domenica 12 aprile 2015

SIMENON SIMENON. UNA MANO DI BRIDGE PER IL COMMISSARIO MAIGRET


Testo di Murielle Wenger - Illustrazione di Giancarlo Malagutti

sabato 11 aprile 2015

SIMENON SIMENON. E FINALMENTE ENTRAMMO NE "LA CHAMBRE BLEU"


Un romanzo è un romanzo. Un film è un film. Oggi parleremo de "La chambre bleue" il film, a cui abbiamo assistito ieri all'anteprima italiana. Certo la pelliccola trae origine dall'omonimo romanzo di Simenon (vedi il post di ieri), ma quando si entra in una sala cinematografica per assistere alla proiezione di un film basato su un'opera letteraria, e non un sceneggiatura originale, siamo convinti che vada messo da parte tutto quello che sappiamo, ricordiamo e abbiamo introiettato dopo la lettura di quel libro.
Non è facile. Ma lo sforzo va fatto.
I paragoni tra le due tipologie di opere sono impossibili. Come a scuola elementare la maestra ci ripeteva che non si possono sommare le mele con le pere: le pere vanno con le pere e le mele con le mele. I romanzi vanno con i romanzi e i film con i film.
Non paia noiosa e già troppe volte sentita questa chiosa. La tentazione, e diremmo di più, l'involontaria attitudine al confronto con il libro letto e il film che stiamo per vedere è più forte di qualsiasi buon proposito... staremmo per dire che è quasi inconscia. Anche perchè sono due tipi di opere che richiedono una certo coinvolgimento dello spettatore, quando non una sorta di immedesimazione... quandi attenti, attenti, attenti.
Ciò detto passiamo al film. 
Il compito di Mathieu Amalric, ed é fin troppo scontato, era quello di fare un bel film. Che poi il soggeto, la trama e i personaggi siano più o meno liberamente tratti da una romanzo di Simenon, non obbliga il signor Amalric a realizzare un'opera aderente al romanzo. Deve solo fare un bel film.
E Amalric un bel film l'ha fatto.
Come ha detto lui stesso "... mi è piaciuto immaginare che la narrazione, le parole scorressero su una banda, raccontando alcune cose, e le immagini si muovessero su un altra banda raccontando altro...".
E questa è la soluzione tecnica che gli ha consentito di mischiare passato e presente, ricordi e attualità, sensazioni e azione. Molto silenzio, ma a tratti un commento sonoro che drammatizza le immagini. Il Mathieu regista traspone la storia originale dalla metà degli anni sessanta ad oggi, ma con un caratteristica "... ho girato in luoghi che in tutto questo tempo non sono cambiati, la natura, i paesaggi, i piccoli paesi sono praticamente rimasti gli stessi...". Personaggi, location e situazioni normali che la regia di Amalric cerca di cogliere nell'intimo, come se oltre ad una macchina da presa di fronte ce ne fosse una "dentro" che ci restituisce lo stato d'animo dei protagonisti. 
Altre volta è il paesaggio della campagna o un particolare di una vecchia casa a suscitare un'emozione. Il contrasto tra il sesso di Esther, l'amante (nel libro è Andrée) e la famiglia di Julien, il protagonista (nel libro Tony), tra il quadretto familare sull'abbacinante spiaggia di Sables d'Olonnes e la penombra tagliata dalla luce di una chambre bleu animata da passionali sospiri... Immagini tranquille come quelle dell'offcina che si sovrappongono a quelle drammatiche del processo... E poi sempre le ore e le parole scivolate rapide nella chambre bleue che scorrono come un leit-motiv dal primo fotogramma, alla scena conclusiva del processo..
Amalric attore, fà dei suoi occhi smarriti e increduli gli strumenti di una recitazione essenziale e asciutta, in cui si specchia un processo giudiziario assurdo fatto di voci, maldicenze, invidie, cattiverie. 
Amalric regista fa scorrere in modo serrato la storia, è sintetico e conciso, non lascia spazio a sbrodolamenti e lungaggini. Dialoghi spezzati, frasi soffiate un montaggio con un certo ritmo, pur lasciando però spazio a silenzi, a scene in ralenti che danno respiro alla narrazione. 
L'amante Esther tanto passionale e così coinvolta nella chambre bleue, quanto freddda e colacolatrice aldifuori, destreggiandosi tra un Julien che non la vuole più e la prepaprazione di due omicidi, fredda anche nella fase istruttoria e al processo. La moglie e la figlia sono un'ancora che Julien vorrebbe afferrare per salvarsi, ma gli scivola pian piano tra le mani, e lui precipità sempre più giù in una spirale che dalla rispettabilità conquistata nella comunità, lo risucchia nell'oscuro angolo dove vengono relegati i reietti. L'ergastolo.
Sarà ergastolo anche per Esther ma, nell'ultima battuta del film, lei ha il fiato e la freddezza di rivolgergli un ultimo messaggio di un allucinato amore.
Per la curiosità l'attrice e sceneggiatrice Stéphanie Cléau, che impersona l'amante di Julien-Amalric in realtà nella vita è la compagna dell'attore-regista.    

venerdì 10 aprile 2015

SIMENON SIMENON. "LA CHAMBRE BLEUE": ANTEPRIMA DEL FILM A ROMA E RICORDO DEL ROMANZO


Oggi a Roma, a Villa Madici, nella cornice della manifestazione Rendez-vous 2015, organizzata dall'Institut Fraçais, si terrà l'anteprima italiana (non è mai troppo tardi... a quando la distribuzione?) del film "La chambre bleue", regista e protagonista Mathieu Amalric, che è stato presentato nella scorsa edizione del Festival Internazionale Cinematografico di Cannes.
Del film vi riferiremo una volta visto. Oggi invece cogliamo l'occasione per parlare del romanzo che, senza ombra di dubbio, può essere collocato tra i migliori dei migliori scritti da Simenon (perchè, ne ha forse scritti di peggiori?...)...
E' stato terminato nel giugno del 1963 nel castello di Échandens, nel Canton de Vaud, e pubblicato l'anno successivo da Presses de La Cité.
E' un buon momento per Simenon che si è finalmente stabilizzato in Svizzera (dove rimarrà oltre trent'anni, sia pure con qualche "déménagement", dato che vi si è stabilito nel '57 e vi abiterà fino alla sua morte, nel 1989), è ormai un acclamato romanziere e oltretutto famoso in tutto il mondo per il suo commissario Maigret.
"La chambre bleue" è un romanzo particolare. La trama, se vogliamo, è addirittura banale. Si tratta di Tony il solito padre di famiglia, buon padre di famiglia, che un giorno ha un casuale incontro con Andrée, donna che conosceva fin da ragazzina, dai tempi della scuola, quando già lei provava un'attrazione per lui. Poi Tony emigrò per alcuni anni e quando tornò al paese lei aveva già fatto un matrimonio d'interesse. Lui invece si sposò con un donna dolce e tutta dedita a lui, insieme ebbero una figlia... una famigia... e lui si mise in proprio commerciando in macchine agricole. Ora Andrée donna, insoddisfatta e passionale, a partire da quell'incontro casuale, coinvolge Tony non solo in un'avvenutura sessuale, che lo soddisfa, lo gratifica e lo sorprende (aveva sempre pensato ad Andrée come ad una donna glaciale e indifferente), ma che alla fine lo irretisce.
Gli incontri nell'albergo, in quella che Tony chiamerà in seguito la chambre bleue, costituiscono la loro storia, storia di verità, bugie, mezze bugie, promesse fatte sotto l'effetto dello stordimento  sessuale, storia che però per lui si chiude bruscamente il giorno in cui il marito di Andrée arriva all'albergo dove sospettava che i due si incontrassero. Aiutati dal fratello di Tony, propietario dell'albergo, riescono ad evitare di essere sorpresi. Lui allora chiude il rapporto, lei no. Lei rimane innamorata di Tony, un trasporto che aveva fin da bambina, frustrato prima dall'indifferenza di lui, poi dalla sua assenza, quindi da un matrimonio con un uomo ricco, ma malato e per di più da una suocera insopportabile.
La situazione peggiora perchè quella storia, che doveva ovviamente rimanere segreta, inizia a serpeggiare tra la bocca della gente, e poi precipita quando il marito di Andrée muore. Morte naturale o omicidio? Andrée ha agito da sola o aiutata o addirittura pressata dal suo amante? E Andrée fà la parte della dark-lady? Dopo aver ucciso il marito, fà in modo che Tony avveleni inconsapevolemente la moglie. Vuole Tony tutto per se? Vuole i soldi del marito e far ricadere le colpe sull'amante? Tony intanto entra nel tritacarne dei pregiudizi dei compaesani, viene stritolato dalla macchina della giustizia, torchiato dagli interrogatori della polizia, vessato dalle domande del giudice istruttore e pressato dai quesiti dello psicanalista.
Lo scivoloso percorso che compie Tony, e che lo porterà al processo, è descritto mirabilmente, con l'alternarsi di flashback e di narrazione al presente, dalle vicende intrecciate con le riflessioni, i pensieri e addirittura le fantasie di Tony. E la storia corre ambigua su due binari: sempre più assurda e incomprensibile agli occhi di un innocente Tony, sempre più chiara per l'inchiesta giudiziaria che mischia indizi, voci, pregiudizi, fino a costruire un castello accusatorio "coerente"... tranne per la mancanza di prove concrete. Così va la giustizia... sembra suggerici Simenon. E Andrée fa la parte della dark-lady? Dopo aver ucciso il marito, fà in modo che uno psrovveduto Tony avveleni inconsapevolemente la moglie. Vuole Tony tutto per se? Vuole i soldi del marito e cerca di far ricadere le colpe sull'amante? Tony stesso ad un certo punto si sente colpevole per aver tradito la fiducia di sua moglie e di sua figlia di essere stanto l'involontario tramite della sua morte e quindi, pur in un catatonico stato, sente che la condanna che sta per arrivare sia giusta o, per lo meno, non sembra importargli più di tanto... la sua mente è altrove... 
Simenon conduce questo intricato balletto del gioco delle parti, scavando nella psiche del protagonista, analizzando le motivazioni di Andrée, mostrando quanto possano pesare i pregiudizi e come su questi si possanno imbastire intrighi come quelli di Andrée, ma addirittura lo stesso processo...
E' un romanzo dove l'attesa di apprendere quanto é avvenuto, lo spessore, le contraddizioni, l'ambiguità dei personaggi, la tecnica narrativa, le immagini forti e quelle più sfumate si fondono in un melange che mostra il tipico marchio dello stile simenoniano. Uno stile che distingue il grande romanzo di un grande scrittore.

giovedì 9 aprile 2015

SIMENON SIMENON. L'ATMOSFERA? E' COSI' IMPORTANTE O E' SOLTANTO... INDISPENSABILE


Quante volte abbiamo parlato dell'atmosfera dei romanzi e dei Maigret di Simenon? E quante volte abbiamo sottolineato l'importanza che questo elemento riveste nella narrativa simenoniana e come il romanziere si distingua per un non comume capacità di ricrearela con pochi tratti? Vi ricordiamo, tra gli altri, un post di tre anni fa' Simenon: "E basta con quest'atmosfera!" .
Insomma, per chi non volesse rileggersi il post, ricordiamo che in un intervista radiofonica Simenon andava giù duro con i critici che parlavano delle "atmosfere simenoniane", come se, a sua detta, fossero chissachè... Era il 1955 e intervistava André Perinaud. "... Non cè nulla che mi irrita di più della parola 'atmosfera'. Il romanziere d'atmosfera! Ma, Cristo, se non ci fosse atmosfera il romanzo sarebbe un fallimento - protestava in quella sede lo scrittore - E' un po' come se parlandomi di un uomo, mi diceste: 'sapete, respira'. Certo che respira, altrimenti sarebbe morto, no? Un romanzo senza atmosfera è nato morto".
Quindi considerava l'atmosfera come un elemento essenziale, indispensabile nella narrativa, probabilmente come lo sono i personaggi o la trama.
L'anno successivo, in una sorta di prefazione ad un libro fotografico su Parigi (di Andrée Loupoff) tornava sull'argomento con un testo intitolato "Atmosphère de Paris" (jours et nuits de Paris). E lo faceva ovviamente con un tono analogo "...fin dalla pubblicazione dei miei primi romanzi, ormai venticinque anni fa', una parola ritornava con sempre maggiore insistenza negli articoli dei critici letterari che volevano consacrarmi, mi ritrovo nella situazione in cui pian piano 'l'atmosfera' diventa 'la famosa atmosfera'. Non mi ci sono ancora abituato e, per quel che mi riguarda, parlare d'atmosfera in un romanzo equivale, ad esempio per un medico, a comunicare ad una giovane mamma, di cui ha appena visitato il bambino: 'E' perfetto. Respira!... Perché non si trova nient'altro da dire sulla mia opera e vengo seppellito sotto il peso di questa atmosfera?...".
Certo Simenon magari avrebbe voluto che si valorizzasse lo spessore psicologico dei personaggi che lui costruiva, oppure le loro relazioni, che anch'esse investivano la sfera psicologica. Ma c'era da sottolineare anche l'intreccio narrativo e la stessa scrittura, essenziale, asciutta ma mai arida e sempre scorrevole. E certo le atmosfere che sapeva costruire, ma anche qui, oltre il risultato, pure la capacità di crearle con pochi tratti, senza lunghe descrizioni, senza "quadretti". Qualche particolare, un colore, una sensazione, un odore... le atmosfere di Simenon non sono esplicitate. Derivano da qualcosa... dai comportamenti di un certo gruppo di persone, dalle osservazioni o dalle riflessione del protagonista, oppure da una ben precisa condizione atmosferica (pioggia, sole, notte, ghiaccio, umidità, vegetazione...). Insomma si desumono sempre da qualcosa di concreto.
Simenon non aveva bisogno di scrivere "l'atmosfera era così o così"...
Certo per noi lettori, a distanza di oltre quarant'anni, da quando il romanziere smise di scrivere, e ad oltre ottanta da quando inizò, scorrendo l'insieme della sua opera, è difficile non rilevare che le atmosfere sono uno dei punti qualificanti della sua letteratura. C'è dell'altro, sicuramente... molto altro, ma quello delle atmosfere (che è fondamentale per ogni romanzo, come diceva Simenon e come anche noi, nel nostro piccolo, riteniamo) e' uno degli elementi centrali del corpus simenoniano che ancora oggi ci colpisce e ci affascina.
Forse qualcosa di speciale ci sarà in queste benedette atmosfere... no?

mercoledì 8 aprile 2015

SIMENON SIMENON. INTERVISTA ALLO SCRITTORE DOPPIATA IN ....ITALIANO

Oggi vi proponiamo un video importante dagli archivi storici della RAI, Radio Televisione Italiana in un'intervista del 1963, che essendo eccezionalmente doppiata è fruibile in italiano. Lo scrittore ha qui compiuto 60 anni ed è nel pieno della sua attività letteraria e al massimo della sua notorità. E l'anno del romanzo "La chambre bleu" di cui vedremo in Italia in anteprima, venerdì 10 a Roma, la riduzione cinematografica di e con Mathieu Amalric nel corso della manifestazione "Rendez-vous 2015" de l'Institut Fançais
Al momento dell'intervista Simenon è un riconosciuto romanziere di livello internazionale e al contempo è il creatore di un genere poliziesco del tutto originale, grazie al suo presonaggio il commissario Maigret che, all'epoca dell'intervista, vantava una serie che contava circa trent'anni. L'intervista avviene in Svizzera, nel castello d'Enchadens, la prima dimora simenionana in terra elvetica. Non ci sono molte informazioni, ma se la memoria non ci tradisce, la voce che doppia Simenon è quella di Enrico Maria Salerno.

martedì 7 aprile 2015

SIMENON SIMENON. SAPETE COSA FANNO AD APRILE MAIGRET E SIMENON?

Come ogni mese ecco un'analisi della nostra Murielle, che prende in esame gli eventi più rilevanti della biografia di Simenon e della sua bibliografia. Così come vengono passati in rassegna i momenti significativi della serie delle inchieste del commissrio Maigret. Alla fine dell'anno tutte queste date messe insieme ci daranno un panoramica completa della vita e dell'opera simenoniana.

 


Georges Simenon

- Aprile 1921: Simenon scrive Jehan Pinaguet
- Aprile 1931: Simenon scrive i racconti Treize minutes e La nuit du carrefour
- 21 Aprile 1932: première del film La nuit du carrefour
- Aprile 1933: Simenon scrive L'écluse no 1
- Aprile 1934: Simenon scrive L'évadé
- 19 Aprile 1939: nascita di Marc Simenon, figlio di Georges et Régine (Tigy)
- 1 Aprile 1944: Simenon completa La fuite de M. Monde
- Aprile 1947: Simenon scrive Le passager clandestin
- 2 Aprile 1950: esce il film The Man of the Eiffel Tower
- 18 Aprile 1952: donorificenza ufficiale a Simenon al 36 Quai des Orfèvres, con la consegna della medaglia da commissario no 0000 a nome Maigret, e rievocazione  del "Bal anthropométrique" del 1931.
- Aprile 1955: Simenon scrive La boule noire
- Aprile 1956: Simenon scrive le petit homme d'Arkhangelsk
- 26 Aprile 1962: Simenon inizia Maigret et le clochard
- Aprile 1967: Simenon copie un tour tra le università e i centri culturali italiani su invito del suo editore italiano Arnoldo Mondadori
- Aprile 1968: Simenon scrive La main
- Aprile 1969: Simenon scrive Maigret et le tueur
- 30 Aprile 1971: uscita al cinema di Le chat, con Jean Gabin e Simone Signoret
- Aprile 1974: Simenon detta Lettre à ma mère
- Aprile 1988: Promo congresso internazionale organizzato da Centre d'études Georges Simenon dell'Università di Liegi.



Commissario Maigret
Siamo al 15 aprile del 1913, è l'una e venticinque di notte, al commissariato del quartiere Saint-Georges.  Davanti ad una scrivania nera, il segretario del commissario sta per cambiare la sua carriera in polizia. Di tanto in tanto si alza per andare ad attizzare la stufa di ghisa che scoppietta. All'improvviso si apre una porta: un giovane uomo biondo, occhi blu e colorito roseo, entra bruscamente nella stanza, affermando di essere stato testimone di un omicidio. Maigret non sa ancora che sta per iniziare quella che sarà la sua prima inchiesta...

Il lunedi 5 aprile, Maigret. Con un tempo piovoso e freddo, si reca alla chiusa di Dizy, dove è stato rivenuto il cadavere di una giovane donna, nella scuderia del Café de la Marine. E' l'inizio dell'inchiesta ne Le charretier de la Providence.

In un bel mattino primaverile di metà aprile, Maigret cammina in un campo "... dove il grano comnicava a picchiettare la terra di un verde pallido". C'era il sole, gli uccelli cinguettavano, ma il commmissario é là soprattutto per svelare il mistero de  La nuit du carrefour

Quando il bel tempo di aprile è già arrivato a Parigi, Maigret, a Fontenay-le-Comte, è impantanato in burrasca di pioggia. E' la storia del fuoco omicida e Maigret a peur

Sono le dieci di un mattino di aprile: Maigret  in piedi sul bordo del marciapiede, gli occhi pieni di sole e le orecchie piene di rumore, è intento a cercare di capire la topografia ne L'écluse n° 1: una rumorosa concentrazione di chiatte e di camion,il tutto ricoperto dalla polvere bianca del cemento...

E' aprile, sulle rive della Loira. Maigret, che trascorre con maggiore e minore convinzione e ore della pensione, sta per fare la sua solita partita a carte con Ceux du Grand Café, in una tranquilla serata delle provincia francese, al ritmo degli aperitivi all'anice che non lascia prevedere il dramma che ben presto si scatenerà...

Murielle Wenger

venerdì 3 aprile 2015

SIMENON SIMENON. DENTRO L'UOVO DI PASQUA IL... NATALE DI MAIGRET!


Prima si era detto, vederete che l'ultima raccolta dei racconti di Maigret uscirà il primo aprile... e, sapendo che il titolo era  Il Natale di Maigret, si pensava ad un pesce d'aprile. E il libro infatti non è uscito. Adesso a un paio di giorni da Pasqua la raccolta è stata inserita tra le anteprime e quindi non a Pasqua, ma ucirà nei giorni successivi, presumibilmente verso la metà del mese.
Questa uscita non é una come le altre. E' infatti l'ultimo titolo maigrettiano che sarà editato per ora dall'Adelphi. Per chi ha letto tutti i romanzi e i racconti della serie non è certo una buona notizia. Perché è noto che un seriale, e un seriale del livello dei Maigret, porta assuefazione. E i maigrettofili più incalliti non si rassegneranno tanto facilmente... ma tant'è. E certo non li conforterà la notizia,  (non ancora ufficiale) che l'Adelphi pubblicherà le opere poliziesche di Simenon non-Maigret, quelle antecedenti e contemporanee ai primi Maigret, tanto per intenderci.
Insomma dopo l'epoca Mondadori, per il commissario simenoniano va concludendosi anche quella di Adelphi. La domanda è: ci saranno delle ristampe dei titoli che non si trovano più? In parte questo già avviene con la collana "I Maigret"  ormai all'ottava uscita, che raccolgie in ognuno cinque titoli delle inchieste del commissario. E poi esistendo gli ebook tecnicamente, almeno quelli non dovrebbero esaurirsi mai. Il problema è se Adelphi ha i diritti per continuare a ripubblicare, magari nel giro di qualche anno, i titoli magrettiani ricominciando dal primo. I diritti letterari non sono più in mano di John e Pierre Simenon, i figli dello scrittore che hanno conservato i dritti per le opere non letterarie (con la Simenon TM). Le opere letterarie dovrebbero adesso essere proprietà della inglese Peters Fraser & Dunlop.
Comunque godimoci quest'ultima raccolta che oltre a Un Natale di Maigret, conterrà Non si uccidono così i poveri diavoli e Il cliente più ostinato del mondo.
Ma avremo il tempo per parlarne più diffusamente nei prossimi giorni.

giovedì 2 aprile 2015

SIMENON SIMENON. L'ANTEPRIMA DE "LA CHAMBRE BLEUE"

Dall'8 al 19 aprile prossimi, l'Institut Français in Italia, organizza a Roma la 5a edizione di Rendez-vous, l'appuntamento con il nuovo cinema francese. Citiamo l'iniziativa perchè (oltre ad essere interessante di per sè) offrirà ai romani la possibilità di vedere per la prima volta in Italia la riduzione cinematografica dell'ultimo film tratto da un romanzo di Simenon: "La chambre bleue". Un adattamento con la regia e con l'interpretazione di Mathieu Amalric che con questo film ha esordito al festival di Cannes dell'anno scorso e che poi ha fatto il giro dei festival cinematografici di mezzo mondo, di qua e di là dell'Atlantico.
La manifestazione nella sede romana (ma toccherà anche Bologna, Torino, Napoli, Lecce, Palermo) avrà luogo in varie location, ma chi volesse assistere a questa proiezione dovrà segnarsi questo appuntamento: venerdì 10 aprile alle 19.30 alla Sala Michel Piccoli a Villa Medici. Vi consigliamo vivamente di segnarvelo anche perché sarà presente il regista/attore Amalric che, dopo il film, avrà un incontro con il pubblico (moderato da Federico Pontiggia).
Nelle altre tappe del tour di Rendez-vous non ci sarà né l'attore, né la proiezione del suo film, che ricordiamo, a tutt'oggi non ha una distribuzione prevista per il nostro paese.
Per chi volesse maggiori informazione può consultare il programma completo alla pagina del sito dell'Istituto Francese dedicata a Rendez-vous

mercoledì 1 aprile 2015

SIMENON SIMENON. MAIGRET: PESCA INFRUTTUOSA DEL PRIMO APRILE, MA IL PESCE PIU' BUONO LO PESCHERA'...

Quando Maigret quella mattina decise di andare a pescare, portò con sé un sandwich e qualche bottiglia di birra. Si sistemò in riva al fiume e sfoderò la sua canna da pesca. Dopo ore di attesa, nessun pesce aveva abboccato. Deluso apri il suo paniere, bevve una birra, poi, siccome aveva fame, prese il sandwich. Gli veniva l'acquolina in bocca al pensiere del buon paté che doveva imbottirlo e affondò i denti nel pane dorato. Ma quale sorpresa! Nel sandwich c'erano soltanto una foglia d'insalata e una fettina di formaggio! Maigret stava per gettare la carta che ricopriva il sandwich, quando vide che c'era scritto un messaggio: "Maigret, ti ho preparato una bella trota al forno. Vieni subito a mangiarla!"

Murielle Wenger