mercoledì 31 marzo 2021

SIMENON SIMENON "REPORT" - UN DOCUMENTAIRE SUR MAIGRET ET L'AFFAIRE SAINT-FIACRE


Lamontagne - 27/03/2021 - Rédaction - En avril 1979 était tourné à Bourbon-l'Archambault et aux alentours, Maigret et l'Affaire Saint-Fiacre, avec Jean Richard dans le rôle du célèbre commissaire né de l'imagination de Georges Simenon. Il s'agissait du quarante-sixième Maigret.
À cette occasion, un documentaire-événementiel en DVD va être réalisé par Thierry Martin-Douyat, avec la participation de Clodiss Av et les Éditions du Nez Rouge. Pour mener à bien cette réalisation, la production est à la recherche des personnes qui ont participé au tournage et qui voudraient bien témoigner devant une caméra. Mais aussi de documents, films, écrits ou photos, qui ont pu marquer cet événement, si possible libres de droits...>>>

martedì 30 marzo 2021

SIMENON SIMENON "SOUVENIR". IL PANICO DI MONSIEUR HIRE

Les fiançailles de M. Hire. Il romanzo  fu scritto da Simenon nella primavera del 1933, ancora per 
tipi di Fayarddurante uno dei suoi soggiorni all'isola di PorquerollesIl manoscritto originale del romanzo, 
una decina d'anni dopo (1943) la pubblicazione, venne messo all'asta da Simenon e il ricavato 
fu devoluto in favore dei prigionieri di guerra.

Deve essere, evidentemente, un romanzo particolarmente amato dai cineasti. Infatti tra i sessanta titoli simenoniani da cui furono tratti dei film, solo questo (lasciando da parte i Maigret) ebbe la sorte di godere di due trasposizioni cinematografiche. La prima ad opera di Julien Duvivier nel '47, con
l'interpretazione di Michel Simon, che uscì con il titolo Panique. La seconda versione invece arrivò nell'89, a maggio, cioè quattro mesi prima della scomparsa dello scrittore. Questa volta il regista è Patrice Leconte, il titolo semplicemente Monsieur Hire e il protagonista principale  Michel Blanc, affiancato per l'occasione da Sandrine Bonnaire. Leconte era un'amiratore di Duvivier e racconta che quando gli proposero di realizzare il remake di Panique, dopo aver letto d'un fiato il romanzo di Simenon, accettò immediatamente.
La storia che il romanziere scrisse, alla vigilia del contratto con Gallimard, riguarda un personaggio niente affatto piacevole, non sposato, di un'età indefinibile e connotato da un comportamento a dir poco ambiguo. Si sa poco di lui e delle sue attività, talvolta si fa addirittura passare per un poliziotto. Il padre era un sarto, ebreo che parlava solo yiddish, originario della Lituania, molto religioso, cosa che non gli impediva di essere anche un usuraio. Del figlio non si conosce nemmeno il suo nome, ma solo che è sempre in bilico tra il lecito e l'illegale... Insomma uno di quei protagonisti antipatici, ma anche patetici nella piccolezza delle loro nefandezze. Non ci vuole molto perché la polizia ne faccia il suo sospettato principale quando viene ritrovato il cadavere seviziato di una giovane donna nei pressi della sua abitazione. In  realtà Hire tra i suoi vari vizi ha anche quello di essere un voyeur. Così, spiando dalla sua
finestra una vicina della casa di fronte, scopre casualmente chi è il vero omicida. Ma Hire insiste nel suo comportamento sospetto. Ad esempio cerca di fuggire dalla polizia che lo sta facendo pedinare e questo rafforzerà la convinzione che il colpevole sia proprio lui. La sua fine sarà ingloriosa e in linea con tutta la sua vita. E, pur essendo innocente, la sua scomparsa non desterà pietà perché, ci fa capire Simenon, la sua è l'incarnazione di tutto ciò che la società perbene rifiuta, che malsopporta e che obbliga, come nel caso di monsieur Hire, a vivere ai margini.
Un'altra storia dove Georges Simenon descrive un individuo che, chissà in quale momento della sua vita, deve aver "passato la linea" e che si è quindi ritrovato dalla parte sbagliata, andando incontro così ad un destino inevitabile, quel destino che la società riserva agli emarginati e che costituisce il leit-motiv di molti dei suoi romanzi, come la piccola ebrea cecoslovacca che ritroviamo ne Le Train (1961) oppure il povero protagonista de Le petit homme d'Arkhangelsk (1956).

venerdì 26 marzo 2021

SIMENON SIMENON WEEKEND - ECCO IL N°6 - VOICI LE N°6


Quand Simenon décrit des scènes de repas, celles-ci ne sont jamais anodines.Toutefois, les longues descriptions lyriques ne sont pas le fait de notre romancier, et, le plus souvent, il se contente de quelques notations sur la nourriture, en mettant l’accent sur les goûts, odeurs et saveurs...

Magari era iniziato nel pomeriggio, magari con la “chansonnette”. Era un tipo d’interrogatorio che il commissario e i suoi uomini utilizzavano quando avevano davanti un sospettato che si ostinava a non parlare...


Simenon, qui attache tant d’importance dans ses romans aux sensations, ne laisse pas de côté les sens gustatif et olfactif, qui sont liés en particulier à la nourriture. D’où l’importance que prend celle-ci dans son œuvre, et plus particulièrement dans la saga de Maigret...


Studio sistematico dell’evoluzione dei disturbi della mente e dei comportamenti” questa è la definizione che i vocabolari danno del termine “psicopatologia”. E’ chiaro che riferita al commissario Maigret, come noi abbiamo fatto nel titolo, è evidentemente una forzatura e, sicuramente molto poco corretto dal punto di vista medico...



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SIMENON SIMENON. IL GRANDE TAVERNIER INZIÓ CON UN FILM TRATTO DA "L'OROLOGIAIO D'EVERTON"


LE GRAND TAVERNIER A COMMENCÉ AVEC UN FILM 
TIRÉ DE L'HORLOGER D'EVERTON

Le grand réalisateur français, décédé hier, a fait ses débuts en 1972 avec un film basé sur le roman de Simenon "L'Horloger de Saint-Paul"


Ieri ci ha lasciato un grande regista francese, Bertrand Tavernier e ne parliamo perché è un grande perdita per la cinematografia in generale. Non possiamo ascriverlo a quel ristretto gruppo di registi simenoniani, che ha realizzato più di una pellicola nel dai romanzi dello scrittore. Però dobbiamo ricordare che, dopo un'inizio come critico cinematografico, Tavernier debuttò trentaduenne a pieno titolo nella regia nel '74 con il film L'orologiaio di Everton, un romanzo del periodo americano di Georges Simenon scritto nel 1954.
Il titolo del film cambiò in L'orologiaio di Saint-Paul perché il regista aveva ambientato la vicenda non più nello stato Connecticut degli Usa, ma in Francia a Lione.
L'ingresso nel cinema dalla porta della regia fu per Tavernier trionfale. La pellicola presentata al Festival del Cinema di Berlino si aggiudicò L'Orso d'Argento e in Francia vinse il Premo Louis-Delluc. Ma anche la critica fu favorevolmente colpita da quel debutto parlando di opera sorprendente e pronosticando un gran successo.
E infatti così fu, il film, tratto dal romanzo di Simenon, ottenne effettivamente un gran successo (300.000 biglietti venduti) e fu del tutto meritato perché la gestazione del film non era stata facile. Prima per la difficoltà di Tavernier nell'ottenere da Simenon i diritti cinematografici del romanzo. Dovette infatti fargli la posta per mesi davanti casa per ottenerli. Alla fine lo scrittore gli concesse l'opzione di sfruttamento, a titolo del tutto eccezionale, nel marzo del 1972.
Quello certo non sarebbe stato un bell'anno per il romanziere, proprio quello in cui decise di dare l'addio alla scrittura e farsi cancellare dai documenti la dicitura romanziere.
Poi anche la sceneggiatura dette dei grattacapi a Tavernier, tanto che impiegò ben quattordici mesi per la sua stesura, nonostante l'aiuto che aveva chiesto a diversi sceneggiatori.
Ma tutta questa fatica fu ricompensata da un debutto con un successo di critica e di pubblico, grazie anche alla notevole interpretazione dell'orologiaio da parte di Philippe Noiret e la partecipazione di Jean Rochefort nella parte del commissario Guilboud.
Figlio di un poeta (René Tavernier), uomo di grande cultura, appassionato di storia e amante del jazz, ci lascia oltre una trentina di titoli tra cortometraggi, documentari e film di cui non pochi indimenticabili, tra i quali vogliamo citare soltanto Una domenica in campagna e Round Midnight, che portiamo nel cuore per motivi del tutto personali.

giovedì 25 marzo 2021

SIMENON SIMENON. NOTRE "WEEKEND" EST ARRIVÉ AU NUMÉRO 6 - IL NOSTRO "WEEKEND É ARRIVATO AL N.6


Demain paraîtra le numéro 6 de Simenon Simenon Weekend. Nous espérons que vous appréciez cette formule nouvelle et inédite dans l'univers littéraire simenonien: un magazine en ligne consacré à un thème unique, que nous creusons dans diverses directions, avec un équilibre entre textes en français et en italien, agrémenté d'illustrations provenant des sources les plus diverses, tout en utilisant les techniques les plus modernes qu'offre l'internet.
Faites-nous part de vos commentaires à propos de cette nouvelle formule, que ce soit dans l'espace réservé ci-dessous, ou sur la page liée au magazine
Le thème du magazine de demain ? Nous vous en laissons la surprise, mais nous pouvons déjà vous dire qu'il est lié aux habitudes et occupations préférées de Maigret. À demain pour la découverte du numéro 6 !

Domani vedrete il numero 6 di Simenon Simenon Weekend. Ovviamente speriamo che apprezziate questa nuova formula, inedita nell'universo simenoniano. Una sorta di supplemento on-line dedicato ogni settimana ad un tema specifico che andiamo a trovare in diverse direzioni, con un equilibrio tra i testi francesi e italiani, corredato con foto ed illustrazioni di ogni tipo, sfruttando le possibilità che le tecnologie digitali mettono a disposizione oggi.
Fateci conoscere i vostri commenti in relazione a questa nuova iniziativa, sia nello spazio dedi
cato qui alla fine del post o sulla pagina Facebook collegata al nostro supplemento
Il tema del supplemento di domani? Vi lasciamo la sorpresa, ma possiamo già dire che sarà dedicato alle abitudini e alle consuetudini di Maigret: A domani per la scoperta del numero 6!

mercoledì 24 marzo 2021

SIMENON SIMENON "REPORT" - THE LITTLE MAN FROM ARCHANGEL... EXCLUSION, PARANOIA AND LONELINESS .

One small lie – told to protect his young and flighty wife – becomes a lie that threatens everything a middle-aged bookseller holds dear in a profound and moving novel from one of the most feted European authors of the 20th century.


The Visitor - 22/03/2021 - Pam Norfolk - The Little Man from Archangel, first published in in 1957 and flawlessly translated by Sian Reynolds in this new edition, is a harrowing, haunting tale of exclusion, paranoia and loneliness, and one of a selection of Simenon’s celebrated standalone novels being published by Penguin. At the heart of the story is Jonas Milk, a timid man of Russian-Jewish descent, who lives quietly above his second-hand bookshop in a small French town. He feels at home there until he marries his maid Gina, a woman with a bad reputation who proves to be neither a good housekeeper nor a faithful wife. Jonas is used to Gina disappearing…>>>

martedì 23 marzo 2021

SIMENON SIMENON. QUANDO LA NEVE SPORCA DI GEORGES DIVENTA "COMPLICE" CON QUELLA DI JOHN

Il titolo è Snow. Si tratta dell'ultimo romanzo dello scrittore irlandese John Banville che almeno fino ad oggi ha firmato i suoi thriller con lo pseudonimo di Benjamin Black. I suoi romans durs, come avrebbe detto Simenon, sono invece siglati con il suo nome di battesimo. Da oggi però non sarà più così. Benjamin Black muore, per ora (con i personaggi letterari e gli pseudonimi la morte non è sempre cosa certa) e anche questo romanzo poliziesco Snow (in italiano Delitto d'inverno) è così un Banville.
Ma chiederete, come mai si parla di questo pur pregevole scrittore irlandese su "Simenon-Simenon"? Per vari motivi. Innanzitutto per la sua ammirazione per il nostro. Infatti avendo letto i romans durs di Simenon era stato stimolato a capire quanto si poteva creare con un vocabolario ristretto e in uno stile piano e immediato.
Ammira molto quegli scrittori, appunto come Georges Simenon, che si concentrano sui dettagli delle loro finzioni a tal punto che si è convinti di essere trasportati in mondi reali, realmente esistenti.
E parlando di sé e della decisione di finirla con il suo pseudonimo spiega "...ho semplicemente fatto pace con me stesso, come Georges Simenon con Monsieur Le Coq (le "nom de plume" con cui firmava a "La Gazette de Liège" la rubrica "Hors du poulailler") Simenon é stato un padre per Benjamin Black: il suo lessico semplice, la trama densa, il protagonista affascinante... mi son detto, perché non fare lo stesso? Una volta incontrai per caso il figlio di Simenon, John, e mi convinsi: noi scrittori siamo superstiziosi... "
E poi questa neve sporca di Simenon in un freddo inverno nordico, durante la guerra, è imbrattata da un Frank, che, rapisce, uccide (sia pure per sbaglio), che gioca a fare il duro, anche quando ormai viene catturato. Recita ancora la sua parte, confessando tutti i suoi delitti, ma non aprendo bocca su nient'altro. Nemmeno dopo le torture, nemmeno quando lo porteranno in quel piazzale dove ad attenderlo c'è un plotone, nel quale ogni soldato ha in canna un pallottola per lui.
La neve irlandese di Banville, invece copre tutto, in un cupo inverno del 1957. Sembra nascondere indizi, fatti, prove, come se non bastasse l'ostilità di una città che mette in difficoltà l'ispettore Strafford arrivato da Dublino per indagare sulla morte di un sacerdote cattolico ucciso in una grande biblioteca di una ricca famiglia protestante. E sul solco di questi atavici scontri irlandesi, si sollevano voci influenti di più altolocati personaggi, ma in un clima di omertà dove nessuno, nonostante tutto, spera che nulla si muova, dato che tutti hanno qualcosa da nascondere.
Insomma è nel bianco di questa neve che sfuma e scompare lo pseudonimo di Benjamin Black, "... mi stava somigliando sempre di più..." fa notare lo scrittore (e anche Simenon ne sapeva qualcosa in materia di pseudonimi!). 
Ma anche quì, non possiamo far a meno di notare una analogia tra i due, come l'avvicinamento dello scrittore al suo alter ego, come successe anche per i Maigret negli anni '50, quando andavano sempre più somigliando ai romans durs. 
Come a dimostrare che lo scrittore e la sua scrittura non possono essere artificiosamente tenuti divisi nemmeno dai generi che frequentano o dai personaggi che loro stessi hanno creato.

lunedì 22 marzo 2021

SIMENON SIMENON "SOUVENIR". LA SCOPERTA DELLA PROVINCIA

 "Una mattina ho detto a Tigy: Voglio lavorare un altro posto, in una casa piccola, adatta a me, lontano dalle città, dai turisti, a due passi dal mare".

Nel sommario é Simenon che parla alla moglie. Siamo andati a pescare questa frase nelle prime pagine delle sue Mémoires intimes, perchè è il momento in cui lo scrittore scopre la provincia, non solo come luogo geografico, ma anche come ambito socio-culturale che avrà una certa importanza nei suoi romanzi. Dobbiamo però registrare qualche discordanza tra i ricordi di Simenon e la ricostruzione fatta dai suoi più accreditati biografi. Infatti questa insofferenza nei confronti della grande città, il romanziere la ricorda a metà del 1937, quando viveva a boulevard Richard-Wallace, mentre Pierre Assouline e Francis Lacassin, nelle loro scrupolose e documentate biografie, la collocano ben cinque anni prima, nell'aprile del 1932, quindi poco dopo un anno dal lancio di Maigret, quando ancora vivevano in Places des Vosges. Per quanto assistito dalla sua memoria e dalla sua efficentissima M.me Aitken, non va dimenticato che la voluminosa opera fu scritta nel 1980, quando Simenon aveva 77 anni e qualche defaillance cronologica è più che comprensibile.Ad ogni modo vale il concetto che Simenon, fosse stressato da un'annata molto impegnativa iniziata a gennaio del '31 con tutti i preparativi del lancio delle inchieste di Maigret, avvenuta poi il 20 febbraio, con la coda delle presentazioni, delle interviste e della promozione della nuova serie (ricordiamo, erano i primi libri che uscivano firmati con il suo vero nome). Poi la scrittura tra marzo '31 e gennaio '32 di ben dieci titoli di Maigret, e di quello che viene considerato il primo dei romans-durs Le Relais d'Alsace (Fayard 1931).Quindi parte con Tigy e fanno un lungo giro per trovare un posto adatto dove andare a vivere. Iniziano dalle coste olandesi, poi passano a quelle del Belgio, ma non trovando nulla rientrano in Francia,  attraversando Normandia, Bretagna... ma per un motivo o per l'altro non riuscivano a trovare la sistemazione che cercavano. Scendendo sempre più giù, sulla costa atlantica francese, arrivarono in Vandea e qui Simenon ebbe l'illuminazione. E qui lasciamo parlare lui "...La Vandea...un palt pays, finalmente, come il Limburgo, e di conseguenza un cielo più vasto che da qualsiasi altra parte, una luminosità speciale così ben resa da Vermeer nei suoi quadri... Sento che mi sto avvicinando alla meta. Lungo il litorale la strada ogni tanto si interrompe e ci obbliga ad una deviazione per ritrovare il mare dieci o venti chilometri più in là.... - ricorda Simenon in Mémoires intimes - ... arrivo improvvisamente in un'insenatura e vedo una casa con le torrette, una casa che conosco bene, dei prati che ho tante volte attraversato a cavallo, qualche fattoria bianca: è La Richardière, decrepita, con la maggior parte delle imposte chiuse. Ho una stretta al cuore e le guancie rigate di lacrime. Dopo due mesi di ricerche abbiamo finalmente trovato...".E in Vandea, pur cambiando case e cittadine, Simenon resterà una decina d'anni. Ma sarà soltanto l'inizio perchè la provincia sarà sempre la sua sistemazione preferita, come negli Stati Uniti e come pure in Svizzera. Via dalla pazza folla, lo scrittore darà la sua preferenza alle piccole città, ai villaggi, a volta anche alle abitazioni isolate. E questa esperienza di vita provinciale, lui che veniva dalla grande e cosmopolita Parigi dei primi anni '30,  fu essenziale per la sua produzione letteraria, per le relative ambientazioni. E, in queste opere, Simenon dimostra di consocere perfettamente, l'ambiente, la mentalità e le relazioni di questo mondo che, soprattutto allora erano molto diversi da quelli delle grandi città.

domenica 21 marzo 2021

SIMENON SIMENON WEEKEND - LEGGETE IL N.5 • LISEZ LE N.5


 I dieci anni del romanziere negli Stati Uniti. La sua scoperta del paese delle libertà: come un turista? L'amore di Simenon per la provincia americana. L'influenza dell'ambiente americano sui romanzi scritti dal 1945 al 1955. Lo scrittore a confronto con simboli positivi e negativa degli Usa.

Les dix ans du romancier aux États-Unis. Sa découverte du pays des libertés: en touriste? L'amour de Simenon pour la province américaine. L'influence de l'environnement américain sur les romans écrits de 1945 à 1955. L'écrivain compare les symboles positifs et négatifs des USA.

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sabato 20 marzo 2021

SIMENON SIMENON WEEKEND N.4 - GEORGES VIAGGIA NEGLI USA - GEORGES VOYAGE AUX ÉTATS-UNIS


MAIGRET ALLA SCOPERTA DEGLI STATI UNITI


Allora, cerchiamo di seguire  il suo peregrinare in America che ci porterà lontano dalle grandi città, dai grattcieli, dal traffico delle grandi autovetture made in Usa, dal luccicchìo di quelle città simbolo o come mecca mondiale del cinematografo, vedi Los Angeles, o in quanto capitale del gioco e de vizio come Las Vegas...


SIMENON JOUE AU TOURISTE EN AMÉRIQUE


L’Amérique. Le rêve qui a hanté tous ceux qui cherchaient l’Eldorado. C’est lors de son tour du monde de 1935 que Simenon posa pour la première fois le pied sur le Nouveau Continent, mais il ne fit qu’effleurer les États-Unis, concentrant ses observations sur l’Amérique du Sud et les îles du Pacifique...


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venerdì 19 marzo 2021

SIMENON SIMENON. OGGI IL NUOVO NUMERO DI "SIMENON SIMENON WEEKEND"

É uscito il n° 5 del nostro settimanale. Leggetelo subito! 

Le n° 5 de notre hebdomadaire est sorti. Lisez-le maintenant!

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giovedì 18 marzo 2021

SIMENON SIMENON "REPORT" - SIMENON, AUDIARD ET LE TRIANGLE D'OR DE "LA QUALITÉ FRANÇAISE"

Diacritik - 09/03/2021 - Jacques Dubois - Benoît Denis, qui fut jadis coéditeur de Georges Simenon en Pléiade, a eu la belle idée de publier en un gros volume trois scénarios de films tirés de romans de l’auteur liégeois, avec le grand Michel Audiard aux dialogues. Ce sont Du sang à la tête (intitulé chez Simenon Le Fils Cardinaud, 1942), Maigret tend un piège, 1951 et Le Président, 1958. Tout cela, c’était avant l’école de la Nouvelle Vague qui ironiquement baptisa le grand cinéma populaire et commercial des années 50-70 du label de « qualité  française » et mit du même coup fin à sa domination. L’ouvrage de Benoît Denis tourne autour de ce que ce critique nomme le triangle d’or et qui compte un écrivain à répertoire policier, Georges Simenon, un comédien bientôt monstre sacré, Jean Gabin, et un dialoguiste-scénariste, Michel Audiard, celui-ci jouant les go-between en quelque sorte. Les trois personnalités figurent sur la jaquette du présent volume, avec le jeune Audiard un peu en retrait et sans chapeau. Dans les trois scénarios publiés ici, le triangle est parfaitement formé et l’amusant est qu’il s’y trouve également un roman psychologique (Le Sang à la tête), un roman policier (Maigret tend un piège) et un roman politique (Le Président)...>>>


mercoledì 17 marzo 2021

SIMENON SIMENON. ASCOLTIAMO IL BATTIBECCO TRA L'ASTUTA FELICIE E IL COMMISSARIO MAIGRET

L'ultima uscita maigrettiana degli audiolibri della Emons è "Felicie". Un romanzo che mette a nudo la tenerezza nei confronti di una ragazza terribile, ma indifesa, anche se il commissario non può far a meno di scontrarsi.

SIMENON SIMENON. ÉCOUTONS LES PRISES DE BEC ENTRE LA RUSÉE FÉLICIE ET ​​LE COMMISSAIRE MAIGRET
Le dernier numéro maigretien des livres audio Emons est "Felicie". Un roman qui révèle la tendresse de Maigret envers une fille terrible mais sans défense, même si le commissaire ne peut s'empêcher de se confronter à elle.


Siamo al numero 22 dei romanzi di Maigret da ascoltare, così come li produce la Emons per la quale, tra i tanti scrittori cui da voce, Simenon è tra i preferiti. E non solo per i cosiddetti romans durs, ma anche i Maigret che hanno tutti la voce di Giuseppe Battiston. Ed è ormai un classico, perché l'attore friulano è l'interprete di tutte le inchieste del commissario simenoniano che la Emons ha pubblicato. Una simbiosi che si consolida ad ogni nuovo audiolibro che viene editato.
Ma veniamo al romanzo che Simenon vede pubblicato da Gallimard nel 1944. Si svolge in una fantomatica Jeanneville, un paesino inventato e collocato nella campagna a nord di Parigi. Maigret è qui per indagare sulla morte di un certo Lepie, assassinato da un colpo di pistola nella sua casa. Il caso non sembra particolarmente complicato, ma ci si mette di mezzo la giovane cameriera del morto, appunto Felicie, burbera, piena di contraddizioni e che, nonostante gli scontri che dovrà sostenere con lei, il commissario trova fragile e tenera. E quel atteggiamento le viene soprattutto dalla volontà di voler difendere a tutti costi il suo innamorato, che invece  alla fine sarà solo un falso sospettato.
"Il commissario sbuffava. - racconta Simenon - Lo sapevano tutti che Maigret si metteva a sbuffare come un orso quando qualcuno gli ricordava Félicie, quella ragazza gli aveva dato più filo da torcere di tutti i «duri» che aveva spedito in galera." 
Insomma la mano di Simenon traccia un ritratto femminile di un certo spessore. Questa ventiquattrenne che sembra avere una scorza dura, lascia invece trapelare un'insicurezza che la rende un po indifesa, nonostante le alzate dì testa e il suo atteggiamento scostante. La sensibilità dello scrittore trasfusa nell'empatia del commissario, mette in luce la Felicie nascosta e più vera, in ambiente povero, dove l'essenziale è lo scopo del lavoro e dove l'amore è una sogno che quando si concreta da alla vita tutto un altro senso.

martedì 16 marzo 2021

SIMENON SIMENON "REPORT" - TEATRI APERTI ARRIVA GEORGES SIMENON


La Nuova Sardegna - 13/03/2021 - Si riaccendono i riflettori su «La Grande Prosa». Il Cedac riapre i teatri in Sardegna e riaccoglie il pubblico in sala per una stagione primaverile. L’attesa ripartenza riguarda Sassari e Cagliari. Sono sei gli spettacoli in cartellone da aprile a giugno. Al Comunale si parte l’11 aprile fino all’ 8 giugno, al Massimo dal 13 aprile al 6 giugno. Posti limitati al 25 per cento della capienza e rispetto delle norme di prevenzione anti-Covid. «Dunque un aumento dei costi, minori entrate al botteghino e responsabilità gravosissime – dice il presidente Cedac Antonio Cabiddu – un impegno che onoriamo nella convinzione che il teatro e la cultura siano parte integrante e irrinunciabile dello sviluppo della società». L’inaugurazione, 13-18 aprile a Cagliari, 11-12 a Sassari, è affidata a «La camera azzurra» di Georges Simenon... >>>

lunedì 15 marzo 2021

SIMENON SIMENON "REPORTER" - LES MUSIQUES D'ADAPTATION DE GEORGES SIMENON


RCF - 09/13/2021 - Georges Simenon est un phénomène littéraire à plus d'un titre et nous explorons aujourd'hui l'univers musical qui entoure les adaptations de ses romans. De par sa production de plus de 400 romans, de par ses ventes, de par ses traductions à travers le monde et de par son style, reconnaissable dès la première ligne alors que ce dernier, avec un vocabulaire très simple, voulait pourtant gommer toute forme stylistique. Très rapidement et dès les années 30, le cinéma s'est intéressé à cette œuvre en en faisant l'une des plus adaptées à l'écran. Adaptations dans lesquelles on retrouve les romans que Georges Simenon aimait appeler « romans durs » à ceux qui couvraient les enquêtes du commissaire Maigret. Au programme de cette émission, Maigret voit rouge de Francis Lemarque et Michel Legrand, L’aîné des Ferchaux de Georges Delerue, Le chat, La veuve Couderc et Le train de Philippe Sarde, Equateur de Serge Gainsbourg et La boule noire, L'escalier de fer et de La mort d'Auguste de Jean Musy...>>>

domenica 14 marzo 2021

SIMENON SIMENON WEEKEND N.4. GLI INIZI NEGLI ANNI '20 - LES DÉBUTS DANS LES ANNÉES 20


La prima produzione letteraria di Simenon si svolse nell’ambito di quella letteratura popolare che, come leggerete negli articoli,  fu una importante palestra di scrittura. Tra racconti, romanzi e romanzi brevi,  e firmando con oltre venti pseudonimi, i titoli di questo primo periodo furono circa duecento e più di mille per i racconti. 


La première production littéraire de Simenon se déroula dans le cadre de cette littérature populaire qui, comme vous le lirez dans les articles, fut un important terrain d’entraînement à l’écriture. Entre les nouvelles, les romans et les romans courts, signés de plus de vingt pseudonymes, les titres de cette première période furent d’environ deux cents pour les romans et plus de mille pour les contes


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venerdì 12 marzo 2021

SIMENON SIMENON WEEKEND - DA OGGI IL QUARTO NUMERO



Quarto numero e un primo mese di vita. Il nostro supplemento del weekend, almeno a stare alle reazioni dei lettori, sta piacendo, forse anche per il suo taglio monografico che permette di approfondire argomenti meglio che in un post. Da oggi  quindi il nuovo numero sarà online, come ogni venerdì. Non vogliamo scoprirci troppo con il tema trattato, ma possiamo dire che riguarda un periodo della vita del romanziere molto importante per la sua produzione, ne quale farà molte esperienze sia per quanto riguarda la scrittura che per la conoscenza del mondo editoriale. Quasi quasi potremmo dire Simenon sia nato scrittore, ma non è così o perlomeno non è proprio così. C'è comunque un mestiere da imparare ed esperienze da accumulare. Ma non diciamo di più... Vi lasciamo scoprire tutto questo direttamente in questo numero

SIMENON SIMENON WEEKEND – AUJOURD'HUI LE QUATRIÈME NUMÉRO

Quatrième numéro et un premier mois de vie. Notre supplément du week-end, à voir du moins les réactions des lecteurs, semble plaire, peut-être aussi grâce à sa formule monothématique, qui permet d'approfondir des arguments mieux que dans un billet unique.
Dès aujourd'hui donc le nouveau numéro sera en ligne, comme chaque vendredi. Nous ne voulons pas en dévoiler trop sur le thème traité, mais nous pouvons dire qu'il est consacré à une période de la vie du romancier très importante pour sa production, lors de laquelle il fera de nombreuses expériences, autant en ce qui concerne l'écriture que la connaissance du monde éditorial. On aurait presque pu dire Simenon est né écrivain, mais en réalité il n'en est pas ainsi, ou du moins pas tout à fait. Car il s'agit d'un métier à apprendre et d'expériences à accumuler. Mais n'en disons pas davantage… Nous vous laissons découvrir tout cela directement dans ce numéro. Bonne lecture !

giovedì 11 marzo 2021

SIMENON SIMENON "REPORT" - C'ERA UNA VOLTA IL BAR

Rivista Studio - 09/03/2021 -  Davide Coppo - Sono le cinque del mattino al bar Maxim’s, uno dei club più in voga di Bucarest. Davanti a una schiera di bottiglie di champagne, il trentenne Georges Simenon inizia a parlare con un uomo seduto vicino a lui. Non scorre, a quell’ora, soltanto vino francese, ma whisky e altri superalcolici, eppure l’atmosfera non è quella che ci si potrebbe immaginare dopo una notte di eccessi: anzi, si respira «un clima piacevolmente rilassato», in cui Simenon individua artisti, un magistrato ed esperto di diritto internazionale, un dotto rumeno, un ex ministro. È una scena descritta con più dettagli in Europa 33, una raccolta di reportage di viaggio scritti da Simenon dal Belgio a Istanbul in un anno cruciale per il mondo, in cui lo scrittore misura il polso al continente in equilibrio precario tra le due guerre. Non è un episodio fondamentale, ma apre una finestra su un mondo – quello dei caffè, dei bar, dei ristoranti e dei club – che per oltre un secolo è stato il laboratorio in cui si progettavano le innovazioni politiche, culturali, economiche e sociali dell’Europa...>>>

martedì 9 marzo 2021

SIMENON SIMENON. DENIS TILLINAC, LECTEUR PASSIONNÉ DE SIMENON

L'admiration de Tillinac pour Simenon et l'influence du second sur le premier

DENIS TILLINAC, LETTORE APPASSIONATO DI SIMENON
L'ammirazione de Tillinac per Simenon e l'influenza del secondo sul primo


Le romancier et essayiste Denis Tillinac, disparu le 26 septembre dernier, était un grand lecteur de Simenon. Son essai Le Mystère Simenon, paru en 1980 aux éditions Calmann Lévy, réédité dans la collection La Petite Vermillon en 2003, est une analyse originale de l’œuvre de Simenon et en même temps un exercice d’admiration. Ce que l’on sait moins, c’est que Denis Tillinac ne perdait pas une occasion de faire allusion à Simenon dans ses propres romans et même dans les essais qu’il a signés, notamment aux éditions de La Table Ronde.
Déjà dans Le Rêveur d’Amériques, paru la même année que son essai sur Simenon, Ricky, le héros du roman, séjournera à Port-en-Bessin « un petit port de pêche de la côte normande – parce que Simenon y avait inscrit diverses intrigues ». Dans Spleen en Corrèze (1984), Tillinac raconte ses premières expériences de journaliste localier et pense au romancier belge : « J’ai choisi ce métier parce qu’il m’introduit au cœur des choses sans exiger de moi la moindre adhésion (…) Ma présence aux « événements » dont je rends compte dans La Gazette ressemble à l’attitude des héros de Simenon. Comme moi, ils subissent avec une indifférence pâteuse la donne du monde extérieur. Ils ne jugent jamais. Juger quoi, au nom de quoi ? ». Quelques années plus tard, dans L’Irlandaise du Dakar, en 1986, il évoque l’Afrique coloniale de Simenon, certes différente de celle qu’il découvre sur la course du Dakar. Et dans Un léger malentendu, roman qui revient sur les événements de mai 68, le narrateur fuit la capitale sur son solex et reprend le chemin de Moulins, au cœur de sa campagne bourbonnaise : « Nous allions à Paray-le-Frésil, reconnaître les décors de L’Affaire Saint-Fiacre de Simenon, qui a peint d’après nature le déclin des aristos bourbonnais ».
Lors de la disparition de Simenon en septembre 1989, Tillinac signe un bel hommage au romancier belge dans L’Evénement du jeudi qui commence par ces mots : « J’ai découvert Simenon à l’âge où l’on cherche dans les livres de quoi comprendre son époque et il m’a semblé que les vicissitudes de la conscience moderne se reflétaient dans la fausse platitude de ses romans, plus crûment que chez les théoriciens de l’absurde ou de la "déconstruction" ». Dans ses essais, Tillinac ne manque jamais de faire allusion à Simenon, avec par exemple un canal, décor privilégié de nombreux romans simenoniens (Dernier verre au Danton, 1996). À l’occasion d’un séjour à Cayenne, il écrit Le Bar des palmistes (1997), et dans la torpeur de cette ambiance moite, l’œuvre de Simenon n’est pas loin : « Rien n’a d’importance au Bar des palmistes : on y ressent cette vacance de l’être si bien décrite par Simenon dans ses romans tahitiens, Touristes de bananes ou Le Passager clandestin ». Dans Les Masques de l’éphémère, publié en 1999, l’hommage à Simenon est patent : « Simenon a sans doute achevé l’histoire de nos littératures en peignant sur le vif un antihéros qui synthétise l’homme sans qualités de Musil, le Meursault de Camus et le Roquentin de Sartre : une concrétion déracinée, socialement équivoque comme le petit bourgeois, comme lui flouée de l’histoire, et comme lui fétu girouettant au gré des pulsions innommables ».On pourrait citer bien d’autres exemples dans l’œuvre de Denis Tillinac : son admiration pour Simenon est constante au cours de quarante ans d’écriture. Le jeune journaliste s’était fait remarquer après la publication de son Mystère Simenon en 1980. Peu après sa disparition, son dernier livre est paru aux Presses de la cité, Le Patio bleu (novembre 2020). Ce roman lucide et désenchanté contient les thèmes chers à Tillinac et dans cet ultime regard sur notre société, Simenon n’est pas absent, comme en témoigne cet extrait où le narrateur fait partager ses goûts littéraires à un ami : « Mon seul titre de gloire aura été de l’initier à Simenon. Par curiosité, j’avais acheté Le Grand Bob, toujours chez un bouquiniste, je n’avais pas les moyens de m’offrir des livres neufs. Ce roman m’avait subjugué. J’en ai lu d’autres, par dizaines. J’ai prêté Trois chambres à Manhattan à Fabrice et sa conversion fut immédiate. Pendant des mois nous avons vécu dans le sillage ombreux de Simenon, hantant la nuit venue les bars à entraîneuses de Montmartre, pour l’ambiance. » Dans toute son œuvre, Denis Tillinac a fait surgir Simenon, pour traduire une atmosphère, pour évoquer un lieu, et surtout pour évoquer les inquiétudes et les angoisses de l’homme de son siècle.
Bernard Alavoine

sabato 6 marzo 2021

SIMENON SIMENON WEEKEND N°3 - GLI INCIPIT - LES INCIPITS

COLPEVOLE, PREDESTINATO O INNOCENTE ? • 
La colpevolezza è una cosa troppo seria e complicata per lasciarla in mano ai magistrati giudicanti. Questa, in maniera un po’ cruda e decisamente sintetica è l’idea che Simenon aveva sulla corrente amministrazione della giustizia. “...Credo che non esistano dei colpevoli. - spiega il romanziere - L’uomo è un essere talmente poco attrezzato per affrontare la vita che parlare di una sua colpa è quasi farne un superuomo. Come può essere colpevole?...”.

MAIGRET AU TRIBUNAL • Lorsque Maigret mène une enquête, ce qui l’intéresse, c’est de découvrir la personnalité de ceux qui sont impliqués dans un crime, de traquer la part d’humanité dans un suspect ou un coupable. C’est donc avant tout une enquête psychologique, et le côté judiciaire a moins d’importance pour lui. Ce qui fait que tout l’appareil des procès le met mal à l’aise, et s’il est obligé d’y assister, c’est souvent contre son gré.

COMPRENDERE E NON GIUDICARE • ... Non credo ai criminali, alla responsabilità di alcun criminale. Li trattiamo come non umani. Li mettiamo in celle di contenimento. Li rinchiudiamo in vere gabbie, come delle belve. Sono i medici e gli psicologi che dovrebbero giudicare gli uomini e non dei magistrati. O invece, - siccome si fanno degli stages in tutti i mestieri - bisognerebbe che prima di poter giudicare gli altri, i magistrati passassero sei mesi in una prigione, come detenuti...

DEUX POINTS DE VUE SUR LA JUSTICE , MAIS UN SEUL ET MÊME CONSTAT • Les questionnements de Simenon sur le fonctionnement de la justice trouvent une illustration dans plusieurs romans où il décrit un procès au tribunal. Par exemple Cour d’assises (1937) et Les Témoins (1954). Dans le premier, le point de vue est placé du côté de l’accusé, tandis que dans le second, nous sommes du côté du président de la cour

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venerdì 5 marzo 2021

SIMENON SIMENON. TERZO APPUNTAMENTO CON "WEEKEND" - TROISIÈME RENDEZ-VOUS AVEC "WEEKEND"



Simenon e la giustizia, Maigret e la legge, un incrocio di personaggi, situazioni e idee che riveste un'importanza particolare nell'opera del romanziere e
nella pratica quotidiana del lavoro del commissario.
Questa la tematica che il n° 3 di Simenon Simenon Weekend tratta, scavando nelle convinzioni dello scrittore e nella loro conseguenza nei Maigret, ma anche nei romans durs. Giustizia e legge coincidono sempre? Un interrogativo che potremmo definire eterno. Intanto adesso buona lettura del nostro speciale settimanale, con l'augurio che vi piaccia e nella speranza che continuiate a farci pervenire le vostre impressioni e i vostri suggerimenti.

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Simenon et la justice, Maigret et le droit, un carrefour de personnages, de situations et d'idées qui revêt une importance particulière dans l'œuvre du romancier et
dans la pratique quotidienne du travail du commissaire.
C'est le thème que traite Simenon Simenon Weekend n° 3, en creusant les convictions de l'écrivain et leurs conséquences dans les romans Maigret, mais aussi dans les romans durs. La justice et la loi coïncident-elles toujours ? Une question que l'on pourrait définir comme éternelle. En attendant, profitez de la lecture de notre numéro spécial hebdomadaire, dont nous espérons qu'il vous plaira et que vous continuerez à nous faire part de vos impressions et suggestions.

giovedì 4 marzo 2021

SIMENON SIMENON. DA DOMANI IL NUOVO NUMERO DI "SIMENON SIMENON WEEKEND"


Domani nuovo appuntamento con il settimanale di "Simenon-Simenon". Siamo arrivati al terzo numero e vogliamo innanzitutto ringraziare i lettori per l'accoglienza che hanno manifestato nei confronti di questa nuova iniziativa. Il tema trattato nel numero di domani sarà uno di quelli cruciali sia per le convinzioni di Simenon, sia per i comportamenti e le decisioni adottate dal commissario Maigret. E' un tema quindi trasversale che accompagna la vita dello scrittore e che è presente in molte sue opere.

ET NOUS VOILÀ DEJÀ AU TROISIÈME NUMÉRO

Demain nouveau rendez-vous avec l'hebdomadaire "Simenon-Simenon". Nous sommes arrivés au troisième numéro et tout d'abord nous tenons à remercier les lecteurs pour l'accueil qu'ils ont réservé à cette nouvelle initiative. Le sujet traité dans le numéro de demain sera l'un des plus cruciaux tant pour les convictions de Simenon que pour le comportement et les décisions adoptées par le commissaire Maigret. C'est donc un thème transversal qui accompagne la vie de l'écrivain et qui est présent dans nombre de ses œuvres.

mercoledì 3 marzo 2021

SIMENON SIMENON "REPORT" - 1963, GEORGES SIMENON: "MAIGRET N'EST PAS INTELLIGENT, MAIS INTUITIF"

En 1963, Georges Simenon, le créateur de ce héros littéraire acceptait de dressait le portrait de son flic préféré.
                                   

INA - 29/07/2020 - Ina/Art et Culture Littérature En 1963, Georges Simenon, le créateur de ce héros littéraire acceptait de dressait le portrait de son flic préféré.Le 21 décembre 1963, dans l'émission Portrait souvenir de Roger Stéphane, l'écrivain Georges Simenon, l'auteur des Maigret dévoile la personnalité de son héros, telle qu'il l'a imaginée. Debout et la pipe à la main, il imite et mime certains comportements de l’enquêteur. D'emblée, il le décrit comme quelqu'un "qui extérieurement n'impressionne pas du tout, il poursuit, c'est un homme très ordinaire, d'une culture moyenne, même en dessous de la moyenne, mais qui a le sens de renifler l'intérieur des gens".
Georges Simenon accepte de décrire comment Maigret doit se mouvoir. Il évoque ensuite son absence de sentimentalité. Il dépeint ses attitudes sur les lieux d'un crime, lors d'un interrogatoire, dans ses rapports avec ses inspecteurs, notamment son adjoint Janvier et avec Madame Maigret, "ils s'aiment assez pour supporter le silence."...>>>

martedì 2 marzo 2021

SIMENON SIMENON. UN MAIGRET SUR LES ONDES...

Simenon et l’hebdomadaire Les Ondes :parution en feuilleton de La Maison du juge

SIMENON SIMENON. UN MAIGRET SULLE ONDE...
Simenon e il settimanale Les Ondes: pubblicazione in "feuilleton" de La Maison du Juge


Dès l’automne 1940, Simenon quitte Nieul pour s’installer en Vendée. Les Allemands ont envahi la France, aussi l’auteur passera-t-il plusieurs années dans cette partie de la France qu’il aime tant. La vie y est agréable mais les finances le sont moins ; les mandats de ses éditeurs se font rares et Georges, qui doit assurer le bien-être de sa famille d’une part et payer le loyer, modeste il est vrai, du château de Fontenay-le-Comte d’autre part, écrit le plus possible en espérant pouvoir placer une nouvelle ou un roman chez un éditeur.
Et de fait, dès février 1941 il est contacté par les Éditions Le Pont qui veulent lancer un nouvel hebdomadaire, Les Ondes, donnant les programmes de Radio-Paris. La rédaction lui demande un roman, de préférence encore inédit, à faire paraître en épisodes. On ne sait pas si cette maison d’édition l’a fait de sa propre initiative ou si c’est Raymond Moritz, dessinateur, qui les a dirigés vers notre auteur. Heureusement pour Simenon, il a un roman tout prêt, qu’il a commencé lors de l’hiver 1939-1940 et achevé le 31 janvier 1940 : La Maison du juge.
Que vient faire le nom de Raymond Moritz dans cette explication ? Moritz est un peintre, né à Paris le 8 juillet 1881 et décédé dans la même ville en mai 1950. Il est connu en tant que paysagiste et laisse beaucoup de tableaux de la région de Picardie. L’artiste est en réalité bien mieux connu pour ses talents de dessinateur-illustrateur. C’est en tant que tel que nous le connaissons déjà puisqu’il a illustré grand nombre de fascicules de la série Police Film-Police Roman et donc aussi celles écrites par Georges Simenon. Moritz a bonne réputation car il collabore également dans Le Pèlerin, L’illustration et Bernadette, toutes des publications de la « Bonne Presse ». Simenon décide donc de répondre par la positive à cet éditeur et La Maison du Juge parait dans l’hebdomadaire Les Ondes du 27 avril au 31 août 1941, soit du n° 1 au n°19, illustré à chaque fois par plusieurs dessins de Raymond Moritz. Cette publication est une préoriginale puisque le volume contenant ce roman sort de presse le 15 octobre 1942 ; il a pour titre Maigret revient.
Comme indiqué plus haut, l’hebdomadaire Les Ondes est avant-tout destiné à faire connaître les programmes de Radio Paris, qui est l’ancienne radio nationale, que les Allemands ont accaparée dès 1940, à l’insu de tous, pour faire leur propagande. Cette radio est prise au sérieux car on peut y entendre aussi bien Tino Rossi que Maurice Chevalier. Afin d’augmenter l’écoute, les responsables décident donc de créer un hebdomadaire tous horizons qui reprend des articles sur la mode, le sport, des jeux et… des romans paraissant en épisodes. Le rédacteur en chef de cette publication n’est personne d’autre que Pierre Hiégel, homme de presse reconnu pour son sérieux. Les Allemands ont créé volontairement une confusion chez le public, qui ignore le lien avec l’occupant. C’est donc tout naturellement que Simenon répond favorablement à la demande du journal Les Ondes et fait paraître chez eux, dès les premiers numéros, La Maison du Juge, roman dans lequel Maigret est muté en Vendée.
Mais on peut se demander pourquoi la rédaction des Ondes s'est adressée précisément au père de Maigret pour son premier roman feuilleton. Ce fait est incertain ; il est vraisemblable que Raymond Moritz y soit pour quelque chose. En effet, tout comme pour les premiers numéros de Police-Roman également illustrés par ce dessinateur, le Maigret de Simenon doit servir d’accroche-lecteur. Je n’en veux pour preuve que le concours qui paraît toujours en dos de couverture du journal, « Quel âge donnerez-vous au commissaire Maigret », un concours qui démarre au numéro 1 et se répète à chaque nouveau numéro, et qui peut rapporter un total de 50.000 francs aux gagnants, soit 10.000 francs pour le premier et puis de moins en moins pour les suivants ; cette somme totale est en 1941 une somme importante. Ce contrat est favorable pour tous, Simenon reçoit ses droits d’auteur, Les Ondes voit son tirage augmenter sérieusement et le lecteur… retrouve Maigret. (Phlippe Proost)

lunedì 1 marzo 2021

SIMENON SIMENON. LA FATTORIA DEL "COUP DE VAGUE", ULTIMO GIOELLO DI UNO STERMINATO SIMENON

Articolo 21
- 28/02/2021 - Sandro Marucci
- Con Maigret o senza Maigret, George Simenon ha scritto sempre, tutti i giorni, ha scritto tanti libri di tutti i generi quante donne si è portato a letto, anche queste di tutti i generi: cameriere, ballerine, turiste, cocottes, signore altolocate: lo ha raccontato minuziosamente in un’autobiografia personalissima, anche questa pubblicata da Adelphi. 
Il pezzo forte sono i quindici volumi I Maigret pubblicati qualche anno fa con cinque racconti a numero, solo qui settantacinque inchieste del commissario più famoso di Francia, che al cinema ebbe in patria il volto di Jean Gabin e da noi il non meno efficace Gino Cervi. Chi vuol leggere “tutto Maigret” con questi volumoni è già a buon punto. Ma non creda di aver letto “tutto Simenon”. La fattoria del coup de vague, ultimo gioiello di...>>>