martedì 16 dicembre 2014

SIMENON SIMENON. UN NATALE DI 25 ANNI FA': MAIGRET-JEAN RICHARD...A JEUMONT


Uno dei Maigret televisivi più importanti è stato interpretato dall'attore francese Jean Richard, di cui, almeno qui in Italia, si parla poco. Un po' perchè la sua serie televisiva uscì in Francia nell'ottobre del 1967, da noi offuscata da quella con Gino Cervi iniziata tre anni prima (dicembre del 1964) e poi perchè, a quanto ci risulta, non ci sono stati passaggi televisivi sulle emittenti nostrane (erano disponibili solo episodi su cassette VHS, la cui versione italiana era tra l'altro curata in Svizzera).
Jean Richard, è bene ricordarlo, è stato l'unico attore a portare sul piccolo schermo tutti i romanzi della serie Maigret (circa 90 episodi, dal 1967 al 1990 per France 2) e in relazione a lui oggi vorremmo ricordare un episodio del suo Maigret televisivo. Si tratta di una emissione andata in onda proprio il giorno di Natale di 50 anni fa': Jeumont, 51 minutes d'ârret!
Era tratta da uno dei racconti delle inchieste maigrettiane che Simenon scrisse nel 1936, dopo una pausa dalla serie per Fayard, e fà parte dei Maigret di Gallimard. Uscì infatti solo nel 1944 nella raccolta di racconti Les Nouvelles Enquêtes de Maigret che riunisce racconti pubblicati su Police-Roman, su Police-Film e sull'inserto domenicale di Paris-Soir.
Ma torniamo alla puntata natalizia del Maigret/Richard. Il caso non è scoperto da Maigret, ma da suo nipote Vinchon, ispettore alle dogane che in un controllo su un treno internazionale, scopre un uomo morto in seguito ad una misteriosa puntura che era arrivata al cuore del poveretto...
"... è sempre con il treno 106 che succedono delle storie, un treno che lascia Berlino alle 11.00 di mattina, con uno o due vagoni provenienti da Varsavia, che passa per Liegi alle 23.44, ora in cui la stazione è deserta (dove aspettano che il treno parte per chiuderla) e che infine arriva ad Erquelines alle 1.57... Alle 2.14 il treno si apprestava a varcare la frontiere e raggiungere Jeaumont alle 2.17.
- Jeumont, 51 minuti di sosta! - urlava un impegato che portava una lanterna, correndo sulla banchina...". E' così che Simenon ci presenta la scena della scoperta del delitto.
Ma torniamo all'interpretazione di Jean Richard della riduzione televisiva di questo romanzo che l'attore recitava insieme ad Annick Tanguy, M.me Maigret sullo schermo, ma anche M.me Richard nella vita di tutti i giorni.
Il 25 dicembre di venticinque anni fà i francesi, smaltendo le libagioni del pranzo di Natale, la sera sonnecchiando sul divano, guardavano un Jean Richard, con i suoi basettoni e la sua pipa tra i denti aggirarsi in una gelida notte tra vagoni, scompartimenti e banchine di Jeumont, un paesino al confine dal Belgio.
Per chi non lo sapesse Jean Richard era anche un uomo di circo, appassionato e titolare di vari circhi, e il circo è uno degli spettacoli che i bambini (almeno quelli di una volta) andavano a vedere durante le feste e quindi anche durante il Natale. Ma quel Natale Jean Richard si muoveva con i panni Maigret in un circo in cui le belve erano uomini, così feroci da ammazzare.

lunedì 15 dicembre 2014

SIMENON SIMENON: RACCONTI POLIZIESCHI DAL 1929 AL 1953, ECCO LA STRENNA SIMENONIANA!

Se avete idea di fare (o farvi) un bel regalo per le feste, visto che novità simenoniane in Italia non ce ne sono, abbiamo pensato di dare una guardata al di là delle Alpi e vedere cosa si trova. E, manco a farlo apposta, chi attira la nostra attenzione è la Francia e ancor meglio la casa editrice Omnibus che abbiamo più volte citato. Questa volta, però non si tratta di romans-durs o di romanzi di Maigret, ma di racconti polizieschi scritti da Simenon tra il 1929 e il 1953. Si tratta di un'interessante iniziativa composta da due volumi Nouvelles secrètes et policières 1 (racconti nel periodo 1929-1938) e Nouvelles secrètes et policières 2 (racconti nel periodo 1938-1953). Si tratta in tutto di ben 137 racconti e, come recita espressamente il titolo dei due volumi, sempre di narrativa poliziesca. Tra quelli scritti nel periodo 1929-1938 ce ne sono molti firmate ancora con lo pseudonimo Georges Sim. Troviamo ad esempi quelli dei Treize mystère dove il protagonista è il detective dilettante Joseph Leborgne, che furono pubblicati su la rivista Détective. Altra serie è Les 13 énigmes dove il protagonista è l'agente G.7. E poi ancora Les 13 coupables. In questa prima raccolta sono pubblicati altri racconti come Le Petit docteur, Nouvelles exotiques, Les Sept minutes, La Mauvaise étoile.  
Per quanto riguarda il secondo voulme sono ragruppate varie raccolte di racconti quali Les Petits Cochons sans queue, La Rue aux trois poussins, Un Noël de Maigret, Nouvelles introuvables, Nouvelles inattendues, Les Dossier de l’Agence O et Le Bateau d’Émile.
Insomma un regalo interessante, soprattutto per quanto riguarda i racconti del primo periodo, di cui parecchi sono inediti in Italia.
Ecco l'elenco completo proprio dei racconti di Nouvelles secrètes et policières 1 (1929-1938)
  • L'affaire Lefrançois
  • Le coffre- fort de la S.S.S.
  • Le dossier no 16
  • Le mort invraisemblable
  • Le vol du lycée de B...
  • Le dénommé Popaul
  • Le pavillon de la Croix- Rousse
  • La cheminée du Lorraine
  • Les trois Rembrandt
  • L'écluse no 14
  • Les deux ingénieurs
  • La bombe de l'Astoria
  • La tabatière en or
  • L'affaire du Canal
  • G.7
  • Le naufrage du Catherine
  • L'esprit déménageur
  • L'homme tatoué
  • Le corps disparu
  • Hans Peter
  • Le chien jaune
  • L'incendie du parc Monceau
  • Le mas Costefigues
  • Le château des disparus
  • Le secret du Fort Bayard
  • Le drame de Dunkerque
  • L'inconnue d'Etretat
  • Ziliouk
  • Monsieur Rodrigues
  • Madame Smitt
  • Les « flamands »
  • Nouchi
  • Arnold Schuttringer
  • Waldemar Strvzeski
  • Philippe
  • Nicolas
  • Les Timmermans
  • Le Pacha
  • Otto Müller
  • Bus
  • La nuit du Pont Marie
  • Le yacht et la panthère
  • Le grand Langoustier
  • La nuit des sept minutes
  • L'énigme de la Marie- Galante
  • Sing- Sing ou la maison des trois marches
  • Mademoiselle Augustine
  • Moss et Hoch
  • L'as de l'arrestation
  • Notes en marge d'un tour du monde ou le doux raté de France
  • L'homme en habit dans son square et le bagnard aux nougats
  • Celui qui se battait avec les rats ou la plus banale des histoires
  • Popaul et son cuisinier ou la tête qui a trop trempé
  • Touristes de bananes, ou les Adams de Chicago et les Eves de Manchester et d'Oslo dans les nouveaux paradis terrestres
  • Les joies de la pampa ou l'homme qui est prisonnier entre deux gares
  • L'aventure du gentleman anglais et de la femme qui montrait son derrière du haut d'un cocotier
  • Mon ami l'Auvergnat et le Lithuanien solitaire qui n'avait jamais assez mangé
  • Le polytechnicien et le boy à sonnette
  • L'aventurier syndiqué
  • Celui qui a refusé de devenir juge
  • Les chiens des Marquises et le percepteur dans la forêt vierge
  • Le capitaine Philps et les petits cochons
  • L'oranger des îles Marquises
  • Monsieur Mimosa
  • L'escale de Buenaventura
  • Un crime au Gabon
  • Le policier d'Istanbul
  • L'enquête de mademoiselle Doche
  • La ligne de désert
  • Les mystères du Grand- Saint- Georges
  • Les trois messieurs du Consortium
  • L'homme qui mitraillait les rats
  • Le flair du Petit Docteur
  • La demoiselle en bleu pâle
  • Une femme a crié
  • Le fantôme de Monsieur Marbe
  • Les mariés du 1er décembre
  • Le mort tombé du ciel
  • La sonnette d'alarme
  • Le passager et son nègre
  • La piste de l'homme roux
  • L'amiral a disparu
  • La bonne fortune du Hollandais
  • Le château de l'arsenic
  • L'amoureux aux pantoufles
  •  
    Chiunque fosse interessanto ad acquistare on-line i due volumi potrà indirizzarsi direttamente al sito Omnibus QUI per il primo volume (29 euro). Invece QUI per il secondo volume (29 euro).

    domenica 14 dicembre 2014

    sabato 13 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. I MAIGRET (MA ANCHE I "ROMANS") TITOLI CON IL... BINOCOLO?

    Il nostro collaboratore Andrea Franco ha commentato il nostro post di ieri sui tempi di pubblicazione del prossimo Maigret.
    "...Ho letto anche io sul sito di John Simenon che "Un Natale di Maigret e altri racconti" (On ne tue pas les pauvres types e Le client plus obstinè du monde) dovrebbe uscire il primo aprile - scrive il nostro informato collaboratore - Ormai come strenna natalizia Maigret non uscirà piu, quindi pare piu probabile che "Un Natale di Maigret" esca, appunto, a Pasqua. La casa editrice ha cercato di prolungare e ancora sta cercando di farlo le uscite delle inchieste del commissario, ma questo titolo sarà proprio l'ultimo e così facendo comunque saremo arrivati nel 2015 (naturalmente non ho considerato i volumi di raccolte che continuano regolarmente ad uscire)...".
    Nei programmi dell'Adelphi quindi in questo scorcio di fine 2014 niente Maigret e niente Simenon. Già perchè per Natale non avremo neanche un strenna simenoniana, nemmeno un roman-dur, eppure tra questi i titoli da pubblicare ce ne sarebbero...
    D'altronde, visto la politica dell'Adelphi, quella di far durare il più possibile i libri di Simenon da pubblicare, dovremo abituarci... forse anche al ritmo di un romanzo l'anno. Sono finiti i tempi in cui uscivano due Maigret e talvolta addirittura due romanzi ogni anno. Festività natalizie e ferie estive, Pasqua e Capodanno... si partiva con un Simenon o un Maigret nuovo di zecca sottobraccio e, durante il meritato riposo, ogni appassionato divorava la strenna simenoniana di turno.
    "...In effetti pare proprio che l'Adelphi stia centellinando queste ultimissime uscite.. - scriveva già ai primi di ottobre Andrea Franco - "Una pipa di Maigret e altri racconti" è sparito da tutti i siti e, per ora, non risulta disponibile da nessuna parte. Sarà questione di giorni o ci vorrà piu tempo?...".
    Oggi sappiamo che poi in realtà si attese quasi un mese.
    La domanda a questo punto è: ci saranno delle ristampe? Oppure delle riedizioni. O magari, visto che di romanzi di Simenon ce ne sono ancora, ci si potrebbe aspettare anche una riedizione di tutti i titoli di Maigret? All'Adelphi sono come sempre abbottonatissimi, ma...
    Ma per oggi basta sognare.

    venerdì 12 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. NIENTE REGALO DI NATALE, MA UN PESCE D'APRILE... IL NATALE DI MAIGRET A PASQUA?

    Ci scriveva l'altro giorno la nostra Murielle Wenger a proposito della notizia apparsa su sito ufficiale di Simenon che riportava come ai primi di aprile sarebbe programmata l'uscita di una raccolta di racconti di Maigret, intitolata Un Natale di Maigret.
    Ricordando due date, facciamo notare che l'uscita di questo titolo è vicinissima a Pasqua, che nel 2015 cadrà il 5 aprile. L'altra data è quella indicata per l'uscita del volume: il 1° aprile.
    Adesso, come tutti sappiamo, quello è il giorno dedicato alle burle, agli scherzi e la fantasia si scatena. In questo caso il famoso "pesce d'aprile" potrebbe essere un Maigret di Natale che esce a Pasqua?
    Certo le condizioni ci sarebbero tutte. Sarebbe bello sognare che l'Adelphi spiazzasse tutti e facesse uscire, a ridosso della festività, Un Natale di Maigret. Allora rideremmo tutti dello scherzo e poi correremmo ad acquistare quest'ultimo Maigret.
    Ma non ci facciamo illusioni. Dopo le attese e i rinvii dell'ultima raccolra di racconti di Maigret, non sarebbe poi così strano che la data di uscita fosse ancora tutta da decidere.
    Quanto  dovremo sospirare per questo che dovrebbe proprio essere l'ultima raccolta di racconti delle inchieste del commissario Maigret? Come al solito, chi avesse notizie (a questo punto anche se non certe e riscontrate) ce le comunichi... vedremo cosa salta fuori.

    giovedì 11 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. IL CASO LORIS E IL METODO MAIGRET: COMPRENDERE E NON GIUDICARE. MA E' POSSIBILE?

    Succede ogni volta. Ogni maledetta volta che la cronaca registra un efferato delitto e peggio ancora quando la vittima è un bambino, e ancor di più quando l'ambiente dei sospettati coincide con il cerchio familiare, più o meno allargato. Allora capita non di rado che si tiri in ballo Simenon vuoi per le atmosfere claustrofobiche e i personaggi insondabili di certi suoi romanzi dove il destino, più che la volontà dei protagonisti, sembra sollevare un vortice di pazzia che trascina i personaggi in abissi oscuri e senza via di scampo. Dall'altra perché il suo commissario Maigret, che certo non è aiutato dagli strumenti e dalla tecnologia a disposizione degli odierni investigatori, ha un'approccio psicologico ed empatico con il delitto e, in fondo in fondo, gli interessa sapere di più perchè una madre possa aver ucciso il figlio, al di là di dimostrare se sia stata davvero lei o meno.
    Veronica Panarello è una donna e una madre con una storia difficile alle spalle, ma quanto questo quanto può aver influito sul suo comportamento, dal momento che per ora é lei ad essere incriminata?... 
    Come Maigret, anche la gente che assiste allo spettacolo mediatico che viene inevitabilmente imbastito in questi casi, vuole sapere... A volte si tratta di curiosità morbosa, e su questo "sguazzano" quei giornali, telegiornali e trasmissioni radio-televisive che cercano ogni pretesto per fare un punto di audience in più o aumentare le vendite di mille copie. A volte però si tratta una sana voglia di comprendere. Cos'è che spinge una madre ad uccidere il figlio? Patologico quanto si vuole, ma un motivo c'è sempre. Ed è quello che interessa il commissario ideato da Simenon e, ovviamente, Simenon stesso. Gli interessa scoprire i meandri oscuri e inconsci della psiche (ricordiamo il non occasionale interesse di Simenon per le teorie di Freud e di Jung e più in generale per la psicanalisi e la psichiatria). Conduce il suo commissario a mettersi sulla lunghezza d'onda dell'ambiente, della famiglia, del sospettato... Cosa c'era prima, come ha vissuto la sua vita, quali sono i fatti traumatici che ha subìto, come ha reagito, quali sono le sue abitudini, ma anche i piccoli fatti della sua quotidianità, i sogni, le illusioni, le disillusioni... Con un approccio empatico, induttivo...
    Ecco perché si tira in ballo Maigret. In un caso del genere la gente vorrebbe avere una risposta ai perchè, proprio come lo vuole il commissario simenoniano.
    Capire e non giudicare. Come meglio applicare la massima maigrettiana? Può mamma Veronica voler ammazzare il suo figlioletto Loris. La prima risposta istintiva é no.
    Ma se i fatti indicassero senza ombra di dubbio che invece è stata proprio lei?
    Maigret non si fermerebbe. Vorrebbe capire come è arrivata ad un gesto così estremo e terribile. Cercherebbe di ripercorrere le vie più o meno dolorose che la donna ha percorso nella sua vita.
    Nella realtà gli inquirenti hanno bisogno solo di prove incontrovertibili, o di una confessione, magari suffragata dai fatti. Poi ci penseranno i giudici.
    Già i giudici... Simenon ha più volte dichiarato che nei tribunali, al posto dei magistrati. Avrebbe visto meglio degli psicanalisti a presiedere il processo... meglio capire l'uomo che condannarlo...
    Ma nel mondo reale la legge deve andare avanti. L'assassino del piccolo, indifeso e innocente Loris deve essere identificato, quand'anche fosse la madre.

    mercoledì 10 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. UN DICEMBRE DI VIAGGI E DI SCRITTURA PER IL ROMANZIERE


     
    Nelle bio-bibliografie simenoniane, il mese di dicembre ricorre con avvenimenti più o meno importanti. Ne potremo ricordare qualcuno, di cui il primo da menzionare è senza dubbio l'arrivo di un giovane Sim pieno d'ambizione, che l'11 dicembre 1922 scende da un treno a la Gare du Nord, e scopre una Parigi umida e ghiacciata dove è ben cosciente di doversi battere per farsi largo. Si sistema in una piccola stanza di un hotel a Montmartre, ed è l'inizio della scoperta della città, l'inizio dei suoi sogni di giovanotto che ha fame di vita in tutte le sue forme...
    Nel dicembre del 1935, Simenon intraprende tutt'altro tipo di viaggio, s'imbarca su una nave per attraversare l'Atlantico ed eccolo alla scoperta del Nuovo Mondo, ma per il momento sono solo l'America del sud e le isole del Pacifico che attirano la sua attenzione, si reca alle Galapagos, a Tahiti da cui riporterà immagini reali e di contesto, non  accontentandosi dei clichè fotografici, ma immagazzinando nella sua memoria delle impressioni che riaffioreranno nella scrittura di suoi diversi romanzi esotici... 
    Il mese di dicembre segna anche delle tappe , purtroppo dolorose come la morte di suo nonno Guillaume Moors, detto "Vieux Papa",  nel dicembre del 1909, quella di sua madre Henriette nel dicembre del 1970, o quella di Sven Nielsen, il suo editore, nel dicembre del 1976, ma anche di avvenimenti felici come il 14 dicembre 1961 quando Teresa Sburelin entra nella vita di Simenon. 
    Altre date dicembrine punteggiano l'opera simenoniana, come il dicembre del 1938 che segna l'inizio della corrispondenza con André Gide, o l'8 dicembre 1936 data di debutto di Quartier Nègre al Théâtre royal di Bruxelles, pièce adattata e messa in scena dall'autore stesso; e ancora, l'11 dicembre 1950 con la messa in scena al Théâtre de l'Œuvre a Parigi della pièce tratta dal romanzo La neige était sale; o, il 20 dicembre 1955, la rappresentazione al Théâtre des Champs-Elysées a Parigi, del balletto La chambre
    Infine, dicembre per il romanziere è un mese ricco sul piano della scrittura. In effetti sono stati redatti a dicembre 1931 L'ombre chinoise, a dicembre 1936 Le bourgmestre de Furnes, a dicembre 1939 Les caves du Majestic, a dicembre 1940 Cécile est morte, a dicembre 1943 L'Aîné des Ferchaux, a dicembre 1946 Lettre à mon juge, a dicembre 1947 Maigret et son mort, a dicembre 1948 Les fantômes du chapelier, a dicembre 1949 Maigret et la vieille dame et L'amie de Madame Maigret, a dicembre 1950 Maigret au Picratt's, a dicembre 1951 La mort de Belle, a dicembre 1953 Maigret à l'école, a dicembre 1956 Le fils, a dicembre 1957 Les scrupules de Maigret

    Murielle Wenger 

    martedì 9 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. LA BIOGRAFIA DI SIMENON IN... ÉTAT DE TRADUCTION!


    E' il romanzo del romanzo della vita e delle opere di Simenon, se ci si passa la definizione, ovviamamente un po' di parte. Si tratta della Biografia di Simenon, scritta da Pierre Assouline, cui questi giorni stiamo dedicando diversi post per l'uscita di una versionione italiana, a ventidue anni dalla pubblicazione dell'originale in francese. Molta attenzione, dicevamo, ma d'altronde è un'opera fondamentale per chi vuole entrare e conoscere l'universo simenoniano. E oggi vi proponiamo addirittura il punto di vista di chi l'ha tradotto, Elena Montemaggi, che ci racconta il suo lavoro, la sua fatica, la sua passione e il suo indentificarsi con il romanziere durante il non breve lavoro di traduzione. Un punto di vista molto particolare e molto interessante, quindi tutto da leggere. 


    In più di un’occasione Georges Simenon si è avventurato in viaggi lunghissimi, verso luoghi sconosciuti, per immergersi e assorbire nuove realtà, che solo in un secondo momento avrebbe rielaborato sulla carta, dando vita negli anni a un vero e proprio universo letterario. In realtà questo è il perno attorno al quale ha ruotato un po’ tutta la sua vita ed è anche lo spirito con cui io ho accettato di tradurre la sua biografia scritta da Pierre Assouline. Principalmente per la voglia di intraprendere a mia volta un lungo viaggio, di addentrami nel suo mondo, di ascoltare la storia della sua vita narrata da una voce affidabile, quella di un ammiratore vero: preciso e puntuale ma anche affettuoso e disincantato. Puntuale e preciso nel momento in cui l’Assouline-biografo ripercorre le tappe della vita del romanziere, disincantato nel momento in cui il Pierre-ammiratore sottolinea in tono un po’ canzonatorio, ma pur sempre con affettuoso rispetto, quel lato un po’ spavaldo e fanfarone dell’uomo-Simenon. Fortunatamente la sfida è stata ancora più complessa, è infatti impensabile poter credere di avere le armi giuste per affrontarla senza aver letto, o desiderare di leggere, le opere di Simenon. Devo riconoscere che il lavoro di altri traduttori, di coloro che hanno prestato voce alle opere del romanziere (così come vari attori hanno prestato il volto alla figura del suo Maigret), mi ha fatto molta compagnia, al punto da arrivare a riconoscerne alcune di quelle voci ancor prima di controllare il retro di copertina. Impensabile, inoltre, addentrarsi in questa biografia senza la presenza costante sulla scrivania dei romanzi autobiografici di Georges Simenon, in particolare Lettera a mia madre e Memorie intime, che traspaiono in filigrana lungo tutto il testo. In alcuni momenti si ha come l’impressione che Assouline metta ulteriormente a fuoco il memoriale del romanziere, quei ricordi alterati dalla miopia del tempo, dal presbitismo dell’affetto, da un’effervescenza che la vita ha faticato a mitigare; salvo nell’ultima parte, quella più struggente e contemporanea al memorialista. In quel caso, il biografo fa un passo indietro e lascia che siano Simenon e la figlia Marie-Jo a parlare, quasi a sostenere con amichevole delicatezza lo scopo di Memorie intime: permettere a un padre di realizzare il sogno della figlia tragicamente scomparsa. Simenon raccoglie tutto ciò che la giovane figlia gli ha lasciato in un libro, Il libro di Marie-Jo, e lo pubblica, usando il proprio memoriale quasi come premessa, come lunga introduzione per presentarlo, per aprirgli la via, coronando così forse il sogno più grande della ragazza: pubblicare un libro insieme al padre. Padre e figlia finalmente uniti per sempre nella scrittura… A questo punto, non mi resta ancora molto, il mio lavoro sta per finire, il viaggio sta per terminare. Presto la mano di Teresa disperderà le ceneri di Simenon in giardino, e sarà il segnale, sarò giunta a destinazione, con malinconica stanchezza metterò l’ultimo punto sulla pagina e chiuderò il libro. Certo, ci saranno riletture prima di consegnare e riletture prima che la traduzione vada in stampa e restano ancora dei romanzi da poter leggere, ma non sarà più la stessa cosa; per mesi una presenza affascinante e avvolgente ha accompagnato le mie giornate: caricava una pipa, si metteva alla macchina da scrivere ed entrava in “état de roman”, mentre io mi sedevo al portatile, caricavo una caffettiera e a mia volta entravo in “état de traduction”… finché non sono arrivata a premere quell’ultimo punto sulla tastiera, congedando così per sempre il mio vero e unico compagno di viaggio. Au revoir Georges, è stato bello viaggiare insieme…
    Elena Montemaggi

    Ringrazio Maurizio Testa per avermi chiesto di condividere alcuni pensieri sul lavoro svolto, il mio editore (Odoya) per la fiducia accordatami e Pierre Assouline per aver apprezzato la mia traduzione (E.M.)

    lunedì 8 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. L'INARRIVABILE "STATUS " DI SIMENON E L'INEGUAGLIABILE FASCINO DI MAIGRET

    Quante volte abbiamo letto, nella presentazioi di un libro giallo (magari di un esordiente)  che ricorda Georges Simenon oppure che fa venire in mente il commissario Maigret. Alcune volete è così, altre volte sono gli stessi autori dichiarano la loro ammirazione per Simenon e ammettono che il loro stile ne é inflienzato (o almeno così gli piacerebbe...). Qui di seguito abbiamo voluto raccogliere alcune di queste affermazioni e di questi paragoni, di scrittori italiani e non, famosi o meno conosciuti.




    "... Il mio modello è Simenon..." afferma Enrico Ruggeri, in merito al suo romanzo La brutta estate  edito Mondadori (Ansa)

    I due protagonisti "... sono marginali e ai margini: si nascondono, sono un po’ come certi personaggi di Simenon - spiega il regista Stefano Incerti del film “Neve”. (Secolo XIX)

    "... un pizzico della ironia del Maigret di Simenon, uno degli autori che più apprezzo..." afferma il regista Umberto Lenzi a proposito dei suoi personaggi da lui creati per i suoi film. (Il Giornale)

    Maurizio De Giovanni "... apprezza di Simenon il fatto che con lui nasce la percezione del dolore, anche nella finzione narrativa i cadaveri hanno diritto al dolore e al rispetto..." (L'Espresso)

    "Fin dalla prima pagina del romanzo, vengono in mente...  Il presidente di Georges Simenon..." a proposito del romanzo “Buonasera, dottor Nistico” di Antonio Del Giudice... (Blitz Quotidiano)

    Patrick Modiano è lo scrittore francese che poco più di un mese fa è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura 2014... Molti dei romanzi sono di ispirazione autobiografica, ma con trame che sfiorano il genere del giallo alla Simenon... (Letteratu.it)

    "...À la manière de Simenon, l’atmosphère, le climat, la psychologie des personnages l’intéressent davantage que les faits eux-mêmes..." a proposito del nuovo romanzo di Didier Decoin Le dictionnaire amoureux des faits divers (L'Avenir)

    "...L'’appellativo di «Simenon d’'Irlanda» non è esagerato..." scrive Luca Crovi a proposito dell'appellativo dato a John Banville, il quale afferma "...Ne sono lusingato. Anche se ammetto che non potrei mai raggiungere l’'economia e l’'immediatezza del suo stile, che sono le grandi doti di Simenon... Qualità cui aspiro nei miei noir..." (Il Giornale)

    Emmanuel Grand, un Vendéen de la région parisienne, y démontre quelques qualités communes aux meilleurs du «nouveau polar français»: un sens aigu de l'intrigue, tenue de bout en bout, fruit, dit-il, de beaucoup de travail, la volonté de s'ancrer dans un territoire physique et social précis... l'attention, enfin, aux personnages, apprise et admirée chez Simenon. (Marianne)

    "... il commissario Ponzetti, creatura ideata dalla penna di Giovanni Ricciardi, segue le impronte del Maigret di Simenon... - come è scritto per presentare il romanzo Il dono delle lacrime... - Ricalcando in questo il suo modello, Maigret, è una sorta di pacioso funzionario costretto a farsi cavaliere errante per andare a stanare il male là dove esso si nasconde..." (La bottega di Hamlin)

    "Camilleri ha da sempre dichiarato apertamente il proprio debito con Simenon insieme alla predilezione per la variante europea del polar". Il lavoro Montalbano come Maigret riscritto (Srecko Jurisic), esamina "...la complessa rete intertestuale tra i due cicli di romanzi, nonché il quasi pirandelliano gioco di rifrazioni creatosi tra il sistema narrativo montalbaniano e la versione televisiva con Gino Cervi di cui Salvo Montalbano sembra una malcelata riscrittura..." (Chaiers d'études romanes)

    Dopo lunga e penosa malattia. Con questo romanzo Vitali non si smentisce. Dopo una partenza "soft", diventa sempre più incalzante... Il tutto condito da una capacità superlativa di avvolgere il lettore nelle atmosfere in cui si svolgono i fatti intrappolandolo, quasi suo malgrado, in una tela di ragno da cui non può più liberarsi. Quasi un Simenon. (Winston Smith/Anobii)


    Il commissario Soneri, un Maigret "Parmigiano". Un "Maigret" con il sigaro, si potrebe definire dal momento che Valerio Varesi è stato giudicato il più "simenoniano" dei giallisti italiani (La Gazzetta di Parma)


    Giallista e novelliere rosa, Scerbanenco è stato a tutti gli effetti il Simenon italiano. Come Simenon, anche Scerbanenco raccontava storie, strappava lacrime, incantava e avvinceva il lettore con un vertiginoso spolverìo di personaggi e una diabolica abilità di costruttore di trame. Come lui scriveva da posseduto, un romanzo via l'altro, pagine su pagine, senza mai smettere, come incalzato da un'ossessione (Italia Oggi)


    I personaggi che popolano le pagine di Renato Olivieri, le indagini del commissario Ambrosio, vengono da un mondo di uomini soli, emarginati e sconfitti. "Ho sempre letto i grandi scrittori di gialli, ma il mio vero maestro - precisa Olivieri - e' stato Georges Simenon. L'ho amato e lo amo moltissimo, e devo dire che pochi sono in grado di raccontare le cose come lui sa fare. Confesso che quando Simenon dice "sta piovendo", a me viene da prendere l' ombrello. Di Simenon amo la straordinaria capacita' di raccontare, di trasmettere sensazioni, odori, emozioni. E un maestro insuperabile..." (Corriere della Sera)

    domenica 7 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. LA DOMENICA DI MAIGRET E DI UN CANE GIALLO



    SIMENON SIMENON. MA L'UOMO CHE NON ERA MAIGRET... NON ERA NEMMENO SIMENON?


    Appena abbiamo letto il titolo (L'uomo che non era Simenon) dell'articolo apparso venerdi 5 su La Republica per presentare la pregevole biografia che Pierre Assouline scrisse più di vent'anni fà sul romanziere Georges Simenon, ci è subito venuto in mente il titolo di un'altra biografia, quella di Patrick Marnham tradotta in da noi da La Nuova Italia che s'intitolava L'uomo che non era Maigret.
    Titolo (L'uomo che non era Simenon) giustificato da alcune righe del redattore "... L'uomo che non era  Maigret, non era forse nemmeno Simenon, ovvero lo scrittore mondano e fanfarone, l'amante di Josephine Baker, come lui stesso si è presentato negli anni Trenta, organizzando la promozione dei suoi libri con trovate come il ballo antropometrico. Era soprattutto un padre di famiglia preoccupato di educare e a giocare con i suoi quattro figli..."
    Coincidenze. E certo senza togliere nulla al lavoro di Marnham, le due biografie non possono essere confrontate, sono due opere diverse e viaggiano su livelli diversi.
    Ma l'articolo redatto da Anais Ginori, sovrattitolato "Un incontro con Pierre Assouline". Crediamo sia quanto mai esatta la scelta del termine "incontro" e non "intervista". E d'altronde anche lo svolgimento dell'articolo conferma che non si tratta di un "botta & risposta". Ma per altro La Repubblica non scrive da nessuna parte che si tratti di un'intervista. Si tratta di una serie di affermazioni del gornalista culturale francese, cucite sapientemante, che giureremmo di aver già letto da qualche parte o forse da più parti.
    Ciò detto, dobbiamo dire che comunque l'articolo fà una presentazione completa dell'opera dedicata a Simenon che, ma questo l'abbiamo già detto, che consideriamo a tutt'oggi la più completa, la più ricca ed informata tra le biografie che sono in circolazione.
    Forse, trattandosi di una biografia che fa anche piazza pulita di alcuni luoghi comuni sulla vita e sull'opera di Simenon, si poteva far a meno di citare la storia della diecimila donne, gli scritti di sapore nazista di quando Georges aveva sedici anni, la storia con Josephine Baker, le amicizie importanti di Gide, Fellini e Renoir (Jean), la tragedia del suicidio della figlia Marie-Jo. Insomma  forse c'erano altre chicche, meno conosciute frutto del lavoro di ricerca di Assouline, che magari avrebbero meritato di essere citati.
    Ma d'altronde l'enorme dati che si è trovato davanti Assouline nello scrivere la biografia di Simenon, ha generato un'opera così densa di fatti, vicende e testimonianze che non era facile riassumere, sia pure in un articolo che occupa tutta una pagina del quotidiano romano.
    Merito alla casa editrice Odoya che dopo più di vent'anni l'ha tradotto e messo in libreria.

    venerdì 5 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. IL PIATTO E' SERVITO... ALLA GUINGUETTE.

    Una taverna... un'osteria... e per di più da due soldi.
    "L'osteria dei due soldi! Il nome forse era un'allusione alla povertà del luogo o anche a quei due soldi che bisognava inserire nella pianola per sentire della musica... non c'era luce elettrica. Il capannone era illuminato da due lampade a petrolio e altre erano posate sui tavoli...".
    Così Simenon ci presenta questa osteria dove Maigret si reca per indagre su omicidio commesso anni prima. La guinguette à deux sous è uno dei primissimi Maigret, pubblicato nel dicembre del 1931 per i tipi di Fayard. Era il decimo della serie, ormai il personaggio del commissario aveva preso la via del successo.
    "Una cameriera stava passando con un vassoio pieno di aperitivi. Qualcuno si tuffava nel fiume nel fiume. Dalla cucina veniva odore di fritto...".
    Simenon, e Maigret per lui, si crogiola in questo ambiente. Una semplice osteria con gente semplice, cibi genuini e niente affatto raffinati. Gli odori che aleggiano nell'aria. Uno posto che nel corso dell'inchiesta, il commissario si ritrova a frequentare per diversi fine settimana. Un po' perchè l'omicida a che fare con quell'ambiente, ma anche perchè sicuramente si sente attratto da quel posto. insomma tra un pipata e un bicchhiere di vino, diventa un habitué dell'osteria, entra in confidenza con uno degli avventori che lo porterà sulla strada della soluzione del caso.
    Un'ambientazione tipica, per un'inchiesta emblematica. E non solo l'omicidio è servito, ma anche il piatto...

    giovedì 4 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. "OBLIVION NOIR IN FESTIVAL" ALCUNI COMMENTI

    Al post di ieri, sull'assenza al Courmayeur Noir in Festival di una citazione del 25° anniversario della scomparsa di Georges Simenon, sono arrivati vari commenti, messaggi, giudizi sia su Facebook, che direttamente al blog. Ci è parso opportuno riportare quelli più articolati, anche se non vogliamo dimenticare chi ha apprezzato il nostro punto di vista, come ad esempio Alessandra Buccheri, che di letteratura gialla e noir, italiana e straniera, non è certo l'ultima arrivata. Un grazie quindi a tutti coloro che ci hanno comunicato il loro consenso ed ecco, qui di seguito, alcuni dei commenti arrivati.

     
    Caro Maurizio, lasciali fare, hai detto bene, c'è l'effimero di un giorno e c'è la gloria eterna, e mi scuso per il parolone.
    Anche Bruto era un uomo d'onore....come te ben sottolinei
    D'altra parte le organizzazioni dei Festival sono sempre complesse e puntano sulle presenze degli autori per attirare il pubblico, io credo che anche nei Festival andrebbe preservata la memoria storica e uno spazio andrebbe sempre trovato.
    Giuseppe Previti


    Sainte et saine colère, Maurizio, mais combien juste... Tu as raison: les petits ou grands événements, les célébrations en tout genre ne feront jamais oublier que Simenon est, plus que jamais, d'actualité...
    Faites l'essai, parcourez le net, et regardez quelle part y a Simenon - et Maigret ! - par rapport aux autres auteurs policiers et aux autres romanciers... Regardez tout ce que Simenon suscite de colloques, de rencontres, d'études, d'adaptations, de rééditions, de traductions, et j'en passe... Quel autre auteur du 20e siècle peut en dire autant ...?
    Murielle Wenger

    Hai mai fatto caso, Maurizio, a quell'omino simbolo del Noir in Festival, quella sagoma di schiena, nera su sfondo giallo? A guardarlo bene sta fumando qualcosa, ma quel che si vede sembra più il sottile fumo di una sigaretta che le morbide volute di fumo di un pipa. E poi quello che indossa sembra più un trench che un pesante cappotto con il collo di velluto. E il cappello? E uno floscio con le tese... non certo un chapeau-melon. Siamo in piena iconografia americana... E tu che speravi ci fosse spazio per Maigret... per Simenon...
    Giorgio Muvi

    Come mai una tale dimenticanza? Conoscevo il Noir Festival come una manifestazione importante e attenta. Dimenticarsi così di Simenon, del suo Maigret, di tutti film tratti dai suoi romanzi. Certo, come dice Maurizio, noi siamo appassionati di Simenon, ma mi pare che lo scrittore sia ormai un classico riconosciuto universalmente... e con tutti i Maigret televisivi, tutte le ristampe che si fanno in tutto il mondo... Magari 25 anni non sono 50 e nemmeno 100... però non mi pare un motivo per passare l'anniversario del tutto sotto silenzio.
    Giovanna Ferraris 

    SIMENON SIMENON. FINALMENTE LA TRADUZIONE ITALIANA DELLA BIOGRAFIA SIMENONIANA DI ASSOULINE

    In Francia è uscita nel 1992 per i tipi di Julliard. Noi a suo tempo l'abbiamo acquistata subito e divorata in fretta nonostante le sue 750 pagine. Ora a distanza di ventidue anni, finalmente esce l'edizione italiana da Odoya, con la traduzione di Elena Montemaggi. Ne siamo felici perchè si tratta, a nostro avviso di una delle più complete e documentate biografie sul romanziere che siano in circolazione. Oltre alla ricchezza delle fonti e al gran lavoro di ricerca, Assouline riesce a mettere in questa biografia un certo pathos, nel raccontare non solo l'avventura letteraria di uno scrittore emblematico per la letteratura del '900 (e non solo di lingua francese), ma anche l'incredibile vicenda umana, con l'intricata rete di relazioni familiari, amorose, amicali. E ancora scava sul rapporto tra Simenon e la scrittura, questo legame davvero particolare contraddistinto da una grande facilità nel comporre, ma al contempo così sofferto. 
    Gran parte è dedicata all'epopea di Maigret una biografia nella biografia, se ci passa l'espressione, sottolineandone l'importanza e il particolare legame tra creatore e personaggio. Fatti curiosi, smentite di luoghi comuni, viaggi, amori, il periodo dela letteratura alimentare, quello della letteraura "semi-alimentare" e poi finalemente il momento dei romans-durs, dichiarazioni dello scrittore, il cotè cinematografico, tutto passa davanti agli occhi del lettore come organizzato in una serie di quadri che in qualche modo rappresentano il periodo belga quello francese, i dieci anni americani e poi la fase svizzera. Insomma ognuno di voi, dopo aver letto questa biografia, se ha buona memoria, potrà ritenersi un esperto di Simenon, tanta è la cura di Assouline di non lasciare nell'ombra nessuno degli aspetti della vita, delle opere e delle vicende del romanziere. Questa è una sintetica e stringata presentazione e come tale sicuramente lacunosa, ma ci premeva dare la notizia, a tutti gli appassionati di Simenon. E' davvero un'ottima cosa che adesso sia disponibile anche in italiano e consigliamo vivamente di non farsela scappare. Speriamo di poterci tornare su anche con un contributo e/o una chicchierata con Elena Montemaggi che si è sobbarcata la non poca fatica della traduzione e che quindi come pochi potrà parlarci sia del libro che della sua esperienza di traduzione e farci sapere se e come questa ha modificato il suo rapporto con il romanziere. 
    Chiunque volesse acquistare questa biografia on-line potrà recarsi sul sito della Odoya e precisamente a questa pagina

    mercoledì 3 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. E L'EDIZIONE 2014 DIVENTA... L'OBLIVION NOIR IN FESTIVAL

    Recita il vocabolario inglese italiano, "Oblivion" = oblio, dimenticanza. Insomma dimenticare, scordarsi qualcosa. E questa è l'interpretazione che abbiamo voluto dare ad un imbarazzante "bug" che abbiamo rilevato nel programma dell'attuale edizione del più blasonato e prestigioso festival italiano dedicato al giallo e al noir.
    Stiamo parlando del Courmayeur Noir in Festival, fondato, progettato e realizzato ogni anno dall'autorevole e famoso GG (per chi non sa, Giorgio Gosetti).
    Come al solito, anche quest'anno (dall'8 dicembre) il programma è molto ricco. Vediamo di sintetizzarlo al massimo. Sette giorni, tutti i giorni 14 ore di attività dalle 10.00 (gli "Eventi" al Jardin de l'Ange) alle 24.00 e oltre (il Concorso cinematografico al PalaNoir), per un totale di una cinquantina di eventi, con decine e decine di ospiti italiani e stranieri, con scrittori e cineasti, con premi, con cene e (di solito) con tanta tanta neve.
    Detta così, obiettivamente sembra davvero che non possa mancare nulla in un tale tourbillon di appuntamenti che rende il programma denso come sangue quasi coagulato e adrenalinico come i miglior romanzi di James Ellroy.
    Ma, si dirà, data da queste pagine la risposta è facile. Manca Georges Simenon. Quel Simenon del quale quest'anno cadono i 25 anni dalla scomparsa (lo diciamo per chi legge, non per quelli del festival che lo sanno fin troppo bene!).
    Simenon, é l'unico giallista (anche se era ben di più di un giallista), diciamo meglio, l'unico autore classico di letteratura poliziesca le cui indagini del commissario Maigret ancora oggi, anche dopo 70 anni dalla loro scrittura, quando vengono ristampate, come é noto, entrano in classifica gomito a gomito con i titoli dei giallisti contemporanei (e non solo in Italia).
    Simenon è tra l'altro uno dei padri del noir francese (e non solo), che con i suoi romanzi non-Maigret, ha dato il via a tanta letteratura di genere.
    Ma questo al CNiF (Courmayeur Noir in Festival) lo sanno senza dubbio alcuno!
    Per di più, in questo 2014 non mancano certo gli agganci alle ricorrenze.
    Sono esattamente 50 anni che la Rai ha iniziato a trasmettere la famosa serie de Le inchieste del commissario Maigret, regia di Mario Landi, sceneggiatura di  Diego Fabbri, delegato alla produzione Andrea Camilleri e.... interpretazione di Gino Cervi. Una "cosetta" vero?... Un proto-serial con punte d'ascolto di oltre 18 milioni.
    Ma questo al CNiF lo sanno benissimo... Eh! Figuriamoci se non lo sanno!
    E poi, come se non bastasse, quest'anno cadono i 40 anni dalla morte dell'attore Gino Cervi che per decine e decine d'anni, e per svariate generazioni, è stato la faccia del commissario simenoniano. E ancora oggi, nell'immaginario collettivo, non c'è nessuno che l'abbia sostituito. (e, se volessimo esagerare, potremmo citare anche i 110 anni dalla nascita di Jean Gabin, attore noir per eccellenza interprete di una decina di film tratti dai romanzi di Simenon, amico dello scrittore e per tre volte nei panni di Maigret sul grande schermo...!)
    E non scherziamo, al CNiF sono al corrente di tutto ciò, meglio e più di noi!
    Vista la spiccata vocazione anche cinematografica del festival, poteva essere proiettato in anterprima La chambre bleu, l'ennesima pellicola tratta dai romanzi di Simenon (sono ormai oltre sessanta). Un noir in puro stile simenoniano, che Mathieu Amalric (regista ed interprete) ha portato da Cannes, al New York Film Festival, dal Beirut International Film Festival al festival di San Sebastian e che partirà a gennaio per il Sundance...
    E credete che al CNiF, con tanto di un super-guru cinematografico come GG, non lo sappiano?
    Insomma quanti motivi c'erano per inserire quest'anno Simenon tra le tematiche letterarie, quelle cinematografiche o tra gli anniversari e gli omaggi?
    Al CNiF, sicuramente, lo sapevano quanti erano queste occasioni e lo sapevano prima e meglio di tutti noi... cosa andate a pensare?  
    E allora?
    Allora come dicono gli inglesi... so close yet so far... insomma così vicini a questa occasione, tanto sbadati da voltargli le spalle. E quello che è dietro le spalle non si vede. E se una cosa non la si vede, si rischia di incorrere in una dimenticanza.... "oblivion"... appunto...
    Piccola dimenticanza, grosso bug e l'edizione del 2014 finisce appunto per trasformarsi nell'Oblivion Noir in Festival.
    Poco male. Il festival dura sette giorni e dopo un po' la gente si dimenticherà di questa dimenticanza e pure del festival. Al contrario non si dimenticherà di Simenon.

    Maurizio Testa

    martedì 2 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. IL MISTERO DELL'ULTIMO MAIGRET DI FAYARD

    Non sembri una questione di lana caprina. La domanda e le risposte che propone Murielle Wenger su quale sia stato l'ultimo "Maigret" che Simenon scrisse per la casa editrice Fayard. Infatti quello era, nelle intenzioni di allora dello scrittore, l'ultimo della serie. Da lì in poi basta polizieschi e letteratura di genere, si sarebbe dedicato solo a quei romas-durs, cosa cui aveva aspirato fin da quando era arrivato neanche ventenne a Parigi. Buona lettura.



    Maggio 1932 - Aprile 1933: più di un anno separa la scrittura di Liberty Bar da quella de L'écluse n° 1. Cos'è che tutto insieme fà rallentare il ritmo della produzione della serie maigrettiana? Fino a maggio 1932, Simenon ha sfornato i romanzi di Maigret prima di tutto per rispettare il contratto con Fayard che aveva preteso in cambio del lancio della nuova collezione, un contratto per una dozzina di titoli da scrivere, in vista di una pubblicazione mensile, ma soprattutto perchè il successo ottenuto era tale che non c'era ragione di non cavalcare il cavallo vincente, anche perchè insieme al successo letterario, c'era il quello economico che rassicurava non poco, e poi le cessioni dei diritti per le riduzioni cinematografiche, come anche i primi contratti di traduzione, e il tutto prometteva sostanziose entrate...

    A parte i Maigret, il romanziere ha scritto altri titoli tra il 1930 e il 1932, diverse raccolte di racconti e i primi romanzi non-Maigret che Fayard accetta di pubblicare. 
    Ma nel maggio 1932, Simenon decide di concedersi una pausa e di partire per la scoperta dell'Africa. Concorda la vendita di una serie di reportage al magazine Voilà, un accordo con il quale riesce a finanziarsi il viaggio, in cui il giornalista-romanziere scopre il rovescio della medaglia della realtà coloniale. Tornato in Francia in autunno, scrive dei romanzi non-Maigret, poi riparte all'inizio del 1933 per altri reportage in tutta Europa, da cui riporta una notevole quantità di testi, ma anche di fotografie. Durante uno "scalo" a Marsilly, nell'aprile del 1933, scrive ancora un 'inchiesta del commissario: L'écluse no 1.
    Dentro di sè, Simenon sta cambiando: ha visto parecchie cose, ha vissuto assai, ha scoperto molto e tutte queste esperienze l'hanno fatto maturare, anche sul piano letterario. E' deciso a passare ad un'altra tappa e sogna di scrivere d'ora in poi la vera letteratura e non più la "semi-letteratura" nella quale si appoggiava a qualcuno che reggeva il gioco, cioè il poliziotto. Simenon si sente pronto a volare con le proprie ali, a scrivere qullo che sente e scriverlo a suo modo, vuole liberarsi di quel commissario e nelle sue intenzioni L'écluse n° 1 doveva essere l'ultimo della serie... E per questo motivo che in questo romanzo Maigret è sul punto di andare in pensione, non solo professionalmente, ma il suo autore vuole pensionarlo anche dal punto di vista letterario.
    Altro segno: questo romanzo, a differenza dei precedenti, non è pubblicato con un copertina fotografica, come quelle che avevano contribuito al successo dei primi romanzi, ma in una edizione con copertina illustrata, nello stesso stile utilizzato per i romanzi non-Maigret che venivano pubblicati nello stesso periodo. (vedi
    www.enquetes-de-maigret.com/couvertures7.htm).
    Dopo la scrittura di questa inchiesta, Simenon riparte per altri viaggi, scopre la Turchia, si spinge fino in Russia e di ritorno, in autunno, scrive divesi romanzi di cui i primi due saranno pubblicati da Gallimard, con cui il romanziere ha firmato un contratto nell'ottobre del 1933.  Simenon ha voluto lasciare Fayard, troppo caratterizzato come editore di letteratura popolare e poliziesca ed entrare nella scuderia della NFR (Nouvelle Revue Française) è un simbolo del passaggio da un livello letterario ad un altro...
    Per molto tempo i bibliografi simenoniani, facendo riferimento a la Liste secrétariale de Simenon, hanno considerato, la scrittura del titolo "Maigret" l'ultima della serie pubblicata da Fayard, la data e giugno 1933 (è la data riportata per esempio nell'édition Rencontre)
    Ora occorre sapere come hanno sottolineato Claude Menguy e Pierre Deligny nelle loro ricerche bibliografiche (vedi l' "Essai de chronologie rédactionnelle de l'œuvre romanesque et autobiographique de Georges Simenon" pubblicata a loro nome, e apparsa ne Les Cahiers Simenon no 9), che questa Liste secrétariale non è affidabile per quanto riguarda gli anni '30, durante i quali, per la maggior parte del tempo, Simenon non datava i suoi manoscritti. La maggior parte di essi sono spariti, e quando Simenon, più tardi, ha voluto ricostruire le date e i luoghi delle redazioni, l'ha fatto basandosi solo sui suoi ricordi e ammetteva lui stesso, in una lettera a Claude Menguy nel 1967, che questa lista non era esatta.
    Un'altro fatto pesa in sfavore della data del giugno '33, per la redazione di "Maigret" e sembra inattacabile: nel giugno del '33 Simenon era nel bel mezzo di un viaggio per la Turchia, come abbiamo detto prima, infatti il 7 giugno incontra Trotsky che gli accorda un'intervista.  Rientrato a Marsilly, Simenon inizia a scrivere diversi romanzi non-Maigret, tra cui nell'autunno del 1933, L'homme de Londres che viene pubblicato da Fayard a dicembre. Sulla copertina del romanzo si trova un annuncio di una prossima inchiesta intitolata "Maigret". Quindi per un certo tempo si è ritenuto che questo romanzo fosse stato scritto nel novembre del 1933. questa non sarebbe stata la prima volta nella bibliografia simenoniana che l'annuncio di un romanzo precedesse addirittura la sua redazione... Ricordiamo, come fa notare Maichel Carly (in Les secrets des «Maigret», saggio pubblicato da Les Amis de Georges Simenon en 2011), che il romanzo La tête d'un homme è stato prima di tutto un titolo. L'autore ammetterà più tardi di averlo comunicato a Fayard senza sapere di che cosa si sarebbe trattato. Anche certi romanzi di Maigret sono esistiti solo nel titolo, Simenon si riservava in seguito di far coincider la storia con le parole che aveva inserito nel titolo"
    Menguy et Deligny tenendo conto che il romanzo "Maigret" era stato commissionato dal quotidiano Le Jour e che Simenon aveva accettato di scrivere un'ultimo romanzo della serie per Fayard, in segutio alla domanda pressante dei lettori (vedi http://www.trussel.com/maig/lejourf.htm) ne dedussero dunque che la redazione fu effettivamente realizzata nel gennaio del 1934.
    Comunque sia, il romanzo viene pubblicato prima in feuilleton  nel quotidiano Le Jour, tra il 20 febbraio  e il 15 marzo e in seguito editato da Fayard nel marzo del 1934.
    Sembre dunque che Simenon abbia rinunciato a Maigret dopo L'écluse no 1, che considerava come l'ultimo e che il romanzo "Maigret" non sarebbe mai esistito senza la commissione da parte de Le Jour, di Fayare e dell'insistenza dei lettori... D'altronde Simenon  se accetta di riprendere  il suo personaggio, lo fa spedendolo in pensione. Il commissario non è più in servizio attivo, ed é solo per tirare fuori dai guai il nipote  che accetta di lasciare la sua casetta sulla riva della Loira.
    Lasciamo infine la parola a Simenon stesso, che raconta a Robert et Rosine Georgin, nell'intervista esclusiva pubblicata nel 1980 in Simenon, apparso nella collezione Cistre essais, delle Editions l'Age d'Homme, come sono andati i fatti:
    "- Ho scritto il primo Maigret [Pietr le Letton]. Credevo di scriverne uno solo e vedere se funzionava. L'ho spedito a Fayard: Fayard-padre mi ha detto: 
    - Scrivetene due o tre, in modo che io possa giudicarli. 
    Io ne ho scritti due o tre.... Lui mi disse: 
    - Sapete, i vostri romanzi non sono affatto male, ma non funzioneranno [sottolineando tutto quello che in questi romanzi non corrispondeva ai canoni dei romanzi polizieschi dell'epoca]. 
    - Bene - dissi - mi riprendo i manoscritti...
    - No, no vi firmo un contratto per dodici romanzi, ma mi servono nei dodici mesi a venire, perchè voglio pubblicarne uno al mese. 
    Io ho scritto per lui dodici romanzi in otto o nove mesi. E' stato fatto un gran lancio pubblicitario ed ecco come sono diventato, per la maggior parte della gente, un autore di romanzi polizieschi... Ma sapevo che avrei scritto altri libri. D'altronde quando sono arrivato al diciottesimo Maigret sono andato da Fayard e gli ho detto: 
    - Smetto di scrivere la serie dei Maigret.
    - Perché?... 
    - Perchè ho voglia di scrivere quello che mi piace
    - Lei é come Conan Doyle, lui ha regito come lei. Era stufo di essere chiamato sempre come il padre di Sherlock Holmes e ha scritto una ventina di romanzi "se-dicenti" letterari, che sono caduti nell'oblio più totale
    - Tanto peggio. Voglio provare - e ho provato.
    E, siccome Simenon non era Conan Doyle, i suo altri romanzi non sono caduti nell'oblio, ma al contrario...
    Ma vogliamo porci qui un domanda: cos sarebbe successo se Simenon avesse mantenuto la parola e non avesse scritto più un Maigret? Certo i romans-durs sono stati molto importanti ed essenziali per assicurargli la fama e il posto che merita nella storia della letteratura. Ma sarebbe stato lo stesso e la sua opera sarebbe stata la stessa senza i Maigret? Questo commissario così umano, che accompagna il suo autore per un quarantina d'anni e che è, diciamolo, il solo personaggio che ha creato e che rievoca nei suoi Dictées, non avrà contribuito ad un certo equilibrio del romanziere e della sua opera?

    Murielle Wenger 

    lunedì 1 dicembre 2014

    SIMENON SIMENON. DICEMBRE. IDEA PER UN NATALE SIMENONIANO: ALLA SCOPERTA DI FILM-TV

    Siamo a dicembre e, se anche quest'anno il côté consumistico del Natale subirà un'altra forzata battuta d'arresto, questo è comunque il mese in cui si pensa a regali regalini, pensieri e pensierini per i propri cari.
    Eccoci allora qui a proporvi una "chicca" che è in vendita on-line da pochissimo e che, se vi interessasse, vi imporrebbe di affrettarvi perchè ce ne sono disponbili ad oggi solo una cinquantina.
    Lo trovate sul sito Culture Factory che ci propone questa novità che potrebbe davvero essere l'ideale da regalare ad un vostro caro amico, ovviamente appassionato di Simenon.
    Si tratta di D'après l'oeuvre de Georges Simenon, un singolare cofanetto di tre dvd, con tre film "telelvisivi", tratti da altrettanti romanzi di Georges Simenon. E per la prima volta le tre produzioni televisive vengono offerte insieme in un solo cofanetto. Si tratta di telefilm recenti ad iniziare da Les innocents di Olivier Marchal (2006 - tratto dall'omonimo romanzo), continuando con Jusq'à l'Enfer di Bruno Solo (2009 - tratto da La Mort de Belle) e concludendo con L'escalier de fer di Denis Malleval, con Laurent Gerra (2013 - anche questo dal romanzo omonimo). Chi volesse acquistare questa rara compilation di film simenoniani televisivi, potrà visitare la pagina di Culture Factory ed acquistare D'après l'oeuvre de Georges Simenon direttamente on-line.

    domenica 30 novembre 2014

    sabato 29 novembre 2014

    SIMENON SIMENON PRESENTA "LA DOMENICA DEL COMMISSARIO"

    I testi sono di 
    Murielle Wenger
    le illustrazioni e 
    la grafica di 
    Giancarlo Malagutti.
    "La Domenica del Commissario"
    è il nome della nuova rubrica che Simenon-Simenon metterà on-line, ovviamente tutte le domeniche, ad iniziare da domani.
    Saranno 14 puntate
    nelle quali Murielle racconterà quello che succede a Maigret di domenica: vicende e atmosfere tratte  dall'intero corpus dell'opera maigrettiana.
    A corredo, le accattivanti  illustrazioni di Giancarlo, autore anche della bella testata che, come i meno giovani di voi ricorderanno,
    è tratta dalla vecchia "Domenica del Corriere", il famoso settimanale illustrato del Corriere della Sera , qui diventata "La Domenica del Commissario". Appuntamento a tutti quindi con Murielle & Giancarlo per passare il dì di festa con il nostro commissario preferito



    INTRODUZIONE ALLE DOMENICHE DEL COMMISSARIO


    Copertina dedicata alla statua di Maigret, da sinistra, M.me Maigret, Andreina Pagnani, gli attori
    Gino Cervi e Jean Gabin, e Georges Simenon
    La domenica ha nell'opera e nella vita di Simenon un posto a parte. Conserva, fin dall'infanzia, il ricordo di un'atmosfera che la domenica è diversa dagli altri giorni. Rievoca a più riprese nei suoi scritti di ricordi, come per esempio in Je me souviens in cui racconta una domenica a
    Fontenay-le-Comte in compagnia dei suoi figli: "Domenica mattina, mio piccolo Marc, siamo andati a passeggare, io e te, mano nella mano, per le vie tranquille della cittadina. Tutti i passanti erano "addomenicati"... Ho quasi rimpianto di non essermi vestito diversamente dagli altri giorni. C'erano le campane nell'aria, Tu le chimavi "nanane", anelli, come se tu sentissi che il loro suono disegna degli anelli nell'aria. (Si ritova questo tema anche ne Les anneaux de Bicêtre n.d.r.)... La nostra domenica mattina non sarebbe stata completa se non fossimo andati a comprare i miei giornali e un libro illustrato per te. Ho voluto anche, come faceva un tempo mio padre, acquistare una torta alla crema... Hai registrato tutte queste immagini di una domenica mattina in un piccola città?..."
    E più in là nel testo.
    "... La nostra camminata della domeinica mattina? Ne ho fatte di simili, ogni domenica, con i piedi che ancora inciampavano, con il grande Désiré...". Domenica con il padre.
    In uno dei dictée (Un homme comme un autre), Simenon ricorda ancora la domenica: "...Ancora una bella domenica, quella che uno chiama proprio una bella domenica, con un sole splendente, il cantare delle campane, le strade quasi deserte dove s'incontra di tanto in tanto soltanto una famiglia che cammina lungo il marciapiede...".
    Ma dopo questa frase l'autore aggiunge con un po' d'ambiguità.
    "Un tempo, quando era bambino, detestavo le domeniche. Poi ho iniziato ad amarle e ad assaporarle come un momento particolare della settimana...". 
    Perchè Simenon non amava affatto le domeniche, quando andava a passeggiare con suo padre? La riposta vine da un altro dictée (Des traces de pas): "...quand'ero ragazzo sigificava una solenne messa cantata (e io cantavo), roasbeef con patate fritte e piselli in scatola,  escursioni dei dintorni di Liegi o pomeriggi a casa di una delle mie zie. Perchè ogni domenica ricordo un che di differente dagli altri giorni? Basta messe. Basta roastbeef e patate fritte. Basta escursioni nei dintorni e interminabili pomeriggi da una o l'altra delle mie zie che io detestavo. E' molto tempo che le domeniche dovrebbero essere per me un giorno come gli altri".
    E' l'altro aspetto delle domeniche, non più quello delle felici passeggiate con il padre, ma quello delle lunghe visite noiose al parentato...
    Ma Simenon aggiunge:" E nonstante tutto, ancora oggi quando mi sveglio vado alla finestra per osservare le strade vuote... ascolto le campane come se il loro suono avesse ancora un significato. Sono stato segnato dalla mia giovinezza... Quando ero piccolo la domenica,  mia madre mi svegliava e io le dicevo 'E' domenica. Faccio il pigro'. Ebbene a settant'anni faccio ancora il pigro...".
    La domenica ha quindi, nell'opera di Simenon questo doppio aspetto: ricordo dell'infanzia e giorno "maledetto", infatti molti suoi romanzi ne fanno un giorno nefasto: come per esempio Le fils Cardinaud, in cui la vicenda inizia una domenica all'uscita della messa, oppure il romanzo intitolato, appunto, Dimanche.
    E questa relazione particolare con la domenica, Simenon l'ha passata al personaggio di Maigret, con la stessa ambiguità: se il commissario ama l'atmosfera della domenica quando evoca per lui i suoi ricordi d'infanzia, trova in questi giorni degli aspetti negativi: per esempio non ama il taglio che la domenica opera durante un'inchiesta , perchè non sopporta mollare il filo delle sue investigazioni, non per paura di non poterlo ritrovare, forse perchè era come Simenon, che non poteva arrestarsi nella redazione  di un romanzo per paura di non riuscire a terminarlo....
    Se vi piace, andremo a ripercorrere - ancora una volta! - il corpus dell'opera del commissario alla ricerca delle domeniche di Maigret o meglio di quali sono le valutazioni che l'autore fà di questo giorno e di quelle che lui stesso attribuisce a Maigret.
    Premettiamo che in tutta la serie, ci sono una cinquantina di romanzi, cioè i due terzi, per i quali l'autore stesso esplicita con precisione i giorni della settimana in cui si svolge l'inchiesta, poi quelli per cui lo si può capire in funzione di altri elementi. Tra questi romanzi alcuni non riguardano affatto la domenica ed in altri la domenica rientra nell'inchiesta, ma non succede nulla di particolare, perchè Maigret è annoiato "dentro" per il scorrere di quel giorno che non sembra diverso dagli altri giorni. Ho dunque selezionato una quindicina di romanzi nei quali la domenica presenta delle situazioni particolari.

    Murielle Wenger