lunedì 30 settembre 2019

SIMENON SIMENON. UNA CRITICA SENZA FINE..

Un post al vetriolo sul romanziere da parte del critico Gian Paolo Serino. Già il titolo dice tutto: "Simenon, il nazista di cui nessuno parla"

SIMENON SIMENON. UNE CRITIQUE SANS FIN...
Un post vitriolique sur le romancier du critique Gian Paolo Serino. Le titre dit déjà tout: "Simenon, le nazi dont personne ne parle"
SIMENON SIMENON. A ENDLESS CRITICISM ...
A vitriolic post on the novelist by the critic Gian Paolo Serino. The title already says it all: "Simenon, the Nazi that nobody talks about"

Non vogliamo fare i pompieri. Non abbiamo certo lo spirito di andare a spegnere il sacro fuoco della critica, ogni volta che si accende e, come in questo caso, lambisce il personaggio che è l'oggetto di questo blog. Ma d'altra parte, proprio perché ci occupiamo quotidianamente di Simenon, non possiamo far finta di non aver letto questo post scritto dal critico letterario Gian Paolo Serino, sul sito personale del giornalista Nicola Porro sabato scorso.
Per dare un'idea del tono del testo vi proponiamo l'incipit.
"Il più grande giallo che abbia mai inventato George Simenon sono i suoi lettori. Perché leggere i suoi romanzi tutti uguali? Perché leggere un autore che, come scrive nella sua poderosa autobiografia “Memorie intime”, considera i suoi lettori dei falliti? Un altro vero mistero è come abbia fatto a nascondere il suo collaborazionismo con il regime nazista: solo negli ultimi tempi, attraverso i suoi archivi privati, si sono scoperti i suoi “scheletri nell’armadio”.
Andiamo alla questione più scottante, che è anche quella posta dal titolo, la presunta "segreta" collaborazione di Simenon con i nazisti, al punto di definirlo "nazista".
Intanto vorremmo segnalare a Serino che già durante la guerra tutti sapevano che Simenon concretava questa sua collaborazione vendendo i soggetti dei suoi romanzi alla casa di produzione cinematografica Continental, ufficialmente franco-tedesca, ma in realtà facente capo a Goebbels. E questo non solo perché veniva pagato, ma anche perché ottenne un permesso per viaggiare indisturbato dalla Francia occupata a quella ancora libera e viceversa. Questa libertà di spostamento, allora molto rara, era nota ai partigiani francesi che infatti dopo la guerra volevano sottoporlo a processo.
Ma se  ci atteniamo alla fonte di cui si serve Serino, Pierre Assouline e la sua esaustiva biografia sul romanziere,  ("...La prima biografia interamente basata su fonti dirette l’ha scritta Pierre Assouline “Simenon. Una biografia” (Odoya edizioni) e contiene rivelazioni assolutamente inedite..."), vorremmo far sommessamente notare che la biografia è stata pubblicata nel 1992, cioè ventisette anni fa'. E quindi il tentativo di dare l'impressione che il fatto sia una scoperta dell'ultima ora è un po' goffo (non vogliamo assolutamente credere che l'articolo sia stato scritto tanto tempo fa'!). Se qualcuno non avesse saputo che Simenon era nel '45 fuggito in America, proprio per sfuggire ad un probabile processo per collaborazionismo, sono almeno 27 anni che Assouline l'ha scritto a chiare lettere... diciamo lo spazio di una generazione... Quindi asserire che questo fatto sia stato tenuto segreto e che nessuno ne parli non risponde a verità. Ci sono tra l'altro decine di articoli nei quotidiani di vari paesi (Italia, Francia, Inghilterra...) che hanno trattato in questi anni il tema.
La scoperta dell'acqua calda? 
Vedremo. Ma ci sono altre affermazioni nell'articolo che meritano ulteriori approfondite riflessioni che sarebbe troppo lungo trattare tutte in questo post. Ma vi diamo già appuntamento a venerdì 4 ottobre dove continueremo la disanima di questo testo.
Intanto vi segnaliamo il link al post in modo che possiate leggerlo e farvi intanto una vostra opinione. (m.t.)

Il Simenon nazista di cui nessuno parla





Nicola Porro.it - 28/09/2019 - Gian Paolo SerinoIl più grande giallo che abbia mai inventato George Simenon sono i suoi lettori. Perché leggere i suoi romanzi tutti uguali? Perché leggere un autore che, come scrive nella sua poderosa autobiografia “Memorie intime”, considera i suoi lettori dei falliti? Un altro vero mistero è come abbia fatto a nascondere il suo collaborazionismo con il regime nazista: solo negli ultimi tempi, attraverso i suoi archivi privati, si sono scoperti i suoi “scheletri nell’armadio...>>>

domenica 29 settembre 2019

SIMENON SIMENON. BON ANNIVERSAIRE, JOHN SIMENON ! - AUGURI A JOHN SIMENON! - HAPPY BIRTHDAY, JOHN SIMENON!-


« On était le vingt-neuf septembre. J’ai attendu près de deux heures durant dans le couloir, où l’obstétricien est venu m’annoncer gaiement que tout avait été pour le mieux et que tu étais un garçon. […] Un gros garçon aux cheveux sombres et aux grands yeux marron, qui regardait paisiblement ceux qui le regardaient. […] J’ai revu ta mère qui guettait mon regard.
– Tu l’as vu ?

– Oui. Il est magnifique. […]
– Tu le trouves vraiment beau ? Tu es heureux ?
Je l’étais, Johnny, et fier de mon nouveau fils. » (Mémoires intimes)
En ce vingt-neuf septembre 2019, l’équipe de Simenon-Simenon tient à adresser tous ses vœux à John Simenon, qui fête aujourd’hui ses 70 ans, et nous lui souhaitons encore de longues années consacrées à maintenir et pérenniser l’œuvre de son père.
En dehors de ses écrits autobiographiques, les allusions du romancier aux membres de sa famille proche sont rares dans ses romans, et souvent assez habilement détournées pour que le lecteur n’en soit pas forcément conscient.
Aujourd’hui, pour fêter l’anniversaire de John, nous aimerions relever cette petite anecdote.
Dans Les Mémoires de Maigret, le dernier chapitre se clôt par cet échange entre le commissaire et Mme Maigret, lorsque Maigret est en train de terminer son manuscrit :


« J’ai laissé, cette fois, la porte de la cuisine ouverte.
– Rien d’autre ?
– Dis aux Simenon que je suis en train de tricoter des chaussons pour…
– Mais il ne s’agit pas d’une lettre, voyons !
– C’est vrai. Note-le pour quand tu leur écriras. Qu’ils n’oublient pas la photo qu’ils ont promise. »
Ce roman a été écrit par Simenon en septembre 1950. Au vu de cette date, il y a fort à parier que les chaussons de Mme Maigret sont destinés au petit Johnny, né une année auparavant…

Murielle Wenger

sabato 28 settembre 2019

SIMENON SIMENON "REPORT" - BATMAN UNE LÉGENDE URBAINE E MAIGRET DOCTEUR ÈS CRIMES

Présentation de deux titres de la nouvelle collection La Fabrique des Héros éditée par Les Impressions Nouvelles. Samedi 19 octobre à 12h à la Maison Cfc Bruxelles




Quefaire Bruxelles - Avec Dick Tomasovic, professeur en Études cinématographiques à l’Université de Liège et chroniqueur culturel; et Jean-Baptiste Baronian, écrivain. Entretien mené par Anne-Lise Remacle, journaliste.
Dirigée par Dick Tomasovic et Tanguy Habrand, La Fabrique des Héros explore le grand répertoire de la culture populaire, de la littérature au théâtre, de la bande dessinée à l’animation, du cinéma à la télévision et au jeu vidéo. Confiés à des auteurs qui ont déjà fait la preuve de l’acuité de leur regard, ces petits livres noirs éclairent de manière inédite des personnages solidement ancrés dans la culture populaire. [...] De tous les détectives finauds et enquêteurs rusés qui peuplent les fictions policières, le commissaire Maigret, le célèbre héros de Georges Simenon inventé en 1931, est peut-être l’un des plus singuliers. Loin des effets de manches...>>>

venerdì 27 settembre 2019

SIMENON SIMENON. 1968 QUOTA DUECENTO ROMANZI E LA SEDUTA PSICANALITICA DI MÉDICINE ET HYGIÈNE

13 febbraio 1968. Georges Simenon compie 65 anni e in ottobre porterà a termine il suo 200° romanzo.

SIMENON SIMENON. 1968: 200 ROMANS ET UNE SEANCE PSYCHANALYTIQUE PAR "MEDECINE ET HYGIENE"
Le 13 février il fête ses 65 ans et en octobre il termine son 200e roman
SIMENON SIMENON. 1968: 200 NOVELS AND A PSYCHOANALYTICAL SESSION BY "MEDECINE ET HYGIENE"
On the 13th of February he turns 65 and in October he finishes his 200th novel






"Il y a encore des noisetiers". questo il titolo del duecentesimo romanzo scritto a Epalinges, nello stesso anno in cui, a giugno, si era sottoposto alla famosa intervista dei medici-redattori della rivista ginevrina Médicine et Hygiène. Nello stesso anno aveva scritto "Maigret hésite" et "L'Ami d'enfance de Maigret" e  un altro roman dur, "La main"
Come era Simenon a 65 anni? Certo un personaggio ormai soddisfatto di sé, almeno da un punto di vista letterario. La sua vita personale gli dava invece qualche grattacapo. Denyse, la sua seconda moglie che aveva definitivamente lasciato la famiglia in un equilibrio mentale decisamente precario, era stata ormai da tempo sostituita da Teresa, l’ultima compagna dello scrittore. La grande villa di Épalinges, soprannominata il bunker, si andava svuotando dei membri della famiglia Simenon. Il primogenito, Marc, a Parigi per lavorare nel cinema. John è negli Usa a studiare. Marie-Jo è una adolescente di quindici anni che ha iniziato a mostrare dei problemi psichici, cosa che non può certo far dormire sonni tranquilli al padre. Pierre il figlio più piccolo ha solo sei anni. 
Il rapporto con Teresa è molto tranquillo e tranquillizzante. Ed è importante per lui in questa fase della vita.
Nel frattempo la madre Henriette, a Liegi (dove sempre in quell'anno nel quartiere Outremeuse la rue Pasteur diventa rue Georges Simenon) con la quale Georges ha sempre avuto un rapporto assai conflittuale, nel 1968 viene intervistata dalla televisione belga in occasione dei suoi novant'anni (ma lei in realtà ne aveva solo 88) e a novembre si trasferisce definitivamente nella casa di riposo delle Orsoline a Fouron-le-Comte 
Simenon non sa, evidentemente, che gli rimangono solo sette anni prima di concludere la sua vita da romanziere. Una vita iniziata a nemmeno vent'anni e che fino ad allora lo aveva tenuto impegnato tra i Maigret e i romans durs per quasi quarantacinque anni. Una dedizione totale alla scrittura, anche se lui era molto veloce nel comporre e quindi il tempo materiale che dedicava alla stesura di un romanzo può sembrare ben poca cosa. In realtà va considerato che Simenon era sempre in ascolto, naturalmente predisposto ad immagazzinare nella sua testa persone, ambienti, vicende, che al momento opportuno sarebbero uscite fuori dal suo archivio mentale, anche molto tempo dopo. E poi scriveva sia nel suo studio (con tutti i rituali del caso), ma anche in viaggio nelle condizioni più disparate, come se le condizioni esterne non potessero influire granché sulla sua concentrazione e sul suo famoso état de roman.
Ma torniamo all'intervista di Médicine et Hygiène che ci dice qualcosa d'interessante dello scrittore in quegli anni.
Quando non sto bene in salute e dico al mio medico che non mi sento bene, il dottore mi risponde: - Quando inizierete a scrivere un nuovo romanzo? -. E io gli rispondo: - Entro otto ore- - Allora va bene – E, come se mi prescrivesse una terapia: Iniziate prima possibile -. Ed é la cura più adatta a me”.
E questo signore di 65 anni, dopo duecento romanzi, con tutta la popolarità di cui godeva, aveva ancora bisogno di scrivere per stare bene. Il periodo d’intervallo tra un romanzo e l’altro rischiava di diventare il tempo del malessere. Per alcuni si parla del “male di vivere”, per Simenon forse si dovrebbe parlare di “male del non scrivere”. Quasi che quella fosse la sua vera vita e quella reale scorresse invece in secondo piano. Tanto che quando iniziava un romanzo aveva bisogno di costruire non solo il personaggio, ma addirittura i luoghi in cui la vicenda si svolgeva. E fin nei minimi dettagli.
"...Io disegno la pianta dell'appartamento o della casa, molto schematicamente, perché devo sapere se le porte si aprono a destra o a sinistra, se il sole entra da questa o da quella finestra...Tutto questo è necessario. Bisogna che io possa muovermi in questa casa come se fossi nella mia..."
Ma la vita reale che conduceva ogni giorno gli piaceva? La fama, la ricchezza e le gratificazioni letterarie gli bastavano? 
Quante volte Simenon ha ripetuto la frase “Vorrei essere uno come gli altri”?
Dietro questa affermazione c’è molto probabilmente la figura di Désiré, il padre, che per Georges rimane un punto di riferimento fondamentale. Andiamo a vedere quello che dice con ammirazione di quella figura. 
Dopo aver descritto le varie occasioni rifiutate dal genitore, che aveva rifiutato la possibilità di passare da semplice impiegato a un lavoratore più ricco e di salire qualche gradino nella scala sociale, afferma “… io credo che mio padre fosse un uomo felice. Malgrado la mediocrità della nostra vita, egli si sentiva in pace con sé stesso e con gli altri […] ho la sicurezza che mio padre fosse un uomo felice ed equilibrato: un saggio… […] a causa di questi motivi [la mancata carriera] per vent’anni mio padre si è lasciato rimproverare da mia madre anche in modo piuttosto violento… lui non rispondeva, abbassava la testa e non le disse mai: E’ perché sono malato ”. E’ morto a quarantaquattro anni d’infarto…”.
Nella seduta con Médicine et Hygiène ci sono moltissimi altri temi, ma qui ci interessava mettere l’accento su come il ricordo del padre fosse così forte e la figura che rappresentava fosse per lui molto importante. Désiré non era legato all’approvazione sociale, alle gratificazioni materiali, ma era soddisfatto della sua vita, del dovere compiuto e non aveva bisogno nemmeno di difendersi dalle accuse degli altri.
Forse al compimento dei 65 anni, Simenon che nella sua vita ha visto franare due matrimoni, vede ora i figli crescere e allontanarsi, vanificarsi il sogno della grande villa di Epalinges, progettata da lui per tenere insieme la famiglia, è diventato un “bunker” da cui sempre più gli altri si allontanano. Le sue macchine costose rimangono ferme nel garage, i quadri di famosi pittori non hanno più ammiratori, i sontuosi salotti sono deserti… insomma Simenon si rende conto che tutte le ricchezze e il fasto della sua vita, che aveva cercato di concretare nella grande villa di Épalinges, non valgono più nulla, almeno ora ai suoi occhi non significano più niente. Tanto è vero che qualche anno dopo l’abbandonerà, lasciando lì tutto, libri, mobilìo, preziosi soprammobili, i ricordi di una vita, per traslocare, con pochissime cose, in un minuscolo appartamento di un grande condominio popolare a Losanna. Lui e Teresa, vanno a fare una vita semplice, stavolta davvero come se Georges fosse uno come gli altri. E secondo noi in questa fase il modello del padre, così vividamente ricordato nell’intervista, é più o meno coscientemente presente nella vita e nelle scelte dello scrittore. (m.t)

giovedì 26 settembre 2019

SIMENON SIMENON. SIMENON IN DEAUVILLE: PULP FICTION AND THE CREATION OF MAIGRET

Deauville as setting in Simenon's popular fiction


SIMENON SIMENON. SIMENON A DEAUVILLE: "PULP FICTION" E LA CREAZIONE DI MAIGRET
Deauville come posto dell'azione nei romanzi popolari di Simenon
SIMENON SIMENON. SIMENON A DEAUVILLE: "PULP FICTION" ET LA CREATION DE MAIGRET
Deauville comme lieu de l'action dans les romans populaires de Simenon

Maurizio Testa’s post of August 14 features a photo of Simenon signing copies of the early Maigret novels in front of the Bar du Soleil in Deauville, Normandy in August 1931. The up-market resort of Deauville is a recurrent setting for Simenon’s popular fiction of the late 1920s and appears again in the short story ‘La fleuriste de Deauville’, part of the Dossiers de l’Agence O series, written in 1938 and first published in Police-Roman in 1941. 
Exclusive seaside resorts such as Deauville, Cannes, Monaco and Biarritz were a frequent choice for the settings of the popular escapist literature of the 1920s. The relative prosperity of the period meant that lower-middle class readers has disposable income with which to purchase books and the recent horrors of the 1914-1918 world war made the subject matter of adventure without danger, romance and conspicuous consumption a winning formula.
In L’Amant sans nom, appearing in 1929 under the pen-name Christian Brulls, Simenon’s readers encounter the heroic figure of Yves Jarry, gentleman burglar and seducer of beautiful women. At Deauville, Jarry becomes romantically involved with Eléonore Bruce, the wife of a wealthy American, but he also feels attracted to Jessie, a niece of the Bruces. Eléonore’s husband is killed and Jarry is found guilty. Eléonore rescues him from penal servitude in Guyana on her yacht and the couple returns to France where they steal a quantity of gold ingots from a train. Jarry and Eléonore take refuge in a villa at Deauville and the police lay siege. Jessie arrives and, unable to choose between the two women, Jarry attempts suicide. When he recovers consciousness, Jarry discovers that it was Eléonore who had killed her husband; she flees to Polynesia, leaving Jarry free to marry Jessie.
The action of La Figurante, written in 1929 but published in 1932, once again under the pseudonym Christian Brulls, is divided between Deauville and Paris. The story revolves around the murder of a rich banker, Isaac Reiswick, the plotting of his secretary, Mornier, and a love story involving a young woman, Nadine Langevin, and an engineer, Jacques Morsan.  La Figurante is the second of four ‘proto-Maigrets’, all published under pseudonym, in which the commissaire appears but is not the central character.
Simenon’s third Deauville narrative is the short story ‘La fleuriste de Deauville’, written
in 1938. With Maigret retired, inspecteur Torrence has left the police judiciaire to set
up a private detective agency, L’Agence O, with his collaborator the photographer Emile. Torrence and Emile are in Deauville observing madame Davidson, the wife of a wealthy American, when Loulou, a flower seller at the casino, is murdered with a bullet from madame Davidson’s revolver. Shortly after, monsieur Henry, head porter at the hotel Royal, is discovered killed with a bullet from another weapon. Emile solves the case by immersing himself, in the manner of Maigret, in the life of the staff and clients of the Royal. It transpires that count Vatsi, a wealthy Hungarian guest at the hotel, had recognised Henry as a former rival in love and realised that madame Davidson and Loulou were the daughters of Henry and his (Vatsi’s) former fiancée. By the purest coincidence, all of the characters were in Deauville at the same time and Vatsi had killed Henry and Loulou using Madame Davidson’s stolen revolver in order to throw suspicion on her.
This brief account of three of Simenon’s Deauville stories gives a feel for both the ambiance of the town in the inter-war period and for Simenon’s popular fiction. Deauville is, moreover, at the centre of the emergence of Maigret, both in name and in form. In La Figurante, the commissaire shows sympathy for the falsely-suspected Nadine and Jacques, sending them flowers at the end of the story. The Maigret of La Figurante is a not yet fully-formed character, but for his physical appearance and personal habits, Simenon would draw heavily on the pipe-smoking  inspecteur N. 49 of l’Amant sans nom, a big heavily-built man with the stoic air of a peasant and an obstinate character to match. Whatever the policeman’s name, Simenon was clearly on his way towards the creation of one of the most famous characters in the history of crime fiction.  

William Alder

mercoledì 25 settembre 2019

SIMENON SIMENON. L'ALBUM PHOTOS DE MAIGRET - L'ALBUM FOTOGRAFICO DI MAIGRET - MAIGRET'S PHOTO ALBUM

Pour les 90 ans de sa naissance, le commissaire nous ouvre son livre de souvenirs. Nous vous proposons, à quinzaine, une rubrique pour commémorer cet événement phare de cette année 2019.


Per i 90 anni dalla sua nascita, il commissario ci apre il suo libro dei ricordi. Noi vi proporremo, ogni 
quindici giorni, una rubrica per commemorare questo avvenimento clou per l’anno 2019.


For the 90th anniversary of his birth, the Chief Inspector shows us his memory book. We propose a fortnight column to commemorate this milestone event of this year 2019.







Mon aventure à la télévision allait se poursuivre. Après avoir été un commissaire anglais, voilà que je devenais italien. Gino Cervi se glissait dans mon pardessus, et me prêtait toute sa verve méridionale.


La mia avventura alla televisione andava proseguendo. Dopo essere stato un commissario inglese, ecco che trasformarmi in uno italiano. Gino Cervi si infilava il mio cappotto, e mi prestava tutta la sua verve meridionale.


My adventure on television was going to continue. After having been an English Chief Inspector, now I vas becoming Italian. Gino Cervi slipped into my overcoat and lent me all his southern verve.


martedì 24 settembre 2019

SIMENON SIMENON. QUAND MAIGRET APPARAÎT DANS LE TITRE…


A propos de la traduction des titres des romans

SIMENON SIMENON. QUANDO MAIGRET APPARE NEL TITOLO...
Sulla traduzione dei titoli di romanzi
SIMENON SIMENON. WHEN MAIGRET APPEARS IN THE TITLE...
About the translation of the titles of the novels





Parmi tous les problèmes auxquels on est confronté lorsqu’il s’agit de traduire un roman, il y a le titre. C’est un élément important d’un livre, le premier indice relevé par le lecteur, en même temps que le nom de l’auteur. Un titre peut orienter un choix : il peut être attirant, intrigant, ou au contraire n’éveiller aucun intérêt. On peut imaginer que Simenon, tenant à ses prérogatives d’auteur comme l’attestent ses négociations parfois âpres avec ses éditeurs, a gardé une certaine mainmise sur le choix du titre pour ses romans. L’examen de ses manuscrits montre d’ailleurs que le titre définitif du roman y figurait déjà.
Le choix d’un titre n’est pas anodin, parce qu’il « devrait donner l’ambiance du roman », comme le disait Simenon lui-même. Et par conséquent, quand il s’agit de traduire le roman, il faut aussi être attentif au titre que l’on choisira. Plusieurs pistes s’offrent au traducteur : traduction littérale, en principe la plus proche de ce que voulait l’auteur, mais qui peut parfois, selon la langue, induire à des erreurs d’interprétation ; ou traduction qui respecte le sens du titre original, mais avec d’autres mots.
Avec les romans Maigret en particulier, se pose aussi la question de la « série », c’est-à-dire que s’il est prévu de publier des traductions de plusieurs romans, on voudra peut-être leur donner un aspect de collection, et donc mentionner dans chacun des titres le nom de Maigret. Or, on le sait, dans leur version originale, tous les romans de la saga ne contiennent pas le patronyme du commissaire dans leur titre. Va-t-on alors l’ajouter dans le titre traduit ?
Un autre phénomène apparaît aussi, lié à la chronologie. Lorsque les premiers romans Maigret furent traduits, la saga du commissaire n’était pas, par définition, encore bien connue au-delà des frontières. Ce qui a pour conséquence que le traducteur pouvait se sentir plus libre dans son choix de traduction du titre, car les futurs lecteurs n’avaient pas forcément comme point de référence le titre original.
C’est un sujet que l’on peut très bien illustrer en prenant comme exemple les traductions italiennes. La première traduction italienne de Pietr le Letton, en 1933, porte le titre de Pietro il Lettone. Une traduction littérale, où n’apparaît pas le nom du commissaire, pas plus que celui-ci n’est mentionné dans le titre original. Dans les années 1950, l’éditeur Mondadori publie les romans Maigret dans la collection Biblioteca Economica. Les premiers volumes de cette collection sont des traductions des romans parus aux Presses de la Cité, où apparaît le nom de Maigret dans le titre. Les couvertures de la Biblioteca Economica présentent un aspect uniforme, où le mot « Maigret » dans le titre est graphiquement étudié, et ce titre apparaît sur un fond de couleur, sans dessin. Par conséquent, lorsque dans cette collection sont publiés les titres traduits des romans de la période Fayard, le mot « Maigret » se doit d’apparaître pour conserver cette unité. Ce qui fait que Pietr le Letton est traduit par Maigret e il Lettone. Ce titre sera conservé pour toutes les éditions suivantes chez Mondadori, permettant aussi une unité dans les nouvelles collections, dont Oscar Gialli, puis les couvertures dessinées par Ferenc Pinter. Mais, lorsque Adelphi reprit les droits de traduction, dans les années 1990, la donne avait changé : les lecteurs eux-mêmes étaient sans doute davantage au fait des éditions françaises originales, et une nouvelle politique de traduction fit qu’on essayait d’être plus près du titre français. Pietr le Letton fut donc traduit par Pietr il Lettone.
On pourrait faire la même constatation pour les autres romans parus originellement chez Fayard (mais aussi ceux chez Gallimard, qui, eux non plus, ne mentionnent pas le nom de Maigret dans leur titre). Cependant, il arrive parfois que le titre de la traduction la plus récente s’éloigne du titre original, et on pourrait chercher à voir quel élément du titre original a été conservé dans la traduction, ou au contraire quel choix a été fait dans un titre modifié. Ce sera l’objet d’un prochain billet…

Murielle Wenger

lunedì 23 settembre 2019

SIMENON SIMENON "REPORT" - LITERATURE'S ENDURING HERO: THE INSPECTOR MAIGRET NOVELS WILL SOON ALL AVAILABLE IN ENGLISH


The Parisian sleuth, and his author Georges Simenon, are some of the most beloved characters of the modern detective novel genre




Arts & Culture - 23/09/2019 - Chandrahas Choudhury - From Agatha Christie to Elmore Leonard, Alexander McCall Smith to Stieg Larsson, Margaret Doody to HRF Keating, the twentieth-century detective novel covers a vast thematic, emotional and linguistic range. In it we find all the perfidy and perversions of human nature, the relationship between criminality and society, the gulf that lies between the letter of the law and the idea of justice, the quest for truth and the need for lies, unfolded in a thousand ingenious and insightful tints.
But if pressed to choose an exemplar of the modern detective novel from among the dozens of contenders who could legitimately press their case, many readers would, I think, vote for the astonishingly productive and consistently compelling Belgian mystery writer Georges Simenon (1903-1989), creator of the everyman Parisian police inspector Jules Maigret...>>>

domenica 22 settembre 2019

SIMENON SIMENON. 28 NUANCES DE MAIGRET - 28 SFUMATURE DI MAIGRET - 28 SHADES OF MAIGRET





11. Maigret enquête chez la bourgeoisie de province
« Il n’était pas encore habitué à cette province âcre et secrète et s’y sentait les coudées beaucoup moins franches que dans son bureau du Quai des Orfèvres. […] C’était une affaire sans pipe, autrement dit une enquête se déroulant dans les endroits où le commissaire ne pouvait décemment pas garder son brûle-gueule à la bouche. […] Ça va être gai ! soupira-t-il en frappant enfin le fourneau de sa pipe contre son talon. » (La Vieille dame de Bayeux)


11. Maigret indaga tra le borghesia di provincia
« Non si era ancora abituato a questa provincia acre e segreta e si sentiva meno libero che nel suo ufficio di Quai des Orfèvres […] Era un affare senza pipa, vale a dire un’indagine che si svolgeva in luoghi in cui il commissario non poteva normalmente tenere in bocca la sua « brucia-gola » […] Sarà divertente ! sospirò alla fine, sbattendo il fornello della sua pipa contro il tacco (La vecchia signora di Bayeux)


11. Maigret investigates at the provincial bourgeoisie
“He still was not used to this bitter and secret province and he felt he could not have as much a free hand than in his office at the Quai des Orfèvres. […] It was what he called a "pipeless affair", an investigation which took place in areas where the Chief Inspector couldn't decently keep his throat-burner in his mouth. […] This ought to be fun!' he sighed, tapping the bowl of his pipe against his heel.” (The Old Lady of Bayeux)




sabato 21 settembre 2019

SIMENON SIMENON "REPORT" - IL COMMISSARIO MAIGRET DI CARCUPINO IN MOSTRA AL WOW SPAZIO FUMETTO DI MILANO

AF News - 19/09/2019 - Domenico Vescio - Per festeggiare i novant’anni del commissario Maigret, WOW Spazio Fumetto, in collaborazione con l’Associazione F.N. Carcupino, presenta la mostra “Il Commissario Maigret (21 settembre/20 ottobre). I romanzi di Simenon nell’arte di Carcupino”: un’esposizione di oltre 30 tavole originali realizzate dall’artista Fernando Carcupino per illustrare racconti e romanzi di Maigret, pubblicati a puntate soprattutto sul settimanale “Grazia” a metà anni Sessanta. Il settimanale, fondato nel 1938, nel dopoguerra è diventato per la Arnoldo Mondadori Editore (la casa editrice che pubblica Maigret fin dal 1931) una delle colonne portanti, rivolta alla moderna donna italiana. Nelle splendide illustrazioni di Carcupino, Maigret ha naturalmente il volto dell’attore Gino Cervi, che sta portando il personaggio di Simenon...>>>

venerdì 20 settembre 2019

SIMENON SIMENON "SOUVENIR" - HENRIETTE LIBERGE, DETTA LA BOULE, LA "FEMME DE CHAMBRE" E DI LETTO DI SIMENON

Henriette Liberge era una ragazza di provincia. Veniva da una famiglia di pescatori di Bénouville, un paesino della Normandia, ma aveva una sola aspirazione... andar via da quel villaggio.

SIMENON SIMENON. HENRIETTE LIBERGE, DITE "BOULE", FEMME DE CHAMBRE ET AMANTE DE SIMENON
Henriette Liberge était une fille de la province. Elle venait d'une famille de pêcheurs de Bénouville, en Normandie, et elle avait une seule aspiration… quitter ce village.
SIMENON SIMENON. HENRIETTE LIBERGE, CALLED "BOULE", SIMENON'S MAID AND LOVER
Henriette Liberge was a girl from the province. She came from a family of fishermen in Bénouville, Normandy, and she had but one desire… to leave this village.


Era il 1927 e Simenon con la prima moglie, Tigy, fecero una breve vacanza presso dei loro amici e lì conobbero la giovane che allora aveva vent'anni. Accettò molto volentieri di seguirli a Parigi, non solo per approdare alla città dei sogni, ma anche perché Simenon, che lei chiamava "mon petit monsieur joli" (allora aveva 24 anni), le ispirava un sentimento di fiducia e di attrazione. Lo stesso si può dire per lo scrittore che la definiva "...bionda, fisicamente dotata e semplice...". Questa intesa doveva esser chiara anche alla consorte che mise in guardia Simenon, minacciando il suicidio se fosse venuta a conoscenza di un tradimento. A casa Simenon Henriette fu subito ribattezzata Boule. Entrò pian piano nel menage coniugale prendendo in mano le redini della casa. Ma l'intesa tra lo scrittore e la femme de chambre si fece più intima e come racconta Henriette stessa: "Vivevamo in tre in due stanze e la nostra attrazione era difficile da nascondere. Ma Georges iniziò a tradire Tigy prima a metà, poi a tre quarti, quindi quasi del tutto e infine totalmente". Il significato di questa singolare affermazione va spiegata con il fatto che la Boule era vergine e Simenon, a suo dire, esitava a togliere quella dote che un futuro marito avrebbe apprezzato. Ma poi una volta superata questa perplessità iniziarono a fare l'amore sempre più spesso, finché divenne una consuetudine quotidiana. Come ebbe più volte a dire Simenon "Io non sono un vizioso, ho solo bisogno di soddisfare un'esigenza fisiologica e più volte al giorno". E infatti il turno de la Boule era quello del dopo pranzo, quando lui si ritirava per il riposo pomeridiano.  Lei lo raggiungeva, consumavano senza fretta, e senza nemmeno tante smancerie l'atto sessuale, poi lei tornava alle sue occupazioni casalinghe e lui a dormire. Per Simenon era un donna ideale: aveva dell'ammirazione sincera per lui, ci andava a letto senza  complessi o complicazioni sentimentali, e tutto questo non influiva minimamente sul loro rapporto. Anzi. Simenon non solo le era molto affezionato, ma la considerava al punto di farle leggere, all'epoca, dei brani di quello che scriveva. E se a lei non piacevano, buttava tutto e ricominciava da capo.
Questo loro rapporto durò per anni. E quando Simenon nel '45 partì per gli Stati Uniti e lei, per un problema di passaporto, non potè partire con loro  e li raggiunse dopo quasi un anno, cosa che per lui fu un dispiacere sincero. E il patatrac d'altronde era già successo. Fu durante il loro soggiorno in Vandea, nel 1942 a Saint Mesmin, quando Tigy sorprese nella siesta pomeridiana suo marito e la Boule a letto insieme. Simenon fu franco. Le spiegò che era un'abitudine, che durava da una ventina d'anni e non solo con la Boule. Non aveva coinvolgimenti sentimentali con nessuna di queste donne, che erano solo uno strumento per soddisfare i suoi bisogni fisiologici (l'intesa sessuale tra moglie e marito aveva dei seri problemi). Secondo la Boule però Tigy sapeva tutto e da un bel po', ma faceva finta di niente. Alla fine Tigy e Georges decisero che per il bene del loro figlio Marc, avrebbero continuato a vivere come marito e moglie, ma con una libera e indipendente vita sentimentale e sessuale.

La Boule rimase con con Tigy anche dopo il divorzio da Simenon, nel 1950, quando lui in America sposò Denyse, la sua segretaria-amante canadese che viveva in casa loro dal '45, anno dell'arrivo negli Usa. Poi Henriette lo seguirà al ritorno in Europa nel '55, anche quando alla villa di Epalinges, entrerà Teresa Sburelin (che diventerà la sua ultima compagna, dopo il fallimento del matrimonio con la seconda moglie Denyse anche per problemi di salute mentale). La nuova arrivata iniziò come cameriera, era veneta e personalmente raccomandatagli dalla moglie del suo editore italiani ed amico, Arnoldo Mondadori. La Boule capisce di essere di troppo e se ne torna da un'altro Simenon, Marc il figlio primogenito, e la sua famiglia.
Insomma quasi trent'anni di vita insieme al romanziere, trent'anni di intimità e di affetto, come si fa a dire che non fu una donna fondamentale per Simenon?
Ma facciamo finire questo "tranche de vie" proprio dalle parole di Boule.
"Quando ero giovane, credevo che gli scrittori fossero della gente che passeggiava in un grande parco portandosi dietro una grande cappa in testa. Poi ho capito. Senza Simenon, avrei sposato un idiota come me a Bénouville. Avrei avuto molti figli come tutti gli altri. E poi? Io e Georges siamo simili, io e lui, come degli animali. Noi non ci pensavamo troppo... Ci siamo molto amati... Le sue qualità? E essere sé stesso, ed essere umano. Quello che caratterizzava il nostro rapporto era infatti l'umanità. Non basta? Era un uomo normale con i pregi e i difetti di un uomo normale". (m.t.)

giovedì 19 settembre 2019

SIMENON SIMENON. WHEN SIMENON CEASED TO BE A NOVELIST…

Why Simenon decided to stop writing novels


SIMENON SIMENON. QUANDO SIMENON CESSÒ DI FARE IL ROMANZIERE
Perché Simenon ha deciso di smettere di scrivere romanzi
SIMENON SIMENON. QUAND SIMENON CESSA D’ÊTRE UN ROMANCIER...
Pourquoi Simenon décida d’arrêter d’écrire des romans





September 18, 1972. Simenon, in his house in Epalinges, had ended in February Maigret and Monsieur Charles. By now he was almost alone in his big residence. His second wife Denyse had definitely broken bonds with Georges (even if they were still married). Marc, engaged in his job as a film director, was living in Paris. John was studying in the USA. Marie-Jo was often around. In Epalinges, the novelist was living with his third son Pierre and with his partner Teresa.
Simenon was about to write a new novel. Following his rituals, he prepared everything he needed, chose a provisory title, Victor. Then, as always, a list of names and surnames, chronological and geographic references, the whole written down on the usual yellow envelope. Some notes: Victor, solicitor… his wife Berthe… his son Raymond… a wife who kills her husband and who, once the sentence is served, disappears in South America… The plot was still vague, as usual Simenon still did not know how it would go to an end.
Then little by little the novelist realized that the famous click would not occur, that he would not enter the “état de roman”, and that he would not get into Victor’s skin. On the eve of his seventy years the novelist became aware that he would not be able to write that or other novels. What happened?
There were several motives. For example fatigue and stress when getting into his characters’ skin for over forty years and hundreds of times… Had maybe Simenon felt the danger of being on the verge of a point of no return? Or the danger of getting definitely lost in his creatures?
Some years before, when considering the hypothesis that some day he couldn’t be anymore able to write, he stated: “It would be a terrible shock for me and I don’t know how my doctor could help me recovering…” And on the contrary Simenon seemed to suffer passively the situation as ineluctable, as the sign of the end of a phase, a conscious fatalism that you couldn’t struggle against destiny, just the same way it happened for the characters in his novels. He too had gone to the extreme consequences of his fate, that is to say not writing anymore.
“I’ve decided to not write novels anymore”, he told in the interview he had with Henry Charles Tauxe in February 1973. This heavy sentence meant that Simenon was probably worn out by a life dedicated to creative effort, by the psychological stress in making emptiness within himself to make room for the protagonist of the moment, in trying to be another man for a brief period.
In this interview Simenon also told that he had had to be cured in hospital for vertigos that lasted for an hour. The treatment allowed vertigo to be reduced to some minutes. “To write my novels I need to be in 100% good shape. Particularly because my novels are getting more and more “durs”… So I’ve decided to stop… I think I’ve decided at the same time to get rid of this house (Epalinges)… For me it will be liberation…”
In fact Simenon had never stopped writing novels since 1923, first alimentary literature, then the Maigret novels and then the other novels. During the first years he had had a crazy rhythm and then this rhythm had remained very prolific in the following years. Moreover he had once stated that while the Maigret novels had first been a kind of relaxing and evasion moment between two “romans durs”, in the last years these Maigret novels would get closer to the other novels and thus they would require a similar effort.
“Now I want to live my life, I’m free, I feel happy and perfectly serene. I was getting slave of my characters. It was very tiring. […] I’m getting into my own skin, my own life and I don’t have the strength anymore to create characters…”
So it was an ended cycle. No more “romans durs”, no more Maigret novels, and he left Epalinges after a few months; everything was now behind him. From now on he would be an ordinary man, and would live with Teresa as an ordinary couple. They went to live in an ordinary apartment in Lausanne.
Just as his biographer Pierre Assouline stated, Simenon “finally felt as man like any other. Yet he was the only one who believed it…”


by Simenon-Simenon

martedì 17 settembre 2019

SIMENON SIMENON. 30 ANS APRÈS... 30 ANNI DOPO… 30 YEARS LATER…





Aucun simenonien ne peut dorénavant l’ignorer: cette année, nous commémorons les 30 ans de la disparition du romancier. Notre blog lui rend hommage, à sa façon, en proposant cette rubrique à quinzaine.


Nessun simenoniano potrà d’ora in poi ignorarlo: quest’anno ricordiamo i 30 anni dalla scomparsa del romanziere. Il nostro blog gli renderà omaggio, a modo suo, proponendo questa rubrica ogni quindici giorni.


No Simenonian can ignore it now: this year, we commemorate the 30th anniversary of the disappearance of the novelist. Our blog pays tribute, in its own way, by offering this fortnight column.







4) Evénements divers ayant eu lieu le 30 du mois

30 novembre 1919 : parution, dans La Gazette de Liège, du premier billet d'humeur de Simenon
30 mars 1944 : publication chez Gallimard des Nouvelles Enquêtes de Maigret
30 novembre 1950 : Simenon commence Maigret au Picratt's
30 décembre 1966 : sortie du film Maigret a Pigalle avec Gino Cervi
30 avril 1971 : sortie au cinéma de Le Chat
30 décembre 1976 : mort de Sven Nielsen
30 novembre 1978 : Simenon commence sa dictée Les libertés qu'il nous reste



4) Avvenimenti diversi successi il 30 del mese

30 novembre 1919 : pubblicazione ne La Gazette de Liège, del primo articolo della rubrica di Simenon
30 marzo 1944 : pubblicazione con Gallimard delle Nuove Inchieste di Maigret
30 novembre 1950 : Simenon inzia a scrivere Maigret au Picratt's
30 dicembre 1966 : uscita del film Maigret a Pigalle con Gino Cervi
30 avril 1971 : uscita al cinema di Le Chat
30 dicembre 1976 : morte di Sven Nielsen
30 novembre 1978 : Simenon comincia il suo Dictée Les libertés qu'il nous reste



4) Various events that took place on the 30th of the month

November 30, 1919: publication, in La Gazette de Liège, of Simenon’s first column
March 30, 1944: publication by Gallimard of Les Nouvelles Enquêtes de Maigret
November 30, 1950: Simenon begins Maigret au Picratt's
December 30, 1966: release of the film Maigret a Pigalle with Gino Cervi
April 30, 1971: release of the film Le Chat
December 30, 1976: death of Sven Nielsen
November 30, 1978: Simenon begins his dictation Les libertés qu'il nous reste

Murielle Wenger

SIMENON SIMENON. SIMENON ET DELFZIL, EN CINQ ETAPES

A quelles occasions le romancier s’est rendu dans le port hollandais
SIMENON SIMENON. SIMENON E DELFZIJL, IN CINQUE PASSI
In quali occasioni il romanziere è andato al porto olandese
SIMENON SIMENON. SIMENON AND DELFZIJL, IN FIVE STEPS
On which occasions the novelist went to the Dutch harbour


Nos lecteurs le savent bien, en cette année 2019, nous fêtons les 90 ans de la naissance de Maigret, qui, selon la légende imaginée par Simenon, aurait été créé alors que le romancier accomplissait un voyage à bord de son bateau l’Ostrogoth. C’est en septembre 1929, lorsqu’il se trouvait tout au nord des Pays-Bas, dans le port de Delfzijl, que le romancier vit surgir la silhouette de son héros, après qu’il eut absorbé quelques petits verres de genièvre.
Simenon a gardé un bon souvenir de cette région, qu’il évoque souvent dans ses textes autobiographiques, et naturellement Delfzijl y figure en bonne place. Le romancier s’est trouvé à cinq reprises à Delfzijl, et ce sont ces cinq passages que nous allons évoquer dans le billet d’aujourd’hui.
Simenon aborde pour la première fois Delfzijl au cours de l’été 1929. En effet, il semble y avoir fait un premier bref passage lorsqu’il remonte jusqu’à l’extrême nord du pays et qu’il a pour but de se rendre en Allemagne, avant de continuer un périple encore plus septentrional, en direction de la Norvège.
Le deuxième passage à Delfzijl sera bien plus important. A la fin août 1929, Simenon est refoulé du port de Wilhelmshaven (voir ce billet : http://www.simenon-simenon.com/2017/05/simenon-simenon-les-mysteres-de.html) et il retourne à Delfzijl, où il découvre que son bateau a besoin d’être réparé. C’est là que se situe l’épisode légendaire de la naissance de Maigret, que son créateur dessine alors qu’il s’est installé dans une barge abandonnée dans le canal du Damsterdiep. C’est une étape fondamentale dans la vie du romancier, parce que c’est là que Simenon prend le virage décisif qui va le faire abandonner la littérature populaire pour se consacrer à la « semi-littérature », c’est-à-dire à la rédaction des romans Maigret, ce qui lui permettra d’accéder ensuite aux romans « tout court », l’objectif qu’il poursuit depuis ses débuts.
Evoquant cet épisode dans sa dictée Un homme comme un autre, Simenon dit : « Le port, adorable, où au lieu de portes dans les murs épais des remparts il y avait des écluses, s’appelle Delfzijl. […] c’est là qu’est né le premier Maigret : Pietr-le-Letton. [Ce] n’était pas un chef-d’œuvre. Il n’en a pas moins marqué dans ma vie une sorte de charnière. »
Ces deux premiers passages à Delfzijl ont aussi été source d’inspiration pour le romancier. C’est ainsi que le port apparaît, probablement pour la première fois sous sa plume, dans son premier roman non-Maigret, Le Passager du Polarlys, écrit au cours de l’automne 1930 et paru en préoriginale en novembre-décembre de la même année dans le journal L’Œuvre, sous le titre Un crime à bord. Puis, évidemment, Delfzijl sera au cœur de l’intrigue de Un crime en Hollande, écrit en mai 1931.
Simenon évoquera aussi le port hollandais dans un reportage, publié en mars 1931 dans Le Petit Journal, dans lequel il raconte son périple à bord de l’Ostrogoth, puis sur d’autres bateaux, qui l’emmènent des Pays-Bas jusqu’au cercle polaire.
Le troisième passage à Delfzijl aura lieu en 1937. Simenon et Régine cherchent à habiter une maison au bord de la mer, et ils vont longer toute la côte atlantique, en commençant leur quête à Delfzijl ; naturellement, pourrait-on dire, car la ville représente sans doute bien pour Simenon « cette Hollande [qu’il] aime », comme il l’écrit dans ses Mémoires intimes.
Bien plus tard, en août 1958, ce sera le quatrième passage à Delfzijl, lorsque le romancier conduit sa famille sur les traces de ses souvenirs, et fait découvrir à Denyse, John et Marie-Jo les paysages hollandais, et leur montre l’endroit où il a créé Maigret.
Enfin, en 1966, le cinquième passage est celui lors duquel Simenon assiste à l’inauguration de la statue de Maigret (nous avons raconté cet événement ici : http://www.simenon-simenon.com/2016/09/simenon-simenon-la-statue-de-maigret-5o.html).
A ces cinq passages, nous pourrions en ajouter un sixième, qui, bien que fictif, n’en est pas moins émouvant. Les 4 et 5 septembre 2019, les Amis de Simenon se trouvaient à Delfzijl, pour célébrer les 90
ans de la naissance légendaire de Maigret, et nul doute que l’ombre du romancier les accompagnait lors de ce voyage…


Murielle Wenger

lunedì 16 settembre 2019

LOUSTAL, LE CRAYON QUI SUBLIME MAIGRET

Le dessinateur a donné de superbes couvertures pour la nouvelle intégrale de Maigret, et a aussi illustré des romans «durs». Une brève rencontre


Le Temps - 14/09/2019 - Nicolas Dufour - Cette semaine, le 10 septembre 2019, j’ai eu le plaisir d’être invité à la soirée marquant l’année Simenon, à Paris à la Société des gens de lettres – qui avait amendé l’auteur, naguère, pour non paiement de cotisations… Un hommage autour du fils John, animateur de l’héritage, et durant lequel j’ai pu croiser Jacques de Loustal. J’avais une question, qui ne concernait pas les Maigret, dont il a illustré la dernière intégrale chez Omnibus. Le dessinateur a aussi mis en image des romans «durs», les non-Maigret, et je voulais savoir pourquoi il avait retenu Un Nouveau dans la ville...>>>

domenica 15 settembre 2019

SIMENON SIMENON. 28 NUANCES DE MAIGRET - 28 SFUMATURE DI MAIGRET - 28 SHADES OF MAIGRET




10. Maigret rivalise avec Mme Maigret…
« C’était attendrissant de voir Mme Maigret lancée ainsi sur une piste […] Mais ce que le commissaire n’avouait pas, c’est qu’en somme elle en arrivait à peu près au même point que lui. […] Cette fois, Maigret fit la grimace, furieux que sa femme en soit arrivée […] aux mêmes résultats que lui. […] – Sais-tu ce qui est encore plus vexant ? […] en somme, tu étais sur les lieux avant moi… » (L’Amoureux de Madame Maigret)

10. Maigret in competizione con M.me Maigret...

« Era toccante vedere M.me Maigret così lanciata su una pista [...] Ma quello che il commissario  non sopportava era in effetti che arrivava all'incirca allo stesso punto in cui giungeva lui stesso [...] Questa volta Maigret fece una smorfia, arrabbiato che sua moglie fosse pervenuta [...] agli stessi suoi risultati. [...] - Sai che cosa è più fastidioso? [...] insomma tu era sulla scena prima di me...» (L'innamorato della signora Maigret)

10. Maigret competes with Mme Maigret…
“It was touching to see Mme Maigret launched on a track […]. But what the Chief Inspector did not confess was that in fact she was arriving at about the same point as him. […] This time Maigret scowled, furious because his wife had come to the same results as him. […] – Do you know what is even more vexing? […] in fact you were on the scene before me…” (Madame Maigret's Admirer)