lunedì 18 aprile 2011

SIMENON RACCONTA COME NASCE MAIGRET

Georges Simenon intervistato dalla televisione canadese, nella trasmissione Prèmier Plan, parla di come è nato il personaggio di Maigret, dei suoi contrasti con l'editore Fayard e del lancio della serie delle inchieste del commissario di 36 Quai des Orfèvres.

domenica 17 aprile 2011

SIMENON. MAIGRET SBARCA SULLA TV ITALIANA

Era appena passato Natale. E anche Santo Stefano. Domenica 27 dicembre 1964 gli italiani sintonizzati su Rai Uno alle 21 assistettero alla prima puntata dell'adattamento televisivo delle inchieste del commissario Maigret.
Fu un successo. Circa quindici milioni di telespettatori seguirono "Un'ombra su Maigret" tratto dall'opera  di Georges Simenon, Cécile est morte (Gallimard 1942). La trasposizione tv prevedeva una seconda puntata venerdì 1 gennaio 1965 ed una finale la domenica 3. E fu il primo di quattro serie (1964/65 - 1966 - 1968 - 1972), per un totale di sedici sceneggiati e trentacinque puntate.
Insomma una bella produzione Rai che ebbe picchi d'ascolto di 18,5 milioni che contribuì non poco a far conoscere il commissario siemenoniano in Italia, anche se le sue inchieste erano apparse già nel 1932 per il tipi dell'Arnaldo Mondadori Editore (allora a Verona), nella collana I libri neri. Poi c'era stata anche una riduzione  televisiva antecedente che non aveva lasciato il segno, quella di Liberty Bar nel 1960, tratta da un lavoro teatrale andato in scena a Roma al Ridotto dell'Eliseo.
Ma torniamo alla serie che diede popolarità al commissario Maigret.
Gli ingredienti c'erano tutti perchè fosse un successo. Maigret era, come dire, un personaggio telegenico (tanto che oltre che in Francia ci furono sceneggiati prodotti anche in Inghilterra, Belgio, Germania e in altri paesi europei fino alla Russia ed extra-europei come il Giappone).
Telegenia a parte, dietro c'era la scrittura e la struttura narrativa di Simenon, sulla quale inseriva, tra gli sceneggiatore, un drammaturgo come Diego Fabbri,
un regista televisivo e cinematografico come Mario Landi, il tutto supervisionato da un tale Andrea Camilleri, allora delegato di produzione della Rai.
E poi c'era il cast che, oltre ad attori fissi nei ruoli come Andreina Pagnani in M.me Maigret, costituito attori di teatro anche di grosso calibro. Ecco qualche nome che dirà qualcosa agli ultracinquantenni, Mario Maranzana (ispettore Lucas), Franco Volpi (il giudice Comelieau), Giusy Raspani Dandolo, Andrea Checchi, Ugo Pagliai, Gian Maria Volontè, Marina Malfatti, Silvano Tranquilli, Ileana Ghione, Arnoldo Foà, Marisa Merlini, Cesco Baseggio, Vittorio Sanipoli, Angela Luce, Guseppe Pambieri, Oreste Lionello, Loretta Goggi.
Fu un fenomeno che coinvolse tutta l'Italia. Non solo ascolti altissimi, ma consguenze anche su altri fronti. Allora i cinema, pur di non perdere gli spettatori, quando era programmato Maigret, disponevano dei televisori in sala e, finita la puntata, tornavano a proiettare film. E la pipa? Bene, uno dei decani dei venditori di pipe a Roma, ricorda come in quel periodo ci fu un incremento di vendite delle pipe per il gran numero di neofiti evidentemente condizonati dalla moda Maigret. Insomma una serie tv che a distanza di 45 anni ancora attrae, visto che, tornata in edicola con una collezione di dvd, è andata esaurita.

sabato 16 aprile 2011

SIMENON. MAIGRET NON MOLLA IN CLASSIFICA

Maigret non molla la classifica. Parliamo come al solito di quella riportata da Tuttolibri de La Stampa di oggi. L'amico d'infanzia di Maigret  tiene infatti da qualche settimana la classifica tra la terza e la quinta posizione nella sezione della narrativa straniera.
L'inchiesta del commissario fu scritta da Simenon e pubblicata da Presses de la Cité nel 1968 con il titolo originale L'Ami d'enface de Maiget.

SIMENON. COMPLMENTI!

Gide, Faulkner, Symons, LeCarré, Camus, Miller, Fellini, Sepulveda
C'è una lunga lista di corrispondenza con i personaggi di spicco della cultura del suo tempo da Fellini, a Gide, da Chaplin a Henry Miller. in fondo all'epoca era (telefono e telegrafo a parte) l'unico mezzo di comunicare e nelle lettere ci si poteva dilungare, approfondire i concetti, inviare dei saluti o anche esprimere dei complimenti.
E di complimenti Simenon ne riceveva, soprattutto da un certo periodo in poi, non pochi.
Abbiamo detto in qualche post precedente che Dashiell Hammett (anche se non in una lettera) gli aveva fatto un gran complimento affermando che Simenon gli ricordava Edgard Allan Poe. André Thérive, critico letterario e giornalista, scrive su Temps:" Credo proprio di aver appena letto un capolavoro allo stato puro (Le locataire - Gallimard 1934)... Io protesterò sempre quando si accuserà Simenon di scrivere male. Scrive bene, cioè giusto, come necessita. Leggete Les Pitard (1935), un libro straordinario, così complesso e così semplice, e dite se la parola perfezione non è la più esatta per definirlo...".
Nel '32 Robert Brasillach, in un articolo, Pro e contro il romanzo poliziesco, loda la capacità di Simenon, anche nei Maigret, di descrivere un canale, di approfondire uno stato psicologico, e di sapere rendere così bene situazioni come la decadenza e l'avvilimento. Marcel Aymé, scrittore e drammaturgo, lo definisce addirittura "un Balzac senza lungaggini".
Le soddisfazioni arrivano anche dall'estero dove l'inglese Julian Symons, esperto critico in letteratura poliziesca, scrive così dell'opera simenoniana: "... E' più facile ammirare che amare i sui libri, romans durs o Maigret che siano. Il loro creatore é, in un certo senso, il più straordinario fenomeno letterario di questo secolo, ma il suo talento é più quello di un chirurgo letterario piuttosto che quello di un grande creatore...". E poi ci sono le frasi dei grandi.
Ad esempio Albert Camus: "Non avrei scritto Lo straniero se non avessi letto la Vedova Couderec". E André Gide, che l'aveva definito il Balzac del '900 affermò: "E' il più  grande di tutti... il più vero romanziere che abbiamo in letteratura...". E ancora il suo amico americano Henry Miller: "C'è una tenerezza che non trovo frequentemente tra gli scrittori francesi. Sarà il lato belga?...". Invece William Faulkner affermava "Adoro leggere Simenon. Mi fa pensare a Checov". Il regista Fellini, che era legato alla scrittore da una grande amicizia e anche da un idem sentire, sottolineava: "L'amico più grande che ciascuno vorrebbe avere, un compagno sul lavoro e nella vita, un punto di riferimento che non viene mai meno e che ti dà forza". E anche ai giorni nostri romanzieri come John le Carré spiega che Simenon: "E' uno scrittore a suo agio sia con la realtà che con la fantasia, con la passione e con la ragione. E soprattutto ispira quella particolare confidenza che i lettori riservano ai romanzieri che venerano". Anche Luis Sepulveda ha fatto notare che "Nulla vale un'inverno in compagnia di una buona scorta di cognac e dell'opera completa di Simenon". 

SIMENON. TRE EDITORI PER LA VITA

FAYARD
Da quando Simenon si gettò nell'avventura di Maigret, superata la fase della lettura popolare e "alimentare", la sua vita letteraria ebbe tre editori di riferimento che per motivi diversi svolsero un ruolo fondamentale per lo scrittore. Fayard fu quello che gli editerà le prime diciannove inchieste di Maigret. Fu un vero "passaggio della linea" per Simenon. Come diceva lui stesso, intanto era il passaggio alla semi-letteratura, poi costituì il decollo della sua popolarità e l'inizio di guadagni davvero consistenti. Con Gallimard ebbe invece la sua consacrazione nel mondo della letteratura alta e non solo in Francia. Con Nielsen trovò un amico con cui aveva una notevole intesa e il quale investì moltissime delle sue risorse  sullo scrittore Simenon.
Il rapporto tra Arthème Fayard, produttore cinematografico di successo, inventore del settimanale Candide era iniziato ai tempi dei romanzi popolari ed era abbastanza amichevole.
"... Arthème era un bell'uomo, tempie brizzolate... un tipo che aveva del fiuto... era un uomo di successo - ricorda Simenon in uno dei suoi Dictées - molto sicuro di sé stesso, che esprimeva  giudizi anche 'tranchant' su tutto quello che riguardava il giornalismo o la letteratura..."
GALLIMARD
L'altro editore era il mitico Gaston Gallimard. L'uomo che aveva fondato la casa editrice diventata un'icona per la cultura letteraria francese. I due divennero amici, un bel rapporto che durò anche quando Simenon decise di abbandonarlo. La NRF, la Nouvelle Revue Francaise di Gallimard divenne un marchio leggendario, una sorta di miele che attirava i letterati dell'epoca come api. E poi  giocò un ruolo importante nella letteratura "polar" con la rivista Detective e la collana di libri Serie Noire che furono un punto di riferimento per il genere e non solo in Francia.
"In realtà Gaston Gallimard era un timido, ma io pure ero altrettanto timido, ed é il motivo per cui ho potuto trattare con lui in un modo così autoritario - Simenon racconta come firmò il suo contratto con il patron - Il risultato è che un'ora dopo il nostro accordo era firmato... io non sono più tornato, salvo eccezionalmente, negli uffici di rue Sébastien-Bottin. E' lui che ogni anno, allo scadere del nostro contratto, veniva a trovarmi a Nieul-sur-mer. Una solida amicizia si instaurò poco dopo tra noi. Io d'altronde la condivido ancora oggi con suo figlio Claudio, che allora era un adolescente...
NIELSEN
Anche Sven Nielsen, figlio e nipote di librai danesi, che era venutoa Parigi, fatto la gavetta ed era rrivato ad acquistare Les Presses de La Cité, che comprendeva sette case editrici e che poi divenne il suo editore esclusivo finoala morte, fu un suo grande amico.
"Io gli ero molto affezionato, allora viaggiavo ancora e quindi spesso io andavo a Parigi e lui veniva a Losanna e avevamo dei lunghi discorsi che ci prendevano molto - Simenon ricorda nei suoi Dicteés - Ci scrivevamo ogni settimana per un lungo periodo, lettere che mi arrivavano regolarmente il sabato o il lunedì..."

giovedì 14 aprile 2011

SIMENON. ANCHE PER LUI ADELPHI CONTA SUGLI SCONTI

In tempi di crisi "sconto" è un termine che risuona frequentemente quasi come il "compra adesso e pagherai dopo". Mentre quest'ultima formula non è utilizzata in editoria, lo sconto sta invece prendendo piede. Certo, sempre limitamente ad alcune collane e per un periodo di tempo ben preciso. Ad esempio l'Adelphi ha deciso di rinunciare ad un 25% dei suoi incassi sui titoli delle collane tascabili, a favore degli eventuali acquirenti, fino al 16 maggio (operazione iniziata la settimana scorsa). Si tratta di un bel lotto di titoli quasi mille (972 per la precisione). Ma la notizia che qui ci interessa e che ben 85 sono romanzi e Maigret di Simenon.  Troverete i titoli delle opere simenoniane scontate alla fine del post. Un'occasione per fare incetta soprattutto delle inchieste del commissario che, manco a dirlo, fanno la parte del leone. Ma magari per chi si è addentrato da poco nell'universo simenoniano è un occasione per fare un po' di scorta. In fin dei conti anche quella del libro è un'industria come quella dei saponi, certo compri cinque e paghi quattro suona un po' "detersivo", ma oltre alle tasche, alla fine fa bene alla mente e allo spirito. Ecco i titoli:



  1. L'amico d'infanzia di Maigret
  2. Maigret e il produttore di vino
  3. Maigret a Vichy
  4. Maigret è prudente
  5. Maigret e il caso Nahour
  6. L'orologiaio di Everton
  7. Maigret e il fantasma
  8. Il ladro di Maigret
  9. Maigret si difende
  10. Memorie intime
  11. La pazienza di Maigret
  12. Maigret e il barbone
  13. Maigret e le persone per bene
  14. Maigret e i vecchi signori
  15. Maigret perde le staffe
  16. Maigret e il cliente de sabato
  17. Maigret e il ladro indolente
  18. Maigret si confida
  19. Maigret si mette in viaggio
  20. Gli scrupoli di Maigret
  21. Maigret si diverte
  22. Maigret in Corte d'Assise
  23. Maigret e i testimoni recalcitranti
  24. La casa sul canale
  25. Maigret e la giovane morta
  26. Maigret e il ministro
  27. Maigret prende un granchio
  28. Maigret e il corpo senza testa
  29. Maigret si sbaglia
  30. La neve era sporca
  31. La trappola di Maigret
  32. Maigret e l'uomo della panchina
  33. Maigret ha paura
  34. Lettera al mio giudice
  35. Maigret a scuola
  36. Maigret e la stangona
  37. La rivoltella di Maigret
  38. Maigret, Lognon e i gangster
  39. L'amica della signora Maigret
  40. Maigret e l'affittacamere
  41. Pioggia nera
  42. Le finestre di fronte
  43. La furia di Maigret
  44. Le memorie di Maigret
  45. Maigret al Picratt's
  46. La prima inchiesta di Maigret
  47. La verità su Bébé Donge
  48. Maigret va dal coroner
  49. Félicie
  50. Cécile è morta
  51. Il morto di Maigret
  52. Maigret a New York
  53. Maigret e la vecchia signora
  54. I Pitard
  55. L'uomo di Londra
  56. L'ispettore Cadavre
  57. Il mio amico Maigret
  58. Le vacanze di Maigret
  59. Firmato Picpus
  60. Maigret
  61. I sotterranei del Majestic
  62. La chiusa n.1
  63. La casa del giudice
  64. Carissimo Simenon • Mon cher Fellini
  65. Il cavallante della "Providence"
  66. Liberty Bar
  67. Pedigree
  68. L'ombra cinese
  69. All'insegna di Terranova
  70. Il crocevia delle tre vedove
  71. Il caso Saint-Fiacre
  72. La casa dei fiamminghi
  73. Un delitto in Olanda
  74. Il cane giallo
  75. La balera da due soldi
  76. Il Pazzo di Beregrac
  77. Una testa in gioco
  78. Il porto delle nebbie
  79. Il defunto signor Gallet
  80. La ballerina del Gai-Moulin
  81. Pietr il Lettone
  82. L'impiccato di Saint-Pholien
  83. Betty
  84. L'uomo che passava guardare i treni
  85. Lettera a mia madre

mercoledì 13 aprile 2011

SIMENON INTERVISTATO DA BERNARD PIVOT

Intervista storica quella di Bernard Pivot, l'autore e conduttore della celeberrima trasmissione televisiva culturale francese Apostrophe, allo scrittore Georges Simenon di cui qui vi proponiamo un estratto, tratto da Youtube.

SIMENON. TITOLI, PUZZLE, FANTASIA...

"Je me souviens... Les inconnus dans la maison, la maison du canal... des traces de pas... et le suspect!".
Oncle Charles s'est enfermé derrière les volets verts de la chambre bleu. Les inconnues de la maison comme l'ombre chinoise ou la tete d'un homme?... Le frères Rico? Les Pitard?... Ou les fantomes du chapelier? Il etait au bout du rouleau, aprés (les) quatres jours du pauvre homme chez les Flamands quand Cécile est morte. Après le rapport du gendarme et la fuite de monsieur Monde, a quoi bon jurer? Quand vient le froid, la neige était sale et, en cas de malheur, le déménagement est le chemin sans issue.
L'homme qui regardait passer les trains est un homme comme un autre, un nouveau dans la ville qui, comme le clients d'Avrenos, ceux de la soif, voit le fond de la bouteille. Il est le prisonnier de la rue, il est le client le plus obstiné du monde du Liberty Bar mais avec un coupe de vague il arrive, après le haut mal, à un vie comme neuve ou il y encore des noisetiers.

E' un gioco, non sappiamo quanto divertente, ma abbiamo voulto tentare. Scrivere un testo a volte un po' surreale, a volte un po' ermetico, con delle licenze poetico-lessicali costruito però con i titoli dei romanzi di Simenon. Per facilitarvi il compito del riconoscimento abbiamo messo in rosso le parole aggiunte che servono a dare un vago senso compiuto al tutto. Qui di seguito potrete leggere la traduzione in italiano. Bilancio. Su 365 parole di testo, 26 le abbiamo aggiunte noi, poco più del 23%, le altre 339 sono proprio quelle dei titoli dei romanzi e dei Maigret di Simenon.

"Io mi ricordo... gli sconosciuti nella casa, la casa del canale... delle tracce di passi ... e il sospetto!". Zio Charles si era rinchiuso dietro le persiane verdi della camera azzurra. Gli sconosciuti nella casa come l'ombra cinese o la testa di un uomo?... I fratelli Ricò? I Pitard?... O i fantasmi del cappellaio? Era allo stremo, dopo (i) quattro giorni del pover'uomo dai Fiamminghi, quando Cecilia è morta. Dopo il rapporto del gendarme e la fuga del signor Monde, a che serviva giurare? Quando viene il feddo, la neve era sporca e, in caso di disgrazia, la fuga é una strada senza uscita.
L'uomo che passava guardare i treni è un uomo come un'altro, uno nuovo nella città che, come i clienti d'Avrenos, quelli della sete, vede il fondo della bottiglia. E' il prigioniero della strada, é il cliente più ostinato al mondo del Liberty Bar, ma con un colpo di vento arriva, dopo il grande male, ad una vita come nuova dove esistono ancora i nocciòli.

martedì 12 aprile 2011

SIMENON. SODDISFAZIONI MADE IN USA

La permanenza decennale di Simenon negli Stati Uniti, oltre a dargli spunti per continuare a ritmo serrato la sua produzione di romanzi e di Maigret, gli regalò più di una soddisfazione.
Possiamo iniziare dal paragone fatto dal Dashiell Hammett  sul Los Angeles Times a proposito del suo La neige était sale (1948) : "...perché é intelligente (Simenon). Per certi versi mi fa pensare a Edgard Poe...". Ottobre 1949, Little Brown, l'editore dell'Ellery Queen's Magazine, gli assegna il primo premio per il racconto poliziesco. Per Simenon è una graticazione notevole, anche per non era  in lizza, e quindi totalemtne inaspettto, una sorta di riconsocimento alla sua letteratura di genere.
Nel 1952 viene accolto dalla Accademy of arts and Letters e successivamente nominato addirittura Presidente della Mystery Writers of America. Questo conferma quello che scrisse il giornalista Brendam Gill nel ritratto di Simenon sul New Yorker:"...E' amato da quelli che cercano verità estreme, e non da quelli immobili in una normalità destabilizzante. E' preferito dagli intellettuali, ma i lettori dei tascabili nutrono nei suoi confronti la medesima considerazione che hanno per Spillane o Caldwell...".
Interviste e commenti lusinghieri escono anche sul New York Times, sul Saturday Review, su Life e su Look. Insomma l'europeo Siemenon colpisce e conquista l'America colta che con le sue attenzioni lo coccola. E per lo scrittore è importante, molto importante, almeno a stare a quello che aveva scritto in Problèmes du roman nel 1943 "...gli americani, che sono forse i più autentici romanzieri di questo periodo..."

lunedì 11 aprile 2011

SIMENON VA AL CINEMA. SUBITO.

I romanzi di Simenon, si sa, sono risultati assai adeguati al linguaggio cinematografico, oltre che molto telegenici. Ad oggi sono oltre sessanta film in vari paesi i cui soggetti sono tratti dai suoi romanzi e dai Maigret .
L'avventura nel cinema iniziò molto presto e con l'ingresso dalla porta principale, visto che il regista si chiamava Jean Renoir. Era il 1932 il film La nuit de Carrefour tratto dall'omonima inchiesta di Maigret. Quello che stupisce è la velocità di realizzazione tipica delle creazioni che riguardano Simenon. Il libro lo scrisse nell'aprile del 1931. Fayard glielo pubblicò nel luglio dello stesso anno. Il film debuttò nelle sale nell'aprile del 1932. Nemmeno nove mesi dopo l'uscita del libro e appena ad un anno dalla fine della sua scrittura. Insomma sempre lo stesso ritmo infernale della macchina Simenon.
Infatti, stesso anno, il 2 luglio, esce Le chien jaune, stavolta diretto da Jean Tarride, scritto invece nel marzo del '31, pubblicato il mese sucessivo. La catena di montaggio tiene sempre lo stesso ritmo. Per il terzo occorre aspettare ben sette mesi. Febbraio 1933, La tête d'un homme, altro nome di spicco alla regia, Julien Duvivier, uscito però con "calma", quasi tre anni dopo essere stato scritto e quasi due dopo la sua pubblicazione. Ma come avrebbero detto i giovani francesi di qulache decennio fa', ce n'est qu'un debut....
Il cinema lo affascinava, però l'opinione sull'ambiente di Simenon era piuttosto severa. Così il set.
"...Una folla fatta di gente che nella vita fà il rigattiere, lo scroccone, il banchiere o di brava gente che si agita, correndosi incontro, discutendo e affaccendandosi intorno ad un libro, che trasformeranno in soggetto, poi in sceneggiatura e quindi (ma non sempre) in un film... - racconta lo scrittore in un articolo del '32 - E poi un'altro tipo di persone, di cui nessuno conosce il mestiere, che legge, cancella, consiglia, stabilisce dei dialoghi, taglia scene e personaggi...". E infatti dopo questo terzo film occorrerà aspettare dieci anni per veder proiettata un pellicola tratta da un suo romanzo (La maison des sept jeunes filles - Albert Valentin - 1942).
"Io firmo un minimo di cinque contratti a settimana. Cinque produttori, in dieci giorni si battono per avere i diritti de La Chambre blue, un romanzo di cui si è parlato troppo poco - rispondeva Simenon in un'intervista del 1981 - Altri quattro si disputano Le fantome du chapelier che deve essere realizzato da Chabrol con Aznavour...."  E' fin troppo evidente che la storia di Simenone e il cinema è troppa lunga e complessa per ridurla in un post. Ci torneremo sopra, magari con altri post o magari come abbiamo fatto per Maigret, dedicandogli uno speciale per tutta una settimana. Seguiteci.
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