segue SIMENON. IL ROMANZO, IL NOIR, LA STORIA ...

<<<  Siamo ad un crisi di sistema, come oggi si sente dire spesso? E' in crisi il sistema di riferimento ai generi. Ad esempio, secondo noi,  il noir non è mai stato un vero genere letterario, ma solo un certo modo di vedere il mondo e di raccontarne le vicende. Questo indipendentemente se siamo nell'ambito della letteratura di genere. Ci sono romanzi senza misteri da risolvere, nessun assassino da scoprire o intrallazzi di potere da scoperchiare, eppure... Eppure vi si respira pessimismo, si rimane impigliati in una ragnatela vischiosa tra male e bene, sospesi in un'ambiguità dove, senza pistole in mano, si lotta da soli contro una società corrotta e contro poteri occulti. E in questo senso alcuni romanzi di Simenon sono dei noir. Ma parliamo dei romanzi, non dei Maigret. Alcuni di questi si fondano sul fallimento, dell'individuo, sulla ipocrisia della buona società, sull'impossibilità di sfuggire al proprio destino. Siamo nel nero più nero.
Ma, se come diceva Barry Gifford "il noir é soltanto una storia che inizia male e finisce peggio", il noir, se mai è esistito come genere, lo ritroviamo come uno strumento vivo e vegeto nella letteratura tout court. E qui si  innesta il discorso sui generi e su dove vadano a parare. Genna afferma "... La trasformazione in corso, per quanto concerne la letteratura, può incarnarsi in un certo tipo di romanzo, nuovo e strano che rappresenta e supera quella che sociologicamente è detta realtà....".
Secondo noi forse già oggi si può cogliere una linea di tendenza (ma che secondo noi per svilupparsi avrà bisogno di tempo e forse di nuovi scrittori che oggi ancora non esistono), linea che qua e là emerge e si palesa in quei romanzi dove gli steccati tra generi sono caduti e i generi diventano strumenti al servizio della narrazione. Romanzi che non si preoccupano più di quali territori stanno attraverdando, ma mirano alla loro mission utilizzando i linguaggi, i generi e gli stili di cui necessitano. Storico, autobiografico, noir, sociale dovebbero essere  aggettivi di elementi che si fondono spontaneamente nel romanzo, non degli ingredienti premeditatamente scelti per ottenere un effetto. Il risultato non dovrebbe essere un  puzzle dove ogni elemento conserva la sua forma e la sua posizione obbligata, ma un cocktail dove i sapori dei singoli componenti si fonde e si confonde con gli altri dando come risultato un sapore nuovo,  inedito, qualcosa in più della somma dei diversi aromi.
A questo punto sarà superfluo chiedersi a quale genere appartenga il romanzo, anzi staremmo per dire sarà addirittura inutile. Con questo non credimao affatto che la letteratura di genere scomparirà. Ma se rimarrà stretta nei suo ambiti, attenta alle sue regole, sarà sempre più asfittica e monotona.... vecchia.
E' per questo i capolavori non invecchiano.
E per chiudere torrniamo al nostro Simenon che anche nei meno blasonati (letterariamente) Maigret alla fine fondeva gli elementi del poliziesco, dell'indagine psicologica, della introspezione alla ricerca delle proprie radici, dell'analisi degli ambienti, dello studio dell'animo umano e affrontando non di rado il problema del bene e del male. Ma in fondo erano delle semplici inchieste del commissario Maigret. Ma ancora oggi le leggiamo, attraggono nuovi lettori, scalano le classifiche e non accennano ad invecchiare.

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