponte, come vuole la tradizione. La nave si stava avvicinando agli antipodi e in lontananza si erano intraviste le Galapagos...".

Edizione: Biblioteca Adelphi 322- 1966 - "Turista da banane" - Traduzione: Laura Frausin Guarino

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venerdì 27 settembre 2013

SIMENON. COSI' PARLO' FAYARD...

Arthème Fayard. Editore di Georges Sim e di altri autori che altro non erano che gli altri pseudonimi di Simenon. Romanzi rosa, d'avventura, esotici, polizieschi... Quel Sim, o Simenon che fosse, per lui era un bell'affare. Preciso nelle consegne, veloce nella stesura, anche quando i tempi erano ridottissimi, di uno stile semplice e alla portata di tutti. Proprio quello che ci voleva per la sua letteratura popolare, venduta a pochi centesimi. Ma...
Ma un giorno del 1931 ecco che gli si presenta il giovane Sim con un'idea strampalata. Un poliziesco molto particolare e con una cadenza davvero incredible.
Vediamo cosa disse Fayard, ma anche Simenon, secondo quanto poi riportò lo scrittore nel suo L'age du roman, del 1943.
S. - Voglio scrivere dei romanzi polizieschi a cadenza mensile.
F. - Perché uno al mese?
S. - Perché ho calcolato che ciò corrisponde al mio bilancio.
F. - Cosa mi garantisce che lei sarà capace di reggere il ritmo?
S. - Eccone sei che sono stati scritti in tre mesi.
Fayard li lesse e dopo otto giorni mi diceva:
F. - Li pubblico!
Poi aggiunse.
F. - Solo che stiamo andando alla catastrofe.
S. - Perché
F. - Primo perché i suoi romanzi polizieschi non sono veri romanzi polizieschi. Non sono scientifici. Non rispettano le regole del gioco.
S. - E poi?
F. - Secondo, non c'è amore, perlomeno amore come lo si concepisce in un romanzo poliziesco.
S. - E ancora?
F. - Terzo, non ci sono i personaggi antipatici. I suoi romanzi non finiscono né bene né male. E' disastroso.
Questo avveniva nel '31. Simenon però l'ebbe vinta. Maigret debuttò per di più con il Bal Anthropométrique  che Fayard definiva "Un inutile sperpero di soldi". E invece con quel can-can notturno, fece parlare tutti i giornali di Parigi per una settimana e lanciò alla grande il personaggio di Maigret che ebbe un successo editoriale notevole. Dopo i diciotto mesi previsti dal contratto e dopo diciannove Maigret pubblicati, Simenon si ripresenta da Fayard. E' il 1933 e le parti sono invertite.

S. - Abbandono il romanzo poliziesco. Ne ho abbastanza del personaggio di Maigret.
Simenon era ormai partito per la via del romanzo, i romans-durs, come li chiamava lui. Fayard si disperò, lo implorò affinché continuasse la serie, ma non ci fu nulla da fare. Nell'ottobre del '33 poi Simenon passò a Gallimard... ma questa è tutta un'altra storia.

giovedì 26 settembre 2013

SIMENON... E SE FOSSE VISSUTO AI TEMPI DI FACEBOOK?


Simenon rubava. Lo ametteva lui stesso. Quando girava per le strade, si fermava in un bristrot o mangiava in una brasserie, le sue orecchie erano ben tese a cogliere i discorsi della gente. Una coppia che litigava alla fermata del metrò, padre e figlio che discutevano mentre mangiavano, due donne che ridevano sommessamente davanti ad una vetrina o due anziani che bisbigliavano mentre giocavano a carte in un bistrot.
Tutta quella gente per cosa litigava, discuteva, rideva o bisbigliava? Simenon si appostava e cercava di rubare le loro parole per comprendere i motivi dei loro comportamenti, tentando di capire quali vite si nascondessero dietro quell'attimo fuggente. E ovviamente carpiva i gesti, le espressioni, osservava il modo di vestire e, per le donne, di acconciarsi.
Insomma provava ad intrufolarsi nelle loro vite, attraverso quello che coglieva in quei brevi momenti. Era gente comune, che parlava di problemi quotidiani, che litigava per vecchie ruggini, per denaro o per gelosia... E intanto accumulava dati per i suoi romanzi.
Quasta sua insopprimibile esigenza di scavare nelle vite altrui, ci porta a pensare a come il romanziere si sarebbe comportato se, per assurdo, avesse avuto a disposizione uno strumento come Facebook.
Ormai è fin troppo acclarato che tra le persone presenti su questo social-network per i motivi più diversi, molte sono quelle che usano questo strumento per raccontare di sé, quello che fanno, chi sono i loro amici, dove vivono, quali viaggi hanno fatto, se hanno un rapporto sentmentale o no, qual'è il loro umore della giornata. Condividono (con amici talvolta veri e nella gran parte solo acquisiti e mai incontrati nemmeno una volta) le loro gioie le loro delusioni... Insomma è una grande esposizione di persone, le più varie, che a volte postano solo degli enigmatici "non posso più andare avanti", oppure "una giornata meravigliosa" o anche "da oggi ho deciso, basta!".... Messaggi in codice? Avvertimentimenti per qualcuno che sa? Sfoghi impulsivi?
Insomma su Facebook si trova una ricchezza di sfaccettature della vita umana che riteniamo che sarebbe stato uno strumento di grandissimo interesse per Simenon, e secondo noi l'avrebbe incuriosito non poco. Certo non può essere un sostituto dell'osservazione della vita reale, ma c'è una tale miniera di persone che letteralmente si mettono in vetrina, anche fotograficamente, con le loro manie, le loro aspirazioni, le loro debolezze, le loro convinzioni e le loro inclinazioni, che non crediamo avrebbe potuto lasciare indifferente il romanziere.
Forse si sarebbe spinto a chattare con qualcuno, per entrare di più nella vita di quello che spesso è solo un nome un cognome e una o più foto.
Certo si tratta di un marchingegno nato un secolo dopo la nascita di Simenon,
ma, se ci pensate, "solo"  quindici anni dopo la sua morte.
E crediamo che per la curiosità che lo scrittore ha sempre dimostrato per le innovazioni e le sperimentazioni non si sarebbe fatto scappare una novità coe Facebook. Voi che ne dite?