domenica 7 dicembre 2014

SIMENON SIMENON. MA L'UOMO CHE NON ERA MAIGRET... NON ERA NEMMENO SIMENON?


Appena abbiamo letto il titolo (L'uomo che non era Simenon) dell'articolo apparso venerdi 5 su La Republica per presentare la pregevole biografia che Pierre Assouline scrisse più di vent'anni fà sul romanziere Georges Simenon, ci è subito venuto in mente il titolo di un'altra biografia, quella di Patrick Marnham tradotta in da noi da La Nuova Italia che s'intitolava L'uomo che non era Maigret.
Titolo (L'uomo che non era Simenon) giustificato da alcune righe del redattore "... L'uomo che non era  Maigret, non era forse nemmeno Simenon, ovvero lo scrittore mondano e fanfarone, l'amante di Josephine Baker, come lui stesso si è presentato negli anni Trenta, organizzando la promozione dei suoi libri con trovate come il ballo antropometrico. Era soprattutto un padre di famiglia preoccupato di educare e a giocare con i suoi quattro figli..."
Coincidenze. E certo senza togliere nulla al lavoro di Marnham, le due biografie non possono essere confrontate, sono due opere diverse e viaggiano su livelli diversi.
Ma l'articolo redatto da Anais Ginori, sovrattitolato "Un incontro con Pierre Assouline". Crediamo sia quanto mai esatta la scelta del termine "incontro" e non "intervista". E d'altronde anche lo svolgimento dell'articolo conferma che non si tratta di un "botta & risposta". Ma per altro La Repubblica non scrive da nessuna parte che si tratti di un'intervista. Si tratta di una serie di affermazioni del gornalista culturale francese, cucite sapientemante, che giureremmo di aver già letto da qualche parte o forse da più parti.
Ciò detto, dobbiamo dire che comunque l'articolo fà una presentazione completa dell'opera dedicata a Simenon che, ma questo l'abbiamo già detto, che consideriamo a tutt'oggi la più completa, la più ricca ed informata tra le biografie che sono in circolazione.
Forse, trattandosi di una biografia che fa anche piazza pulita di alcuni luoghi comuni sulla vita e sull'opera di Simenon, si poteva far a meno di citare la storia della diecimila donne, gli scritti di sapore nazista di quando Georges aveva sedici anni, la storia con Josephine Baker, le amicizie importanti di Gide, Fellini e Renoir (Jean), la tragedia del suicidio della figlia Marie-Jo. Insomma  forse c'erano altre chicche, meno conosciute frutto del lavoro di ricerca di Assouline, che magari avrebbero meritato di essere citati.
Ma d'altronde l'enorme dati che si è trovato davanti Assouline nello scrivere la biografia di Simenon, ha generato un'opera così densa di fatti, vicende e testimonianze che non era facile riassumere, sia pure in un articolo che occupa tutta una pagina del quotidiano romano.
Merito alla casa editrice Odoya che dopo più di vent'anni l'ha tradotto e messo in libreria.

venerdì 5 dicembre 2014

SIMENON SIMENON. IL PIATTO E' SERVITO... ALLA GUINGUETTE.

Una taverna... un'osteria... e per di più da due soldi.
"L'osteria dei due soldi! Il nome forse era un'allusione alla povertà del luogo o anche a quei due soldi che bisognava inserire nella pianola per sentire della musica... non c'era luce elettrica. Il capannone era illuminato da due lampade a petrolio e altre erano posate sui tavoli...".
Così Simenon ci presenta questa osteria dove Maigret si reca per indagre su omicidio commesso anni prima. La guinguette à deux sous è uno dei primissimi Maigret, pubblicato nel dicembre del 1931 per i tipi di Fayard. Era il decimo della serie, ormai il personaggio del commissario aveva preso la via del successo.
"Una cameriera stava passando con un vassoio pieno di aperitivi. Qualcuno si tuffava nel fiume nel fiume. Dalla cucina veniva odore di fritto...".
Simenon, e Maigret per lui, si crogiola in questo ambiente. Una semplice osteria con gente semplice, cibi genuini e niente affatto raffinati. Gli odori che aleggiano nell'aria. Uno posto che nel corso dell'inchiesta, il commissario si ritrova a frequentare per diversi fine settimana. Un po' perchè l'omicida a che fare con quell'ambiente, ma anche perchè sicuramente si sente attratto da quel posto. insomma tra un pipata e un bicchhiere di vino, diventa un habitué dell'osteria, entra in confidenza con uno degli avventori che lo porterà sulla strada della soluzione del caso.
Un'ambientazione tipica, per un'inchiesta emblematica. E non solo l'omicidio è servito, ma anche il piatto...

giovedì 4 dicembre 2014

SIMENON SIMENON. "OBLIVION NOIR IN FESTIVAL" ALCUNI COMMENTI

Al post di ieri, sull'assenza al Courmayeur Noir in Festival di una citazione del 25° anniversario della scomparsa di Georges Simenon, sono arrivati vari commenti, messaggi, giudizi sia su Facebook, che direttamente al blog. Ci è parso opportuno riportare quelli più articolati, anche se non vogliamo dimenticare chi ha apprezzato il nostro punto di vista, come ad esempio Alessandra Buccheri, che di letteratura gialla e noir, italiana e straniera, non è certo l'ultima arrivata. Un grazie quindi a tutti coloro che ci hanno comunicato il loro consenso ed ecco, qui di seguito, alcuni dei commenti arrivati.

 
Caro Maurizio, lasciali fare, hai detto bene, c'è l'effimero di un giorno e c'è la gloria eterna, e mi scuso per il parolone.
Anche Bruto era un uomo d'onore....come te ben sottolinei
D'altra parte le organizzazioni dei Festival sono sempre complesse e puntano sulle presenze degli autori per attirare il pubblico, io credo che anche nei Festival andrebbe preservata la memoria storica e uno spazio andrebbe sempre trovato.
Giuseppe Previti


Sainte et saine colère, Maurizio, mais combien juste... Tu as raison: les petits ou grands événements, les célébrations en tout genre ne feront jamais oublier que Simenon est, plus que jamais, d'actualité...
Faites l'essai, parcourez le net, et regardez quelle part y a Simenon - et Maigret ! - par rapport aux autres auteurs policiers et aux autres romanciers... Regardez tout ce que Simenon suscite de colloques, de rencontres, d'études, d'adaptations, de rééditions, de traductions, et j'en passe... Quel autre auteur du 20e siècle peut en dire autant ...?
Murielle Wenger

Hai mai fatto caso, Maurizio, a quell'omino simbolo del Noir in Festival, quella sagoma di schiena, nera su sfondo giallo? A guardarlo bene sta fumando qualcosa, ma quel che si vede sembra più il sottile fumo di una sigaretta che le morbide volute di fumo di un pipa. E poi quello che indossa sembra più un trench che un pesante cappotto con il collo di velluto. E il cappello? E uno floscio con le tese... non certo un chapeau-melon. Siamo in piena iconografia americana... E tu che speravi ci fosse spazio per Maigret... per Simenon...
Giorgio Muvi

Come mai una tale dimenticanza? Conoscevo il Noir Festival come una manifestazione importante e attenta. Dimenticarsi così di Simenon, del suo Maigret, di tutti film tratti dai suoi romanzi. Certo, come dice Maurizio, noi siamo appassionati di Simenon, ma mi pare che lo scrittore sia ormai un classico riconosciuto universalmente... e con tutti i Maigret televisivi, tutte le ristampe che si fanno in tutto il mondo... Magari 25 anni non sono 50 e nemmeno 100... però non mi pare un motivo per passare l'anniversario del tutto sotto silenzio.
Giovanna Ferraris 

SIMENON SIMENON. FINALMENTE LA TRADUZIONE ITALIANA DELLA BIOGRAFIA SIMENONIANA DI ASSOULINE

In Francia è uscita nel 1992 per i tipi di Julliard. Noi a suo tempo l'abbiamo acquistata subito e divorata in fretta nonostante le sue 750 pagine. Ora a distanza di ventidue anni, finalmente esce l'edizione italiana da Odoya, con la traduzione di Elena Montemaggi. Ne siamo felici perchè si tratta, a nostro avviso di una delle più complete e documentate biografie sul romanziere che siano in circolazione. Oltre alla ricchezza delle fonti e al gran lavoro di ricerca, Assouline riesce a mettere in questa biografia un certo pathos, nel raccontare non solo l'avventura letteraria di uno scrittore emblematico per la letteratura del '900 (e non solo di lingua francese), ma anche l'incredibile vicenda umana, con l'intricata rete di relazioni familiari, amorose, amicali. E ancora scava sul rapporto tra Simenon e la scrittura, questo legame davvero particolare contraddistinto da una grande facilità nel comporre, ma al contempo così sofferto. 
Gran parte è dedicata all'epopea di Maigret una biografia nella biografia, se ci passa l'espressione, sottolineandone l'importanza e il particolare legame tra creatore e personaggio. Fatti curiosi, smentite di luoghi comuni, viaggi, amori, il periodo dela letteratura alimentare, quello della letteraura "semi-alimentare" e poi finalemente il momento dei romans-durs, dichiarazioni dello scrittore, il cotè cinematografico, tutto passa davanti agli occhi del lettore come organizzato in una serie di quadri che in qualche modo rappresentano il periodo belga quello francese, i dieci anni americani e poi la fase svizzera. Insomma ognuno di voi, dopo aver letto questa biografia, se ha buona memoria, potrà ritenersi un esperto di Simenon, tanta è la cura di Assouline di non lasciare nell'ombra nessuno degli aspetti della vita, delle opere e delle vicende del romanziere. Questa è una sintetica e stringata presentazione e come tale sicuramente lacunosa, ma ci premeva dare la notizia, a tutti gli appassionati di Simenon. E' davvero un'ottima cosa che adesso sia disponibile anche in italiano e consigliamo vivamente di non farsela scappare. Speriamo di poterci tornare su anche con un contributo e/o una chicchierata con Elena Montemaggi che si è sobbarcata la non poca fatica della traduzione e che quindi come pochi potrà parlarci sia del libro che della sua esperienza di traduzione e farci sapere se e come questa ha modificato il suo rapporto con il romanziere. 
Chiunque volesse acquistare questa biografia on-line potrà recarsi sul sito della Odoya e precisamente a questa pagina

mercoledì 3 dicembre 2014

SIMENON SIMENON. E L'EDIZIONE 2014 DIVENTA... L'OBLIVION NOIR IN FESTIVAL

Recita il vocabolario inglese italiano, "Oblivion" = oblio, dimenticanza. Insomma dimenticare, scordarsi qualcosa. E questa è l'interpretazione che abbiamo voluto dare ad un imbarazzante "bug" che abbiamo rilevato nel programma dell'attuale edizione del più blasonato e prestigioso festival italiano dedicato al giallo e al noir.
Stiamo parlando del Courmayeur Noir in Festival, fondato, progettato e realizzato ogni anno dall'autorevole e famoso GG (per chi non sa, Giorgio Gosetti).
Come al solito, anche quest'anno (dall'8 dicembre) il programma è molto ricco. Vediamo di sintetizzarlo al massimo. Sette giorni, tutti i giorni 14 ore di attività dalle 10.00 (gli "Eventi" al Jardin de l'Ange) alle 24.00 e oltre (il Concorso cinematografico al PalaNoir), per un totale di una cinquantina di eventi, con decine e decine di ospiti italiani e stranieri, con scrittori e cineasti, con premi, con cene e (di solito) con tanta tanta neve.
Detta così, obiettivamente sembra davvero che non possa mancare nulla in un tale tourbillon di appuntamenti che rende il programma denso come sangue quasi coagulato e adrenalinico come i miglior romanzi di James Ellroy.
Ma, si dirà, data da queste pagine la risposta è facile. Manca Georges Simenon. Quel Simenon del quale quest'anno cadono i 25 anni dalla scomparsa (lo diciamo per chi legge, non per quelli del festival che lo sanno fin troppo bene!).
Simenon, é l'unico giallista (anche se era ben di più di un giallista), diciamo meglio, l'unico autore classico di letteratura poliziesca le cui indagini del commissario Maigret ancora oggi, anche dopo 70 anni dalla loro scrittura, quando vengono ristampate, come é noto, entrano in classifica gomito a gomito con i titoli dei giallisti contemporanei (e non solo in Italia).
Simenon è tra l'altro uno dei padri del noir francese (e non solo), che con i suoi romanzi non-Maigret, ha dato il via a tanta letteratura di genere.
Ma questo al CNiF (Courmayeur Noir in Festival) lo sanno senza dubbio alcuno!
Per di più, in questo 2014 non mancano certo gli agganci alle ricorrenze.
Sono esattamente 50 anni che la Rai ha iniziato a trasmettere la famosa serie de Le inchieste del commissario Maigret, regia di Mario Landi, sceneggiatura di  Diego Fabbri, delegato alla produzione Andrea Camilleri e.... interpretazione di Gino Cervi. Una "cosetta" vero?... Un proto-serial con punte d'ascolto di oltre 18 milioni.
Ma questo al CNiF lo sanno benissimo... Eh! Figuriamoci se non lo sanno!
E poi, come se non bastasse, quest'anno cadono i 40 anni dalla morte dell'attore Gino Cervi che per decine e decine d'anni, e per svariate generazioni, è stato la faccia del commissario simenoniano. E ancora oggi, nell'immaginario collettivo, non c'è nessuno che l'abbia sostituito. (e, se volessimo esagerare, potremmo citare anche i 110 anni dalla nascita di Jean Gabin, attore noir per eccellenza interprete di una decina di film tratti dai romanzi di Simenon, amico dello scrittore e per tre volte nei panni di Maigret sul grande schermo...!)
E non scherziamo, al CNiF sono al corrente di tutto ciò, meglio e più di noi!
Vista la spiccata vocazione anche cinematografica del festival, poteva essere proiettato in anterprima La chambre bleu, l'ennesima pellicola tratta dai romanzi di Simenon (sono ormai oltre sessanta). Un noir in puro stile simenoniano, che Mathieu Amalric (regista ed interprete) ha portato da Cannes, al New York Film Festival, dal Beirut International Film Festival al festival di San Sebastian e che partirà a gennaio per il Sundance...
E credete che al CNiF, con tanto di un super-guru cinematografico come GG, non lo sappiano?
Insomma quanti motivi c'erano per inserire quest'anno Simenon tra le tematiche letterarie, quelle cinematografiche o tra gli anniversari e gli omaggi?
Al CNiF, sicuramente, lo sapevano quanti erano queste occasioni e lo sapevano prima e meglio di tutti noi... cosa andate a pensare?  
E allora?
Allora come dicono gli inglesi... so close yet so far... insomma così vicini a questa occasione, tanto sbadati da voltargli le spalle. E quello che è dietro le spalle non si vede. E se una cosa non la si vede, si rischia di incorrere in una dimenticanza.... "oblivion"... appunto...
Piccola dimenticanza, grosso bug e l'edizione del 2014 finisce appunto per trasformarsi nell'Oblivion Noir in Festival.
Poco male. Il festival dura sette giorni e dopo un po' la gente si dimenticherà di questa dimenticanza e pure del festival. Al contrario non si dimenticherà di Simenon.

Maurizio Testa

martedì 2 dicembre 2014

SIMENON SIMENON. IL MISTERO DELL'ULTIMO MAIGRET DI FAYARD

Non sembri una questione di lana caprina. La domanda e le risposte che propone Murielle Wenger su quale sia stato l'ultimo "Maigret" che Simenon scrisse per la casa editrice Fayard. Infatti quello era, nelle intenzioni di allora dello scrittore, l'ultimo della serie. Da lì in poi basta polizieschi e letteratura di genere, si sarebbe dedicato solo a quei romas-durs, cosa cui aveva aspirato fin da quando era arrivato neanche ventenne a Parigi. Buona lettura.



Maggio 1932 - Aprile 1933: più di un anno separa la scrittura di Liberty Bar da quella de L'écluse n° 1. Cos'è che tutto insieme fà rallentare il ritmo della produzione della serie maigrettiana? Fino a maggio 1932, Simenon ha sfornato i romanzi di Maigret prima di tutto per rispettare il contratto con Fayard che aveva preteso in cambio del lancio della nuova collezione, un contratto per una dozzina di titoli da scrivere, in vista di una pubblicazione mensile, ma soprattutto perchè il successo ottenuto era tale che non c'era ragione di non cavalcare il cavallo vincente, anche perchè insieme al successo letterario, c'era il quello economico che rassicurava non poco, e poi le cessioni dei diritti per le riduzioni cinematografiche, come anche i primi contratti di traduzione, e il tutto prometteva sostanziose entrate...

A parte i Maigret, il romanziere ha scritto altri titoli tra il 1930 e il 1932, diverse raccolte di racconti e i primi romanzi non-Maigret che Fayard accetta di pubblicare. 
Ma nel maggio 1932, Simenon decide di concedersi una pausa e di partire per la scoperta dell'Africa. Concorda la vendita di una serie di reportage al magazine Voilà, un accordo con il quale riesce a finanziarsi il viaggio, in cui il giornalista-romanziere scopre il rovescio della medaglia della realtà coloniale. Tornato in Francia in autunno, scrive dei romanzi non-Maigret, poi riparte all'inizio del 1933 per altri reportage in tutta Europa, da cui riporta una notevole quantità di testi, ma anche di fotografie. Durante uno "scalo" a Marsilly, nell'aprile del 1933, scrive ancora un 'inchiesta del commissario: L'écluse no 1.
Dentro di sè, Simenon sta cambiando: ha visto parecchie cose, ha vissuto assai, ha scoperto molto e tutte queste esperienze l'hanno fatto maturare, anche sul piano letterario. E' deciso a passare ad un'altra tappa e sogna di scrivere d'ora in poi la vera letteratura e non più la "semi-letteratura" nella quale si appoggiava a qualcuno che reggeva il gioco, cioè il poliziotto. Simenon si sente pronto a volare con le proprie ali, a scrivere qullo che sente e scriverlo a suo modo, vuole liberarsi di quel commissario e nelle sue intenzioni L'écluse n° 1 doveva essere l'ultimo della serie... E per questo motivo che in questo romanzo Maigret è sul punto di andare in pensione, non solo professionalmente, ma il suo autore vuole pensionarlo anche dal punto di vista letterario.
Altro segno: questo romanzo, a differenza dei precedenti, non è pubblicato con un copertina fotografica, come quelle che avevano contribuito al successo dei primi romanzi, ma in una edizione con copertina illustrata, nello stesso stile utilizzato per i romanzi non-Maigret che venivano pubblicati nello stesso periodo. (vedi
www.enquetes-de-maigret.com/couvertures7.htm).
Dopo la scrittura di questa inchiesta, Simenon riparte per altri viaggi, scopre la Turchia, si spinge fino in Russia e di ritorno, in autunno, scrive divesi romanzi di cui i primi due saranno pubblicati da Gallimard, con cui il romanziere ha firmato un contratto nell'ottobre del 1933.  Simenon ha voluto lasciare Fayard, troppo caratterizzato come editore di letteratura popolare e poliziesca ed entrare nella scuderia della NFR (Nouvelle Revue Française) è un simbolo del passaggio da un livello letterario ad un altro...
Per molto tempo i bibliografi simenoniani, facendo riferimento a la Liste secrétariale de Simenon, hanno considerato, la scrittura del titolo "Maigret" l'ultima della serie pubblicata da Fayard, la data e giugno 1933 (è la data riportata per esempio nell'édition Rencontre)
Ora occorre sapere come hanno sottolineato Claude Menguy e Pierre Deligny nelle loro ricerche bibliografiche (vedi l' "Essai de chronologie rédactionnelle de l'œuvre romanesque et autobiographique de Georges Simenon" pubblicata a loro nome, e apparsa ne Les Cahiers Simenon no 9), che questa Liste secrétariale non è affidabile per quanto riguarda gli anni '30, durante i quali, per la maggior parte del tempo, Simenon non datava i suoi manoscritti. La maggior parte di essi sono spariti, e quando Simenon, più tardi, ha voluto ricostruire le date e i luoghi delle redazioni, l'ha fatto basandosi solo sui suoi ricordi e ammetteva lui stesso, in una lettera a Claude Menguy nel 1967, che questa lista non era esatta.
Un'altro fatto pesa in sfavore della data del giugno '33, per la redazione di "Maigret" e sembra inattacabile: nel giugno del '33 Simenon era nel bel mezzo di un viaggio per la Turchia, come abbiamo detto prima, infatti il 7 giugno incontra Trotsky che gli accorda un'intervista.  Rientrato a Marsilly, Simenon inizia a scrivere diversi romanzi non-Maigret, tra cui nell'autunno del 1933, L'homme de Londres che viene pubblicato da Fayard a dicembre. Sulla copertina del romanzo si trova un annuncio di una prossima inchiesta intitolata "Maigret". Quindi per un certo tempo si è ritenuto che questo romanzo fosse stato scritto nel novembre del 1933. questa non sarebbe stata la prima volta nella bibliografia simenoniana che l'annuncio di un romanzo precedesse addirittura la sua redazione... Ricordiamo, come fa notare Maichel Carly (in Les secrets des «Maigret», saggio pubblicato da Les Amis de Georges Simenon en 2011), che il romanzo La tête d'un homme è stato prima di tutto un titolo. L'autore ammetterà più tardi di averlo comunicato a Fayard senza sapere di che cosa si sarebbe trattato. Anche certi romanzi di Maigret sono esistiti solo nel titolo, Simenon si riservava in seguito di far coincider la storia con le parole che aveva inserito nel titolo"
Menguy et Deligny tenendo conto che il romanzo "Maigret" era stato commissionato dal quotidiano Le Jour e che Simenon aveva accettato di scrivere un'ultimo romanzo della serie per Fayard, in segutio alla domanda pressante dei lettori (vedi http://www.trussel.com/maig/lejourf.htm) ne dedussero dunque che la redazione fu effettivamente realizzata nel gennaio del 1934.
Comunque sia, il romanzo viene pubblicato prima in feuilleton  nel quotidiano Le Jour, tra il 20 febbraio  e il 15 marzo e in seguito editato da Fayard nel marzo del 1934.
Sembre dunque che Simenon abbia rinunciato a Maigret dopo L'écluse no 1, che considerava come l'ultimo e che il romanzo "Maigret" non sarebbe mai esistito senza la commissione da parte de Le Jour, di Fayare e dell'insistenza dei lettori... D'altronde Simenon  se accetta di riprendere  il suo personaggio, lo fa spedendolo in pensione. Il commissario non è più in servizio attivo, ed é solo per tirare fuori dai guai il nipote  che accetta di lasciare la sua casetta sulla riva della Loira.
Lasciamo infine la parola a Simenon stesso, che raconta a Robert et Rosine Georgin, nell'intervista esclusiva pubblicata nel 1980 in Simenon, apparso nella collezione Cistre essais, delle Editions l'Age d'Homme, come sono andati i fatti:
"- Ho scritto il primo Maigret [Pietr le Letton]. Credevo di scriverne uno solo e vedere se funzionava. L'ho spedito a Fayard: Fayard-padre mi ha detto: 
- Scrivetene due o tre, in modo che io possa giudicarli. 
Io ne ho scritti due o tre.... Lui mi disse: 
- Sapete, i vostri romanzi non sono affatto male, ma non funzioneranno [sottolineando tutto quello che in questi romanzi non corrispondeva ai canoni dei romanzi polizieschi dell'epoca]. 
- Bene - dissi - mi riprendo i manoscritti...
- No, no vi firmo un contratto per dodici romanzi, ma mi servono nei dodici mesi a venire, perchè voglio pubblicarne uno al mese. 
Io ho scritto per lui dodici romanzi in otto o nove mesi. E' stato fatto un gran lancio pubblicitario ed ecco come sono diventato, per la maggior parte della gente, un autore di romanzi polizieschi... Ma sapevo che avrei scritto altri libri. D'altronde quando sono arrivato al diciottesimo Maigret sono andato da Fayard e gli ho detto: 
- Smetto di scrivere la serie dei Maigret.
- Perché?... 
- Perchè ho voglia di scrivere quello che mi piace
- Lei é come Conan Doyle, lui ha regito come lei. Era stufo di essere chiamato sempre come il padre di Sherlock Holmes e ha scritto una ventina di romanzi "se-dicenti" letterari, che sono caduti nell'oblio più totale
- Tanto peggio. Voglio provare - e ho provato.
E, siccome Simenon non era Conan Doyle, i suo altri romanzi non sono caduti nell'oblio, ma al contrario...
Ma vogliamo porci qui un domanda: cos sarebbe successo se Simenon avesse mantenuto la parola e non avesse scritto più un Maigret? Certo i romans-durs sono stati molto importanti ed essenziali per assicurargli la fama e il posto che merita nella storia della letteratura. Ma sarebbe stato lo stesso e la sua opera sarebbe stata la stessa senza i Maigret? Questo commissario così umano, che accompagna il suo autore per un quarantina d'anni e che è, diciamolo, il solo personaggio che ha creato e che rievoca nei suoi Dictées, non avrà contribuito ad un certo equilibrio del romanziere e della sua opera?

Murielle Wenger 

lunedì 1 dicembre 2014

SIMENON SIMENON. DICEMBRE. IDEA PER UN NATALE SIMENONIANO: ALLA SCOPERTA DI FILM-TV

Siamo a dicembre e, se anche quest'anno il côté consumistico del Natale subirà un'altra forzata battuta d'arresto, questo è comunque il mese in cui si pensa a regali regalini, pensieri e pensierini per i propri cari.
Eccoci allora qui a proporvi una "chicca" che è in vendita on-line da pochissimo e che, se vi interessasse, vi imporrebbe di affrettarvi perchè ce ne sono disponbili ad oggi solo una cinquantina.
Lo trovate sul sito Culture Factory che ci propone questa novità che potrebbe davvero essere l'ideale da regalare ad un vostro caro amico, ovviamente appassionato di Simenon.
Si tratta di D'après l'oeuvre de Georges Simenon, un singolare cofanetto di tre dvd, con tre film "telelvisivi", tratti da altrettanti romanzi di Georges Simenon. E per la prima volta le tre produzioni televisive vengono offerte insieme in un solo cofanetto. Si tratta di telefilm recenti ad iniziare da Les innocents di Olivier Marchal (2006 - tratto dall'omonimo romanzo), continuando con Jusq'à l'Enfer di Bruno Solo (2009 - tratto da La Mort de Belle) e concludendo con L'escalier de fer di Denis Malleval, con Laurent Gerra (2013 - anche questo dal romanzo omonimo). Chi volesse acquistare questa rara compilation di film simenoniani televisivi, potrà visitare la pagina di Culture Factory ed acquistare D'après l'oeuvre de Georges Simenon direttamente on-line.

domenica 30 novembre 2014

sabato 29 novembre 2014

SIMENON SIMENON PRESENTA "LA DOMENICA DEL COMMISSARIO"

I testi sono di 
Murielle Wenger
le illustrazioni e 
la grafica di 
Giancarlo Malagutti.
"La Domenica del Commissario"
è il nome della nuova rubrica che Simenon-Simenon metterà on-line, ovviamente tutte le domeniche, ad iniziare da domani.
Saranno 14 puntate
nelle quali Murielle racconterà quello che succede a Maigret di domenica: vicende e atmosfere tratte  dall'intero corpus dell'opera maigrettiana.
A corredo, le accattivanti  illustrazioni di Giancarlo, autore anche della bella testata che, come i meno giovani di voi ricorderanno,
è tratta dalla vecchia "Domenica del Corriere", il famoso settimanale illustrato del Corriere della Sera , qui diventata "La Domenica del Commissario". Appuntamento a tutti quindi con Murielle & Giancarlo per passare il dì di festa con il nostro commissario preferito



INTRODUZIONE ALLE DOMENICHE DEL COMMISSARIO


Copertina dedicata alla statua di Maigret, da sinistra, M.me Maigret, Andreina Pagnani, gli attori
Gino Cervi e Jean Gabin, e Georges Simenon
La domenica ha nell'opera e nella vita di Simenon un posto a parte. Conserva, fin dall'infanzia, il ricordo di un'atmosfera che la domenica è diversa dagli altri giorni. Rievoca a più riprese nei suoi scritti di ricordi, come per esempio in Je me souviens in cui racconta una domenica a
Fontenay-le-Comte in compagnia dei suoi figli: "Domenica mattina, mio piccolo Marc, siamo andati a passeggare, io e te, mano nella mano, per le vie tranquille della cittadina. Tutti i passanti erano "addomenicati"... Ho quasi rimpianto di non essermi vestito diversamente dagli altri giorni. C'erano le campane nell'aria, Tu le chimavi "nanane", anelli, come se tu sentissi che il loro suono disegna degli anelli nell'aria. (Si ritova questo tema anche ne Les anneaux de Bicêtre n.d.r.)... La nostra domenica mattina non sarebbe stata completa se non fossimo andati a comprare i miei giornali e un libro illustrato per te. Ho voluto anche, come faceva un tempo mio padre, acquistare una torta alla crema... Hai registrato tutte queste immagini di una domenica mattina in un piccola città?..."
E più in là nel testo.
"... La nostra camminata della domeinica mattina? Ne ho fatte di simili, ogni domenica, con i piedi che ancora inciampavano, con il grande Désiré...". Domenica con il padre.
In uno dei dictée (Un homme comme un autre), Simenon ricorda ancora la domenica: "...Ancora una bella domenica, quella che uno chiama proprio una bella domenica, con un sole splendente, il cantare delle campane, le strade quasi deserte dove s'incontra di tanto in tanto soltanto una famiglia che cammina lungo il marciapiede...".
Ma dopo questa frase l'autore aggiunge con un po' d'ambiguità.
"Un tempo, quando era bambino, detestavo le domeniche. Poi ho iniziato ad amarle e ad assaporarle come un momento particolare della settimana...". 
Perchè Simenon non amava affatto le domeniche, quando andava a passeggiare con suo padre? La riposta vine da un altro dictée (Des traces de pas): "...quand'ero ragazzo sigificava una solenne messa cantata (e io cantavo), roasbeef con patate fritte e piselli in scatola,  escursioni dei dintorni di Liegi o pomeriggi a casa di una delle mie zie. Perchè ogni domenica ricordo un che di differente dagli altri giorni? Basta messe. Basta roastbeef e patate fritte. Basta escursioni nei dintorni e interminabili pomeriggi da una o l'altra delle mie zie che io detestavo. E' molto tempo che le domeniche dovrebbero essere per me un giorno come gli altri".
E' l'altro aspetto delle domeniche, non più quello delle felici passeggiate con il padre, ma quello delle lunghe visite noiose al parentato...
Ma Simenon aggiunge:" E nonstante tutto, ancora oggi quando mi sveglio vado alla finestra per osservare le strade vuote... ascolto le campane come se il loro suono avesse ancora un significato. Sono stato segnato dalla mia giovinezza... Quando ero piccolo la domenica,  mia madre mi svegliava e io le dicevo 'E' domenica. Faccio il pigro'. Ebbene a settant'anni faccio ancora il pigro...".
La domenica ha quindi, nell'opera di Simenon questo doppio aspetto: ricordo dell'infanzia e giorno "maledetto", infatti molti suoi romanzi ne fanno un giorno nefasto: come per esempio Le fils Cardinaud, in cui la vicenda inizia una domenica all'uscita della messa, oppure il romanzo intitolato, appunto, Dimanche.
E questa relazione particolare con la domenica, Simenon l'ha passata al personaggio di Maigret, con la stessa ambiguità: se il commissario ama l'atmosfera della domenica quando evoca per lui i suoi ricordi d'infanzia, trova in questi giorni degli aspetti negativi: per esempio non ama il taglio che la domenica opera durante un'inchiesta , perchè non sopporta mollare il filo delle sue investigazioni, non per paura di non poterlo ritrovare, forse perchè era come Simenon, che non poteva arrestarsi nella redazione  di un romanzo per paura di non riuscire a terminarlo....
Se vi piace, andremo a ripercorrere - ancora una volta! - il corpus dell'opera del commissario alla ricerca delle domeniche di Maigret o meglio di quali sono le valutazioni che l'autore fà di questo giorno e di quelle che lui stesso attribuisce a Maigret.
Premettiamo che in tutta la serie, ci sono una cinquantina di romanzi, cioè i due terzi, per i quali l'autore stesso esplicita con precisione i giorni della settimana in cui si svolge l'inchiesta, poi quelli per cui lo si può capire in funzione di altri elementi. Tra questi romanzi alcuni non riguardano affatto la domenica ed in altri la domenica rientra nell'inchiesta, ma non succede nulla di particolare, perchè Maigret è annoiato "dentro" per il scorrere di quel giorno che non sembra diverso dagli altri giorni. Ho dunque selezionato una quindicina di romanzi nei quali la domenica presenta delle situazioni particolari.

Murielle Wenger

venerdì 28 novembre 2014

SIMENON SIMENON. GLI ANNI DEL TERRORE E LA FUGA IN AMERICA


Ne abbiamo accennato più volte. Uno dei motivi, diremmo quello fondamentale, per cui Simenon lasciò piuttosto in fretta la Francia, dopo la fine della seconda guerra mondiale, era rappresentato dall'accusa di collaborazionismo con i filo-nazisti.
Ora vogliamo proporvi, sia pure in sintesi, una delle più complete ricostruzioni di quel periodo ad opera di Gianni Da Campo (1943-2014), uno dei grandi studiosi italiani di Simenon che con la sua traduzione e il corposo apparato delle sue note (oltre 100 pagine su 450) ha reso molto più ricca ed interessante la versione italiana, dell'opera di Stanley G. Eskin Simenon A critical biography (1987).
Nelle note appunto, ci racconta come il calvario di Simenon inizi nell'autunno del 1944, quando lui è a letto per una pleurite nella pensione-albergo Les Roches Noires a Sable d'Olonne. Jean Huguet, giovanissimo capo locale delle FFL (Forze Francesi di Liberazione) lo sta cercando e, una soffiata del proprietario dell'albergo, glielo fà trovare. E' così che Simenon viene a sapere da Huguet che c'è un mandato d'arresto a suo nome. La malattia lo salva, o perlomeno rimanda l'arresto. Tigy - ci spiega Da Campo - vorrebbe portarlo a Parigi per farelo curare meglio, ma il comitato d'epurazione di La Roche-sur-Yon glielo impedisce.
Ma quali sono le accuse? In realtà il dossier che riguarda Simenon non solo sembra che sia mezzo vuoto, ma pealtro non si trova nemmeno. 
Primo colpo di scena.
Dopo una serie di ricerche, accertamenti, confronti ci si accorge che l'uomo destinato all'arresto e quindi al plotone d'esecuzione è un certo Simon! Comunque l'incubo non è finito perchè comunque la giustizia militare gli ha trattienuto i documenti e gli ha bloccato il conto in banca.
Intanto le condizioni di salute diSimenon peggiorano e occorrerebbe portarlo urgentemente a Parigi.
In quel momento sono gli amici dello scrittore ad intervenire presso le autorità. Maurice Garçon, Gaston Gallimard e Félix Garas riescono finalmente ad entrare in possesso della copia del dossier con lo scopo di conoscere e poter controbattere le accuse.
Ecco i famosi capi d'imputazione:
- collaborazioni continue ai grandi giornali parigini
- la vendita dei diritti per la realizzazione di film alla Continental
- l'ottenimento di un lasciapassare per la zona libera della Francia
- essere un notorio propagandista pericoloso per la sicurezza dello Stato
Anche l'ambasciata del Belgio vuole conoscere il dossier. Questo sortisce un risultato positivo in quanto viene constatato che "il dossier contiene prove troppo deboli" e quindi viene revocato il provvedimento di "internamento amministrativo"... insomma sembra che Simenon possa iniziare di nuovo a vivere e a credere che la faccenda potrà risolversi in breve.
Ma un'altra delusione è dietro l'angolo.
Le prove del dossier prendono peso con un'ulteriore accusa: aver versato del denaro alla filo-nazista LVF (Lega dei volontari francesi contro il bolscevismo).
Nel gennaio del '45 Simenon si difende affermando di aver sempre dato soldi a numerose associazioni e ad opere assistenziali e, se questo versamente fosse mai avvenuto, si sarebbe verificato in maniera del tutto inconsapevole. Insomma a febbraio la situazione è peggiorata e si inizia temere l'arresto e la prigione.
Ma Da Campo di presenta un altro colpo di scena.
Nell'aprile del '45 il commissario del governo a La Roche-sur-Yon, dopo un attento esame del dossier, dichiara:
- Dalle indagini condotte, risulta che libri e articoli non hanno nessuna tendenza politica
- Nessun fatto preciso attesta la collaborazione con il nemico tedesco
Il prefetto, il giorno dop, dichiara che Simenon è libero, può rientrare in possesso dei suoi soldi e può lasciare il domicilio coatto in Vandea, dove nessuno ha più nulla da contestargli.
La ricostruzione di Da Campo continua con il trasferimento a Parigi, dove un'altra amara sorpresa attende lo scrittore. Viene infatti a sapere dalla radio di essere accusato di "intesa con il nemnico" e che sarebbe "in  stato d'arresto". La notizia non sembra attendibile e tutto sommato infondata anche alla luce di quello che era successoo a La Roche-sur-Yon.
Eppure l'incubo ricomnicia.
Simenon scopre di essere nelle liste d'epurazione, sempre per quella storia della collaborazione con la casa di produzione cinematografica Continental (e non è il solo). A peggiorare le cose c'è la situazione del fratello che in Belgio non solo si è schierato apertamente con i nazisti, ma ha addirittura partecipato a rappresaglie ed esecuzioni, sembra quasi una trentina, come capo di un commando.
Dopo tutte queste docce scozzesi, Simenon è sempre più pessimista e tra l'altro teme una presa del potere da parte dei comunisti francesi, quindi immagina un futuro a tinte fosche e niente affatt sicure per sè e per la sua famiglia. Da qui la decisione di approfittare di quel momenti di libertà, recarsi in Gran Bretagna dove imbarcarsi per l'America. Ma gli serve un visto. In questo l'aiuta l'ambasciatore del belgio che ad agosto del 1945 gli fà ottenere un'autorizzazione dal Ministro degli Affari Esteri francese con la dicitura: Scopo del viaggio "Contatti con giornali ed editori canadesi". Data di partenza "Appena possibile". Data di ritorno "A missione compiuta".
Dopo un mese d'attesa a Londra, Georges, Tigy e Marc, s'imbarcano il 3 ottobre a Southampton su un cargo battente bandiera finlandese e, dopo dodici giorni di traversata, sbarcano a New York.