domenica 30 novembre 2014

sabato 29 novembre 2014

SIMENON SIMENON PRESENTA "LA DOMENICA DEL COMMISSARIO"

I testi sono di 
Murielle Wenger
le illustrazioni e 
la grafica di 
Giancarlo Malagutti.
"La Domenica del Commissario"
è il nome della nuova rubrica che Simenon-Simenon metterà on-line, ovviamente tutte le domeniche, ad iniziare da domani.
Saranno 14 puntate
nelle quali Murielle racconterà quello che succede a Maigret di domenica: vicende e atmosfere tratte  dall'intero corpus dell'opera maigrettiana.
A corredo, le accattivanti  illustrazioni di Giancarlo, autore anche della bella testata che, come i meno giovani di voi ricorderanno,
è tratta dalla vecchia "Domenica del Corriere", il famoso settimanale illustrato del Corriere della Sera , qui diventata "La Domenica del Commissario". Appuntamento a tutti quindi con Murielle & Giancarlo per passare il dì di festa con il nostro commissario preferito



INTRODUZIONE ALLE DOMENICHE DEL COMMISSARIO


Copertina dedicata alla statua di Maigret, da sinistra, M.me Maigret, Andreina Pagnani, gli attori
Gino Cervi e Jean Gabin, e Georges Simenon
La domenica ha nell'opera e nella vita di Simenon un posto a parte. Conserva, fin dall'infanzia, il ricordo di un'atmosfera che la domenica è diversa dagli altri giorni. Rievoca a più riprese nei suoi scritti di ricordi, come per esempio in Je me souviens in cui racconta una domenica a
Fontenay-le-Comte in compagnia dei suoi figli: "Domenica mattina, mio piccolo Marc, siamo andati a passeggare, io e te, mano nella mano, per le vie tranquille della cittadina. Tutti i passanti erano "addomenicati"... Ho quasi rimpianto di non essermi vestito diversamente dagli altri giorni. C'erano le campane nell'aria, Tu le chimavi "nanane", anelli, come se tu sentissi che il loro suono disegna degli anelli nell'aria. (Si ritova questo tema anche ne Les anneaux de Bicêtre n.d.r.)... La nostra domenica mattina non sarebbe stata completa se non fossimo andati a comprare i miei giornali e un libro illustrato per te. Ho voluto anche, come faceva un tempo mio padre, acquistare una torta alla crema... Hai registrato tutte queste immagini di una domenica mattina in un piccola città?..."
E più in là nel testo.
"... La nostra camminata della domeinica mattina? Ne ho fatte di simili, ogni domenica, con i piedi che ancora inciampavano, con il grande Désiré...". Domenica con il padre.
In uno dei dictée (Un homme comme un autre), Simenon ricorda ancora la domenica: "...Ancora una bella domenica, quella che uno chiama proprio una bella domenica, con un sole splendente, il cantare delle campane, le strade quasi deserte dove s'incontra di tanto in tanto soltanto una famiglia che cammina lungo il marciapiede...".
Ma dopo questa frase l'autore aggiunge con un po' d'ambiguità.
"Un tempo, quando era bambino, detestavo le domeniche. Poi ho iniziato ad amarle e ad assaporarle come un momento particolare della settimana...". 
Perchè Simenon non amava affatto le domeniche, quando andava a passeggiare con suo padre? La riposta vine da un altro dictée (Des traces de pas): "...quand'ero ragazzo sigificava una solenne messa cantata (e io cantavo), roasbeef con patate fritte e piselli in scatola,  escursioni dei dintorni di Liegi o pomeriggi a casa di una delle mie zie. Perchè ogni domenica ricordo un che di differente dagli altri giorni? Basta messe. Basta roastbeef e patate fritte. Basta escursioni nei dintorni e interminabili pomeriggi da una o l'altra delle mie zie che io detestavo. E' molto tempo che le domeniche dovrebbero essere per me un giorno come gli altri".
E' l'altro aspetto delle domeniche, non più quello delle felici passeggiate con il padre, ma quello delle lunghe visite noiose al parentato...
Ma Simenon aggiunge:" E nonstante tutto, ancora oggi quando mi sveglio vado alla finestra per osservare le strade vuote... ascolto le campane come se il loro suono avesse ancora un significato. Sono stato segnato dalla mia giovinezza... Quando ero piccolo la domenica,  mia madre mi svegliava e io le dicevo 'E' domenica. Faccio il pigro'. Ebbene a settant'anni faccio ancora il pigro...".
La domenica ha quindi, nell'opera di Simenon questo doppio aspetto: ricordo dell'infanzia e giorno "maledetto", infatti molti suoi romanzi ne fanno un giorno nefasto: come per esempio Le fils Cardinaud, in cui la vicenda inizia una domenica all'uscita della messa, oppure il romanzo intitolato, appunto, Dimanche.
E questa relazione particolare con la domenica, Simenon l'ha passata al personaggio di Maigret, con la stessa ambiguità: se il commissario ama l'atmosfera della domenica quando evoca per lui i suoi ricordi d'infanzia, trova in questi giorni degli aspetti negativi: per esempio non ama il taglio che la domenica opera durante un'inchiesta , perchè non sopporta mollare il filo delle sue investigazioni, non per paura di non poterlo ritrovare, forse perchè era come Simenon, che non poteva arrestarsi nella redazione  di un romanzo per paura di non riuscire a terminarlo....
Se vi piace, andremo a ripercorrere - ancora una volta! - il corpus dell'opera del commissario alla ricerca delle domeniche di Maigret o meglio di quali sono le valutazioni che l'autore fà di questo giorno e di quelle che lui stesso attribuisce a Maigret.
Premettiamo che in tutta la serie, ci sono una cinquantina di romanzi, cioè i due terzi, per i quali l'autore stesso esplicita con precisione i giorni della settimana in cui si svolge l'inchiesta, poi quelli per cui lo si può capire in funzione di altri elementi. Tra questi romanzi alcuni non riguardano affatto la domenica ed in altri la domenica rientra nell'inchiesta, ma non succede nulla di particolare, perchè Maigret è annoiato "dentro" per il scorrere di quel giorno che non sembra diverso dagli altri giorni. Ho dunque selezionato una quindicina di romanzi nei quali la domenica presenta delle situazioni particolari.

Murielle Wenger

venerdì 28 novembre 2014

SIMENON SIMENON. GLI ANNI DEL TERRORE E LA FUGA IN AMERICA


Ne abbiamo accennato più volte. Uno dei motivi, diremmo quello fondamentale, per cui Simenon lasciò piuttosto in fretta la Francia, dopo la fine della seconda guerra mondiale, era rappresentato dall'accusa di collaborazionismo con i filo-nazisti.
Ora vogliamo proporvi, sia pure in sintesi, una delle più complete ricostruzioni di quel periodo ad opera di Gianni Da Campo (1943-2014), uno dei grandi studiosi italiani di Simenon che con la sua traduzione e il corposo apparato delle sue note (oltre 100 pagine su 450) ha reso molto più ricca ed interessante la versione italiana, dell'opera di Stanley G. Eskin Simenon A critical biography (1987).
Nelle note appunto, ci racconta come il calvario di Simenon inizi nell'autunno del 1944, quando lui è a letto per una pleurite nella pensione-albergo Les Roches Noires a Sable d'Olonne. Jean Huguet, giovanissimo capo locale delle FFL (Forze Francesi di Liberazione) lo sta cercando e, una soffiata del proprietario dell'albergo, glielo fà trovare. E' così che Simenon viene a sapere da Huguet che c'è un mandato d'arresto a suo nome. La malattia lo salva, o perlomeno rimanda l'arresto. Tigy - ci spiega Da Campo - vorrebbe portarlo a Parigi per farelo curare meglio, ma il comitato d'epurazione di La Roche-sur-Yon glielo impedisce.
Ma quali sono le accuse? In realtà il dossier che riguarda Simenon non solo sembra che sia mezzo vuoto, ma pealtro non si trova nemmeno. 
Primo colpo di scena.
Dopo una serie di ricerche, accertamenti, confronti ci si accorge che l'uomo destinato all'arresto e quindi al plotone d'esecuzione è un certo Simon! Comunque l'incubo non è finito perchè comunque la giustizia militare gli ha trattienuto i documenti e gli ha bloccato il conto in banca.
Intanto le condizioni di salute diSimenon peggiorano e occorrerebbe portarlo urgentemente a Parigi.
In quel momento sono gli amici dello scrittore ad intervenire presso le autorità. Maurice Garçon, Gaston Gallimard e Félix Garas riescono finalmente ad entrare in possesso della copia del dossier con lo scopo di conoscere e poter controbattere le accuse.
Ecco i famosi capi d'imputazione:
- collaborazioni continue ai grandi giornali parigini
- la vendita dei diritti per la realizzazione di film alla Continental
- l'ottenimento di un lasciapassare per la zona libera della Francia
- essere un notorio propagandista pericoloso per la sicurezza dello Stato
Anche l'ambasciata del Belgio vuole conoscere il dossier. Questo sortisce un risultato positivo in quanto viene constatato che "il dossier contiene prove troppo deboli" e quindi viene revocato il provvedimento di "internamento amministrativo"... insomma sembra che Simenon possa iniziare di nuovo a vivere e a credere che la faccenda potrà risolversi in breve.
Ma un'altra delusione è dietro l'angolo.
Le prove del dossier prendono peso con un'ulteriore accusa: aver versato del denaro alla filo-nazista LVF (Lega dei volontari francesi contro il bolscevismo).
Nel gennaio del '45 Simenon si difende affermando di aver sempre dato soldi a numerose associazioni e ad opere assistenziali e, se questo versamente fosse mai avvenuto, si sarebbe verificato in maniera del tutto inconsapevole. Insomma a febbraio la situazione è peggiorata e si inizia temere l'arresto e la prigione.
Ma Da Campo di presenta un altro colpo di scena.
Nell'aprile del '45 il commissario del governo a La Roche-sur-Yon, dopo un attento esame del dossier, dichiara:
- Dalle indagini condotte, risulta che libri e articoli non hanno nessuna tendenza politica
- Nessun fatto preciso attesta la collaborazione con il nemico tedesco
Il prefetto, il giorno dop, dichiara che Simenon è libero, può rientrare in possesso dei suoi soldi e può lasciare il domicilio coatto in Vandea, dove nessuno ha più nulla da contestargli.
La ricostruzione di Da Campo continua con il trasferimento a Parigi, dove un'altra amara sorpresa attende lo scrittore. Viene infatti a sapere dalla radio di essere accusato di "intesa con il nemnico" e che sarebbe "in  stato d'arresto". La notizia non sembra attendibile e tutto sommato infondata anche alla luce di quello che era successoo a La Roche-sur-Yon.
Eppure l'incubo ricomnicia.
Simenon scopre di essere nelle liste d'epurazione, sempre per quella storia della collaborazione con la casa di produzione cinematografica Continental (e non è il solo). A peggiorare le cose c'è la situazione del fratello che in Belgio non solo si è schierato apertamente con i nazisti, ma ha addirittura partecipato a rappresaglie ed esecuzioni, sembra quasi una trentina, come capo di un commando.
Dopo tutte queste docce scozzesi, Simenon è sempre più pessimista e tra l'altro teme una presa del potere da parte dei comunisti francesi, quindi immagina un futuro a tinte fosche e niente affatt sicure per sè e per la sua famiglia. Da qui la decisione di approfittare di quel momenti di libertà, recarsi in Gran Bretagna dove imbarcarsi per l'America. Ma gli serve un visto. In questo l'aiuta l'ambasciatore del belgio che ad agosto del 1945 gli fà ottenere un'autorizzazione dal Ministro degli Affari Esteri francese con la dicitura: Scopo del viaggio "Contatti con giornali ed editori canadesi". Data di partenza "Appena possibile". Data di ritorno "A missione compiuta".
Dopo un mese d'attesa a Londra, Georges, Tigy e Marc, s'imbarcano il 3 ottobre a Southampton su un cargo battente bandiera finlandese e, dopo dodici giorni di traversata, sbarcano a New York.

giovedì 27 novembre 2014

SIMENON SIMENON. ARRIVANO DUE ROMANS-DURS... ATTESI PER L'ANNO NUOVO.

Una novità ed una ristampa. Questo è quello che dovrebbe uscire da qui ad un paio di mesi, diciamo a fine gennaio 2015. Due romans-durs di Simenon, una novità: "Il pensionante" (Le locataire - Gallimard -1934) ed una riedizione in economica: "Gli Intrusi" (Les Inconnus dans la maison - Gallimard - 1940).
Queste previsioni così a lungo termine si rivelano, come ormai sa anche chi non ci segue assiduamente, sempre molto rischiose. Questa comunque è l'indicazione che viene dal sito ufficiale del romanziere, ma poi quello che fà l'Adelphi... beh è di solito tutt'altra cosa.
Comunque, quando sarà, questi sono i due romanzi che ci dobbiamo aspettare. 
Le Locataire è uno dei primi della cuvée Gallimard, mentre il secondo è stato scritto alla vigilia della seconda guerra mondiale. Quest'ultimo è uno di quei romanzi di cui Simenon vendette i diritti cinematografici alla Continental, la casa di produzione franco-tedesca creata da Goebbels, vendita che insieme ad altre a questa società, a fine conflitto, dette non pochi grattacapi a Simenon, inseguito da un'accusa di sospetto collaborazionismo con i nazisti, e che lo convinse ad emigrare negli Stati Uniti, dove rimase poi per dieci anni.
In entrambe la storia ruota intorno ad un delitto. Nel primo è quello di un commerciante di tappeti turco che, trovatosi in difficoltà economiche, decide di risolvere i suoi problemi uccidendo un ricco olandese. Ma la polizia lo scoprirà anche nel suo particolare nascondiglio e per lui non ci sarà scampo.
Les Inconnus dans la maison, invece è la storia di un avvocato, ormai fuori dalla
professione da un ventina d'anni per di più alcolizzato, che prova a riscattarsi difendendo l'amante della figlia, accusato dell'omicidio di un uomo il realtà assassinato da una banda di giovinastri che fanno parte della società bene e che godono della copertura delle loro potenti famiglie.
Ultime notazioni. Da Les Inconnus dans la maison furono tratti due film francesi a distanza di cinquant'anni. Il primo diretto nel '42 da Henry Decoin con Raimu e Juliette Faber. L'altro del '92, che vedeva la regia di Georges Lautner e l'interpretazione di Jean Paul Belmondo e Renée Faure. Ma c'é una terza trasposizione cinematografica, inglese questa volta, nel 1967, Stranger in the House, per la regia di Pierre Rouve, con James Mason e Geraldine Chaplin come interpreti.
Anche Le locataire ebbe la sua brava versione sul grande schermo e fu nell'82, con L'Etoile du Nord, diretta da Pierre-Granier-Deferre ed interpretato da Simone Signoret e Philppe Noiret.

mercoledì 26 novembre 2014

SIMENON SIMENON. I NUMERI DI QUATTRO ANNI: POCHI, DIVERSI, ... CENTOMILA


Con questo di oggi terminano i post dedicati ai primi quattro anni di vita di Simenon-Simenon. E lo facciamo dando, per la prima volta, un po' di numeri. Non lo abbiamo mai fatto prima per vari motivi. Innanzitutto perchè il nostro intento non era quello di arrivare a numeri stratosferici. Non ci serviva. Simenon-Simenon è un blog senza scopi di lucro, questo significa che non abbiamo bisogno di dimostrare (per esempio a chi compra pubblicità su internet) di avere un numero di utenti che ci visita così appetibile da essere un'interesse per le pianificazioni pubblicitarie.
Per altro non avremmo potuto ambire a "quei numeri". Lo sapevamo fin dal principio. La nostra scelta, come si dice in gergo, é stata drasticamente verticale, detto in altre parole, abbiamo concepito e realizzato un blog che non parla di letteratura, neppure di letteratura francese e nemmeno di letteratura francese del '900. Noi ci siamo concentrati, come dice fin troppo esplicitamente il nostro nome, su uno ed un solo personaggio, il romanziere Georges Simenon.
E lo abbiamo fatto con una formula abbastanza atipica per i siti o blog che fanno questo (ce ne sono moltissimi che si occupano di scrittori, pittori, musicisti, scienziati, cineasti, scultori... e anche di Simenon), ma nessuno lo fà con la cadenza quotidiana, come ci siamo "incaponiti" a fare noi.
Quindi le nostre aspettative in quest'ambito erano assai prossime allo zero e non abbiamo messo in moto nessuna di quelle strategie che fanno aumentare le visite di un blog.
Quello che ci interessava (e ci interessa tutt'ora) era altro. Riuscire con un nuova formula a realizzare una sorta di biografia multimediale, che utilizzasse le cosiddette nuove tecnologie per raccontare, con un linguaggio comprensibile e una scelta degli argomenti non elitaria, senza nessuna velleità di critica letteraria, la vita, le opere, e l'attualità del romanziere, avvalendoci di collaboratori che nei quattro anni pian piano ci hanno seguito sempre più su questa strada.
Probabilemente quello che ci ha spinto è stata la voglia di vincere una sfida. Come si è detto, abbiamo concepito una biografia multimediale, che non ci pare abbia altri esempi, almeno in Italia, e per di più con il taglio dell'aggiornamento quotidiano, altra caratteristica più unica che rara.
Abbiamo vinto la sfida?
Beh, forse nel nostro piccolo sì. Intanto perchè dopo quattro anni siamo ancora qui e soprattutto perchè il nostro pubblico è aumentato. Ed ecco perchè, nel grafico che apre questo post, abbiamo voluto riassumere alcuni numeri essenziali di questi quattro anni. Quelli che si leggono sono il numero di visite che Simenon-Simenon riceve ogni mese. Come si può vedere dal 2010 ad oggi abbiamo realizzato un discreto aumento (secondo i dati che ci fornisce in tempo reale il web-report di Google Analitycs).
Altro motivo del perchè diamo questi nuemeri é il fatto che, in coincidenza del nostro quarto compleanno, abbiamo superato le centomile visite/mese.
Siamo coscienti che sono numeri risibili, rispetto ad esempio ai milioni di visitatori che ha quotidianamente il sito de La Repubblica. Ma noi non siamo La Repubblica e nemmeno un quotidiano on-line, nonostante abbiamo cercato di conservare un taglio informativo, dedicando spazio all'attualità che riguarda Simenon, e realizzando una rassegna stampa nazionale e internazionale, crediamo abbastanza aggiornata, di quanto i media pubblicano o trasmettono di interessante sul romanziere.
Non ci resta che ringraziare tutti quelli che ci hanno seguito nel corso di questi anni, perché sono loro ad aver dato un senso a questa avventura e ad averle fornito le gambe per arrivare fin qui.
Grazie!

Maurizio Testa

martedì 25 novembre 2014

SIMENON SIMENON. IL CASO DELLA "CHIUSA NUMERO UNO" DAI... TRE FINALI



L'écluse n° 1: questo romanzo è stato scritto durante una "scalo" a Marsilly, tra due viaggi di Simenon, che in quel periodo esplorava l'Europa, doveva, nelle intenzione del romanziere, essere l'ultimo della serie dei Maigret. Ha già pubblicato per Fayard tre romanzi non-Maigret. Diverse raccolte di racconti e tre romanzi redatti tra la fine del 1932 e l'inizio del 1933, stanno per essere pubblicati nei mesi successivi... Ma Simenon pensa più in grande, ad un altra tappa: è infatti nell'ottobre di quest'anno che firma il suo primo contratto con Gallimard.
Per lui Maigret è ormai un affare chiuso (cioè questo è quello che lui pensava in quel momento) in questo romanzo L'écluse no 1, Maigret è ad un giorno dalla pensione e probabilmente anche per il suo creatore il commissario era altrettanto vicino ad una "pensione letteraria"...
Il tono del romanzo ne risente: una certa malinconia da parte del protagonista, ma soprattutto un'atmosfera psicologica molto cupa, con il suicidio di Jean Ducrau, l'omicidio di Bébert, e questo personaggio di Emile Ducrau, che gioca a fare il duro per non guardare in faccia la vera natura delle sue relazioni con gli altri, e con la sua famiglia in particolare...
La fine del romanzo é particolarmente noir: dopo i patetici appelli di Ducrau, secondo i quali si potrebbe credere che le cose potrebbero ancora aggiustarsi, c'è la scoperta del suicidio di Gassin. Per di più Ducrou gli ha spiegato tutto e gli anche rivelato il tradimento con la sua donna e la nascita di Aline. Perchè allora questo suicidio? E' la domanda che si pone il lettore, il quale immagina che Gassin non abbia potuto sopportare il tradimento, ma lo stesso lettore non può impedirsi di domandarsi perché Gassin non abbia pensato all'avvenire di Aline commettendo questo gesto  che drammatizza tutta la fine del romanzo.  
Un finale noir, troppo noir?
La questione è tanto più pertinente in quanto negli adattamenti televisivi, tratti dal romanzo, su questo suicidio si glissa, e gli sceneggiatori hanno scelto di dare una nota di speranza: nella versione di Bruno Crémer e Jean Richard, Gassin infatti fà la pace con Ducrau e il marinaio riparte sulla sua chiatta portandosi via Aline. Un finale noir come quello del romanzo non sarebbestato accettato dai telespettatori, forse perchè il personaggio di Gassin è troppo coinvolgente per finire in un modo tanto drammatico?  E anche perchè occorre lasciare una chance a Ducrau di potersi riabilitare?
Una cosa interessante da nortare è l'adattamento fatto per la serie di Gino Cervi. Nell'episodio Gassin muore, ma non suicida: l'emozione, in seguito alle discussioni con Ducrau provoca al marinaio una fatale crisi cardiaca. E gli sceneggiatori fanno dire a Ducrau: "è come se l'avessi ucciso io stesso...".
E un altro modo di interpretare la situazione: Ducrau è "responsabile" della morte di Gassin, ma questa morte è dovuta alla fatalità e non ad una decisione di Gassin, cosa che attenua la responsabilità di Ducrau.
E voi, maigrettofili e simenonofili, cosa ne pensate? Cosa ne pensate di queste diverse modalità d'interpretare questo finale del romanzo?

Murielle Wenger

lunedì 24 novembre 2014

SIMENON SIMENON. 2010 - LO STRANO CASO DEL PRIMO BLOG QUOTIDIANO CHE... "RESISTE UN ANNO"

Non era così scontato. Sì insomma qualche complimento c'era stato, qualcuno che aveva commentato "bell'idea, ma..." Già, l'idea non era male, ma dedicare ad uno scrittore un blog quotidiano... beh poteva suonare un po' presuntuoso. Quanto poteva andare avanti una così atipica modalità di parlare di uno scrittore? Qualche mese?... Una decina di mesi? (circa 300 giorni, cioè 300 post)- Era logica conseguenza che, dopo un anno, (fine novembre 2011) che Simenon-Simenon "teneva", arrivassero i primi complimenti. Qualche quotidiano, siti specializzati e i lettori ci fecero gli auguri che a quanto pare sono serviti, visto che oggi ci troviamo a festeggiare il quarto compleanno con in archivio quasi 1400 post. Qui di seguito tre post che ricordano quei giorni. (m.t.)


SIMENON-SIMENON FESTEGGIA UN ANNO ON-LINE Il primo anno. Dodici mesi di sfida: scrivere ogni giorno di Georges Simenon. E direi che per ora ci siamo riusciti visto che abbiamo oltrepassato 430 post pubblicati. Ma... ce n'est qu'un début, siamo solo all'inizio. Per un sito o per un blog ci vogliono un paio di anni, o forse anche tre, per affermarsi e consolidare la sua posizione. Oltretutto Simenon-Simenon, parte con un handicap che però é anche la sua sfida e potrebbe diventare la sua forza: essere dedicato solo ad un autore. E fin qui nulla di particolare (sono migliaia al mondo i siti dedicati a innumerevoli autori). Il difficile arriva con la formula scelta: quella dell'aggiornamento quotidiano (sabato e domenica compresi) che avvicinano il blog ad una formula da dailynews...


SIMENON-SIMENON SU LA REPUBBLICA... GRAZIE A LOREDANA Consentiteci uno stringato post autoreferenziale. Ieri Loredana Lipperini ha citato questo blog quotidiano nella sua rubrica "Internet Club" su La Repubblica, nella sezione R2Cult. Un grazie doveroso a Loredana e a tutti coloro che in questi mesi hanno fatto crescere in fretta questa inizativa un po' particolare. Non possiamo fare a meno di ricordare a tutti il blog sulla letteratura che Loredana tiene da qualche anno, ormai indiscutibile punto di riferimento sul tema per autorevolezza e completezza: http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/



 
SIMENON-SIMENON RINGRAZIA TUTTOLIBRI DE LA STAMPA Nell'inserto TuttoLibri del quotidiano La Stampa di ieri, a pagina VIII, è stata pubblicata la notizia del primo compleanno di Simenon Simenon. Vogliamo ringraziare il responsabile e la
redazione dell'autorevole inserto culturale per l'interesse con cui
hanno valutato questo primo anniversario e per la conseguente decisione di darne notizia. E' ovviamente una soddisfazione per chi cura questo sito-blog e che vuole girare questa informazione a tutti gli appassionati lettori. Se Simenon-Simenon è approdato sulle pagine della stampa quotidiana nazionale è anche merito di tutti quelli che lo seguono con interesse e assiduità. Grazie.




domenica 23 novembre 2014

SIMENON SIMENON. L'IMPORTANZA DELLE ILLUSTRAZIONI IN UN BLOG DEDICATO A GEORGES SIMENON


Parlare di un romanziere come Simenon, che ha dedicato gran parte della sua vita a scrivere oltre quattrocento romanzi, centinaia di racconti, romanzi brevi, articoli, saggi... quindi non solo vocazione per la scrittura, ma anche una considerevole quantità di tempo impiegato per produrre un numero di opere non comune. E sappiamo, che nonostante la sua naturale propensione ad esprimersi per iscritto, e di conseguenza la naturale velocità con cui completava un romanzo, poneva una certa cura per le parole che utilizzava. Basterebbe ricordare il suo concetto di "mots-matière" o la sua scelta di pochissimi e selezionati aggettivi con cui riusciva a creare delle atmosfere, non di maniera, non posticce, ma che s'integravano con i personaggi, con la vicenda... Ma tanta attenzione alle parole non gli impediva di attribuire molta importanza alle immagini. Ieri citavamo le sue inedite copertine fotografiche dei primi Maigret,  le sperimentazioni nel romanzo fotografico con Germaine Krull, ma vale la pena ricordare che Simenon proponeva spesso dei paralleli tra la scrittura e la pittura, lui stesso era amico di pittori come Vlaminck, Derain, Kisling, Buffet... e la sua prima moglie, Tigy, era anche lei una pittrice.
Tutto ciò ci ha spinto (in realtà non ce ne sarebbe stato gran bisogno) a fare un gran utilizzo di foto, di disegni, di elaborazione fotografiche, di patchwork d'immagini. Una parte importante, per lo meno nell'impiego del tempo, nella confezione delle quotidiane pagine del blog.
Abbiamo cercato di trasmettere, anche attraverso le immagini, informazioni, sensazioni, riflessioni, atmosfere che essendo complementari al testo dei post, avrebbero dovuto completare e rendere più efficace la nostra comunicazione.
O almeno speriamo di esserci riusciti.
Per fare questo ci siamo serviti delle migliaia di fotografie che sono state scattate a Simenon (anche questa disponibilità dello scrittore a farsi fotografare così spesso e nelle più disparate situazioni dimostra la sua sensibilità alle potenzialità comunicative dell'immagine), ma abbiamo utilizzato anche delle illustrazioni. Tra queste, la maggior parte sono quelle del grande illustratore Ferenc Pinter che secondo noi ha catturato tratti e caratteristiche di quello che scriveva Simenon (per non parlare del suo Maigret con le fattezze di Gino Cervi)... al punto che possiamo dire che, se questo è un blog che parla di Simenon, non lo farebbe altrettanto bene se non potesse contare sulle immagini uscite dalla penna di Pinter.
E godiamo da qualche tempo della collaborazione di un illustratore, Giancarlo Malagutti, che già è presente e lo sarà sempre più assiduamente (lo speriamo davvero) contribuendo a contraddistinguere Simenon-Simenon con un suo profilo originale, anche nella sua dimensione visiva.  

SIMENON SIMENON. LA PIPA DI MAIGRET INZIA A NON BRUCIARE COSI' BENE

Quarta settimana di permanenza della raccolta delle inchieste del commissario simenoniano, La pipa di Maigret redatta dalla Nielesen Bookscan per l'inserto TuttoLibri, de La Stampa di sabato, scende dal primo al quarto posto della sezione Tascabili. Sul supplemento dell'inserto La Lettura, del Corriere della Sera la raccolta dei racconti di Maigret è addirittura uscito dalla graduatoria "Top 20" degli economici. Per l'Eurisko, che ha stilato la classifica dei libri più venduti per RCult de La Repubblica, nella sezione dei Tascabili La pipa di Maigret regge, tenendo la decima posizione.
Per quanto riguarda i libri venduti on-line, troviamo il titolo simenoniano al 59° posto della Top 100 di Internet Book Shop. Sulla piattaforma web della Feltrinelli.it è alla 56a posizione della classifica dei cento libri più venduti.
Invece nessuna traccia nelle classifiche delle raccolte I Maigret 6 e I Maigret 7 pur di recente uscita.

sabato 22 novembre 2014

SIMENON SIMENON. QUATTRO ANNI INSIEME...CON L'IMPORTANZA DELLE FOTO


Lo diceva Simenon stesso che le foto sono importanti, non per niente fu il primo autore a cercare di lanciare un romazo fotografico La folle d'Itteville, con una sua storia e oltre 100 scatti della fotografa tedesca Germaine Krull. E poi non scordiamo che la prima serie dei Maigret, quella dei diciannove titoli editi da Fayard, fu Simenon stesso  a volere che le copertine fossero tutte fotografiche, cioé con una stessa foto che occupava la copertina, la costa e la quarta di copertina.
Beh, noi , scusate la modestia (!), l'abbiamo sempre pensata come lui... la comunicazione testuale viene senz'altro completata e arricchita, quando é accompagnata da un adeguato corredo illustrativo.
E così quando quattro anni fa' iniziammo l'avventura di Simenon-Simenon, la scelta di corredare ogni post con un'immagine fu conseguenziale. Oggi vi riproponiamo alcune di quelle foto, reperite scavando nel nostro archivio.






 


venerdì 21 novembre 2014

SIMENON SIMENON . QUATTRO ANNI INSIEME... APPUNTI PER UN COMPLEANNO

Era fine novembre del 2010 quando iniziammo a mettere su carta, anzi on-line, un progetto ambizioso.
Realizzare un sito solo ed esclusivamente  dedicato allo scrittore Georges Simenon, che avesse un aggiornamento quotidiano e che fosse corredato di una rassegna stampa internazionale il più aggiornata possibile... sembrava più una bella idea che una possibiltà concreta.
Insomma, diciamocela tutta, inizialmente sembrava più un "proviamoci per gioco" che una vera sfida. Invece con il passare del tempo il gioco si fece più serio, l'impegno ci prese la mano e giorno dopo giorno, mese dopo mese, ci ritrovammo quasi senza accorgersene immersi in un blog dal ritmo quotidiano, i post giornalieri sul romanziere, sulla sua vita, sulle sue idee, sull'attualità, sul suo personaggio più famoso, Maigret, che poi (come d'altronde successe nella vita di Simenon) si prese un bel pezzo di spazio del blog... Insomma eravamo partiti, viaggiatori su un treno da cui ormai non era nemmeno più pensabile scendere.
All'inizio l'iniziativa suscitò qualche plauso, più per l'originalità dell'idea e, forse, per sottolineare la nostra buona volontà. Ci fu la curiosità di qualche quotidiano che citò l'iniziativa. Venne addirittura scritto, dai guru di maketing di turno, che il nostro  era un esempio classico di un prodotto sul web "vertical-content" a "target-premium" (tradotto: la massima specializzazione dell'informazione in un settore molto ristretto, che sono seguiti da poche persone, ma con un profilo, ma quale profilo?... molto alto...)
Sarà, ma noi la vedevamo da un altro punto di vista. Grazie alla possibilità tecnologiche multimediali, andava prendendo forma una sorta di biografia, non più statica, bloccata sulle pagine di carta di un volume, come s'intende generalmente. No. Questa era un biografia...viva, che ogni giorno aggiungeva qualcosa, che teneva conto dell'attualità sul romanziere, che cambiava, una biografia la quale interreagiva con i lettori grazie alle loro richieste, ai loro commenti e anche con i loro contributi. Quindi un biografia interattiva, condivisa, partecipata. Ma su questo ci torneremo più approfonditamente.
Non vorremmo tanto star qui a guardare e riguardare i quattro anni di lavoro fin qui realizzati, ma piuttosto puntare il nostro sguardo verso il futuro, cercando di immaginare come Simenon-Simenon potrà crescere, cambiare e rinnovarsi.
Ogni anno è un punto di partenza, che non vuol dire rifare tutto daccapo. Ma porsi un nuovo obbiettivo. Il nostro è quello di esplorare nuove modalità per comunicare meglio. E' quello utilizzare in questo blog metodologie sempre più avanzate, ma mai la tecnologia per la tecnologia, semmai nuovi strumenti che siano al servizio di una più completa e più approfondita conoscenza di Simenon e modalità nuove e migliori per coinvolgere voi che già ci seguite e coloro che riusciremo ad attrrarre nel futuro.
Il nostro grazie va a tutti quelli che seguendo in modo sempre crescente Simenon-Simenon ci hanno fatto arrivare a questo quarto traguardo alla soglie delle centomila visite al mese (poco si dirà, ma ricordate quello che dissero i marketing-guru a proposito del "vertical content" e del "target-premium").
Il nostro grazie va a quei prezioso collaboratori che con il loro baglio di conoscenze rendono più interessante il nosto lavoro quotidiani, volgi qui citre tra gli altri Murielle Wenger, Andrea Franco, Giancarlo Malagutti, Giorgio Muvi, Paolo Secondini...
C'era una trasmissione televisiva di Renzo Arbore diuna decina d'anni fa' che s'intitolava Meno siamo e meglio stiamo, programma che invece poi era seguitissimo... é forse questo l'augurio che Simenon-Simenon potrebbe farsi per questo quarto compleanno?...

mercoledì 19 novembre 2014

SIMENON SIMENON. E OGGI IL NOVEMBRE DEL ROMANZIERE

Dopo Maigret ieri, oggi è la volta del Novembre di George Simenon: ecco alcune tappe che sintetizzano le attività del romanziere, della sua vita e del mondo che gli gira attorno in questo pemulitmo mese dell'anno.
 
* 30 Novembre 1919: Primi passi come giornalista di Simenon: La Gazette de Liège ha pubblicato il suo prima rubruca quotidiana, Hors du Poulailler firmato Monsieur Le Coq
 
* 28 Novembre 1921: muore a 44 anni di Désiré Simenon, Georges padre
 

* Novembre 1944: Scritta, su richiesta di Sven Nielsen, una prefazione al romanzo Traqué, d'Arthur Omre ; questo è il primo testo Simenon a comparire nella nuova casa editrice Les Presses de la Cité
 
* 5 Novembre 1945: Primo incontro con Denyse Ouimet

 
* 29 novembre 1949: Simenon ha inizia a scrivere Maigret e la vecchia signora

 
* 30 Novembre 1950: Simenon inizia a scrivere Picratt del Maigret

 
* 10 novembre 1951: Simenon è stato eletto alla Royal Academy di Lingua e letteratura francese del Belgio

 
* 1 novembre 1955: Simenon ha cominciato a scrivere In caso di disgrazia

 
* 17 novembre 1959: Simenon  ha iniziato a scrivere
Maigret alle Assise
 
* 10 Novembre 1964: uscita del film di Marcel Carné Tre camere a Manhattan

 
* 5 novembre 1966: Simenon comincia a scrivere Il ladro di Maigret

 
* 6 Novembre 1967: Simenon ha iniziato a scrivere La prigione

 
* 18 Novembre 1970: Henriette, madre di George, entrata in ospedale a Liegi, dove morirà all'inizio di dicembre

 
* Novembre 1973 : Simenon scrisse in uno dei suoi dettati: "Quando sono passato in un'altra stanza, dove file di libri a non finire rivestono le pareti dal pavimento al soffitto, ho improvvisamente fatto un dietrofront e sono scappato. [...] la solo vedere questa massa di libri, di linee, di segni tipografici, mi fanno girare la testa. [...] Questo non significa che rinnego i duecento e passa romanzi che ho scritto, al contrario. Ho iniziato dalla mia adolescenza e, ferocemente, ho continuato questa ricerca dell'uomo che è stata la mia unica passione"


* 15 Novembre 1976: Morte di Jean Gabin, interprete simenoniano per eccellenza

* 3 Novembre 1977: Inaugurazione del Fondo
Simenon presso l'Università di Liegi
 
* Novembre 1980: Simenon termina di scrivere Memorie intime

 
* 27 Novembre 1981: trasmissione di una puntata di  "Apostroph," programma di Bernard Pivot, dedicata a Simenon

 
* 20 novembre 2010: Maurizio Testa inaugura blog Simenon-Simenon 


Murielle Wenger

martedì 18 novembre 2014

SIMENON SIMENON.IL NOVEMBRE DI MAIGRET

Novembre è un mese abbastanza presente nel'opera di Simenon. E' anche il titolo di un romanzo, bello e triste ... "Novembre", per Simenon, questo è il mese di Ognissanti, un mese di pioggia, vento, nebbia, gelo. Il mese che evoca probabilmente per molti lettori la famosa "atmosfera Simenon", anche se sappiamo che la serie può bearsi anche della mitezza della primavera e del caldo estivo, più volte di quanto non si potrebbe pensare (vedi http://www.trussel.com/maig/meteof.htm).
Iniziamo con una rassegna di quanto succede a
Maigret in questo mese di novembre. Domani invece presenteremo un sintetica panoramica degli eventi che hanno avuto luogo nel mese di novembre nella bio-bibliografia Simenon.




 
Una dozzina di indagini Maigret raccontate da Simenon si svolgono nel mese di novembre. L'indagine, che apre il ciclo "ufficialmente", vale a dire Pietr Le Letton, ha luogo a novembre, si sa fin dall'inizio: le raffiche di vento soffiavano, stava piovendo "grandi gocce di pioggia come noci, il freddo era come il ghiaccio" questa è la tempesta, sia a Parigi che a e Fécamp e Maigret abbandona a malincuore il suo ufficio, riscaldato dalla sua stufa infuocata, per impantanarsi nel fango vicino alla riva del mare ...
La seconda indagine nel mese di novembre è Le pendu de Saint-Pholien: questa volta, la pioggia è accompagnata dalla nebbia che offusca la luce di lampioni. Ma, grazie ai ricordi dell'autore, Maigret scopre Liegi sotto il sole, nonostante il freddo: "La nebbia si era dissipata, lasciando sugli alberi e su ogni filo d'erba [...] perline di brina bianca. Nel cielo azzurro splendeva un sole freddo, che però minuto dopo minuto, trasformava le brina in gocce d'acqua che cadeva, chiara, sulla ghiaia. "
Troviamo mareggiate di novembre ne Le chien jaune, con le parole di apertura magistrali del romanzo .. "Venerdì 7 novembre, Concarneau. La luce del vecchio orologio della città, che si vede al di sopra delle mura, segna le unidici, meno cinque. Siamo in piena marea e una tempesta da sud-ovest si intrufola tra le barche nel porto. Il vento si infila per le strade "...
Dopo, L'ombra Cinese, in cui la maggior parte dell'indagine si svolge nel mese di novembre, ecco quindi  di L'affaire San Fiacre, e la messa del giorno dei morti. Maigret procede con i suoi passi pesanti nel freddo e tra le foglie morte portate dal vento ...
Il mese di tre racconti sotto la pioggia e novembre (
La péniche aux deux pendus, L'affaire du boulevard Beaumarchais, Tempête sur la Manche), e con Maigret alle prese con il mondo del crimine venuto da oltreoceano (Maigret, Lognon et les gangsters): c'è una "pioggia lunga e fredda che cade fuori dalla finestra."
In 
Maigret se trompe, la pioggia ha preso il posto della nebbia, una "aria gialla" che alla fine si trasforma di nuovo "in una bella pioggia fredda." E ancora è Maigret, a causa di un eminente chirurgo, a porsi un sacco di domande sul suo rapporto con gli esseri umani... e allora piovono "ancora  pietre, mattoni e cemento" ...
Maigret et les témoins récalcitrants , è un romanzo dal tono molto nostalgico e che si apre piovoso, all'indomani di Ognissanti: "Eravamo nel nel mese di novembre - il 3 Novembre - e non era affatto freddo. Cadeva da un cielo basso ed uniforme una di quelle piogge che, soprattutto al mattino, sono più sottili e più insidiose delle altre. "
Infine, l'indagine di
Maigret et le fantôme , condotta in un sol giorno, a metà novembre, si svolge ancora una volta sotto la pioggia, in un ambiente umido che si adatta bene alla indole dell'ispettore sfortunato come è Lognon, e come dimostrano queste poche note del primo capitolo: "... la pioggia rimbalza sul marciapiede [...] la giornata era di un grigio sporco e pioveva sempre [...] Gli alberi perdevano le loro foglie che, bagnate, s'incollavano sul selciato. "

Murielle Wenger

sabato 15 novembre 2014

SIMENON SIMENON. IL MIO MAIGRET PERSONALE E'....


A volte il mio Maigret personale ha la morbidezza e il sorriso bonario di Jean Richard e si muove in una Parigi in bianconero degi anni '70 , o tra i colori della televisione degli anni '80...

A volte il mio Maigret personale ha lo sguardo di Bruno Crémer e si mostra sottile, serio o allegro, tutto sfumature in una scenografia costruita, ma ugualmente credibile...
Certe volte il mio Maigret personale diventa italiano e Gino Cervi gli dona il suo entusiasmo, le sue collere, e suoi scatti di voci, affiancato da una singora Maigret i cui talenti culinari non le impediscono le raffinatezze dell'analisi...
Invece ci sono delle volte che il mio Maigret personale si cala nella flemma tutta britannica di Rupert Davies e si mette a parlare inglese come se fosse nato sui bordi del Tamigi...
Alcune volte  il mio Maigret personale si mette a somigliare al suo autore, la pipa tra i denti, il cappello moscio ben piantato in testa, passeggiando con la sua andatura liegiese nei cafè di Parigi...
Ci sono delle volte in cui il mio Maigret personale diventa viaggiatore e ecco che mi porta sulla Costa Azzurra; lungo la Promenade des Anglais con le sue immagini di mare, i riflessi, mentre Sidney Bechet crea un'atmosfera jazzy con Dans les rues d'Antibes
Certe volte il mio Maigret personale preferisce il Nord, ed eccomi nella nebbia di un canale, un chiatta passa e Brel ci canta Le plat pays
Addirittura ci sono delle volte che il mio Maigret personale diventa un seduttore: ha la voce di Paolo Conte, il sorriso di Lino Ventura,  la camminata di John Wayne e viene voglia di preparargli uno spezzatino per essere sicuri di conservarlo...
A volte il mio Maigret personale diventa papà: è domenica a Meung-sur-Loire seduto sul giardino, con i fiori che sentono l'estate, il fumo della pipa che si sparge con le sue volute e Maigret è il nonno che avrei potuto avere 
Ci sono delle volte che il mio Maigret personale diventa un pungolo: su! e se faccio degli studi di "Maigret e questo" o "Maigret e quello" e mi immergo nella mia colezione di romanzi...
A volte il mio Maigret personale diventa delle sensazioni e con lui si annusano gli odori dei croissant caldi, si addenta un sandwich croccante,  mentre Parigi è invasa dai colori e si sente un rimorchiatore sibilare sotto l'arco del ponte... 
Alcune volte il mio Maigret personale è un poliziotto e con lui conduco un'inchiesta, divento uno dei suoi collaboratori, e gioco alla detective: "Capo, credo di averlo trovato!"...
Ci sono delle volte che il mio Maigret personale ridiventa un eroe di carta, ma così umano, così vicino a noi che ancora una volta prendo un romanzo a caso; questa volta, stavolta sarà, perché no, Signé Picpus, ed eccolo là, ha messo le sue bretelle, pesca in riva a Morsang, ha ritrovato Le Cloaguen grazie alla sua formidabile intuizione e arriva, una volta di più, a scoprire la verità...
A volte il mio Maigret personale è un compagnone, e grazie a lui io divido una passione con tutti voi, amici maigrettofili...

Murielle Wenger

venerdì 14 novembre 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET SALUTISTICAMENTE SCORRETTO. ESEMPIO DA NON SEGUIRE MOLTO SEGUITO

Maigret un gran bevitore, un forte mangiatore (con delle predilezione culinarie assai lontane dalle più elementari raccomandazioni dietetiche e salutiste), non pratica nessuno sport, a parte giocare di tanto in tanto una partita a bocce quando si trova giù al Sud, oppure una partita a biliardo (ah, certo.... di quando in quando percorre a piedi il tragitto da casa fino al suo ufficio... però solo se ha tempo...), oppure si dedica alla pesca sulle rive della Loira. E per di più fuma senza sosta le sue pipe! Un personaggio del tutto "politicamente" scorretto... eppure è questo, è proprio questo che fa parte del suo charme...

Murielle Wenger


SIMENON SIMENON. COME FUMARE LA PIPA FACCIA LA DIFFERENZA IN UN ROMANZIERE E IN UN COMMISSARIO


Anche se ieri abbiamo postato delle istantanee in cui si vede un assolutamente insolito Simenon fumare il sigaro (e non erano fotomontaggi....  ma frames di un filmato reale) oggi pero continuiamo a parlare di fumo però quello della di pipa... E lo facciamo con un intervento del nostro collaboratore Paolo Secondini che ci propone la sua visione del rapporto tra Simenon e il rito di fumare la pipa, ma anche di come interpreta questo come qualcosa di più di una passione che coinvolge anche il suo celebre commissario.


C’è da supporre che la pipa, per Georges Simenon, fosse qualcosa di più importante di un semplice arnese per fumare, qualcosa che, probabilmente, non era soltanto mania o passione – come d’istinto pensiamo vedendo lo scrittore, in vari filmati e immagini fotografiche, con la pipa fra i denti – ma quasi un modo di apparire, di sentirsi, di vivere, un modo senza il quale rischia di non essere se stesso, di smarrire gli aspetti più veri, caratteristici, della propria personalità.
Tutto ciò il romanziere lo trasmette ai suoi personaggi o, meglio, al suo personaggio per eccellenza: Maigret, che pure, come il suo creatore letterario, è impossibile immaginare senza la pipa in bocca, spenta o accesa che sia.
Nel racconto La pipa di Maigret, a tratti il lettore ha dinanzi un commissario piuttosto nervoso, irrequieto, che difficilmente riesce a darsi pace, poiché tormentato dal pensiero di avere perduto – poi scopre invece che gli è stata rubata – la sua pipa preferita, quella sicuramente più “buona” delle altre, e alla quale si sente parecchio legato. Sì, perché Maigret, come lo stesso Simenon, stabilisce con le pipe un rapporto quasi affettivo, sentimentale, più profondo di quanto possa apparire.
Tutto questo, soprattutto agli occhi di un non fumatore, può sembrare bizzarro, grottesco, se non propriamente morboso. Ma bisognerebbe provare a tenerla tra i denti, la pipa, a sentirsi impregnati dell’odore di una buona miscela di tabacco, la testa piacevolmente avvolta da evanescenti, sottili spirali di fumo, per sapere ciò che realmente si prova e, ancor più, che cosa la pipa trasmette a chi sa sentirla parte integrante di se stesso.

Paolo Secondini