giovedì 31 gennaio 2013

SIMENON TRA BAAS E VAN HAMME, COME TRA BERLUSCONI E BERSANI?

Un intervento di una delle nostre attachée, Giovanna Ferraris, che ci fornisce una chiave di lettura particolare del Borgomastro di Furnes, in chiave con l'attuale atmosfera pre-elettorale


Roma - dalla nostra attaché Giovanna Ferraris - Ho appena letto il romanzo di Simenon che Adelphi ha ripubblicato. Nonosante ne abbia già letti diversi, qui ho avuto la netta sensazione di trovami di fronte ad uno scrittore in grande spolvero. Riesce infatti a parlarci di una storia che si svolge presumibilmente negli anni '30 in un piccola cittadina belga, facendoci entrare nella mentalità del posto e nella testa di uomini di circa cent'anni fà,  e al tempo stesso è in grado di annullare questa distanza e farci pecepire i temi da lui trattati come interessanti, perchè attuali.
Attuali sono i meccanismi del potere, di come questi poi interreagiscano con le situazioni personali e producano conseguenze sul piano sociale e umano.
Insomma in questa rivalità tra il "Baas" Terlink e il suo avversario Van Hamme ci sono ricatti e colpi bassi come succede ai giorni nostri. Ora poi che siamo in campagna elettorale sento parole e assisto a vicende che si possono parametrare a discorsi e fatti che Simenon racconta ne Il borgomastro di Furnes. Questo non è un romanzo sulla politica e sul potere come Il presidente, ma sull'intreccio tra la politica e la vita privata, con i compromessi, le vittorie, le sconfitte e la facciata da mostrare in pubblico.
E anche la natura, con quell'inverno impietoso, quel freddo quasi minaccioso che avvolge Furnes, sembra dimostrarsi non meno terribile di Terlink, altrettanto freddo e glaciale nel rapporto con i suoi sottoposti e con la sua famiglia.
La storia di Terlink potrebbe anche essere raccontata oggi? Simenon come avrebbe costruito una storia con protagonisti Berlusconi e Bersani? Forse oggi gli scontri politici sono più mediati, spesso non c'è il contatto personale con l'avversario l'era della televisione e di internet ha di fatto mediato e diluito certi rapporti. Ma, come si dice, i fondamentali ci sono tutti. L'Italia degli anni duemila e Furnes degli anni '30 non potrebbero essere più diverse, ma i meccanismi che muovono l'animo umano sono gli stessi.

mercoledì 30 gennaio 2013

SIMENON. SOSTEVA RABONI... DIECI ANNI FA'

Abbiamo pescato nel ricco e interessante blog di Giuseppe Genna, Centraal Station, un post di una decina di giorni fa', in cui viene riproposto un intervento di Giovanni Raboni apparso sul Corriere della Sera del luglio del 2002, dedicato all'eterno interrogativo sulla questione se Simenon appartenesse alla schiera degli scrittori di genere oppure se andasse considerato un classico. L'articolo è interessante (Raboni su Georges Simenon) Raboni tira in ballo diverse affermazioni e giudizi di Andrè Gide, ma cita anche Sciascia per concludere che lui era dalla parte di coloro che ritengono Simenon un classico "...Anch’ io, per quel che può valere, penso che Georges Simenon sia – «noir» o non «noir», Maigret o non Maigret – un grande scrittore: un grande scrittore e basta...". Raboni, che è stato un saggista ma anche un poeta dalla notevole sensibilità, coglie l'essenzialità e la profonidità delle opere simenoniane per quelle che sono, per quello che raccontano del quotidiano e per quello che simboleggiano nell'universale. Il fatto che Raboni dieci anni fa' sentisse il bisogno di "schierarsi" la dice lunga sulla fatica che l'ambiente accademico e della critica ancora faticasse a sdoganare Simenon come autore di Maigret (come se poi quest'ultimo non fosse anch'esso letteratura).
In proposito Pierre Assouline, francese, uno dei massimi biografi di Simenon, ebbe in quegli anni a dichiarare che  "...nell'università e nel mondo letterario le resistenze nei suoi confronti sono ancora molto forti. Simenon non è affatto considerato un classico, anche se, rispetto all'ostilità del passato, la situazione è migliorata...". Mentre in Italia Carlo Fruttero sottolineava "... Possiede un senso rigoroso della sintesi: è il suo dono. Il suo è stato l'ultimo occhio 'balzacchiano'. Solo chi crede nella realtà può riuscire a disegnarla con mezzi così strepitosamente succinta...".
Ma Assouline ha un background giornalistico. Fruttero era uno scrittore e un uomo di lettere atipico per il panorama letterario italiano. 
Dopo un decennio le cose sono cambiate?
Sì, alcune università si sono aperte non solo al genere (vedi le manifestazioni di "Roma Noir" dell'Università La Sapienza di Roma a cura della professoressa Elisabetta Mondello o "Grado Giallo" con quella di Trieste grazie al professor Elvio Guagnini) e talvolta le università hanno timidamente inserito alcuni titoli del romanziere nei programmi delle facoltà di letteratura.
Ma ormai non è più solo la critica paludata e quella accademica che traccia linee al di là delle quali non c'é arte e non esistono classici e al di qua si trovano gli autori classici e che meritano fama e rispetto imperituri.
E forse anche queste linee vanno facendosi sempre più sbiadite...

martedì 29 gennaio 2013

SIMENON. MA QUAL E' IL MAIGRET PIU' TRADOTTO E CON PIU' RIEDIZIONI? VE LO DICE MURIELLE WENGER

Non potete perdervi assolutamente lo studio statistico realizzato da Murielle Wenger (che i nostri lettori conoscono bene) sulla quantità di traduzioni e delle riedizioni dei titoli delle inchieste del commissario Maigret in tutto il mondo.
Ad esempio potrete leggere che grazie all'incrocio di una serie di dati (andate a leggere perchè è davvero interessante) ha stabilito che il titolo piu tradotto e che ha avuto il maggior numero di riedizioni è Le chien jaune. Ma lo studio statistico porta anche a considerazioni molto più interessanti e approfondite. Non vi resta che andare a visitare il sito di Murielle, www.enquetes-de-maigret.com e fermarvi sulla pagina di Maigret en traduction. E buona lettura!

SIMENON E CERVI. 1972, L'ANNO DEGLI ADDII


12 febbraio 1972. Simenon scrive quello che ancora non sa essere l'ultimo suo romanzo, Maigret et M.Charles.
17 settembre 1972. Gino Cervi interpreta l'ultima puntata della quarta serie degli sceneggiati Rai di Maigret: Maigret in pensione.
Lo scrittore chiude una serie di oltre cento indagini del commissario.
L'attore veste i panni di Maigret per la sedicesima volta (quattro serie - sedici sceneggiati alcuni in due puntate, a certi in tre e addirittura in quattro puntate).
Insomma un anno non felice per gli appassionati maigrettiani.
Simenon non scriverà più un libro sul commissario e Cervi non lo interpreterà mai più.
Un punto in comune è la prolifica produzione dei due (nati per di più a due anni di distanza uno dall'altro). Di Simenon sappiamo che ha scritto in tutto oltre quattrocento  tra romanzi, racconti, saggi, etc... tradotti in una cinquantina di lingue, vendendo ad oggi una cifra che oscilla intorno a mezzo miliardo di libri in tutto il mondo.
Non si pensi che Gino Cervi sia stato da meno. Nel suo bagaglio dobbiamo considerare 300 commedie, 120 film, oltre a numerosi lavori in radio e in televisione.
Eppure.
Eppure tutti e due sono stati ricordati dal grande pubblico soprattutto per Maigret. Il primo per averlo inventato e scritto. Il secondo, almeno in Italia, per aver interpretato quegli sceneggiati.
Eppure alcuni dei romanzi di Simenon sono dei capolavori e a volte è stato ad un passo anche dall'essere candidato al Nobel per la Letteratura.
Eppure Cervi in fatto di popolarità aveva intepretato per il grande schermo la popolarissima serie (tra l'altro di produzione italo-francese), Don Camillo e l'onorevole Peppone tratta dai romanzi di Giovannino Guareschi.
Eppure... eppure Maigret ha avuto la meglio su tutto. Ancora oggi si acquistano i libri di Maigret, i rari e vecchi Mondadori sulle bancarelle, gli Adelphi in libreria e addirittura in formato ebook su internet.
E ancora oggi vari gruppi editoriali ripropongono in edicola in dvd l'intera serie o parte degli sceneggiati Rai o li utilizzano come promozione di quotidiani o periodici. Insomma quegli sceneggiati di quasi cinquant'anni fa' ancora funzionano anche come traino editoriale.
1972, l'anno degli addii ma non la fine di un personaggio, che è vivo e vegeto e oggi, come abbiamo visto, di proprietà di una società britannica che ne preannuncia un rilancio a livello mondiale.

lunedì 28 gennaio 2013

SIMENON. UNA CONFERMA DELLA VENDITA DEI DIRITTI

City A.M. Questo è il nome di un giornale che si definisce first free daily business newspaper (il primo quotidiano free-press dedicato al mondo finanziario ed edito a Londra) che oggi in uno scarno articolo conferma quanto ieri pubblicato dal The Telegraph, in merito alla vendita alla The Right House di tutti i diritti di Simenon. Per altro non ci è giunta notizia di nessun commento da parte di John il figlio che stava lavorando sinergicamente a due progetti: riunire tutti i "diritti Simenon" in una sola società con sede a Liegi e realizzare un museo permanente dedicato al romanziere anche questo a Liegi. Era il progetto di riunire nella città natale del padre tutto ciò che lo riguardava (e ricordate che presso l'Università di Liegi c'è già da anni una Fondazione a lui dedicata).
Per altro proprio qualche giorno fa', il quotididano belga La Derniére Heure aveva pubblicato la notizia che per una iniziativa della locale associazione dei commercianti, erano state raccolte e consegnate al sindaco di Liegi più di tremila firme di cittadini a favore della realizazione del futuro Musée Simenon da edificarsi sulla place de l'Yser.
Forse il museo si realizzera. Adesso però i diritti sono quasi tutti (il 90%) in mano alla società britannica che avrà forse molte più possibilità di dare maggiore visibilità all'opera simenoniana e a quelle collegate, anche se si perderanno le radici con la città natale di Simenon.
Ma anche Simenon in fondo era un uomo senza radici. In quella città trascorse solo i suoi primi diciotto anni. Per quasi settant'anni visse altrove, pur non volendo mai abbandonare la nazionalità belga.

domenica 27 gennaio 2013

SIMENON, I SUOI DIRITTI ALLA "THE RIGHT HOUSE"?

La notizia è apparsa ieri sul quotidiano britannico The Telegraph. L'agenzia inglese The Rights House, riporta il giornale, ha acquistato dalla Chorion (agenzia ormai dall'anno scorso in amministrazione controllata) il 90% della proprietà di tutti i diritti di Georges Simenon, letterari, cinematografici, televisivi, mandando in fumo le intenzioni del figlio dello scrittore, John, che, come abbiamo già scritto, stava cercando di raggrupparli tutti con una società belga. Alla famiglia Simenon (quindi i figli John e Pierre) rimane così solo il restante 10%.
Alla base di questa operazione ci sarebbe l'intenzione della The Rights House, tramite la sua sezione che si occupa dei diritti letterari, la Peters Fraser Dunlop, di rilanciare il marchio Simenon in tutto il mondo partendo dall'Inghilterra. Infatti mentre  Simenon è uno scrittore di successo in tutta Europa, in Gran Bretagna le vendite dei suoi libri sono trascurabili. A questo proposito si starebbe perfezionando un accordo con la casa editrice internazionale Penguin per ripubblicare tutte le opere di Simenon, addirittura a partire già dal prossimo autunno.
Ma le novità non finirebbero qui. Infatti The Right House avrebbe intenzione anche di rilanciare una nuova serie televisiva (accordi in vista con la BBC... Per replicare quello che è stato realizzato con la serie "Sherlock"?), ma anche audiolibri (in partnership con Amazon), ebook e altre iniziative.
Per ora la fonte è solo il The Telegraph e non siamo riusciti a trovare conferma altrove. Comunque seguiremo l'evolversi della situazione, cercando di appurare l'esattezza di quanto pubblicato oppure eventuali smentite o correzioni.

sabato 26 gennaio 2013

SIMENON. MAIGRET E' PERPLESSO

Questo weekend inauguriamo una nuova rubrica: "... magari come Simenon!". Si tratta di uno spazio riservato a brevi racconti che hanno in qualche modo a che fare con Simenon e Maigret. Questo prino che proproniamo é  un racconto davvero sintetico che però, ci fa entrare in punta di piedi in casa Maigret e ci permette di ascoltare di soppiatto le semplici (ma profonde) chiacchiere tra marito e moglie. Proprio come piaceva fare a Simenon che andava matto per poter rubare i momenti d'intimità in cui le persone sono sè stesse, senza maschere e senza i filtri che la società impone. Speriamo che tra i nostri amici ce ne siano altri che vogliano cimentarsi con questi che abbiamo voluto chiamare E-Short-Stories, brevi storie nate per il formato digitale che magari diventeranno un altro modo per incrementare i rapporti tra Simenon Simenon e i suoi  visitatori.


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MAIGRET È PERPLESSO

di Paolo Secondini

La signora Maigret si affacciò sull’uscio del piccolo salotto, e rimase un istante a osservare suo marito. Quante volte gli aveva notato sul viso la stessa espressione meditabonda, che lo faceva sembrare più vecchio di quanto non fosse.
«Che c’è, Maigret,» chiese sua moglie, «qualcosa ti turba?»

Il commissario si scosse leggermente e si tolse la pipa dalla bocca.

La signora Maigret gli si avvicinò.

«È pronto in tavola. Non vieni a mangiare?» chiese ancora, senza avere aspettato una risposta alla prima domanda.

«Tra un minuto,» rispose il commissario. «Stavo pensando…»

«A cosa?» lo interruppe la moglie sedendogli accanto sul divano.

«A come l’uomo sa essere a volte terribilmente crudele.»

«Ti riferisci all’assassinio di Nanette Bardieu di cui ti sei occupato in questi giorni?»

«Già!»

«Ancora stamane i giornali riportavano il caso con molta dovizia di particolari.»

«Una vecchia discreta e tranquilla,» disse il commissario. «Non ha mai creato problemi né dato fastidio a nessuno. Forse la donna più buona e generosa che sia mai esistita.»

«Uccisa barbaramente dal nipote,» commentò la signora Maigret. «E per cosa? Denaro!... Gliene aveva già dato abbastanza a ogni continua richiesta, attingendo dalla sua misera pensione.»

«È proprio questo che mi lascia perplesso,» esclamò il commissario. «Vedi, signora Maigret, il mio lavoro mi ha fatto conoscere perfettamente – quasi toccare con mano – due aspetti fondamentali dell’uomo: la grande bontà e la bieca cattiveria; due aspetti profondamente contrastanti, di cui uno è negazione dell’altro; ma due aspetti che, il più delle volte, albergano tranquillamente vicini nell’animo. Mi domando come ciò sia possibile.» Scrollò la testa, poi, alzandosi dal divano: «Andiamo a tavola!»

venerdì 25 gennaio 2013

SIMENON. ANCORA SUL BORGOMASTRO

La più recente uscita dei romanzi di Simenon, Il Borgomastro di Furnes, era un'opera che lo scrittore sentiva molto. Già prma della sua uscita per Galimard, confidava al suo maestro André Gide che lo considerava "... il mio capolavoro almeno fino ad oggi...".
E a Roger Stephane Roger spiegava l'attenzione che aveva dedicato al linguaggio, specificando perché  le frasi  del Borgomstro de Furnes, fossero le più lunghe e le più pesanti. "... non potevo scrivere in fiammingo. D'altronde io non conosco il fiammingo... Ma conosco bene la mentalità dei fiamminghi... Io non mi servo mai, come faceva Balzac, dei dialetti, delle parlate locali...Cerco di rendere tutto ciò con la costruzione della frase...".
E poi continua illustrando la tecnica che aveva utilizzato "... ci sono delle persone  che  pensano delle frasi circonvolute, altre che vanno dritte alla parola giusta, e ancora chi cerca due o tre parole prima di arrivare alla quarta che sarà poi quella giusta... Ecco questo é quello che io chiamo stile...".
Simenon spiega poi che quella sua scrittura "pesante" e addirittura il modo di ignorare la sintassi era un apetto che i critici gli rimproveravano, ma si trattava di una scelta voluta per rendere plausibile il modo di parlare di quei personaggi.
Come dicevamo prima, Simenon conosceva molto bene quell'ambiente, anche se nell'introduzione asserisce di non aver mai visto Furnes. La spiegazione é la più semplice e ce la fornisce proprio Simenon diversi anni dopo. Infattti  nel 1974 scriveva in un Dictée. " ... quello che affermavo nell'introduzione era falso. Ma come il borgomastro della città avrei rischiato un porcesso se non più d'uno. Mi è capitato con "Pedigree" con "Colpo di Luna". Conosco molto bene Furnes e l'avevo ben presente quando scrissi quel romanzo...".
 

mercoledì 23 gennaio 2013

SIMENON... E IL BORGOMASTRO VA IN LIBRERIA

Oggi dovrebbe essere arrivato in libreria (magari non proprio in tutte e magari non in tutta Italia...) ma il giorno fissato era oggi.
Il borgomastro di Furnes. Un romanzo del periodo francese (1939), cuvée Galllimard, è un notevole spaccato della provincia belga, Furnes è una cittadina delle Fiandre Occidentale, fiamminga, di quache migliaio di anime e con una mentalità, all'epoca della storia, molto conservatrice, assai perbenista e che teneva molto alla facciata che poi per certi versi ci ricorda quella della madre di Simenon.
E' bene chiarirlo per non ingenerare confusioni, che non si tratta di un prima uscita (che avvenne nel 1994, Adephi aveva pubblicato allora poco più di una decina dei romanzi di Simenon), ma della sua versione in economica (quindi non "Biblioteca Adelphi" ma  "Gli Adelphi"). Per la prima volta uscì in italia per Mondadori, in "I romanzi della provincia straniera" nel '71 (una sorta di "Omnibus" che raccoglieva alcuni romanzi).
Ma veniamo alla storia che lo scrittore ci racconta in un suo periodo di grazia. Ha da qualche anno lasciato Fayard, ha accantonato (per il momento) Maigret e si è dedicato anima e corpo alla sua ragione di vita, scrivere romanzi.
E il Borgomastro di Furnes è un gran romanzo dove la storia della città, la descrizione della società, l'analisi della mentalità dominante, fanno da comprimari alla creazione dei protagonisti, dei personaggi, delle pulsioni e dei sentimenti che ne detrminano i comportamenti.
E' un tipo di mentalità che Simenon conosceva bene, ma è una storia che non si esurisce neigli angusti confini di Furnes, ma assurge a simbolo di tutte le Furnes  del mondo. Come d'altronde il protagonista, Joris Terlinck, che viene dalla povertà e ha scalato tutti i gradini della società economici, sociali, politici ed ora si ritrova proprietario di una fabbrica, la carica di borgomastro della cittadina, é ricco agiato e temuto. Ha un caratteraccio. Dipenderà dalle posizioni che ha raggiunto, o è arrivato in quei posti grazie al suo carattere? Ed é questo carattere che gli fà negare un prestito ad un suo dipendente che ne aveva bisogno per far abortire la propria donna. E' questo il "declic" che scatenerà una serie di eventi concatenati che partono dal suicidio del suo dipendente e che coinvolgeranno lui stesso, il suo avversario politico Léonard Van Hamme, i benpensanti del luogo, l'adorata figlia malata di mente... Simenon ci descrive da par suo l'incrinarsi di quello che quest'uomo ha costruito e il suo legame a doppio filo con la società in cui è inserito. Vorrebbe ad un certo punto andar via, scappare... Ma i soldi e il potere, la sua forza non gli basteranno. Legami più forti di lui lo tengono lì anche quando le situazioni cambiano, anche quando tutto sembra possibile.
Una curiosità, dal romanzo venne tratto un film italiano Il borgomastro di Furnes nel 1979, per la regia di José Quaglio, interpreti Adolfo Celi, Alida Valli e Angela Goodwin. Ma di questo film non abbiamo trovata traccia né nelle filmografie simenoniane più accreditate come nei più popolari dizionari del cinema.

martedì 22 gennaio 2013

SIMENON. MAIGRET E SHERLOCK HOLMES CHI E' PIU' FORTE?

I media francesi, in particolare il quotidiano Le Parisien e France Info, un'emittente all-news 24 ore su 24, si occupano di fare un confronto tra due miti letterari della letteratura gialla. L'inglese Sherlock Holmes e il conterraneo Maigret. Non è una novità. Il confronto tra i due è sempre stato un classico nell'ambito degli apassionati dei due investigatori. 
Maigret-Sherlock Holmes : qui est le plus fort? Così titola il quotidiano in un articolo nel quale nota che la fama di Maigret continua ad alimentare non solo il mercato editoriale tradizionale, ma adesso anche quello digitale visto, che sarà disponibile per l'intera serie in ebook. D'altra parte Sherlock Holmes gode di maggior fuortuna nelle sale cinematografiche (vedi i due film Sherlock Holmes - 2009 e  Sherlock Holmes, Gioco di ombre - 2011 girati da Guy Ritchie, con Robert Downey Jr. nel ruolo dell'investigatore e con Jude Law in quella del dottor Watson) e sulla tv (e quindi nel mercato home-video) grazie alla particolare ma bella serie inglese del 2010 della BBC intitolata semplicemente Sherlock (diretta da Paul McGuigan, dove Benedict Cumberbatch é l'investigatore e Martin Freeman il dottor Watson). Pur essendo ambientato ai tempi nostri la serie, a nostro avviso, rispetta, più di quanto non si direbbe a prima vista, lo spirito dell'originale letterario di Arthur Conan Doyle.
Ma anche in Italia è partita la serie in ebook dei Maigret e anche da noi la serie britannica ha avuto un buon successo (in patria giunta fino al 30% di share), con audience che non hanno niente da invidiare ai mega-serial americani.
France Info invece intervista François Guériff, un esperto di gialli ed editore in Francia della opere di James Ellroy, il quale ipotizza che l'aspetto troppo ordinario e pantofolaio di Maigret ne facciano un personaggio che poco si presta all'adrenalinica atmosfera dei film e delle fiction d'oggi. L'operazione di "movimentare" Sherlock ha funzionato sia al cinema che in tv. Invece, sempre secondo Guériff, Maigret non si saprebbe da che parte prenderlo per farlo diventare più avventuroso e nevrotico come sembra gradire il pubblico di oggi. Ma così si finirebbe per snaturare il personaggio. Sarebbe questo il motivo per cui i produttori, nonostante i successi del passato, non prendono in considerazione una riedizione di Maigret, attualizzata a o meno.
Su questo ci sarebbe molto a discutere. Le parole di Guériff ci fanno pensare a quellche diceva Fayard a Simenon nel '30, quando il romanziere gli aveva proposto il progeto dei Maigret.  Anche allora non coincideva, così diceva il vecchio Arthéme Fayard, con i gusti della gente, abituata a leggere brillanti e avventurose storie di Arsenio Lupin, di Fantomas, dello stesso Sherlock Holmes. E invece la caparbietà e la convinzione di Simeon dimostrò che quel semplice funzionario di polizia avrebbe funzionato.
In proposito dobbiamo ricordare due cose. In Italia ci hanno provato nel 2004 a rifare un Maigret televisivo, ma evidentemente con un budget non adeguato. Era interpretato da Sergio Castellitto che, nonostante la propria bravura e la propria taglia, non riusciva ad entrare nei panni del celebre commissario. Il serial prodotto dalla Mediaset-RTI, Grundy Italia e Alien abbe vita breve: solo due puntate.
Poi va ricordato che proprio Simenon-Simenon aveva avanzato, sia pure con un gioco fotografico, una proposta per un nuovo commissario Maigret cinematografico o televisivo (Ma non sarebbe ora di un nuovo Maigret?).
E inoltre anche il figlio di Simenon, John, ha accennato tempo fa' all'interesse di un produttore statunitense per un Maigret per il cinema, magari in coproduzione con i francesi. 
Vedremo... comunque allo stato attuale, se di match si può parlare, possiamo dare un risultato pari: Sherlock Holmes vince in tv e al cinema Maigret vince nell'editoria sia su cartaceo che in digitale.


lunedì 21 gennaio 2013

SIMENON, QUANDO LEGGO I SUOI ROMANZI...

Ed ecco, dopo il post di ieri, un bellissimo intervento della nostra carissma attachèe Murielle Wenger. Leggete, chi può in francese (chi non lo conosce purtroppo in una nostra traduzione) le sue emozioni quando entra nel mondo di Simenon.



Roma - dalla nostra attachée Murielle Wenger



 "Quand je relis Dumas, c'est pour courir à l'aventure, m'échapper à la fois dans le temps et dans l'espace, juste pour oublier pendant un instant le monde qui nous entoure… Quand je relis Proust, c'est pour le plaisir de savourer la poésie d'une langue… Et pourquoi je reviens à Simenon ? Pourquoi relire encore ces romans, où certes on est plongé dans un monde qui n'est ni très gai, ni très incitant à la bonne humeur… A part quelques-uns (je pense en particulier au très beau Il y a encore des noisetiers, un vrai roman de l'espoir), quand on referme un roman de Simenon, on n'est guère enclin à trouver que la vie est facile à vivre, on en arriverait à se dire: "à quoi bon…?" … Et pourtant…
Pourtant, on en ouvre un nouveau, car on y cherche sans doute à comprendre notre vie d'Homme, à comprendre comment chacun essaie de mener sa barque à travers sa propre histoire. Un roman de Simenon, c'est comme un miroir que l'auteur nous tend, en nous disant: "Dans telle situation, avec tel passé, regarde comment un être humain réagit, comment il a vécu cette situation, comment il l'a surmontée. Et toi, comment t'y prendrais-tu ?" C'est cette réflexion sur nous-mêmes à laquelle Simenon nous incite qui fait la force de son œuvre.
Et cependant, ce que je préfère encore, c'est ouvrir un "Maigret". Pourquoi ? Parce que dans ces romans-là, qui n'ont rien à envier aux romans "durs", ou "gris", comme on voudra, le personnage du commissaire nous fait voir les choses avec une certaine légèreté. Le thème peut en être aussi noir, aussi dramatique que dans un autre roman de Simenon, cependant à travers les yeux de Maigret on se prend à penser que la vie, malgré tout, vaut la peine d'être vécue. Comme le commissaire, qui ne se fait plus d'illusions sur la condition humaine, n'en garde pas moins l'espérance en la vie, de même on en vient à se dire que c'est dans les petits bonheurs quotidiens qu'il faut chercher la force de continuer, le plaisir d'être au monde et d'en savourer les couleurs…



"Quando rileggo Dumas è per tuffarmi nell'avventura, fuggire sia nel tempo che nello spazio, tanto per dimenticare, almeno per un istante, il mondo che mi circonda... Quando rileggo Proust è per il piacere di gustare la poesia di una lingua... Ma perchè rileggo Simenon? Perchè torno sui suoi romanzi dove si è immersi in un mondo che sicuramente non è allegro, né che invita al buon umore... A parte qualcuno (penso in particolare al bellissmo "Il y a encore des noisetiers", un vero romanzo della speranza"), quando si finisce e si chiude un romanzo di Simenon non si è certo portati a credere che la vita sia facile da vivere, ci si arriva a chiedere "ma perchè mai"... E comunque... Comunque se ne apre un'altro perchè, senza dubbio, vi si cerca il senso la nostra vita come Uomini, e si cerca di comprendere come ciascuno cerchi di governare la propria imbarcazione attraverso la propria storia. Un romanzo di Simenon è come uno specchio che l'autore ci porge dicendoci "Con una tale situazione e con un tale passato, osserva come un essere umano reagisce, come ha vissuto questa situazione e come l'ha superata. E tu come ti comporteresti?". E' questa riflessione su noi stessi alla quale Simenon ci invita e che costituisce la forza della sua opera. E, nello stesso tempo, quello che preferisco è iniziare un "Maigret". Perchè? Perchè in questi romanzi, che non hanno niente da invidiare ai "romans-durs" o "gris", come volete, il commissario ci mostra le cose con una certa lievità. Il romanzo può anche essere altrettanto noir e drammatico di altri romanzi di Simenon. Nonostante tutto, attraverso gli occhi di Maigret, si inizia a pensare che la vita valga la pena di essere vissuta. Come il commissario che non si fà più nessuna illusione sulla condizione umana, non conserva nemmeno speranza nella vita, ma ad ogni buon conto ci dice che è nel piacere d'essere al delle piccole felicità quotidiane che occorre cercare la forza di continuare, il piacere di essere al mondo e di gustarne i colori...

domenica 20 gennaio 2013

SIMENON SIMENON, RIFLESSIONI DI UN POMERIGGIO DOMENICALE

Pomeriggio. Una domenica di gennaio. Fuori della finestra piove fitto, a mulinelli. Il ticchettìo della pioggia sul tetto si mischia al crepitìo del fuoco nel camino. Il grigio della luce del giorno che svanisce lì, fuori dei vetri, si fonde con la luce calda dell'abat-jour qui, vicino alla poltrona. L'odore della legna che brucia si mischia con l'aspro aroma del latakia, il tabacco bruciato invece nella pipa dal lungo cannello ricurvo che sto fumando tra un un sorso di rum e l'altro. Gli occhi fissi su pagina 64.
"... Maigret but trois verres d'un vin blanc, qui avait des reflet verdâtres, puis les mains dan le poche de son veston, descendit lentement la rue comme s'il était déjà du quartier. Un petit veillard, devant lui, et le salua ainsi qu'à la campagne on salue le gens qu'on ne connaît pas. Peut-étre parce qu'il avait tellement l'air d'étre chez lui? Il rendit le salut en souiriant et quelques minutes plus tard il évoulait dans l'étroit rue Mouffettard, encombreé des petites charrettes qui répandaient un fort odeur des légumes et des fruits...".
"... Maigret bevve tre bicchieri di un vino bianco, che aveva dei riflessi verdastri poi, con le mani nelle tasche del paltò, discese lentamente la strada come fosse  già uno del quartiere. Un vecchio minuto, davanti a lui, lo salutò come in campagna si salutano le persone che non si conoscono. Forse perché aveva così tanto l'aria di essere nel suo ambiente? Rispose al saluto sorridendo e qualche minuto dopo si trovava nella stretta rue Moffettard, ingombra di piccoli carretti da cui si spandeva un forte odore di legumi e di frutta....".
Sto leggendo Maigret en meublé in un'edizione francese pocket di Presses de La Cité del '73. L'inchiesta era stata scritta da Simenon nel 1951 a Rock Shadow Farm (Connecticut - USA). Perchè Maigret è in affitto? Sua moglie era partita ed era solo a casa. Così aveva lasciato Boulevard Richard Lenoir e si era stabilito in un appartamento ammobilito in rue Lhomond per seguire un caso in cui il suo ispettore Janvier era stato gravemente ferito, a Montparnasse...
Ho alzato gli occhi dal libro. Quella descrizione mi aveva fatto pensare alla centrale via di Parigi... forse negli anni cinquanta.
Chissà mi sono chiesto quanti a quest'ora in Italia, e non solo, se ne stanno con un libro di Simenon in mano, seduti in poltrona, sdraiati a letto o al loro tavolino preferito, immersi nel suo mondo? Chi sorseggiando un te, chi sbocconcellando una fetta di torta, chi fumando... Il clima, ci dicono, non è buono in tutta Europa. Chissà quanti al tepore della loro casa aggiungono il calore che trasmette un libro di Simenon.
Forse è il freddo che mi ha suggerito questa idea. I libri di Simenon trasmettono calore. Certo il nostro è un punto di vista un po' di parte (ma siamo d'altronde convinti che anche altri autori siano in grado di trasmettere questo calore). Ma le pagine di Simenon, almeno a me, fanno l'effetto di entrare in un ambiente confortevole, invitante, avvolgente. E non è solo un fatto di storie o di personaggi, ma è più la scrittura del romanziere che ha il potere di farmi entrare in un ambito accogliente, dal quale non mi vorrei più allontanare. E' come se i rumori della casa, il chiacchiericcio della gente, il gracidare della televisione o della radio sparissero. Io sono di là. Mutuando un'espressione di Simenon, potremmo dire che abbiamo "passato la linea" e mentre gli altri sono rimasti di là nel freddo del mondo della realtà, io sono nel confortevole mondo simenoniano dove mi immedesimo in storie realistiche, a volte drammatiche, in personaggi a volte inguaiati e magari in situazioni niente affatto divertenti. Eppure questo piacere di far parte di quel mondo ci riscalda, come dicevamo prima, forse perché ci fa vivere una seconda vita. E voi? A voi che effetto fà leggere Simenon? Aspetto che mandiate a Simenon Simenon le vostre sensazioni, le vostre emozioni quando siete immersi nella lettura di un suo romanzo.

venerdì 18 gennaio 2013

SIMENON, IN OGNI POSTO... MA MAI TRA GLI SCRITTORI

Foto tatta dall'Illustrè pubblicata da Trussel.com
Chi segue questo blog (e non solo), ormai sa che Simenon non amava la vita del letterato con congresi, cene, associazioni... E in effetti nel corso della sua vita lo troviamo spesso nei posti più disparati, a far di tutto meno che lo scrittore e non certo con gli scrittori. Vediamo un po'
Tra il '28 e il '29 lo troviamo a fare il marinaio, prima sulla piccola Ginette e poi sul più attrezzato Ostrogoth, a scorazzare per dei mesi in lungo e il largo per i canali della Francia e del nord-Europa.
Nel '40 è a La Rochelle che fa il Commissario straordinario per circa diciottomila rifugiati in Vandea, fuoriusciti  dopo l'invasione del Belgio da parte di Hitler.
Due volte lo ritroviamo impegnato in due festival cinematografici. Nel '58 come direttore del Festival del Cinema di Bruxelles e poi, ma questo lo sanno tutti, nel maggio del '60 a Cannes come Presidente della giuria del Festival internazionale del Film. 
Riservato e schivo com'era sarà invece relatore in due congressi. La prima volta si tratta di una conferenza nel novembre del '45 a New York, presso l'Istituto francese, tema Il Romanziere (intervento poi pubblicato l'anno successivo ne "The French Review"). Nel '62 invece è a Montreux, in occasione del Congresso della federazione internazionale di letteratura medica. Titolo del suo intervento: Si jétais médecin. Va aggiunto che nell'ottobre del '60 partecipò a Lione al congresso della Societé  Internationale de Criminologie di cui era membro.
Nell'aprile del '52, dopo sette anni negli Usa, lo vediamo a Parigi festeggiare con dirigenti e poliziotti al Quai des Orfévres la consegna della plaquette da commissario n° 0000 a nome Jules Maigret, nel corso di un ricevimento ufficiale. Fosse stato un premio letterario ne sarebbe stato alla larga.
A fine marzo del 1962 Simenon è a Londra che partecipa addirittura al ballo annuale organizzato dai fabbricanti di pipe!
Non a caso quindi Simenon affermava "...io non sono un uomo di lettere,  ma un romanziere, cosa molto diversa...". E ancora "...Non ho mai partecipato alla vita letteraria. Non faccio parte della Società dei personaggi della letteratura. D'altronde (quella di letterato) è un'etichetta che io ripudio...".

giovedì 17 gennaio 2013

SIMENON E INEDITI ASSOLUTI... IN ITALIA.

Oggi uno dei nostri primi attachés, Andrea Franco, ci fornisce un elenco assai ghiotto per collezionisti e appassionati. Ricordiamo che, tutti coloro che hanno una buona conoscenza di Simenon e Maigret possono scrivere a simenon.simenon@temateam.com per diventare attaché del Bureau Simenon-Simenon.


Roma - dal nostro attaché Andrea Franco - Questo è l'elenco dei romanzi di Georges Simenon che non sono stati mai pubblicati in italiano. Nell'elenco ho indicato la data della stesura (non di rado vennero pubblicati anni dopo) e il luogo di ambientazione per ogni titolo. In tutto si tratta di diciassette titoli.

Le cheval blanc - 1938 (Pouilly, Nevers)
Oncle Charles s'est enfermè - 1939 (Rouen Parigi)
Une vie comme neuve - 1951 Parigi  (flashback a Sancerre)
Strip Tease - 1957 - (Cannes)
Dimanche - 1958 - (entroterra nei dintorni di Cannes)
La Vieille  -1959 - (Parigi)
Le Veuf - 1959 - (Parigi)
La Porte -1961 (Parigi)
Les Autres -1961 (città francese non precisata)
Le Train de Venise - 1965 - (percorso del treno Venezia-Losanna-Parigi)
Le Confessional -1965 - (Nizza, Cannes)
La mort d'Auguste - 1966 - (Parigi)
La Main - 1968 - Connecticut (Stati Uniti)
Novembre 1969 - (banlieu parigina)
La disparition d'Odile - 1970 - (Losanna, Parigi)
La Cage de verre -1971-  (Parigi)
Les Innocents - 1972 - (Parigi, con riferimenti  a Caen)
Nel risultato della mie ricerche sono compresi, a mio avviso, alcuni capolavori come Le train de Venise o La cage de verre o anche Une vie comme neuve. 
Insomma ci sono ancora delle ghiottonerie da gustarsi. Non è male pensare che abbiano ancora dei Simenon da scorprire...no?

martedì 15 gennaio 2013

SIMENON E IL... "MISTERIOSO" RACCONTO MAI ARRIVATO IN LIBRERIA

Succedeva spesso. I racconti che venivano scritti, prima di essere pubblicati in volume, godevano spesso di un'anteprima su quotidiani o periodici. Capitava anche per i romanzi che spesso uscivano sulla stampa a puntate prima di diventare un libro. Questo accadde molte volte anche a Simenon. Ma nel '63 scrisse un racconto Les nolépitois (datato gennaio) che apparse in due puntate sul periodico femminile Elle.
Fu forse l'unico racconto che non fu pubblicato da nessun editore. La motivazione va ricercata proprio nella volontà dell'autore di non farlo comparire in nessuna raccolta.
Ma perchè Simenon non volle mai farlo pubblicare?
L'unica spiegazione che ci viene in mente riguarda il tema del racconto.
Si tratta di una storia di fantascienza.... Già, vera e propria fantascienza con degli esseri strani, non extra-terrestri, ma terrestri che abitavano il nostro pianeta prima dela comparsa dell'uomo i nolépitois, appunto. Fanno la loro apparazione a Londra durante una giornata d'inverno in cui è calata una nebbia che sembra essere la più fitta del secolo. In questo surreale scenario spuntano questi "proto-terrestri" che affermano di venire dall'acqua o meglio da un un imprecisato lago, dove sono rimasti per milioni di anni...
Il primo Simenon, quello dei romanzi popolari, spaziò un po' tra tutti i generi che erano poi quelli che andavano per la maggiore e che i vari editori gli commissionavano. E così scrisse veri western, sdolcinati racconti d'amore ma anche erotici, polizieschi d'azione, romanzi d'avventura in luoghi esotici, ma fantascienza mai. Almeno non ci risulta. Non era d'altronde un genere popolare, ma piuttosto una nicchia per appassionati. Un tipo di letteratura quindi che non faceva grandi numeri.
E così potrebbe essere che a sessant'anni suonati Simenon abbia voluto provare a cimentarsi in questo genere. Può darsi che il risultato non lo abbia soddisfatto e, dopo la pubblicazione sul giornale abbia deciso che non era materiale da divulgare, nemmeno come un racconto tra gli altri.

lunedì 14 gennaio 2013

SIMENON. MAIGRET... MA IL CALDO NON FA' PER LUI?

Oggi l'intervento del nostro attaché Giorgio Muvi è dedicato ad una delle inchieste di Maigret che si svolgono al sud. Nel sud della Francia e su un'isola... caldo, sole mare... che ci pone una domanda: il commissario è uomo di terra e del nord? Non va d'accordo con solleone e l'aria di mare?



Roma - dal nostro attaché Giorgio Muvi - Questa volta niente bancarelle e niente colpi di fortuna. E' stato un regalo di Natale di una cara amica che conosce la mia passione per Maigret... e anche i "buchi" della mia collezione. La fortuna l'ha avuta lei che ha trovato Il mio amico Maigret (Mon ami Maigret - 1949 - Presses de La Cité) nell'edizione di un vecchio Oscar Mondadori del 1978, con una tipica copertina di Ferenc Pinter. Il disegno raffigura una persiana mezza aperta da cui si intravede la figura del commissario su una spiaggia deserta, più avanti un tipico gozzo da pesacatori, poi il mare di un celeste trasparente ed un cielo azzurro e terso.
Già dalla copertina mi è sorta una domanda. Ma come, la storia si svolge nella bella stagione a Porquerolles, un'isola quasi davanti alla costa Azzurra, e il nostro Maigret è abbigliato di tutto punto? Vestito beige, scarpe nere e cappello bianco. Tutto fa pensare che abbia anche la cravatta ben annodata. Non ho citato la pipa in bocca, ma era sottinteso.
Leggendo poi il romanzo ho avuto conferma di tutto. Nella storia Maigret è accompagnato da un ispettore inglese di Scotland Yard, in missione per imparare i metodi del famoso commissario parigino. Bene, in tutto il suo aplomb, Mr. Pyke, come lo chiama Maigret, lo vediamo in camicia, con il collo sbottonato... addirittura in costume da bagno per tuffarsi nelle onde. Maigret no. Al massimo un paio di volte a colzione la mattina lo si vede con la camicia da notte sotto la giacca, ma è un'usanza del luogo, soprattuto nei giorni di festa. Ma altrimenti è sempre in "giacca e cravatta" come si dice. E' un po' come se il caldo e il mare non lo facessero sentire a suo agio. E infatti se penso a Maigret, lo vedo a Parigi con la pioggerellina, un vento teso e il cielo plumbeo. In ufficio traffica con la stufa e quando entra in bistrot o un café è per l'immancabile calvados o un cognac per scaldarsi. D'estate certo preferisce la birra fresca, ma Maigret, se non sbaglio, lo vediamo più d'inverno. Il cappotto pesante con il collo di velluto e talvolta alle prese con raffreddori e influenze. Insomma Jules Maigret è nato a Sant-Fiacre, nell'Allier, un dipartimento dell'Auvergne, una regione continentale della Francia, non certo dal clima mediterraneo. E poi passa a Parigi, dove fà i suoi inizi come agente ciclista di ronda a tutte le ore, anche notturne e con qualsiasi tempo: pioggia o gelo. Insomma si può dire che tutta la sua vità l'abbia preparato a sopportare il freddo. Il caldo ha su di lui un effetto soporifero. Anche in altri romanzi ambientati nel sud della Francia, lo vediamo come impigrito, un po' rallentato, soprattutto nei famosi dopo-pranzo. Però è sempre vesito a puntino senza concedere nulla al caldo. Mai visto in maglietta, o con una camicia con le maniche corte.
Ma in fondo mi piace così, con quella specie di fornello portatile sempre acceso che è la sua pipa, ben infagottato, quando esce la mattina, come gli raccomanda sempre madame Maigret.
Il romanzo che mi ha dato questo spunto è delizioso (il mio è però un giudizio di parte), con un Maigret che cerca di immedesimarsi nella vita e nella mentalità della gente che vive nell'isola di Porquerolles e che ci è arrivata per le ragioni più disparate. Una fauna di personaggi, particolari, molto diversi tra loro, francesi e stranieri, tra cui il commissario deve trovare il reponsabile dell'omicidio di Marcellino, un povero marinaio che una sera, all'osteria dell'isola, si proclamava essere amico del famoso commissario Maigret e la mattina dopo veniva trovato cadavere, in un capanna di pescatori, con il cranio crivellato di pallottole...

domenica 13 gennaio 2013

SIMENON. NUOVE USCITE, MA COSA C'E' ALL'ORIZZONTE?

Abbiamo già accennato alla pubblicazione del prossimo Simenon. Abbiamo detto che sarà un romanzo Il borgomastro di Furnes (Le Bourgmastre de Furnes - 1939 - Gallimard). Ma in giro ci sono voci e previsioni sulle altre uscite simenoniane da parte di Adelphi. Come ci ricordavano nei commenti di ieri i nostri più attivi attachés al Bureau Simenon, Murielle Wenger e Andrea Franco, sul sito ufficiale di Simenon, quello tenuto dal figlio John, c'è titolo, nome e copertina (che vi presentiamo qui in anteprima) del prossimo volume di racconti di Maigret: La Locanda degli annegati, che prende il titolo di una novella scritta a La Rochelle (L'Auberge aux noyés) nel luglio del 1938, apparsa subito su Police-Film e poi con altri racconti in un antologia di Gallimard del 1944. L'appuntamento per gli appassionati italiani dovrebbe essere quasi sicuramente per il prossimo aprile.
Ma i ruomors non finiscono qui. Infatti si fà addirittura il titolo del prossimo romanzo di Simenon. Dovrebbe essere Le signorine di Concarneau (Les Demoiselles de Concarneau - 1936 - Gallimard). Uscita? Forse a fine giugno, primi di luglio, secondo la tradizionale cadenza delle uscite dei Simenon di Adelphi.

sabato 12 gennaio 2013

SIMENON, PROLIFICO ROMANZIERE... MA SE IL ROMANZO LO GENERA UN ALGORITMO, QUANTI NE USCIRANNO?

Aggiungi didascalia
La velocità e il ritmo con cui Simenon scriveva i romanzi e i racconti sono ormai proverbiali e anzi rischiano di diventare un luogo comune e c'è il pericolo di stereotipare l'immagine dello scrittore che invece può vantare ben altri meriti oltre a quelli di aver creato un tale numero di storie che tra scrittori affermati e conosciuti non è certo usuale. Come d'altra parte rischia di diventare stucchevole il dilemma: qualità o quantità? Anche qui Simenon non ha più nulla da dimostrare, i suoi libri sono stati tradotti in una cinquantina di lingue, viene pubblicato ancora oggi in paesi come il nostro (ma non è l'unico) e ad ogni uscita i suoi titoli, romanzi o Maigret, finiscono nella classifica dei più venduti, ancora oggi, a cinquanta, sessanta e adirittura settanta anni da quando furono scritti.
Ma queste cose ormai sono dominio comune e le abbiamo citate solo per introdurre il tema di oggi che ha a che vedere con la prolificità della produzione romanzesca. E non ci riferiamo a quegli scrittori che regolarmente, prima di Natale o prima delle vacanze estive, escono ogni anno con un nuovo romanzo, con la precisione che può scaturire solo dalle richieste del business editoriale.
No. Stavolta ci riferiamo a qualcosa che un po' ci spaventa. E si tratta di libri che nascono non dalla mente di uno scrittore, ma da un algoritmo gestito da una serie di computer.
E se pensate che questo sia qualcosa che si stia sperimentando per il futuro vi sbagliate non poco. Siete già nel futuro. Merito (ma sarà vero merito?) di Philip M. Parker, professore di marketing presso l'INSEAD (l'Istituto europeo di Business Administration). Questo signore che ha evidentemente grandissima confidenza con la matematica e l'informatica ha tirato giù un programmino che gli consente, a suo dire, in 13 minuti (avete letto bene: tredici) di tirar fuori un libro. Ma la notizia non è questa. L'attività di Parker è iniziata non da poco. Chi vuole saperne di più può leggersi un istruttivo articolo del New York Times di cinque anni fa'. Già perchè questa storia va avanti da un bel po' di tempo. I titoli del professor Parker, si tratta di duecentomila titoli (!), li trovate già da un po' in vendita su Amazon (occupano un centinaio di pagine). Questo non è il luogo e Simenon-Simenon non é il soggetto più adatto a spiegare i meccanismi con cui da un algoritmo si arriva ad un libro. Quello che per ora ci consola è che innanzitutto non li possiamo definire libri del signor Parker, ma libri generati dal suo sistema. E soprattutto si tratta di titoli specialistici, spesso professionali, che come ammette il professore sono così specializzati che a volte vengono realizzati in copia unica (con il sistema on-demand, stampa digitale e vendita on-line) e comunque la tiratura per titolo è mediamente bassa se tutti i titoli hanno realizzato "solo" una vendita complessiva di 900.000 copie circa.
Quello che invece ci ha messo un po' in allarme lo abbiamo appreso da un articolo apparso a fine 2012 su GizMag, un magazine on-line americano che si occupa di scienza, innovazione e tecnologie. Infatti si apprende che il sistema di algoritmi si sta evolvendo e Philip M. Parker non è lontano da poter generare romanzi e addirittura poesie.
Ci sarà qualcuno di voi che sarà caduto dalla sedia... Ma come... abbiamo appena digerito gli ebook!... E adesso dobbiamo già (pre)occuparci dei libri che si fanno da soli, generati da un programma e da un computer?
Certo anche noi non abbiamo affatto le idee chiare in proposito... aspettiamo al varco questi primi romanzi... (ma li potremo chiamare ancora così?) e nel frattempo ci godiamo quelli "vecchi" di Simenon... Ma sì...anche in ebook!

venerdì 11 gennaio 2013

SIMENON: DUE CASI DEL 2012

Se dovessimo passando in rassegna il 2012, e chiederci quale fatto per il mondo simenoniano, abbia contraddistinto l'anno scorso, ci viene da pensare subito a due avventimenti. Il primo riguarda da vicino noi italiani. E' la pubblicazione dell'ultimo romanzo di Maigret da parte di Adelphi. L'editore ha continuato con dei Maigret, per ora uno (Rue Pigalle), che saranno costitutiti dalla raccolta di racconti scritti in vari periodi. Quanto andrà avanti ancora? Tre, quattro volumi... E poi? Ripenderà a pubblicare i romanzi a partire da Pietr-le-Letton? Oppure andrà avanti con ristampe delle edizioni di titoli più venduti? Oppure per Adelphi il ciclo Maigret si concluderà?  Queste sono le domande che ci poniamo noi tutti appassionati di Maigret.
Ma se guardiamo un po' oltre i nostri confini, dobbiamo registrare un rinnovato interesse degli editori di lingua spagnola soprattutto in Spagna e in Messico che negli ultimi mesi del 2012 hanno iniziato a pubblicare l'opera completa del romanziere. Questo è un fatto molto importante in quanto lo spagnolo è una delle lingue più parlate al mondo e un mercato editoriale molto vasto e interessante. Il 2013 ci dirà come il pubblico più "caliente" risponderà alle opere di uno scrittore che noi tutto sommato consideriamo nordico, anche se poi ha ambientato spesso le sue storie in paesi tropicali, isole e in climi torridi. E inoltre non va scordato che traduzioni ed edizioni in spagnolo sono succedute dai primi anni '30 fino praticamente ai giorni nostri.  

mercoledì 9 gennaio 2013

SIMENON. CHEZ KRULL, L'INTOLLERANZA VIENE DA LONTANO


Questa volta il nostro attachè Andrea Franco interviene con un post, già pubblicato tra i commenti, ma forse sfuggito ai più. Oggi lo riproponiamo nella sede e nel modo più adeguato.



Roma - dal nostro attaché Andrea Franco - Scritto nel '39, Chez Krull (1938 Gallimard - pubblicato in Italia nel '65 dalla Mondadori con l'appropriato e letterale titolo di "Casa Krull") è, a mio modo di vedere, uno dei migliori romanzi di Simenon in assoluto
L'azione si svolge in una città non precisata del nord della Francia, attorno ad un canale, con le chiatte e le chiuse...
Molti riferimenti però ci fanno pensare che, senza volerla nominare, Simenon si sia ispirato alla sua Liegi
Per altro in questo romanzo troviamo molte analogie con quello che considero  il Maigret migliore di sempre Chez les Flamands (1932 - Fayard).
In Chez Krull, una tranquilla famiglia di origine tedesca dirige una drogheria-bistrot quando arriva dalla Germania il cugino Hans, che avrà un modo di fare così sfrontato che causerà non pochi problemi ai Krull. Quando nel canale davanti a casa Krull viene trovato il corpo senza vita di una giovane ragazza violentata, i sospetti inevitabilmente cadono sugli stranieri.
In una crescente tensione, Simenon ci accompagna in un viaggio alla scoperta di una disgregazione di quella che sembrava una famiglia perfetta e nell'ostilità della gente del luogo verso gli stranieri che ricorda quella di un romanzo del periodo ("L'assassin", ambientazione simile, sempre nordica). Tutto ciò si riallaccia al post del 24 novembre sulla xenofobia denunciata piu volte da Simenon, come nel reportage Cargaison Humaines in cui si parla della povera gente armena e turca che viaggiava sui battelli in quarta classe ammucchiata.
Tornando a Chez Krull non posso far altro che consigliarvene la lettura. Non rimarrete delusi, le atmosfere sono quelle  classiche simenoniane e si può leggere qualche pagina in più rispetto alla lunghezza canonica dei romanzi del maestro belga.

martedì 8 gennaio 2013

SIMENON. RENDEZ-VOUS CON IL BORGOMASTRO IL 23

Tra meno di 20 giorni dovrebbe essere in libreria uno dei migliori romanzi dello scrittore. Uscirà infatti il Borgomastro di Furnes (Le Bourgmestre de Furnes - 1939 - Gallimard) che Adelphi comunica essere disponibile dal 23 di questo mese.
Si tratta di una storia che Simenon scrisse in Vandea a Nieul-sur-Mer e che racconta le vicende di Joris Terlinck il borgomastro del titolo, un tipo duro e intransigente, dalle origini umili che si è dunque fatto da sé, indurito dalle lotte  che nella vita ha dovuto molto spesso ingaggiare per giungere al posto che occupa. Il suo carattere brusco e burbero verso i familiari e sul lavoro ha una sola eccezione per la figlia malata di mente, che infatti circonda di premure e di affetto. Il romanzo continua narrando le lotte di Terlinck contro l'etablishment cattolico di Furnes e contro Léonard Van Hamme che ne è il rappresentante, e delle conseguenze nefaste che questa guerra porterà nelle vite di tutti.
La vicenda si svolge nella piccola cittadina di Furnes nelle Fiandre del Belgio, una comunità chiusa con le sue dinamiche quasi da villaggio, che dà la possibilità a Simenon di scavare tra le le tradizioni, gli odi, gli amori, le tradizioni cristalizzate dei personaggi e della comunità.
Un romanzo drammatico del periodo Gallimard e un Simenon d'annata che non va assolutamente perso.

SIMENON, DA BOLOGNA CON I... "SUOI" FILM

Tra la ricca produzione cinematografica tratta dai romanzi di Georges Simenon, la Cineteca di Bologna ha iniziato a pubblicare (e a proiettare) dei dvd di alcuni tra i titoli più interessanti. Citiamo un stralcio del comunicato stampa che illustra come la:
"...nuova collana, dedicata proprio al cinema da Georges Simenon, inizia con un Jean Gabin d’annata, ma non nei panni del commissario Maigret con: La verità su Bébé Donge, diretto nel 1952 da Henri Decoin, al quale questa nuova edizione restituisce otto minuti tagliati all’epoca in Italia, per ragioni di distribuzione...
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Il Dvd è accompagnato da un booklet con saggi di critici e studiosi simenoniani sul romanzo d'origine, sulla ‘vita cinematografica’ di Simenon e sul film presentato. Tra i prossimi titoli della serie: La notte dell’incrocio (1932) di Jean Renoir, Panico (1946) di Julien Duvivier , La ragazza del peccato (1958) di Claude Autant-Lara, Maigret e l’affare Saint-Fiacre (1959) di Jean Delannoy, L’orologiaio di Saint-Paul (1974) di Bertrand Tavernier”.

SIMENON SIMENON. UNA PAUSA PIU' LUNGA DEL PREVISTO, MA...

E' finita. Altro che due settimane! La pausa è durata ben di più, effettivamente. Ma adesso è finita. Simenon-Simenon torna da oggi con i suoi post quotidiani, le sue news, i suoi interventi, quelli degli attachés del suo Bureau. Insomma si riparte, con qualche piccola modifica, con una rinnovata voglia di intrattenere un legame con voi appassionati simenoniani e, ovviamente di conoscere sempre meglio il nostro amato Simenon.
Ringraziamo tutti queli che ci hanno comunque seguito in questo periodo (sono stati comunque sempre alcune migliaia) e speriamo che il nostro cerchio simenoniano si allarghi sempre più.