martedì 9 aprile 2013

SIMENON. NON ANCORA ROMANZIERE, MA GIA' FENOMENO

Siamo nel 1925. Simenon ha iniziato quello che viene chiamato il "periodo di apprendistato" cimentandosi nella "letteratura-alimentare". Racconti, romanzi brevi, storie a puntate per giornali, tutti commissionati e tutti rivolti ad un pubblico popolare e semplice. Ma intanto questo lavoro gli permetteva di mangiare (i primi tempi aveva letteralmente patito la fame) e poi era un'esercizio che si rivelerà poi fondamentale. Non che Simenon non avesse di suo una spiccata capacità nello scrivere, era una cosa che gli veniva facile fin da sedicenne e iniziava a muovere i primi passi da giornalista a La Gazette de Liége. Ma il doversi cimentare con tali e tanto diversi generi fu una scuola di non poco conto. Il tutto aggiunto a quel talento innato e all'enorme mole di libri letti in eta adolescenziale, faceva di lui più che una promessa della letteratura.
Di fatto, dopo poco che era arrivato a Parigi, Simenon riuscì a pubblicare le sue storie se pur commissionate, sia pur elementari e stereotipate nel loro genere.
Infatti dopo nemmeno un anno già apparivano i suoi racconti, anche se firmati con una ventina di pseudonimi, su pubblicazioni come Frou-Frou, Paris-Plasir, Sans-Gene, Paris-Flirt... Passava dalle storie d'amore ai racconti licenziosi, poi si sarebbe cimentato con quelli di avventura, con vicende esotiche, con i polizieschi. Insomma questo saltare da un genere all'altro lo costringeva anche ad utilizzare per ognuno un linguaggio diverso e questo nel corso degli anni costituirà una notevole esperienza.
Ma nel '25, benchè non fosse certo ancora famoso, i media iniziavano a occuparsi di lui. E Maigret all'epoca era ancora lungi dall'arrivare!
Ad esempio nel '25 il quotidiano Paris-Soir gli dedica un articolo, ricordando che è una delle firme più frequenti che appaiono (in questo caso come Georges Sim) in calce ai racconti pubblicati da Le Matin e scelti da Colette.
"... Ore nove.La dattilografa è al suo posto. Georges Sim l'aspettava. Pensate che prima di mezzogiorno, dovrà aver dettato due racconti brillanti, una storia tragica, e la struttura di un romanzo popolare... E questa sera scriverà, scriverà, scriverà. Ha preso l'impegno di completare in settimana due romanzi da millecinquecento righe  - scrive, Paul Reboux, autore dell'articolo - E poi passata mezzanotte, in solitudine, per suo piacere, si potrebbe quasi dire per redimersi, si permetterà il lusso di "scrivere", finalmente di "scrivere" davvero..La sua produzione? Ogni mese sessanta racconti, da cinquanta a duecento righe, e tre romanzi da tremila righe... Georges Sim è qualcuno del tutto eccezionale... ".
E così inizia l'epopea del fenomeno Simenon.

lunedì 8 aprile 2013

SIMENON FA' 110 E MAIGRET FA' 100...



Numeri e anniversari. Centodieci anni fa' nasceva a Liegi Georges Simenon.
1913, un secolo fa'. E' in quel tempo che lo scrittore ambienta la prima inchiesta di Jules Maigret. Abbiamo scritto Jules Maigret, infatti non ancora commissario e non ancora al Quai des Orfèvres, ma solo segretario di un altro commissario, Le Bret, che affidava all'epoca al giovane funzionario un'inchiesta importante.
Ricordiamo che negli oltre cento romanzi e racconti sulle inchieste del suo commissario, Simenon non ha mai seguito una cronologia sequenziale del suo personaggio. Per primo scrisse Pietr-le-Letton, ma lì Maigret è già nel pieno della sua carriera. Ed era il 1930. Invece La prima inchiesta di Maigret di cui parlavamo prima è proprio il titolo di un romanzo scritto nel 1948 (il periodo americano). Ma il romanzo in cui il commissario sta per andare in pensione (é solo questione di qualche giorno), è L'Ecluse n.1, scritta nel 1933.
Nell'ultimo Maigret di Simenon del 1972, Maigret et M. Charles, che è anche l'ultima opera di narrativa scritta dal romanziere, ritroviamo un commissario in piena attività. In altri titoli il commissario è invece già in pensione e indaga privatamente (vedi "Les vacances de Maigret" - 1947).
Ma qui ci interessa ricordare che non solo quest'anno ricorrono i 100 anni dalla prima inchiesta di Maigret, ma l'anniversario cade proprio in questo mese. Simenon infatti indica proprio il mese di aprile e precisa anche il giorno, il 15. Cioé tra una settimana. E lunedì prossimo qui, su Simenon-Simenon lo festeggeremo con una piccola sorpresa. Speriamo che molti di voi saranno con noi a festeggiare.

domenica 7 aprile 2013

SIMENON. JULIETTE

Short-story per  "...magari come Simenon!". Questa volta ce la propone Fabrizio Maria Rossi. Si parla di uno scrittore... di una visione... o di una realtà? 
Ricordiamo a tutti che chi volesse pubblicare un racconto breve su Simenon, Maigret, o sugli altri personaggi dell'universo simenoniano, basterà che scriva all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com








 Juliette 
di Fabrizio Maria Rossi


Finì di battere la riga. Non rilesse nemmeno l'ultimo periodo. Scolò il bicchiere di vino rosso, posò la pipa, si alzò e usci dalla stanza.
Sotto la doccia ripensava alla storia che aveva appena scritto. C'era qualcosa che non gli quadrava. La giovane Marie... la vecchia villa di campagna dove aveva ambientato la storia... quell'incidente sul terrazzo... la fuga di monsieur Claude..., la provocante Juliette...
Ecco Juliette... beh... lei gli era riuscita proprio bene, era come se la sentisse. Anzi diciamo che era come se un po' la desiderasse... quasi una sensazione fisica. Come se l'avesse incontrata in carne ed ossa. Questo gli risvegliò la sua pulsione sessuale quotidiana. In casa erano usciti tutti. Si asciugò, si vestì con cura, accese una pipa e poi uscì a sua volta. Si accorse, dalla gente per strada e dall'aria che si respirava, che era domenica. Era stato chiuso in quella stanza per giorni e aveva perso un po' il contatto con la realtà. Si diresse spedito verso la casa di madame Marlene. Era più lontana e meno raffinata di quella di Zizì, che lui preferiva. Ma lì c'erano molto più ragazze e sperava di trovarne una che somigliasse alla sua Juliette.
Marlene gli venne incontro. Sorrideva compiaciuta ogni volta che vedeva quel bell'uomo, per di più famoso entrare da lei. 
- Monsieur, ma che piacere...
- Madame, i miei rispetti...
Andò subito al sodo. Chiese se ci fossero ragazze nuove.
- Mais oui...
Gli descrisse la ragazza. Gli descrisse la sua Juliette. Tra i venti e i venticinque, spalle larghe, vita stretta, seni piccoli, gambe ben tornite. Capelli ramati un leggero colorito olivastro e occhi chiari.
- Tutto qui?  - domandò ironica madame Marlene
- Tutto qui - ripose serio lui.
- Beh... lo saprà...non è che qui fabbrichiamo ragazze su misura... - abbozzò un risolino - però possiamo andare in salotto a vedere se...
Lui l'aveva già presa sottobraccio e procedettero spediti verso il salotto.
L'atmosfera era rumorosa, allegra e profumata. Una trentina di ragazze affollavano quello che era più un salone che un salotto.
Si guardò intorno con attenzione, mentre Marlene lo osservava.
Occhiate febbrili prendevano in considerazione una ragazza dopo l'altra. Passati alcuni minuti, la tensione andava scemando. La ragazza che cercava non c'era. Nonostante ciò, fece un altro giro di osservazione. Poi guardò Madame Marlene.
Lei capì immediataente la delusione del suo cliente. Lo conosceva, sapeva che non si sarebbe contentato di un'altra qualsiasi.
- Ma questa ragazza somiglia ad una vostra amica...?
- Beh...si... no...
In quel momento arrivò di corsa Paulette, una sorta di vice-tenutaria. 
- Madame Marlene... si è ripresentata ancora mademoiselle Douchelin... ed è anche un po' sbronza...
- Ma come...?
- Gli avevo detto che con tutti quei ritardi non potevamo più fare affidamento su di lei... L'avevo anche pagata...
- E adesso che ci fà qui?
- Vuole parlare con lei...
. Monsieur, mi dispiace, ma devo... solo un attimo, ma poi sono subito da lei. Vedrà che la troviamo...
Si avviò alla porta che chiuse dietro di sè.
Lui incuiriosito, si avvicinò alla porta, la socchiuse per osservare la scena.
La sua Juliette! Mademoiselle Douchelin era la personificazione esatta della sua Juliette...
Aprì la porta, a passo spedito raggiunse le donne che stavano discutendo animatamente. Marlene, Paulette e M.lle Duchelin tacquero quando lo videro arrivare con passo deciso e aria determinata.
- Ecco la persona che cercavo -  disse in tono perentorio e prendendo per mano la Duchelin
- Ma... - abbozzo timidamente madame Marlene -  lei è...
- Lei è perfetta. Quale stanza ci spetta...
La Duchelin guardava quell'uomo un po' stupefatta. Paulette disse:
- C'è la suite 24... monsieur la conosce... - e poi guardando la Marlene in cerca di approvazione - le porto subito la chiave...
- Ma la ragazza deve lavarsi, cambiarsi... - ricordò madame Marlene.
- Lo farà nelle suite.
Appena presa la chiave si avviarono al secondo piano.
Lei appena dentro posò una borsa sul divano.
- Ho davvero bisogno di farmi una doccia...
Entrò nel bagno e lasciò la porta aperta. Lui intanto si era buttato sul letto.
La poteva osservare nuda sotto gli spruzzi che le rimbalzavano sul corpo. Quel corpo proprio come lui l'aveva descritto. Era un po' stordito da quella coincidenza, ma era troppo eccitato per farsi domande.... Juliette era vera...  Juliette era lì... Juliette... la sua Juliette...
Una altra lieve scossa lo fece tornare in sé... Era steso sul letto. Aveva perso consocenza ed era rimasto lì accasciato sotto la doccia. L'aveva scoperto il figlio maggiore, rientrando da un partita di calcio. Entrato in bagno per fare una doccia e l'aveva trovato lì. Subito l'aveva portato sul letto e aveva chiamato il medico di famiglia, il dottor Pardon.
Qualche trauma, un paio di sbucciature... nulla di preocupante.
Si era lamentato nell'incoscienza e aveva borbottato balbettando un nome incomprensibile... Lette... Jugette... Giolette..
Quando riprese conoscenza, c'era tutta la famiglia. La moglie stava seduta sul suo letto.
- Pensavamo fossi uscito... avevi detto di non aspettarti per pranzo... non avevi appuntamento a Losanna con Juliette?
Lui fece una smorfia tra il sorpreso e l'incredulo.
-Juliette... Chi?...
- Ma la nuova aiutante di madame Haiken.... quella per le traduzioni in russo...
Fece per alzarsi.
- No - fece il dottor Pardon - oggi è meglio che stai a riposo... niente appuntamenti. Vediamo come stai domani... Poi dovremo fare delle analisi. Dobbiamo capire se sei solo scivolato, o se sei scivolato per un giramento di testa, uno sbalzo di pressione, un piccolo collasso... Georges alla tua età è bene fare tutti i controlli... 
Lui se li guardò tutti, muto. Appena fossero andati via,  al momento opportuno sarebbe uscito subito. Doveva rintracciare Juliette.

sabato 6 aprile 2013

SIMENON. CI ASPETTA LA LOCANDA DEGLI ANNEGATI

E' in arrivo un altro volume di racconti. Un altro Maigret che dovrebbe trovarsi negli scaffali delle librerie, come già ci aveva preannunciato il nostro attaché Andrea Franco, entro aprile. Si tratta di una raccolta di racconti, come di consuetudine, nella collana de Gli Adelphi.
Titolo: La Locanda degli Annegati e altri racconti. Poi verso metà giugno dovrebbe uscire uno dei romans-durs, il famoso Faubourg (1935 - Gallimard) probabilmente con il titolo Periferia.
Ma su questo ci aggiorneremo poi. Ora parliamo di questi racconti magrettiani che rappresentano gli ultimi "sgoccioli di Maigret" che gli appassionati potranno gustare (ma quanti hanno letto "tutti" i Maigret, romanzi e racconti?).
Il titolo originale é L'Auberge aux noyé e fa parte di quei racconti scritti da Simenon a La Rochelle nel 1938, ma che attesero diversi anni prima della pubblicazione in volume. Si tratta di una ventina di titoli di cui una parte venne pre-editato sui giornali Police-Film e Police-Roman (1938-1939 - Société Parisienne d'Editions). Dopo sei anni videro la luce nel volume Les Nouvelles Enquetes de Maigret edito quindi nel 1944 da Gallimard.
Oltre a quello che fornisce il titolo al volume, ci saranno altri racconti come vi ha abbiamo anticipato con il post del 15 febbraio scorso quello di Andrea Franco. Buona attesa quindi... vedrete, non sarà lunga.

venerdì 5 aprile 2013

SIMENON. OMAGGIO DA HENNING MANKELL


E' datato 1° aprile 2013, ma non è uno scherzo. Si tratta piuttosto di un omaggio a Simenon e alla sua creatura Maigret, da parte di uno dei più grandi giallisti contemporanei, Henning Mankell, creatore di un altro commissario, Kurt Wallander.
Infatti, in un'intervista di Caroline Girardon per il giornale francese 20 Minutes al grande giallista svedese, tra le altre c'è la domanda classica quando s'incontra un personaggio del genere.
- Conosce degli autori di gialli francesi e cosa ne pensa? - chiede la Girardon.
- Non ho letto molto dei nuovi autori di gialli francesi - risponde Mankell - Ma devo dire che sono un fervente ammiratore di Simenon e del suo commissario Maigret. Penso addirittura che sia uno dei maestri di questo genere.
Non è il primo scrittore a riconoscere qualità e valore delle opere di Simenon. Ma questa volta vengono da un giallista, non a lui contemporaneo e per di più in merito ai suoi romanzi con il commissario Maigret.
Quando Mankell dice "Penso addirittura che sia uno dei maestri di questo genere", chiaramente sostiene che la valenza dei Maigret non è solo nel fatto che siano dei gialli atipici, alcuni talmente atipici, da valere più come romanzi che come gialli. Ma evidentemente Mankell crede che esista una validità anche nel loro meccanismo giallo.
Questo ribalta un po' il giudizio corrente secondo il quale Simenon era così bravo a scrivere che anche i Maigret hanno un loro valore letterario, a fronte del quale quello dell'intrigo giallo passa in secondo piano.
E qui non si tratta solo del metodo (o del non-metodo) del comissario, di cui si è detto diverse volte. Ma del modo in cui Simenon costruiva le vicende che ruotano attorno al commissario.
Vediamo se riusciamo a ignorare la polpa letteraria e andare all'ossatura gialla di queste inchieste.
Lo scrittore di solito ci presenta un quadro generale, una sorta di ambientazione in cui è maturato il reato o il delitto. La sua innovazione è quella di utilizzare lo strumento psicologico come principale elemento per analizzare la situazione e fare un profilo del colpevole. Se volessimo, potremmo anche definirlo un profiler ante-litteram. Ma mentre oggi il lavoro di questi si basa su banche dati di tipologie comportamentali, di statistiche criminali, di informazioni personali e sociali, Maigret deve operare in altro modo. Lui tutti questi dati deve ricavarli sul campo.
Ecco quindi che Simenon ci fa vedere il commissario, su quella che oggi si chiamerebbe scena del crimine, che osserva, va su e giù senza uno scopo definito, fuma la pipa, ma sopratutto non fa nulla. Mentre gli altri si aspetterebbero che lui operasse concretamente in una direzione o in un'altra, lui sembra non svolgere nessun attività. E in realtà così è. Simenon stesso ci spiega che una volta arrivato sul posto il commissario non fa nulla, o meglio, sta lì ad assorbire gli umori, la mentalità, le dinamiche di quell'ambiente come una spugna. Insomma sta immagazzinando quelle informazioni che i profiler d'oggi hanno sintetizzate in una schermata del computer.
E se vogliamo essere più precisi, più che tendere a generare un profilo, questo suo impregnarsi dell'ambiente serve addirittura a mettersi nella testa del colpevole.
E, a questo proposito, quando qualcuno all'inizio di un indagine gli chiede di chi sospetti, Maigret risponde: "Di tutti!". Oppure quando si vuole sapere quali piste stia seguendo, la risposta è sempre la stessa: "Tutte!"
Una volta raccolti nella propria testa tutti i dati e che è riuscito ad entrare nella pelle del sospettato, allora inizia a prendere delle iniziative che spesso nemmeno i suoi ispettori comprendono, proprio perchè non hanno seguito il processo di "assorbimento".
Il lettore invece si, perché Simenon ha avuto cura di descrivere tutte le osservazioni, le scoperte, le immedesimazioni che il commissario compie in quella fase di passiva inattività. Certo c'è sempre qualche elemento che balza fuori quasi a sorpresa  ad un certo punto dell'inchiesta. Diciamo quasi a sorpresa perché è di solito annunciata da frasi tipo "...Maigret aveva un sensazione che gli girava in testa, non sapeva cosa ma si trattava di un elemento di una certa importanza...". Oppure: "... non avrebbe saputo dire perché, ma quel tipo non gli piaceva, e non si trattava solo di antipatia... dietro c'era dell'altro che doveva assolutamente scoprire...". E queste sensazioni ricorrono nell'inchiesta finchè non si trasformano in qualcosa di decisivo per la sua soluzione.
Siamo nel regno della sensibilità e non della ragione. Qualcosa che è entrato nel subconscio del commissario a sua insaputa e crea, insieme alle altre informazioni un coacervo di impressioni, sensazioni, intuizioni che man mano vengono a galla, diventano meno confuse e si traducono in una chiave di lettura indispensabile per la soluzione del caso.
Maigret insomma indaga senza aver l'aria di farlo, come d'altronde Simenon era un grande della letteratura, senza che avesse l'aria di esserlo. E Mankell ha ragione nel sostenere che Simenon era un maestro del genere.

giovedì 4 aprile 2013

SIMENON. FINE DELLA SOSPENSIONE PER PROBLEMI TECNICI. DA DOMANI REGOLARMENTE ON LINE

CI SCUSIAMO CON VOI, MA COME AVRETE NOTATO, DA QUALCHE TEMPO UNA SERIE DI PROBLEMI TECNICI HANNO INTERROTTO PRIMA SALTUARIAMENTE, POI PER QUALCHE GIORNO, LA MESSA ON LINE DEI POST DI "SIMENON-SIMENON". ORA E' TUTTO RISOLTO E DA DOMANI RICOMINCEREMO DI NUOVO CON REGOLARITA' QUOTIDIANA I NOSTRI APPUNTAMENTI.