sabato 22 novembre 2014

SIMENON SIMENON. QUATTRO ANNI INSIEME...CON L'IMPORTANZA DELLE FOTO


Lo diceva Simenon stesso che le foto sono importanti, non per niente fu il primo autore a cercare di lanciare un romazo fotografico La folle d'Itteville, con una sua storia e oltre 100 scatti della fotografa tedesca Germaine Krull. E poi non scordiamo che la prima serie dei Maigret, quella dei diciannove titoli editi da Fayard, fu Simenon stesso  a volere che le copertine fossero tutte fotografiche, cioé con una stessa foto che occupava la copertina, la costa e la quarta di copertina.
Beh, noi , scusate la modestia (!), l'abbiamo sempre pensata come lui... la comunicazione testuale viene senz'altro completata e arricchita, quando é accompagnata da un adeguato corredo illustrativo.
E così quando quattro anni fa' iniziammo l'avventura di Simenon-Simenon, la scelta di corredare ogni post con un'immagine fu conseguenziale. Oggi vi riproponiamo alcune di quelle foto, reperite scavando nel nostro archivio.






 


venerdì 21 novembre 2014

SIMENON SIMENON . QUATTRO ANNI INSIEME... APPUNTI PER UN COMPLEANNO

Era fine novembre del 2010 quando iniziammo a mettere su carta, anzi on-line, un progetto ambizioso.
Realizzare un sito solo ed esclusivamente  dedicato allo scrittore Georges Simenon, che avesse un aggiornamento quotidiano e che fosse corredato di una rassegna stampa internazionale il più aggiornata possibile... sembrava più una bella idea che una possibiltà concreta.
Insomma, diciamocela tutta, inizialmente sembrava più un "proviamoci per gioco" che una vera sfida. Invece con il passare del tempo il gioco si fece più serio, l'impegno ci prese la mano e giorno dopo giorno, mese dopo mese, ci ritrovammo quasi senza accorgersene immersi in un blog dal ritmo quotidiano, i post giornalieri sul romanziere, sulla sua vita, sulle sue idee, sull'attualità, sul suo personaggio più famoso, Maigret, che poi (come d'altronde successe nella vita di Simenon) si prese un bel pezzo di spazio del blog... Insomma eravamo partiti, viaggiatori su un treno da cui ormai non era nemmeno più pensabile scendere.
All'inizio l'iniziativa suscitò qualche plauso, più per l'originalità dell'idea e, forse, per sottolineare la nostra buona volontà. Ci fu la curiosità di qualche quotidiano che citò l'iniziativa. Venne addirittura scritto, dai guru di maketing di turno, che il nostro  era un esempio classico di un prodotto sul web "vertical-content" a "target-premium" (tradotto: la massima specializzazione dell'informazione in un settore molto ristretto, che sono seguiti da poche persone, ma con un profilo, ma quale profilo?... molto alto...)
Sarà, ma noi la vedevamo da un altro punto di vista. Grazie alla possibilità tecnologiche multimediali, andava prendendo forma una sorta di biografia, non più statica, bloccata sulle pagine di carta di un volume, come s'intende generalmente. No. Questa era un biografia...viva, che ogni giorno aggiungeva qualcosa, che teneva conto dell'attualità sul romanziere, che cambiava, una biografia la quale interreagiva con i lettori grazie alle loro richieste, ai loro commenti e anche con i loro contributi. Quindi un biografia interattiva, condivisa, partecipata. Ma su questo ci torneremo più approfonditamente.
Non vorremmo tanto star qui a guardare e riguardare i quattro anni di lavoro fin qui realizzati, ma piuttosto puntare il nostro sguardo verso il futuro, cercando di immaginare come Simenon-Simenon potrà crescere, cambiare e rinnovarsi.
Ogni anno è un punto di partenza, che non vuol dire rifare tutto daccapo. Ma porsi un nuovo obbiettivo. Il nostro è quello di esplorare nuove modalità per comunicare meglio. E' quello utilizzare in questo blog metodologie sempre più avanzate, ma mai la tecnologia per la tecnologia, semmai nuovi strumenti che siano al servizio di una più completa e più approfondita conoscenza di Simenon e modalità nuove e migliori per coinvolgere voi che già ci seguite e coloro che riusciremo ad attrrarre nel futuro.
Il nostro grazie va a tutti quelli che seguendo in modo sempre crescente Simenon-Simenon ci hanno fatto arrivare a questo quarto traguardo alla soglie delle centomila visite al mese (poco si dirà, ma ricordate quello che dissero i marketing-guru a proposito del "vertical content" e del "target-premium").
Il nostro grazie va a quei prezioso collaboratori che con il loro baglio di conoscenze rendono più interessante il nosto lavoro quotidiani, volgi qui citre tra gli altri Murielle Wenger, Andrea Franco, Giancarlo Malagutti, Giorgio Muvi, Paolo Secondini...
C'era una trasmissione televisiva di Renzo Arbore diuna decina d'anni fa' che s'intitolava Meno siamo e meglio stiamo, programma che invece poi era seguitissimo... é forse questo l'augurio che Simenon-Simenon potrebbe farsi per questo quarto compleanno?...

mercoledì 19 novembre 2014

SIMENON SIMENON. E OGGI IL NOVEMBRE DEL ROMANZIERE

Dopo Maigret ieri, oggi è la volta del Novembre di George Simenon: ecco alcune tappe che sintetizzano le attività del romanziere, della sua vita e del mondo che gli gira attorno in questo pemulitmo mese dell'anno.
 
* 30 Novembre 1919: Primi passi come giornalista di Simenon: La Gazette de Liège ha pubblicato il suo prima rubruca quotidiana, Hors du Poulailler firmato Monsieur Le Coq
 
* 28 Novembre 1921: muore a 44 anni di Désiré Simenon, Georges padre
 

* Novembre 1944: Scritta, su richiesta di Sven Nielsen, una prefazione al romanzo Traqué, d'Arthur Omre ; questo è il primo testo Simenon a comparire nella nuova casa editrice Les Presses de la Cité
 
* 5 Novembre 1945: Primo incontro con Denyse Ouimet

 
* 29 novembre 1949: Simenon ha inizia a scrivere Maigret e la vecchia signora

 
* 30 Novembre 1950: Simenon inizia a scrivere Picratt del Maigret

 
* 10 novembre 1951: Simenon è stato eletto alla Royal Academy di Lingua e letteratura francese del Belgio

 
* 1 novembre 1955: Simenon ha cominciato a scrivere In caso di disgrazia

 
* 17 novembre 1959: Simenon  ha iniziato a scrivere
Maigret alle Assise
 
* 10 Novembre 1964: uscita del film di Marcel Carné Tre camere a Manhattan

 
* 5 novembre 1966: Simenon comincia a scrivere Il ladro di Maigret

 
* 6 Novembre 1967: Simenon ha iniziato a scrivere La prigione

 
* 18 Novembre 1970: Henriette, madre di George, entrata in ospedale a Liegi, dove morirà all'inizio di dicembre

 
* Novembre 1973 : Simenon scrisse in uno dei suoi dettati: "Quando sono passato in un'altra stanza, dove file di libri a non finire rivestono le pareti dal pavimento al soffitto, ho improvvisamente fatto un dietrofront e sono scappato. [...] la solo vedere questa massa di libri, di linee, di segni tipografici, mi fanno girare la testa. [...] Questo non significa che rinnego i duecento e passa romanzi che ho scritto, al contrario. Ho iniziato dalla mia adolescenza e, ferocemente, ho continuato questa ricerca dell'uomo che è stata la mia unica passione"


* 15 Novembre 1976: Morte di Jean Gabin, interprete simenoniano per eccellenza

* 3 Novembre 1977: Inaugurazione del Fondo
Simenon presso l'Università di Liegi
 
* Novembre 1980: Simenon termina di scrivere Memorie intime

 
* 27 Novembre 1981: trasmissione di una puntata di  "Apostroph," programma di Bernard Pivot, dedicata a Simenon

 
* 20 novembre 2010: Maurizio Testa inaugura blog Simenon-Simenon 


Murielle Wenger

martedì 18 novembre 2014

SIMENON SIMENON.IL NOVEMBRE DI MAIGRET

Novembre è un mese abbastanza presente nel'opera di Simenon. E' anche il titolo di un romanzo, bello e triste ... "Novembre", per Simenon, questo è il mese di Ognissanti, un mese di pioggia, vento, nebbia, gelo. Il mese che evoca probabilmente per molti lettori la famosa "atmosfera Simenon", anche se sappiamo che la serie può bearsi anche della mitezza della primavera e del caldo estivo, più volte di quanto non si potrebbe pensare (vedi http://www.trussel.com/maig/meteof.htm).
Iniziamo con una rassegna di quanto succede a
Maigret in questo mese di novembre. Domani invece presenteremo un sintetica panoramica degli eventi che hanno avuto luogo nel mese di novembre nella bio-bibliografia Simenon.




 
Una dozzina di indagini Maigret raccontate da Simenon si svolgono nel mese di novembre. L'indagine, che apre il ciclo "ufficialmente", vale a dire Pietr Le Letton, ha luogo a novembre, si sa fin dall'inizio: le raffiche di vento soffiavano, stava piovendo "grandi gocce di pioggia come noci, il freddo era come il ghiaccio" questa è la tempesta, sia a Parigi che a e Fécamp e Maigret abbandona a malincuore il suo ufficio, riscaldato dalla sua stufa infuocata, per impantanarsi nel fango vicino alla riva del mare ...
La seconda indagine nel mese di novembre è Le pendu de Saint-Pholien: questa volta, la pioggia è accompagnata dalla nebbia che offusca la luce di lampioni. Ma, grazie ai ricordi dell'autore, Maigret scopre Liegi sotto il sole, nonostante il freddo: "La nebbia si era dissipata, lasciando sugli alberi e su ogni filo d'erba [...] perline di brina bianca. Nel cielo azzurro splendeva un sole freddo, che però minuto dopo minuto, trasformava le brina in gocce d'acqua che cadeva, chiara, sulla ghiaia. "
Troviamo mareggiate di novembre ne Le chien jaune, con le parole di apertura magistrali del romanzo .. "Venerdì 7 novembre, Concarneau. La luce del vecchio orologio della città, che si vede al di sopra delle mura, segna le unidici, meno cinque. Siamo in piena marea e una tempesta da sud-ovest si intrufola tra le barche nel porto. Il vento si infila per le strade "...
Dopo, L'ombra Cinese, in cui la maggior parte dell'indagine si svolge nel mese di novembre, ecco quindi  di L'affaire San Fiacre, e la messa del giorno dei morti. Maigret procede con i suoi passi pesanti nel freddo e tra le foglie morte portate dal vento ...
Il mese di tre racconti sotto la pioggia e novembre (
La péniche aux deux pendus, L'affaire du boulevard Beaumarchais, Tempête sur la Manche), e con Maigret alle prese con il mondo del crimine venuto da oltreoceano (Maigret, Lognon et les gangsters): c'è una "pioggia lunga e fredda che cade fuori dalla finestra."
In 
Maigret se trompe, la pioggia ha preso il posto della nebbia, una "aria gialla" che alla fine si trasforma di nuovo "in una bella pioggia fredda." E ancora è Maigret, a causa di un eminente chirurgo, a porsi un sacco di domande sul suo rapporto con gli esseri umani... e allora piovono "ancora  pietre, mattoni e cemento" ...
Maigret et les témoins récalcitrants , è un romanzo dal tono molto nostalgico e che si apre piovoso, all'indomani di Ognissanti: "Eravamo nel nel mese di novembre - il 3 Novembre - e non era affatto freddo. Cadeva da un cielo basso ed uniforme una di quelle piogge che, soprattutto al mattino, sono più sottili e più insidiose delle altre. "
Infine, l'indagine di
Maigret et le fantôme , condotta in un sol giorno, a metà novembre, si svolge ancora una volta sotto la pioggia, in un ambiente umido che si adatta bene alla indole dell'ispettore sfortunato come è Lognon, e come dimostrano queste poche note del primo capitolo: "... la pioggia rimbalza sul marciapiede [...] la giornata era di un grigio sporco e pioveva sempre [...] Gli alberi perdevano le loro foglie che, bagnate, s'incollavano sul selciato. "

Murielle Wenger

sabato 15 novembre 2014

SIMENON SIMENON. IL MIO MAIGRET PERSONALE E'....


A volte il mio Maigret personale ha la morbidezza e il sorriso bonario di Jean Richard e si muove in una Parigi in bianconero degi anni '70 , o tra i colori della televisione degli anni '80...

A volte il mio Maigret personale ha lo sguardo di Bruno Crémer e si mostra sottile, serio o allegro, tutto sfumature in una scenografia costruita, ma ugualmente credibile...
Certe volte il mio Maigret personale diventa italiano e Gino Cervi gli dona il suo entusiasmo, le sue collere, e suoi scatti di voci, affiancato da una singora Maigret i cui talenti culinari non le impediscono le raffinatezze dell'analisi...
Invece ci sono delle volte che il mio Maigret personale si cala nella flemma tutta britannica di Rupert Davies e si mette a parlare inglese come se fosse nato sui bordi del Tamigi...
Alcune volte  il mio Maigret personale si mette a somigliare al suo autore, la pipa tra i denti, il cappello moscio ben piantato in testa, passeggiando con la sua andatura liegiese nei cafè di Parigi...
Ci sono delle volte in cui il mio Maigret personale diventa viaggiatore e ecco che mi porta sulla Costa Azzurra; lungo la Promenade des Anglais con le sue immagini di mare, i riflessi, mentre Sidney Bechet crea un'atmosfera jazzy con Dans les rues d'Antibes
Certe volte il mio Maigret personale preferisce il Nord, ed eccomi nella nebbia di un canale, un chiatta passa e Brel ci canta Le plat pays
Addirittura ci sono delle volte che il mio Maigret personale diventa un seduttore: ha la voce di Paolo Conte, il sorriso di Lino Ventura,  la camminata di John Wayne e viene voglia di preparargli uno spezzatino per essere sicuri di conservarlo...
A volte il mio Maigret personale diventa papà: è domenica a Meung-sur-Loire seduto sul giardino, con i fiori che sentono l'estate, il fumo della pipa che si sparge con le sue volute e Maigret è il nonno che avrei potuto avere 
Ci sono delle volte che il mio Maigret personale diventa un pungolo: su! e se faccio degli studi di "Maigret e questo" o "Maigret e quello" e mi immergo nella mia colezione di romanzi...
A volte il mio Maigret personale diventa delle sensazioni e con lui si annusano gli odori dei croissant caldi, si addenta un sandwich croccante,  mentre Parigi è invasa dai colori e si sente un rimorchiatore sibilare sotto l'arco del ponte... 
Alcune volte il mio Maigret personale è un poliziotto e con lui conduco un'inchiesta, divento uno dei suoi collaboratori, e gioco alla detective: "Capo, credo di averlo trovato!"...
Ci sono delle volte che il mio Maigret personale ridiventa un eroe di carta, ma così umano, così vicino a noi che ancora una volta prendo un romanzo a caso; questa volta, stavolta sarà, perché no, Signé Picpus, ed eccolo là, ha messo le sue bretelle, pesca in riva a Morsang, ha ritrovato Le Cloaguen grazie alla sua formidabile intuizione e arriva, una volta di più, a scoprire la verità...
A volte il mio Maigret personale è un compagnone, e grazie a lui io divido una passione con tutti voi, amici maigrettofili...

Murielle Wenger

venerdì 14 novembre 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET SALUTISTICAMENTE SCORRETTO. ESEMPIO DA NON SEGUIRE MOLTO SEGUITO

Maigret un gran bevitore, un forte mangiatore (con delle predilezione culinarie assai lontane dalle più elementari raccomandazioni dietetiche e salutiste), non pratica nessuno sport, a parte giocare di tanto in tanto una partita a bocce quando si trova giù al Sud, oppure una partita a biliardo (ah, certo.... di quando in quando percorre a piedi il tragitto da casa fino al suo ufficio... però solo se ha tempo...), oppure si dedica alla pesca sulle rive della Loira. E per di più fuma senza sosta le sue pipe! Un personaggio del tutto "politicamente" scorretto... eppure è questo, è proprio questo che fa parte del suo charme...

Murielle Wenger


SIMENON SIMENON. COME FUMARE LA PIPA FACCIA LA DIFFERENZA IN UN ROMANZIERE E IN UN COMMISSARIO


Anche se ieri abbiamo postato delle istantanee in cui si vede un assolutamente insolito Simenon fumare il sigaro (e non erano fotomontaggi....  ma frames di un filmato reale) oggi pero continuiamo a parlare di fumo però quello della di pipa... E lo facciamo con un intervento del nostro collaboratore Paolo Secondini che ci propone la sua visione del rapporto tra Simenon e il rito di fumare la pipa, ma anche di come interpreta questo come qualcosa di più di una passione che coinvolge anche il suo celebre commissario.


C’è da supporre che la pipa, per Georges Simenon, fosse qualcosa di più importante di un semplice arnese per fumare, qualcosa che, probabilmente, non era soltanto mania o passione – come d’istinto pensiamo vedendo lo scrittore, in vari filmati e immagini fotografiche, con la pipa fra i denti – ma quasi un modo di apparire, di sentirsi, di vivere, un modo senza il quale rischia di non essere se stesso, di smarrire gli aspetti più veri, caratteristici, della propria personalità.
Tutto ciò il romanziere lo trasmette ai suoi personaggi o, meglio, al suo personaggio per eccellenza: Maigret, che pure, come il suo creatore letterario, è impossibile immaginare senza la pipa in bocca, spenta o accesa che sia.
Nel racconto La pipa di Maigret, a tratti il lettore ha dinanzi un commissario piuttosto nervoso, irrequieto, che difficilmente riesce a darsi pace, poiché tormentato dal pensiero di avere perduto – poi scopre invece che gli è stata rubata – la sua pipa preferita, quella sicuramente più “buona” delle altre, e alla quale si sente parecchio legato. Sì, perché Maigret, come lo stesso Simenon, stabilisce con le pipe un rapporto quasi affettivo, sentimentale, più profondo di quanto possa apparire.
Tutto questo, soprattutto agli occhi di un non fumatore, può sembrare bizzarro, grottesco, se non propriamente morboso. Ma bisognerebbe provare a tenerla tra i denti, la pipa, a sentirsi impregnati dell’odore di una buona miscela di tabacco, la testa piacevolmente avvolta da evanescenti, sottili spirali di fumo, per sapere ciò che realmente si prova e, ancor più, che cosa la pipa trasmette a chi sa sentirla parte integrante di se stesso.

Paolo Secondini

giovedì 13 novembre 2014

SIMENON SIMENON. VOILA GEORGES CHE FUMA... LE CIGARE!


Tra il nuovo La pipa di Maigret, le riflessioni di un fumatore di pipa, e altri riferimenti al fumo, in questi ultimi post, con buona pace dei non fumatori e della campagna contro il fumo, abbiamo dato un bel po' di spazio all'argomento... e non abbiamo ancora finito.
Infatti oggi vi proponiamo alcuni fotogrammi di un filmato che ci ha segnalato la nostra Murielle Wenger, che dimostrano inequivocabilmente che Simenon fumava anche il sigaro. E non solo, come abbiamo raccontato in un post precedente, la sera davanti al telegiornale giusto per far contento Johnny, il suo piccolo secondogenito, cui piaceva tanto l'aroma del sigaro. Quelle riprese qui, sono immagini di Simenon in un certo Cafè de Commerce, al tavolo con un militare (o un poliziotto?), davanti a un bicchiere... Una chiacchierata di piacere o finalizzata a catturare materiale per il suo prossimo romanzo? Fatto sta che se lo accende, ne fa due o tre boccate ispirate e poi continua a fumarlo con gusto.
Insomma fumatori di sigaro, non guardate con troppo sussiego questo romanziere incallito fumatore di pipa, perché, come dimostra questa sequenza, Simenon si concedeva di tanto in tanto qualche "evasione"...
Ma tutto questo parlare di fumo ci ha fatto venire in mente una domanda. Ma i non fumatori, quelli cui (anche giustamente) dà fastidio persino all'aperto un fumatore di pipa (e non parliamo di quelli di sigaro) lontano qualche metro...
ecco, tra questi ci saranno estimatori di Maigret?
Certo anche quei superpoliziotti che ammazzano tre cattivi al secondo in certi polizieschi d'azione (film o libri fa lo stesso) e che piacciono a qualcuno... quel qualcuno che però uscito dal cinema, o chiuso il libro non si mette ad ammazzare "cattivi" ogni tre minuti...
E domani in un modo o in un altro continueremo a parlare di pipe e di fumate... i non fumatori sono avvertiti!      

mercoledì 12 novembre 2014

SIMENON SIMENON. ARRIVANO I MAIGRET 6 E 7

Sono stati a lungo attesi, magari non come La pipa di Maigret, ma anche queste due raccolte di romanzi del commissario erano attesi, con voci che sarebbero usciti ad ottobre, poi ai primi di novembre e adesso ci siamo, ma quasi a metà novembre.
Occasione giusta per chi avesse  voglia di farsi una collezione ex-novo a prezzi convenienti.  Il volume 7 ad esempio raccoglie 5 romanzi ad un prezzo di copertina di poco più di 14 euro (con lo sconto del 15%).
Ma vediamo un po' quali sono i romanzi proposti:

Maigret 6
•  La furia di Maigret
• Maigret a New York
• Le vacanze di Maigret 
• Il morto di Maigret
• La prima inchiesta di Maigret





Maigret 7
• Il mio amico Maigret
• Maigret va dal coroner
• Maigret e la vecchia signora
• L’amica della signora Maigret
• Le memorie di Maigret

martedì 11 novembre 2014

SIMENON SIMENON. RIFLESSIONI DI UN FUMATORE DI PIPA SIMENONIANO E MAIGRETTIANO

Il famoso scrittore, lo sconosciuto e il grande attore... tutti insieme ma con uno del tutto fuori contesto: i miracoli della pipa!

Non voglio dire che chi non fuma la pipa non possa apprezzare il commissario Maigret. Sarebbe come dire che chi non beve calvados o non mangia i sandwich della brasserie Dauphine non riesca a gustare appieno delle indagini del personaggio di Simenon. Però, certo che... anche perchè Simenon, pure lui un fumatore accanito di pipa, ci presenta la figura di un fumatore di pipa estremamente realistico, sia per quello che gli fà dire, che per quello che gli fà fare, ma diremmo anche per quello che sottintende tra le righe.
Il "non detto" di un autore fumatore di pipa che descrive un personaggio fumatore di pipa è infatti costituito di cose sottaciute, esperienze che non c'è bisogno di rivelare, sensazioni che implicitamente legano lui e il suo personaggio, voglie e stati d'animo che solo chi fuma la pipa può capire...
Per esempio chi non fuma la pipa difficilmente sa che l'aroma che percepisce chi si trova vicino ad un fumatore di pipa è ben diverso da quello che si gusta fumando lo stesso tabacco. E l'odore di quel tabacco nella sua bustina è ancora tutt'altra cosa.
E questo, direte voi, cosa c'entra nella scrittura di Simenon? E' una di quelle sottili differenze... tre gradi di esperienza olfattiva che si riferiscono a momenti e situazioni diverse, che un non fumatore ignora.
Quante volte Simenon fà dire al commissario (oppure lo dice lui stesso) che la tal pipa quel giorno non era affatto buona... o che non c'era modo di fumarla come si deve...  o che si spegneva continuamente... Questo certo dipende dalla pipa, se è stata pulita a dovere, se si è inumidita troppo... ma c'entra anche il tabacco, anche lui troppo umido (e allora non si accende mai bene), o troppo secco (e allora brucia il palato e la gola)... Tutto ciò fà parte delle abitudini di un fumatore di pipa di... lungo corso, proprio come Simenon e Maigret.
Accendere la pipa non è mai un gesto automatico e meccanico come per una sigaretta (a volte non ci si accorge che ce n'è una ancora accesa sul posacenere). Caricare una pipa, vuol dire averne prima scelto una e in questa scelta pesano diverse considerazioni, proprio quelle che fanno parte del non raccontato.
Sappiamo, ad esempio, che la predilezione di Maigret va alle pipe grosse e massicce, anche perché si addicono alla perfezione alle sue manone. Ma una pipa può essere grossa e non avere un fornello molto capiente. E se, per esempio, il commissario si appresta a condurre un interrogatorio che ritiene possa durare a lungo, magari sceglierà una pipa con un fornello particolarmente capace e presserà il tabacco più del solito, non solo in modo di averne di più da fumare, ma perchè quando il tabacco è ben pressato brucia più lentamente (però non bisogna tirare troppo per non bruciarsi la lingua). Questo Simenon non lo dice mai, come altre cose, ma da come Maigret accende la pipa, dagli sbuffi che fà, da quante volte gli capita che si spenga e la deve riaccendere, un fumatore di pipa capisce molte cose.
Quello che invece Simenon racconta è il modo sbrigativo con cui spesso il commissario vuota una pipa: battendo il fornello sul tacco della scarpa. Simenon che era un fumatore meno ruvido e un più raffinato del suo personaggio, non l'avrebbe mai fatto. E quando lo racconta, chi fuma percepisce una sorta di disapprovazione taciuta, ma anche di rassegnazione... il suo personaggio è fatto così e questo modo molto poco elegante di vuotare la pipa è perfettamente in linea con lo stile Maigret.
D'altronde Simenon non avrebbe mai fumato quel tabacco "gris", di cui il commissario fà un grande uso, un trinciato grosso, per niente aromatizzato, poco lavorato e molto grossier... Lui fumava pipe Dunhill o Peterson, allora le migliori pipe al mondo, e raffinate miscele di tabacchi inglesi (la Dunhill creò e gli offrì per anni una miscela chiamata "Maigret Cut's"). Ma anche lui ne aveva moltissime, centinaia, anche se poi (come succede a quasi tutti i fumatori di pipa) quelle che fumava erano sempre le stesse... e quando scriveva le teneva lì sulla sua scrivania, pronte da fumare, già cariche di tabacco... pipa e tabacco che non mancavano mai ed evidentemente erano sinergiche al suo d'ètat de roman in cui scriveva i suoi libri.
Maigret fuma la pipa anche a casa, dopo cena, qualche volta a letto prima di addormentarsi e raramente, anche la mattina appena sveglio, riaccendendo la pipa iniziata a fumare la sera prima, che lo ha aspettato tutta la notte lì sul comodino... Il  commissario fuma persino quando sta male, cercando, invano, di non farsi scoprire da M.me Maigret, che spesso fà finta di mangiare la foglia...
Abbiamo detto degli interrogatori, ma la pipa è compagna di Maigret anche quando fà le nottate tra appostamenti, pedinamenti, attese nel suo ufficio di Quai des Orfévres o in qualche bistrot, o in qualche piccolo albergo di periferia... La pipa come una calda presenza che riscalda le mani, ma quello non è un calore solo fisico, si tratta anche di una compagnia che gli dà forza nei momenti difficili e contribuisce a farlo sentire meno solo, quando si trova lontano, in posti sconosciuti, in mezzo a gente estranea. E mentre gira e rigira intorno ad un caso che non riesce a capire, vuotare la pipa, accenderla, pressare il tabacco (e va bene, non è carino, ma Maigret evidentemente lo fa con il dito invece di usare l'apposito "curapipe"... dal momento che non ci pare che Simenon lo citi mai), dicevamo tutte le attività pre-fumata, sono un complesso di azioni che sono essenziali per chi è solo o per chi ha in testa qualcosa che gli sfugge. Concentrandosi su quelle azioni si mettono in moto una serie di meccanismi che da una parte richiedono concentrazione, ma dall'altra risultano dei funzionali catalizzatori per le idee giuste su cui instradare i ragionamenti per risolvere un caso o afferare l'ispirazione. E questo Simenon non lo racconta mai.  
Personalmente fumo la pipa grosso modo da quarant'anni e, nonostante abbia letto e riletto i Maigret (e non solo), ogni volta che mi immergo nelle vicende del commissario il primo istinto è quello di andare nello studio e prendere una pipa da fumare (ma, ad esempio, non mi è mai successo leggendo Sherlock Holmes), come se questo mi avvicinasse di più alle vicende di Maigret, come se mi ponesse in qualche modo dalla parte di chi, scrivendo quella storia, stava sicuramente fumando una pipa.
Magari volete sapere se adesso mentre scrivo sto fumando? Ebbene sì... fumare la pipa a me aiuta a pensare mentre scrivo, ma anche a riflettere mentre leggo e a farmi venire delle idee mentre, magari seduto sulla sedia con i piedi sulla scrivania, mi arrovello per trovare un'idea per il post del giorno da pubblicare su Simenon-Simenon.(m.t.)