sabato 24 dicembre 2011

SIMENON. VIVA I FEUILLETONS... ADDIO FEUILLETONS

Il quotidiano nel senso moderno del termine, a Parigi iniziò a muovere i primi passi nella prima metà dell'ottocento. Il concetto che il giornale potesse diventare un mezzo di comunicazione, se non ancora di massa, ma molto diffuso, si concretizza grazie all'evoluzione tecnologica e alla rivoluzione industriale che permette di ridurre i costi e farne un genere di consumo accessibile ad una base sempre più larga. Ma c'è un altro fattore molto importante, la nascita della pubblicità che, con i suoi introiti, consente di realizzare quotidiani più ricchi a prezzi più bassi. Così già nel '36 uscivano giornali come Le Siécle e La Presse, cui ci si poteva abbonare con 40 franchi l'anno. A quel punto, per arrichire la loro proposta, gli editori iniziarono ad inserire una sezione dedicata anche alla letteratura. E di questa facevano parte dei racconti o dei veri e propri romanzi a puntate chiamati appunto fuilleton-roman. E spesso si trattava di opere che poi venivano raccolte in un volume. Ovviamente si trattava di letteratura d'evasione, popolare, che di solito veniva impaginato alla base di una pagina, tanto da meritarsi l'appellativo di rez-de-chaussée (piano terra). Snobbati dai critici letterari, questi romanzi però avevano come autori personaggi che si chiamavano Balzac, Alexandre Dumas, Zola e poi spingevano le tirature dei giornali a cifre prima mai raggiunte, in alcuni casi da 80.000 a 180.000 copie. Nel 1863 nacque un quotidiano Le Petite Journal che dopo pochi anni grazie ai suoi feuilletons raggiunse le 350.000 copie.
E ancora negli anni '20 questo fenomeno editoriale continuava a tirare e Simenon non poteva sfuggirgli, inoltre la sua facilità nello scrivere vari generi e la sua velocità d'esecuzione ne facevano un perfetto estensore. Moltissimi, per non dire tutti, i suoi romazi popolari seguivano questa procedura prima feuilleton, poi libro. Si trattava di libri molto economici (l'editore Gustave Barba arrivò a mettere sul mercato una collana di romanzi brevi illustrati a 20 centisimi l'uno). Il record spetta a Fayard che con la sua serie Le Livre Populaire, lanciata nel 1912 a 45 centesimi, sfornò oltre 2000 titoli fino al 1964!
E  così siamo arrivati a quell'editore con cui il Simenon della letteratura popolare lavorò moltissimo e con il quale fece il grande passo dei Maigret. Ma questa doppia pubblicazione andò avanti fino al 1936, poi la decisione."... fino ad allora tutti i miei romazi, compresi e soprattutto i non Maigret, uscivano in feuilleton nei quotidiani di allora, Paris-Soir, Le Petite Parisien, Le Jour. Economicamente era vantaggioso perchè questi giornali mi pagavano altrettanto se non di più di quello che percepivo per il romanzo in libro... Ma io volevo spingermi più in profondità nella conoscenza dell'uomo e senza dovermi preoccupare dei gusti dei lettori di feuilletons... - spiega lo scrittore in uno dei suoi Dictées (Vent du nord -1974) - Da un giorno all'altro ho smesso di far uscire i miei romanzi con questo sistema. Ma da un giorno all'altro mi sono sentito angosciato. A torto o a ragione, credevo che se avessi continuato ad addentrarmi sempre più nelle motivazioni umane, il mio equilibrio mentale ne avrebbe probabilmente sofferto...".
Ma quella dei feuilletons fu una scuola importante per Simenon. Il suo "apprendistato", come ebbe modo di raccontare più volte, fu molto importante anche e grazie ai ritmi infernali che questo richiedeva.
Un funzionario della sezione romanzi popolari di Fayard testimonia che la sua inesauribile produzione "...faceva di lui (Simenon) la Provvidenza del patron Charles Dillon ....". In effetti se c'era bisogno di un romanzo sentimentale di quindicimila righe o di un racconto poliziesco bastava fargli un colpo di telefono. Si prendevano gli accordi anche per tempi strettissimi e Georges puntuale il giorno prestabilito si presentava con il lavoro fatto "....con una nonchalace che stupiva  Dillon...".
Dei romanzi leggeri in quattro giorni? E lui rispondeva "Lo avrete".
Dei romanzi d'amore in due settimane? E ancora "Lo avrete".
E poi ci si chiede perchè si portasse dietro il soprannome di "Citroen della Letteratura", in riferimento ai suoi tempi da catena di montaggio che riusciva a reggere.

giovedì 22 dicembre 2011

SIMENON. NON SE NE FANNO PIU' COMMISSARI COME MAIGRET

Sarà ormai davvero insufficiente per la polizia. Sarà di certo troppo vecchia per le moderne esigenze investigative. Sarà che occorre riunire le varie sedi e i distaccamenti, per migliorare la qualità delle indagini e per aumentare la sicurezza di Parigi. E' per questi ed altri motivi che, come vi abbiamo già accennato (facendo la presentazione del libro Histoire du 36), la sede della polizia giudiziaria della capitale francese sarà trasferita nel quartiere de les Batignolles, nel XVII° arrondissement.
Il vecchio 36, Quai des Orfévres sarà un indirizzo, buono per i turisti, un pezzo di quella Parigi che sparisce come è successo a Les Halles, come succede in tutte le metropoli del mondo, in cui le esigenze dei nostri tempi, dettano i nuovi profili delle città, anche a scapito della storia e della scomparsa dei loro vecchi simboli.
Ma questo avverrà tra qualche anno, la grande torre che riunirà le varie sezioni della polizia parigina, dovrebbe essere pronta nel 2017 e poi il trasferimento richiederà altro tempo.
Sono i segni dei tempi che passano. Questo ovviamente successe anche per Simenon che avendo scritto per quarant'anni le inchieste del suo commissario, dovette registrare non solo i cambiamenti della città, ben diversa negli anni settanta da quella degli anni trenta, ma anche per il cambiamento e per l'aggiornamento dei metodi d'indagine, soprattutto con l'ingresso della tecnologia e dell'approccio più scientifico nei sistemi d'investigazione.
E' lo stesso Simenon a parlarne in un'intervista con Roger Stephane, nel 1963, a proposito dei cambiamenti e di Maigret. "...sempre di più i mestieri diventano intellettuali. Oggi per diventare commissario come Maigret non occorre certo una laurea in giurisprudenzaa, ma certamente una licenza liceale sì. E in seguito occorre passare tutta una serie di esami.... Maigret fa ancora parte di quella polizia che faceva la sua gavetta iniziando dalla strada.  Si cominciava pattugliando le vie per tre anni. Poi venivano le stazioni dei treni. Poi era il turno dei grandi magazzini, delle metropolitane... non so se riusciate a comprendere cosa significa tutto questo.... quale somma di conoscenze umane tutto questo costituisca dopo dieci o quindici anni! Voi conoscevate davvero la vostra Parigi angolo per angolo. Voi conoscevate l'anima di Parigi...".

lunedì 19 dicembre 2011

SIMENON. AD OGNUNO REGALATE IL SUO

Potevamo scappare? Sì, magari sì... ma tutto sommato non ci dispiace dare qualche consiglio, su qual è, in occasione delle prossime feste, il "Simenon" giusto da regalare al vostro amico già appassionato lettore del nostro autore o invece ad un'altro che non lo conosce affatto, oppure  per coinvolgere nella lettura dei romanzi quelli che conoscono soltanto Maigret.
Per i lettori già appassionati - Per questi la scelta è la più difficile, a meno che non siate intimi amici, tanto da sapere già i titoli che possiede. Altrimenti dovrete farlo controllare dalla moglie o da un figlio... oppure occorrerà che vi improvvisiate Maigret e, con un scusa durante una visita, scoprirlo da soli. Ma un "piano B" c'è sempre. Infatti, soprattutto con gli appassionati più incalliti (quelli che si presume abbiano... ad esempio tutti i Maigret) potete tentare con le vecchie edizioni. Il vero appassionato sarà ben lieto di avere un doppione anche solo di venti o trent'anni fa'. Anche qui vi preavvisiamo che la caccia non è facile e niente affatto economica. Trovare un Simenon d'annata sulle bancarelle che vendono libri antichi o solo vecchi, non è affar da poco. E nei negozi specializzati non è molto più semplice. Intanto generalmente chi ha una vecchia edizione se la tiene. Ma se ne arriva qualcuna nel circuito di chi vende libri usati (ad esempio capita dalla dismissioni di intere biblioteche proprietà di persone o istituzioni che sono scomparse), finisce nelle mani di qualche specialista che sa perfettamente qual è il suo valore e se la fa pagare. Intanto sia chiaro che stiamo parlando delle edizioni Mondadori. Abbiamo visto gente disposta a sborsare quasi un centinaio di euro per un romanzo, nella pregiata collana de La Medusa degli anni '50. Non parliamo poi dei Libri Neri degli anni '30, ma nemmeno de I Romanzi della Palma degli anni '50. Le cifre variano a secondo dell'anno, del titolo o dello stato di conservazione... si parte comunque oltre la soglia dei cento euro e si arriva...
Se proprio siete fortunati, potreste trovare dei Maigret, i cosiddetti "telati"(perché la costa era realizzata in tela stampata, gialla per i Maigret e verde per i romanzi). La collana si chiamava B.E.M. (Biblioteca Economica Mondadori) Il Girasole, pubblicata tra il '56 e il '60 e caratterizzata da un titolo a tutta pagina su un fondo colorato uniforme. E' probabile, come dicevamo, trovare qualche titolo dei Maigret, ma quasi impossibile scovare i "verdi", cioè i romanzi di Simenon.
Invece é relativamente più facile trovare qualche volume della collana Le inchieste del commissario Maigret che debuttò nel '66 (a seguito del grande successo della serie televisiva) che per intenderci sono contraddistinte dalle ilustrazioni del grande Férenc Pinter, che poi verranno utilizzate anche per i Maigret inseriti nella collana degli Oscar Mondadori dal 1969 al 1982. Ma attenzione abbiamo detto "più facile", non facile in senso generico. 
Per chi conosce solo i Maigret - Qui è molto più semplice trovarli, anche perché Adelphi ha fatto numerose edizioni, anche in economica, e molti titoli sono in vendita anche nei negozi di libri nuovi.
Qui la difficoltà è un'altra. Tra i quasi centoventi titoli (lasciamo fuori quelli catalogati come autobiografici, vedi ad esempio "Memorie intime") l'imbarazzo della scelta è davvero notevole.  Proviamo a elencare una decina di titoli, cercando di dribblare quelli inseriti nelle due raccolte  Romanzi e Romanzi volume II (cosa non facile perché lì ci sono già molti dei titoli migliori): Luci nella notte, La fuga del signor Monde, La finestra dei Rouet, La camera azzurra, Il piccolo librario di Archangelsk, La verità su Bebè Donge, In caso di disgrazia, Gli Intrusi, Tre camere a Manhattan, I fantasmi del cappellaio... ma sicuramente ne avremmo voluti citare diversi altri.
Per chi non conosce Simenon -  Beh, qui direi è d'obbligo una delle due raccolte prima citate. Potreste regalargli l'ultima uscita Romanzi volume II (nella collana La Nave Argo) dove troverete  La neve era sporca, La morte di Belle, L'orologiaio di Everton, Il presidente, Il treno, L'angioletto, Il gatto e poi anche tre inchieste del commissario Maigret. Questo è detto volume II perchè nel 2003, in occasione della morte dello scrittore, fu pubblicata un'altra raccolta, Romanzi, dove sono riuniti La casa sul canale, Il fidanzamento del signor Hire, Colpo di luna, L'uomo che guardava passare i treni, Il borgomastro di Furnes, Gli intrusi, La vedova Couderc, Lettera al mio giudice e altre tre inchieste del commissario Maigret. Questo non lo troverete in libreria, ma è facilmente reperibile on line.
E per chi legge in francese - Non è un libro nuovo e non è proprio di Simenon, ma è costruito con le sue parole. Ci riferiamo all'ormai famoso Audictionnaire Simenon di Pierre Assouline. Un'opera uscita nel 2009 (Omnibus-Parigi) di oltre 800 pagine. Si tratta di un vero e proprio dizionario ordinato alfabeticamente composto da termini, nomi di persone e di luoghi che hanno avuto a che fare con Simenon. La particolarità sta nel fatto che tutte queste voci sono composte da scritti, interviste e dichiarazione del romanziere che Assouline ha certosinamente raccolto tra una documentazione enorme. Un lavoro di rara utilità che consente di entrare nell'universo simenoniano proprio attraverso le parole stesse del romanziere. Potete trovarlo on line attraverso Amazon.

domenica 18 dicembre 2011

SIMENON. LE CLASSIFICHE DEL WEEKEND

Come di consueto ogni fine settimana, diamo una sbirciata agli inserti culturali dei quotidiani per vedere se si parla del nostro Simenon. Ma quello che si cava fuori, il più delle volte (ma solo a ridosso di uscite o ristampe) sono le posizioni di classifica delle sue ultime uscite. Uscite che Adelphi, non fa granché per pubblicizzare, perchè sa benissimo che ormai il passaparola degli appassionati funziona meglio di ogni campagna pubblicitaria e quindi i Simenon, si vendono da sé, senza nessun costo per iniziative promozionali o pianificazioni di comunicazione. Ci pensano da una parte i media dove non mancano i giornalisti che si occupano di cultura e appassionati simenoniani, che non si fanno scappare occasione di scrivere del loro beniamino (ne abbiamo parlato giusto nel post di ieri). Dall'altra ci siete voi, lettori che comprate quei libri e li fate entrare in classifica ogni volta, spesso i Maigret, spesso i romanzi. E ogni volta si ripete questa sorta di miracolo. Già perchè quanti scrittori, mostri sacri della letteratura, quando vengono ristampati, entrano in classifica, cioè si vendono più delle tante migliaia di titoli che le centinaia e centinaia di case editrici italiane riversano a ciclo continuo nelle librerie?
Qualcuno obietta: ma sono gialli ... è un genere popolare che in questi anni tira molto, è quindi ovvio che se ne vendano tanti...
Eh, no! Qui non ci siamo. Quante ristampe degli altrettanto famosi Sherlock Holmes, Hercule Poirot, Nero Wolfe, Philppe Marlowe o Sam Spade avete notato?.... Ne avete mai visto uno in classifica?
Noi no. Mentre abbiamo visto che La pazza di Maigret, la settimana scorsa è addirittura finita al primo posto dei tascabili (classifica di TuttoLibri).
E altrettanto si può dire dei romanzi di Simenon, e non sono gialli e non sono nemmeno romanzi d'evasione con tanto di happy end. Anzi.
Anche qui c'é però chi solleva un'obiezione. Ma Simenon è morto da poco più di vent'anni è quasi un nostro contemporaneo... Qui andrebbe ricordato che il romanziere ha smesso di scrivere nel '72, quindi quasi quarant'anni fa', ma che si pubblicano con successo Maigret e romanzi degli anni '30, quindi più di ottant'anni fa'. E credo che ormai nessuno possa mettere in dubbio che uno scrittore, il quale, dopo quasi un secolo, attiri tanta attenzione da entrare nelle classifiche dei titoli più venduti, non possa essere definito un classico. Anzi lo definiremmo un classico long-seller. Perché anche Dostoieskij o Shakespeare o Dante sono dei classici, anzi dei super-classici, ma non dei long-seller, almeno non al pari di Simenon. Non vogliamo, per carità, fare paragoni e comparazioni di valore, e lungi da noi solo l'idea di pronosticare quale sarà la sorte letteraria di Simenon tra tre/quattrocento anni, ci limitiamo a constatare quello che succede oggi.
E oggi nella classifica de La Lettura (Corriere della Sera) La pazza di Maigret resiste al 17° posto della Narrativa Straniera, mentre ieri sul TuttoLibri (La Stampa) era alla 4a posizione della sezione Tascabili. Nei libri più venduti sul web da I.B.S. la troviamo, nell'ultima classifica a disposizione, in 19a posizione come Narrativa straniera dove al 21° posto c'è Il Gatto, mentre in quella dei Tascabili ancora due Simenon ai primi due posti: 1° L'omicida di rue Popincourt,  2° Il Gatto.

sabato 17 dicembre 2011

SIMENON, LE CHAT SECONDO LUI

Abbiamo più volte parlato parlato di uno dei più bei romanzi di Simenon, Le Chat (1967) rieditato nello scorso ottobre da Adelphi, in edizione economica, (vedi il post del 26 ottobre Il mistero del gatto e il bel commento di Paola Cerana del 19 novembre Le Chat, la guerra dei Bouin) cui oggi su TuttoLibri (La Stampa) Massimo Romano dedica un'intera colonna al romanzo, con una vena appassionata e una completezza che non lascia fuori nemmeno il bel film che propro quarant'anni fa' ne venne tratto da Granier-Deferre (1971) con la splendida coppia Jean Gabin e Simone Signoret.
Per completare e saperne un po' di più, oggi vi presentiamo un breve filmato de l'Office national de radiodiffusion télévision française che propone un'intervista di Christian Durieux, del marzo del '67 in cui il romanziere che presenta il suo libro appena uscito. Il filmato è, come altri che abbiamo in altre occasione pubblicato, messo a disposizione sul web dal sito dell I.N.A. - Institut National de l'Audiovisuel francese (www.ina.fr) e rigorosamente in francese.

giovedì 15 dicembre 2011

SIMENON. IL PANICO DI MONSIEUR HIRE

Les fiançailles de M. Hire. Il romanzo  fu scritto da Simenon nella primavera del 1933, ancora per i tipi di Fayard, durante uno dei suoi soggiorni all'isola di Porquerolles. Ci sono diversi particolari in merito a questo titolo. Innanzitutto il fatto che il manoscritto originale del romanzo, una decina d'anni dopo (1943) la pubblicazione, venne messo all'asta da Simenon e il ricavato fu devoluto in favore dei prigionieri di guerra.
E' poi deve essere, evidentemente, un romanzo particolarmente amato dai cineasti. Infatti tra i sessanta titoli simenoniani da cui furono tratti dei film, solo questo (lasciando da parte i Maigret) ebbe la sorte di godere di due trasposizioni cinematografiche. La prima ad opera di Julien Duvivier nel '47, con l'interpretazione di Michel Simon, che uscì con il titolo Panique. La seconda versione invece arrivò nell'89, a maggio, cioè quattro mesi prima della scomparsa dello scrittore. Questa volta il regista è Patrice Leconte, il titolo semplicemente Monsieur Hire e il protagonista principale  Michel Blanc, affiancato per l'occasione da Sandrine Bonnaire. Leconte era un'amiratore di Duvivier e racconta che quando gli proposero di realizzare il remake di Panique, dopo aver letto d'un fiato il romanzo di Simenon, accettò immediatamente.
La storia che il romanziere scrisse, alla vigilia del contratto con Gallimard, riguarda un personaggio niente affatto piacevole, non sposato, di un'età indefinibile e connotato da un comportamento a dir poco ambiguo. Si sa poco di lui e delle sue attività, talvolta si fa addirittura passare per un poliziotto. Il padre era un sarto, ebreo che parlava solo yiddish, originario della Lituania, molto religioso, cosa che non gli impediva di essere anche un usuraio. Del figlio non si conosce nemmeno il suo nome, ma solo che è sempre in bilico tra il lecito e l'illegale... Insomma uno di quei protagonisti antipatici, ma anche patetici nella piccolezza delle loro nefandezze. Non ci vuole molto perché la polizia ne faccia il suo sospettato principale quando viene ritrovato il cadavere seviziato di una giovane donna nei pressi della sua abitazione. In  realtà Hire tra i suoi vari vizi ha anche quello di essere un voyeur. Così, spiando dalla sua finestra una vicina della casa di fronte, scopre casualmente chi è il vero omicida. Ma Hire insiste nel suo comportamento sospetto. Ad esempio cerca di fuggire dalla polizia che lo sta facendo pedinare e questo rafforzerà la convinzione che il colpevole sia proprio lui. La sua fine sarà ingloriosa e in linea con tutta la sua vita. E, pur essendo innocente, la sua scomparsa non desterà pietà perché, ci fa capire Simenon, la sua è l'incarnazione di tutto ciò che la società perbene rifiuta, che malsopporta e che obbliga, come nel caso di monsieur Hire, a vivere ai margini.
Un'altra storia dove Georges Simenon descrive un individuo che, chissà in quale momento della sua vita, deve aver "passato la linea" e che si è quindi ritrovato dalla parte sbagliata, andando incontro così ad un destino inevitabile, quel destino che la società riserva agli emarginati e che costituisce il leit-motiv di molti dei suoi romanzi, come la piccola ebrea cecoslovacca che ritroviamo ne Le Train (1961) oppure il povero protagonista de Le petit homme d'Arkhangelsk (1956).