Il romanzo scritto in una gabbia di vetro.... la prima di una serie di leggende: capitate o cercate?
SIMENON SIMENON. IL Y A 90 ANS, LA PREMIERE LEGENDE
Le roman écrit dans une cage de verre... la première d'une série de légendes: arrivées ou cherchés ?
SIMENON SIMENON. THE FIRST LEGEND 90 YEARS AGO
The novel written inside a glass cage… The first in a series of legends: searched or suffered?
Sappiamo che Simenon è stato non solo maestro nel costruire la sua immagine pubblica, ma anche scaltro ideatore di clamorose operazioni promozionali, il famoso Bal Anthropométrique del '31 valga per tutte.
Ma questa capacità non sempre ha spinto le cose nel verso sperato. Alcune volte gli sono tornate indietro, a volte perseguitandolo per non poco tempo.
Abbiamo citato nel titolo la prima e forse la più clamorosa delle "bufale", come si direbbe oggi. Siamo nel gennaio del 1927 e si parla del famoso romanzo che sarebbe stato scritto in una gabbia di vetro, tramite le indicazioni dei lettori. Una specie di maratona da svolgersi sotto gli occhi di tutti i curiosi.
L'ideatore era l'editore Eugene Merle, sui giornali del quale Simenon, sia pure con pseudonimi, pubblicava i propri racconti popolari. La performance si mostrava allettante anche dal punto finanziario e in un primo tempo forse un giovane Simenon, in cerca di popolarità, aveva pensato di accettare. Ma poi ci fu un intervento della pubblica sicurezza che fece forzatamente pendere la sua scelta per il no: l'autorizzazione per installare la gabbia di vetro non fu concessa e l'evento sfumò. Nonostante non fosse quindi mai avvenuto, questo evento fu raccontato per anni, come realmente successo. Non bastarono smentite e testimonianze... la leggenda era decollata e, si sa, una volta in volo le leggende atterrano difficilmente.
E questa pesò sulle spalle di Simenon per più di qualche anno.
Altra leggenda era la sua velocità di scrittura. Qui anche lui contribuiva, affermando che era capace di scrivere fino ad ottanta pagine al giorno... oppure, come se non bastasse, di dettare contemporaneamente a tre diverse dattilografe tre differenti storie. Tutto ciò gli valse il titolo di "Citroen della Letteratura", con vignette che lo ritraevano mentre scriveva inserito in una catena di produzione industriale che iniziava dai fogli dattiloscritti che schizzavano via dalla sua macchina da scrivere, fino ai camion che, carichi dei suoi libri, uscivano dalla tipografia per raggiungere le librerie.
Grande richiesta degli editori di stampa popolare, ma grandi alzate di sopracciglio di critici e letterati che disprezzavano questa velocità che andava a loro avviso tutta a scapito della qualità.
Anche le diecimila donne era evidentemente una boutade. Certo Simenon aveva una passione e una costanza quotidiana nell'accompagnarsi con le donne, ma diecimila erano obiettivamente un po' troppe. Eppure anche questa storia prese le ali, fece il giro del mondo, rafforzando la fama di impenitente donnaiolo che già lo inseguiva da tempo.
Leggende, eventi probabili, verità... ma quanto ci metteva del suo Simenon per farle girare? Ci verrebbe da dire che non doveva faticare molto... forse gli veniva addirittura spontaneo, e quando diciamo spontaneo intendiamo che alla fin fine anche lui stesso finiva per esserne condizionato. Forse funzionava un po' come con i personaggi dei suoi romanzi: entrava nella loro pelle e si comportava come loro.
Simenon sapeva comunque bene quello che faceva e quasi sempre conosceva altrettanto bene anche le conseguenze. Qualche volta però le situazioni gli sfuggivano di mano e non riusciva più a controllarle. Ma questo è il fascino di Simenon, una vita incredibile, leggende che fanno sognare, una montagna di romanzi e di racconti, donne, successo, tragedie, eccessi e rare qualità. Un uomo davvero non come gli altri, attorno al quale non potevano non fiorire leggende, storie e le più diverse fantasie. (m.t.)