domenica 3 marzo 2013

SIMENON. MAIGRET E LA TRATTORIA DI TESTACCIO / 2


Questo weekend la short-story che vi proponiamo è scritta da Giulio Masera. Un'immaginaria inchiesta di Maigret tra Roma e Parigi. Un inedità situazione quella del commissario a Roma  tra indagini e intingoli a fianco di un commissario romano. Oggi la seconda parte, domani la terza ed ultima. 
Chiunque volesse pubblicare un racconto sullo stile di Maigret o che in qualche modo rigardi Simenon, la sua vita e le sue opere scriva all'indirizzo

simenon.simenon@temateam.com




MAIGRET E LA TRATTORIA DI TESTACCIO 
 di Giulio Masera 

- Ultima fermata. Stazione di Roma Termini. Signore e signori le Ferrovie dello Stato vi augurano il benvenuto….

Maigret si svegliò di soprassalto. Stava sognando di essere già a Roma, camminando per una strada in cui in fondo si vedeva quella meraviglia ...del Colossum. La notte aveva vegliato a lungo. Poi dopo Firenze si era assopito, alternando veglia e sonno. Si sbarbò in fretta. Il treno procedeva lentamente entrando nella città. Si lavò, si vestì, preparò la valigia.



Il convoglio era ormai arrivato in stazione.  Maigret uscì dalla cabina. Si guardò intorno, molti erano stranieri… forse turisti. Il treno si fermò con un colpo secco. Il commissario attese la discesa degli altri passeggeri. Quando si affacciò sulla banchina li individuò subito. Uno alto, corporatura, massiccia, sguardo fisso, avvolto da un cappotto blu. L’altro smilzo, bassino, con uno svolazzante impermeabile chiaro, un sigaretto tra i denti e un’aria di chi la sa lunga.  L’istinto e null’altro gli diceva che non potevano essere che loro.

Ma anche i due, appena Maigret apparve sulla porta del treno lo riconobbero e dopo un istante si mossero all’unisono.

Strette di mano, e poi via. Uscirono dalla stazione e, saliti su una vettura qualsiasi, arrivarono ad un albergo sul colle Aventino.

- Qui siamo in una zona molto signorile. Ma è un quartiere che si affaccia su Testaccio, il quartiere che è appena al di sotto. Noi pure abbiamo una base qui… Saremo vicini. Per ora stiamo seguendo il Portier con un squadra di una decina di uomini che si alternano ogni due ore.

Sistemato in albergo il bagaglio, Giannini li portò in un ristorantino a San Saba, un quartiere più modesto, situato su un colle davanti a quello dell’Aventino.

Un piccolo tavolo, tovaglia di carta, menù fisso, vino rosso della casa.

Arrivò per primo un abbondante piatto di spaghetti alla carbonara.

Mentre Maigret ingaggiava una sfida con quella pasta lunga scivolosa, Ranieri continuava ad illustrare la situazione e Giannini traduceva incessantemente dal francese all’italiano e viceversa.

- Controlliamo soprattutto i suoi pasti, tutti consumati da solo, in una famosa trattoria vicino piazza Santa Maria Liberatrice, Agustarello.

- E dove abita?

- Questo è ancora un rebus. Qualche volte riesce a far perdere le sue tracce. Depistaggi: ci sono individui vestiti come lui, della stessa altezza che da dietro possono sembrare lui. Oppure si intrufola in un autobus molto affollato da cui riesce a sparire… Soprattutto la domenica, si infila nel vicino mercato dell’usato di Porta Portese, verso mezzogiorno c’è un fiume di persone  e anche lì, con un paio di sosia, riesce a far perdere le proprie tracce…

- Ma qualche volta riuscirete a non perderlo di vista ?

- Certo, il più delle volte…ma…

- Ma?

- Ma non torna mai nella stessa casa. Ci sono cinque indirizzi, tutti nella zona…

- E non avete mai fatto perquisizioni?

- No per ora, cerchiamo di essere invisibili. Potremmo circondare la trattoria e arrestarlo mentre mangia. Ma secondo i nostri riscontri sarebbero dei malavitosi locali, molto pericolosi, ad aver messo in piedi una raffinata rete di protezione. Portier deve avere un sacco di soldi perché  Benito Lucidi, “il re delle evasioni”, e  Antonio Piermartini, "il mostro di Vignanello", sono due che si muovono solo per cifre esorbitanti. Sono i due che occupano i primi posti dei ricercati della polizia e non solo romana. Per noi è importante prendere questi due delinquenti, come per voi è fondamentale acchiappare Portier.

L’oste, un grasso uomo di mezz’età con un grembiule tutto macchiato e una faccia rubizza, arrivò con un piatto di saltimbocca alla romana, con un contorno di cicoria ripassata in padella con aglio e peperoncino.

Iniziarono a mangiare in silenzio. Fu Maigret che parlò per primo.

- Avete un’ispettrice o un agente donna che parli francese e che…

- Perché… cosa ha in mente?

- Vorrei pranzare da questo Gusterel…

- Agustarello.

- Ecco, potrei fare la parte di un turista francese che viene a trovare una sua lontana parente e metterci a pranzare vicino a Portier… e poi magari attaccare bottone con la scusa di aver capito che anche lui è francese…

- Ma Porter la riconoscerà e poi non è uno stupido, fiuterebbe subito che la donna non è una sua parente, ma una poliziotta.

- Ma è proprio quello che voglio…

- Cioè?

- Che pensi che sia la polizia francese che lo ha trovato… e ai francesi non importa nulla del mostro di Vignanello o del re delle evasioni… la police judiciaire vuole lui. E potrebbe indurre i suoi protettori a fare un passo falso e… voi sareste lì, pronti a non farveli scappare.

Maigret aveva appena finito di esporre il suo piano.

Ma mentre assaporava l’ultimo saltimbocca si faceva strada nella sua testa la convinzione che non avrebbe dovuto agire subito. Prima doveva conoscere il quartiere, la gente… perché secondo lui ci dovevano essere degli abitanti  che non potevano non sapere chi era quel francese e perché stava lì. Non aveva un’occupazione, non aveva l’aria del turista, aveva delle strane abitudini. Il benzinaio, il giornalaio, il gestore del bar sulla piazza, quelli delle bancarelle che vendevano ghiaccio tritato e sciroppo, il fioraio… qualcosa dovevano aver subdorato. Magari qualcuno di loro aveva visto o sentito qualcosa…

- Però bisogna aspettare… non dobbiamo aver fretta…

Il commissario Ranieri lo guardò interrogativamente, sbuffando con quel suo sigaretto.

- Bisogna che venga fuori qualcosa… ma deve venir fuori da sola… non dobbiamo precipitare la situazione. Soprattutto se vogliamo fare un repulisti generale…

- Ma cosa dovrebbe venir fuori – chiese un po’ spazientito Ranieri – non ho capito cosa dobbiamo aspettare…

- Non lo so nemmeno io. Ma le assicuro che la situazione deve maturare o da sola o chissà... nella sua o nella mia testa…

- Ma noi siamo dietro a questa storia già da un sacco di tempo – protestò Ranieri - cos’altro  potrebbe venir fuori che non sappiamo già?

- Magari qualcosa che nemmeno ci immaginiamo… Anche io sono mesi che lavoro a questo caso e avrei una gran voglia di mettergli  le manette e finire questa storia… Ma voglio sapere come è arrivato qui, chi ce l’ha portato, come ha intrecciato i rapporti con la mala romana.

Erano arrivati i caffè… Maigret chiese un bicchierino… gli portarono una sambuca.

Ranieri aveva acceso un altro sigaretto e aveva assunto un’aria pensosa.

Anche Maigret accese la pipa... (segue)

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