Una data di non poco conto per la conoscenza delle inchieste del commissario simenoniano in Italia
SIMENON SIMENON. IL Y A 53 ANS, SUR LA RAI NAISSAIT LE MYTHE MAIGRET-CERVI
Une date qui ne compte pas pour peu dans la connaissance des enquêtes du commissaire simenonien en Italie
SIMENON SIMENON. 53 YEARS AGO, THE MAIGRET-CERVI MYTH WAS BORN ON THE RAI
A date of no little significance for awareness of the Simenonian Chief Inspector in Italy
Un mito tutto italiano, diciamolo subito. Più precisamente un mito per gli italiani che in quegli anni, dal '64 al '72 avevano almeno dieci anni (e io, ad esempio sono tra quelli). Certo già chi aveva allora solo sette/otto anni difficilmente era attratto da quel tipo di programma.
E vero che l'eco del commissario Maigret interpretato da Cervi andò avanti per un po' di tempo, anche perché ogni tanto la Rai mandò in onda delle repliche (anni ''70/'80) e poi uscirono le puntante anche in cassette VHS, ma il boom fu in quegli otto anni.
Ma torniamo al mito. Lo abbiamo definito così, perché come abbiamo avuto modo di spiegare in altre occasione, questo sceneggiato ebbe un successo clamoroso. Perché? I motivi sono parecchi, ma ci pare corretto partire dalla materia prima, cioè le inchieste inventate da Simenon e questo personaggio, il commissario Maigret, che funziona anche fuori delle pagine dei libri. Un altro motivo importante è la presenza di Gino Cervi. Un attore che aveva avuto una carriera davvero fuori del comune recitando, e con grande successo, soprattutto in teatro, ma anche al cinema, alla radio e in televisione. E direi che proprio questa sua segmentazione attirò fette di pubblico diverso che senza Cervi forse non avrebbero finto per seguire il suo Maigret. E pensiamo agli appassionati di teatro che in quegli anni non coincidevano proprio con i telespettatore. Anche i bambini conoscevano e apprezzavano Cervi, grazie alla fortunata serie cinematografica di Don Camillo e l'onorevole Peppone. E poi l'attore aveva interpretato per la tv degli sceneggiati di livello come Il Cardinale Lambertini. Insomma la sua popolarità era notevole e su più fronti.
Prima di lui in Rai c'era stato il Tenente Sheridan (interpretata da Ubaldo Lay) come personaggio poliziesco. Ma Le inchieste del commissario Maigret introdussero nella televisione italiana il concetto di serialità, che era assolutamente nuovo.
La bravura e la simpatia di Cervi, fecero il resto. E ovviamente non si può tacere la bravura del regista, Mario Landi, la presenza tra gli sceneggiatori di un nome come Diego Fabbri, e il contributo di Andrea Camilleri, allora delegato Rai alla produzione.
E il mito è corroborato da numeri. La prima serie (dicembre '64 - febbraio '65), composta da quattro episodi ebbe un ascolto medio di quasi 13,5 milioni di telespettatori con un indice di gradimento dell' 83%. La seconda, sempre con quattro episodi (febbraio-aprile 1966) con circa 14 milioni di spettatori e 76% di gradimento. La terza con cinque episodi (maggio-agosto '68), con ancora 14 milioni di spettatori e 76% di gradimento. Con la quarta ed ultima serie con tre episodi (settembre '72) picco di 18,5 milioni di telespettatori e un gradimento dell'82%.
Cervi, circa un anno e mezzo dopo, morì a 73 anni.
Tutto quel successo televisivo, ovviamente attirò moltissimi che non conoscevano i Maigret di Simenon e le sue inchieste, allora pubblicate da Mondadori. E' fuor di dubbio che fu un battage pubblicitario di non poco conto per i libri. La faccia di Cervi diventò per gli italiani di allora quella del commissario (come successe ai francesi prima con Jean Richard e poi con Bruno Cremer o agli inglesi con Rupert Davies), tanto che le sulle copertine di Mondadori, allora realizzate dal geniale illustratore Ferenc Pinter, le fattezze del commissario erano quelle di Gino Cervi. E ancora oggi dopo 53 anni per molti italiani Maigret non può non avere la faccia dell'attore bolognese. (m.t.)