giovedì 4 settembre 2014

SIMENON SIMENON. UN ROMANZIERE CHE HA LASCIATO IL SEGNO, MA CHE NON... CI LASCIA


Georges Simenon attraversa il 1900 quasi nella sua interezza essendo nato nel 1903 e morto esattamente 25 anni fa. Una produzione letteraria, la sua, vasta e variegata tanto da far quasi "impazzire" i suoi piu assidui biografi, appassionati e/o collezionisti.
Certamente il suo nome è legato in modo indelebile al commissario Maigret, ma questa abbinamento ha per troppo tempo fatto torto allo scrittore belga, offuscando i numerosi altri romanzi da lui scritti senza il commissario parigino. E come non ricordare gli inizi della carriera in cui, barcamenandosi (o quasi nascondendosi) sotto decine di pseudonimi, Simenon ci ha lasciato numerosissimi romanzi popolari, di genere avventuroso, semi-poliziesco e sentimentale, senza contare i racconti da lui scritti. Già, perchè Simenon era anche un grande autore di novelle, sapendo creare un'atmosfera, un'ambientazione anche in poche pagine. Troppi sono, nel loro complesso (per nostra fortuna), i capolavori che ci ha lasciato: bisognerebbe nominare metà della sua sterminata produzione col rischio ancora di fare torto a qualche opera non nominandola. Ancora oggi Simenon è uno degli scrittori piu letti e tradotti al mondo, il piu' apprezzato tra i non contemporanei tanto da non temere paragone alcuno con altri autori. I suoi scritti sono ancora costantemente adattati sia per fare film, sia per la tv, sia per le pellicola sul grande schermo: tutto ciò fa di lui e delle sue opere un immortale, tanto è vero che nel 25° anniversario della sua scomparsa, pur essendoci un grande vuoto, lo sentiamo  vivo e vicino a noi
Andrea Franco

SIMENON SIMENON. IL COMMISSARIO SCRIVE... IN PARADISO...

Meung-sur-Loire - 4 settembre 2014
M. Georges Simenon
Romancier
Paradise de la Litterature

Mio caro Simenon,
sarete probabilmente stupito di ricevere una lettera da me, visto che da quando ci siamo lasciati è passato molto tempo. Oggi è il venticinquesimo anniversario del giorno in cui avete lasciato questa terra per entrare nell'Eternità. Se voi godete del privilegio di essere sempre vivo nel cuore dei vostri lettori, io ho quello di dividere con voi un po' della vostra gloria, e forse pure di avervi contribuito, anche se voi siete qualche volta un po' geloso della fama del personaggio che avete creato. Allora, caro Georges, perdonatemi di essere stato qualche volta più famoso del mio autore, però, ammettetelo, avete anche tratto un certo profitto dalle conseguenze di questa popolarità. Da parte mia, approfitto di questo momento per perdonarvi di aver utilizzato il mio nome, i miei tic, le mie abitudini e di aver creato, a partire dalla mia persona, un personaggio più vero di uno reale... Nelle mie "Mémoires" ho regolato i miei conti con voi e non c'è più nulla da reclamare. Da questo momento basta gelosie, basta risentimenti tra noi, ci unirà invece una buona e franca amicizia
Sono venticinque anni che non ci siete più, ma siete più presente che mai e, rendetemene atto, anche un po' grazie a me. E, da parte mia, debbo riconoscere che grazie al vostro talento il mio personaggio continua ad affascinare tanti lettori e a suscitare tanto interesse in tutto il mondo...
Vi abbraccio e M.me Maigret, che sta leggendo questa lettera proprio qui alle mie spalle, fà lo stesso.
Via auguro di continuare ad essere letto con passione da tutti quelli che apprezzano la buona letteratura e che amano condividere questa passione.

                                                                                    Affettuosamente
                                                                                      Jules Maigret

Questa lettera del personaggio al suo autore è dovuta alla fantasia e alla creatività di Murielle Wenger, che i nostri lettori ben conoscono, e che ha voluto celebrare così questo anniversario.

SIMENON SIMENON. SONO PASSATI 25 ANNI, MA... GEORGES E' SEMPRE QUI TRA NOI


Questo giovedì 4 settembre, 25° anniversario dalla scomparsa di Georges Simenon, vogliamo iniziare a celebrarlo così, con un'illustrazione di Giancarlo Malagutti, realizzata per l'occasione per Simenon Simenon.
E' una situazione emblematica. L'autore e il suo personaggio seduti ad un tavolino di chissà quale brasserie che giocano a carte, fumando ognuno la sua pipa e con l'immancabile bottiglia di calvados per rinfrescare la gola.
Non sono molto ciarlieri i due. Un po' concentrati nel gioco, ma un po' intenti a guardarsi l'un l'altro... di sottecchi... tanto basta un'occhiata.
I due si conoscono bene... anzi benissimo. Per quarantanni hanno vissuto gomito a gomito in centinaia di indagini e oggi, in questo anniversario, si ritrovano come due avventori qualsiasi a giocare, a fumare e a bere, quasi mimetizzandosi tra l'altra gente, proprio come faceva lo scrittore quando andava a carpire i discorsi della folla e come d'altronde era solito fare il commissario quando sul luogo di un delitto andava ad annusare l'aria, mischiandosi con le persone del posto.
Simenon, che aspirava ad essere "un comme les autres", qui quasi nascosto in un locale fuori mano, si sente vicino al suo commissario forse più del solito e nella sua occhiata si coglie un compiacimento... quasi fosse un padre che osserva furtivamente un figlio...
Saranno anche passati venticinque anni dalla sua scomparsa, ma qui da noi a Simenon Simenon ci pare sempre vivo e vegeto, con la sua voglia di scoprire la vita, di scriverla, di viverla anche nelle cose più semplici... insieme ad un vecchio "amico", con in mano delle carte un po' consumate, bevendo un calvados ordinario su un piccolo tavolo un po' traballante...

mercoledì 3 settembre 2014

SIMENON SIMENON. L'INSOSTENIBILE DESTINO DI ESSERE UN FENOMENO

"...occupa una posizione assolutamente centrale nella letteratura francofona del XX secolo...". Chi scrive queste parole nel 2002 è Philippe Claudel, scrittore, drammaturgo e cineasta contemporaneo. E' un'affermazione che può sembrare un po' di parte. Bene, noi siamo del parere che questa visione dell'opera di Simenon vada addirittura ampliata. Non vogliamo qui fare confronti con altri scrittori, nè tantomeno stilare delle classifiche. E' un fatto però che, come abbiamo già avuto modo di scrivere in queste pagine, Simenon vanta, tra gli altri, due meriti che incrociandosi contribuiscono a delineare il profilo di un romanziere che si distingue e si distacca dagli altri.
Il primo è quello di aver avuto la capacità di mettere insieme quelle che molti critici definirono letteratura alta e letteratura popolare (o addirittura bassa).
Noi non siamo d'accordo su questa classificazione, ma tant'è... per secoli è stata accreditata dalla critica dominante, tanto da costituire (secondo quei sostenitori) due blocchi separati da divisioni insormontabili.

Simenon invece è stato capace di distinguersi in quella operazione che raramente si riscontra in uno scrittore non di maniera. Già, perché Simenon non era uno che scrivesse per raggiungere uno scopo, per dimostrare una tesi, per seguire una moda o un filone letterario. Che Simenon scrivesse perchè era una sua impellenza personale è un dato ormai assodato. Scriveva perché non avrebbe potuto farne a meno, scriveva sotto un impulso più o meno inconscio e con una velocità che non era solo risultato di un apprendistato di dieci anni di letteratura popolare su commissione. La sua velocità veniva anche da qulla ispirazione che lui non riusciva a non seguire, della quale doveva tenere il ritmo, che lo portava in territori e in vicende che, prima di essere messe nero su bianco, nemmeno lui conosceva.
Uno scrittore del genere scriveva come poteva e come sapeva, senza costruire, senza programmare, senza pensare a schemi precostituiti.
Il suo secondo merito è stato quello di raccontare vicende, inventare personaggi, dar vita ad ambientazioni che erano così in sintonia con la sensibilità e le esprienze della gente qualsiasi che riusciva a stabilire un contatto coivolgente con il lettore come pochi scrittori hanno saputo realizzare. E tutto questo in un contesto che travalicava il particolare della storia e dei personaggi, un contesto che si allarga nella dimensione spazio-temporale. I libri di Simenon si leggono in tutto il mondo e si continuano a leggere oggi come settanta anni fa'. Il cinema ne trae spunto oggi come negli anni '30. Le sue riedizioni si fanno largo nelle classifiche dei libri più venduti, come fossere best-seller scritti oggi.
Cosa vuol dire questo?
Ci verrebbe di usare la sola parola che potrebbe definire tutto ciò: fenomeno letterario. Se non fosse che a Simenon dava estremamente fastidio essere considerato un fenomeno... lui amava definirsi un artigiano che appunto con le proprie mani realizzava delle storie.
Domani a venticinque anni esatti dalla sua scomparsa non possiamo non riconoscergli questi meriti, anche se ci portano davvero a definirlo un fenomeno letterario ed editoriale... Forse si tratta proprio dello stesso ineluttabile destino  che trascinava inesorabilmente i personaggi dei suoi romanzi...          

martedì 2 settembre 2014

SIMENON SIMENON. 1989-2014 - 25 ANNI SENZA SIMENON, MA...

Tra due giorni, precisamente il 4 settembre, saranno 25 anni dalla morte di Georges Simenon. La stampa internazionale ha già cominciato ad anticipare la notizia e anche Simenon-Simenon non potrà esimersi dal celebrare questo anniversario. E così fin da domani, e per qualche giorno, quindi inizieranno una serie di post che celebreranno questa data, anche con contributi di specialisti simenoniani. Ovviamente noi già ci occupiamo tutti i giorni del romanziere, del suo Maigret, dei suoi romanzi, della sua vita e di tutto quello che riguarda. I media ne faranno una notizia in cui riassumeranno cose che Simenon Simenon ha già pubblicato e magari da qualche tempo. Per questo invitiamo tutti i nostri appassionati lettori ad inviarci messaggi, mail e contributi perché la festa sia più corale possibile, divertente ma intima, come una festa in famiglia, insomma come sarebbe piaciuta a Georges.

lunedì 1 settembre 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET SOTTO IL PONTE DI BERCY


Proponiamo oggi un racconto di un nostro appassionato lettore, Paolo Secondini, che ci presenta un Maigret un po' insolito, ma non per questo meno intrigante    . Ricordiamo a tutti che chi volesse inviare un racconto alla rubrica "...MAGARI COME SIMENON..." potrà farlo all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com 
Buona lettura.



Erano circa le nove di una gelida sera di febbraio. 
Piovigginava.  
L’immancabile pipa tra i denti, il commissario Maigret si calcò il cappello sulla testa, poi si strinse al collo il bavero del cappotto.
In piedi, sotto il ponte di Bercy, aspettava il suo uomo.
Aveva voluto agire da solo, anziché incaricare una squadra di agenti. Voleva levarsi la soddisfazione di arrestare personalmente François Silorio, uno dei fuorilegge più ricercati di Parigi.
Un informatore della polizia aveva assicurato che Silorio sarebbe passato quella sera sotto il ponte di Bercy. La sua mèta era il battello Le vagabond, su cui ad attenderlo c’era la sua giovane amante, Giselle Dourdin.
Il commissario tremava dal freddo…
No, non era paura, la sua!
Aveva dovuto imparare a dominarla. E da un pezzo.
In quell’istante gli tornarono in mente le parole della signora Maigret:
Mi raccomando, non ti esporre, sii sempre prudente... Non sei più un giovanotto!... Ricorda che hai a che fare con individui privi di scrupolo, dalla rivoltella sempre pronta… Potresti restare ferito…
Il commissario conosceva assai bene i rischi del proprio mestiere; sapeva che molti poliziotti, tutti bravi ragazzi, avevano perso la vita nell’adempimento del loro dovere.
Era un poliziotto anche lui: non poteva tirarsi indietro per nessuna ragione. Anzi, doveva essere, per i suoi subalterni, esempio di coraggio e determinazione.
A un tratto, sentì dei passi avvicinarsi dalla sua parte. Gettò, rapidamente, lo sguardo verso destra, poi si nascose nell’ombra.
François Silorio era un tipo coriaceo, spietato; un tipo che più di una volta aveva affermato spavaldamente, ma con decisione, che nessun poliziotto lo avrebbe catturato vivo, che avrebbe venduto la pelle a caro prezzo.
C’era da credergli.
Maigret si tolse di bocca la pipa ormai spenta; la cacciò nella tasca del cappotto. Tirò fuori la pistola e serrò le mascelle.
Quando i passi furono alquanto vicini, uscì allo scoperto.
Riconobbe, alla vivida luce di un lampione, il volto di Silorio.
«Fermo!» intimò Maigret con durezza. «Non un movimento. Sono armato.»
Seguirono pochi secondi di silenzio.
«Buonasera, signor commissario,» disse, inaspettatamente, il fuorilegge. «Ma che bella sorpresa!»
«Che sia una sorpresa ne convengo, ma bella non direi, soprattutto per te… Lo sai perché sono qui?»
«Ma certo!» fece l’altro annuendo. «Per arrestarmi.»
«Ti consiglio di non fare gesti inconsulti, se non vuoi che spari.»
François Silorio sorrise leggermente, poi scosse la testa.
«Sparare lei? Non credo... Non si è mai sentito che il commissario Maigret, della polizia giudiziaria, abbia usato la propria pistola contro qualcuno.»
«Fa’ in modo, allora, che io non la usi neanche stasera. Dipende da te.»
«Non mi muoverò, commissario. Stia tranquillo. Non farò il minimo gesto… inconsulto.» Tacque un istante. Si schiarì la voce. «E poi, cosa vuole che faccia con questi?» aggiunse Silorio mostrando un gran mazzo di fiori gialli, che diffondevano intorno un profumo gradevole, intenso.
Ancora con la pistola puntata, Maigret rimase a fissarli, poi si spinse appena il cappello sulla nuca.
«Confesso che non ti capisco,» disse infine, crollando le spalle. «Mi aspettavo che avresti reagito, perfino rabbiosamente; per lo meno che avresti cercato di fuggire, invece… Eccoti qua a discutere con un poliziotto… e con tra le mani qualcosa che mai avrei immaginato di vedere.»
 «Ha proprio ragione, sa?» rispose il fuorilegge, rimirando il mazzo di fiori. «Cosa vuole, commissario!... Questa sera non è il solito François Silorio che lei ha davanti.» Emise un breve sospiro. «Ma un uomo profondamente innamorato. E l’amore, si sa, rende teneri e miti come agnellini.»
«Be’, ora andiamo.» Tagliò corto Maigret. «Prima che il freddo ci intirizzisca.»
L’altro non rispose. Annuì. Poi gettò il mazzo di fiori nella Senna e, docilmente, si lasciò ammanettare. 
Paolo Secondini