martedì 31 dicembre 2013

SIMENON SIMENON. AUGURI PER UN 2014 TUTTO IN... "ETAT DE ROMAN"


Che L'ètat de roman, la trance creativa in cui Simenon realizzava i suoi capolavori, sia lo stesso spirito che animi ognuno di noi, simenoniani e non, in questo difficile 2014. Un anno che richiederà non solo tutte le nostre forze coscienti, ma anche quelle inconsce per superare difficoltà, problemi, contrarietà, imprevisti...
E le nostre risorse interne ci sono per lo più sconosciute, ma spesso di gran lunga più potenti di quanto siamo portati a credere.
Crisi esistenziali, problemi caratteriali, confusioni identitarie... quante difficoltà hanno dovuto superare gli artisti e quante volte hanno dichiarato che senza quella creatività artistica, che nulla aveva a che fare con la lucida razionalità e il sano pragmatismo, riuscivano a risolvere situazioni difficili e apparantemente senza via d'uscita?
Per carità, non vogliamo dire che l'arte che scaturisce dall'incoscio risolva tutto.
Chi fatica a mettere insieme il pranzo con la cena per sè e per i suoi figli lo sà bene (e oggi purtroppo sono sempre di più), le soluzioni "vere" sono tutt'altre. Però non dimentichiamoci mai della nostra dimensione onirica, subconscia, sognante, anche quando le condizioni materiali si fanno più dure. Quella parte di noi può contribuire a farci star meglio e a permetterci di affrontare meglio le battaglie quotidiane. Leggere un romanzo ad esempio, sentirsi rinfrancati da un'evasione sia pure temporanea è sempre positivo. Di solito dopo aver letto l'ultima pagina di un libro ci sentiamo più vivi, più rinforzati, con maggiori speranze... e forse in forma migliore per riprendere quella lotta che aspetta molti di noi ogni giorno.
Non suoni, per carità, come una predica, ma piuttosto sia letta come la condivisione di un'esperienza che ci tocca personalmente e che non crediamo davvero di essere gli unici a vivere.
Comunque in un giorno come questo, che convenzionalmente chiude un ciclo per aprirne un'altro, come si fà a non trasmettere un augurio di speranza e di positività? Anche i più scettici debbono piegarsi a questa consuetudine. Anche chi, come Simenon, crede che il destino sia padrone assoluto delle nostre vite. Anche noi la pensiamo così... ma non fino in fondo. C'è sempre una chance, piccola, lontana, di cui magari non ci accorgiamo, che può salvarci. E' il motivo che ci spinge a vivere, ad andare avanti e a lottare giorno per giorno.
E nonostante le guerre, disastri ambientali, milioni di bambini malati e affamati e tutte le altre ferite di questo nostro mondo, dobbiamo sperare che nel 2014 tutti noi, sprattutto i più sfortunati e i più dimenticati, si possa fare un passo anche piccolo verso il miglioramento.
Per il 2014 insomma Une vie comme neuve... come avrebbe detto Simenon.

   Maurizio Testa

martedì 24 dicembre 2013

SIMENON SIMENON... AUGURI AUGURI !


Simenon-Simenon va in vacanza per le prossime festività, non senza aver prima augurato a tutti i lettori, e in special modo a tutti i suoi collaboratori e a coloro che ne hanno reso possibile la realizzazione, i migliori auguri per le feste e per l'anno nuovo. E' che il 2014 sia quello che realizzi i desideri e anche i sogni di tutti.

domenica 22 dicembre 2013

SIMENON SIMENON: MAIGRET ESSERE O NON ESSERE...NEL TITOLO?

(segue  da sabato 21) - Murielle Wenger 

Varie versioni di M.Gallet Décédé
Tuttavia , quando il successo dei Maigret si consolida, il titolo originale non cambia: il nome del personaggio non compare nelle ristampe che citerò, quindi, farò notare come si fosse riusciti a presentare Maigret sulla copertina. Ecco alcuni esempi :• Ristampa del 1936 , con titolo " Les enquêtes du commissaire Maigret " e un medaglione con il ritratto dell'attore Harry Baur, che aveva interpretato Maigret nel film di Duvivier, La tête d'un homme, pubblicato nel 1933
• R
istampa degli anni '50, con una fascia che indica il nome del commissario; il nome del protgnista occupa più spazio rispetto a quello del suo creatore ...• Un'altra ristampa degli anni '50, il tiro viene corretto, ora è il nome dell'autore ad avere la precedenza su quello della creatura ...• I tascabili che seguiranno negli anni '70, quando l'autore ha ormai raggiunto una certa notorietà - che nulla toglie a quella del personaggio - hanno sempre il nome
dell'autore collegato a quello del personaggio in una serie di sfida a chi otterrà la posizione più rilevante nell'impaginazione della copertina...Passiamo ora alla reputazione di Maigret nelle traduzioni dei suoi romanzi, che i susseguono molto rapidamente dopo le prime pubblicazioni M. Gallet décédé publicato nel febbraio 1931 e nello stesso anno, traduzioni  in norvegese, seguite da un'edizione inglese e una portoghese nel 1932, quindi una italiana e una edizione danese nel 1933 . L'editore italiano Arnaldo Mondadori pubblica i titoli ciclo Fayard tra il 1932 e il 1934. I norvegesi hanno tradotto 19 romanzi tra il 1931 e il 1937. Tra il 1932 e il 1937 vengono pubblicati sei titoli in tedesco, in spagnolo, in inglese, in danese e in ceco, quattro titoli in portoghese, tre titoli in svedese, e sette titoli in giapponese. Tuttavia, è interessante notare è che queste prime traduzioni non menzionano Maigret nel titolo. Ciò significa che i primi test di diffusione, se dimostrano il crescente successo dell'autore, per ora non promettono niente sul futuro del personaggio: probabilmente i primi romanzi furono  pubblicati all'estero, come altri romanzi di altri autori. Ancora non esisteva la consapevolezza che questo atipico poliziotto dal
buffo nome sarebbe stato protagonista di una carriera eccezionalemente lunga ... In ogni caso, le prime traduzioni dei titoli sono rappresentate generalmente in due tipolgie: o un carattere del titolo originale o un titolo diverso che evoca un altro elemento della storia ( vi rimando allo studio di cui sopra , ma non appare mai il nome del personaggio principale
prime traduzioni norvegesi americani e italiani

Versioni italiana, inglese e norvegese di M. Gallet décédé
Analizzando con più attenzione le varie traduzioni dei romanzi del ciclo Fayard, è apparsa nel corso del tempo una cosa chiara: nella maggior parte dei casi, il titolo tradotto non include il nome di Maigret. Uno studio statistico ci rivela che il nome del commissario appare nel titolo in media in un terzo dei casi, con differenze da un romanzo all'altro, per Le chien jaune solo l'8 % dei titoli tradotti includono il nome di  Maigret (il titolo originale di questo misterioso canie dal pelo biondo è sufficiente a sé stessa, qualunque sia la lingua ...) e, all'altra estremità, il titolo  Chez les Flamands, spesso tradotto introducendo  il nome del commissario (64% dei casi). Tra i due, c'è un ventaglio di soluzioni : il nome di Maigret  appare nel 21% dei titoli tradotti da Le port des brumes, il 27 % de La tête d'un homme, il 28 % La nuit du carrefour, il 29 % di Un crime en Hollande  il 31% de Le charretier de la Providence, il 32 % di Le pendu de Saint-Pholien e di Liberty Bar, il 33 % L'ombre chinoise, il 34% di Pietr le Letton, il 35 % deLa guinguette à deux sous il 36 % di Le fou de Bergerac, il 37% di La danseuse du Gai-Moulin, il 38% di M. Gallet décédé e de L'affaire Saint-Fiacre, il 41 %  Au rendez-vous des Terre-Neuvas, il 48 % de  L'écluse no 1. Si noti inoltre che quando nel titolo appare il nome Maigret, si può o accompagnare le parole del titolo originale (ad esempio Maigret e il cane Giallo), o accompagnato da altre parole (Maigret e il viaggiatore di terza classe, L'impiccato St. Pholien), nella metà dei casi, in media, accompagna le parole del titolo originale, ma con grandi differenze da un romanzo all'altro: per esempio , solo il 20 % di titoli tradotti da  La tête d'un homme  con la parola Maigret, hanno anche la parola "testa" e / o "uomo" , mentre il 40 % dei titoli tradotti di M. Gallet décédé con la parola Maigret comprendono anche le parole "Gallet" e / o equivalenti di " morti" ( "morto " , " defunto ", ecc ) , l'88 % di titoli tradotti di  Le chien jaune  con la parola  Maigret é incluso "cane giallo ", e il 100 % di titoli tradotti da un Un crime en Hollande insieme alla parola Maigret ha anche la parola "Holland" . 
Andando avanti con la nostra analisi, troviamo l'aspetto più interessante, che risponde più strettamente alla domanda posta da Maurizio, esaminando i titoli tradotti con la parola Maigret e quelli senza.
In primo luogo il nome del commissario non compare nelle traduzioni più vecchie (apparse negli anni successivi alle prime uscite Fayard), che, come detto in precedenza, sono quelle che hanno introdotto fuori i confini della Francia l'opera del romanziere, ma senza la previsione di quello che sarebbe stato il futuro successo del commissario. In seconda istanza invece, ci sono le più recenti traduzioni che non menzionano il nome di Maigret, dal momento che il commissario e il suo autore sono divenuti assai famosi e non solo al loro pubblico. Tra i due, ci sono le traduzioni in cui nel  titolo appare sempre il nome del protagonista, soprattutto dopo gli anni '50 e '60 anni, con il ciclo Presses de la Cité . Va ricordato che questo si deve a Nielsen, è lui che suggerisce a Simenon d'includere il nome di Maigret nel titolo, questo avrebbe avuto un duplice vantaggio: dare a questa parte della sua creazione un carattere unitario e, allo stesso tempo, consentire di distinguerlo immediatamente dai romans-durs . Per non parlare dell'aspetto pubblicitario: il lettore è così facilitato ad individuare subito un "Maigret" nelle librerie , soprattutto quando il nome è stato tipograficamente ben evidenziato. In molte lingue la copertina era un vero e proprio "marchio Maigret ", sia per il nome del protagonista, che per il suo volto, che spesso rimanda ad un attore che ha incarnato il commissario, come Jean Gabin ad esempio. In queste  traduzioni si trovavano romanzi del ciclo Fayard, del ciclo Gallimard o del ciclo Presses de la Cité , con il nome di Maigret nel titolo. Per la traduzione non c'era differenza tra un ciclo e l'altro, l'importante era aver comprato un "Maigret", basta fosse "timbrato" con il nome del commissario in copertina. E se, a volte, il nome mancava, c'era comunque un apparato grafico e illustrativo che non davno adito ad alcun dubbio.
Edizioni diverse dell'italiano Maigret e il Lettone
Ecco alcuni esempi: in italiano la prima traduzione di Pietr le Letton, pubblicato nel 1933 in Mondadori, porta il titolo di  Pietro il Lèttone , quando viene pubblicata negli anni '50 e '60 , una nuova collezione (di cui il primo volume è la traduzione di un ciclo di Presses de la Cité,  "Maigret et son mort" è simbolicamente tradotto in "Ben Tornato Maigret"). Il titolo della traduzione di  Pietr le Letton diventa Maigret e il Lèttone, che è il titolo che verrà conservato nelle successive edizioni,  sia per gli Oscar Gialli che per entrambe le collezioni illustrate da Pinter. Quando invece i diritti passano alla casa editrice Adelphi, il titolo torna ad essere Pietr il Lettone. Il cambiamento editoriale spesso provoca diverse traduzoni dei titoli, anche se nelle edizioni più recenti c'è una sorta di ritorno alle origini, con una traduzione il più possibile vicino al titolo originale, e questo è il caso per le lingue diverse da quella italiana. Così termina il nostro tour nei "misteri" delle varie edizioni Maigret. Si noterà come il primo test di lancio di un nuovo personaggio, passa attraverso le traduzioni, la costruzione di un corpus unico, la costituzione di una letteratura seriale, marcato dalle scelte grafiche e tipografiche delle copertine di numerose edizioni e ristampe. Una volta accertato il potenziale di un personaggio, si passa al suo riconoscimento la menzione nel titolo, o almeno la sua presenza su una copertina... Murielle Wenger

SIMENON SIMENON. LA..." RESA" DI MAIGRET?


sabato 21 dicembre 2013

SIMENON SIMENON. MAIGRET: ESSERE O NON ESSERE NEL TITOLO / 1

La domanda posta da Maurizio a pochi giorni fa sui titoli con e senza Maigret, mi ha ispirato a approfondire La questione. Ho già discusso nel mio sito (http://www.enquetes-de-maigret.com/traduclang.htm), come siano stati tradotti i titoli dei romanzi del corpo maigrettiano. Questa volta vorrei affrontare la questione dei titoli della serie Fayard, della loro traduzione, ponendo l'accento sulla presenza o l'assenza del nome del protagonista in suddetti titoli. La prima cosa che possiamo dire è che, quando Simenon offre le sue prime prove maigrettiane a Fayard, non è sicuro nemeno lui del successo della serie. Se pensa di aver fatto un ulteriore passo verso la "grande letteratura", non può ancora essere certo che sarà un buon risultato... Ecco il motivo per cui, in quel momento, continua a scrivere in parallelo altri romanzi, non solo "letteratura alimentare", ma anche altri romanzi polizieschi, come quando pubblica le gesta di Sancette o di G7 . Quindi nel momento in cui presenta il primo Maigret serie Fayard (Pietr le Letton, Le Charretier de la Providence, M. Gallet décédé, Le pendu de Saint-Pholien), probabilmente non aveva il progetto di una "serie", anche se troviamo l'eroe di ogni romanzo, come anche in altri suoi romanzi polizieschi che mostrano la stessa impostazione (come Jarry, per esempio), il nome del protagonista non appare nel titolo. D'altra parte, inserire il "Maigret" nel titolo davvero sarebbe stato più funzionale al lancio dei primi due romanzi della serie? Non è così chiaro, soprattutto perché in quel momento il nome di questo commissario non diceva nulla ai lettori del tempo ... Quindi, al contrario, titoli misteriosi come Le pendu de Saint-Pholien o M. Gallet décédé, potevano suscitare la curiosità dei potenziali acquirenti. Inoltre Simenon ha scelto di richiamare l'attenzione sul nome di Maigret in un altro modo, con quel can-can
mediatico provocato dal Bal Anthropometrique nel febbraio 1931. E va riconosciuto che effettivamente fu un notevole successo... A quel punto, tuttavia che, una volta rassicurato dal successo delle vendite del primo Maigret, Simenon avrebbe potuto includere il nome del suo commissario nei titoli dei romanzi successivi. Lui invece non fa nulla, continua a creare titoli misteriosi e accattivanti (Le chien jaune, La tête d'un homme, La danseuse du Gai-Moulin e Le port des brumes), e se vogliamo definirlo, potremmo dire che questo tipo di
approccio è un po' il suo marchio del momento. Inoltre  questa scelta, lo aiuta a mantenere una certa unità nello stile editoriale, come per altro dimostra la prima serie di quelle inedite copertine fotografiche: il titolo del romanzo risalta a grandi lettere sullo sfondo in bianco e nero, più sotto troviamo il nome dell'autore e nella fascia inferiore quello dell'editore e il prezzo del libro (quei famosi 6 franchi su cui Simenon aveva combattutto e vinto la sua battaglia).E in più si potrebbe aggiungere che in quel momento, il romanziere era probabilmente più desideroso di fare il suo vero nome (per esteso e non più Georges Sim) più che quello del suo personaggio...  Murielle Wenger
(segue domani, domenica 22 dicembre)