martedì 28 aprile 2015

SIMENON SIMENON. PAROLE IN LIBERTA' DI UN ROMANZIERE ORMAI... SAGGIO!

"Volendosi concedere "carta bianca" per il servizio di ricerca, Georges Simenon
ha scelto di parlare in tutta libertà di sé stesso, dei suoi gusti, della sua carriera e dei suoi metodi, ma anche delle sua manie di scrittore. In una delle paiazze che costituiscono per lui, al pari delle boite notturne, un terreno previlegiato per l'osservazione minuziosa  dei comportamenti umani, ripercorre per noi la genesi dei suoi romanzi: partendo da semplici informazioni biografiche, che non manca mai di annotare su una "busta gialla" nello scaramantico ricordo del suo primo romanzo, immagina quali saranno i comportamenti dei suoi personaggi, "povera gente umiliata, alla ricerca di una dignità" nelle situazioni in cui é cacciata costretta ad andare avanti fino alle più estreme conseguenze.
In mezzo agli animali impagliati di un museo, Simenon parla del suo amore per gli animali, poi in un porto dalla passione che aveva avuto da giovane per il mare e la navigazione, che poi traspose nelle leggendarie "chiatte" che costituiscono l'ambiente di diversi suoi romanzi. Nella casa in riva al lago di Lemano, parla dell sua passione per la materie prime, come il cuoio, e il ferro, del suo modo d'impiegare il tempo, minuziosamente regolato e diviso tra la famiglia e la letteratura, del tempo e della repulsione che prova per le persone che gliene fanno perdere.  E finalmente arriva a parlare della vecchiaia, con emozione, della serenità che non ha saputo trovare, di tutte le attività alle quali l'età, ogni giorno, impercettibilmente lo obbliga a rinunciare". Georges Simenon è filmato lungo il lago di Lemano, nelle piazze di Losanna e nella sua casa d'Epalinges. (I.N.A. -22 ottobre 1970 - Banc d'essai - 36' 45")





lunedì 27 aprile 2015

SIMENON SIMENON. QUEI SEI MILIONI E MEZZO DI COPIE DI SIMENON VENDUTE DA ADELPHI



"...A curare i classici in modo originale ha sempre pensato Adelphi e ne è stata ampiamente ripagata: l'idea di trasformare Georges Simenon in un classico ha fruttato dal 1985 ben 6,5 milioni di copie....".
La frase è estratta da un articolo apparso ieri sul quotidiano milanese "Il Giornale", (Le superstar del mercato? Sono gli "antichi" maestri a firma Stefania Vitulli) in cui si afferma che i grandi numeri li fanno anche i classici e per dimostrarlo l'autrice riporta alcune cifre in merito alla diffusione di classici, come ad esempio due titoli orwellinai 1984 e La fattoria degli animali che raggiungerebbero ognuno le 100.000 copie vendute all'anno (non ci viene spiegato però se ciò si verifica ogni anno o sono dati riferiti ad un determinato anno). 
E poi non può non citare Simenon anche se l'espressione non è delle più felici. Infatti che"...Adelphi abbia avuto l'idea di trasformare Georges Simenon in un classico..." ci pare un'opinione un tantino azzardata. 
Diremmo piuttoso che all'affermazione andrebbe cambiato verso. 
Non sarà che l'Adelphi dal 1985 ha avuto la fortuna di iniziare a pubblicare Georges Simenon? (Lettera a mia madre - Piccola Biblioteca Adelphi 178). 
Andrebbe ricordato che l'autore infatti era venduto in Italia sin dal 1929 (Il romanzo Mensile del Corriere della Sera) dove a puntate fu pubblicato Nicoletta e Dina  (En robe de mariée -Tallandier 1929) firmato ancora con lo pseudonimo Georges Sim. A tutt'oggi sono quindi 86 anni che nel nostro paese si pubblicano quasi ininterrottamente le opere del romanziere. E ci pare che visto i settecento milioni di copie vendute in tutto il mondo e considerate le oltre cinquanta lingue in cui è stato tradotto, non ci pare che sia stata l'Adelphi ad aver avuto l'dea di trasformare Simenon in un "classico". Lo era evidentemente già anche prima dell'85. Basti pensare che in una pubblicità della Mondadori (editore italiano di Simenon per quasi sessant'anni) alla fine degli anni '70, si dichiarava che dei soli Maigret fino ad allora erano state vendute 1.200.000 copie. E dei romans-durs?  E fino all'85, quando poi diritti passarono all'Adelphi, quante altre copie sono state vendute delle opere di Simenon. Sicuramente altri milioni, ma le cifre certe non ci sono. Se prendessimo per buone quelle dell'articolo citato, dovremmo calcolare che dopo 30 anni  di edizioni Adelphi le vendite di Simenon si siano attestate su ben oltre duecentomila copie all'anno. Un autore che ogni anno assicurasse vedite di questo livello alla propria casa editrice sarebbe un non trascurabile tesoro e questo, Roberto Calasso, patron dell'Adelphi l'aveva ampiamente capito tanto che si era fatto avanti, nei primi anni '80, contando anche sulla "stanchezza" del rapporto Simenon-Mondadori (non c'era più il rapporto personale e d'amicizia con Arnoldo Mondadori scomparso nel '71 e per altro la casa edtrice pubblicava ormai molto poco dei suoi titoli). Ma Simenon rispose negativamente. Solo in un secondo tempo, grazie ai buoni uffuci interposti dal suo grande amico, Federico Fellini, si lasciò convincere.
Non ci risuta che la casa editrice di Calass fece grandi battage pubblicitari... certo la notizia che dopo sessant'anni Simenon passava da un colosso dell'editoria italiana a un piccolo editore, sia pure di qualità, faceva rumore di per sè. 
Il resto lo fecero i lettori, Adelphi assicurò loro una cadenza costante (dopo un primo periodo, stabilizzatasi di in due Maigret e due romns-durs all'anno) il resto lo fecero (e lo fanno ancora) i lettori che comprando le opere di Simenon facevano entrare ogni titolo pubblicato nelle classifiche dei libri più venduti, ma anche con un passaparola di grandissima efficacia e di notevole effetto.   

SIMENON SIMENON. L'ANDAMENTO CIRCOLARE DI SIMENON INZIA A...CIRCOLARE

Qualche succinto commento, 
sensazioni, puntualizzazioni s
ull'idea proposta 
sabato scorso in merito a questa interpretazione, come l'abbiamo 
definita dell' "andamento circolare dell'opera simenoniana". 
Lo ribadiamo, non c'è nessuna 
intenzione di proporla come 
una vera e propria teoria, ma 
piuttosto come uno spunto, 
magari inedito questo sì, che possa vivacizzare e approfondire 
il dibattito sulla narrativa 
di Georges Simenon.

Cristina De Rossi - Una teoria su Simenon che non avevo mai sentito... io non conosco così bene Simenon per da giudicare se sia valida o no, ma certo mi sembra interessante...

Giulio Masera - Questa storia dell'andamento circolare della letteratura di Simenon dovrebbe tener conto anche del fatto che si trattava di un ventenne all'inizio e di un settantenne alla fine e credo che le differenze tra il "periodo alimentare" e il periodo dei romans-durs siano maggiori delle analogie... ma comunque sì, credo che varrebbe la pena discurterne.

Andrea Franco - Concordo sul fatto che i Maigret dell ultimo periodo trattino temi che esulano spesso dal genere poliziesco, io definirei Simenon un romanziere "tout court", insomma uno scrittore "a tutto tondo"...

Giovanna Ferraris - Tutto sommato a me sembra una teoria, anche se mai sentita, che possa dare un senso alla produzione di Simenon così diversa sia nel corso degli anni, che tra gli stessi romanzi e altre tipi di opere... Insomma mi sembra una chiave che potrebbe spiegare molte cose di  Simenon

Murielle Wenger Pour ma part, j'aime bien "questa idea dell'andamento circolare" dans l'oeuvre de Simenon, parce que, d'abord, Simenon n'était pas un écrivain qui "se posait en écrivain", autrement dit qui voulait donner de lui une image "littéraire"... Mais cette "idea dell'andamento circolare" est aussi vraie parce que finalement, il n'y a pas une immense différence entre ses divers écrits (mis à part, peut-être - et encore !- les Dictées, car les autres textes autobiographiques sont proches aussi de ses oeuvres fictionnelles, par exemple Quand j'étais vieux ou les Mémoires intimes), et, comme Maurizio l'a déjà écrit souvent sur ce blog, les romans Maigret se rapprochent de plus en plus des "romans durs", reprenant les mêmes thématiques (l'intero intervento qui )

Giorgio Muvi Beh.... andiamoci piano. Prima di elaborare una teoria che spieghi l'opera di Simenon, non può bastare un post e una buona idea... Bisognerebbe che se ne discutesse e che soprattutto le motivazioni fossero maggiormente specificate... e poi il parere di un vero critico letterario... non credo ci starebbe male.  

Maurizio Testa Sono d'accordo... Non si può parlare di teoria, ma forse di uno spunto su cui ragionare. A sensazione a me non pare del tutto fuoristrada... certo occorre confrontarsi e farla decantare, ma mi piacerebbe leggere altre opinioni di altri lettori, contributi, critiche, incoraggiamenti...

domenica 26 aprile 2015

sabato 25 aprile 2015

SIMENON SIMENON. L'ANDAMENTO CIRCOLARE DELL'OPERA SIMENONIANA... SOSTIENIAMO NOI


"A quale genere appatengono i romans durs? Ad una classe ibrida, all'incrocio del psicologio e del poliziesco. E a quale tipologia avvicinare la serie dei Maigret? Per un lato al romanzo di enigma, per un altro al romanzo noir. Ma ancora...  queste classificazioni proposte come un esempio non possono portare a nulla di soddisfacente, se non alla convinzione che occorre esaminare un tale universo come una unica chiave, senza mai cercare di strumentalizzare l'analisi, nonostante essa si attagli, come dicono alcuni, a un autore popolare...! (Georges Simenon: De Maigret aux romans de la destinée - CEFAL 1994)
Così scriveva più di vent'anni fa' Alain Bertrand e siamo sempre sulla questione più volte posta, se e quanta differenza esista tra i romans-durs e la serie dei Maigret.
Adesso vorremmo intraprendere una analisi un po' spericolata che potrebbe far rizzare i capelli in testa non solo agli accademici e agli studiosi più accreditati, ma anche ai lettori più accaniti.
Per capirci bene, dobbiamo fare necessariamente un passo indietro per spiegare questa teoria che chiameremo dell'andamento circolare dell'opera simenoniana. Il passo indietro fino al periodo della letteratura popolare è necessario per aver un sguardo completo del feneomeno Simenon diciamo grosso moda dalla metà degli anni venti fino agli anni settanta. Stiamo parlando di quel mezzo secolo in cui lo scrittore come si dice ormai quasi dappertutto inizia dal periodo della letteratura alimentare, quella che gli veniva commissionata e che toccava moltissimi generi, il Simenon popolare (questa l'etichetta che gli avevavano appioppato) che scriveva ottanta pagine al giorno (quantità e quindi non qualità...dicevano). Il secondo periodo è quello dei Maigret, le prime opere in cui Simenon ci metteva la faccia (cioè firmava con il suo vero nome e cognome) in cui decideva non solo temi, vcende e personaggi, ma con il quale creava una nuova tipologia di giallo, o poliziesco che dir si voglia. Periodo di grandi soddisfazioni, in cui la sua fama cresce enormente, e dove si crea un'altra etichetta quello dello scrittore di polizieschi. E poi la terza fase, quella dello scrittore di romans-durs, quello amato da Gide, ad un passo dal Nobel e universalmente riconosciuto dalla critica... senza più etichette
Secondo una visione diversa invece pensiamo alla "carriera" letteraria di Simenon considerandola come una sorta movimento circolare. Nel periodo dell'apprendistato certo la sua caratura letteraria non era quella della maturità,  ma le ordinazioni che riceveva di vari editori lo costringevano a confrontarsi con i più disparati generi letterari e nelle forme più diverse (racconto, romanzo, romanzo breve...). Simenon affema che si trattava un periodo di apprendimento (ed è indubbio), ma riteniamo che fosse anche un momento congeniale alla sua capacità narrativa, quella di spaziare tra temi e toni diversi, di passare dal "più leggero" al "più drammatico", con nel mezzo tutta la gamma di possibili sfumature e anche con moduli espressivi differenti.
Poi ci fu il periodo della specializzazione: il poliziesco seriale di nuovo tipo rispetto al precendente e poi i romans-durs, ma dalla fine degli anni quaranta se osserviamo l'interezza della produzione simenoniana, non troviamo solo i Maigret e i romans-durs (che avevano temi, ambientazioni e impostazioni assai diverse tra loro), ma anche opere autobiografiche, saggi, articoli, reportage di viaggio, racconti. Insomma Simenon, per quanto si definisse un romanziere che viveva scrivendo solo romanzi, in realtà spaziava su un ventaglio di opere molto diverse tra loro, un po' come gli succedeva quando all'inizio doveva rispondere alle più differenti richieste degli editori. E allora, con i dovuti distinguo, Simenon nella maturita letteraria torna praticamente a fare quel che faceva ai suoi inizi.
Certo con risultati diversi e non dovendo rispondere nessuno (lasciò Gallimard per Presses de La Cité anche per poter "comandare" nella casa editrice che pubblicava le sue opere!).
Ma questa idea dell'andamento circolare, forse varrà la pena di approfondirla (ma anche criticarla!)... e speriamo sia uno spunto "utile" al dibattito sulla narrativa simenonian.

venerdì 24 aprile 2015

SIMENON SIMENON. SVIZZERA, L'ULTIMA SCELTA DEL ROMANZIERE



1955. Nel mese di aprile Simenon decide di tornare dopo dieci anni di vita negli Stati Uniti, in Europa. E diciamo Europa, perché da una parte aveva ben chiara l'intenzione di non tornare a vivere a Parigi e nemmeno l'idea di ristabilirsi in Francia gli andava granché a genio. Quello che non gli era chiaro affatto era il posto dove si sarebbe sistemato. Anche se, viste le precedenti esperienze la cosa non avrebbe dovuto avere un grande importanza dal momento che traslocare da una casa altra, dopo la scrittura e il sesso sembrava essere l'occupazione che gli portava via più tempo!
Chissà se prese in considerazione l'idea di trasferirsi in Italia, dove per altro a Milano aveva un editore e un amico che lo seguiva fin dagli anni trenta. Certo non si sarebbe installato a Milano, troppo città, troppo cosmopolita, troppo industriale... le sue scelte in fatto di abitazione previlegiavano le piccole cittadine e meglio ancora i dintorni delle piccole cittadine. 
Così appena arrivato in Francia, ai primi di aprile, dopo un breve passaggio a Parigi, si sistemò in Costa Azzura, a Mougins, nella villa dei suoi sogni La Gâtouniére, dove non perse tempo e si mise a scrivere "La boule noir", un romanzo ambientato in America. Poi nel '56 si sposta a Golden Gate, una villa più comoda di quella di Mougins, proprio sulle alture alle spalle di Cannes. Ma anche questa non è destinata a durare. Allora, un po' per curiosità e un po' per quello che gli aveva raccontato il suo amico Charlie Chaplin, inizia a pensare alla Svizzera.
Non è lontana dalla Francia, dove per esempio è il suo editore (Sven Nielsen di Presses de La Cité), ha la fama di essere un paese tranquillo, ordinato, pulito ( in perfetta sintonia con il suo carattere) e non ultimo c'è un cantone in cui si parla francese. Decide così nel '57 di partire alla scoperta del Canton de Vaud che attraversa palmo a palmo a bordo della sua fiammante Mercedes 300 S Cabriolet. In primavera ha percorso molti chilometri, visitato decine di località e alla fine viene sedotto dal castello di Enchandens, una costruzione del XVI secolo, posizionato a circa 20 chilometri da Losanna. Vorrebbe comprarlo, però la dimora non è in vendita, ma Simenon è talmente felice di aver trovato quel posto che è disposto anche ad affittarlo. Forse sente che per una volta quella zona potrebbe essere quella giusta? Simenon ha cinquantaquattro anni ed è nella maturità come romanziere, la critica e il pubblico sono ormai decisamente dalla sua parte e dopo la parentesi americana, sente che si sta aprendo un nuovo capitolo della sua vita. LA Svizzera è la sua scelta.