sabato 22 dicembre 2018

SIMENON SIMENON. LA GARDE-ROBE DE MAIGRET





L'habillement de Maigret, au cinéma et à la télévision 

SIMENON SIMENON. IL GUARDAROBA DI MAIGRET 
L'abbigliamento di Maigret, al cinema e in televisione 

SIMENON SIMENON. MAIGRET'S WARDROBE 
Maigret's clothing in the movies and on television 

• Le pyiama


Dans ses Mémoires, Maigret raconte que Simenon décida que, dans les scènes où le commissaire serait dans son lit, il lui ferait porter une chemise de nuit, et non un pyjama. En réalité, dans les romans, Maigret porte parfois une chemise de nuit, mais parfois aussi un pyjama. Dans les adaptations, on trouve quelques scènes où les acteurs sont en pyjama.  


• Il pigiama

Nelle sue Memorie, Maigret racconta che Simenon, nelle scene dove il commissario era a letto, aveva deciso di fargli indossare una camicia da notte, e non un pigiama. Anzi negli romanzi Maigret indossa a volte un camicia da notte ma anche a volte un pigiama. Negli adattamenti si trova alcune scene dove gli attori indossano un pigiama.  

• Pyiamas

In his Memoirs Maigret told that Simenon had decided that in scenes where the Chief Inspector was in his bed, the novelist would like him to wear a nightshirt and no pyjamas. Actually in the novels Maigret sometimes wore a nightshirt, but also sometimes pyjamas. In the adaptations, we find some scenes in which actors wore pyjamas. 


C'est surtout dans les séries télévisées que Maigret apparaît en pyjama. Pour ce qui est des adaptations cinématographiques, nous n'avons trouvé que ces deux scènes: la première se trouve dans le film Brelan d'as, où Michel Simon joue Maigret dans l'adaptation de Le Témoignage de l'enfant de chœur. Quant à la seconde, si Maigret (alias Gabin) n'y est pas tout à fait en pyjama, sa «tenue d'intérieur» s'en rapproche tout de même, et nous ne pouvons résister au plaisir de vous montrer cette scène pleine d'humour… 

È soprattutto nelle serie televisive che Maigret appare con un pigiama. Negli adattamenti cinematografici abbiamo trovato solo queste due scene: la prima si trova nel film Brelan d'as, dove Michel Simon interpreta Maigret nel'adattamento di Le Témoignage de l'enfant de chœur. Nella seconda scena Maigret (ovvero Gabin) non è proprio col pigiama, però il suo "abito di interno" assomiglia un pigiama, e non possiamo resistere al piacere di mostrarvi questa scena umoristica... 

In fact it was mostly in TV series that Maigret appeared wearing pyjamasAs for the cinema adaptations, we found but two scenes: the first one is in the film Brelan d'as, where Michel Simon was playing Maigret in the adaptation of Le Témoignage de l'enfant de chœur. In the second sceneMaigret (alias Gabin) was not really wearing pyjamas, yet his "indoor attire" was quite near from pyjamas; and we couldn't resist to the pleasure of showing you this humorous scene…  



•• Et voici un défilé de pyjamas: mode à l'italienne, à l'anglaise et à la française…Appréciez, mesdames ! 

•• Ed ecco una sfilata di pigiami: moda italiana, inglese e francese… Signore, divertitevi ! 

•• And here is a pyjamas fashion show: Italian, English and French fashion… Enjoy it, ladies! 


Ainsi se termine notre petit tour 
dans la garde-robe de Maigret. 
Nous pensons que ce coup d'œil sur l'habillement du commissaire nous 
en apprend beaucoup sur lui, 
et reflète la façon dont les réalisateurs 
et les scénaristes envisagent 
le personnage. 
Le costume de Maigret, à la fois daté 
et intemporel, est en quelque 
sorte une «marque de fabrique» 
qui permet de le reconnaître, 
et de donner davantage 
d'authenticité 
à ces adaptations.  

Così si conclude il nostro piccolo giro nel guardaroba di Maigret. Crediamo che questa occhiata agli abiti del Commissario ci dice molto su di lui, e riflette il modo in cui registi e scrittori vedono il personaggio. Il vestito di Maigret, entrambi datato e senza tempoè una sorta di "marchio di fabbrica" che ci permette di riconoscerlo, e di dare più autenticità a questi adattamenti. 

Thus this is the end of our little tour in Maigret's wardrobe. We think that this glimpse at the Chief Inspector's clothing tells much about him, and reflects the way in which directors and scriptwriters consider the character. Maigret's clothing, both dated and timeless, is a kind of "trademark" that allows to recognize him and to give more authenticity to these adaptations.  

Murielle Wenger

venerdì 21 dicembre 2018

SIMENON SIMENON. GIUDAICO O COLLABORAZIONISTA?

Accuse opposte furono lanciate contro lo scrittore da nazisti e anti-nazisti.

SIMENON SIMENON. JUIF OU COLLABO ?
Des accusations contraires furent lancées contre l'écrivain, par des nazis et des anti-nazis
SIMENON SIMENON. JEWISH OR COLLABORATIONIST?
Contrary accusations were launched against the writer by Nazis and anti-Nazis




L'accusa di essere stato un collaborazionista dei nazisti, che nella seconda guerra mondiale occuparono parte della Francia, è un fatto abbastanza noto, che qualche volta ha costituito un ombra anche persistente nella vita di Georges Simenon. Altrettanto noti, anche perché furono di nuovo tirati fuori in questa occasione, gli scritti giovanili di Simenon su La Gazzette de Liège, nella sua rubrica "Hors de poulailler" dove si firmava Monsieur Lecoq. Alcuni di quei testi si occupavano del cosiddetto "pericolo giudeo". 
E' chiaro che non si ottiene un bel totale sommando questi trascorsi alla collaborazione con una casa di produzione cinematografica (cui vendeva i diritti dei suoi romanzi per la realizzazione dei film, durante l'occupazione), la "Continental" che, facciata a parte, faceva capo nientemeno che a Goebbels, il ministro della propaganda nazista. 
E uno più un fa due: Simenon diventa sbrigativamente un oscuro conservatore e fiancheggiatore dei nazisti antisemiti che avevano occupato la Francia.  
Ma cerchiamo di andare un po' più a fondo su queste storie. Intanto gli scritti (una quindicina di rubriche su un totale di ottocento) su La Gazette de Liège sono indiscutibilmente antisemiti, ma non bisogna dimenticare, l'età dell'estensore allora appena diciottenne. Corre voce che allora Sim (così si firmava negli altri articoli) si vantava di essere anti-comunista, anti-socialista, anti-massonico, etc...  Era sicuramente anche un modo per "essere contro", per distinguersi, come lo può essere l'animo ribelle di un diciottenne. E poi non bisogna scordare che scriveva per un quotidiano ultra-conservatore, ultra-cattolico, legato a doppio filo all'influenza del vescovato... Insomma senza nulla togliere alla gravità di quegli scritti, un giudizio va dato valutando l' hic et nunc, cioè il momento e la situazione in cui furono scritti.
Non riteniamo che arrivato a circa quarant'anni Simenon avrebbe espresso giudizi simili. Tanto è vero che proprio all'inizio dell'offensiva tedesca, quando nel'40 fu invaso il Belgio, la Francia si mise in azione. Il ministero degli esteri decise che La Charente, dove in quel momento abitava Simenon, dovesse essere il territorio che avrebbe accolto i rifugiati belgi. E a tal proposito, ci fu una segnalazione dell'ambasciatore del Belgio in Francia, in cui lo scrittore venne nominato Alto Commissario per i rifugiati belgi.
Simenon prese molto sul serio questo compito nei confronti dei suoi compatrioti che fuggivano dalle barbarie naziste. E siamo portati a credere che in quella folla, si parla di cinquantamila persone, gli ebrei in fuga non fossero pochi. E nessuno mai accusò Simenon di fare discriminazioni, anzi... ci furono testimonianze come si prodigasse per tutti e in tutti i modi e, quando non riusciva a trovare sistemazioni decorose, arrivava ad accogliere i rifugiati in casa sua a Nieul, come testimoniava anche la sua storica femme de chambre, Boule. Finché i tedeschi gli requisirono la casa e la sua attività dovette interrompersi.
Meno conosciuto è invece il fatto che nel '42 le autorità filo-naziste francesi, fecero un censimento degli ebrei presenti nella zona e Simenon incappò in questa operazione a causa del suo cognome Simenon, il quale, a detta degli accusatori, derivava da Simon un nome manifestamente ebreo.
L'onere di non essere il discendente di una famiglia ebrea era tutto a carico di Simenon. 
Per avere un'idea più chiara della situazione può essere utile rileggere un'interrogatorio riportato dallo stesso romanziere in Mémoire intimes

Voi siete ebreo, vero?
- Siamo cristiani di padre in figlio e da molte generazione appare il termine "cristiano" tra i nostri nomi.
-  Simenon viene da Simon?
- Ah!
E Simon è un nome ebreo.
- Io vi assicuro...
Non so che farmene delle vostre assicurazioni. Mi servono delle prove.
- Posso farvi vedere che non sono stato circonciso.
Certi ebrei ormai non la praticano più... Piuttosto fate del mercato nero?
- Non ho mai venduto altro che i miei diritti d'autore...
Del prosciutto, del burro...
- Ne ho comprato solo per il nostro consumo, ma non ne ho mai venduto.

Voi siete ebreo!... io non mi sbaglio mai... Io sento un ebreo a dieci passi... Vi concedo un mese per i certificati di nascita dei vostri genitori, dei vostri nonni e dei vostri antenati... Ho detto un mese. E non cercate di fuggire. Vi teniamo sotto controllo..." 
Questa era la situazione. 
Lo scrittore si attivò febbrilmente per dimostrare la sua ascendenza. Ma i primi risultati furono sconfortanti, il suo cognome paterno derivava in effetti da quello ebraico di Shim'on. La madre e il fratello non riuscirono all'anagrafe di Liegi a trovare documenti che lo potessero aiutare, nemmeno quelli da parte della famiglia materna, i Brulls, sia per gli scompigli portati dall'invasione nazista agli uffici anagrafici, sia per una serie di difficoltà burocratiche.
Come ne verrà fuori Simenon? Per assurdo saranno proprio i nazisti a salvarlo dalle accuse che gli erano state mosse. Già, perché nel frattempo il romanziere era entrato in affari con la Continental, cui aveva venduto qualche diritto dei suoi romanzi e, oltre al denaro, aveva guadagnato anche una sorta di lasciapassare che gli consentiva  a suo piacimento di entrare e uscire dalla Francia Occupata a quella Libera e viceversa. E questo, agli occhi delle autorità francesi filo-naziste, costituiva un informale attestato che sconsigliava di procedere con le indagini sulle origini dello scrittore. Insomma le accuse si sgonfiarono e Simenon fu lasciato in pace. 
E poi iniziarono, a fine guerra, le accuse di collaborazionismo da parte del Fronte di Liberazione Francese che portarono infine la fuga negli Stati Uniti con tutta la famiglia. E lì rimase per dieci anni
Come si vede, le situazioni non sono mai così semplici come spesso vengono superficialmente rappresentate, gli individui stessi, e Simenon non fa eccezione, hanno le loro contraddizioni e alcune vicende hanno colore e valore diverso con il modificarsi del contesto e con il passare del tempo.  E il sospetto collaborazionista, accusato di essere di famiglia ebrea di nome Georges Simenon, ne è la prova evidente. (m.t.)