Proponiamo oggi un racconto di un nostro appassionato lettore, Paolo Secondini, che ci presenta un Maigret un po' insolito, ma non per questo meno intrigante . Ricordiamo a tutti che chi volesse inviare un racconto alla rubrica "...MAGARI COME SIMENON..." potrà farlo all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com
Buona lettura.
Erano circa le nove di una gelida sera di febbraio.
Piovigginava.
L’immancabile pipa tra i denti, il commissario Maigret
si calcò il cappello sulla testa, poi si strinse al collo il bavero del
cappotto.
In piedi, sotto il ponte di Bercy, aspettava il suo
uomo.
Aveva voluto agire da solo, anziché incaricare una
squadra di agenti. Voleva levarsi la soddisfazione di
arrestare personalmente François
Silorio, uno dei fuorilegge più ricercati di Parigi.
Un informatore della polizia
aveva assicurato che Silorio sarebbe passato quella sera sotto il ponte di
Bercy. La sua mèta era il battello Le
vagabond, su cui ad attenderlo c’era la sua giovane amante, Giselle Dourdin.
Il commissario tremava dal
freddo…
No, non era paura, la sua!
Aveva dovuto imparare a
dominarla. E da un pezzo.
In quell’istante gli tornarono in
mente le parole della signora Maigret:
Mi raccomando, non ti esporre, sii sempre prudente... Non sei più un
giovanotto!... Ricorda che hai a che fare con individui privi di scrupolo,
dalla rivoltella sempre pronta… Potresti restare ferito…
Il commissario conosceva assai
bene i rischi del proprio mestiere; sapeva che molti poliziotti, tutti bravi
ragazzi, avevano perso la vita nell’adempimento del loro dovere.
Era un poliziotto anche lui: non
poteva tirarsi indietro per nessuna ragione. Anzi, doveva essere, per i suoi
subalterni, esempio di coraggio e determinazione.
A un tratto, sentì dei passi
avvicinarsi dalla sua parte. Gettò, rapidamente, lo sguardo verso destra, poi
si nascose nell’ombra.
François Silorio era un tipo coriaceo,
spietato; un tipo che più di una volta aveva affermato spavaldamente, ma con
decisione, che nessun poliziotto lo avrebbe catturato vivo, che avrebbe venduto
la pelle a caro prezzo.
C’era da credergli.
Maigret si tolse di bocca la pipa
ormai spenta; la cacciò nella tasca del cappotto. Tirò fuori la pistola e serrò
le mascelle.
Quando i passi furono alquanto
vicini, uscì allo scoperto.
Riconobbe, alla vivida luce di un
lampione, il volto di Silorio.
«Fermo!» intimò Maigret con
durezza. «Non un movimento. Sono armato.»
Seguirono pochi secondi di
silenzio.
«Buonasera, signor commissario,»
disse, inaspettatamente, il fuorilegge. «Ma che bella sorpresa!»
«Che sia una sorpresa ne convengo,
ma bella non direi, soprattutto per te… Lo sai perché sono qui?»
«Ma certo!» fece l’altro
annuendo. «Per arrestarmi.»
«Ti consiglio di non fare gesti
inconsulti, se non vuoi che spari.»
François Silorio sorrise leggermente, poi
scosse la testa.
«Sparare lei? Non credo... Non si
è mai sentito che il commissario Maigret, della polizia giudiziaria, abbia
usato la propria pistola contro qualcuno.»
«Fa’ in modo, allora, che io non
la usi neanche stasera. Dipende da te.»
«Non mi muoverò, commissario.
Stia tranquillo. Non farò il minimo gesto… inconsulto.» Tacque un istante. Si
schiarì la voce. «E poi, cosa vuole che faccia con questi?» aggiunse Silorio
mostrando un gran mazzo di fiori gialli, che diffondevano intorno un profumo
gradevole, intenso.
Ancora con la pistola puntata,
Maigret rimase a fissarli, poi si spinse appena il cappello sulla nuca.
«Confesso che non ti capisco,»
disse infine, crollando le spalle. «Mi aspettavo che avresti reagito, perfino
rabbiosamente; per lo meno che avresti cercato di fuggire, invece… Eccoti qua a
discutere con un poliziotto… e con tra le mani qualcosa che mai avrei
immaginato di vedere.»
«Ha proprio ragione, sa?» rispose il fuorilegge, rimirando il
mazzo di fiori. «Cosa vuole, commissario!... Questa sera non è il solito François Silorio che lei ha davanti.»
Emise un breve sospiro. «Ma un uomo profondamente innamorato. E l’amore, si sa,
rende teneri e miti come agnellini.»
«Be’, ora andiamo.» Tagliò corto
Maigret. «Prima che il freddo ci intirizzisca.»
L’altro non rispose. Annuì. Poi
gettò il mazzo di fiori nella Senna e, docilmente, si lasciò ammanettare.
Paolo Secondini