venerdì 29 novembre 2019

SIMENON SIMENON. FRAMMENTI DI UN DISCORSO TRA DUE PADRI

Una chiacchierata del 1963 tra il papà di Maigret e quello di James Bond

SIMENON SIMENON, FRAGMENTS D'UNE CONVERSATION ENTRE DEUX PERES
Une discussion de 1963 entre le papa de Maigret et celui de James Bond
SIMENON SIMENON. FRAGMENTS OF A CONVERSATION BETWEEN TWO FATHERS
A 1963 talk between Maigret's dad and James Bond's dad.




Due personaggi che investigano. Uno al servizio di Sua Maestà e l’altro al servizio della Repubblica. Uno agente nei servizi segreti, l‘altro commissario nella Polizia giudiziaria. Stiamo parlando di James Bond, creato nel 1953 dallo scrittore Ian Fleming, l’altro è il “nostro” Maigret. Uno a Londra e uno a Parigi, sono diversissimi nel modo di condurre le indagini, ma anche la propria vita privata.
E proprio questi sono i temi della chiacchierata che Simenon e Fleming fecero nel 1963 quando lo scrittore inglese andò a trovare Simenon nella sua grande villa di Eplinges. Parleranno di letteratura, dei rispettivi metodi di scrittura, del linguaggio narrativo e di tante altre cose. I due non potevano essere più diversi, e lo dimostrano i loro personaggi, i loro romanzi e peraltro non si conoscevano addirittura Simenon ammette candidamente, lo scoprirete, di non aver mai letto un romanzo di Fleming.
Il  resoconto della conversazione è piuttosto lungo e qui vi proponiamo solo alcuni frammenti, ma, a nostro avviso, abbastanza significativi da cui si scoprono analogie e notevoli differenze, ma Bond come Maigret sono protagonisti assoluti nel genere cosiddetto “giallo”, capiscuola indiscussi, uno dello giallo-spionaggio, tutta azione, marchingegni incredibili, bellissime donnel’altro capostipite dei commissari di polizia, molto vicini all’uomo qualunque, che vivono una vita simile a quello del lettore e dove i delitti sono legati alle passioni e ai sentimenti di tutti i giorni vissuti dalla gente qualsiasi.
Ecco i frammenti del discorso tra due romanzieri.


Iniziamo dal tema della lingua, dove Fleming fa i complimenti a Simenon.

IF - Ma tu hai un ottimo francese. Leggo i tuoi libri in francese ogni volta che posso. Hai uno degli stili più belli che conosco in lingua francese.

GS - Alcuni critici francesi pensano che io non abbia stile!" E a ragione, infatti per quarant'anni ho cercato di evitare tutto ciò che profuma di letteratura. Cerco di essere semplice.

IF - Sei sempre stato semplice. Ho l'impressione che, diciamo tra cento anni, sarai uno dei grandi autori classici francesi. L'ho sempre sostenuto

Poi si parla della costruzione del romanzo e lo spessore psicologico dei personaggi.

IF Io scrivo cose diverse da te: azione senza psicologia, tranne il “cattivo”, che a volte richiede psicologia per spiegare perché è cattivo. Ma non provo a marcare i miei personaggi in profondità, come invece fai tu.

GS interrompo ogni contatto con l'esterno quando lavoro su un romanzo. Non faccio venire nessuno, nemmeno i parenti, e non vado nemmeno in città o al villaggio […]
Scrivo un libro al ritmo di un capitolo al giorno o se, come ho fatto gli scorsi giorni, scrivo il capitolo un giorno a mano e lo revisiono il giorno successivo con la macchina da scrivere. Per alcuni libri, invece scrivo un capitolo a mano nel pomeriggio e lo scrivo alle sei del mattino seguente Poi la revisione. Io odio la revisione

IF - Questo lavoro non mi disturba molto. So che il libro è finito, il lavoro più gravoso è terminato e quindi posso gustarmelo

Inevitabile poi voler sapere come si costruiva lo stile della narrazione.

G.S.  Penso che il ritmo sia la migliore definizione di stile. Lo stile deriva dal ritmo, come nella musica o nella pittura. È una questione di ritmo, di colore. Se scriviamo e torniamo indietro, il ritmo è perso

IF - e abbiamo perso la nostra cadenza. Trovo la cadenza molto importante. Credo che nei libri che leggono i lettori di romanzi mistery o di spy-story vogliano sempre andare avanti. Non vogliono fermarsi all'improvviso per chiedersi cosa fa l'eroe o perché fa quella scelta

E poi si passa ai personaggi e alle caratteristiche più evidenti

IF - Quanti anni ha Maigret?

GS - Non c'è età. Nei miei romanzi ha ancora cinquantatré anni. Quando ho iniziato trent'anni fa, avevo cinquantacinque anni. Vorrei invecchiare anche io gradualmente. Sarebbe meraviglioso! Quando ho iniziato, avevo venticinque anni e lui invece sempre cinquantatré.

IF - Bond ha circa trentacinque anni. Sfortunatamente, ho dovuto raccontare la sua morte nell mio prossimo libro. (Si vive solo due volte) Oh! Fu solo una morte prematura, ma fui costretto a rivelare alcuni fatti che lo collocherebbero tra i trentotto e i trentanove anni. Ho avuto queste difficoltà a dargli un'età precisa

IF - La tua ambizione di scrivere un grande romanzo?

GS - Non un grande romanzo letterario. Un grande romanzo, semplicemente.

IF - Non vuoi scrivere niente come War and Peace?

GS - No. E tu?

IF - Non ho l'ambizione di fare un grande romanzo. Quando James Bond si esaurirà, penso di smettere di scrivere. Sono quasi alla fine della mia carriera []Sento che sono quasi alla fine della mia carrieraSarebbe molto singolare per me vivere senza scrivere."
GS - In effetti, per me lo sarebbe. Quando sto due mesi senza scrivere, mi ammalo quasi. Perdo la fiducia in me stesso. Mi sento senza radici, completamente perso. (m.t)

giovedì 28 novembre 2019

SIMENON SIMENON. FROM MARLOWE TO MAIGRET

About the emergence of a new genre in detective novel: realism in hard-boiled and Simenon’s novels

SIMENON SIMENON. DA MARLOWE A MAIGRET
Sull'emergere di un nuovo genere nel romanzo poliziesco: realismo nei hard-boiled romanzi e quelli di Simenon
SIMENON SIMENON. DE MARLOWE A MAIGRET
Emergence d’un nouveau genre dans le roman policier: le réalisme dans les hard-boiled et les romans de Simenon

In the early thirties in the USA the so-called hard-boiled school made its way into the “mystery” literature. A group of writers published their works in pulp magazines, printed on cheap paper and sold at very popular prices. One of these was a point of reference, The Black Mask, directed by a certain Captain Joseph Shaw, and the writers who wrote in this newspaper were considered as the fathers of this new genre. They were Dashiell Hammett and Raymond Chandler, but we could also mention Cornell Woolrich and Erle Stanley Gardner; and their characters were the famous Sam Spade, Philip Marlowe, Perry Mason.
What did this new school bring to the mystery novel? As Chandler clearly explained in his essay The Simple Art of Murder (1944), they intended to break away from the detective novel, especially of British origin, where the crime seemed a game, the solution a puzzling pastime and the motives somewhat capricious.
The hard-boiled school brought the murder back on the street, even in the most sordid suburbs, and motivated by true sentiments and needs like passion, lust for money or power, revenge by love, corruption, necessity. And neither poisons in aromatic tea, nor complicated devices from exotic manufacturing. For killing there were revolvers, knives, rifles, sticks. In short, real life broke into the mystery and brought with it ambiguous characters, never all good or bad, never driven only by their will, but often undergoing a fate that social position reserved for them. In the foreground the private detective who, alone against all, tried to make justice prevail where law was not, and in the background a deep mistrust in society, corrupted, unfair, where the one who must enforce law doesn’t escape this ambiguity between honesty and corruption, between good and evil.
On the other side of ocean, and in the same years, Maigret appeared, another character who, though in different way, subverted the canons of the detective novel, and gave life to a police officer, married, who had nothing heroic and led his investigations among common people, normal persons who became criminals because of the most trivial facts of everyday life, here too love, money, unspeakable secrets, jealousy.
This will of realism, which brought back down to earth a detective novel genre that had made dream with his unreachable heroes, obviously intercepted the expectations of readers who wanted to recognize themselves also in more obscure.

by Simenon-Simenon

mercoledì 27 novembre 2019

SIMENON SIMENON. 30 ANS APRÈS - 30 ANNI DOPO - 30 YEARS LATER…










Aucun simenonien ne peut dorénavant l’ignorer: cette année, nous commémorons les 30 ans de la disparition du romancier. Notre blog lui rend hommage, à sa façon, en proposant cette rubrique à quinzaine.


Nessun simenoniano potrà d’ora in poi ignorarlo: quest’anno ricordiamo i 30 anni dalla scomparsa del romanziere. Il nostro blog gli renderà omaggio, a modo suo, proponendo questa rubrica ogni quindici giorni.


No Simenonian can ignore it now: this year, we commemorate the 30th anniversary of the disappearance of the novelist. Our blog pays tribute, in its own way, by offering this fortnight column.





9) 30 films adaptés de romans de Simenon

La Nuit du carrefour (1932). La Tête d’un homme (1932), Les Inconnus dans la maison (1941), Le Voyageur de la Toussaint (1942), Panique (1946), L’Homme de la Tour Eiffel (1948), La Marie du port (1949), La Vérité sur Bébé Donge (1951), Brelan d’as (1952), The Bottom of the Bottle (1955), Le Sang à la tête (1956), Maigret tend un piège (1957), En cas de malheur (1958), Maigret et l’affaire Saint-Fiacre (1959), Le Président (1960), La Mort de Belle (1960), L’Aîné des Ferchaux (1962), Maigret a Pigalle (1967), Le Chat (1971), La Veuve Couderc (1971), Le Train (1973), L’Horloger de Saint-Paul (1973), L’Etoile du Nord (1981), Les Fantômes du chapelier (1981), Equateur (1983), Monsieur Hire (1988), Betty (1991), Feux rouges (2003), L’Homme de Londres (2007), La Chambre bleue (2014)


9) 30 film adattati dai romanzi di Simenon

La Nuit du carrefour (1932). La Tête d’un homme (1932), Les Inconnus dans la maison (1941), Le Voyageur de la Toussaint (1942), Panique (1946), L’Homme de la Tour Eiffel (1948), La Marie du port (1949), La Vérité sur Bébé Donge (1951), Brelan d’as (1952), The Bottom of the Bottle (1955), Le Sang à la tête (1956), Maigret tend un piège (1957), En cas de malheur (1958), Maigret et l’affaire Saint-Fiacre (1959), Le Président (1960), La Mort de Belle (1960), L’Aîné des Ferchaux (1962), Maigret a Pigalle (1967), Le Chat (1971), La Veuve Couderc (1971), Le Train (1973), L’Horloger de Saint-Paul (1973), L’Etoile du Nord (1981), Les Fantômes du chapelier (1981), Equateur (1983), Monsieur Hire (1988), Betty (1991), Feux rouges (2003), L’Homme de Londres (2007), La Chambre bleue (2014)


9) 30 films adapted from Simenon's novels

La Nuit du carrefour (1932). La Tête d’un homme (1932), Les Inconnus dans la maison (1941), Le Voyageur de la Toussaint (1942), Panique (1946), L’Homme de la Tour Eiffel (1948), La Marie du port (1949), La Vérité sur Bébé Donge (1951), Brelan d’as (1952), The Bottom of the Bottle (1955), Le Sang à la tête (1956), Maigret tend un piège (1957), En cas de malheur (1958), Maigret et l’affaire Saint-Fiacre (1959), Le Président (1960), La Mort de Belle (1960), L’Aîné des Ferchaux (1962), Maigret a Pigalle (1967), Le Chat (1971), La Veuve Couderc (1971), Le Train (1973), L’Horloger de Saint-Paul (1973), L’Etoile du Nord (1981), Les Fantômes du chapelier (1981), Equateur (1983), Monsieur Hire (1988), Betty (1991), Feux rouges (2003), L’Homme de Londres (2007), La Chambre bleue (2014)

martedì 26 novembre 2019

SIMENON SIMENON. SA DERNIERE INTERVIEW

Pourquoi le romancier acceptait toujours d’être sollicité par les médias

SIMENON SIMENON. LA SUA ULTIMA INTERVISTA
Perché il romanziere ha sempre accettato di essere sollecitato dai media
SIMENON SIMENON. HIS LAST INTERVIEW
Why the novelist always agreed to be approached by the media



Simenon s’est souvent mis en scène au cours de sa vie. En témoignent les innombrables photographies qu’on possède de lui, à tous les âges, dans tous les lieux où il a vécu. Mais il a aussi donné des quantités d’interviews, depuis ses débuts en tant que romancier jusqu’à la fin de sa vie. En 1973, c’est lui-même qui convoqua la presse pour annoncer « officiellement » qu’il cessait ses activités de romancier, et c’est le journaliste Henri-Charles Tauxe, pour le journal suisse 24 heures - Feuille d’avis de Lausanne, qui recueillit le premier les confidences du nouveau retraité de la littérature.
Pendant toute la période où il fut romancier, Simenon accepta, par principe, de répondre aux interviews : « Je considère l’écrivain comme une sorte d’homme public, puisque aussi bien c’est pour le public qu’il écrit. Celui-ci a droit à certaines curiosités. Il est normal qu’il tienne à mieux connaître celui dont il passe des soirées à lire les livres. Or, ce n’est que par la presse, la radio et la télévision qu’un romancier peut plus ou moins s’expliquer devant ce public. » (dictée Un homme comme un autre)
Un peu plus loin dans la même dictée, il ajoute, après avoir évoqué l’interview avec Tauxe : « J’avais dit à mon journaliste que c’était ma dernière interview, puisque je cessais d’être romancier, donc d’être un homme public. J’ai tenu parole. […] Du jour au lendemain, je suis redevenu un homme libre, un homme comme un autre, et on n’interviewe ni l’homme de la rue ni le retraité assis sur son banc. » Cependant, de même que Simenon ne put se résoudre à ne plus s’exprimer dans des livres (puisqu’il fit publier ses Dictées), de même il continua d’accepter des interviews. Le « retraité assis sur son banc », dans le jardin de sa petite maison rose, était encore sollicité par les journalistes.
Surtout qu’il n’y eut pas que les Dictées sur lesquelles on chercha à l’interroger. Il y eut aussi Lettre à ma mère, et à sa parution il fut très demandé : « Je m’y attendais », confie-t-il dans sa dictée Vent du nord, vent du sud. Mais il ajoute aussi, dans sa dictée Un banc au soleil, que « ces interviews, je ne les ai pas données, comme jadis, quand elles étaient quasi hebdomadaires, en professionnel. Au contraire, j’ai pris plaisir à exprimer des pensées ou des impressions beaucoup plus personnelles ». Toujours ce besoin de s’exprimer, qui ne l’a pas quitté de toute sa vie…
Il y revient encore dans sa dictée La Main dans la main : « Mes dictées me valent à peu près le même public que celui de mes romans et […] je me vois de nouveau assailli. Vais-je tout à coup changer mon attitude, refuser des rendez-vous à ceux dont la tâche est d’informer le public ? J’avoue que je n’en ai pas le courage, même si parfois cela me fatigue […]. J’ignorais, lorsque j’ai pris ma retraite, que c’était comme une nouvelle carrière qui commençait et qui allait m’imposer plus ou moins les mêmes obligations que la première. »
Plus tard, il y eut encore la parution de ses Mémoires intimes, et il fut plus sollicité que jamais. C’est alors qu’eut lieu, en octobre 1981, la célèbre interview par Bernard Pivot. Puis, comme l’écrit Michel Carly (dans Simenon, une vie, une œuvre, la chronologie qui accompagne l’édition Tout Simenon chez Omnibus), « à partir de cette période, Simenon ne reçoit plus que sa famille et de rares amis. ». Et probablement n’accepte-t-il plus d’interviews, ou en tant cas très peu. En 1984, après avoir subi une opération au cerveau, il donne une très courte interview à propos de sa santé. Puis il s’installe dans le silence.
Cependant, en janvier 1989, il accepte une interview du journaliste suisse Pierre-Pascal Rossi. C’est peut-être sa dernière interview, et, dans tous les cas, il vaut la peine de la regarder, car elle est très émouvante… On peut la visionner ici : https://www.rts.ch/archives/tv/culture/hotel/10662721-le-vieil-homme.html

Murielle Wenger

lunedì 25 novembre 2019

SIMENON SIMENON "REPORT" - SIMENON, VITA E MIRACOLI DEL D'ANNUNZIO BELGA

Quest’anno ricorrono i 90 anni dall’esordio narrativo del commissario Maigret, creato dall’autore belga che nella sua vita scrisse oltre 500 romanzi, venduti in 700 milioni di copie.





First Arte - 20/11/2019 - Michele Giocondi - Il 23° episodio della serie degli autori best seller italiani e stranieri è dedicato a uno degli scrittori più amati, apprezzati e letti delle letteratura contemporanea mondiale: Georges Simenon.
Se può sembrare banale ricordare che quest’anno ricorrono i 90 anni dall’esordio narrativo del commissario Maigret, tanto scontata e risaputa è la notizia, più interessante può risultare l’andare a scandagliare qualche aspetto del suo fecondo creatore.
A lui si attribuiscono infatti, secondo un data-base dell’Unesco, oltre 700 milioni di copie vendute: una delle fortune editoriali più ampie del Novecento a livello mondiale, se non addirittura la più ampia in assoluto. Ad essa il nostro paese, che ha sempre riservato al celebre commissario con la pipa un’accoglienza del tutto particolare, ha dato un contributo non indifferente: oltre 25 milioni.
Questa particolare predilezione, occorre dirlo, è stata ben concessa, dato che è andata a uno scrittore autentico, a un narratore di razza, a uno del quale non sappiamo chi possa essergli considerato superiore, letterariamente parlando, nel Novecento. Al massimo alla pari, ma non crediamo superiore...>>>

domenica 24 novembre 2019

SIMENON SIMENON. 28 NUANCES DE MAIGRET - 28 SFUMATURE DI MAIGRET - 28 SHADES OF MAIGRET





19. Maigret va à la pêche
« Le lendemain matin, il partit à la pêche de bonne heure, en emportant un casse-croûte, et ne rentra qu’à quatre heures de l’après-midi, avec un assez beau brochet et une friture de perches. […] pendant huit jours, il fut pris d’une véritable frénésie de la pêche » (Ceux du Grand Café)


19. Maigret va a pescare
« La mattina del giorno dopo, partì per la pesca di buon ora, portandosi dietro uno spuntino, e non rientrò che alle quattro del pomeriggio, con un luccio niente male e una frittura di pesce persico. […] durante otto giorni, fu preso da una vera frenesia della pesca (Quelli del Gran Cafè)


19. Maigrets goes fishing
“Next morning he went fishing early, taking away a snack, and went back only at four in the afternoon, with a fairly nice pike and perches for frying. […] during eight days he was caught in a real frenzy for fishing” (The Group at the Grand Café)

by Murielle Wenger


sabato 23 novembre 2019

SIMENON SIMENON "REPORT" - JOHN SIMENON, PAPÀ SIMENON, L'UOMO DELL BUSTE A SORPRESA

Uno che scrive oltre 200 romanzi. che viaggia tanto da fare quasi il giro del mondo. Che dice di aver amato diecimila donne. Come te lo immagini? Tremendamente egocentrico, come se no? Concentrato sul proprio lavoro. Pronto a sacrificare sull'altare della notorietà e del successo tutto e tutti. E invece no. Perché il ritratto del grande Georges Simenon che si può trarre dalle parole del figlio John non corrisponde assolutamente a questa somma descrizione. Anzi é esattamente l'opposto.

Arcane Storie - 18/11/2019 - Alessandro Mezzena Lona - Laureato in economia ad Harvard, per tantissimi anni distributore, produttore e manager di diritti cinematografici, primo dei figli avuti da Georges Simenon da Denyse Ouimet, John Simenon si occupa da tempo della gestione dei diritti dell’opera del padre, nato a Liegi nel 1903 e morto a Losanna trent’anni fa, nel 1989. Non un compito da poco, se si pensa che il papà di Maigret, l’autore di romanzi straordinari come “L’uomo che guardava passare i tremi”, “Tre camere a Manhattan”, “Lettera al mio giudice”, e di cui Adelphi ha appena pubblicato il libro di racconti “La cattiva stella” (pagg. 167, euro 12), oltre a portare avanti la monumentale edizione di tutte le avventure del popolarissimo commissario, è tradotto in oltre 50 lingue. E in 40 Paesi del mondo ha venduto oltre 700 milioni di copie dei suoi romanzi.
Eppure, nonostante la mole di carta già pubblicata a firma Georges Simenon, tra cui non mancano folgoranti epistolari come “Carissimo Simenon Mon cher Fellini”, e affascinanti reportage come “Il Mediterraneo in barca”, uscito l’estate scorsa sempre per Adelphi (pagg. 189, euro 16), non tutto quello che ha scritto il prolifico inventore di Jules Maigret è arrivato tra le mani dei lettori. Lo rivela il figlio John Simenon...>>>

venerdì 22 novembre 2019

SIMENON SIMENON. 1974 IL ROMANZIERE NON C'É PIÙ, LA MADRE NEPPURE. MA PARTE UNA LETTERA..

Quarantacinque anni fa, usciva "Lettre à ma mère", che racconta di un rapporto impossibile.

SIMENON SIMENON. 1974: IL N'EST PLUS ROMANCIER, SA MERE S'EST ETEINTE. MAIS IL LUI ECRIT UNE LETTRE...
Il y a quarante-cinq ans sortait "Lettre à ma mère", qui raconte une relation impossible.
SIMENON SIMENON. 1974: NO LONGER NOVELIST, HIS MOTHER IS DEAD. BUT HE WRITES A LETTER
Forty-five years ago came out "Lettre à ma mère", which tells about an impossible relationship. 




Novembre 1974. A quasi quattro anni dalla morte di Henriette Brull, madre allora novantenne di Georges Simenon, esce uno dei titoli forse più famosi del romanziere "Lettre à ma mère", un'opera biografica molto sofferta.
Lo scrittore è ormai da due anni che ha rinunciato alla narrativa, si è appena trasferito con la sua compagna Teresa, nella piccola casa rosa al numero 12 di rue de Figuiers, e proprio in quei giorni incappa in un piccolo incidente, la frattura di un femore.
Il libro non è stato scritto, ma come i Dictées, è stato dettato al registratore.
Un libro non facile  da scrivere, altro che inchieste del commissario o romans durs! Qui Simenon è di fronte ad uno degli elementi più importanti della sua vita: il difficilissimo rapporto con la propria genitrice. Un rapporto che sicuramente ha avuto un'influenza non di poco conto nella sua vita. Per sessantasette anni i due hanno vissuto un continuo scontro, fin da quando Gorges era bambino, e la madre gli preferiva smaccatamente il fratello minore Christian, e, anche nel tempo e a distanza, quando Simenon era ormai adulto e famoso.
Per lui fu un sforzo doloroso. "Maman, pourquoi ne m’as-tu jamais aimé ?". "Tout le monde m’admire, sauf toi…". questo è il tono delle domande che Simenon, morta la madre, ancora si poneva, nel tentativo, ormai vano, non certo di giudicare la madre e il suo comportamento, ma di capire perché avesse avuto nei suoi confronti questo atteggiamento.
A tal proposito Pierre Assouline nota che: "...elle avait 91 ans, et lui 67. Un quart de siècle les séparait et un océan de méfiance, de non-dits, de rancunes derrière lesquels avait toujours subsisté une sorte d’inaltérable tendresse [...] Ce livre fut l’ultime sursaut de génie d’un retraité de la fiction romanesque. Il y avançait masqué tout en se dévoilant. C’est la clef de sa personnalité, cette chronique de l’incompréhension à travers l’histoire de deux êtres qui n’ont jamais réussi à s’aimer pour n’avoir jamais réussi à se parler. Simenon y dévoile enfin le nœud de sa souffrance, celle d’un grand écrivain reconnu partout et par tous sauf par sa mère..." 
Ed anche l'incipit del libro è illuminante. Scrive Georges: " Cara mamma, tre anni e mezzo sono passati da quando sei morta, e ora soltanto comincio a capirti. Ho trascorso l'infanzia, l'adolescenza insieme a te, sotto lo stesso tetto e quando a diciannove anni ti ho lasciata, sono partito per Parigi, eri ancora un'estranea per me. Del resto ti ho chiamato madre, mai ti ho chiamato mamma... Perché?....".
D'altronde la madre lo aveva accusato della morte del fratello Christian. Quando invece il più piccolo dei Simenon si era arruolato nelle squadre filo-naziste belga che andavano casa per casa ad uccidere famiglie ebree e comuniste. Quando, finita la guerra dovette scappare, perché inseguito da una sentenza di condanna a morte, la madre chiese aiuto al figlio ricco e famoso. Georges riuscì a farlo "sparire" facendolo arruolare nella Legione Straniera. Ma in uno scontro a fuoco nel Tonkino Christian fu colpito e morì. Era la fine dell'ottobre 1947 ed Henriette, saputo il fatto, chiamò Georges accusandolo di avere la responsabilità di quella morte, perché era lui che lo aveva fatto entrare in quel corpo militare. 
Un botta e risposta di continue incomprensioni che nel libro si esplicitano insieme al rimpianto dell'autore che non fosse andata in un altro modo, il rimpianto di non aver avuto una madre come era capitato a tanti altri. 
E d'altronde questa incomunicabilità andò avanti fino alla fine se, quando Georges l'andò a trovarla a Liegi nell'agosto del '69, all'Hôpital de Bavière dove era ricoverata (dove dopo tre mesi sarebbe morta), appena lo vide entrare nella stanza gli chiese: "Georges che sei venuto a fare'".
E quasi quattro anni dopo, Georges prende il microfono e con una grande difficoltà ed un'emozione soverchiante inizia a dettare questa lettera. Infatti, come ha raccontato Assouline, senza l'insistenza di Teresa, Simenon avrebbe potuto lasciare a metà quella lettera proprio a causa di quel grande impatto emozionale che rischiava di sopraffarlo. (m.t.)

giovedì 21 novembre 2019

SIMENON SIMENON. SIMENON AND FECAMP /2

From pulp fiction to semi-serious literature 


SIMENON SIMENON. SIMENON E FECAMP /2 
Dallo romanzo pulp alla semi-letteratura 
SIMENON SIMENON. SIMENON ET FECAMP /2 
Du roman de gare à la semi-littérature 

Prior to his creation of Maigret and the decision to publish under his own name, Simenon wrote over 190 pulp fiction stories under seventeen different pseudonymsThese romans populaires tended to follow a strict formula according to their prospective readership: either mildly sexually suggestive accounts, adventure stories or romances; the settings were generally exotic locations or the hotels and homes of the wealthy. By the end of the 1920s, the author was considering his next step, a move from pulp fiction to what he described as semi-serious literature, a period of reflection that coincided with his writing of three texts in which Fécamp provides the central setting of one long short-story and the point of departure for two novels. 
Marie-Mystère, written in Paris at an unknown date, appeared under the pseudonym Jean Du Perry in 1931 as Simenon fulfilled his contractual engagement for romans populaires, one of the conditions laid down by the publisher Fayard for agreeing to launch the Maigret series. In 1908, a woman whose identity remains a mystery dies in childbirth in Fécamp. Her daughter, baptised Marie-Madeleine, is raised by the Dorchains, a poor fishing family. The remainder of the story unfolds in Paris and revolves around the revelation of Marie-Madeleine’s true identity and a complicated plot involving an attempt to entrap her into marriage in order to cheat her of an inheritance, breaking the heart of Henry, the youngest of the Dorchain family, who has fallen in love with his adopted sister. 
The plot of L’Homme à la cigarette, written in Paris in the winter of either 1928-1929 or 1930-1931 and published under the name of Georges Sim in 1931, is equally convoluted. The eponymous hero is J.K. Charles, an agent of the secret services whose cigarette, permanently dangling from his mouth, is in fact filled with an explosive charge. A wealthy American is found assassinated in Paris and suspicion falls on a Fécamp deckhand, Petit Louis, who is at sea. On Louis’s return to port, he mysteriously disappears before the police can arrest him. The remainder of the novel is set away from Fécamp and only at the end does the reader learn the truth about the murder and the man with the cigarette’s role in and motivation for the disappearance of the sailor. 
Although it first appeared under Simenon’s own name in 1933 in the magazine Marianne, ‘L’énigme de la Marie-Galante’ belongs more properly to Simenon’s pre-Maigret writings, having been written in June 1930 at Morsang-sur-Seine and featuring the private detective G.7 who had been the central character of the short story series Les Treize énigmes published under the nom de plume Georges Sim in Détective magazine in 1928 before reappearing under the author’s real name in 1932. The Marie-Galante, a 30-metre vessel which has been immobilised for three years, is found abandoned off the coast of Fécamp although no one has seen it leave the port. The situation becomes even more mysterious when the recently murdered corpse of a woman is discovered in a welded water tank on the boat.  
Simenon’s pre-Maigret Fécamp narratives prefigure some of the key themes that will become central to his mature writing. Maigret’s affection for les petites gens, the “little people”, is well known and the narrator of Marie-Mystère shows a similar attitude, hinting at a social conscience which is largely absent from the earlier romans populaires when he comments that ‘The Fécamp fishermen, as elsewhere, earn just enough to feed themselves and their families. And the days when they are confined to port, they earn nothing.’ However, just as the petites gens who Maigret encounters are treated sympathetically, there is an unspoken sense that each social class occupies its position as part of a broadly natural order. 
Along with this mixture of sympathy and condescension towards the popular classes, the early Fécamp stories also suggest that the apparent respectability of the bourgeoisie may hide a darker immorality. In ‘L’énigme de la Marie-Galante’, the shipowner's home is characterised as ‘bourgeois […] not in the usual […] comforting sense of the word, but in its most sinister sense… Airless, lightless rooms’, the description of the house serving as a metaphor for the class to which its owner belongs.  
As well as beginning to develop certain themes of his later work, the early Fécamp texts also bear witness to the development of Simenon’s literary techniques in particular his use of multisensory touches, often appealing to the reader’s sense of smell and taste as much as vision, to create the atmosphere of a location: "No more varnished yachts. No more brightly coloured hulls or elegant sails. Heavy iron ships spitting out black smoke and belching forth barrels whose smell hits you as soon as you disembark at the station. […] Wagons circulate on the quaysides and are filled with salted cod leaving a disgusting after-taste in your throat. The rain! The mud!" (L’Homme à la cigarette). 
Simenon’s move from the usually opulent or exotic settings of his earlier popular fiction, typical of the escapist literature of the 1920s, to the everyday world of Fécamp’s fishing industry, along with an increasing social awareness, were important steps in his literary development. Georges Sim, Jean Du Perry and the other pseudonyms under which the author worked did not become the fully-formed Georges Simenon overnight, but a careful reading of the early Fécamp narratives confirms that he was moving in the right direction. 

William Alder 

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