giovedì 26 ottobre 2017

SIMENON SIMENON “THE BREAKING WAVE” /1

Two examples of a character painted infrequently by the writer: a strong woman 
SIMENON SIMENON LE COUP DE VAGUE /1 
Deux exemples d’un personnage dépeint peu fréquemment par l’écrivain : une femme forte
SIMENON SIMENON. "LE ZIE"/1
Due esempi di un personaggio descritto raramente dallo scrittore: una donna forte


There’s some opinion that Simenon did not portray strong women characters. Yet, women truly wear the pants in this novel, the exception perhaps proving the rule. 28-year-old Jean likes the life he leads. Actually, it’s an ordered life dictated by his aunts, Hortense and Emilie, two spinsters who took him in him as an infant since his unknown mother died in childbirth and his father, their brother, had left the country, never to return. Jean is content in this dependency until the aunts react to his knocking up young local girl Marthe by manipulating her into having an abortion and Jean into marrying her afterwards. Things go rapidly downhill for the newlyweds thereafter, particularly because they live in the same house with the aunts. 
Let’s look at this domineering female team: when the abortion becomes complicated, it leaves Marthe chronically ill and Jean emotionally “exhausted. Exploiting this situation to their advantage, the aunts control the pair’s day-to-day existence. The calculating women engineer a “suffocating” environment, insisting the couple must “never ask questions.” Thoroughly dominating Marthe and Jean, they make her a virtual shut-in and restrict him to a slave-like houseboy’s role. Claiming things get worked out best by women,” they are like rigid “statues” that rushed nothing, yet “no matter the cost, they got where they wanted to go.” Notable putdowns like “men cannot understand” and “you cannot understand because you are not a woman” crush what little resistance Jean tries to put up. Marthe cooperates and Jean gives in as the “bitches” proclaim, You will be saying thank you to us. 
Let’s now look at the two women as individualsHortense is “solid” and “bony” and enormous. In fact, she’s the same size as Jean, but she’s “tougher.” Standing “tall and forbidding like a tower, she projects a coldness and “calmness” that renders her even more “disagreeable” although, on rare occasions, Jean glimpses some “femininity under “her carapace.” People say she is “a powerful woman, solid as a man, who runs everything with a big stick.” 
Emilie, in contrast, is “thin” and “sickly” and “nervous.” She walks with such soft steps one is surprised to suddenly find her in front of him and she speaks with a “monotone voice. Although in many situations she “turns her nuns face away and offers“It’s better if you do it, Emilie has true inner strengths. Despite her exterior image of being “eternally withdrawn into herself, she “runs the household. Even though “she never seemed to really work at it, she effectively manages her sister, who “never challenged” her. Still, of note for the plot, Emilie has “a pitying way of looking at Jean” and surrounds him “with small kindnesses.” 
The reader should find this story intriguing. Mystery abounds, especially in the plethora of hints and clues to Jean’s real origins. Indeed, the chain of events leading up to the endingthe unhappy one expected in a Simenon roman dur—makes it hard to predict what will happenSuffice it to say, Marthe is dead, Jean stays in the house, and the two aunts continue along their usual path. Hortense and Emilie were right: That’s how it had to be done.” 

David P Simmons 

mercoledì 25 ottobre 2017

SIMENON SIMENON. CI VORREBBE UN NUOVO "MAIGRET"... IN TV, AL CINEMA...

Non sarebbe l'ora di un regista talentuoso e di un attore carismatico in grado di rispettarne lo spirito, ma proponendo un commissario più aderente alle sensibilità del terzo millennio?

SIMENON SIMENON. ON AIMERAIT BIEN UN NOUVEAU "MAIGRET"... A LA TV, AU CINEMA...
Ne serait-il pas temps pour un metteur en scène de talent et un acteur charismatique, capables d'en respecter l'esprit, de proposer un commissaire plus proche de la sensibilité du troisième millénaire ?
SIMENON SIMENON. ONE WOULD VERY MUCH LIKE TO HAVE A NEW “MAIGRET”… ON TV OR IN A MOVIE…
Is it not time for a talented filmmaker and a charismatic actor, capable of respecting the spirit of the Chief Inspector, to propose someone nearer to the sensitivities of the third millennium




Prima obiezione. "Ma come... ma... se proprio da poco la ITV inglese ha prodotto due episodi e sta producendone un altro paio di una serie su Maigret interpretata da Rowland Atkinson? C'è già un Maigret moderno...no?".
Beh... anche se in Italia non è arrivata, ho visto la prima puntata e una parte della seconda. Il mio giudizio non è positivo, ma questo non significa nulla. Però nel sommario di questo post sono stati utilizzati due attributi: talentuoso, riferito al regista e carismatico, riferito all'attore.
Sono due doti che non necessariamente fanno rima con famoso, anche se, sopratutto per l'attore, il carisma è un qualcosa che in modo o in un altro ha a che fare con la fama. E queste doti la produzione ITV, a mio modesto parere, non saputo potuto metterle in campo. 
Quello che abbiamo già detto in un'altro post, citandolo come esempio, è il rifacimento quasi "border-line" che la serie Sherlock della BBC ha realizzato con le avventure dell'investigatore Holmes, e del suo fido Watson, scritte da Conan Doyle. 
Quasi una rivoluzione, staremmo per dire blasfema, almeno per i cultori del "canone" sherlockiano, ma un prodotto televisivo (con i tratti di quelli cinematografico) davvero straordinario (che invece a nostro avviso ha mantenuto lo spirito originale dei romanzi di Doyle) . E non lo diciamo noi, ma lo dimostra il grandissimo successo che la serie ha avuto in tutto il mondo. 
Mi chiedo se questa non sia solo una mia personale esigenza oppure se nel mondo dei maigrettofili sia un sentimento diffuso.
Questa domanda mi è sorta non solo osservando l'ex Mr Bean, nei panni del commissario francese, ma anche riguardando la famosa serie italiana prodotta dalla Rai.
Mentre i romanzi di Simenon rimangono lì, belli freschi e attuali, nonostante la mia affezione a quegli sceneggiati e nonostante un attore carismatico (Gino Cervi), un regista di talento (Mario Landi), uno sceneggiatore di livello (Diego Fabbri) ed uno scaltro e colto produttore delegato (Andrea Camilleri), la serie ormai mostra tutti i suoi quarantacinque anni. E, soprattutto, li dimostrerà proprio tutti a qualche giovane che incappi nella visione di una puntata della serie che era iniziata otto anni prima.
Insomma non stiamo dicendo che ci voglia una prodotto che conquisti i sedicenni, ma che abbia come obiettivo almeno dai trentenni in su. 
E quello loro è un mondo completamente diverso da quello degli anni '60. 
Chi era allora abbastanza grandino da vedere quella serie a metà degli anni '60 (diciamo dieci anni...) oggi ha passato i sessanta.... ma anche chi l'avesse presa per la coda nel '72, oggi ha superato da un pezzo i cinquanta.
Insomma siamo su un pubblico più che maturo. E invece crediamo che con una rivisitazione rispettosa, ma intelligente e moderna, adeguata alla sensibilità del pubblico trenta-quarantenne di oggi, magari con un pizzico di genialità... Maigret sarebbe un "asset" televisivo che godrebbe ancora di un notevole "appeal".
D'altronde i Maigret, non solo in Italia, finché l'Adelphi li ha pubblicati, hanno sempre scalato le classifiche dei libri più venduti e non solo in cartaceo, ma anche in formato ebook, che non è propriamente la formula più gradita agli ultrasessantenni. Quindi l'attualità del personaggio c'è ancora tutta. Non c'è chi riesca a tradurla in un prodotto televisivo o cinematografico adeguato. E la "telegenicità" dei romanzi di Simenon non può essere messa in dubbio, visto che dal 1932 fino al 2014 ci sono stati fior fiore di registi e di attori che hanno portato sul piccolo e sul grande schermo oltre sessanta titoli simenoniani.
E allora? 
Allora sogniamo. Sì... sogniamo che una grande produzione multinazionale con una brillante sceneggiatura in mano, abbia la capacità di scovare il regista adatto e l'attore giusto per realizzare una pellicola o un serial, non fatto per i francesi o per gli italiani,  ma che rilanciasse a livello globale le inchieste del commissario Maigret. 
Ricordo bene?.... i romanzi di Simenon (e sicuramente anche i Maigret) non sono stati tradotti in oltre 50 nazioni in tutto il mondo? (m.t.) 

martedì 24 ottobre 2017

SIMENON SIMENON. SABLES ROUGES ET FLOCONS BLANCS

A propos d'une traduction néerlandaise de Maigret et l'affaire Nahour 

SIMENON SIMENON. SABBIE ROSSE E FIOCCHI BIANCHI 
A proposito di una traduzione olandese di Maigret e il caso Nahour 
SIMENON SIMENON. RED SANDS AND WHITE FLAKES 
About a Dutch translation of Maigret and the Nahour Case 

On se rappelle qu'en septembre 1966, Simenon inaugurait à Delfzijl la statue de Maigret (voir notre billet du 3 septembre 2016). C'est son éditeur hollandais Bruna qui était à l'origine de l'événement. En effet, cette année-là, le 31 octobre, paraissait le 1000e volume de la collection Zwarte Beertjes, qui publiait un riche catalogue, avec les écrits, entre autres, de Leslie Charteris, Jean Bruce, Peter Cheyney, Ed McBain, Havank et Ian Fleming. Les couvertures étaient illustrées par Dick Bruna. Un des fleurons de la collection était naturellement Simenon, dont plus d'une centaine de titres ont été publiés par Bruna.  
Le premier roman de Simenon dans cette collection porte le numéro 11, et le titre Maigret op Montmartre (Maigret au Picratt's), publié en 1955. En 1966, sort donc le numéro 1000, une traduction de Maigret et l'affaire Nahour (Maigret en de zaak Nahour). Pour marquer l'événement, on décide d'en faire un volume particulier. En effet, le roman est double, avec une couverture tête-bêche, d'un côté le roman Maigret en question, et de l'autre, le roman Le château des sables rouges (Het kasteel van Roodezand), qui est une aventure de l'inspecteur Sancette, un des "rivaux" de Maigret, que Simenon a finalement abandonné pour laisser toute la place au commissaire à la pipe…  
Au milieu du volume, on trouvait un encart de photographies (nous ne possédons pas ce volume, et donc nous ne pouvons pas vous donner plus de détails… l'appel est lancé aux éventuels collectionneurs qui pourraient nous renseigner !), ainsi qu'un texte, De geboorte van Maigret, autrement dit La naissance de MaigretC'est le texte que Simenon rédigea à la demande de Bruna, et qui fut donc traduit en néerlandais. Le romancier y racontait comment son commissaire était né sur une barge abandonnée dans un canal de Delfzijl, et comment il avait été baptisé au genièvre… Certes, Simenon avait déjà souvent parlé auparavant de cette naissance de son personnage, en proposant d'ailleurs des versions différentes, mais c'est la première fois que la version "officielle" était couchée sur le papier, et elle allait dorénavant rester, pour le romancier lui-même, la version à laquelle il allait se tenir, que ce soit dans ses déclarations en interviews, ou dans ses textes autobiographiques futurs 
Ce texte fut repris, en 1967, pour servir d'avant-propos au premier tome de la collection Maigret des Œuvres complètes publiées par les éditions Rencontre. On peut le lire ici: http://www.trussel.com/maig/birthf.htm 
Pourquoi a-t-on choisi, pour figurer dans ce volume, ce Château des sables rouges, un roman populaire que l'auteur avait signé du pseudonyme George Sim en 1929, et qu'il n'avait réussi à faire publier qu'en 1933, dans la collection "Criminels et Policiers" chez Tallandier ? Pourquoi le choix de faire figurer ce "rival" de Maigret dans un même volume ? Et pourquoi précisément ce roman-là, qui n'était pas le seul où apparaissait Sancette ? 
Deux hypothèses peuvent être avancées. D'une part, l'action de ce roman se passe dans la région de Delfzijl, et c'était comme un clin d'œil à Maigret, qui était né, disait-on, dans ce port hollandais… D'autre part, Simenon appréciait ce roman, comme le rapporte Francis Lacassin. Celui-ci avait l'intention de rééditer une série de romans sous pseudonymes, et parmi la liste sur laquelle le romancier et lui étaient tombés d'accord, se trouvait Le château des sables rouges: "Il ne me déplaît pas - avait dit Simenon à Lacassin – et j'aurais presque pu le signer Simenon". Probablement parce que, comme l'écrit Lacassin, ce roman est "un essai – inattendu dans un roman populaire, et très réussi – de la fameuse atmosphère simenonienne. […] C'était pour lui l'un des "livres-paliers" qui, de temps à autre, lui permettait de franchir une nouvelle étape." 
Et comme l'action de ce roman se passait en hiver, et qu'il en était de même dans Maigret et l'affaire Nahour, le thème de la couverture était tout trouvé, et Dick Bruna créa une superbe illustration, où le château se découpait en silhouette noire sur un paysage dénudé, tandis que des flocons blancs parsemaient l'autre face… 

Murielle Wenger