martedì 10 dicembre 2013

SIMENON SIMENON. CRONOLOGIA CASUALE PER MAIGRET? LA VERSIONE DI MURIELLE

Non vorremmo che il corposo intervento 
della nostra Murielle Wenger 
rimanesse nel poco adeguato spazio 
di un commento ad un post di qualche giorno fa' 
e che corresse così il rischio 
di non godere del dovuto risalto. 
In più, ve lo proponiamo in italiano, 
cosa che, siamo sicuri, farà felice più di un lettore. Ecco quindi l'intervento di Murielle a proposito 
della "casuale" cronologia con cui Simenon ha costruito 
il corpus delle opere maigrettiane.


Ho due ipotesi da proporre. La prima è che Maigret, alias Simenon, scrisse nelle sue Memorie: "Una delle sue manie che a volte mi ha più irritato è quella di mischiare le date di porre all'inizio della mia carriera delle inchieste che hanno avuto luogo solo più tardi e viceversa... Avrei anche avuto l'intenzione di stabilire... una cronologia dei principali casi ai quali sono stato legato.
- Ma perchè mai? - mi ha risposto Simenon - Eccellente idea, Si potranno correggere i libri per la prossima edizione.
E ha poi aggiunto con ironia:
- Basterà soltanto, mio vecchio Maigret, che voi siate così gentile da fare il lavoro voi stesso, perchè io non ha mai avuto il coraggo di rileggermi."
Questa ultima frase illustra bene, credo, le caratteristiche della scrittura di Simenon: una redazione rapida, senza ripensamenti, un correzione minima quasi facesse "toilette", è una volta che il libro viene pubblicato, nessuna rilettura da parte dell'autore (cosa che non impedisce d'altronde che, malgrado quello che Simenon affermava sul fatto di dimenticare i suoi personaggi una volta terminati i libri, possedeva comunque un'ottima memoria di quanto aveva scritto, soprattutto nel caso dei Maigret. Per convincersi, basta rilevare i molteplici esempi di allusioni e di rimandi da un romanzo all'altro, per tutto il corpus dell'opera maigrettiana).
E se l'autore non si rilegge, non si preoccupa nemmeno della cronologia seguita dalla sua opera. D'altronde non ha davvero motivo per farlo: non ha concepito Maigret con una saga, con un inizio e una conclusione e una "consecutio" (crono)logica che dovrebbe seguire tutta la vita del suo personaggio. In questo non si comporta come un Balzac o un Zola, per esempio, che intraprendono l'uno una Commedia Umana con la ripresa dei personaggi da un romanzo all'altro. La storia naturale e sociale della famiglia Rougon-Macquart. Se il corpus maigrettiano è diventato una saga é grazie, si può dire, a Simenon: è l'accumularsi dei romanzi che formano un tutto unico, il lungo periodo di scrittura (più di 40 anni!) che ha permesso lo svilupo del personaggio.
L'altra ipotesi che propongo consiste nel fatto che Simenon, quando entrava in état de roman non è sicuro di raccontare un'inchiesta di Maigret, ma la sua scrittura decolla a partire da un 'idea, da una sensazione, da un ricordo, da una situazione in cui ha voglia di collocare un personaggio e, all'inizio, non è mai sicuro che scriverà un Maigret o un altro romanzo: ciò è più che mai vero per il periodo Presses de la Cité nel quale si conoscono diversi casi in cui l'autore aveva in mente un roman-dur e, non trovando l'ispirazione, decideva di trattare il sogetto che aveva in mente sotto forma di un'inchiesta del commissario Maigret.
Simenon scrive istintivamente e non costruisce la sua opera secondo un progetto definito, secondo un'architettura, come ha fatto Proust per la sua Recherche. Ancora una volta Simenon scrive perché ne avverte il bisogno, perchè sente l'esigenza fisica di esprimersi, di mettere sulla carta i propri interrogativi. Senza dubbio é anche per questo che alterna un roman-dur ad un Maigret, perchè ogni volta non risponde ai canoni di un progetto preciso, ma al contrario a una necessità quasi vitale di esprimere il suo sentire del momento... Murielle Wenger

domenica 8 dicembre 2013

SIMENON SIMENON. MAIGRET "INTERROGA" BOULE


SIMENON SIMENON. LA VITA "DISORDINATA" DI MAIGRET...

Oggi partiamo dalle considerazioni fatte qualche giorno fa' da un nostro assiduo lettore, Rudi, in merito, alle congruenze cronologiche nelle inchieste del commissario Maigret.
Scrive Rudi "...Vorrei segnalare un punto critico che ricavo da 'L'Assassinio dell'Etoile'. Simenon commette un errore. Anzi, non si preoccupa di contraddirsi fra un racconto e l’altro. Ne 'L’Etoile du nord' era marzo e faceva molto freddo e mancavano un paio di giorni al pensionamento del commissario. Ne 'Tempête sur la Manche' siamo in novembre. Le lampade erano accese fin dalle quattro del pomeriggio, e si sostiene che Maigret non sia più commissario da tre mesi. I conti non tornano. A quanto mi risulta, 'L’Etoile du Nord' uscì su rivista nel settembre 1938. 'Tempête sur la Manche' uscì su rivista quattro mesi prima...".
Rudi ha perfettamente ragione. Simenon non si è mai curato di seguire una cronologia coerente, ma si faceva trasportare dall'estro del momento. I primi due Maigret usciti nel febbraio 1931, lanciati durante il famoso Bal Anthropometrique alla Boule Blanche, M.Gallet décèdé e Le Pendu de Saint-Pholien, il commissario è già in piena carriera. Al contrario la prima inchiesta che fu affidata a Maigret viene raccontata in un romanzo del 1948 (la 56a se non andiamo errati, tra romanzi e racconti e ambientata nel 1913), quando Maigret non era ancora commissario, ma soltanto segretario di un commissario di quartiere e solo dopo aver risolto quel caso andrà a lavorare a Quai des Maigret et Monsieur Charles (1972), al commissario viene proposto di avanzare di grado e di passare da Commissario Divisionale a Direttore della Polizia Giudiziaria, quando gli mancavano tre anni alla sospirata pensione. Mentre in altri precedenti titoli, Simenon ci presenta l'ex-commissario in pensione, nella sua casetta a Meung-sur-Loire.
Orfévres, ma il grado di commissario è ancora di là da venire. E nell'ultimo,
Come fa notare Andrea Franco, le "incongruenze" di questo tipo sono all'ordine del giorno nella sconfinata produzione maigrettiana di Simenon, sia nei racconti che nei romanzi. E Murielle Wenger, con i suoi saggi, non fà che confermare questo modo di procedere.
La domanda a questo punto è: ma perché Simenon non ha seguito una cronologia lineare?
Intanto va ricordato che nelle intenzioni del romanziere la serie di Maigret sarebbe dovuta durare solo per 19 titoli, quelli editati da Fayard per poi passare ai romans-durs. Insomma una parentesi che doveva servire da trampolino per lanciarsi nella letteratura tout court.
Quando dopo qualche anno, si convinse, o gli tornò la voglia, e ricominciò a scrivere altre inchieste. Forse allore dovette avere la sensazione che quella sarebbe stata una convivenza di tutta una vita. Ma c'erano già un ventina di titoli che certo non poteva ignorare. E d'altra parte quando finì di scrivere narrativa (il giorno in cui non riuscì ad iniziare il famoso "Victor"), si trovò nella situazione per cui il suo ultimo romanzo era stato un Maigret (appunto Maigret et Monsieur Charles), non immaginando certo, quando lo scriveva, che sarebbe stato quello finale.
Ma oltre a queste considerazioni, ne dovremmo forse fare delle altre. Ad esempio la dichiarata funzione di relax che la scrittura delle inchieste di Maigret svolgevano tra un romanzo e l'altro. Quasi che tutta la concentrazione, la faticosa trance creativa e l'intensa fatica di scrivere velocemente, avessero bisogno di un contraltare, i Maigret appunto, in cui Simenon componeva più rilassato, quasi divertito e senza la tensione dei romans-durs. Questo forse è vero, forse e vero solo in parte, ma comunque spiegherebbe una scrittura in libertà, più rilassata e di consequenza meno bisognosa di una rigorosa cronologia.
Aspettiamo le vostre teorie!  

sabato 7 dicembre 2013

SIMENON SIMENON. MAIGRET E IL CASO SIMENON / LA GARE DU NORD


SIMENON E FELLINI... ANCORA IL SUBCONSCIO

Torniamo sulle affinità artistiche di Simeon e Fellini e sulle loro analoghe sensibilità nel riguardi dei loro processi creativi e della libertà che la loro fantasia doveva avere. Certo per Fellini si tratta di ricostruire una realtà nuova, la realtà del suo set, delle sue storie, un mondo completo in cui rifugiarsi e dare sfogo alle sue fantasie creative. Simenon aveva un approccio diverso, ma partiva dallo stesso bisogno di libertà, di essere completamente slegato dal mondo che lo circondava e, una volta in état de romans, poter entrare in un nuovo "io", vivere in una dimensione diversa e spesso molto lontana dalla sua, ma sempre e comunque legata alla realtà dei suoi ricordi. Non è un mistero che la prodigiosa memoria del romanziere era una base insostutibile per le sue composizioni. Ogni viaggio, ogni esperienza, ogni rapporto umano veniva incasellato nella sua mente per venire a galla al momento oppurtuno e costituire la base su cui innestare la sua storia.
Su questo aiuto della memoria anche Fellini contava molto, dal momento che affermava che "... la memoria è il solo vero capitale  del cineasta...".
Se ne parla in un saggio di Paul Cosquer ripreso qualche giorno fa' da Agora Vox, un media on-line francese, in cui si mette a fuoco l'immagine del grande regista italiano, ma dove emerge ancora una volta lo speciale legame che legava il cineasta al romanziere.
Ad esempio l'affermazione che Fellini non abbia mai smesso di raccontare sè stesso nelle sue opere cinematografiche, non può far pensare a tutte le caratteristiche autobiografiche che saltano all'occhio nei romanzi più diversi di Simenon, da Trois chambres à Manhattan a Pedigree.
E questo loro idem-sentire, ma anche questa grande ammirazione di uno per l'altro non si esauriscono nel famoso carteggio ("Carissimo Simenon, Mon cher Fellini" 1977 - Diogenes Verlag -Zurich), ma lo ritroviamo nella vita stessa. Quando nel 1960, a Cannes. Simenon presidente della giuria del Festival Internazionale del Cinema, fece vincere la Palma d'Ora a La dolce vita. E ancora, quando ancora lo stesso Simenon spinse e incoraggiò il regista nella realizzazione del tormentato Casanova... e Fellini, d'altra parte, rassicurava Simenon sull'importanza di quel subconscio che per tutti è due era una realtà con cui convivere quotidianamente, un calderone da cui trarre ispirazione, un qualcosa che si intrecciava concretamente con le loro vite come ad altri non succedeva e in un modo che ad altri era difficile comprendere.   

venerdì 6 dicembre 2013

SIMENON SIMENON - MAIGRET E IL CASO SIMENON



"Maigret e il caso Simenon"
di Maurizio Testa
Robin Edizioni - Roma
14.00 euro
ISBN 978-886740-284-7
• In vendita nelle migliori librerie
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http://www.robinedizioni.it/
robinedizioni@robinedizioni.it
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simenon.simenon@temateam.com

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