venerdì 30 dicembre 2016

SIMENON SIMENON; 1933, ANNO DA RECORD PER I ROMAN DURS

Un unico Maigret, ma ben sette romans durs da gennaio a dicembre

1933, ANNEE RECORD POUR LES ROMANS DURS
Un seul Maigret, mais sept romans durs de janvier à décembre
1933: A RECORD YEAR FOR “ROMANS DURS”
One single Maigret, but seven romans durs from January to December




















Siamo nel 1933. Georges Simenon stava vivendo quello che possiamo definire un momento magico della sua vita. Contro le previsioni di molti, e per primo del suo stesso editore Fayard, il boom di Maigret prima di essere un successo editoriale era stata una sua personale vittoria. Dopo una decina d'anni di letteratura popolare su commissione, il romanziere era riuscito a realizzare il suo progetto. Dare vita ad una narrativa che nasceva dalla sua volontà, ad un personaggio frutto della sua creatività, passando così la linea che lo portava ad una letteratura, di genere ma, nel suo ambito, rivoluzionaria. La critica, che non era ancora convinta del suo straordinario talento, doveva inchinarsi comunque al grande successo di pubblico che il suo commissario andava riscuotendo ed iniziare ad ammettere che lo scrittore era entrato in una nuova fase. Ma Simenon era convinto che quello passato era solo un ponte che lo avrebbe portato a quei romanzi che costituivano il suo vero obiettivo.
E infatti dopo un biennio in cui per tutti era diventato il "papà di Maigret", Simenon iniziò a dedicarsi ai romans durs. 
Nell'aprile del '32 si era trasferito alla Richardière (Marsilly) nei pressi de La Rochelle e lì si immerse nella scrittura dei romanzi, attività iniziata già nel '31 con Le Relais d'Alsace. E, come per i Maigret, la sua partenza con la letteratura non di genere fu a dir poco sbalorditiva.
Se per la serie poliziesca aveva tenuto per il primo anno un ritmo di uscita di un titolo al mese, possiamo dire che, dopo aver preso la rincorsa, nel 1933 si trovò nel pieno della sua spinta creativa e si tuffò in una frenesia compositiva davvero incredibile. In quell'anno, fatto salvo un titolo maigrettiano (L'écluse n°1), portò a termine la stesura di ben sette romanzi.
Siamo ancora nel periodo Fayard (il suo contratto con Gallimard sarà firmato nell'ottobre del '33 e le pubblicazioni partiranno solo nel '34), e lo scrittore era convinto che, nonostante la popolarità e la fama che gli aveva procurato, il periodo dei Maigret si fosse praticamente esaurito per lasciare posto a quello dei romanzi.
E, per essere precisi, in quell'anno non solo scrisse quegli otto titoli, ma trovò il tempo di fare anche un viaggio nel Mediterraneo, di pubblicare dei reportage e di intervistare Lev Trotsky in Turchia.
Ma per uno come lui che in una decina di giorni scriveva un romanzo, il tempo era un fattore che evidentemente non contava come per tanti altri.
Vediamo di dare un ordine e un nome a questa sua produzione:
Les fiançailles de M. Hire  (gennaio-febbraio), L'Ane Rouge (maggio), Les gens d'en face e
Le haut mal (estate) - L'homme de LondresLe locataire (autunno) - Les suicidés (dicembre). Insomma una produzione che inizia a destare anche qualche ripensamento da parte della critica e che comincia a far salire le quotazioni letterarie di Simenon. 
Dicevamo che si trattò di un anno speciale, infatti da un parte l'eco e la diffusione dei suoi Maigret erano diventate davvero notevoli, ma la sua produzione di romans durs ammontava ormai ad undici titoli, abbastanza da far capire che questa non è una parentesi tra la serie di Maigret e un'altra. Si trattava, almeno in quel momento, di una vera e propria svolta, di un indiscutibile salto di qualità. Le sue doti narrative, la sua analisi psicologica, le ambientazioni, e il suo stile, svincolati dai paletti del genere poliziesco, avevano modo di rivelarsi in piena libertà, palesando una sua precisa ed originale fisionomia narrativa. 
Ricordiamo che lo scrittore aveva appena trent'anni e già si cominciava a parlare di un "caso Simenon", alimentando un'attenzione che si accrescerà poi con il suo ingresso in Gallimard. Rimangono ancora delle perplessità riguardo al rapporto tra la sua velocità di scrittura e la qualità della sua narrativa. Ma è per lo più un preconcetto di certa critica, secondo la quale mal si poteva conciliare la qualità delle opere con il fatto che fossero scritte così in fretta. Già, "in fretta", ma questo non è un termine appropriato per la produzione simenoniana. Questa velocità, come poi verrà confermato da tutta la sua opera, era una risultante di due fattori: da una parte merito del suo apprendistato nella produzione di letteratura popolare, dove la velocità era sinonimo di maggior lavoro e maggior guadagno, e dall'altra soprattutto di una sua dote naturale, che aveva molto a che fare con la sua non comune capacità di concentrazione o, se si vuole, del suo intrigante état de roman. (m.t.)

giovedì 29 dicembre 2016

SIMENON SIMENON. MAIGRET AND BANKS? SIMENON AND ROBINSON?

Are these detectives and writers similar or different? 

SIMENON SIMENON. MAIGRET ET BANKS? SIMENON ET ROBINSON? 
Est-ce que ces détectives et ces écrivains sont similaires ou différents ? 
SIMENON SIMENON. MAIGRET ET BANKS? SIMENON E ROBINSON


I keep running into detectives and authors who invite comparing and contrasting with Jules Maigret and Georges SimenonAlan Banks and Peter Robinson is the new pairGallows View became my trial sample because it was the first published work in the Robinson’s Inspector Banks seriesCompared to Simenon’s 75 novels and 28 short stories, Robinson has written 23 novels and 7 short stories, but he’s already 66 and his output so far has been about one Banks novel a year since 1987. 
Gallows View features Peeping Toms, petty break-ins, sex and rape, violence and murder in Eastvale, a fictitious community in the Yorkshire region of Northern England. It starts out as a police procedural and finishes as a thriller. 
Robinson indicates he grew up on Simenon and Maigret, which helped make him a crime fiction writer, but he seems more evolver than imitator. One feels Banks is following in Maigret’s footsteps somewhat, but Banks is mostly his own man. Moreover, from what I can gather, Banks changes over time, unlike Maigret who is a pretty stable character―at least to my mind. In the portrait I’ve drawn below, Bank looks much like Maigret except for some differences in persona set off in bold type: 
A professional detective in a small townChief Inspector Banks walks to the police station every day, listening to opera on his Walkman. A small Englishman (He didn’t even look tall enough to be a policeman.), he smokes cigarettesbut only sporadically unless nervous or tense. He drinks a lot, day and night, but favors spirits over beer and wine. On the job, he’s a patient man (“He had the patience and the persistence of a cat after a bird.”), but off-duty, he has a tendency to drop hobbies and interests. He’s intelligent, approaching the intellectual (Books, indeed, were his sole luxuries.). He’s stern (“Why must you always be so serious?”) to the point of bluntness. He displays some compassion for criminalsjust not to many. His method employs observation, reason, and intuition. He’s openly analytical (“There’s nothing like facts.) and much more an examiner of criminal psychology (“It was unwise to expect stereotypes.”). He does think, but he relies much less on intuition.  He loves his wife, but one senses “a chasm between them. […] “That unbridgeable gap.” 
As for their writing, Robinson does not copy Simenon. To be sure, there’s rain, lots and lots of rain, but his descriptions are more filled out and a bit longer. Robinson puts more action on stage plus it is more graphic: the burglars desecrate the crime scenes with urine and feces. He gives us more sex: we glimpse breasts in Simenon, but we study them in Robinson. His dialogue is more drawn out and complicated, particularly when sleuthing: “The scientific term is scopophiliac, by the way,” and “Prosopagnosia? It’s the inability to recognize faces.” 
In the end, I agreed with Robinson: “The ‘greats,’ […] they never really changed what they did, who they were. They existed only in order to solve puzzles. Yet the modern detective develops….” So, my impression is that Robinson is not Simenon, nor is Banks, Maigret. In fact, I visualize both the writer and his character as their more modern descendants…. 

David P Simmons