giovedì 15 maggio 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET SI IMBATTE NELLE SUE... INCHIESTE

Era la da più di un quarto d'ora. La pipa accesa, lo sguardo rivolto a quella libreria. Il rumore del ticchettìo della pioggia sulla finestra ricordava quello dei tasti di una macchina da scrivere.
Il commissario non avrebbe saputo dire cosa guardava... Era piuttosto sovrastato dalla quantità di libri, raccoglitori, cartelline, bozze, tutti stipati in quegli scaffali. Ognuno di essi aveva un cartellino, un etichetta, una scritta stampata o vergata a mano che recava un nome, il suo nome "Maigret". Maigret preceduto o seguito da altre parole, Maigret cinquanta... cento volte... Non avrebbe saputo dirlo. E non si era dato nemmeno pena di leggere altro. Lo sentiva, lo avvertiva sin troppo bene. Si trovava in un archivio degli uffici di quello scrittore che conosceva fin troppo bene, quel Simenon che l'aveva preso pari pari e messo come protagonista nelle sue storie poliziesche.
Il commissario sentiva che lì, in quella libreria, c'erano i propri casi, le proprie indagni, i propri morti, i propri condannati, le umide nottate passate appostato in una brasserie, a sbirciare dalla vetrina, ad aspettare il suo uomo e a bere calvaldos.
Lì c'era un pezzo della propria vita... un bel pezzo.
Ma poi c'erano le panzane, come le chiamava, cioè le storie inventate, le indagini che non aveva mai condotto, personaggi e fatti del tutto inesistenti. Già, perché quel Simenon aveva sfruttato ben bene quello che c'era da prendere dalla realtà, ma poi non si era fatto scrupolo d'inventare vicende e situazioni che non erano mai successe... ma lui se lo poteva permettere... non era uno scrittore? Anzi un romanziere, come si faceva chiamare. E anche per quello che riguardava sè stesso o il rapporto con sua moglie... tutto inventato... Tic e manie che non aveva mai avuto, come quella ridicola dell'antiquata stufa a carbone del suo ufficio...Ma come si può pensare?... Avrebbe perlomeno affumicato tutto l'ufficio!...E poi quella storia del bere, che esagerazione!... Ormai non poteva più entrare in un bar o una brasserie che subito il padrone gli chiedeva "Un calvados? Una bella birra fresca?... Un cognac?...".
Maigret era piantato lì davanti alla libreria, immobile, massicio, pesante almeno come tutta quella carta davanti a lui. L'unico segno di vita erano le dense boccate di fumo.
In quegli istanti aveva dimenticato tutto, la chiamata a Quai des Orfévres, la notizia che un archivista di quell'ufficio era stato trovato cadavere, la corsa in macchina con i suoi ispettori, Lucas che dava ordini ai gendarmi del quartiere.
Una volta entrato in quella stanza, e trovatosi a tu per tu con quella libreria, si era estraniato da tutto.
E ora continuava a stare fermo davanti alla libreria come di fronte ad uno specchio. Da una parte lui in carne ed ossa, dall'altra sempre lui ma sulla carta e nei libri. Il vero Maigret faccia a faccia con quello che conoscevano tutti, o meglio, che tutti pensavano di conoscere. Era uno come uno specchio? Sì, ma un specchio deformante che storceva la propria vita i propri casi, le proprie abitudini. In quel momento avvertiva tutto questo come un'indebita intrusione, una vera e propria....
- Commissario! - era Lucas che lo stava chiamando dalla stanza accanto - Commissario Maigret...
- Cosa c'è - rispose senza muovere ciglio - cosa vuoi?...
- Sta salendo il signor Simenon...
- Simenon? E come ha fatto a sapere?...
- Forse alla centrale - disse Lucas affacciandosi alla porta - sa... con tutti gli amici che ha... chissà, forse una telefonata...
Un grugnito usci dalla gola di Maigret.
Alzò gli occhi al cielo, ma vide solo un soffitto con delle macchie di umidità.
Poi a passi lenti e pesanti si avviò verso la porta.
La pipa non si era ancora spenta.

Maurizio Testa

mercoledì 14 maggio 2014

SIMENON SIMENON. L'ADDIO DE "IL GIORNO"

Torniamo con un'altra testimonianza giornalistica della scomparsa di Simenon. E' sempre il 7 settembre 1989 stavolta si tratta del quotidiano milanese "Il Giorno", nato nel '56 e che propose al suo esordio alcuni elementi innovativi in parte mutuati dalla stampa britannica.
La pagina che quel giorno dedica alla scomparsa dello romanziere è però ancora "la terza", quella che per tradizione e per lungo tempo fu dedicata dai giornali quotidiani ai temi culturali. In quell'anno era direto da Italo Pietra, gornalisa sensibile ala cultura come dimostrano le firme collezionae sotto la sua direzione: Arbasino, Cederna, Citati, Pasolini, Eco, Cassola, Soldati...


Il grande titolo "Addio Simenon" è sovrastato da un occhiello che definisce il romanziere come "l'autore delle avventure del commissario Maigret".
E ancora nel sommario si interroga:  "La scomparsa lascia aperto l'enigma sulla sua personalità di scrittore, affabulatore alla maniera di Balzac, attratto dagli abissi di Dostewskji..."
 A metà pagina un altro titolo recita "Prima del pubblico, furono i grandi dela letteratura, come Gide e Sartre, a decretare il successo dei suoi romanzi".
Nell'articolo d'apertura si dice che "... il miglior romanzo Simenon l'ha scritto vivendolo...". Le ricostruzioni proposte non sono tutte precise, come quella secondo la quale fu Simenon a decidere di smettere negli anni '70 la produzione dei Maigret... cosa abbastanza imprecisa, come sappiamo.
Si parla anche del suo metodo "...ecco il metodo di Maigret e lo stile di Simenon:  un clinico dalla natura umana, niente affatto moralista, per solidale pietà...". E poi, buona metà della pagina dedicata a Maigret definito  "L'eroe dei suoi racconti, campione di un mondo criminale che non esiste più".
Tre le foto che illustrano la pagina. In alto a destra, un Simenon anziano, dove una didascalia spiega il perchè del ritardo di tutti i quotidiani nel dare la notizia della morte, in realtà avvenuta il 4 settembre. Per volere di Simenon la notizia venne data alla stampa ad esequie avvenute, quindi il 6 di settembre, appena in tempo per uscire, tutti i giornali italiani e non, il 7 settembre. Le altre due foto riguardano una l'attore Cervi, il Maigret italiano, (quella in basso a sinistra) e l'altra (a fianco) Jean Gabin, altro grande attore simenoniano, qui però non nei panni di Maigret, ma protagonista insieme a Simone Signoret della trasposizione cinematografica de "Le chat".  Completano la pagina, un box in cui si scrive che, ad allora, erano state vendute in Italia 20 milioni di copie delle opere di Simenon, e un articolo di taglio basso, in cui vengono passati in rassegna i vari Maigret, da quelli televisivi a quelli cinematografici, da quelli italiani a quelli francesi, inglesi... E l'articolo si chiude con l'invito ad andare a vedere al cinema un film tratto, non dai Maigret, ma da un roman-dur: L'insolito caso di Mr. Hire (Les fiancailles de Mr.Hire) con queste parole: "...La solitudine che circonda come una lieve nube i personaggi simenoniani è qui una categoria dell'esistenza...".

martedì 13 maggio 2014

SIMENON SIMENON: GLI EBOOK DI MAIGRET... INVADONO LA CLASSIFICA I.B.S.

Una nuova infornata di titoli di Maigret in ebook. Siamo andati a curiosare su qualche sito tra i più importanti per vedere cosa succede. Iniziando, come nostro solito, da Internet Book Shop, abbiamo avuto una prova tangibile dell'invasione dei titoli Adelphi della serie Maigret. Infatti ad oggi nella Top 50 degli venduti da I.B.S. ben undici posti sono occupati dalle inchieste del commissario. Ecco le posizioni:
9° Maigret e il produttore di vino
22° L'amica della singora Maigret
24° Il crocevia delle tre vedove
28° Maigret à Vichy
31° La prima inchiesta di Maigret
32° Maigret e il fantasma
41° Maigret e l'uomo della panchina
44° Maigret e il barbone
46° Maigret e la stangona
49° L'amico d'nfanzia di Maigret
50° Cécile é morta
Nella TOP 10 Ebook Rizzoli (che ricordiamo possiede il marchio Adelphi) troviamo al 1° posto Minacce di Morte e altri racconti, ma non i nuovi ebook, che non compaiono tra i primi 10 visibili sul sito. Ovviamente i titoli ci sono tutti e sono disponibili, ma evidente non ocupano i posti alti della classifica.
Chi non li ha (ancora?) nella propria piattaforma di vendita è invece la Feltrinelli.it che di solito è invece ben fornita dei titoli simenoniani.
Su inMondadori questi titoli sono disponibili, ma non ne appare nemmeno uno nella sua Top 50 Ebook.

lunedì 12 maggio 2014

SIMENON SIMENON. IL "CASO" BRESCELLO/MEUNG-SUR-LOIRE E... IL MAIGRET DI CERVI


Siamo di nuovo a insinuarci nelle pieghe dell'attore Gino Cervi e in quelle del personaggio letterario Maigret per cercare di scoprire certi punti di contatto tra i due, soprattutto quelli meno evidenti ad un primo confronto. E qui entrano in ballo due località geografiche.  
Brescello, che non è il paese natale di Cervi (notoriamente nato a Bologna), ma la cittadina dove si svolge la sagra cinematografica di Don Camillo e l'onorevole Peppone che tanto successo ha avuto in Italia e in Francia. Bene, vogliamo azzardare l'ipotesi che questo comune della pianura padana da una parte abbia impresso l'immagine del Cervi-Peppone presso il grande pubblico sin fino all'interpretazione di Maigret, dall'altra evochi un'altro villaggio, questa volta della campagna francese, Meung-sur-Loire, sulla riva dell'omonimo fiume a pochi chilometri a ovest d'Orléans. Anche questa non c'entra con i natali di Maigret che Simenon pone a St. Fiacre (nella regione dell'Ile de France), ma bensì con la mitica casetta di campagna che i coniugi comprano in prospettiva della pensione del commissario e in cui effettivamente si trasferiscono quando Maigret è ormai un ex.
Certo Brescello è la location attorno cui ruota ogni vicenda di tutti i film della serie Don Camillo-Peppone, mentre Meung-sur-Loire viene solo citata anche se di frequente, perchè i Maigret vi trascorrono i weekend, e perchè Simenon mette spesso Maigret in pensione (il che non succede di rado, visto che le indagini maigrettiane non seguono la cronologia della vita e della carriera del commissario).
Ma insomma, vi chiederete, cosa c'entrano questi due paesi con Cervi e Maigret?
Beh nell'immaginario collettivo il Maigret di Cervi, che arriva dopo il cinematografico onorevole Peppone, più o meno consciamente si porta dietro qualcosa di quel sindaco comunista di campagna. E il fatto non è così peregrino. Se ci pensiamo bene, anche Maigret ha un côté campagnolo, che parte dalla sua infanzia a Saint Fiacre, dove viveva come figlio di un amministratore di fondo agricolo, e torna nella sua vecchiaia che trascorre nel buen retiro di Meung-sur-Loire a curare l'orto e giocare a carte con i campaesani.
Questa dimensione campagnola, che il personaggio letterario e l'attore si portano dietro, finiscono, a nostro avviso, per accomunarli. Certo quando Gino Cervi debutta nel 1964 con gli sceneggiati di Maigret, vanta alle spalle una carriera pretigiosa di teatro e di cinema. Ma come al solito tutti, ma proprio tutti, fino a quel punto lo conoscevano soprattutto per la sua interpretazione di quel Peppone, della bassa padana, a metà degli anni cinquanta. Questa immagine secondo noi finisce un po' per sovrapporsi a quella molto diversa del commissario simenoniano. Ma come accennavamo prima non è un male. Questo imprinting cinematografico dell'attore arrichisce l'interpretazione del commissario, avvicinandolo di più a quello che Simenon aveva voluto creare.
In fondo la preferenza di Maigret per le cose semplici, il mangiare genuino, la poca ricercatezza nel vestire, la sua preferenza per le donne un po' rotondette e morbide (rispetto a quelle silfidi alte e magre della Parigi bene), il suo trovarsi a disagio negli ambienti raffinati... insomma sono tutte caratteristiche che possono provenire da quel non so che di campagnolo che fà parte del suo personaggio.
Inoltre Brescello è sulla riva destra del Po. Meung-sur-Loire è sulla Loira. Il primo é a ventisette chilometri da Reggio Emilia, la seconda a quindici chlometri da Orléans...anche gli abitanti sono più o meno gli stessi, oggi, 5.500 Brescello, 6200 Meung-sur-Loire. Brescello fu fondata dai Galli Cenomani, Meung-sur-Loire era un villaggio gallo-romano...
Può bastare?

domenica 11 maggio 2014

SIMENON SIMENON. CIAO, DA CAMPO... I SIMENONIANI TI RICORDANO

La notizia è arrivata tardi sui media. Gianni Da Campo, scrittore, traduttore, regista lo scorso 6 maggio è venuto a mancare. La sua poliedrica attività culturale tra cinema, insegnamento e letteratura aveva però un punto fermo: Georges Simenon. Infatti se il suo nome non dice molto al grande pubblico, gli adetti ai lavori sanno bene che Da Campo era considerato uno dei massimi esperti italiani del romanziere. Vogliamo qui ricordarlo non solo per il suo instancabile lavoro di ricerca e di analisi dell'opera simenoniana, ma anche per le pubblicazioni dedicate a Simenon. Possiamo intanto citare la sua traduzione della biografia di Georges Simenon - Alla scoperta di un protagonista del Novecento di Stanley G.Eskin, che Da Campo aveva arricchito con il suo corposo apparato di note e di appendici (cento pagine su 450 di biografia). Ma vanno ricordati anche Georges Simenon: mon petit cinéma, scritto con altri autori e Simenon, l'uomo nudo un titolo compilato a sei mani con Goffredo Fofi e Claudio G.Fava (altro simenoniano scomparso di recente).

SIMENON SIMENON. FILM "LA CHAMBRE BLEUE" DI AMALRIC, I PRIMI COMPLIMENTI

Si comincia a parlare di più di questo La Chambre bleue che mercoledì uscirà nelle sale francesi e intanto sfilerà sulla passerella del Festival del Cinema di Cannes. E le critiche del primo impatto con il film di e con Mathieu Amalric sono abbastanza favorevoli, tenendo conto che portare sullo schermo un dramma, non solo psicologico, come quello descritto da Simenon nel suo romanzo non è certo un operazione semplice. Dalla Francia arrivano quindi i primi commenti  come quello di Laurent Delmas per la radio France Inter che ha trasmesso una sua lunga riflessione sulla pellicola: "...il nuovo film di e con Mathieu Amalric si permette il lusso di essere fedele senza essere ridondante, di trascrivere senza copiare... e d'altronde adattare per lo schermo questo magnifico "roman-dur"  scritto negli anni '60 da Simenon, non è cosa che vada da sè..."
L'attore Amalric d'altronde riesce a incarnare quell'uomo come tanti al quale, ad
un certo punto, succede quacosa e di conseguenza scivola sempre più giù, in un vortice, vittima del destino e incapace di reagire. Siamo precisamente nel mondo simenoniano.
Conclude paradassalmente Delmas dicendo che "... per la prima volta, davvero possiamo dire che Simenon ha visto il film prima di scrivere il suo romanzo, per parafrasare Borges, secondo il quale è del tutto evidente che Omero abbia letto Proust... Il festival non è ancora iniziato, ma "La chambre bleue", anche fuori concorso, sfoggia il meglio del cinema..."
"Perchè abbiamao fretta di vedere il film? - si chiedeva qualche giorno fa il sito francese Get The Look e continuava - ... perché Mathieu Amalric é uno discreto nel paesaggio cinematografico francese, ma ne é sicuramente uno dei valori certi...e per di più si tratta di un attore eclettico, che dimostra qui anche il suo talento di regista..".
Insomma questo film che doveva essere un low-budget e girato in pochi mesi, sta tirando fuori una serie di inaspettate qualità, tra le quali va segnalata, l'essenzialità, quasi scarna della regia, che non può non rimandarci alla prosa asciutta e concisa che Simenon usava nelle sue opere. Sembra inoltre che Amalric dimostri nel film una particolare padronanza della narrazione attraverso le immagini e quindi, tutto sommato, non è improbabile ritenere che La chambre bleue possa rivelarsi il suo maggior successo, almeno fino ad oggi.