sabato 31 maggio 2014

SIMENON SIMENON: TV, RADIO E TEATRO, VISTI E SENTITI A MAGGIO


Ecco, dalle news di vari media, alcuni dei diversi adattamenti televisivi, radiofonici, teatrali e film in tv, tratti dalle opere di Simenon, che abbiamo visto e sentito nel mese appena concluso, in Italia e all'estero. 

Mitteldeutscher Rundfunk - 19/05 
Die Katze 
Il celebre romanzo Le chat, scritto da Simenon nel 1966 e diventato film nel 1971 interpetato dalla celebre coppia Jean Gabin- Simone Signoret è trasmesso dall'emittente tedesca MDR  in TV-Tipp der Woche, giovedì alle 23.40.

Spettacoli News - 19/05
Lettera al mio giudice, rappresentazione teatrale a Milano, allo "Spazio Tertulliano" con la regia di Giuseppe Scordio dal 7 al 18 maggio 2014. Il famoso romanzo di Simenon scritto nel 1946 sotto forma di lettera di un condannato al proprio giudice

The Guardian - 24/05 
New Lease Of Life
In "Afternoon Drama: The Other Simenon". La BBC-Radio 4 il 30/05,  
per la regia di Ronald Frame, presenta il primo dei tre nuovi episodi tratti dalle storie di Simenon. Questo riguarda Une vie comme neuve (1951), dove uno scapolo solitario la cui routine monotona è cadenzata da visite regolari ad una prostituta. La storia del romanziere tocca certamente argomenti che non si sentono abbastanza spesso sulle radio inglesi. "Il peccato ha radici profonde", dice il protagonista.

The New York Times - 29/05
Monsieur Hire 
Trasmesso su TV5 Monde, domenica alle ore 23.00, racconta di una giovane donna che viene uccisa in un sobborgo di Parigi. La polizia sospetta subito un solitario residente (Michel Blanc), sarto, già una volta finito in carcere per atti osceni. Sandrine Bonnaire è la sua bella e vivace vicina. Questo film francese con la regia di Patrice Leconte, del 1989, è tratto da un romanzo di Georges Simenon, Les Fiançelles de M.Hire (1933) "ha la stoffa di uno studio psicologico di prim'ordine," dice Vincent Canby del The New York Times.
 
LA7 - 31/05
Le inchieste del commissario Maigret
Continua sull'emittente televisiva italiana, nella prima serata del sabato, la trasmissione della serie francese Le Inchieste del commissario Maigret interpretate da Bruno Crémer 

Nord Bayern - 31/05
Drei Zimmer in Manhattan
Debutto a Norimberga, nel Gostner Hoftheater il 5/6/7/ 06 per la regia di Stephan Hoffstadt, con Thomas Witte, Miriam Kohler, Peter Deininger. Si tratta  dell'adattamento teatrale del celeberrimo Trois chambres à Manhattan, romanzo scritto da Simenon nel 1945.

venerdì 30 maggio 2014

SIMENON SIMENON. DOPO "LA CHAMBRE BLEUE" AL CINEMA, "LA BOULE NOIRE" ALLA TV

Si è parlato molto e giustamente della realizzazione della Chambre Bleue e della sua partecipazione a Cannes nella sezione "Un certain régard". Ma adesso tocca ad un altro romanzo di Simenon. Questa volta si tratta de La Boule noire, per la televisione. Il telefilm prodotto dalla Neyrac Films, sarà diretto da Denis Malleval e verrà trasmesso da France 3.
Le riprese del film inizieranno i primi di giugno e la lavorazione dovrebbe richiedere circa un mese. Tra gli interpreti possiamo citare Bernard Campan, Louise Herrero e Linda de Suza.
Malleval non è nuovo nell'adattare romanzi di Simenon per il piccolo schermo. Aveva già realizzato L'escalier de fer e Laurent Guerra dove aveva interpretato il protagonista. Il telefilm, trasmesso in Francia l'autunno scorso, aveva goduto di un certo successo (quattro milioni e mezzo di spettatori). La Boule noire è il primo romanzo europeo dopo il periodo americano di Simenon, scritto a Mougins nel 1955.

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN... VERDE


Sesta ed ultima puntata della passerella dei colori degli incipit delle inchieste di Maigret, a cura di Murielle Wenger. Oggi è di scena il verde, anche se alla fine fà capolino anche un po' di rosa.
 
Ne Le chien jaune é il verde delle vetrate dell'Hôtel de l'Amiral che dà il primo tocco di colore. E questo verdastro glauco, sullo sfondo di una tempesta notturna, dà la seinsazione al lettore di scoprire tutta la scena attraversò gli oblò di vetro smerigliato di un acquario. Ne La maison du juge che si apre con un giornata anch'essa piovosa, e con il tappeto verde del biliardo sul quale Maigret inganna l'attesa giocherellando con delle biglie "d'un giallo sgradevole e un rosa malsano". Ma il verde può anche evocare i ricordi d'infanzia, il verde di un vecchio modello di una carrozza ferroviaria, che somiglia a un giocattolo o a un disegno da bambino (Maigret et la vieille dame), o il "verde profondo e sontuoso" di un porta di una clinica, che fa pensare ad un convento, e che ricorda a Maigret i suoi trascorsi d'enfant de chœur. 
Altre evocazioni dei ricordi da bambino, quella suscitata dal rosa dei bricchi del negozio di Mélanie Chochoi in Félicie est là. Il colore rosa qui è associato alla primavera, di cui essa ricorda la tenerezza e la dolcezza, che si ritrova anche in un tramonto in Maigret en meublé (il cielo era rosa. Le strade sembravano rose) e al levare del giorno in Maigret à l'école, con il sole che fà brillare i cocci rosa dei camini sui tetti.
Murielle Wenger

giovedì 29 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET...IN BIONDO


Le charretier de la Providence si apre su un ambiente piovoso, sul quale splende per contrasto il biondo dei capelli della marinaia Hortense Canelle. E' lo stesso biondo che si ritroverà alla fine del romanzo, quando la donna di Bruxelles piange sul cadavere del carrettiere. Questa capigliatura bionda splendente é un quindi il solo elemento di speranza in un mondo inondato dalla pioggia e dalla tristezza. Fanno da contrasto anche il biondo dei peli di Jean Marie nel mondo in bianco e nero del peschereccio e del porto di Fècamp in Au rendez-vous des Terre-Neuvas. E ancora il giallo "color di lino" dei capeli del marinaio Naud, al quale fà eco il giallo della facciata del bar Chez Popaul che si staglia sul pallido cielo dell'alba, come l'annuncio di un sole che sta per sorgere alla chiusa del canale Saint-Martin (Maigret et le corps sans tête).
Murielle Wenger (continua)

SIMENON SIMENON. CON PICCOLE COSE SI POSSONO FARE GRANDI STORIE... SI', MA CHIEDETELO A SIMENON


L'altro giorno, leggendo su Le Monde un'intervista ad un giornalista scrittore francese, Sorj Chaladon, che parlava di Simenon, sono stato colpito da certe sue parole in merito ad alcune caratteristiche della scrittura del romanziere, ma anche dalla sintesi con cui lo stesso Chaladon ha saputo rendere concetti che conosciamo e che abbiamo qui espresso più volte. Ma la sua efficacia e la sua semplicità ci sono sembrati un buon motivo per riportare qui alcune sue frasi.
"... quello che mi colpisce, inoltre, è il modo che ha di portarmi dove lui va. Non si frappone tra me e la vicenda - spiega Chaladon - Io entro nella sua storia grazie a lui. E quindi, Georges Simenon, per me, e quello che mi aiuta e mi consente di entrare nelle sue storie...".
Potremmo dire che è tutto un gioco d'identificazioni?
Certo il fatto che lo scrittore s'immedesimasse così nei suoi protagonisti, tanto da, come diceva lui, "entrare nella loro pelle", mette probabilmente in moto un meccanismo per cui, questa forte identificazione "autore-personaggio", ha la forza di trascinare anche il lettore e riesce a farlo immergere nelle sue storie. 
Ma quello dell'identificazione è il solo strumento con cui Simenon cattura i suoi lettori? Secondo Cahaladon no:
"...Simenon è quello che guarda le piccole cose, la piccola gente, tutti piccoli fatti quotidiani ma che poi ci dice: - Ecco, c'è una grande storia davanti a voi, anche se è minuscola... ".
Questo delle piccole cose della vita di tutti i giorni è sicuramente un'altro motivo di identificazione. Il lettore ritrova in quegli aspetti, le caratteristiche del suo vivere quotidiano, le semplici gioie e le consuete amarezze che il destino gli riserva giorno per giorno e che sono le stesse che vive il personaggio che trova sulle pagine del romanzo che sta leggendo.
E questo concetto delle piccole cose, ci fà tornare alla mente un'altra categoria di eventi trascurabili, quasi insignificanti che pure tanta importanza hanno nei romanzi di Simenon: il déclic.
Il dèclic è quell'accadimento, di per sè di scarsa importanza, che l'autore inserisce ad un certo punto della vita del protagonista, un cuneo che inceppa i meccanismi, una piccolezza che fà saltare lo status quo e rivoluziona un'esistenza che sembrava immodificabile.
"... può essere la morte del padre. Può essere un incidente, oppure un quiproquo che può accadere nella vita come in uno spettacolo di vaudeville - afferma Simenon in un'intervista ad André Parinaud del '55 - Può essere qualsiasi cosa che capita al nostro protagonista come una lettera inaspettata...".
Ma questi dettagli, questi particolari fanno parte anche della concezione che il romaziere aveva del proprio lavoro: "... io sono un artigiano, ho bisogno di lavorare con le mie mani. Mi piacerebbe scolpire il mio romanzo in un blocco di legno..." (intervista a Carvin Collins - 1956). " ...raccontare una storia semplicemente, con la stessa applicazione dell'ebanista al proprio banco di lavoro..." (da "Le Romancier" - 1945)
Ecco Simenon evocare la scrittura come un lavoro manuale. E quale lavoro sceglie? Quello del falegname o dello scultore che entrambe tirano fuori dal legno o degli oggetti d'uso comune, oppure delle opere d'arte. Ma comunque entrambe sono attenti ai più piccoli particolari, alle pieghe della scultura o agli incastri precisi della falegnameria.
Insomma ancora una volta l'alto e il basso insieme, l'arte e la pratica concreta come facce della stessa medaglia. Come i romans-durs e i Maigret.
C'è ancora qualche dubbio che Simenon sia stato il romanziere del '900 che più di ogni altro abbia saputo coniugare le due categorie della letteratura, per alcuni inconciliabili, quella letteraria-alta e quella popolare-bassa?

mercoledì 28 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN...GRIGIO.


Continuiamo la nostra carrellata tra i colori e le inchieste di Maigret, guidati per mano dalla nostra Murielle. 

Troviamo anche dei romanzi che si aprono con il colore grigio: il tailleur "grigio-ferro" indossato da Anna Peeters (Chez les Flamands), colore che simboleggia l'austerità e la forza di carattere di una giovane donna; le scarpette di lana grigia dello sconosciuto del vagone ferroviario ne Le fou de Bergerac, i capelli grigi di Florentine ne L'ami d'enfance de Maigret. Ma è anche il grigio dell'atmosfera dell'opacità del colore: "la giornata senza colori in grigio e in bianco" durante la quale Maigret fà la conoscenza del giovane Sim (Les mémoires de Maigret). La giornata grigiastra "né fredda, né calda" nella cui serata Maigret è chiamata da Auguste Point (Maigret chez le ministre). Il cielo "d'un grigio neutro" di un tetro mattino di gennaio (Les scrupules de Maigret) , o "il grigiore di un pomeriggio piovoso" in Maigret aux Assises.
Murielle Wenger (continua)

martedì 27 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN... BIANCO


Continua la panoramica sui colori degli incipit delle inchieste di Maigret. Oggi Murielle ci parla del bianco.
 
Il bianco può evocare  l'idea di candore, d'innocenza, è così che appare nell'incipit di La tête d'un homme, il viso Heurtin di un bianco opaco che risalta sul colore tetro del carcere de La Santé, come un elemento incongruo, evocando in modo simbolico il fatto che il prigioniero non è al suo posto perchè in realtà lui è innocente del crimine di cui è accusato. Ritroviamo la stessa sensazione d'innocenza nel "petit chat blanc" che Maigret scorge all'interno della stessa prigione prima della sua visita a Lenoir... e la scelta di questo cognome costituisce un contrasto stridente con con il colore dell'animale  che gioca candidamente al sole. Il bianco è anche il colore del giaccone di Marie Tatin che Maigret intravede all'inizio de L'affaire Saint-Fiacre e quello del cappello indoassato da M.Maigret in Maigret s'amuse. Ancora bianco è il colore dei capelli del vecchio usciere che entra nell'ufficio del commissario all'inizio di Maigret et la Grande Perche e di Un échec de Maigret
Murielle Wenger (continua) 
 

lunedì 26 maggio 2014

SIMENON SIMENON. ANCORA SUI PROSSIMI E ULTIMI MAIGRET

In merito alle prossime uscite dei Simenon e in particolare degli ultimi Maigret, il nostro informatissimo Andrea Franco ci ha mandato in un commento le sue ipotesi in base alle informazioni in sue possesso. Eccole. 
Io credo che I Clienti di Avrenos uscirà per la fine di giugno, (mi sto basando sulle precedenti annate delle uscite dei Simenon editate da Adelphi). E poi, fino a fine settembre/inizio ottobre, non avremo più uscite di racconti, che credo saranno ancora due libri... 
Resta da stabilire se l'ultimo Maigret sarà una strenna natalizia o se invece bisognerà attendere fino a marzo o magari febbraio 2015. Come dicevo, le raccolte di racconti credo che saranno ancora due volumi, data la lunghezza dei sei racconti che restano da pubblicare. (Andrea Franco)

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN... NERO

Maurizio ci ha proposto, in un post di qualche giorno fa', una scaletta di colori utilizzati nei titoli dei romanzi di Simenon.
Forse saprete che ho dedicato un saggio ai colori nei Maigret (http://www.trussel.com/maig/couleurs-f.htm). 
Riallacciandomi al post di Maurizio, mi è venuta voglia di tornare sull'argomento e di interessarmi al primo colore citato nei romanzi della serie del commissario. Qual è il primo tocco di colore dato da Simenon all'incipit di questi romanzi? Cosa ci dice la scelta di questo colore sul tono e sull'intreccio del romanzo in questione? Ecco una domanda cui cercherò di rispondere in questo saggio, che ogni giorno, da oggi a sabato, vedrà pubblicato un post dedicato ad un colore diverso.

• Il primo romanzo della serie si apre con una descrizione dell'ufficio di Maigret alla Polizia Giudiziaria. Primo colore citato, il nero del tubo della stufa che il commissaro riempe di carbone. Subito l'oggetto è sistemato e incontreremo questa famosa stufa in parecchi romanzi. Troveremo il nero come colore dell'incipit anche di altri romanzi che iniziano nell'ufficio di Maigret: quindi l'orologio a pendolo di marmo nero al quale il commisario getta un colpo d'occhio per dare un'orario d'inizio alla sua inchiesta (è il caso di Maigret, Lognon et les gangsters, Le revolver de Maigret, Maigret et le client du samedi). Ma nera è anche la balaustra che si trova nel commissariato di Saint-Georges (La première enquête de Maigret). ll nero può essere anche un colore all'esterno che ci fà capire l'atmosfera in cui si apre l'intrigo: ad esempio ne Le port des brumes Maigret guarda aldilà dei vetri del treno che lo porta a Ouistreham, la notte che cade sul paesaggio che scorre "... fuori era tutto nero...". In Maigret et l'homme du banc è il colore di una domenica piovosa "... con i tetti e i marciapiedi... di un nero lucente...". E' un po' lo stesso colore che si ritrova in un lunedì di novembre in Maigret et les témoins récalcitrants o a Parigi "... lo stesso nero e  lo stesso bianco dei film muti...". Questo riferimento al bianco e nero ci immerge bene nell'atmosfera nostalgica di questo romanzo, nel quale Maigret evoca spesso i ricordi d'infanzia e, nello stesso tempo, ci immerge in quel mondo in sfacelo che è rappresentato dalla fabbrica di biscotti Lachaume.  
Murielle Wenger (continua)

domenica 25 maggio 2014

SIMENON SIMENON. I MAIGRET 4: PREPARATEVI ALL'USCITA

Per i nuovi appassionati maigrettiani, o per chi non li avesse letti, oppure per chi fà collezione... attenzione. A breve uscirà I Magret n° 4. Si tratta del quarto volume di una collana che presenta ogni volta quattro/cinque inchieste del commissario. Come dicevamo le notizie sulla data dell'uscita non sono concordi. Potrebbe essere la prossima settimana o la prima di giugno. L'Adelphi, ad esempio, non l'ha ancora inserito nelle anteprime e questo protrebbe far ritener che prima del 7/10 giugno non sarà in libreria. Un'altra indicazione verrebbe a confermare questa ipotesi. Si tratta della piattaforma di vendita di libri on-line, Internet Book Shop, di solito abbastanza attendibile, che lo mette già in prenotazione con l'avvertenza però che non sarà disponbile prima dell'11 giugno.
D'altra parte il sito ufficiale di Georges Simenon, curato dal figlio e aggiornato sulle uscite in tutto il mondo dei volumi simenoniani, lo dà in pubblicazione addirittura per il 27 di questo mese.
Andiamo comunque a vedere quali titoli contiene questa quarta raccolta.
Si tratta di sei inchieste presentate in ordine cronologico di cui le prime cinque fanno parte della serie Fayard:
• "Il pazzo di Bergerac" (Le Fou de Bergerac - avril 1932)
• "Liberty Bar"  (Liberty Bar - juillet 1932)
• "La chiusa n. 1" (L’Écluse n° 1 - juin 1933 )
• "Maigret"  (Maigret - mars 1934)
Il sesto, "I sotterranei del Majestic" (Les Caves du majestic - in "Maigret revient" - octobre 1942) fa parte della prima raccolta delle inchieste maigrettiane publicata da Gallimard.
Tenete d'occhio Simenon-Simenon, perché appena ci saranno informazioni più precise le pubblicheremo immediatamente. Anche perchè questa rischia di essere l'unico Maigret del periodo estivo. Nei piani editoriali dell'Adelphi era prevista sempre a giugno l'uscita di un roman-dur, "I clienti d'Avrenos" (Le clients d'Avrenos - 1935 Gallimard) e quindi una quinta raccolta de "I Maigret" a fine agosto/primi di settembre.
E per quella che dovrebbe essere con tutta probabilità (se non abbiamo fatto male i conti) l'ultima raccolta dei racconti delle inchieste del commissario Maigret? Ottobre? Novembre?... Natale?...

P.S. Se qualcuno ne dovesse sapere qualcosa di più (hai capito Andrea?) gli saremmo grati se ce lo scrivesse.

sabato 24 maggio 2014

SIMENON SIMENON. CANNES: LA CAMERA AZZURA RIMANE... VUOTA

Mathieu Amalric, regista e protagonista de "La Chambre Bleue", al Festival di Cannes, si consola  rileggendo il libro di Simenon?
Il bianco vince sull'azzurro. Almeno ieri al Festival Internazionale del Cinema 2014 di Cannes. In "Un certain regard", la giuria, presieduta da Pablo Trapero (con Peter Becker, presidente del "The Criterion Collection", statunitense - Maria Bonnevie attrice svedese, Géraldine Pailhas attrice francese - Moussa Touré regista senegalese) ha dato la sua preferenza a White Dog dell'ungherese Kornell Mundruczó, vincitore quhttps://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6350846374741194765#editor/target=post;postID=7979918759527087506;onPublishedMenu=posts;onClosedMenu=posts;postNum=0;src=postnameindi di questa sezione. Rimane così a bocca asciutta Mathieu Amalric con il suo La chambre bleue, sia pure lodato da parte della critica e con un endorsement come quello del Festival Sundance che, nei giorni scorsi, lo aveva già prenotato per la propria prossima edizione e se n'é accaparrata la distribuzione americana.
E' stato il primo verdetto da Cannes in attesa di sapere a chi andrà la Palma d'Oro riservata ai film del concorso principale.
Quindi nessun riconoscimento per la pellicola tratta dal famoso romanzo di Georges Simenon. Ma non riusciamo a stupirci. E' in fondo lo stesso trattamento che di solito é stato riservato allo scrittore, che non è stato oggetto di nomine o riconoscimenti ufficiali, e alle sue opere che non hanno vinto nessun premio. Il suo giudice é sempre stato il pubblico (e qualche volta la critica). Un giudice che molto spesso lo ha proclamato vincitore nei fatti, con il successo di vendita delle sue opere, non di rado aldilà dei confini geografici e delle barriere linguistiche.
Amalric, con alle spalle una quarantina di film come attore e quattro come regista, invece  qualche premio lo ha già vinto, sia da una parte che dall'altra della macchina da presa (tre premi Cèsar e altri, tra cui uno per la sceneggiatura). Ma questa volta non ci pensava forse nemmeno lui alla passerella di Cannes. Ricordiamo che il film è nato come un low-budget, con un piano di lavorazione che ha visto il primo ciak a luglio 2013, la fine lavorazione nello scorso marzo, con uscita nelle sale prevista per aprile. Un film dunque da produrre velocemente (ma non di fretta...). Certo realizzare in Francia un film da un romanzo di Simenon è una di quelle operazioni che, nel bene o nel male, ti mette sotto gli occhi di tutti e che si voglia o meno dichiara una certa ambizione. Ed è poi difficile sottrarsi ai riflettori dei media.
Adesso il giudizio é nelle mani del pubblico, senza premi che possano aiutare il lancio del film sul mercato, ma  avendo partecipato a Cannes, che è già di per sé un risultato, ed avendo alle spalle un romanzo di Simenon, che significa  avere dalla propria parte (se non altro, per curiosità) i non pochi appassionati delle opere del romanziere.

venerdì 23 maggio 2014

SIMENON SIMENON. IL "CLUB DELLE SETTE MOGLI" DEL COMMISSARIO MAIGRET


Si fà presto a dire Maigret. Certo quello letterario è uno, uno solo e inconfondibile. Ma quando passiamo agli adattamenti cinematografici e televisivi le cose si complicano. Non esiste "il Maigret" ufficiale. Non c'è un attore che l'autore e i lettori delle varie nazioni riconoscono come quello di riferimento. E così, tanto per restare nei confini del vecchio continente, abbiamo preso in considerazione i Maigret del grande del piccolo schermo, più di successo e più duraturi. Anche perchè il personaggio su cui vorremmo soffermarci oggi è M.me Maigret. Ma, dati i cinque commissari che abbiamo scelto, ci siamo ritrovati con ben sette consorti. Il colpevole di tutto questo è Jean Richard, il primo  che ha interpretato per la tv francese (unico attore al mondo) tutte le inchieste del commissario, dal 1967 fino al 1990. Con tredici anni al suo attivo è comprensibile che abbia cambiato tre volte consorte. La prima fu Micheline Francey con trascorsi cinematografici e radiofonici (fino al 1968). A lei seguì Dominque Blanchar che interpretò M.me Maigret fino al 1976. Terza ed ultima, ma non "ultima" (perchè in realtà fu davvero la moglie di Jean Richard), Annick Tanguy che seguì il marito nell'avventura televisiva fino alla fine, quindi fino al 1990.
Sul grande schermo uno dei più efficaci interpreti (e che piaceva molto a Simenon) fu Jean Gabin che interpretò per ben tre volte il ruolo del commissario. Al suo fianco, nel ruolo di Louise Maigret, Jeanne Boitel che nel '58 recitò in Maigret tend un piège. Rimaniamo in Francia tornando alla televisione con la seconda serie cui i francesi hanno tributato un gran successo, quella interpretata da Bruno Crémer dal 1991 al 2005. L'ultimo Maigret francese aveva accanto l'attrice Anne Bellec che interpretava la signora Louise.
Non dobbiamo poi dimenticare la serie con Rupert Davies, produzione britannica della BBC, iniziata nel '60, dove M.me Maigret era interpretata da Helen Schingler.
Ci siamo tenuti per ultimo il nostro Maigret e, per noi italiani, l'indimenticabile Andreina Pagnani che accompagnò Gino Cervi per tutte e quattro le serie dal '64 al 72. Quella stessa Pagnani che quando fu mandata una sua foto a Simenon per l'approvazione, fu bocciata perchè troppo giovane e carina per interpretare la moglie del commissario. Poi gli fu mandata un'altra foto, sempre con la Pagnani, ma truccata e invecchiata e, senza sospettare di nulla, lo scrittore dette il suo benestare. L'attrice aveva conosceva da lungo tempo Cervi e già aveva lavorato con lui in varie occasioni, soprattutto teatrali, e quindi l'intesa tra i due risultava molto naturale anche sul piccolo schermo.

giovedì 22 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LA PAGINA DE "IL MATTINO" IN RICORDO DEL ROMANZIERE

Continuiamo con la nostra
ormai tradizionale rassegna
che ci illustra quello che i giornali
pubblicarono all'indomani
della scomparsa di Georges Simenon.
Questa volta si tratta
di un quotidiano italiano,
Il Mattino di Napoli,
che dedicò allora sette colonne
dell'intera pagina di cultura
all'evento.



Ancora una volta dobbiamo constatare che, almeno allora alcuni, non avessero ancora una percezione completa di cosa fosse l'opera di Simenon e i due principale titoli di questa pagina lo dimostrano.
L'articolo principale titola "Il prolifico papà di Maigret", mentre l'altro (a firma di Orio Caldiron) addirittura "Prigioniero di un colore" dove per colore s'intende il giallo e quindi significa per Simenon il successo di Maigret che, detta così, sembra abbia oscurato le centinaia di romans-durs, che lo hanno invece consacrato come uno dei romanzieri simbolo del '900.
Ma c'è qualche discrasia tra titoli e testo.
Il primo articolo  parla infatti di una "riscoperta" di Simenon, del suo valore letterario e della dimostrazione concreta di come le alte tirature possano conciliarsi con la qualità letteraria. Ovviamante si fà una veloce biografia, dagli inizi, ai suoi pseudonomi, al lancio di Maigret fino ai romanzi. Si parla della sua scrittura come un opera di un artigiano e si cita il critico simenoniano Francis Lacassin che spiega come lo scrittore entrasse nella pelle dei protagonisti che faceva vivere nei propri romanzi. Invece nel pezzo di Caldiron si sottolinea come Simenon fosse passato dalla letteratura popolare su ordinazione al genere poliziesco, che pur rimane per molti sempre un genere semi-letterario. Anche se si fà notare come Simenon sia stato un rifondatore del romanzo poliziesco che, fino ad allora, aveva seguito tutte altre strade. Poi, finalmente, la svolta con i romanzi  e l'articolo si conclude riferendosi ai protagonisti delle storie simenoniane "... sembrano dei fantasmi chiamati a raccontare le loro storie, come in trance, evocati come per magia dalla penna secca ed essenziale dell scrittore che ha lo sguardo inclemente di un maestro fiammingo". Completa la pagina un articolo di taglio basso, "Il fascino del commissario antieroe" in cui viene fatto un ritratto del celeberrimo commissario, comparandolo con gli altri investigatori letterari. Non poteva mancare una panoramica degli attori che lo hanno interpretato nelle varie versioni cinematografiche e televisive in tutto il mondo. E, una parte importante, non poteva che essere dedicata all'interpretazione televisiva del nostro Gino Cervi.

mercoledì 21 maggio 2014

SIMENON SIMENON. COME LA CENSURA RAI COLPIVA LE DONNE DEL MAIGRET-CERVI

Gabriella Andreini in bikini come nei Maigret non si é mai vista
Censura Rai anni '70. Già, nell'epoca della rivoluzione sessuale e dell'amore libero, figlie del tumultuoso '68,  nell'ente televisivo italiano si respirava un'aria ben diversa. La Rai Tv italiana era ancora molto severa nel selezionare ciò che trasmetteva. Il cosiddetto "comune senso del pudore" dettava legge e imponeva una castità mediatica che spesso colpiva i centimetri di pelle scoperta... ovviamente delle donne.
Sappiamo che, per quanto libertaria fosse la concezione del sesso e della sua pratica da parte di Simenon, altrettanto castigati e austeri erano i comportamenti di Maigret, le situazioni e le donne nelle inchieste del commissario. Anche prostitute e donne di facili costumi erano sempre presentate in un modo mai scandaloso o scabroso.
Eppure... eppure nella trasposizione televisiva la censura è intervenuta durante i controlli di routine.
A questo proposito scrive il Corriere della Sera nel settembre del 1972, a proposito di due puntate della serie, Il ladro solitario e Maigret in pensione,
"...Nuovo spietato intervento della censura per i "gialli" di Maigret... il bersaglio è stata Gabriella Andreini colpevole di indossare un bikini, soltanto in parte coperto da una vestaglia... L'alto funzionario dopo aver assistito a "Maigret in pensione", ha ordinato il taglio di ben cinque scene in cui appare Gabriella  Andreini con bikini e vestaglia...".
Si dirà, erano altri tempi, Maigret lo seguivano anche i bambini, insomma doveva essere uno spettacolo per famiglie e certe cose, benchè di sfuggita o marginali, il regista Mario Landi non se le poteva permettere. D'altronde non era la prima volta. Nello stesso articolo il quotidiano di via Soleferino, ricorda dei "... tagli apportati all'altro racconto della serie (Il ladro solitario) dal quale venne tolta una scena con Angela Cavo a schiena nuda, in controluce...".
E non è tutto. Riferendosi ancora a Maigret in pensione, il Corsera rivela "... un  altro grave provvedimento... il taglio di una battuta tra Cervi e l'Andreini che faceva parte della sceneggiatura completa, approvata ai vari livelli dei rappresentanti della TV...".
Crediamo che queste beghe censorie italiane non siano mai arrivate alle orecchie di Simenon, che forse si sarebbe fatta una sonora risata. Chissà se nelle serie prodotte in altri paesi in quegli anni si verificavano gli stessi problemi?

martedì 20 maggio 2014

SIMENON SIMENON. IL ROMANZIERE CHE NE FACEVA DI TUTTI I COLORI

Nel post di ieri si parlava di quelle che qualcuno ha definito i rituali di scrittura di Simenon. Una di questi erano le famose buste gialle che servivano allo scrittore per buttar già nomi, date, riferimenti vari, prima di iniziare a scrivere. Perchè delle buste e perché gialle, l'autore non ha mai saputo dare una spiegazione razionale (vedi il nostro post Come preparava i romanzi: le famose buste gialle).
Questo colore giallo ha iniziato a girare per la nostra testa e pian piano sono affiorati, proprio pensando ai colori, un certo numero di romanzi nei titoli dei quali l'autore ha utilizzato un colore. Ne abbiamo trovati nove. Ben poca cosa pensando che si riferiscono ai Maigret, ai romans-durs e ai racconti (ben oltre ducento titoli e abbiamo escluso quelli firmati con gli pseudonimi). Ci è però sembrato curioso metterli insieme e formare una sorta di arcobaleno che attraversa l'opera di Simenon: Le chien jaune - 1931, L'ane rouge - 1933, Le cheval Blanc - 1938, La demoiselle en bleu pâle - 1938, Le volets verds - 1950, La piste de l'homme roux - 1943, Feux rouge - 1953, La Boule noire - 1955, La Chambre bleue - 1963 (vedi il post I colori dei romanzi).
Poi ci sono i contrasti cromatici tra il bianco sporco de la Neige ètat sale - 1948
e il nero de Le Negre - 1957. Tra il nero cupo della notte de La nuit du carrefour - 1931 e lo splendore aureo de La Tabatière en or - 1932.

lunedì 19 maggio 2014

SIMENON SIMENON. IL SUNDANCE PRENOTA LA CHAMBRE BLEUE


La notizia arriva frasca fresca dall'Hollywood Reporter. Secondo il magazine di Los Angeles, l'ormai celebre festival, fondato da Robert Redford, avrebbe opzionato la pellicola di Amalric, tratta dal romanzo di Simenon La chambre bleue, per l'edizione 2015 della kermesse cinematografica americana. Non solo ma il presidente della Sundance Selects / IFC Films, Jonathan Sehring, ha detto: "Mathieu Amalric sta dimostrando di essere il più formidabile come regista come lui è un attore. Questo è un film superlativo". Di conseguenza non stpisce che ci sia in ballo un accordo anche per la distribuzione del film in America, accordo trattato da Arianna Bocco, responsabile acquisizioni e produzioni per Sundance Selects / IFC Films e dal produttore de La chambre bleue, Paolo Branco per conto di Alfama Films.
La francese Arianna e l'americano Paolo... sembra tanto un affare gestito tra italiani, tanto più che i cognomi sono rispettivamente Bocco e Branco!

SIMENON SIMENON. TV: CALASSO DA FAZIO, PARLA DI SIMENON, MA...

Ieri sera la  tradizionale puntata domenicale di Che tempo che fà, ha aperto con un ricordo di Georges Simenon, reaizzata attraverso, una chiacchierata, meglio quasi un monologo, con il Presidente nonché Direttore Editoriale, ma anche scrittore ("tra i più prestigiosi" come l'ha definito Fabio Fazio), che ha parlato dell'autore, che Adelphi edita in esclusiva in Italia, iniziando dalla famosa intervista del '68 fatta da una serie di medici. Erano quelli svizzeri della rivista scientifica Médicine et Hygiène che, come ha raccontato Calasso, iniziarono quell'incontro domandandogli se lui fosse o meno uno scrittore dell'inconscio, cosa che il romanziere non negò. Da qui Calasso è passato poi a descrivere come nasce in Simenon un romanzo. E così ci ha parlato di quel malessere che precedeva la fase creativa, lo "stato di romanzo" come l'ha tradotto nella conversazione con Fazio...
Adesso diciamocelo francamente, fare le pulci ad un intellettuale come Calasso che oltrettutto da quasi trentanni pubblica i romans-durs e i Maigret di Simenon non è certo cosa né facile, né forse nemmeno simpatica. Ma qualche domanda, scusate, ce la dobbiamo porre lo stesso.
Infatti dopo aver parlato di "Simenon come scrittore dell'inconscio", dello "stato di romanzo" in cui componeva le sue opere, dopo aver parato dei rituali che accompagnavano la sua scrittura (ma di questo tratteremo in seguito), come ha potuto dimenticare il déclic? Capiamo la pressante sintesi che impone la televisione, soprattutto quando in quarto d'ora bisogna raccontare Simenon... Ma questa del déclic non è dimenticanza da poco.
E non siamo certo noi ad affermarlo, ma lo stesso Simenon in un'intervista del '55 con André Parinaud (che tra l'altro dovremmo aver già pubblicato).
"...Concepisco come protagonista, un personaggio della vita comune, con certe opportunità, e il mio problema, il primo giorno, è quello di inserirlo in una situazione tale che, reagendo ad essa, potrà potrà arrivare fino alla fine del suo percorso. Se volete, questa situazione che io ho creato, questo "dèclic", è l'unica parte artificiale del romanzo - sottolinea con chiarezza Simenon - Quello che chiamo "déclic" costituisce il primo capitolo. Può essere la morte del padre. Può essere un  incidente, oppure un quiproquo come in un vaudeville, come nella vita di tutti i giorni. Le "déclic" può essere costituito da qualsiasi cosa possa capitare al mio protagonista, una lettera che non s'aspettava e che cambierà la routine di quella vita a cui s'era rassegnato..."
Insomma questo déclic, unico elemento razionale, in un mare di creatività inconscia, ci pare abbia un'importanza non certo trascurabile nel proceso di costruzione del romanzo simenoniano e ignorarlo, come ha fatto Calasso, non ci è sembrato opportuno.
Parlavamo degli oggetti di cui Simenon si circondava quando scriveva e che Calasso ha interpretato come facenti parte del "rituale". Li ha elencati, ma anche qui con qualche dimenticanza e qualche leggerezza.
Ha citato le quattro dozzine di matite ben appuntite, l'orario ferroviario, l'elenco del telefono (in realtà erano molti elenchi del telefono e non solo di Parigi) e il caffè. Questa del caffè è un'argomento controverso. E' vero, in Quand j'étais vieux (una sorta di "giornale intimo", scritto tra il '60 e i '63, pubblicato poi da "Presses de La cité" nel '70) il romanziere parla del caffè sulla scrivania. Ma questa era un'immagine che voleva accreditare presso il pubblico, soprattutto per distinguersi da quella della sua seconda moglie, Denyse, che era infatti un'alcolista. Ma ci sono foto della sua scrivania, testimonianze di intervistatori e racconti dei suoi ospiti che lo ritraggono e ne parlano fin dagli anni '30,  con un bicchiere e una bottiglia di vino a portata di mano, vicino alla macchina da scrivere.
E poi le pipe.
Come si fa a parlare di Simenon senza citare la pipa? Qualcuno, forse anche lo
stesso Calasso, può ritenere che sia un'iconografia un po' suprficiale, ormai inflazionata, addirittura divenuta un po' stucchevole. Eppure la pipa non è uno strumento che serve a bruciare del tabacco. La pipa è un oggetto con cui si ha un certo rapporto. Si preferiscono alcuni tipi di pipe ad altri. Ci sono delle pipe nella propria collezione che si fumano più volentieri e non sono le migliori, né le più costose. Il fatto che una pipa quel giorno tiri bene, non bruci troppo in fretta o non si spenga di frequente, può influenzare l'attività che si sta svolgendo e addirittura l'umore del fumatore... oppure può essere l'umore che ne influenza il buon funzionamento... Fatto sta che, come per ogni fumatore, anche per Simenon il rapporto con le sue pipe non è così superficiale e marginale come si potrebbe credere e comunque non fino al punto di ignorarle.
Passiamo alla questione del calendario di cui l'editore dell'Adelphi aveva portato un esemplare in studio, dove erano segnati i giorni della scrittura. Anch'esso faceva parte del rituale: giorno per giorno Simenon segnava una croce su una casella. In sette giorni, ha spiegato Calasso, Simenon  scriveva un romanzo. aggiungendo che gli otto giorni segnati sul calendario, inquadrato dalla telecamera, erano una sorta d'eccezione.
Altra piccola precisazione. Intanto va specificato che Simenon era solito scrivere un capitolo al giorno (se parliamo del periodo dal '31 in poi quando si dedicò ai Maigret e ai romans-durs). Ora capitava che l'état de roman (quello che Calsso ha tradotto come "stato di romanzo") era anche creare un vuoto in sé stesso per entrare nella pelle del protagonista di turno. Una fatica psichica e fisica che lo faceva calare di quasi un chilogrammo ad ogni seduta di scrittura. Quando non aveva ancora trent'anni, le sue forze gli consentivano di rimanere in quello stato per almeno una dozzina di giorni. Ecco perché i suoi primi romanzi avevano quasi tutti dodici capitoli. Poi con il passare del tempo e l'avanzare dell'età, la resistenza di Simenon diminuiva e negli ultimi tempi (gli anni dal '60 al '72) i romanzi arrivavano appunto a sette capitoli. Simenon non riusciva a restare in état de roman più di una settimana. Anche qui ci sono le parole di un giovane Simenon in un intervista a J.K. Raymond Millet de Le courrier cinématografique, nel '31  "...i miei romanzi hanno generalmente dodici capitoli. Scrivo un capitolo tutte le mattine, non di più. Questo mi richiede al massimo un'ora e mezza; ma poi mi sento "svuotato" per tutto il resto della giornata...".
Ci siamo già dilungati abbastanza. Un ultimo appunto lo dobbiamo a quella che chiameremmo un necessaria furbizia del mestiere. E qui Calasso non c'entra nulla. Infatti mentre lui parlava della storia d'amore tra Simenon e Josephine Baker, veniva proiettata una foto in che ritraeva lo scrittore e la starlette al tavolo di un locale lui, in frac, rivolto verso di lei e Josephine che gli faceva divertita gli occhi storti. Peccato che quella foto non testimoni un serata  tête-à-tête tra i due. La foto proiettata è tagliata, ma quella orginale rappresenta una tavolata con altri amici e soprattutto con, a fianco dello scrittore, la sua prima moglie Tigy.
Stessa tavola qui con Tigy, tagliata nell'altra





domenica 18 maggio 2014

SIMENON SIMENON. "LE SEPT MINUTES" PER... G.7


Anno 1938. Simenon è gia da qualche anno uno scrittore della prestigiosa casa Gallimard. Ha lasciato nel '34 Fayard, dopo la pubblicazione dei primi diciannove Maigret, del quale per quattro anni non ha scritto più nulla. Ha invece portato a termine e pubblicato una decina di romans-durs e poi iniziato di nuovo a scrivere delle inchieste del commissario a La Rochelle proprio nel '38.
Ma questi due filoni non esauriscono la serrata pubblicazione di titoli da parte del romanziere che, sempre nel 38, vede pubblicata una raccolta di racconti polizieschi scritti nel 1930 a Morsang. Ma in questo caso non si tratta né di romans-durs né di Maigret.
Sono romanzi polizieschi brevi (o se volete tre lunghi racconti) di oltre una settantina di pagine l'uno, che hanno come protagonista l'Agente G.7.
Nella nostra copia, datata 1938 e stampata il 3 marzo, i racconti sono tre: Le Grand Langoustier, La nuit des sept minutes e L'enigme da la Marie Galante. Ricordiamo che nel 1930 Simenon ancora pubblicava esclusivamente sotto pseudomini, e quindi questa avventure dell'agente G.7 sarebbero potute uscire firmate Christian Brulls o Georges Sim. E invece sono rimaste otto anni in un cassetto (di chi?) fin quando Gallimard le pubblicò nella serie La Renaissance de la nouvelle diretta da Paul Morand.
Ma chi era questo G.7? Siamo lontani o no da Maigret, e nel caso, quanto?
Vediamo cosa racconta di lui Simenon "... G.7 fumava la sua piccola pipa diligentemente seduto al posto che gli era stato assegnato... G.7 aveva l'aria di uno scolaretto che finge di non vedere nulla! - da Le Grand Langoustier - ...c'era solo G.7 che conservava la sua aria da giovanotto di buona famiglia...".
Insomma un giovanotto, a modo, gentile, non un consumato funzionario dello stato di mezz'età. Giovane quindi, dalla figura snella e non una sagoma massiccia e pesante. Anche se G.7 fuma la pipa, come il commissario, è un pipa piccola, quasi vezzosa, non un pipa grossa e tozza come quella di Maigret. E poi in questo racconto non si beve, non si mangia...
"...G.7 si contenta di unire la sua silhouette  alla vita di tutti i giorni e di osservare per strada insieme alla gente i cantanti ambulanti. Bisogna abituarsi.  All'inizio si è tentati di prenderlo per un'imbecille - si racconta ne La nuit des sept minutes - ... dietro la porta G.7 e Sonia erano già nelle braccia uno dell'altra...".
Qui Simenon accomuna G.7 e Maigret, il primo sembra un imbecille e del commissario il romanziere aveva sempre detto: Maigret non è intelligente...è intuitivo...". Ma dall'altra parte si parla una scena d'amore del giovane agente, che in Maigret sarenbe impensabile.
"... restai un'ora da solo nel café... arrivai a pensare che G.7 mi avesse voluto allontanare per ricevere una donna... - scrive Simenon in L'enigme da la Marie Galante - ... fu con un tono raffinato, da uomo di mondo, che G.7 ci presentò uno all'altra...".
Insomma tranne piccole caratteristiche G.7 ha un aspetto, un carattere e un modo di indagare che non sono queli del commissario Maigret. Addirittura qualcuno ha detto che questo personaggio poteva forse costituire il "piano B" di Simenon, in caso la serie di Maigret non avesse avuto il successo sperato.
La serie dedicata a G.7 comprende, oltre a quelli citati, la raccolta di racconti Les treizes énigmes (scritto nel '29), L'affaire du canal (stesura del '28/29) e La folle d'Ittevile (terminato nel '31).

sabato 17 maggio 2014

SIMENON SIMENON. E MAIGRET SCOPRE... LE DONNE DI GEORGES



Un'inchiesta fuori dall'ordinario

...Il giudice stava riordinando le carte e le penne sul tavolo. Maigret conosceva quel segnale, precedeva il commiato.
- Bene, la ringrazio per aver accettato e le auguro buon lavoro. Ci vedremo domani mattina per discutere i dettagli.
A quelle parole l'uomo in grigio si era staccato dalla libreria e aveva raggiunto Maigret, che nel frattempo si era alzato. Gli tese la mano e con una voce afona disse: - Commissario, auguri. Abbiamo molta fiducia in lei.
Maigret strinse quella mano affusolata e fredda, porse i suoi saluti e uscì.
Attraversò la stanza degli ispettori senza guardare nessuno e chiuse pesantemente la porta dietro di sé. Lucas, Torrence e Janvier seguirono il passaggio del capo con la coda dell'occhio. Avevano percepito immediatamente che era di umore nero. Nessuno si azzardò a entrare, quindi, per la chiusura del caso Maras.

e Maigret non aveva nemmeno ordinato qualcosa alla brasserie Dauphine. Da quando era rinchiuso nell'ufficio, con quel voluminoso incartamento, non si erano sentiti rumori. Forse il capo stava studiando un nuovo caso? Ma non era nel suo stile. Di solito concertava con gli ispettori i primi passi dell'indagine. Alla fine la porta si aprì bruscamente.
- Lucas, vieni! L'ispettore si precipitò.
- Raccogli le deposizioni, i verbali e i referti che si riferiscono al ritrovamento di Maras. Senti anche l'Istituto di medicina legale, il dottor Moers dovrebbe darci i risultati dell'autopsia. Voglio tutto sul mio tavolo per domani mattina: devo preparare la relazione per il giudice. Oggi pomeriggio non ci sarò. Ci vediamo domani...

Colette racconta... il primo racconto 

...Il cameriere gli indicò il tavolo dove l'attendeva Colette. Dopo i saluti, Maigret sedette e iniziò il suo solito discorsetto
- La ringrazio di aver accettato questo colloquio. Anche perché mi rendo conto che la mia posizione è singolare. Nonostante io sia un semplice funzionario di polizia, mi trovo a svolgere un'indagine che di poliziesco ha ben poco. Come mai? Le posso dire che in ambienti governativi vogliono un quadro completo della vita dello scrittore, compresi, lei forse capirà, gli aspetti meno noti, le situazioni private e sconosciute...
Colette aveva uno sguardo interrogativo:
- E perché tutto questo?
- Mah! Avranno le loro ragioni, a noi semplici funzionari fanno fare solo il lavoro di raccolta...
- Ma lei non è un funzionario qualsiasi, Maigret. Non deve essere certo un lavoro di routine se hanno deciso di affidarlo a lei.
- Comunque io devo solo raccogliere informazioni.
- Ecco perché vorrei che lei mi raccontasse qualcosa di Simenon, come l'ha conosciuto, che tipo era al di fuori dell'ufficialità.
- L'ho conosciuto nel '23, era molto giovane. Un bel ragazzo, si vedeva subito che era determinato a sfondare. Io all'epoca ero a "Le Matin" con l'incarico di direttrice letteraria. Sul giornale c'era una rubrica, "Le Mille e un mattino", molto prestigiosa, in cui si pubblicava un racconto al giorno. E, per molto tempo, Simenon ogni settimana portava i suoi racconti. Puntualmente gli venivano restituiti. Erano un po' troppo di maniera, troppo letterari. Ma lui insisteva. Allora avevamo molti autori che aspiravano a pubblicare, ma non c'era nessuno ostinato e regolare come lui. Tanto che un giorno decisi di parlargli spiegandogli cosa c'era che non andava. E lui, evidentemente, colse il messaggio e migliorò così tanto che iniziai a pubblicarlo.
Intanto arrivò il cameriere a prendere le ordinazioni. Maigret si fece consigliare da Colette, che chiaramente era una cliente abituale. Iniziarono con un'insalata del Perigord e, per dopo, chiesero del pollo al vino con contorno. Maigret ordinò del Blanc de Sancerre. Nonostante tutto il commissario si sentiva a suo agio e la fame era segno del suo buon umore.
- Fu l'inizio di una lunga serie - continuò Colette, — mi pare che continuò a scriverne con una certa regolarità fino al '30. Forse quasi un centinaio di racconti brevi.
- Un bel numero...
- Scherza? Simenon scriveva per molti altri giornali. Pensi che all'epoca a Parigi c'erano una trentina di quotidiani e quasi tutti riservavano uno spazio giornaliero ai racconti. Senza esagerare, Simenon in quel periodo avrà scritto diverse centinaia di novelle, me lo diceva Gide...


Josephine Baker: il mito del sesso 
e il giovane scrittore 

...Era arrivato a Rue Poissonière davanti al Café Brébant, un vecchio locale. Entrò, ma non trovò nessuno che potesse somigliare alla Baker. Si sedette e ordinò un vieux calvados.
Appena lei entrò la riconobbe subito. Il corpo ancora dritto avvolto in un leggero soprabito color crema, un cappello che le nascondeva i capelli. I tratti del viso erano un po' spenti rispetto a quelli che Maigret ricordava di aver visto, a suo tempo, nelle foto o nei manifesti.
Si alzò, levando la pipa di bocca. A piccoli passi la Baker si avvicinò al tavolino e salutò il commissario con un filo di voce.
- Mi scusi, ma con questa raucedine non riesco a parlare meglio di così. Con tutta l'umidità e il vento di questi giorni mi è andata via la voce. Ma poco male, tanto ormai non debbo più cantare.
- Non si preoccupi, anzi mi scuso io per averla fatta venire fino qui in queste condizioni... se avessi saputo...
- Ma no, sono contenta di uscire. Se la figura una come me, abituata a passare a casa solo per cambiarsi d'abito, oppure per fare la valigia o per dormire qualche ora, trascorrere le proprie giornate in casa, magari a fare la calza?
Maigret ridacchiò.
- Veniamo al motivo di questo incontro. Vede, madame Baker, sto raccogliendo testimonianze su Simenon e siccome so che tra voi c'è stata una certa amicizia, anzi più   di   un   rapporto   amichevole,   volevo   chiederle   di aggiungere un tassello al mosaico che sto costruendo.
- Ma quale tassello desidera? Vuole che le parli della nostra storia? Sa, commissario, c'è poco da dire. Eravamo felici insieme, molto felici. Tra me e Georges esistevano diversi punti in comune. Avevamo entrambi una gran voglia di vivere, di esplorare sia la vita che i rapporti umani fino in fondo, senza pregiudizi né remore. Amavamo tutti e due il sesso, senza tabù o condizionamenti. E poi eravamo due spiriti liberi, molto liberi. Lei pensi che allora, quando scoppiò la mia popolarità qui in Francia, avevo vent'anni appena. Debuttai con la "Revue Nègre". Fu subito un successo. Allora c'era un gran numero di uomini che mi faceva la corte. Gente anche molto importante, potrà immaginare... industriali, politici, attori, e famosi playboy.
Maigret ripensava a quando era scoppiato il fenomeno Baker. C'era stato un periodo in cui sembrava che Parigi fosse letteralmente impazzita per questa mulatta di Saint Louis che aveva debuttato al teatro degli Champs Elysées.
- Tra i tanti - continuò Joséphine - mi fu presentato questo Georges Simenon. Allora anche lui aveva poco più di vent'anni, ma era già lanciato nel suo lavoro di scrittore. Non pubblicava ancora romanzi importanti, scriveva però una grande quantità di racconti sui quotidiani. Georges era un uomo molto determinato e, facendosi largo tra le persone che mi giravano intorno, riuscì a colpirmi. Mi ricordo che molti del mio staff si meravigliavano che dessi la preferenza proprio a quel ragazzo.
Era strano stare lì seduti in un vecchio caffè ad ascoltare una donna piccola, vestita con discrezione, che parlava con un filo di voce. E pensare che era la stessa bomba del sesso che aveva fatto delirare i parigini per il suo sedere e le parigine per la pettinatura à la garconne.
Avevano ordinato un tè per madame Baker, e un secondo calvados per il commissario. I camerieri scivolavano veloci e silenziosi sul pavimento lucido della sala, con i loro grandi vassoi argentati.
Maigret iniziò a spiegare che aveva bisogno di qualche informazione su Simenon e che sperava che lei potesse fornirgli qualche indicazione proprio su quei tempi, che poi corrispondevano ai primi anni trascorsi dallo scrittore a Parigi. Madame Baker sembrava molto contenta di poter essere utile.
- Eravate entrambi dei nuovi arrivati. Simenon si trasferì a Parigi alla fine del '22 e lei era arrivata da poco - disse Maigret.
- Sì, io sbarcai a Parigi dal Missouri nell'ottobre del '25, al seguito dell'orchestra di Claude Hopkins con Sidney Bechet, il famoso clarinettista jazz. Avevamo un gran da fare allora: interviste, fotografie, le prove dello spettacolo, insomma c'era davvero poco tempo per vedersi. Spesso ci si incontrava a notte fonda, in qualche locale ancora aperto. Georges veniva con Tigy, poi c'erano i suoi amici, Paul Colin l'illustratore e altri giornalisti di cui non ricordo il nome...
- Ma con Simenon avete avuto un rapporto... sì, insomma siete stati amanti per qualche tempo. Possibile che Tigy non si accorgesse di nulla? D'altronde lei e Simenon erano sposati da appena un paio d'anni...

Tratto da Maigret e il caso Simenon - Maurizio Testa - Robin edizioni - Libro e ebook
 

venerdì 16 maggio 2014

SIMENON SIMENON. OGGI AL FESTIVAL DI CANNES: LA CHAMBRE BLEUE... IL LETTO DEL CRIMINE...

Oggi alla Salle Buñuel alle 11.00 e alle 17.00 prime proiezioni a Cannes dell'adattamento cinematografico 
del romanzo di Georges Simenon, 
di e con Mathieu Amalric, regista e attore 
(ma anche sceneggiatore insieme alla moglie) 
di questa famosa "La chambre Bleu". 
Qui di seguito una sintetica e rapida 
rassegna stampa di estratti di quello che
quotidiani, settimanali e siti internet hanno pubblicato sul film e sul suo realizzatore. 


Le Monde
La Chambre bleue : Amalric adapte Simenon, chic pipe
E' ungiallo che si collocherebbe volentieri come punto d'incontro tra Alfred Hitchcock e Francois Truffaut. Come il regista del Caso Pardine (1947), Amalric gira le scene d'amore come delle scene d'omicidio, E come Truffaut vincola magnificamente la storia ad una certa forma di realismo francese.
 

Le Figaro
La chambre bleue, le lit du crime
Presente a Cannes, l'adattamento de La Chambre Bleue da parte di Mathieu Amalric, esce oggi sugli schermi francesi. La messa in scena di La Chambre Bleue, innanzitutto molto curata, rende conto della complessità della situazione e della confusione, mettendo in contrasto il suono e l'immagine, ingarbugliando i fatti oggettivi con le deviazioni e i vuoti della memoria, confrontando il disordine interiore di Julien alla sua apparenza ordinata e all'apparato della giustizia. Lo svolgimento è un po' celebrale e quando si semplifica, questo dramma provinciale non risparmia qualche lungaggine. Resta comunque il personaggio dell'amante ossessivo, implacabile e frustrato. Un donna che si rivelerà fatale e che non demorderà.


Le Nouvel Observateur
A Cannes, trois grands films français hors compétition
Con la sua durata "express" (1 h 15"), la tensione di ogni scena e la sua inquietante sensualità, questo film conferma una volta di più che un certo Mathieu Amalric, attore brillante con gli altri, è anche un regista davvero di talento. Che non avrebbe rubato il suo posto nel concorso qui a Cannes...

Le Parisien
Baptême à la Croisette pour Léa Drucker
Aveva già messo pide sulla Croisette, ma mai per un film. Léa Drucker é arrivata ieri per la presentazione, nella selezione Un certain regard per "La Chambre bleue" adattamento di un romanzo di Georges Simenon  di Mathieu Amalric. L'attrice è incinta di sette mesi.


L'Express
"Adapter Simenon, ca m'a excité"
 
Mathieu Amalric:"...Non sono uno specialista di questo autore ma, dopo aver letto altri romanzi di Simenon, trovo davvero che questo abbia qualcosa di particolare. E' uno dei pochi romanzi che non abbia una struttura lineare e cinematograficamente questo mi eccitava davvero molto..."




Liberation 
Les poids plume  
Film concepiti per il risparmio, con dei budget intorno a un milione di euro: "La chambre bleue" di Mathieu Amalric, adattato da Simenon, è costato un milione tondo tondo ed ora debutta a Cannes nella sezione "Un certain regard".


People Looks
Début à Cannes et dans le salles
Quest'anno Mathiue Amalric ritorna a Cannes con "La chambre bleue", una realizzazione molto originale. Stéphanie Cléau, é la compagna dell'attore regista che ha scritto insieme a lui la scenegiatura, ma  anche il ruolo della sua amante in questo adattamento del romanzo di Simenon. 

 
Je n'étais pas du tout un spécialiste de cet auteur. Après coup, en ayant lu d' autres de Simenon, je trouve que celui-là a vraiment quelque chose de particulier, c'est un de ses rares romans qui n'a pas une structure linéaire, et cinématographiquement ça m'excitait énormément.
En savoir plus sur http://www.lexpress.fr/culture/livre/cannes-2014-mathieu-amalric-adapter-simenon-ca-m-excitait_1542825.html#u3ctaIFJgoZSuUDO.99
Je n'étais pas du tout un spécialiste de cet auteur. Après coup, en ayant lu d' autres de Simenon, je trouve que celui-là a vraiment quelque chose de particulier, c'est un de ses rares romans qui n'a pas une structure linéaire, et cinématographiquement ça m'excitait énormément.
En savoir plus sur http://www.lexpress.fr/culture/livre/cannes-2014-mathieu-amalric-adapter-simenon-ca-m-excitait_1542825.html#u3ctaIFJgoZSuUDO.99
TF1News
Les nouveautés cinéma du mercredi
Mathieu Amalric propone una esperienza tanto minimale che sensoriale, a testimonianza della sua ispirazione e del suo talento. Fra le immagini, ricorda che Simenon era un grande stendhaliano per essenzialità e velocità... Il film é corto (un po' più di un ora), ma coinvolgente e appassionante. E' più e meglio di un semplice esercizio di stile


Slate
Mystères de "La chambre bleue" de Mathieu Amalric
Adattando Simenon l'attore-regista parte da una classica inchiesta su un caso d'adulterio e su delle morti sospette per finire in un abisso molto inquietante, quello che separa le parole dai fatti. "L'amore, ah l'amore, lo fanno con trasporto Esther e Julien, nella camera blu di un piccolo albergo, vicino alla piccola piazza della stazione di questa piccola cittadina di provincia"