Siamo alla terza settimana della presenza in classifica della raccolta di racconti di Maigret che l'Adelphi ha editato con il titolo di Minacce di morte. Per quanto riguarda le posizioni nellle varie Top Ten o Top 100, troviamo che secondo le stime realizate da Nielesen Bookscan (13/19 aprile) per l'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato, l'ultimo volume d'inchieste di Maigret tiene saldamente il 2° posto come nella precedente settimana per la sezione dei "Tascabili". Per GFK l'ultima classifica (14/20 aprile) elaborata per il supplemento La Lettura del Corriere della Sera di ieri, vede Minacce di morte fare un discreto passo indietro dalla 9a posizione della rilevazione precendente alla 15a di quella attuale nei libri di "Narrativa straniera". Anche per Eurisko l'ultima rilevazione (14/20 aprile) effetuata per RCult de La Repubbica di ieri, dà la raccolta simenoniana in leggera discesa dal 2° al 5° posto dei "Tascabili".
Per quanto riguarda le classifiche dei libri venduti sul web troviamo Minacce di morte alla 23a piazza della Top 100 di Internet Book Shop. Sulla piattaforma di Feltrinelli.it occupa invece una buona 5a posizione sui primi 100 più venduti. Per un pelo invece rientra nella Top 100 di inMondadori... attaccandosi al 96 posto. Per quanto riguarda la versione ebook di Minacce di morte, lo troviamo al 2° posto della classifica della Rizzoli.it.
Concludiamo, come di consueto, andando a monitorare le due puntate della fiction francese su Maigret con Bruno Crémer. Sabato scorso su LA7 la prima delle due puntate trasmesse ha totalizzato 443.000 telespettatori, raggiungendo uno share dell’1,81%. La seconda puntata, trasmessa di seguito, ha realizzato un ascolto di 269.000 telespettatori, toccando uno share del 2,03%. Per il commissario con la pipa una piccola battuta d'arresto in tv, su un livello di spettatori/share già non altissimo nei sabati precedenti.
lunedì 28 aprile 2014
domenica 27 aprile 2014
SIMENON SIMENON. E GEORGES ENTRA ANCHE NELLA PELLE DEL... LETTORE
"Ho sempre avuto voglia di scrivere un romanzo, come per moltissimi... Vale a dire, quello che io chiamo la ricerca dell'uomo per me era quasi una ricerca di me stesso, poiché io non sono che un uomo come gli altri...".
Così diceva Simenon nel 1974, in un'intervista a Fracis Lacassin, proprio, dopo l'incidente di Victor, il romanzo mancato che lo aveva indotto a rinunciare alla sua attività di romanziere. Simenon guarda in quel momento con un minimo di distacco la sua opera e la sua vita passata a scrivere. Questa dichiarazione d'introspezione attraverso la scrittura ci dice molto sulla famosa "impellenza di scrivere" più volte dichiarata e più volte ripresa da studiosi e critici. Il non poter far a meno di mettersi nelle storie, nei personaggi, nelle ambientazioni è dato da una forza interna che si traduce in quel famoso entrare nella pelle del personaggio, come se diventare qualcun'altro per qualche giorno, oltre che a scrivere il romanzo, gli permettesse di guardarsi meglio dentro.
"... e uno si mette nella pelle di un altro e non si sa dove questo ti porterà, lo si segue giorno per giorno ed è soltanto all'ultimo capitolo che si viene a sapere qual'é la soluzone del dramma...".
E qui si capisce come, oltre a cadere nell'ormai conosciutissimo état de roman, Simenon non solo riuscisse a mettersi nella pelle del personaggio di turno, ma entrasse anche un quella del lettore... proprio quello che poi seguirà la vicenda del romanzo... scoprendo personaggi, situazoni e ovviamente senza sapere come andrà a finire.
Forse potrebbe essere proprio questo uno dei motivi del grande successo della sua opera. Questo metodo gli permette infatti di mettersi dalla parte di chi legge, cosa che spiegherebbe la curiosità, diremmo quasi lo stupore, che traspare tra le righe che Simenon mette sulla carta. Ed é un metodo che finisce per coinvolgere il lettore che scopre i personaggi, che si sente all'interno delle sue ambientazioni, che finisce per immedesimarsi nelle situazioni che vengono raccontate. Insomma mentre scrive Simenon entra nella pelle dei suoi personaggi proprio come faranno poi i lettori con il suo libro in mano.
"...Qualsiasi uomo è il protagonista di un romanzo - precisa lo scrittore - perché la vita di ciascun uomo è un romanzo...".
E così Simenon entra nella pelle del lettore, inconsciamente, come inconsciamente si identifica con suoi personaggi. E l'inconscio è centrale nella letteratura simenoniana "...parlo del romanzo del subconscente. Perché io divido i romanzi in due tipologie: ci sono dei romanzi scritti con l'intelligenza, la sensibilità, la poesia... e ci sono dei romanzi letteralmente scritti dal subcosciente...".
sabato 26 aprile 2014
SIMENON SIMENON. "LA CHAMBRE BLEUE"... I PRIMI FRAME
Queste sono le prime immagini che circolano sulla realizzazione cinematografica di Matieu Amalric, La chambre bleue, che come abbiamo già riportato (vedi "La chambre bleu" arriva in concorso a Cannes), sarà presente al prossimo Festival Internazionale del Cinema di Cannes, concorrendo nella sezione Un certain regard. Con l'occasione, ricordiamo ancora che il film è tratto dall'omonimo romanzo di Simenon, scritto nel 1963.
venerdì 25 aprile 2014
SIMENON SIMENON. LETTERA A MIA MADRE...DAL PALCOSCENICO
Stavolta è uno dei più toccanti romanzi di Simenon ad essere sotto i riflettori. Si tratta del famoso Lettre à ma mère (scritto a Epalinges nel 1974), dove lo scrittore mette a nudo i rapporti drammatici, per altro già conosciuti, con la propria genitrice. Il romanzo sarà infatti presentato sotto forma di pièce teatrale al prossimo Festival du Polar de Cognac edizione 2014... (una location che non sarebbe dispiaciuta al commissario Maigret). Il festival debutterà il 17 ottobre prossimo e, tra le varie sezioni, ce ne sarà una teatrale, dove appunto sarà rappresentata Lettre à me mére, un omaggio in occasione del 25° dalla scomparsa del romanziere. Il lavoro teatrale sarà curato da Jean-Baptiste Baronian, con l'interpretazione di Robert Benôit (che nel 2009 aveva presentato proprio a Cognac un'altro calssico simenoniano "Lettre à mon juge").
Il festival darà spazio alla letteratura, al cinema, alla television e alla graphic novel, ma del programma definitivo ve ne parleremo un po più in là, dopo l'estate.
Il festival darà spazio alla letteratura, al cinema, alla television e alla graphic novel, ma del programma definitivo ve ne parleremo un po più in là, dopo l'estate.
giovedì 24 aprile 2014
SIMENON SIMENON, ECCO COME L'ABBIAMO CONOSCIUTO/2
Claudio Binotto - Tre anni fa, alla veneranda età di 56 anni, e dopo una vita di sterminate letture, ho incontrato Simenon, non so perché così tardi, ma è successo questo. Da allora, dopo avere letto ed acquistato i 75 Maigret di Adelphi, più i 4 volumi di racconti, ho letto altri 90 roman-durs, di cui sono riuscito ad acquistarne ben 80, finora, essendo gli altri di più ardua reperibilità. Da allora, praticamente, non leggo altro!! Se Adelphi si sbrigasse a pubblicare tutti i romanzi che ancora oggi mancano di una traduzione italiana - il che a tutt'oggi è a dir poco vergognoso - saremmo tutti più felici. Nell'attesa faccio ricorso a ebay per leggere ciò che ancora mi manca dell'antico lavoro di traduzione fatta decenni addietro da Mondadori. Questo incontro letterario è stato uno dei più ricchi della mia vita. Un saluto a tutti i simenoniani!
*Jean-Claude-Pirotte - Ho letto Simenon quando avevo dieci anni, l'ho riletto a venti, Lo rileggo ancora. Alcuni dei suoi eroi - che non lo sono affatto - mi accompagnano ancora. E sempre di fronte a migliaia di pagine mi chiedo: "è così che bisognerebbe scrivere. Ma chiuso il libro me lo dimentico. Potrei riaprirlo, ma sarebbe come aprirlo per la prima volta...
*Scrittore e poeta belga
Claudio - Georges Simenon ha bussato alla mia porta non molto tempo fa grazie a mio padre, fidatissimo consigliere personale in fatto di libri e non solo, che porgendomi La Camera Azzurra con uno sguardo inebriato probabilmente dal ricordo delle atmosfere plumbee, di quell'umidità che lenta s'annida nell'animo dei personaggi depredandoli solo in apparenza del calore vitale delle passioni, mi disse:"Leggilo, scorre che manco te ne accorgi". Non esitai - con il senno di poi dico fortunatamente - a seguire il suo consiglio, e in men che non si dica una nube grigiastra e opaca m'avvolse irrimediabilmente catapultandomi in un mondo dove regnava una tranquillità apparente, dove le rispettive vite di due amanti erano scandite dal ritmo lento di una quotidianità fredda e vuota, riempita solamente in quella squallida camera azzurra da una calda carnalità destinata ad esplodere in un condensato di ossessioni e criminalità. Finito il libro pensai tra me e me:"Felice di averti conosciuto Georges e grazie papà".Da allora in poi non ho più smesso di frequentare i suoi personaggi, sembra un ricordo vivido e concreto quella reazione esplosiva di Kees Popinga, una persona così tranquilla e perbene che devitalizzata da una cocente scoperta, sbatte violentemente sulle contraddizioni di una realtà che non ha nulla da offrirgli,se non la coscienza di un'esistenza di per se stessa finita ancor prima di essere iniziata. Detto questo, vorrei raccogliere a mio modo l'invito al dibattito e alla discussione che il signor Maurizio ha fatto nell'intestazione al post di Anonimo (personaggio interessante quanto il suo bel commento). Premetto che sono uno studente di Filosofia, per dire che in questo periodo oltre a Lettera Al mio giudice di Simenon sto leggendo un libro di Nietzsche, Così parlò Zarathustra. Entrambe le scelte non sono state casuali, ho deciso di accoppiare due mondi così diversi per un motivo molto semplice:da sempre si obietta alla filosofia di costruire ragionamenti astrusi e puramente concettuali a discapito del contatto con la realtà,quella fisica,quella umana di tutti i giorni che vede noi uomini gettarci a capofitto in cose delle quali non comprendiamo neanche il senso profondo, né sentiamo il bisogno di indagarlo. In modo diverso, con mezzi e forme diverse, sia Nietzsche che Simenon hanno posto al centro della loro scrittura l'uomo e la sua condizione. Non voglio assolutamente forzare paragoni o instaurare parallelismi che non si reggano, ma le profondità umane ricercate e trovate da Georges mi stanno aiutando a nuotare meglio nell'oceano tempestoso di Zarathustra, dove c'è sentimento,dolore nel racconto di un agire dell' uomo che ha tradito le sue stesse attese degenerando in qualcosa che deve essere necessariamente superato. Da un lato Simenon mi dà l'idea d'essere uno speleologo che non esaurisce mai la sua voglia di andare sempre più giù, sempre più in profondità nelle ambiguità e nelle complessità di un animo umano che non sembra aver mai un fondo;dall'altro lato c'è Nietzsche, il suo manifesto malessere nei confronti dello schifo che l'uomo è stato capace di generare e nel quale naviga fiero e presuntuoso, senza dubitare mai della rotta intrapresa.
Cristina De Rossi - Un regalo di quando compii sedici anni. Un mio zio professore, appassionato di letteratura francese, mi regalò Maigret e il ladro pigro. Me lo ricordo a distanza di anni perchè mi sembrava un titolo buffo, buono per un romanzo umoristico. E mio zio mi disse "Auguri Cri... e vedrai che questo libro sarà la porta che ti farà entrare nel mondo della letteratura francese".
Zio Roberto aveva ragione, però entrai prima nella stanza di Maigret (di cui lessi decine e decine di libri) poi, nella grandissima casa di Simenon e poi effettivamente nel mondo della letteratura francese. Ma da allora, tra gli altri, sul mio comodino troverete sempre o un Maigret o un romanzo di Simenon.
martedì 22 aprile 2014
SIMENON SIMENON. CLASSIFICHE E SHARE: "MINACCE" SMORZATE DALL'UOVO DI PASQUA
La settimana prima di Pasqua ha visto l'ultima raccolta di racconti di Maigret, scendere di qualche posto dopo l'exploit della settimana precedente.
Iniziamo subito dalla classifica stilata da Nielsesn Bookscan (6-12 aprile) per l'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso dove Minacce di morte ha perso la prima posizine per occupare la seconda nella sezione "Tascabili". Per quanto riguarda RCult de La Repubblica di Pasqua, secondo Eurisko (7-13 aprile), invece staziona nella stessa sezione, la seconda posizione della settimana prima. Meno buone le stime fatte GFK per l'allegato La Lettura del Corriere della Sera di domenica: dal 6° al 9° posto della sezione "Narrativa straniera".
Se dalle librerie passiamo allepiattaforme che vendono i libri on-line, vediamo che nella Top 100 di Internet Book Shop la raccolta simenoniana perde un posto, dal 16° al 17° e nona è la posizione dove invece lo ritroviamo su Feltrinelli.it. Per gli ebook segnaliamo che l'ultimo Maigret in versione digitale occupa il 2° posto nella classifica della Rizzoli.it
Sempre numeri, ma dai libri alla televisione. Ecco telespettatori e share delle puntate del Maigret con Bruno Crémer trasmesso alla viglia di Pasqua da LA7:
511.000 spettatori (share 2.13%) e 302.000 (share 2.11%) rispettivamente per il primo e il secondo episodio che l'emittente manda in onda uno dopo l'altro. I dati consolidano i livelli delle settimane precedenti.
Iniziamo subito dalla classifica stilata da Nielsesn Bookscan (6-12 aprile) per l'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso dove Minacce di morte ha perso la prima posizine per occupare la seconda nella sezione "Tascabili". Per quanto riguarda RCult de La Repubblica di Pasqua, secondo Eurisko (7-13 aprile), invece staziona nella stessa sezione, la seconda posizione della settimana prima. Meno buone le stime fatte GFK per l'allegato La Lettura del Corriere della Sera di domenica: dal 6° al 9° posto della sezione "Narrativa straniera".
Se dalle librerie passiamo allepiattaforme che vendono i libri on-line, vediamo che nella Top 100 di Internet Book Shop la raccolta simenoniana perde un posto, dal 16° al 17° e nona è la posizione dove invece lo ritroviamo su Feltrinelli.it. Per gli ebook segnaliamo che l'ultimo Maigret in versione digitale occupa il 2° posto nella classifica della Rizzoli.it
Sempre numeri, ma dai libri alla televisione. Ecco telespettatori e share delle puntate del Maigret con Bruno Crémer trasmesso alla viglia di Pasqua da LA7:
511.000 spettatori (share 2.13%) e 302.000 (share 2.11%) rispettivamente per il primo e il secondo episodio che l'emittente manda in onda uno dopo l'altro. I dati consolidano i livelli delle settimane precedenti.
sabato 19 aprile 2014
SIMENON SIMENON. BUONA PASQUA E BUONE FESTE
Cosa faceva a Pasqua Simenon?
Non lo sappiamo. Certo con i bambini
uova e ciocolato non saranno mai macate.
Se poi il romanziere sentisse la festività...
beh questo non lo sappiamo: convinzione religiosa,
convenzione sociale...
Simenon-Simenon non mancherà
di rispetto a chi è convinto
e non criticherà chi rispetta
anche solo la tradizione.
Quest'anno Pasqua cade il 21 aprile,
e, almeno per quello che riguarda
questo giorno del 1969, sappiamo che
Simenon completava la stesura di
Maigret et le tueur (ma quell'anno
il 21 aprile non era Pasqua...
era già stata il 6 dello stesso mese).
Buone feste quindi a tutti quelli
che ci seguono, perché è merito loro se,
mese per mese, Simenon-Simenon
cresce un po' di più...
Noi ci prendiamo un paio di giorni di vacanza,
arrivederci a martedi 22 aprile e auguri!
Non lo sappiamo. Certo con i bambini
uova e ciocolato non saranno mai macate.
Se poi il romanziere sentisse la festività...
beh questo non lo sappiamo: convinzione religiosa,
convenzione sociale...
Simenon-Simenon non mancherà
di rispetto a chi è convinto
e non criticherà chi rispetta
anche solo la tradizione.
Quest'anno Pasqua cade il 21 aprile,
e, almeno per quello che riguarda
questo giorno del 1969, sappiamo che
Simenon completava la stesura di
Maigret et le tueur (ma quell'anno
il 21 aprile non era Pasqua...
era già stata il 6 dello stesso mese).
Buone feste quindi a tutti quelli
che ci seguono, perché è merito loro se,
mese per mese, Simenon-Simenon
cresce un po' di più...
Noi ci prendiamo un paio di giorni di vacanza,
arrivederci a martedi 22 aprile e auguri!
venerdì 18 aprile 2014
SIMENON SIMENON. LA CHAMBRE BLEUE ARRIVA IN CONCORSO A CANNES
Durante la conferenza stampa di ieri, sono stati resi noti i titoli dei film che parteciperanno all'edizione 2014 del Festival Internazionale del Cinema di Cannes, che si svolgerà dal 14 al 24 maggio.
L'adattamento per il grande schermo del romanzo simenoniano La chambre bleue, diretto e interpretato da Mathieu Amalric, è rientrato in Un certain regard, una delle due sezioni di cui sono divise le pellicole in concorso.
Un buon risultato per un film che era stato definito dallo stesso Amalric una realizzazione a basso costo. Lavorazione iniziata con le riprese a luglio scorso e uscita prevista per aprile 2014. Un film realizzato molto velocemente, tanto che lo stesso regista, scherzando ma non troppo, affermava di volersi attenere anche al ritmo lavorativo del romanziere che, come è a tutti noto, terminava i suoi libri in poco più di una settimana.
Vale la pena ricorda che La chambre bleue fu scritto da Simenon nel '63, nel periodo svizzero, alla vigilia del trasferimento dal castello di Echandens alla grande villa da lui fatta costruire ad Epalinges. Uscì poi nel gennaio del 1964 per i tipi di Presses de La Cité.
Il romanzo racconta la torbida passione di due amanti, Tony e Andrée, travolti dalla loro storia sensuale che inizia appunto nella camera blu dell'Hotel dei Viaggiatori. I coniugi dei due muoiono entrambe, prima il marito di lei in condizioni misteriose e poi la moglie di lui, avvelenata. La coppia di amanti terribili viene messa sotto accusa...
Un romanzo a tinite forti dove l'autore mette in mostra la sua capacità di creare personaggi di spessore, la sua abilità nella costruzione psicologica dei protagonisti e la sua bravura nel rendere realisticamente quelle atmosfere cupe e tragiche che qualcuno definirebbe noir.
Sullo schermo Tony è interpretato dallo stesso Amalric e Andrée da Lèa Drucker.
Questo, se non andiamo errati, dovrebbe essere il sessantunesimo adattamento per il grande schermo dei romanzi di Simenon. Chi ne volesse un elenco può leggersi un nostro vecchio post: Film tratti dai romanzi di Georges Simenon
L'adattamento per il grande schermo del romanzo simenoniano La chambre bleue, diretto e interpretato da Mathieu Amalric, è rientrato in Un certain regard, una delle due sezioni di cui sono divise le pellicole in concorso.
Un buon risultato per un film che era stato definito dallo stesso Amalric una realizzazione a basso costo. Lavorazione iniziata con le riprese a luglio scorso e uscita prevista per aprile 2014. Un film realizzato molto velocemente, tanto che lo stesso regista, scherzando ma non troppo, affermava di volersi attenere anche al ritmo lavorativo del romanziere che, come è a tutti noto, terminava i suoi libri in poco più di una settimana.
Vale la pena ricorda che La chambre bleue fu scritto da Simenon nel '63, nel periodo svizzero, alla vigilia del trasferimento dal castello di Echandens alla grande villa da lui fatta costruire ad Epalinges. Uscì poi nel gennaio del 1964 per i tipi di Presses de La Cité.
Il romanzo racconta la torbida passione di due amanti, Tony e Andrée, travolti dalla loro storia sensuale che inizia appunto nella camera blu dell'Hotel dei Viaggiatori. I coniugi dei due muoiono entrambe, prima il marito di lei in condizioni misteriose e poi la moglie di lui, avvelenata. La coppia di amanti terribili viene messa sotto accusa...
Un romanzo a tinite forti dove l'autore mette in mostra la sua capacità di creare personaggi di spessore, la sua abilità nella costruzione psicologica dei protagonisti e la sua bravura nel rendere realisticamente quelle atmosfere cupe e tragiche che qualcuno definirebbe noir.
Sullo schermo Tony è interpretato dallo stesso Amalric e Andrée da Lèa Drucker.
Questo, se non andiamo errati, dovrebbe essere il sessantunesimo adattamento per il grande schermo dei romanzi di Simenon. Chi ne volesse un elenco può leggersi un nostro vecchio post: Film tratti dai romanzi di Georges Simenon
giovedì 17 aprile 2014
SIMENON SIMENON. INCONTRARE SIMENON
Pubblichiamo oggi un post tratto da un commento di ieri. Lo abbiamo ritenuto molto interessante e ben scritto tale da evidenziarlo in questo spazio. Si tratta di un punto di vista e di una visione personale di Simenon, delle sue opere e del suo mondo e di una voce che rende "Simenon-Simenon" più ricco, più vario e sempre più in sintonia con i propri lettori.
Questo come altri che, speriamo, andremo a pubblicare, riporteranno magari opinione molto diverse e, ci auguriamo provocheranno altri commenti e susciteranno dibattiti. E' per questo che ringraziamo L'Anonimo (ma non sarebbe meglio un bel "nom de plume"?... se non altro per non confondersi poi con altri che scrivono firmandosi: "anonimi"), lo ringraziamo quindi e vi invitiamo a leggere il suo intervento.
Forse sono un paio d'anni che ho scoperto o mi sono imbattuto, come accade a Cappuccetto Rosso nel bosco, in George Simenon. Ricordo Maigret in bianco e nero. Ma non badavo troppo chi fosse lo scrittore che aveva creato il commissario. Questa disattenzione era di certo data dall'età e della poca importanza che quelle indagini avevano a che fare con il presente che si vive. E poi la mia città piena di contraddizioni, canzoni in dialetto, l'idea romantica dell'amore e quella del sesso delle prostitute dei Quartieri Spagnoli e giù alla Ferrovia e lungo la Marina verso la zona industriale dei quartieri operai la disoccupazione e la delinquenza grande e piccola o la camorra che si spartiva e si spartisce i quartieri del centro come della periferia e intorno al porto e a l'aeroporto. Le brave famiglie che attraverso la crescita dei propri figli venivano al contatto con la droga di ogni genere e la devastazione individuale e la morte collettiva di molte generazioni. E i ragazzi che lottavano e cercavano di lottare per una società e un mondo migliore o comunque vicino alle esigenze e bisogni e sofferenze materiali di intere popolazioni. E comunque ognuno, maschi e femmine, a fare i conti con la propria esistenza individuale specie quando non ci si aggrega e il disfacimento del tessuto sociale va in frantumi e cade a pezzi. E qualche pratica di scrittura e lettura per cercare di capire e riflettere, attraverso, i romanzi, la propria vita e quelle altrui. E in quali letture tuffarsi, ognuno con i propri tempi, per afferrare attraverso le storie la realtà tangibile di personaggi inesistenti ma in cui potersi riflettere e guardare gli altri da sè? Chiaramente i classici proposti da tutte le scuole, gli insegnanti e gli amanti della letteratura. Certo. In tutto questo si adagia e si insinuano i primi romanzi di uno scrittore fotografato sempre in compagnia della sua pipa. Un immagine più classica dei contenuti stessi dei romanzi dello stesso scrittore di origine belga e francese di adozione. Come è stato e chi a farmi avvicinare a Georges Simenon. Più che delle persone in carne ed ossa, credo delle recensioni o sui giornali, inserti e settimanali e riviste. Dopo quattro cinque romanzi, (le inchieste di Maigret non ne ho letto nemmeno una) mi sono sentito lentamente avviluppato ... in fondo in quale ragnatela? E' notorio che leggere seduti in poltrona accanto a un lume o stesi a letto nel silenzio delle notte le disgrazie degli inferni altrui ci fa sentire esclusi e nello stesso tempo(inclusi)nella tragedia nella soppressione di uno o più esseri umani. Insomma viaggiamo nella mente e nei gesti di un assassino o un'assassina ma ne siamo distanti e questo ci rassicura. Mi sono chiesto perché i romanzi di Georges Simenon mi prendono e mi affascinano così tanto e piano piano e poi in maniera totale come il veleno di un serpente. E sapere o scoprire da me che Georges Simenon era un conservatore, un reazionario o addirittura un fascista e nazista alla Celine, a detta di molti il grande Celine, m'inquieta ancor più. Eppure non m'interessa ora disputare se Simenon fosse un fascista o un comunista, ma mi disturba di certo la capacità di scendere nell'animo umano e poterne vedere il percorso nello specchio della scrittura, anzi di una storia. E non m'interessa nemmeno capire la psicologia dei personaggi di Simenon. Penso a Simenon come a uno che sa raccontarci una storia.
redo che sia fondamentale saper raccontare una storia. Al momento non so dire se tutti i romanzi di Simenon abbiano una sorta di canovaccio scaletta, il successo della forma, che lui userà in tutte le altre storie. Forse siamo accanto a un camino, una stufa o in un appartamento riscaldato e Simenon ci fa vedere ed entrare in una una stanza(corpi e anime e per anime intendo le sensibilità o le sensibilità che con una improvvisa o meditata capriola diventano efferatezza, in nome delle corde allo stato brado dell'amore, della passione o del sesso. Forse Simenon attraverso le storie dei personaggi dei suoi romanzi, personaggi che sembrano nascere e crescere in carne e ossa mentre si prosegue nella lettura, vuol dire o suggerirci che gli uomini per quanto aspirino e lottino per la piena e consapevole libertà, praticamente sono incatenati e prigionieri delle propri passioni umane che inevitabilmente quando vivono o sono punte dalla lava della vita, portano al disastro e alla distruzione di sè e degli altri. Gli esseri umani perduti, sempre e comunque. Eppure i personaggi dei romanzi di Simenon sono mossi dall'amore. L'assassino pare sia proprio l'amore. Forse è questo che ci affascina in Simenon, cioè tenere nascosti i nostri "tradimenti". Il tradimento come legge sottostante e suprema dell'attuale (e futura...) società. Simenon così lontano così vicino dalla realtà in cui siamo immersi. (Anonimo)
Questo come altri che, speriamo, andremo a pubblicare, riporteranno magari opinione molto diverse e, ci auguriamo provocheranno altri commenti e susciteranno dibattiti. E' per questo che ringraziamo L'Anonimo (ma non sarebbe meglio un bel "nom de plume"?... se non altro per non confondersi poi con altri che scrivono firmandosi: "anonimi"), lo ringraziamo quindi e vi invitiamo a leggere il suo intervento.
Forse sono un paio d'anni che ho scoperto o mi sono imbattuto, come accade a Cappuccetto Rosso nel bosco, in George Simenon. Ricordo Maigret in bianco e nero. Ma non badavo troppo chi fosse lo scrittore che aveva creato il commissario. Questa disattenzione era di certo data dall'età e della poca importanza che quelle indagini avevano a che fare con il presente che si vive. E poi la mia città piena di contraddizioni, canzoni in dialetto, l'idea romantica dell'amore e quella del sesso delle prostitute dei Quartieri Spagnoli e giù alla Ferrovia e lungo la Marina verso la zona industriale dei quartieri operai la disoccupazione e la delinquenza grande e piccola o la camorra che si spartiva e si spartisce i quartieri del centro come della periferia e intorno al porto e a l'aeroporto. Le brave famiglie che attraverso la crescita dei propri figli venivano al contatto con la droga di ogni genere e la devastazione individuale e la morte collettiva di molte generazioni. E i ragazzi che lottavano e cercavano di lottare per una società e un mondo migliore o comunque vicino alle esigenze e bisogni e sofferenze materiali di intere popolazioni. E comunque ognuno, maschi e femmine, a fare i conti con la propria esistenza individuale specie quando non ci si aggrega e il disfacimento del tessuto sociale va in frantumi e cade a pezzi. E qualche pratica di scrittura e lettura per cercare di capire e riflettere, attraverso, i romanzi, la propria vita e quelle altrui. E in quali letture tuffarsi, ognuno con i propri tempi, per afferrare attraverso le storie la realtà tangibile di personaggi inesistenti ma in cui potersi riflettere e guardare gli altri da sè? Chiaramente i classici proposti da tutte le scuole, gli insegnanti e gli amanti della letteratura. Certo. In tutto questo si adagia e si insinuano i primi romanzi di uno scrittore fotografato sempre in compagnia della sua pipa. Un immagine più classica dei contenuti stessi dei romanzi dello stesso scrittore di origine belga e francese di adozione. Come è stato e chi a farmi avvicinare a Georges Simenon. Più che delle persone in carne ed ossa, credo delle recensioni o sui giornali, inserti e settimanali e riviste. Dopo quattro cinque romanzi, (le inchieste di Maigret non ne ho letto nemmeno una) mi sono sentito lentamente avviluppato ... in fondo in quale ragnatela? E' notorio che leggere seduti in poltrona accanto a un lume o stesi a letto nel silenzio delle notte le disgrazie degli inferni altrui ci fa sentire esclusi e nello stesso tempo(inclusi)nella tragedia nella soppressione di uno o più esseri umani. Insomma viaggiamo nella mente e nei gesti di un assassino o un'assassina ma ne siamo distanti e questo ci rassicura. Mi sono chiesto perché i romanzi di Georges Simenon mi prendono e mi affascinano così tanto e piano piano e poi in maniera totale come il veleno di un serpente. E sapere o scoprire da me che Georges Simenon era un conservatore, un reazionario o addirittura un fascista e nazista alla Celine, a detta di molti il grande Celine, m'inquieta ancor più. Eppure non m'interessa ora disputare se Simenon fosse un fascista o un comunista, ma mi disturba di certo la capacità di scendere nell'animo umano e poterne vedere il percorso nello specchio della scrittura, anzi di una storia. E non m'interessa nemmeno capire la psicologia dei personaggi di Simenon. Penso a Simenon come a uno che sa raccontarci una storia.
redo che sia fondamentale saper raccontare una storia. Al momento non so dire se tutti i romanzi di Simenon abbiano una sorta di canovaccio scaletta, il successo della forma, che lui userà in tutte le altre storie. Forse siamo accanto a un camino, una stufa o in un appartamento riscaldato e Simenon ci fa vedere ed entrare in una una stanza(corpi e anime e per anime intendo le sensibilità o le sensibilità che con una improvvisa o meditata capriola diventano efferatezza, in nome delle corde allo stato brado dell'amore, della passione o del sesso. Forse Simenon attraverso le storie dei personaggi dei suoi romanzi, personaggi che sembrano nascere e crescere in carne e ossa mentre si prosegue nella lettura, vuol dire o suggerirci che gli uomini per quanto aspirino e lottino per la piena e consapevole libertà, praticamente sono incatenati e prigionieri delle propri passioni umane che inevitabilmente quando vivono o sono punte dalla lava della vita, portano al disastro e alla distruzione di sè e degli altri. Gli esseri umani perduti, sempre e comunque. Eppure i personaggi dei romanzi di Simenon sono mossi dall'amore. L'assassino pare sia proprio l'amore. Forse è questo che ci affascina in Simenon, cioè tenere nascosti i nostri "tradimenti". Il tradimento come legge sottostante e suprema dell'attuale (e futura...) società. Simenon così lontano così vicino dalla realtà in cui siamo immersi. (Anonimo)
martedì 15 aprile 2014
SIMENON SIMENON. ALLORA... ECCO COME L'ABBIAMO CONOSCIUTO...
Abbiamo scelto una decina di testimonianze di come lettori, amici e collboratori, sono venuti in contatto con i romanzi di Simenon o con le inchieste del commissario Maigret.
Se volete raccontare il "vostro incontro", scrivete o nei commenti di questo post oppure inviando una mail a simenon.simenon@temateam.com
Enrico - Anche se farà sorridere gli assidui frequentatori del sito, voglio ugualmente raccontare la mia scoperta, letteralmente folgorante, di Simenon.
Se volete raccontare il "vostro incontro", scrivete o nei commenti di questo post oppure inviando una mail a simenon.simenon@temateam.com
Enrico - Anche se farà sorridere gli assidui frequentatori del sito, voglio ugualmente raccontare la mia scoperta, letteralmente folgorante, di Simenon.
La mia passione simenoniana è arrivata nel corso della mia
maturità (che fortuna!). Da un’amica ho sentito parlare in maniera entusiastica
de La camera azzurra. Simenon era da tempo un autore che avevo in mente di “aggredire”
e poi ero impaziente di leggere un bel libro, mi fidavo del giudizio, che avrebbe riacceso in me quella
curiosità di bambino quando, insieme a tutta la famiglia, si guardava il grande
Gino Cervi interpretare quel burbero commissario francese.
Vengo
subito preso dal racconto e aspetto con impazienza che
il commissario si faccia vivo; vado avanti e, con l’aumentare del
piacere della
lettura, comincia a farsi strada un piacevolissimo dubbio … Altre poche
pagine
e al dubbio si sostituisce una certezza: ho scoperto un tesoro! I libri
di questo
signore belga mi faranno una grande compagnia e non solo con Maigret.
Termino La camera azzurra e corro nella mia libreria a comprare
un'Adelphi dove questa volta il nome del commissario è ben
chiaro in copertina.
Il tempo di divorarlo, ma finiscono tutti così presto? e subito devo prendere la terribile decisione: e ora? Romanzo o
Maigret? Sono ormai più di dieci anni che adoro crogiolarmi nel dubbio e ancora
non ho trovato una risposta.
L’unica certezza è che dei libri di Simenon, e di pochissimi
altri, non si può fare a meno.
Sapere che ci sono mi da una sensazione molto simile alla
felicità.
Paolo Bernardini - Avevo 16 anni, per la morte dell'autore nel 1989. Comprai i miei primi 4 oscar Maigret alla Standa, con lo sconto. Subito dopo conobbi le repliche notturne su Raitre di Maigret Cervi Poi arrivarono i romanzi.
Andrea Franco - Era il luglio 1998, andavo per i 16 anni, eravamo attorno al 20 luglio ed ero in vacanza con i miei genitori in un agruturismo della Liguria.
Mi annoiavo e mi misi a guardare gli scaffali di una polverosa libreria... ad un tratto mi salta all'occhio un titolo: Maigret in Olanda. Ero fissato con l'Olanda in quel periodo. La copertina colorata poi mi piacque subito ed anche il fatto che c'era un bel riassunto dei contenuti in ultima pagina. Il libro che lessi in due giorni mi conquistò, avevo letto pochissimi libri fino a quell età (a parte Jack London). Tornato a casa cercai tra una libreria di libri usati altri Maigret,ne avevo una marea tra cui scegliere...poi scoprii che l'Adelphi pubblicava i romanzi di Simenon in cui non c'era Maigret e comprai Gli sconosciuti in casa, un po' per volta sceglievo tra i volumi gia pubblicati i titoli che piu mi ispiravano e cosi, col passare degli anni, divenni un simenoniano di ferro.
Claudia Vignolo - I got my first book in a train station. It was "Maigret se amuse".
Anna Rita Romano - L'ho conosciuto nell'estate del 1993... i suoi Maigret erano abbinati a un quotidiano, la Repubblica se non sbaglio... non l'ho più lasciato...
Cinzia Ciampolini - I
miei nonni materni, mia madre, mio zio, tutti simenonisti... Ho dei
suoi romanzi in edizione italiana dei primi anni '30, una raccolta
Mondadori del 1934, un Tre camere a Manhattan del 1951 , i romanzi
pubblicati nella Medusa anni '60 , più qualche
altro in lingua originale . Tra l'altro ascoltavo tempo fa su Radio Rai 3 la
lettura de Il grande Bob. Il commentatore diceva che non si trova in
edizione italiana, ma io l'ho trovato tra i miei: fa parte di volumi-raccolta (romanzi di confessione morale, autobiografici, esotici,
parigini, ecc..) del 1967. Quando andai ad abitare a Parigi , passavo
le giornate, calepino alla mano, sulle tracce dei luoghi maigrettiani e
degli altri ancora. Credo proprio di poter dire che il mio amore,
quasi maniacale, per la letteratura francese tutta abbia proprio origine da Simenon.
Nicoletta della Corte - Folgorata da Lettera al mio giudice! E da allora è diventato una mia magnifica ossessione
Alma De Donato - figlia di libraria, prima libreria, ho quindi tutto Simenon e....l'adoro, Aspetto con ansia sempre le nuove ristampe
Giulio Masera - Ho visto Maigret alla televisione, ma non nel '64, ma in una delle varie repliche che la Rai ha poi trasmesso. Quella che ho visto io era, mi pare, a metà degli anni '80. Mi sono ricordata che mio cugino, più rande di me, leggeva Simenon, e mi sono fatto prestare una raccolta di cinque-sei romanzi I romanzi della provincia francese, che non erano dei Maigret. Letti quelli, ho alternato, e alterno tutt'ora le inchieste del Commissario ai romanzi.
Murielle Wenger - Dividevo il mio tempo libero tra le letture e la televisione... Un giorno trasmisero un telefilm poliziesco e il segugio si chiamava Maigret. Non ricordo più dopo tanti anni (forse il '75 o il '76 poteva essere "La pazza di Maigret")...A contrario ricordo benissimo che quel commissario aveva uno strano modo di parlare, con la pipa tra i denti, e il suo sorriso gentile... Il mio Maigret si chiamava Jean Richard la cui rotondità bonaria si integrava bene con le mie fantasie di bambina di dieci, dodici anni... Maigret sarebbe rimasto alla stregua di tanti miei eroi televisivi, se non avessi scoperto nella biblioteca di famiglia un piccolo romanzo in edizione tascabile, copertina sobria, con una pipa disegnata, e che raccontava - indovinate un po' - un'inchiesta del commissario... di colpo il piacere della scoperta fu decuplicato ... In effetti le trasmissioni sporadiche della serie, mi impedivano di vedere il mio eroe tanto quanto avrei voluto... Pensate ritrovarlo a volontà nei libri, quale felicità... Il primo, mi ricordo, fu Maigret et l'indicateur... Poi ho letto il mio primo roman-dur di Simenon...non ma non rcordo esattamente quale...
(La versione completa e integrale del post di Murielle la trovate qui).
lunedì 14 aprile 2014
SIMENON SIMENON. MAIGRET: MEGLIO IN LIBRERIA CHE IN TV
Non era difficie prevederlo. L'ultima raccolta dei racconti di Maigret, Minacce di morte, è entrata nelle classifiche di vendita balzando subito nelle poszioni più in vista. Clamorosa la rilevazione di Nielsen Bookscan (periodo 30 marzo- 5 aprile), riportata dall'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso. Nella sezione "Tascabili" esordisce infatti al primo posto e, dal commnto di Luciano Genta, apprendiamo che si tratta del 13° libro più venduto in assoluto in questo periodo. Minacce di morte appare nche sulla classifica dell'allegato La Lettura del Corriere della Sera di domenica, dove la GFK (31 marzo - 6 aprile) lo posiziona alla sesta posizione della "Narrativa Straniera". E ancora primo lo ritrovamo nella classifica dei "Tascabili" stilata dall'Eurisko (31 marzo- 6 aprile) commissionata dall'inserto domenicale RCult de La Reubblica.
Insomma un esordio alla grande ma, come dicevamo all'inizio, non del tutto a sorpresa, tenendo conto che era un bel po' (da ottobre 2013) che non usciva nulla di nuovo per quanto riguarda Maigret, ma soprattutto perché ben tre dei cinque racconti (L’enigmatico signor Owen, Quelli del Gran Café e Minacce di morte) erano inediti in Italia, dopo oltre settant'anni che erano stati scritti.
Anche se andiamo a vedere i lbri venduti su web la musica non cambia. Nella classifica Top 100 di Internet Book Shop l'ultima raccolta di Maigret si piazza al 7° posto, mentre tra i primi cento della Feltrinelli.it la sua posizione é l'ottava.
Il titolo si affaccia anche alla classifica di Amazon, un piattaforma ostica per i Simenon che generalmente non vi entrano mai, nemmeno con i Maigret. Ma questa volta i commissario si affaccia anche qui, sia pure all'84° posto.
E per quanto riguarda la versione digitale, l'ebook maigrettiano si piazza alla 13a posizione sulla piattaforma Internet Book Shop.
Visto che stiamo parlando di cifre, di posizioni e successi, andiamo a vedere quello che succede per Maigret sul versante televisivo.
LA7 continua il sabato in prima serata a trasmettere gli episodi del Maigret francese con Bruno Crémer, che oramai raddoppiano, cioè vengono mandati in onda in coppia in modo da coprire prima e seconda serata. La puntata di sabato scorso ha totalizzato 453.000 spettatori (share 1.87%) nel primo episodio, e 333.000 spettatori (share 2.34%) nel secondo episodio.
Rispetto al sabato precedente (media di 538.000 spettatori e share 2,19%) la situazione si è sostanzialmente stabilizzata. Iniziato il primo marzo, possiamo ormai dire che la misura della serie è intorno ai 500.000 spettatori e ad uno share che viaggia intorno a poco più del 2%.
Insomma un esordio alla grande ma, come dicevamo all'inizio, non del tutto a sorpresa, tenendo conto che era un bel po' (da ottobre 2013) che non usciva nulla di nuovo per quanto riguarda Maigret, ma soprattutto perché ben tre dei cinque racconti (L’enigmatico signor Owen, Quelli del Gran Café e Minacce di morte) erano inediti in Italia, dopo oltre settant'anni che erano stati scritti.
Anche se andiamo a vedere i lbri venduti su web la musica non cambia. Nella classifica Top 100 di Internet Book Shop l'ultima raccolta di Maigret si piazza al 7° posto, mentre tra i primi cento della Feltrinelli.it la sua posizione é l'ottava.
Il titolo si affaccia anche alla classifica di Amazon, un piattaforma ostica per i Simenon che generalmente non vi entrano mai, nemmeno con i Maigret. Ma questa volta i commissario si affaccia anche qui, sia pure all'84° posto.
E per quanto riguarda la versione digitale, l'ebook maigrettiano si piazza alla 13a posizione sulla piattaforma Internet Book Shop.
Visto che stiamo parlando di cifre, di posizioni e successi, andiamo a vedere quello che succede per Maigret sul versante televisivo.
LA7 continua il sabato in prima serata a trasmettere gli episodi del Maigret francese con Bruno Crémer, che oramai raddoppiano, cioè vengono mandati in onda in coppia in modo da coprire prima e seconda serata. La puntata di sabato scorso ha totalizzato 453.000 spettatori (share 1.87%) nel primo episodio, e 333.000 spettatori (share 2.34%) nel secondo episodio.
Rispetto al sabato precedente (media di 538.000 spettatori e share 2,19%) la situazione si è sostanzialmente stabilizzata. Iniziato il primo marzo, possiamo ormai dire che la misura della serie è intorno ai 500.000 spettatori e ad uno share che viaggia intorno a poco più del 2%.
domenica 13 aprile 2014
SIMENON SIMENON. IL MISTERO DEL PRIMO MAIGRET DELLA TV, NON FU CERVI, MA...
E' il 1960 e la Rai mette in onda Liberty bar. Già proprio un Maigret. Quattro anni prima della famosa serie con Gino Cervi.
Ma di che si tratta? Chi è questo Maigret ante-Cervi?
In realtà non si tratta di una produzione originale Rai, ma solo della ripresa di un'allestimento teatrale dell'omonima opera simenoniana, il diciassettesimo titolo della serie dei Maigret. Ben poche notizie si hanno su questa rappresentazione teatrale. Dal Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale si sa che è un'opera in tre atti (e otto quadri) andata in scena al teatro Ridotto dell'Eliseo a Roma, nel 1959, i cui interpreti fanno parte dell'omonima Compagnia, per la regia di Giorgio Bandini, con il testo tradotto da Carla Faraglia.
Grazie alla ripresa della commedia effettuata dalla Rai e poi messa in onda (a quel tempo la Rai trasmetteva spesso pièce teatrali, senza adattamenti, così come andavano in scena) potremmo dire che si dovrebbe trattare in assoluto del primo Maigret televisivo italiano, ma... ma purtroppo non si trovano i nomi degli attori (e men che meno ruoli) della Compagia del Ridotto dell'Eliseo di quell'anno, di conseguenza non possiamo sapere chi è stato l'attore che ha interpretato la parte del commissario...
Chi ci aiuta in questa indagine?
Qualche indizio l'abbiamo fornito. Certo, non è molto, ma é già qualcosa. Qualche altra indicazione? Ad esempio i giornali dell'epoca, che potrebbero aver pubblicato nel '59 una recensione della commedia, oppure nel '60 una critica della sua trasmissione da parte della Rai...
Esisterà un archivio carataceo di quel periodo del Teatro Eliseo, di cui il "Ridotto" faceva parte?
E questa Compagnia del Ridotto dell'Eliseo... ci sarà qualche parente, figlio o nipote di qualche attore che nel '59 calcò le sue scene e che magari faceva parte del cast di Liberty Bar?
Ma il bello deve venire. Cerca cerca, due nomi sarebbero saltati fuori: Camillo Pilotto, nato e deceduto a Roma - 1889/1963) un attore cche già nel 1945 aveva lavorato al Teatro Eliseo (nella foto).
L'altro nome è quello di Franco Marturano, scarne indicazioni e solo su alcune sue performance cinematografiche (vedi I.M.D.B)
Entrabe sembra che abbiano recitato nella commedia, ma tra i due ci sono maggiori probabilità che sia stato Camillo Pillotto ad aver interpretato il ruolo di Maigret, ma servono, prove, riscontri oggettivi, documenti e testimonianze.
L'inchiesta è partita... e noi non ci fermeremo, ma chi avesse informazioni non se le tenga per sé... le scriva sui commenti oppure ci mandi una mail all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com
A caccia dunque!
Ma di che si tratta? Chi è questo Maigret ante-Cervi?
In realtà non si tratta di una produzione originale Rai, ma solo della ripresa di un'allestimento teatrale dell'omonima opera simenoniana, il diciassettesimo titolo della serie dei Maigret. Ben poche notizie si hanno su questa rappresentazione teatrale. Dal Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale si sa che è un'opera in tre atti (e otto quadri) andata in scena al teatro Ridotto dell'Eliseo a Roma, nel 1959, i cui interpreti fanno parte dell'omonima Compagnia, per la regia di Giorgio Bandini, con il testo tradotto da Carla Faraglia.
Grazie alla ripresa della commedia effettuata dalla Rai e poi messa in onda (a quel tempo la Rai trasmetteva spesso pièce teatrali, senza adattamenti, così come andavano in scena) potremmo dire che si dovrebbe trattare in assoluto del primo Maigret televisivo italiano, ma... ma purtroppo non si trovano i nomi degli attori (e men che meno ruoli) della Compagia del Ridotto dell'Eliseo di quell'anno, di conseguenza non possiamo sapere chi è stato l'attore che ha interpretato la parte del commissario...
Chi ci aiuta in questa indagine?
Qualche indizio l'abbiamo fornito. Certo, non è molto, ma é già qualcosa. Qualche altra indicazione? Ad esempio i giornali dell'epoca, che potrebbero aver pubblicato nel '59 una recensione della commedia, oppure nel '60 una critica della sua trasmissione da parte della Rai...
Esisterà un archivio carataceo di quel periodo del Teatro Eliseo, di cui il "Ridotto" faceva parte?
E questa Compagnia del Ridotto dell'Eliseo... ci sarà qualche parente, figlio o nipote di qualche attore che nel '59 calcò le sue scene e che magari faceva parte del cast di Liberty Bar?
Ma il bello deve venire. Cerca cerca, due nomi sarebbero saltati fuori: Camillo Pilotto, nato e deceduto a Roma - 1889/1963) un attore cche già nel 1945 aveva lavorato al Teatro Eliseo (nella foto).
L'altro nome è quello di Franco Marturano, scarne indicazioni e solo su alcune sue performance cinematografiche (vedi I.M.D.B)
Entrabe sembra che abbiano recitato nella commedia, ma tra i due ci sono maggiori probabilità che sia stato Camillo Pillotto ad aver interpretato il ruolo di Maigret, ma servono, prove, riscontri oggettivi, documenti e testimonianze.
L'inchiesta è partita... e noi non ci fermeremo, ma chi avesse informazioni non se le tenga per sé... le scriva sui commenti oppure ci mandi una mail all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com
A caccia dunque!
venerdì 11 aprile 2014
SIMENON SIMENON....E VOI COME AVETE CONOSCIUTO MAIGRET O SIMENON ?
Avevo dieci anni, quando nel 1964 incrociai per la prima volta quel poliziotto chiamato Maigret. Lo ricordo perchè eravamo a casa, dopo Natale e Santo Stefano, con parenti, regali, tavolate, panettoni, abeti addobbati, torroni, presepi, santemesse... Era il 27 dicembre, un giorno di riposo, di smaltimento delle libagioni, in più era domenica (questo non me lo ricordo, ma lo dice il calendario).
La sera, dopo il telegiornale, sul canale nazionale andava in onda uno sceneggiato in cui il protagonista mi rimase impresso perché, a dieci anni, un commissario corpulento che chiamavano "magré", o una cosa del genere, mi faceva ridere. Poi tutte quelle pipe, la sua e quelle degli altri poliziotti, mi facevano un effetto strano.
Dopo la prima puntata, seguirono quelle del venerdì successivo e quella conclusiva della domenica 3 gennaio. Eravamo quindi nel 1965, e quel Maigret aveva già conquistato tutta la famiglia (salvo mio fratello che aveva appena quattro anni). Io un po' affascinato da quel nuovo tipo di trasmissione, che non era un film ma nemmeno "teatro in tv" (allora ce n'era), e un po' trascinato dall'entusiasmo dei miei genitori, cominciai a non perderne un episodio. Quando le quattro serie finirono, stavo per compiere 18 anni. A quel punto Maigret era uno dei miei punti di riferimento. Già avevo iniziato a leggere qualche giallo. Avevo cominciato con Edgard Allan Poe, soprattutto con I racconti del mistero e con quel fantastico Monsieur C. Auguste Dupin, capostipite di tutti gli investigatori. Il fascino dei gialli mi prese all'età universitaria. A diciannove anni presi a leggere Sherlock Holmes, Nero Wolfe (altro personaggio trainato dal piccolo schermo), poi gli americani Hammett e Chandler... Per arrivare a Maigret ci volle ancora un po'. Infatti un giorno la ragazza che sarebbe diventata mia moglie mi passò durante una vacanza uno dei gialli che leggeva. Erano dei Maigret. Il cortocircuito con i ricordi televisivi accese la mia curiosità. Devo dire che letto il primo (non ricordo onestamente quale fosse) rimasi non male, ma un po' spiazzato. Il libro mi era piaciuto, ma non tanto per l'intreccio giallo, che pure era ben descritto, ma che non era il lato preponderante. Poi niente o quasi azione, sparatorie, inseguimenti, scazzottate... e invece ritrovavo la letteratura, l'analisi psicologica, l'attenzione al destino dell'individuo, il colpevole o presunto tale che non era un cattivo a tutto tondo, ma il risultato della società e il quale, poveretto, non riusciva a sottrarsi al ruolo che questa gli aveva imposto. Figuratevi, per un studente univesitario iscritto a Sociologia negli anni '70, erano musica per le sue orecchie. A quel punto mi venne la curiosità di sapere se questo Simenon avesse scritto altro che i Maigret. Immaginate la mia sorpresa quando venni a sapere che aveva scritto un centinaio di romanzi! Tra Maigret e i romans-durs mi buttai a capofitto in questo oceano simenoniano in cui mi ritrovo ancora a nuotare.
E voi come avete conosciuto Maigret o Simenon? Raccontatelo a Simenon-Simenon, scrivendo un commento a questo post oppure inviando una mail a simenon.simenon@temateam.com
La sera, dopo il telegiornale, sul canale nazionale andava in onda uno sceneggiato in cui il protagonista mi rimase impresso perché, a dieci anni, un commissario corpulento che chiamavano "magré", o una cosa del genere, mi faceva ridere. Poi tutte quelle pipe, la sua e quelle degli altri poliziotti, mi facevano un effetto strano.
Dopo la prima puntata, seguirono quelle del venerdì successivo e quella conclusiva della domenica 3 gennaio. Eravamo quindi nel 1965, e quel Maigret aveva già conquistato tutta la famiglia (salvo mio fratello che aveva appena quattro anni). Io un po' affascinato da quel nuovo tipo di trasmissione, che non era un film ma nemmeno "teatro in tv" (allora ce n'era), e un po' trascinato dall'entusiasmo dei miei genitori, cominciai a non perderne un episodio. Quando le quattro serie finirono, stavo per compiere 18 anni. A quel punto Maigret era uno dei miei punti di riferimento. Già avevo iniziato a leggere qualche giallo. Avevo cominciato con Edgard Allan Poe, soprattutto con I racconti del mistero e con quel fantastico Monsieur C. Auguste Dupin, capostipite di tutti gli investigatori. Il fascino dei gialli mi prese all'età universitaria. A diciannove anni presi a leggere Sherlock Holmes, Nero Wolfe (altro personaggio trainato dal piccolo schermo), poi gli americani Hammett e Chandler... Per arrivare a Maigret ci volle ancora un po'. Infatti un giorno la ragazza che sarebbe diventata mia moglie mi passò durante una vacanza uno dei gialli che leggeva. Erano dei Maigret. Il cortocircuito con i ricordi televisivi accese la mia curiosità. Devo dire che letto il primo (non ricordo onestamente quale fosse) rimasi non male, ma un po' spiazzato. Il libro mi era piaciuto, ma non tanto per l'intreccio giallo, che pure era ben descritto, ma che non era il lato preponderante. Poi niente o quasi azione, sparatorie, inseguimenti, scazzottate... e invece ritrovavo la letteratura, l'analisi psicologica, l'attenzione al destino dell'individuo, il colpevole o presunto tale che non era un cattivo a tutto tondo, ma il risultato della società e il quale, poveretto, non riusciva a sottrarsi al ruolo che questa gli aveva imposto. Figuratevi, per un studente univesitario iscritto a Sociologia negli anni '70, erano musica per le sue orecchie. A quel punto mi venne la curiosità di sapere se questo Simenon avesse scritto altro che i Maigret. Immaginate la mia sorpresa quando venni a sapere che aveva scritto un centinaio di romanzi! Tra Maigret e i romans-durs mi buttai a capofitto in questo oceano simenoniano in cui mi ritrovo ancora a nuotare.
E voi come avete conosciuto Maigret o Simenon? Raccontatelo a Simenon-Simenon, scrivendo un commento a questo post oppure inviando una mail a simenon.simenon@temateam.com
mercoledì 9 aprile 2014
SIMENON SIMENON. ADDIO AL LUCAS ITALIANO, MARIO MARANZANA
E' scomparso a Roma l’attore Mario Maranzana all'età di 82 anni. Originario di Trieste, classe 1930, recitò per il cinema, per il teatro, per la tv e fece il doppiatore. Ma noi vogliamo ricordarlo qui come grande interprete di uno dei famosi aiutanti del commissario Maigret: l'ispettore Lucas nello sceneggiato televisivo che dette anche a lui grande popolarità. Maranzana, nel
ruolo dell’ispettore Lucas, fu infatti protagonista di molti episodi
delle serie Rai a metà degli anni '60, “Le Inchieste del Commissario Maigret”, recitando a fianco di Cervi. Corpulento, con pipa e cappottone, Lucas, nelle pagine dei romanzi, come nell'interpretazione televisiva di Maranzana, era tra gli ispettori, Janvier, Torrence, Lapointe, quello che più cercava di somigliare al suo capo. E lui rendeva benissimo questo ruolo, con quel pizzico di autoironia che gli veniva dal suo talento recitativo. Ciao Mario.
SIMENON SIMENON. ROMA: L'ADDIO DE "IL MESSAGGERO"
Altro quotidiano. Sempre
del 7 settembre 1989.
Ancora un omaggio
alla scomparsa di Georges Simenon.
Questa volta viene da Roma
e dal quotidiano storico
della capitale "Il Messaggero".
Un'altra pagina della cultura
dedicata a ripercorrere la vita
e a rinvedire le icone dello scrittore
a iniziare ovviamente da Maigret.
E si parte dalle tre foto che campeggiano su tutta la pagina. Simenon e due grandi attori interpreti, uno cinematografico e francese, l'altro televisivo e italiano, del famosissimo commissario uscito dalla penna del romanziere: Jean Gabin e Gino Cervi.
Tutti e tre con la pipa ben stretta tra i denti, tanto per iniziare dalle icone.
Bello a nostro giudizio il titolo dell'articolo centrale di Giampaolo Rugarli: Storie di anime in pena. Fà un po' a pugni con l'occhiello in cui Simenon viene definito "...grande scrittore. Non solo di gialli". Ma forse si voleva intendere che la grandissima fama era venuta dai Maigret ad uno scrittore che era già allora considerato un classico del '900. Ma di questo si parla e della "semplicità" di Simenon, della sua scelta del genere giallo, che non era e non è un genere letterario di serie B. "...in quattro parole cattura un'immagine o un'emozione - scrive Rugarli di Simenon - e alla fantasia del lettore arriva immancabilmente un'onda d'urto che mette in movimento altre onde. Quella che una volta si chiamava realà romanzesca acquista la consistenza dell'ectoplasma e prende a galleggiare verso l'epilogo atteso con ansia divorante...". A sinistra, due colonne a firma Renato Minore che parano dell'opera dello scrittore andando dalla letteratura alla cinematografia, dal grande schermo a quello piccolo, per tornare quindi alle pagine dei suoi libri.
A destra, invece, una colonna dedicata al Simenon fonte inesauribile per gli adattamenti cinematografici (oltre 60 film dalle sue opere). In basso conclude un box con un'anticipzione di un incipit di un suo romanzo (Hotel del ritorno alla natura) che Adelphi avrebbe pubblicato da lì a poco.
del 7 settembre 1989.
Ancora un omaggio
alla scomparsa di Georges Simenon.
Questa volta viene da Roma
e dal quotidiano storico
della capitale "Il Messaggero".
Un'altra pagina della cultura
dedicata a ripercorrere la vita
e a rinvedire le icone dello scrittore
a iniziare ovviamente da Maigret.
E si parte dalle tre foto che campeggiano su tutta la pagina. Simenon e due grandi attori interpreti, uno cinematografico e francese, l'altro televisivo e italiano, del famosissimo commissario uscito dalla penna del romanziere: Jean Gabin e Gino Cervi.
Tutti e tre con la pipa ben stretta tra i denti, tanto per iniziare dalle icone.
Bello a nostro giudizio il titolo dell'articolo centrale di Giampaolo Rugarli: Storie di anime in pena. Fà un po' a pugni con l'occhiello in cui Simenon viene definito "...grande scrittore. Non solo di gialli". Ma forse si voleva intendere che la grandissima fama era venuta dai Maigret ad uno scrittore che era già allora considerato un classico del '900. Ma di questo si parla e della "semplicità" di Simenon, della sua scelta del genere giallo, che non era e non è un genere letterario di serie B. "...in quattro parole cattura un'immagine o un'emozione - scrive Rugarli di Simenon - e alla fantasia del lettore arriva immancabilmente un'onda d'urto che mette in movimento altre onde. Quella che una volta si chiamava realà romanzesca acquista la consistenza dell'ectoplasma e prende a galleggiare verso l'epilogo atteso con ansia divorante...". A sinistra, due colonne a firma Renato Minore che parano dell'opera dello scrittore andando dalla letteratura alla cinematografia, dal grande schermo a quello piccolo, per tornare quindi alle pagine dei suoi libri.
A destra, invece, una colonna dedicata al Simenon fonte inesauribile per gli adattamenti cinematografici (oltre 60 film dalle sue opere). In basso conclude un box con un'anticipzione di un incipit di un suo romanzo (Hotel del ritorno alla natura) che Adelphi avrebbe pubblicato da lì a poco.
martedì 8 aprile 2014
SIMENON SIMENON. STASERA IN TV, MA NON E' MAIGRET, E' IL ROMANZIERE SU IRIS
Già, stavolta Simenon sulla tv, ma Maigret non c'entra. O non c'entra direttamente. Siamo infatti sul canale digitale IRIS che nella seconda serata di oggi, 8 aprile, dove Georges Simenon sarà il protagonista di una puntata di Storie del Cinema, una trasmissione di Tatti Sanguineti. Si parlerà del suo metodo di scrittura, della sua visione del romanzo e soprattutto della "fotogenia" dei suoi romanzi che sono finiti sul grande schermo, oltre 60 e l'ultimo ancora in lavorazione La chambre bleue di Mathieu Amalric, che potrebbe arrivare addirittura sulla passerela del prossimo Festival di Cannes. Ma non di solo cinema è fatta la trasposizione dell'opera simenoniana... pensiamo ai Maigret! E inevitabile quindi che si parlerà anche del grande Maigret cinematografico francese, Jean Gabin e del nostro inarrivabile Maigret televisivo Gino Cervi.
SIMENON SIMENON. FERÉNC PINTER, "STAR" A DRAWING MASTER
Un'altra occasione da non perdere assolutamente. Si tratta della possibilità di vedere delle autentiche tavole illustrate del "nostro" grande Ferénc Pinter.
Ormai credo che non ci sia lettore che non conosca la nostra sconfinata ammirazione per questo disegnatore che per tanto tempo ha legato i sui disegni alle inchieste del commissario Maigret e che stavolta sarà la star del Drawing Master - grandi disegnatori in mostra che si terrà a Perugia dal 19 aprile al 2 giugno prossimi, al Museo Palazzo della Penna (ovviamente!).
Di Pinter abbiamo parlato già molte volte su Simenon-Simenon, in occasione di tutte le altre esposizioni che si sono svolte. Ma se a qualcuno fosse sfuggito, vi rimandiamo al post Maigret "raccontato" da Pinter e non solo... per sapere quacosa in più su questo fantastico disegnatore.
E questa volta, con la Pasqua vicino e la posizione centralissima di Perugia, visitarla è quasi un obbligo.
Oltre a Pinter anche altri disegnatori di cui saranno esposte le opere, Biffignandi, Mastrantuono, Nicouline, Vergoni...
Questo di oggi è solo un pre-allarme. Ovviamente in prossimità dell'inaugurazione della mostra ci torneremo su con un post maggiormente dettagliato e come promemoria, per non far dimenticare a nessuno l'evento.
Ormai credo che non ci sia lettore che non conosca la nostra sconfinata ammirazione per questo disegnatore che per tanto tempo ha legato i sui disegni alle inchieste del commissario Maigret e che stavolta sarà la star del Drawing Master - grandi disegnatori in mostra che si terrà a Perugia dal 19 aprile al 2 giugno prossimi, al Museo Palazzo della Penna (ovviamente!).
Di Pinter abbiamo parlato già molte volte su Simenon-Simenon, in occasione di tutte le altre esposizioni che si sono svolte. Ma se a qualcuno fosse sfuggito, vi rimandiamo al post Maigret "raccontato" da Pinter e non solo... per sapere quacosa in più su questo fantastico disegnatore.
E questa volta, con la Pasqua vicino e la posizione centralissima di Perugia, visitarla è quasi un obbligo.
Oltre a Pinter anche altri disegnatori di cui saranno esposte le opere, Biffignandi, Mastrantuono, Nicouline, Vergoni...
Questo di oggi è solo un pre-allarme. Ovviamente in prossimità dell'inaugurazione della mostra ci torneremo su con un post maggiormente dettagliato e come promemoria, per non far dimenticare a nessuno l'evento.
lunedì 7 aprile 2014
SIMENON SIMENON. REAZIONARIO O RIVOLUZIONARIO... PARLIAMONE...
Sulla collocazione politica di Simenon ci sono state poche discussioni, anche perchè lui stesso aveva dichiarato più volte la sua avversione per i politici e la sua indifferenza per la politica.
Ciononstante qualche dibattito si è avuto. Anche per causa nostra. E ne siamo doppiamente felici. Prima di tutto perché avendone parlato qui su Simenon-Simenon abbiamo suscitato delle reazioni, nei post e per mail, anche se per la verità un po' generiche, con semplici dichiarazioni di schieramento in un senso o nell'altro.
In secondo luogo c'è una contestazione, giunta ieri, più analitica e riferentesi ad un post (pensate!) che abbiamo pubblicato nel dicembre del 2012. Questo è l'altro motivo di soddisfazione. I nostri lettori vanno a scartabellare anche tra i post vecchissimi.
Il post in questione é Simenon era ancora più a sinistra dei comunisti. Il suo contenuto ha dato motivo ad un "Anonimo" (ci dispiace un po' per l'anonimato...) di contestarci titolo e contenuto. Ma ecco quello che afferma:
"Simenon non si fece mai "tirare per la giacchetta" e non si volle mischiare con la politica, che evidentemente considerava volubile e contingente. Sarebbe il caso di non cercare forzate interpretazioni del suo pensiero, estrapolando singole frasi... Del resto, uno dei vizi di una certa "sinistra" è proprio quello di cercare, a turno, di ascrivere alla propria fazione ogni personaggio noto che torni comodo. Operazioni alquanto misere, e che possono funzionare solo con i defunti, che non possono smentire".
Ricordiamo innanzitutto che era un post non certo breve, oltre 4000 battute (per i non addetti ai lavori, diciamo due fogli e mezzo dattiloscritti). Le affermazioni di Simenon non erano brevi frasi, ma citazioni di brani interi tratti dalle interviste fatte da Françis Lacassin, uno dei simenonologi francesi più autorevoli. Non abbiamo composto un puzzle con tasselli di due/tre parole per dargli un determinato significato. Non abbiamo estrapolato frasi da un contesto, ma riportato brani che dessero un'idea quanto più chiara di quello che Simenon andava dicendo.
Estrapolato? Sì, un'estrapolazione l'abbiamo fatta ed é il titolo, che riprende, alla lettera, le prime parole di una risposta di Simenon ad una domanda di Lacassin.
D'altronde gentile signor "Anonimo", non abbiamo certo dato a questo blog una connotazione politica (che senso avrebbe in un lavoro, che ormai dura quotidianamente da oltre tre anni, per cercare di capire e far capire il più possibile di questo scrittore, iscriverlo ad un partito o ad un'ideologia?). Detto questo, però anche le affermazione e le idee sulla politica che Simenon ha espresso le abbiamo raccontate e le racconteremo tutte, perché, piaccia o non piaccia, fanno parte integrante del personaggio e non possono essere ignorate.
In conclusione, non abbiamo condotto un'operazione alquanto misera, ma una semplice attività d'informazione e sopprattutto non abbiamo approfittato di un...defunto!
Ma vogliamo concludere con un paio di domande per il signor "Anonimo".
Da cosa altro desume (o da quali fonti é stato informato) che noi facciamo parte di una certa sinistra?
Ci spiega in che modo tornerebbe comodo e/o utile, a noi di Simenon-Simenon, ascrivere il romanziere alle nostre presunte posizioni, ammesso che fossero quelle cui lei fà riferimento, cioè quelle di certa sinistra?
Il dibattito è quindi aperto alle opinioni di tutti i lettori e, ovviamente, a qualsiasi replica del signor "Anonimo".
giovedì 3 aprile 2014
SIMENON SIMENON. E' ORA: ABBATTETE IL "MOSTRO"
In alto, la veduta aerea della villa - A destra, ai tempi d'oro - A sinistra, gli anni dell'abbandono |
Il "mostro" d'Epalinges muore. "Mostro" è l'appellativo poco carino che i più malevoli avevano affibbiato a quel grande edificio che Simenenon aveva fatto erigere nei pressi di Losanna, proprio sulle colline che la circondano. In vita sua era la prima casa che si faceva appositamente costrurire. E per di più l'aveva progettata lui stesso, con tutta una serie di accorgimenti, dispositivi e soluzioni (compresa una piscina coperta) per soddisfare al meglio le esigenze sue e di ognuno dei vari membri della famiglia, ma... ma non tenendo conto dei canoni estetici, almeno all'esterno. Il risultato?. Un enorme caseggiato bianco, che alcuni dicevano somigliasse ad una clinica, altri ad una sorta di fabbrica, altri a un caseificio... insomma i giudizi negativi si sprecavano, ssoprattutto da parte dei vicini. La casa era tutta bianca, molto grande, tanto spazio verde intorno, un grande cortile/garage, ma evidentemente l'occhio di Simenon non aveva il senso dello stile, quello architettonico (vedi il post La villa bunker di Epalinges).
Ora è arrivato il momento della fine. L'edificio sarà abbattuto. La voce era già circolata e ne avevamo dato conto in un post del novembre del 2012 Addio al mostro di Epalinges? , ma adesso è il quotidiano belga La Libre che specifica che il consiglio comunale ha approvato l'abbattimento e la conseguente lottizzazione: dodici piccoli fabbricati di tre piani l'uno per in totale di circa settanta appartamenti al posto dell'ingombrante e roai abbandonata abitazione dello scrittore.
Il periodo di Epalinges non fu tra i migliori per Simenon, segnato dal distacco definitivo dalla seconda moglie Denyse, dall progressivo partire dei figli, ormai grandi, ognuno per la sua strada, dalla morte della madre Henriette, e soprattutto dalla fine della sua attività di romanziere, stroncata dalla vicenda del romanzo Victor che non riuscì mai nemmeno ad iniziare.
Con la demolizione, scomparirà uno dei luoghi simbolo della vita dello scrittore, si dirà il più brutto, ma comunque un tassello che svanirà e di cui conserveremo solo qualche testimonianza fotografica e televisiva.
mercoledì 2 aprile 2014
SIMENON SIMENON. MAIGRET E' SOLO?... HOLMES E POIROT, NO?
Se Sherlock Holmes ha il suo Watson e Hercule
Poirot il suo Hastings, chi è il confidente di Maigret?
Per rispondre a questa domanda bisogna iniziare ad esaminare quale ruolo giocano Watson o Hastings nei confronti di Holmes o Poirot. Questi personaggi-spalla di questi eroi svolgono in effetti diversi compiti: innanzitutto quello di confidenti, che permettono al protagonista di sfogarsi/confidarsi, di pensare ad alta voce, di fare ad esempio una brillante dimostrazione della loro incredibile capacità deduttiva e di opporsi in questo al confidente (è in particolare il caso di Hastings e Poirot) che è spesso arenato su una falsa pista, cosa che gli permette in seguito di esprimere la sua amirazione per la brillentezza del detective... Ma il confidente è anche un amico, una stretta relazione che il detective si tiene ben stretta, lui che, come Holmes o Poirot, é scapolo, che non ha un intimo nucleo familiare dove esprimersi. Il confidente è inoltre colui che racconta le inchieste condotte dal suo amico detective. Insomma è il cantore del suo eroe.
E Maigret in tutto questo? Lui ha il suo confidente, il suo amico, il suo cantore?
In realtà si potrebbe dire che abbia più fortuna dei suoi predecessori, perchè Simenon l'ha dotato di una rete di relazioni più importante. I differenti ruoli che assume il confidente che sia Watson o Hastings, sono suddivisi, nella serie dei Maigret, tra vari personaggi che assumono essi stessi quei defferenti ruoli.
Maigret ha un confidente? In realtà bisognerebbe porre la domanda in un altro modo: Maigret si confida, racconta il cammino del suo ragionamento? Di primo acchitto si potrebbe rispondere di no: si sa che gli ripugna ragionare sul suo "metodo" o spiegare in che modo condurrà l'inchiesta. Allora non si sfoga mai? Questo non è altrettanto vero: se non si esibisce in grandi dimostrazioni razionali, gli succede di esprimere qualche considerazione, di parlare delle difficoltà dell'inchesta, ma per questo ha anche lui i propri confidenti: di volta in volta i suoi ispettori, il dottor Pardon e, soprattutto M.me Maigret.
I confidenti di Maigret coincidono con le sue relazioni speciali che il commmissario intrattiene: un amico medico, come il dottor Pardon, con cui può parlare di pazienti e di malattie, i suoi "ragazzi", che sono i suoi ispettori e prima di tutti sua moglie. Già, perché Maigret è sposato e questa relazione coniugale lo pone subito in un altro contesto : Holmes e Poirot sono dei solitari, la cui singolarità e l'eccezionalità non possono essere divise, mentre Maigret vive nel quotidiano e nell'ordinario... per quanto attiene almeno alle sue relazioni sociali, ed è comunque un personaggio fuori dagli schemi sotto diversi punti di vista...
Maigret ha il suo cantore? Nessun problema, è Simenn stesso che assume questo ruolo. Si percepisce tra gli altri autori una certa distanza di fronte ai loro personaggi (vedi ad esempio Agatha Christie e il suo sguardo spesso ironico che rivolge ad Hercul Poirot). Invece in Simenon si può osservare un'evoluzione con il passare degli anni: all'inizio l'autore ha creato un personaggio che ha voluto banale, ma al tempo stesso eccezionale nella statura e nel fisico. E' il Maigret degli inizi, un personaggio sulla quarantina descritto da un giovane scrittore nemmeno trentenne che lo vede massiccio, enorme, "pachidermico", un po' ingenuo e talvolta guardato con uno sguardo divertito. Poi, passando il tempo, Simenon si avvicina sempre più al suo personaggio, alla distanza degli inizi, si sostituisce una relazione più stretta, in cui l'autore mette sempre più sè stesso nella sua creatura alla quale conferisce i suoi gusti, il suo modo di vedere la vita... E in questo è certamente il cantore del suo personaggio e non ha bisogno d'inventare un dottor Watson, perchè si fà carico lui stesso di raccontare gli exploit del commissario per più di 40 anni...
Infine, Maigret ha il suo ammiratore, qualcuno che non si stanca mai si scoprire e di stupirsi della personalità eccezionale del personaggio? La risposta è presto trovata: questo ammiratore è il lettore. E se ciascuno dei nostri lettori fosse lo Watson o l'Hastings di Maigret? E se, dopotutto, il miglior amico di Maigret fosse il lettore...?
Murielle Wenger
Murielle Wenger
martedì 1 aprile 2014
SIMENON SIMENON. "LIBE": MONSIEUR GEORGES HA GIRATO L'ULTIMA PAGINA
Continuiamo gli appuntamenti per
il 25° dalla scomparsa di Simenon.
Questa volta vi presentiamo un'altro
quotidiano francese, "Liberation",
giornale decisamente di sinistra,
che quel 7 settembre 1989
dedicò nel suo inserto,
"Le Chaier Livre de Liberation du Jeudi",
ben cinque intere pagine
alla scomparsa del romanziere,
aprendo con una copertina completamente fotografica.
Le Roman de Simenon Il box d'apertura dell'inserto titola così, ricordando che, al di là delle cifre e delle sue performance, Georges Simenon é stato soprattutto uno "scrittore moderno". Seguono cinque pagine davvero complete nell'illustrare l'uomo e lo scrittore, ma dando spazio al commissario Maigret che non era solo letteratura polizesca, ma qualcosa di più, una sorta di ponte tra la narrativa popolare e la letteratura dei romans-romans. "Maigret l'antieroe - nei sommari all'interno - Originale, marginale, ma efficace. Lento, massiccio, fedele..." aggettivi per un personaggio di levatura mondiale E si riportano le parole del Presidente francese François Mitterand "...Simenon ci lascia un'opera che è divenuta un patrimonio colettivo dell'umanità...". Lo scrittore Leo Malet "...Era un genio... spero che abbia degli onori adeguati al suo talento..:". Il regista Bertrand Tavernier "... uno scrittore molto profondo, che ha regalato dei capolavori al cinema francese..." Il ministro della Cultura Jack Lang "...scompare un grande uomo, ma molto semplice...". Bernard Pivot, giornalista "...il suo genio era quello di saper restituire sul foglio bianco quello che aveva osservato nella vita..."
Scrivevano a Liberation "Il suo metodo: Taglio, taglio, taglio... Sognava il romanzo puro, senza psicologismi, senza aggettivi né avverbi. Non amava che le mots-matière...".
Tracciano il profilo di Maigret, quello del giornalista Simenon che va alla polizia giudiziaria per imparare come si conduce un'inchiesta, raccontano le straordinarie capacità dello scrittore di cogliere dai piccoli dettagli all'essenza della vita di tutti i giorni e di metterli entrambe nella sua letteratura. Quella stessa vita quegli stessi piccoli dettagli che i suoi lettori riconoscevano come il proprio quotidiano. E poi Simenon, ma anche Maigret, e il cinema, un legame con alti e bassi, ma che non faceva che confermare come le sue storie fossero sofisticate, ma pur sempre storie per tutti. E ancora "I numeri e le cifre", un gioco facile con Simenon che ha scritto tanto, ma ha anche venduto tanto, in tanti paesi e in moltissime lingue. E poi il cappello, la pipa, gli occhiali di Simenon, dettagli diventati icone, come testimoniano le sue fotografie, divenute altrettante icone.
il 25° dalla scomparsa di Simenon.
Questa volta vi presentiamo un'altro
quotidiano francese, "Liberation",
giornale decisamente di sinistra,
che quel 7 settembre 1989
dedicò nel suo inserto,
"Le Chaier Livre de Liberation du Jeudi",
ben cinque intere pagine
alla scomparsa del romanziere,
aprendo con una copertina completamente fotografica.
Le Roman de Simenon Il box d'apertura dell'inserto titola così, ricordando che, al di là delle cifre e delle sue performance, Georges Simenon é stato soprattutto uno "scrittore moderno". Seguono cinque pagine davvero complete nell'illustrare l'uomo e lo scrittore, ma dando spazio al commissario Maigret che non era solo letteratura polizesca, ma qualcosa di più, una sorta di ponte tra la narrativa popolare e la letteratura dei romans-romans. "Maigret l'antieroe - nei sommari all'interno - Originale, marginale, ma efficace. Lento, massiccio, fedele..." aggettivi per un personaggio di levatura mondiale E si riportano le parole del Presidente francese François Mitterand "...Simenon ci lascia un'opera che è divenuta un patrimonio colettivo dell'umanità...". Lo scrittore Leo Malet "...Era un genio... spero che abbia degli onori adeguati al suo talento..:". Il regista Bertrand Tavernier "... uno scrittore molto profondo, che ha regalato dei capolavori al cinema francese..." Il ministro della Cultura Jack Lang "...scompare un grande uomo, ma molto semplice...". Bernard Pivot, giornalista "...il suo genio era quello di saper restituire sul foglio bianco quello che aveva osservato nella vita..."
Scrivevano a Liberation "Il suo metodo: Taglio, taglio, taglio... Sognava il romanzo puro, senza psicologismi, senza aggettivi né avverbi. Non amava che le mots-matière...".
Tracciano il profilo di Maigret, quello del giornalista Simenon che va alla polizia giudiziaria per imparare come si conduce un'inchiesta, raccontano le straordinarie capacità dello scrittore di cogliere dai piccoli dettagli all'essenza della vita di tutti i giorni e di metterli entrambe nella sua letteratura. Quella stessa vita quegli stessi piccoli dettagli che i suoi lettori riconoscevano come il proprio quotidiano. E poi Simenon, ma anche Maigret, e il cinema, un legame con alti e bassi, ma che non faceva che confermare come le sue storie fossero sofisticate, ma pur sempre storie per tutti. E ancora "I numeri e le cifre", un gioco facile con Simenon che ha scritto tanto, ma ha anche venduto tanto, in tanti paesi e in moltissime lingue. E poi il cappello, la pipa, gli occhiali di Simenon, dettagli diventati icone, come testimoniano le sue fotografie, divenute altrettante icone.
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