Riflessioni di e su un grande illustratore della letteratura, moderno nel tratto e amato come pochi
SIMENON SIMENON. CE QUE DISAIT PINTER, L'ICONE GRAPHIQUE DE MAIGRET EN ITALIE
Réflexions de et sur un grand illustrateur de la littérature, moderne dans son trait et particulièrement apprécié
SIMENON SIMENON. WHAT PINTER, THE ICON IN MAIGRET GRAPHICS, WAS SAYING IN ITALY
Reflections on and about a great illustrator of literature, particularly appreciated and modern in his drawings
Chi segue, anche da poco, questo blog se ne sarà accorto. Siamo degli sfegatati ammiratori di Pintér. Sì Ferenc Pinter, il portentoso illustratore di tante copertine dei Maigret italiani, serie Mondadori, ma non solo.
Lo ammettiamo, siamo del tutto soggiogati dal suo tratto, dal modo di utilizzare il colore, dalla capacità di cogliere l'importanza dei particolari. Un disegno essenziale il suo, ma ricco di colore, che ci sembra del tutto in sintonia con lo stile di Simenon. Pinter stesso scriveva nell'estate del 2007:
"... Perché, dopo ottanta-novanta copertine (comprese le inedite), riesco, e continuo, a disegnarle con immutato interesse, anzi con piacere? Parlo delle copertine di Maigret, che sono rimaste per me il soggetto stimolante di sempre e che, qualche volta, riescono forse a parlare un linguaggio grafico scarno e denso come la prosa di Simenon.
Penso che la risposta stia nell’atmosfera creata dallo scrittore, aleggiante intorno a Maigret come il fumo grigio-azzurro della sua pipa. Di che cosa è fatta questa atmosfera avvolgente? Io credo soprattutto di particolari, se vogliamo ripetitivi, come i nomi dei cibi – la blanquette de veau, il fricandeau, eccetera – o come i riti della brasserie Dauphine, dove, prima del calvados, compare sul banco l’immancabile uovo sodo....".
Un connubio Simenon-Pinter che gli italiani hanno imparato a conoscere sin dagli anni '60 e non solo dalle copertine dei Maigret.
Pinter nato in Italia da padre ungherese, vide la luce in quel 1931, lo stesso anno che segna la nascita letteraria del commissario Maigret... e non poteva non essere un segno!
Nel 1940 tornò a Budapest, da cui fuggì definitivamente durante la rivolta del '56 e il conseguente arrivo dei carrarmati russi. Tornato in Italia, dopo aver lavorato nella pubblicità, iniziò nel '60 a disegnare per la Arnoldo Mondadori Editore, collaborazione che durò più di trent'anni e che ci ha lasciato copertine non solo di Maigret, ma anche di Agatha Christie per gli Oscar Mondadori e quindi anche per Segretissimo. Ma le sue illustrazioni campeggiano sulle copertine di autori come Grazia Deledda, Cassola, Jack Kerouack, Cesare Pavese, Alba De Cespedes, Desmond Morris, Goffredo Parise, James Hadley Chase, Mario Soldati, Ross Mc Donald, Yasunari Kawabata, Donald Westlake...
La sua scomparsa, nel 2008 troncò quel filo rosso che lo univa agli appassionati lettori di Maigret, grazie anche alle fattezze del suo Maigret, quelle del commissario televisivo italiano per eccellenza, Gino Cervi.
In un secondo tempo anche i tratti del viso divennero più sfumati, la figura più stilizzata, ma la magia restava e il triangolo "Maigret, Cervi, Pinter" era ormai indissolubilmente impresso nell'immaginario collettivo.
Non vorremmo dare l'impressione che l'opera figurativa di Pinter si esaurisse in questa breve descrizione, siamo noi che rimaniamo nei confini del tema di questo blog.
E per tornare al commissario simenoniano, Pinter aveva una sua personale prospettiva e un suo rapporto personale. "...ho cercato e trovato il suo famoso tabacco, il gris, rivelatosi per me insopportabile e dunque subito gettato via conservando, giusto per ricordo, soltanto l’involucro - continua a raccontare Pinter - ma di Maigret ho conosciuto, amato e, in un certo senso, conservato, la personalità e tutto quel che lo riguarda...".
Ed é nostra convinzione che, oltre al grande talento, ci sia una certa corrispondenza tra il personaggio di Maigret e l'arte illustrativa di Pinter, forse quella che ci ha spinto ad utilizzare non solo le sue illustrazioni per i post di Simenon Simenon, ma ci ha fornito l'ispirazione, partendo dalle sue immagini, per creare patchwork, rielaborazioni e contaminazioni. Come se l'arte grafica di Pinter fosse una sorta di "materia prima" da cui tirar fuori altre immagini che portassero comunque l'indelebile impronta dell'autore
Ed è lo stesso Pinter che spiega come nasce il suo commissario: "... che cosa significa per me il personaggio Maigret? Alla fine questa domanda me la sono fatta anch’io: vedo allora l’immagine che si crea sulla carta e che pian piano diventa personale coinvolgimento...".