mercoledì 17 luglio 2019

SIMENON SIMENON. OMAGGIO AD ANDREA CAMILLERI

Camilleri confessa d'aver imparato a scrivere gialli proprio grazie al collega Simenon

SIMENON SIMENON. HOMMAGE À ANDREA CAMILLERI
Camilleri a avoué avoir appris à écrire des histoires policières grâce à son collègue Simenon
SIMENON SIMENON. TRIBUTE TO ANDREA CAMILLERI
Camilleri confessed to having learned to write crime stories thanks to his colleague Simenon

L'abbiamo saputo stamattina in auto, dal notiziario delle otto e mezza. Era ormai qualche settimana che lo scrittore era ricoverato e, dopo aver lavorato per 93 anni, il suo cuore ha deciso di fermarsi proprio stamattina. La sua cecità prima e il mese di ricovero con i bollettini medici che, monotoni, parlavano di situazione critica ci avevano tenuto in allarme. Allarme cresciuto quando anche i bollettini medici si sono interrotti. Oggi, secca, la notizia.
Palinsesti delle radio e televisioni all'aria, pagine dei giornali web rifatte in fretta e furia. Sui social-network sono spuntati i primi post sulla notizia, e poi i commenti, gli interventi, le foto... Una ondata di emozione che si avvertiva esondare dai media, ma che si sentiva anche nei discorsi della gente al bar, in banca, sulla metro, in ufficio... Insomma non è uno scrittore che se ne va, ma il beniamino di un larghissimo pubblico che lascia "orfani" i suoi fans. Un (fatto) lutto nazionale.
Simenon-Simenon non poteva ignorare tutto questo e non poteva non rendere il suo omaggio a questo grande scrittore, noto e famoso per il commissario Montalbano, ma apprezzato e stimato anche per le sue opere "altre".
Noi lettori incalliti di Simenon, abbiamo letto anche quasi tutto di Camilleri, riconoscendone le qualità, la capacità di arrivare a livelli alti, pur utilizzando un misto di italo-siciliano che lui fa assurgere a dignità di una vera e propria lingua. Non immediatamente comprensibile (qualche cinquantina di pagine di assuefazione sono necessarie), ma sicuramente una parte fondamentale della scenografia siciliana dove si svolgono le storie e i misteri di Montalbano ma non solo.
Insomma un intellettuale icona nell'Italia d'oggi, non solo un semplice scrittore, impegnato com'era nel sociale ma anche attento e critico alle vicende e ai personaggi della politica. 
In definitiva una perdita non di poco conto, ma che ci lascia una produzione di oltre cento titoli (ma più di qualcuno dice che ce ne siano addirittura una decina inediti ancora nei suoi cassetti).
La nostra "orazione funebre" non poteva non toccare l'argomento dei punti di contatto tra i commissari Montalbano e Maigret e tra la scrittura di Camilleri e quella di Simenon. La domanda è: quale rapporto c'é tra gli autori e tra i personaggi? Ci è venuto in soccorso un articolo di S.Jurisic della rivista Les Cahiers d’études romanes, dove intellettuali, scrittori e critici  fanno le loro considerazioni in merito. 
La risposta più chiara la dà lo stesso Camilleri: "...Ho questo grosso debito verso Simenon. Quando
Un giovane Camilleri e un Simenon riflessivo
ho cominciato a scrivere i miei gialli, il problema è stato quello di differenziare Montalbano da Maigret
. - spiega lo scrittore - In parte credo di esserci riuscito, soprattutto nel modo di condurre l’indagine. Maigret si affida alle atmosfere, alle sensazioni, cerca di mettersi dalla parte del morto quasi identificandosi con lui e così capire le motivazioni del delitto. Montalbano cerca invece di ragionare, di scansare la ricreazione dell’atmosfera. Dubita delle sensazioni...".
E infatti alla domanda che gli poneva M.G. Minetti: 
- Lei ha detto che, all’epoca di Maigret (Camilleri era stato delegato di produzione Rai nella metà degli anni '60, per gli sceneggiati-tv di Maigret con Gino Cervi), non ci pensava neppure, a Montalbano. Poi però qualcosa di Maigret ce l’ha messa, nel suo commissario. Magari inconsciamente…
"No, no, anche coscientemente. - risponde Camilleri - Coscientemente proprio. Cercando di differenziarlo, certo, se no sarebbe stata una ripetizione..."
Insomma Montalbano come un Maigret riscritto? Non è un'idea peregrina, se Carlo Fruttero affermava che "...Sì, Camilleri ha un po’ il talento di Simenon...
"E non è l'unico. Piero Dorfles spiega "...più che nella diretta intertestualità (di cui pure qualche traccia si potrebbe rinvenire) la relazione Montalbano/Maigret deve la propria complessità alla stima che aveva Camilleri dell’opera dello scrittore belga tout court, dei suoi procedimenti di scrittura, della sua poetica e del suo stile...".
Insomma sembra un'influenza non solo non negata, ma riconosciuta come un merito.
Camilleri stesso ammetteva che "...trovavo una straordinaria affinità tra la provincia nella quale mi trovavo a vivere (la Sicilia orientale), e la provincia che raccontava Simenon. Erano il più delle volte province del nord della Francia, eppure certi modi di pensare, certe chiusure mentali, beh erano identici...".
Forse perché entrambi gli scrittori partivano dal particolare per arrivare all'universale?
In futuro potremo osservare questi fenomeni con maggior distacco e darne un giudizio più chiaro e limpido.
Intanto registriamo che Camilleri si è spento nel 30° della scomparsa di Simenon.
"Ciao Andrea, ti penseremo ogni volta che le tue parole scritte scorreranno sotto i nostri occhi". 

by Maurizio Testa

SIMENON SIMENON. QUANTO UMORISMO IN QUELLE RIVISTE..

Rassegna dei periodici su cui scrisse il giovane Sim

SIMENON SIMENONQUEL HUMOUR DANS CES REVUES... 
Examen des périodiques dans lesquels le jeune Sim écrivit 
SIMENON-SIMENON: WHAT HUMOR IN THOSE MAGAZINES... 
Examination of the periodicals the young Sim wrote in


E’ risaputo che il giovane Simenon scrivesse racconti brevissimi di carattere  frivolo su numerose riviste (in numero davvero considerevole tant’è vero che neppure le biografie esaustive dei suoi più ferrati conoscitori, come l ‘attendibilissimo Claude Menguy, del quale parlammo nel 2016  http://www.simenon-simenon.com/2016/02/simenon-simenon-come-bello-collezionare.html , sono riusciti a dare un elenco definitivoa tal proposito su un numero del 1926 de Le Sourireil 460, ho scoperto una novella del tutto sconosciuta, ma forse non tutti sanno come si dividevano, parliamo degli anni venti, questo tipo di pubblicazioni. 
Il giornale che nettamente ospitò più volte l'allora giovane Simenon è certamente Frou Frou, unpubblicazione di poche pagine su carta stampata di non elevata qualità che, accanto a racconti comici o pseudo-erotici  ospitava annunci di vario tipo di inserzioniste parigine, si trattava di un giornale dalle non grandi pretese, sulla stessa lunghezza d’onda sono i fogli pubblicati sotto i nomi di Gens qui rient, La vie joyeuse e Sans-gêne. Espliciti nei titoli i contenuti di Paris Flirt, e Mon Flirt una menzione particolare per i “canarde”, di breve durata, lanciati da Eugene Merle: LMerle rose e Le Merle blanc. 
Di ben altro spesso re erano invece le riviste Le Sourire e Le Rire. Le Rire era un giornale piuttosto prestigioso, grande classico della satira e del vignettismo d’oltralpe, punto di riferimento per le riviste internazionali del genere (che all'epoca andavano di moda) con le quali collaborava; in questa testata i racconti sono di carattere umoristico ma di livello più elevato, allinsegna dello humour non scollacciato, ben si inserivano i racconti del giovane Sim in questo contesto. Di prestigio, sia pure un po’ meno del precedente, era anche Le Sourire che si caratterizzava anche per le illustrazioni ironiche di figure femminile a tutta pagina con l’istituzione del colore che le rendeva apprezzabili per il pubblico che comprava la rivista anche per racconti che avevano la firma, tra le altre, di André Steeman e Bernard Gervaise (oltre che quelle di numerosi altri sotto pseudonimo). 
Di diverso tenore, ma ugualmente importante era Paris Plasirs, una rivista che si occupava delle vedettes del teatro e dei cabaret della capitale francese presentando gli infiniti appuntamenti che la città proponeva. Numerosissimi in questa rivista i contributi del futuro creatore del commissario Maigret. 
E’ chiaro che a Simenon poco importasse il target di queste riviste, dato che il suo obiettivo era quello di piazzare i suoi testi per poter sbarcare il lunario, ma la sua presenza sotto vari pseudonimi (Kim, Sim, Plick et Plock, Gom Gut e molti altri) ancora oggi permette a queste riviste, a distanza di quasi cento anni dalla loro uscita, di essere ricercate ed in qualche modo apprezzate 

Andrea Franco