venerdì 30 settembre 2016

SIMENON SIMENON. PERSONAGGI DEI ROMANS DURS

I protagonisti delle sue storie visti dall'occhio dello scrittore

SIMENON SIMENON. PERSONNAGES DES ROMANS DURS
Les protagonistes de ses histoires vus par le regard de l'écrivain
SIMENON SIMENON. CHARACTERS IN THE “ROMANS DURS”
The protagonists in his stories seen through the writer’s eyes.























"...i miei personaggi se sono veri, hanno una loro propria logica, contro la quale la mia logica d'autore non può nulla...".
Questo scriveva nel '45 Simenon nel suo "Le romancier". E' un bel punto di partenza per un post che vuole occuparsi dei personaggi dei romanzi di Simenon  per come li vedeva lui stesso.
La preoccupazione principale del romanziere era che i protagonisti delle sue storie apparissero veri, concreti, riconoscibili dai lettori. così come erano riconoscibili le persone che incontravano tutti i giorni sulla propria strada. E per questo era attento a tutti i dettagli.
"... i miei personaggi hanno una professione, hanno delle caratteristiche, si conosce la loro età,la loro situazione familiare....tutto - affermava in un 'intervista a Carvel Collins nel '56 - Ma io cerco di rendere ognuno di questi personaggi pesante, come una statua e fratello di tutti gli uomini della terra...".
Ecco spuntare l'esigenza di costruire personaggi universali, caratterizzati da tratti comuni a tutte le culture e, visto che viene letto ancor oggi, diremmo anche a tutti i tempi.
E' chiaro che i personaggi che giravano intorno a lui o che lui aveva modo di conoscere e talvolta solo di osservare erano i modelli su cui costruiva queste figure. Con un vantaggio, sosteneva Simenon, che mentre gli uomini per una serie di convenzioni sociali, per delle regole auto-imposte, per educazione o perché non hanno avuto modo di agire diversamente, si impongono dei limiti, in qualche modo si frenano, i personaggi di un romanzo hanno la possibilità di essere liberi di spingersi più in là possibile, ovunque li porti il loro destino.
E la sua predilezione nello scegliere come personaggi le persone semplici, i piccoli borghesi, gli artigiani, gli uomini e alle donne del popolo, deriva dalla maggiore spontaneità e autenticità di questi rispetto a chi apparteneva all'alta società.
"...ad esempio prendiamo una disputa matrimoniale tra due personaggi della Parigi-bene... Ognuno dei due si guarda vivere, ognuno dei due sta lì ad rimirarsi, temono di avere una discussione con la propria moglie o il proprio marito. C'è dell'artificioso in questa situazione e anche un forte dolore avrà sempre una grande parte di finzione - spiega Simenon in un'intervista del '70 - Mentre se si va verso il popolo vero non c'é più quella sorta di schermo costituito dall'intelligenza e dalle convenzioni, si ottiene invece l'emozione allo stato puro o quasi. Ecco perché scelgo per la maggiorparte della gente di origine modesta  e d'intelligenza media...".
E in effetti, statisticamente potremmo dire che nell'oltre 80% dei sui romanzi i protagonisti sono figure del popolo, mentre i ceti più elevati sono rappresentati molto raramente. 
Ma in questo quanto contano le origini modeste della famiglia Simenon quando il piccolo Georges  doveva stringere la cinta? Quanto conta quel periodo di vera povertà che Georges passò appena arrivato in Francia, vivendo in una miserabile stanza sottotetto, mangiando del pane su cui strofinava un pezzo di formaggio per risparmiare il più possibile? L'esperienza vissuta in prima persona incide molto sul carattere e sulla scelte che si faranno in seguito. E questo per Simenon non poteva non riguardare i suoi romanzi. (m.t.) 

giovedì 29 settembre 2016

SIMENON SIMENON. MAIGRET BEFORE MAIGRET

On the very first investigation by Chief Inspector Maigret 

SIMENON SIMENON. MAIGRET AVANT MAIGRET 
 À propos de la première véritable enquête du commissaire Maigret 
SIMENON SIMENON. MAIGRET PRIMA DI MAIGRET
A proposito della prima vera inchiesta del commissario Maigret

In his biography SimenonPierre Assouline contends the first full Maigret story is The House of Anxiety */La Maison d’inquiétude. In his opinion, this 1930 novel “inaugurates the adventures and investigations of Chief Inspector Maigret” and “is the very first true Maigret investigation.” What follows below is my personal tally of some features this first Maigret displays that become commonplace in the subsequent 103 works in the series. Plain and simple, the protagonist in The House of Anxiety is a well-fleshed out and readily recognizable Chief Inspector Maigret.
He is a very big man.
“Enormous.” “Weighty” “His fists were clubs.” Simenon often qualifies his parts as gros, an adjective variably translatable as big, large, or fat.
He drinks an awful lot. A marc at 8:00 AM, pints of beer during breaksand three cognacs at 6:00 PM. For interrogations, he demands, “Have two pints brought up!”
He has distinctive personality traits (some softened in later works).
For starters, he’s grumpy, in fact, “naturally grouchy, which is common to many big/large/fat people. He’brusque. He “welcomed the flattery with the graciousness of a porcupine.” He’s rudeAn associate knocking on his door is “welcomed with a salvo of swears.” He’s patient, repeating the stakeout of one house four times. He’s obstinate, tailing one suspect all day long well into the night. In contrast, he’s notably compassionate. For example, with “neither hostility nor resentment,” he forgives an assailant for breaking his pipe, one humanized for “having not left him for 12 years.” 
He has a habitual investigatory method (one he will repeatedly deny). He’s asked, “Your opinion?” and he responds, “I don’t have one.” He relies heavily on observation (“The chief inspector was on her heels. He hardly knew if he still might want to question her. He was watching her.”) and on intuition (“Intrigued, he watched her as a phenomena, sensing something much more complicated than everything he had pictured so far.”). It is often after he has divined the reason for [something] that he acts, and thus deduction plays a lesser role in his method. 
He goes into a trance (a frequent event in subsequent investigations.) “But suddenly he stands still, his look trained on empty space. He stayed that way for several minutes, lost in his thoughts… 
He has supporters (who become future mainstays). A wife―granted, she is only mentioned once and, then, only on the very last page. An associate―Torrence, the only one of the future big four. A “chief”―an anonymous figure at this point. 
Certain props surround him (and become standards)The ever-present pipethis particular one “had participated in 100 arrests.” The office stove: “He went and planted his back to the stove in a more or less ritualistic posture.” The velvet-collared overcoat and derby hat (both ultimately denied in his memoirs.) 
But a few items do not appear after this first Maigret. He does not eat in the typical prominent wayHe smiles with that smiling tranquility habitual to him. He even laughs “a big burst of laughter.” Indeed, his wife “dares to be jealous.” All never seen again! 

David P Simmons 

*Anglophones owe it to Stephen Trussel for his translation into English, which is available for free on his website: http://www.trussel.com/maig/maison.htm