Siamo nel 1925. Simenon ha iniziato quello che viene chiamato il "periodo di apprendistato" cimentandosi nella "letteratura-alimentare". Racconti, romanzi brevi, storie a puntate per giornali, tutti commissionati e tutti rivolti ad un pubblico popolare e semplice. Ma intanto questo lavoro gli permetteva di mangiare (i primi tempi aveva letteralmente patito la fame) e poi era un'esercizio che si rivelerà poi fondamentale. Non che Simenon non avesse di suo una spiccata capacità nello scrivere, era una cosa che gli veniva facile fin da sedicenne e iniziava a muovere i primi passi da giornalista a La Gazette de Liége. Ma il doversi cimentare con tali e tanto diversi generi fu una scuola di non poco conto. Il tutto aggiunto a quel talento innato e all'enorme mole di libri letti in eta adolescenziale, faceva di lui più che una promessa della letteratura.
Di fatto, dopo poco che era arrivato a Parigi, Simenon riuscì a pubblicare le sue storie se pur commissionate, sia pur elementari e stereotipate nel loro genere.
Infatti dopo nemmeno un anno già apparivano i suoi racconti, anche se firmati con una ventina di pseudonimi, su pubblicazioni come Frou-Frou, Paris-Plasir, Sans-Gene, Paris-Flirt... Passava dalle storie d'amore ai racconti licenziosi, poi si sarebbe cimentato con quelli di avventura, con vicende esotiche, con i polizieschi. Insomma questo saltare da un genere all'altro lo costringeva anche ad utilizzare per ognuno un linguaggio diverso e questo nel corso degli anni costituirà una notevole esperienza.
Ma nel '25, benchè non fosse certo ancora famoso, i media iniziavano a occuparsi di lui. E Maigret all'epoca era ancora lungi dall'arrivare!
Ad esempio nel '25 il quotidiano Paris-Soir gli dedica un articolo, ricordando che è una delle firme più frequenti che appaiono (in questo caso come Georges Sim) in calce ai racconti pubblicati da Le Matin e scelti da Colette.
"... Ore nove.La dattilografa è al suo posto. Georges Sim l'aspettava. Pensate che prima di mezzogiorno, dovrà aver dettato due racconti brillanti, una storia tragica, e la struttura di un romanzo popolare... E questa sera scriverà, scriverà, scriverà. Ha preso l'impegno di completare in settimana due romanzi da millecinquecento righe - scrive, Paul Reboux, autore dell'articolo - E poi passata mezzanotte, in solitudine, per suo piacere, si potrebbe quasi dire per redimersi, si permetterà il lusso di "scrivere", finalmente di "scrivere" davvero... La sua produzione? Ogni mese sessanta racconti, da cinquanta a duecento righe, e tre romanzi da tremila righe... Georges Sim è qualcuno del tutto eccezionale... ".
E così inizia l'epopea del fenomeno Simenon.
martedì 9 aprile 2013
lunedì 8 aprile 2013
SIMENON FA' 110 E MAIGRET FA' 100...
Numeri e anniversari. Centodieci anni fa' nasceva a Liegi Georges Simenon.
1913, un secolo fa'. E' in quel tempo che lo scrittore ambienta la prima inchiesta di Jules Maigret. Abbiamo scritto Jules Maigret, infatti non ancora commissario e non ancora al Quai des Orfèvres, ma solo segretario di un altro commissario, Le Bret, che affidava all'epoca al giovane funzionario un'inchiesta importante.
Ricordiamo che negli oltre cento romanzi e racconti sulle inchieste del suo commissario, Simenon non ha mai seguito una cronologia sequenziale del suo personaggio. Per primo scrisse Pietr-le-Letton, ma lì Maigret è già nel pieno della sua carriera. Ed era il 1930. Invece La prima inchiesta di Maigret di cui parlavamo prima è proprio il titolo di un romanzo scritto nel 1948 (il periodo americano). Ma il romanzo in cui il commissario sta per andare in pensione (é solo questione di qualche giorno), è L'Ecluse n.1, scritta nel 1933.
Nell'ultimo Maigret di Simenon del 1972, Maigret et M. Charles, che è anche l'ultima opera di narrativa scritta dal romanziere, ritroviamo un commissario in piena attività. In altri titoli il commissario è invece già in pensione e indaga privatamente (vedi "Les vacances de Maigret" - 1947).
Ma qui ci interessa ricordare che non solo quest'anno ricorrono i 100 anni dalla prima inchiesta di Maigret, ma l'anniversario cade proprio in questo mese. Simenon infatti indica proprio il mese di aprile e precisa anche il giorno, il 15. Cioé tra una settimana. E lunedì prossimo qui, su Simenon-Simenon lo festeggeremo con una piccola sorpresa. Speriamo che molti di voi saranno con noi a festeggiare.
domenica 7 aprile 2013
SIMENON. JULIETTE
Short-story per "...magari come Simenon!". Questa volta ce la propone Fabrizio Maria Rossi. Si parla di uno scrittore... di una visione... o di una realtà?
Ricordiamo a tutti che chi volesse pubblicare un racconto breve su Simenon, Maigret, o sugli altri personaggi dell'universo simenoniano, basterà che scriva all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com
Finì di battere la riga. Non rilesse nemmeno l'ultimo periodo. Scolò il bicchiere di vino rosso, posò la pipa, si alzò e usci dalla stanza.
Sotto la doccia ripensava alla storia che aveva appena scritto. C'era qualcosa che non gli quadrava. La giovane Marie... la vecchia villa di campagna dove aveva ambientato la storia... quell'incidente sul terrazzo... la fuga di monsieur Claude..., la provocante Juliette...
Ecco Juliette... beh... lei gli era riuscita proprio bene, era come se la sentisse. Anzi diciamo che era come se un po' la desiderasse... quasi una sensazione fisica. Come se l'avesse incontrata in carne ed ossa. Questo gli risvegliò la sua pulsione sessuale quotidiana. In casa erano usciti tutti. Si asciugò, si vestì con cura, accese una pipa e poi uscì a sua volta. Si accorse, dalla gente per strada e dall'aria che si respirava, che era domenica. Era stato chiuso in quella stanza per giorni e aveva perso un po' il contatto con la realtà. Si diresse spedito verso la casa di madame Marlene. Era più lontana e meno raffinata di quella di Zizì, che lui preferiva. Ma lì c'erano molto più ragazze e sperava di trovarne una che somigliasse alla sua Juliette.
Marlene gli venne incontro. Sorrideva compiaciuta ogni volta che vedeva quel bell'uomo, per di più famoso entrare da lei.
- Monsieur, ma che piacere...
- Madame, i miei rispetti...
Andò subito al sodo. Chiese se ci fossero ragazze nuove.
- Mais oui...
Gli descrisse la ragazza. Gli descrisse la sua Juliette. Tra i venti e i venticinque, spalle larghe, vita stretta, seni piccoli, gambe ben tornite. Capelli ramati un leggero colorito olivastro e occhi chiari.
- Tutto qui? - domandò ironica madame Marlene
- Tutto qui - ripose serio lui.
- Beh... lo saprà...non è che qui fabbrichiamo ragazze su misura... - abbozzò un risolino - però possiamo andare in salotto a vedere se...
Lui l'aveva già presa sottobraccio e procedettero spediti verso il salotto.
L'atmosfera era rumorosa, allegra e profumata. Una trentina di ragazze affollavano quello che era più un salone che un salotto.
Si guardò intorno con attenzione, mentre Marlene lo osservava.
Occhiate febbrili prendevano in considerazione una ragazza dopo l'altra. Passati alcuni minuti, la tensione andava scemando. La ragazza che cercava non c'era. Nonostante ciò, fece un altro giro di osservazione. Poi guardò Madame Marlene.
Lei capì immediataente la delusione del suo cliente. Lo conosceva, sapeva che non si sarebbe contentato di un'altra qualsiasi.
- Ma questa ragazza somiglia ad una vostra amica...?
- Beh...si... no...
In quel momento arrivò di corsa Paulette, una sorta di vice-tenutaria.
- Madame Marlene... si è ripresentata ancora mademoiselle Douchelin... ed è anche un po' sbronza...
- Ma come...?
- Gli avevo detto che con tutti quei ritardi non potevamo più fare affidamento su di lei... L'avevo anche pagata...
- E adesso che ci fà qui?
- Vuole parlare con lei...
. Monsieur, mi dispiace, ma devo... solo un attimo, ma poi sono subito da lei. Vedrà che la troviamo...
Si avviò alla porta che chiuse dietro di sè.
Lui incuiriosito, si avvicinò alla porta, la socchiuse per osservare la scena.
La sua Juliette! Mademoiselle Douchelin era la personificazione esatta della sua Juliette...
Aprì la porta, a passo spedito raggiunse le donne che stavano discutendo animatamente. Marlene, Paulette e M.lle Duchelin tacquero quando lo videro arrivare con passo deciso e aria determinata.
- Ecco la persona che cercavo - disse in tono perentorio e prendendo per mano la Duchelin
- Ma... - abbozzo timidamente madame Marlene - lei è...
- Lei è perfetta. Quale stanza ci spetta...
La Duchelin guardava quell'uomo un po' stupefatta. Paulette disse:
- C'è la suite 24... monsieur la conosce... - e poi guardando la Marlene in cerca di approvazione - le porto subito la chiave...
- Ma la ragazza deve lavarsi, cambiarsi... - ricordò madame Marlene.
- Lo farà nelle suite.
Appena presa la chiave si avviarono al secondo piano.
Lei appena dentro posò una borsa sul divano.
- Ho davvero bisogno di farmi una doccia...
Entrò nel bagno e lasciò la porta aperta. Lui intanto si era buttato sul letto.
La poteva osservare nuda sotto gli spruzzi che le rimbalzavano sul corpo. Quel corpo proprio come lui l'aveva descritto. Era un po' stordito da quella coincidenza, ma era troppo eccitato per farsi domande.... Juliette era vera... Juliette era lì... Juliette... la sua Juliette...
Una altra lieve scossa lo fece tornare in sé... Era steso sul letto. Aveva perso consocenza ed era rimasto lì accasciato sotto la doccia. L'aveva scoperto il figlio maggiore, rientrando da un partita di calcio. Entrato in bagno per fare una doccia e l'aveva trovato lì. Subito l'aveva portato sul letto e aveva chiamato il medico di famiglia, il dottor Pardon.
Qualche trauma, un paio di sbucciature... nulla di preocupante.
Si era lamentato nell'incoscienza e aveva borbottato balbettando un nome incomprensibile... Lette... Jugette... Giolette..
Quando riprese conoscenza, c'era tutta la famiglia. La moglie stava seduta sul suo letto.
- Pensavamo fossi uscito... avevi detto di non aspettarti per pranzo... non avevi appuntamento a Losanna con Juliette?
Lui fece una smorfia tra il sorpreso e l'incredulo.
-Juliette... Chi?...
- Ma la nuova aiutante di madame Haiken.... quella per le traduzioni in russo...
Fece per alzarsi.
- No - fece il dottor Pardon - oggi è meglio che stai a riposo... niente appuntamenti. Vediamo come stai domani... Poi dovremo fare delle analisi. Dobbiamo capire se sei solo scivolato, o se sei scivolato per un giramento di testa, uno sbalzo di pressione, un piccolo collasso... Georges alla tua età è bene fare tutti i controlli...
Lui se li guardò tutti, muto. Appena fossero andati via, al momento opportuno sarebbe uscito subito. Doveva rintracciare Juliette.
Ricordiamo a tutti che chi volesse pubblicare un racconto breve su Simenon, Maigret, o sugli altri personaggi dell'universo simenoniano, basterà che scriva all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com
Juliette
di Fabrizio Maria Rossi
Finì di battere la riga. Non rilesse nemmeno l'ultimo periodo. Scolò il bicchiere di vino rosso, posò la pipa, si alzò e usci dalla stanza.
Sotto la doccia ripensava alla storia che aveva appena scritto. C'era qualcosa che non gli quadrava. La giovane Marie... la vecchia villa di campagna dove aveva ambientato la storia... quell'incidente sul terrazzo... la fuga di monsieur Claude..., la provocante Juliette...
Ecco Juliette... beh... lei gli era riuscita proprio bene, era come se la sentisse. Anzi diciamo che era come se un po' la desiderasse... quasi una sensazione fisica. Come se l'avesse incontrata in carne ed ossa. Questo gli risvegliò la sua pulsione sessuale quotidiana. In casa erano usciti tutti. Si asciugò, si vestì con cura, accese una pipa e poi uscì a sua volta. Si accorse, dalla gente per strada e dall'aria che si respirava, che era domenica. Era stato chiuso in quella stanza per giorni e aveva perso un po' il contatto con la realtà. Si diresse spedito verso la casa di madame Marlene. Era più lontana e meno raffinata di quella di Zizì, che lui preferiva. Ma lì c'erano molto più ragazze e sperava di trovarne una che somigliasse alla sua Juliette.
Marlene gli venne incontro. Sorrideva compiaciuta ogni volta che vedeva quel bell'uomo, per di più famoso entrare da lei.
- Monsieur, ma che piacere...
- Madame, i miei rispetti...
Andò subito al sodo. Chiese se ci fossero ragazze nuove.
- Mais oui...
Gli descrisse la ragazza. Gli descrisse la sua Juliette. Tra i venti e i venticinque, spalle larghe, vita stretta, seni piccoli, gambe ben tornite. Capelli ramati un leggero colorito olivastro e occhi chiari.
- Tutto qui? - domandò ironica madame Marlene
- Tutto qui - ripose serio lui.
- Beh... lo saprà...non è che qui fabbrichiamo ragazze su misura... - abbozzò un risolino - però possiamo andare in salotto a vedere se...
Lui l'aveva già presa sottobraccio e procedettero spediti verso il salotto.
L'atmosfera era rumorosa, allegra e profumata. Una trentina di ragazze affollavano quello che era più un salone che un salotto.
Si guardò intorno con attenzione, mentre Marlene lo osservava.
Occhiate febbrili prendevano in considerazione una ragazza dopo l'altra. Passati alcuni minuti, la tensione andava scemando. La ragazza che cercava non c'era. Nonostante ciò, fece un altro giro di osservazione. Poi guardò Madame Marlene.
Lei capì immediataente la delusione del suo cliente. Lo conosceva, sapeva che non si sarebbe contentato di un'altra qualsiasi.
- Ma questa ragazza somiglia ad una vostra amica...?
- Beh...si... no...
In quel momento arrivò di corsa Paulette, una sorta di vice-tenutaria.
- Madame Marlene... si è ripresentata ancora mademoiselle Douchelin... ed è anche un po' sbronza...
- Ma come...?
- Gli avevo detto che con tutti quei ritardi non potevamo più fare affidamento su di lei... L'avevo anche pagata...
- E adesso che ci fà qui?
- Vuole parlare con lei...
. Monsieur, mi dispiace, ma devo... solo un attimo, ma poi sono subito da lei. Vedrà che la troviamo...
Si avviò alla porta che chiuse dietro di sè.
Lui incuiriosito, si avvicinò alla porta, la socchiuse per osservare la scena.
La sua Juliette! Mademoiselle Douchelin era la personificazione esatta della sua Juliette...
Aprì la porta, a passo spedito raggiunse le donne che stavano discutendo animatamente. Marlene, Paulette e M.lle Duchelin tacquero quando lo videro arrivare con passo deciso e aria determinata.
- Ecco la persona che cercavo - disse in tono perentorio e prendendo per mano la Duchelin
- Ma... - abbozzo timidamente madame Marlene - lei è...
- Lei è perfetta. Quale stanza ci spetta...
La Duchelin guardava quell'uomo un po' stupefatta. Paulette disse:
- C'è la suite 24... monsieur la conosce... - e poi guardando la Marlene in cerca di approvazione - le porto subito la chiave...
- Ma la ragazza deve lavarsi, cambiarsi... - ricordò madame Marlene.
- Lo farà nelle suite.
Appena presa la chiave si avviarono al secondo piano.
Lei appena dentro posò una borsa sul divano.
- Ho davvero bisogno di farmi una doccia...
Entrò nel bagno e lasciò la porta aperta. Lui intanto si era buttato sul letto.
La poteva osservare nuda sotto gli spruzzi che le rimbalzavano sul corpo. Quel corpo proprio come lui l'aveva descritto. Era un po' stordito da quella coincidenza, ma era troppo eccitato per farsi domande.... Juliette era vera... Juliette era lì... Juliette... la sua Juliette...
Una altra lieve scossa lo fece tornare in sé... Era steso sul letto. Aveva perso consocenza ed era rimasto lì accasciato sotto la doccia. L'aveva scoperto il figlio maggiore, rientrando da un partita di calcio. Entrato in bagno per fare una doccia e l'aveva trovato lì. Subito l'aveva portato sul letto e aveva chiamato il medico di famiglia, il dottor Pardon.
Qualche trauma, un paio di sbucciature... nulla di preocupante.
Si era lamentato nell'incoscienza e aveva borbottato balbettando un nome incomprensibile... Lette... Jugette... Giolette..
Quando riprese conoscenza, c'era tutta la famiglia. La moglie stava seduta sul suo letto.
- Pensavamo fossi uscito... avevi detto di non aspettarti per pranzo... non avevi appuntamento a Losanna con Juliette?
Lui fece una smorfia tra il sorpreso e l'incredulo.
-Juliette... Chi?...
- Ma la nuova aiutante di madame Haiken.... quella per le traduzioni in russo...
Fece per alzarsi.
- No - fece il dottor Pardon - oggi è meglio che stai a riposo... niente appuntamenti. Vediamo come stai domani... Poi dovremo fare delle analisi. Dobbiamo capire se sei solo scivolato, o se sei scivolato per un giramento di testa, uno sbalzo di pressione, un piccolo collasso... Georges alla tua età è bene fare tutti i controlli...
Lui se li guardò tutti, muto. Appena fossero andati via, al momento opportuno sarebbe uscito subito. Doveva rintracciare Juliette.
sabato 6 aprile 2013
SIMENON. CI ASPETTA LA LOCANDA DEGLI ANNEGATI
E' in arrivo un altro volume di racconti. Un altro Maigret che dovrebbe trovarsi negli scaffali delle librerie, come già ci aveva preannunciato il nostro attaché Andrea Franco, entro aprile. Si tratta di una raccolta di racconti, come di consuetudine, nella collana de Gli Adelphi.
Titolo: La Locanda degli Annegati e altri racconti. Poi verso metà giugno dovrebbe uscire uno dei romans-durs, il famoso Faubourg (1935 - Gallimard) probabilmente con il titolo Periferia.
Ma su questo ci aggiorneremo poi. Ora parliamo di questi racconti magrettiani che rappresentano gli ultimi "sgoccioli di Maigret" che gli appassionati potranno gustare (ma quanti hanno letto "tutti" i Maigret, romanzi e racconti?).
Il titolo originale é L'Auberge aux noyé e fa parte di quei racconti scritti da Simenon a La Rochelle nel 1938, ma che attesero diversi anni prima della pubblicazione in volume. Si tratta di una ventina di titoli di cui una parte venne pre-editato sui giornali Police-Film e Police-Roman (1938-1939 - Société Parisienne d'Editions). Dopo sei anni videro la luce nel volume Les Nouvelles Enquetes de Maigret edito quindi nel 1944 da Gallimard.
Oltre a quello che fornisce il titolo al volume, ci saranno altri racconti come vi ha abbiamo anticipato con il post del 15 febbraio scorso quello di Andrea Franco. Buona attesa quindi... vedrete, non sarà lunga.
Titolo: La Locanda degli Annegati e altri racconti. Poi verso metà giugno dovrebbe uscire uno dei romans-durs, il famoso Faubourg (1935 - Gallimard) probabilmente con il titolo Periferia.
Ma su questo ci aggiorneremo poi. Ora parliamo di questi racconti magrettiani che rappresentano gli ultimi "sgoccioli di Maigret" che gli appassionati potranno gustare (ma quanti hanno letto "tutti" i Maigret, romanzi e racconti?).
Il titolo originale é L'Auberge aux noyé e fa parte di quei racconti scritti da Simenon a La Rochelle nel 1938, ma che attesero diversi anni prima della pubblicazione in volume. Si tratta di una ventina di titoli di cui una parte venne pre-editato sui giornali Police-Film e Police-Roman (1938-1939 - Société Parisienne d'Editions). Dopo sei anni videro la luce nel volume Les Nouvelles Enquetes de Maigret edito quindi nel 1944 da Gallimard.
Oltre a quello che fornisce il titolo al volume, ci saranno altri racconti come vi ha abbiamo anticipato con il post del 15 febbraio scorso quello di Andrea Franco. Buona attesa quindi... vedrete, non sarà lunga.
venerdì 5 aprile 2013
SIMENON. OMAGGIO DA HENNING MANKELL
E' datato 1° aprile 2013, ma non è uno scherzo. Si tratta piuttosto di un omaggio a Simenon e alla sua creatura Maigret, da parte di uno dei più grandi giallisti contemporanei, Henning Mankell, creatore di un altro commissario, Kurt Wallander.
Infatti, in un'intervista di Caroline Girardon per il giornale francese 20 Minutes al grande giallista svedese, tra le altre c'è la domanda classica quando s'incontra un personaggio del genere.
- Conosce degli autori di gialli francesi e cosa ne pensa? - chiede la Girardon.
- Non ho letto molto dei nuovi autori di gialli francesi - risponde Mankell - Ma devo dire che sono un fervente ammiratore di Simenon e del suo commissario Maigret. Penso addirittura che sia uno dei maestri di questo genere.
Non è il primo scrittore a riconoscere qualità e valore delle opere di Simenon. Ma questa volta vengono da un giallista, non a lui contemporaneo e per di più in merito ai suoi romanzi con il commissario Maigret.
Quando Mankell dice "Penso addirittura che sia uno dei maestri di questo genere", chiaramente sostiene che la valenza dei Maigret non è solo nel fatto che siano dei gialli atipici, alcuni talmente atipici, da valere più come romanzi che come gialli. Ma evidentemente Mankell crede che esista una validità anche nel loro meccanismo giallo.
Questo ribalta un po' il giudizio corrente secondo il quale Simenon era così bravo a scrivere che anche i Maigret hanno un loro valore letterario, a fronte del quale quello dell'intrigo giallo passa in secondo piano.
E qui non si tratta solo del metodo (o del non-metodo) del comissario, di cui si è detto diverse volte. Ma del modo in cui Simenon costruiva le vicende che ruotano attorno al commissario.
Vediamo se riusciamo a ignorare la polpa letteraria e andare all'ossatura gialla di queste inchieste.
Lo scrittore di solito ci presenta un quadro generale, una sorta di ambientazione in cui è maturato il reato o il delitto. La sua innovazione è quella di utilizzare lo strumento psicologico come principale elemento per analizzare la situazione e fare un profilo del colpevole. Se volessimo, potremmo anche definirlo un profiler ante-litteram. Ma mentre oggi il lavoro di questi si basa su banche dati di tipologie comportamentali, di statistiche criminali, di informazioni personali e sociali, Maigret deve operare in altro modo. Lui tutti questi dati deve ricavarli sul campo.
Ecco quindi che Simenon ci fa vedere il commissario, su quella che oggi si chiamerebbe scena del crimine, che osserva, va su e giù senza uno scopo definito, fuma la pipa, ma sopratutto non fa nulla. Mentre gli altri si aspetterebbero che lui operasse concretamente in una direzione o in un'altra, lui sembra non svolgere nessun attività. E in realtà così è. Simenon stesso ci spiega che una volta arrivato sul posto il commissario non fa nulla, o meglio, sta lì ad assorbire gli umori, la mentalità, le dinamiche di quell'ambiente come una spugna. Insomma sta immagazzinando quelle informazioni che i profiler d'oggi hanno sintetizzate in una schermata del computer.
E se vogliamo essere più precisi, più che tendere a generare un profilo, questo suo impregnarsi dell'ambiente serve addirittura a mettersi nella testa del colpevole.
E, a questo proposito, quando qualcuno all'inizio di un indagine gli chiede di chi sospetti, Maigret risponde: "Di tutti!". Oppure quando si vuole sapere quali piste stia seguendo, la risposta è sempre la stessa: "Tutte!"
Una volta raccolti nella propria testa tutti i dati e che è riuscito ad entrare nella pelle del sospettato, allora inizia a prendere delle iniziative che spesso nemmeno i suoi ispettori comprendono, proprio perchè non hanno seguito il processo di "assorbimento".
Il lettore invece si, perché Simenon ha avuto cura di descrivere tutte le osservazioni, le scoperte, le immedesimazioni che il commissario compie in quella fase di passiva inattività. Certo c'è sempre qualche elemento che balza fuori quasi a sorpresa ad un certo punto dell'inchiesta. Diciamo quasi a sorpresa perché è di solito annunciata da frasi tipo "...Maigret aveva un sensazione che gli girava in testa, non sapeva cosa ma si trattava di un elemento di una certa importanza...". Oppure: "... non avrebbe saputo dire perché, ma quel tipo non gli piaceva, e non si trattava solo di antipatia... dietro c'era dell'altro che doveva assolutamente scoprire...". E queste sensazioni ricorrono nell'inchiesta finchè non si trasformano in qualcosa di decisivo per la sua soluzione.
Siamo nel regno della sensibilità e non della ragione. Qualcosa che è entrato nel subconscio del commissario a sua insaputa e crea, insieme alle altre informazioni un coacervo di impressioni, sensazioni, intuizioni che man mano vengono a galla, diventano meno confuse e si traducono in una chiave di lettura indispensabile per la soluzione del caso.
Maigret insomma indaga senza aver l'aria di farlo, come d'altronde Simenon era un grande della letteratura, senza che avesse l'aria di esserlo. E Mankell ha ragione nel sostenere che Simenon era un maestro del genere.
giovedì 4 aprile 2013
SIMENON. FINE DELLA SOSPENSIONE PER PROBLEMI TECNICI. DA DOMANI REGOLARMENTE ON LINE
CI SCUSIAMO CON VOI, MA COME AVRETE NOTATO, DA QUALCHE TEMPO UNA SERIE DI PROBLEMI TECNICI HANNO INTERROTTO PRIMA SALTUARIAMENTE, POI PER QUALCHE GIORNO, LA MESSA ON LINE DEI POST DI "SIMENON-SIMENON". ORA E' TUTTO RISOLTO E DA DOMANI RICOMINCEREMO DI NUOVO CON REGOLARITA' QUOTIDIANA I NOSTRI APPUNTAMENTI.
venerdì 29 marzo 2013
SIMENON. MAIGRET, DE MAIGRET E GLI AUGURI
Quando siamo impegnati nella nostra ricerca quotidiana di informazioni, news e novità su Simenon e Maigret, uno dei nomi su cui ci imbattiamo spesso, soprattutto nei media francesi, è De Maigret e più precisamente Caroline Maigret.
Si tratta di una modella francese, una delle più in conosciute, trentottenne, che ha debuttato nel mondo della moda nel '93. Ha lavorato per Chanel, Valentino, Dior, Louis Vuitton... è apparsa sulle copertine e nei servizi fotografici di Vogue, Elle, Glamour.. Insomma si muove nel gotha degli stilisti e delle fotomodelle. Ma perché ne parliamo? Perché oltre a quel "Maigret", la signorina che vedete qui accanto e il nostro commissario hanno in comune un''altra cosa. In particolare Neuilly-sur-Seine. Già, lì la signorina Caroline nacque nel febbraio del 1975 e proprio a Neuilly-sur-Seine Simenon visse per qualche tempo, scrivendo una ventina di racconti sulle inchieste del commissario Jules Maigret. Molti dei quali prima di uscire nei volumi di Gallimard, nel 1944, videro la luce sulle pagine dei giornali Paris Soir-Dimanche, Police-film e Police-roman dal '36 al '38.
Ma si tratta di una località che ritroviamo anche in altri titoli di Simenon, come scenario di Maigret et la Grande Perche (Presses de la Cité - 1951).
Beh, con questa modella De Maigret, Simenon-Simenon augura ai propri lettori i migliori auguri per le festività pasquali. Un'occasione anche per prenderci una piccola vacanza. Auguri a tutti quindi e arriverderci a martedì prossimo.
Si tratta di una modella francese, una delle più in conosciute, trentottenne, che ha debuttato nel mondo della moda nel '93. Ha lavorato per Chanel, Valentino, Dior, Louis Vuitton... è apparsa sulle copertine e nei servizi fotografici di Vogue, Elle, Glamour.. Insomma si muove nel gotha degli stilisti e delle fotomodelle. Ma perché ne parliamo? Perché oltre a quel "Maigret", la signorina che vedete qui accanto e il nostro commissario hanno in comune un''altra cosa. In particolare Neuilly-sur-Seine. Già, lì la signorina Caroline nacque nel febbraio del 1975 e proprio a Neuilly-sur-Seine Simenon visse per qualche tempo, scrivendo una ventina di racconti sulle inchieste del commissario Jules Maigret. Molti dei quali prima di uscire nei volumi di Gallimard, nel 1944, videro la luce sulle pagine dei giornali Paris Soir-Dimanche, Police-film e Police-roman dal '36 al '38.
Ma si tratta di una località che ritroviamo anche in altri titoli di Simenon, come scenario di Maigret et la Grande Perche (Presses de la Cité - 1951).
Beh, con questa modella De Maigret, Simenon-Simenon augura ai propri lettori i migliori auguri per le festività pasquali. Un'occasione anche per prenderci una piccola vacanza. Auguri a tutti quindi e arriverderci a martedì prossimo.
martedì 26 marzo 2013
SIMENON. ADIEU EPALINGES
![]() |
L'abbandono della villa, in un foto di Hadrien Ponchette per il quotidiano "Libération" |
Ormai erano solo lui e Teresa a viverci.
Quella era la sola casa che in tutta la sua vita si era fatto costruire. Anzi, l'aveva progettata lui in persona per soddisfare tutte le esigenze di una famiglia che allora contemplava, oltre a lui e Denyse, Teresa Sburelin, i figli, una folta schiera di persone tra segretari e servitù, stanziali o meno... Una casa, meglio una villa, meglio ancora una grande villa, tutta su un piano, specificamente pensata sin nel più piccolo dettaglio per le sue necessità quelle dei figli, della moglie...
No. Questo ad Epalinges è un addio alla "casona" che molti giudicarono brutta, funzionale sicuramente anche originale, ma brutta al punto di meritarsi vari soprannomi dagli abitanti locali o dai passanti occasionali: l'opedale. il bunker, la clinica, la latteria.. Insomma una costruzione che a giudizio di molti che l'hanno potuta osservare solo dall'esterno (tra questi ci siamo anche noi) non presentava alcun motivo di gradevolezza e contrastava non poco con il bucolico paesaggio di quelle colline appena nei dintorni di Losanna.
Bene, adesso è stato deciso e approvato di demolirla. Da decine d'anni disabitata e in rovina, quella che doveva celebrare il culmine della carriera del romanziere, non ha seguito la sorte della sua fama e del suo valore letterario che invece in quegli stessi anni sono cresciuti nell'apprezzamento della critica e dei lettori.
La villa d'Epalinges ha invece seguito un lento declino, come succede per tutte le cose umane, fino a diventare un rudere inutile, da abbattere per far posto ad una speculazione edilizia... Su quel terreno sorgerà un residence di gran lusso...
domenica 24 marzo 2013
SIMENON. L'INCONTRO / 2
La
short-story di questo weekend ce la propone Murielle Gigandet, nostra
attachée al Bureau Simenon-Simenon e autrice di altre short-story su
questo daily-blog. Stavolta i protagonisti si
incontrano su un canale... Una situazione giocata abilmente tra realtà e
fiction e decisamente originale. Questa è la seconda parte del racconto pubblicato ieri.
Ricordiamo che chiunque volesse cimentarsi in questa rubrica "...magari come Simenon!", scrivendo dei brevi racconti, potrà farlo proponendosi all'indirizzo
simenon.simenon@temateam.com
L'INCONTRO
di Murielle Gigandet
![]() |
Il commissario Maigret in un'illustrazione di Ferenc Pintér |
(segue)
- Ma è una coincidenza!...
- E sono commissario di polizia…
L’altro restò a bocca aperta. Dopo qualche secondo di
silenzio e di stupore, scoppiò a ridere. La sua risata era così contagiosa e
trascinante che il suo visitatore, abbandonando il suo atteggiamento
imbronciato, iniziò a ridere a sua volta. Poi tornò serio per domandare:
- Spero che nel vostro libro non raccontiate vicende
inverosimili…
L’altro assunse un’aria strana:
Beh, insomma … invento un po’… anzi parecchio…non conosco
davvero il mondo della polizia …so quello che raccontano i giornali…
- Fatemi vedere la vostra storia…
Il viso del futuro romanziere s’illuminò.
- Davvero volete? Vi avviso che non si tratta ancora di
buona letteratura…
- Poco importa
- borbottò Maigret – la forma. Voglio solo scoprire se c’è un po’ di
verosimiglianza.
I minuti passavano. Si sentivano solamente i martelli del
cantiere, le grida dei gabbiani e
lo stropiccìo dei fogli che il commissario teneva in mano.
La sua lettura durò parecchio tempo, mentre il suo ospite lo osservava con un sguardo ansioso, vuotando,
senza accorgersene, tutta la bottiglia di ginepro. Infine Maigret sospirando,
posò l’ultimo foglio sulla pila. Non disse nulla, riaccese la sua pipa, e
lasciò andare il suo sguardo sul canale. L’altro non osava interrogarlo, anche
se provava un curiosità furiosa. Il commissario sentì che doveva dire quacosa.
- Vedete – iniziò…
Non trovava il tono giusto. Avrebbe voluto bere un altro
bicchiere, ma si accorse che la bottiglia era vuota.
- Non avete altro da bere? – domandò con tono burbero.
Il suo ospite sorrise.
- Non ho più nulla. Ma se volete possiamo andare qui di
fronte…
I due uomini abbandonarono la chiatta, traversarono il
cantiere ingombro di palanche e aprirono la porta di una piccola costruzione
che somigliava appena a un cafè. Il suo ospite spiegò:
- Qui vengono soprattutto gli operai del cantiere. Non
servono da mangiare, ma il ginepro è buono…
Si sistemarono in un tavolo e l’oste gli portò subito un recipiente di pietra, riempito fino
al bordo di un ginepro profumato. Dopo aver bevuto un paio di bicchieri,
Maigret iniziò:
- Vedete, quello che è difficile nel nostro mestiere…
Quando il crepuscolo scese sul canale quasi addormentato, un treno riportava
verso la Francia il commissario Maigret, mentre il suo compagno ritornava
pensoso alla sua chiatta. Montò, si sedette su una cassa, poi restò qualche
minuto immobile. Infine si riscosse, accese la pipa, prese un nuovo foglio di
carta, lo infilò nel rullo della sua macchina da scrivere. Le sue dita dapprima
sfiorarono la tastiera e poi molto veloci, sempre più veloci le parole s’impressero
sul foglio bianco:
Il commissario
Maigret, della prima Brigata mobile, alzò la testa ed ebbe l’impressione
che il crepitìo della
stufa piantata nel bel mezzo del suo ufficio…
sabato 23 marzo 2013
SIMENON. L'INCONTRO / 1
La short-story di questo weekend ce la propone Murielle Gigandet, nostra attachée al Bureau Simenon-Simenon e autrice di altre short-story su questo daily-blog. Stavolta i protagonisti si incontrano su un canale... Una situazione giocata abilmente tra realtà e fiction e decisamente originale, cui domani seguirà una seconda parte
Ricordiamo che chiunque volesse cimentarsi in questa rubrica "...magari come Simenon!", scrivendo dei brevi racconti, potrà farlo proponendosi all'indirizzo
simenon.simenon@temateam.com
L'INCONTRO
di Murielle Gigandet
![]() |
Il commissario Maigret in un'illustrazione di Ferenc Pintér |
Era finita. Come sempre al termine di un’inchiesta il
sollievo che sentiva si mescolava con una sorta di disgusto, di svuotamento che ormai non cercava nemmeno più
di contrastare. Andò a prendere la sua valigia in albergo, dove bevve un ultimo
bicchiere di birra, poi si avviò verso la stazione. Aveva tempo, come costatò arrivando: il suo treno non
partiva prima di tre quarti d’ora. Siccome non sopportava di aspettare
pazientemente sulla banchina ventosa o nelle sale d’aspetto surriscaldate,
decise d’attraversare la strada per recarsi al café dove si era fermato il
giorno del suo arrivo.
Cercò di aprire la porta che però fece resistenza. Riprovò ancora, quando si accorse guardando
attraverso il vetro,che il locale era buio e sembrava vuoto. Pensò che poteva
essere il giorno di chiusura e con un certo disappunto, fece meccanicamente il
giro della piazza per tre volte. Poi, siccome ne ebbe abbastanza di passare per
l’ennesima volta davanti alla stessa casa dai mattoni rossi, con una finestra
che incorniciava il viso pallido di una vecchia donna, ogni volta che le sue
gambe lo riportavano davanti a quella facciata, si diresse a grandi passi verso
il canale.
Non voleva che sembrasse un pellegrinaggio e così… Per non essere tentato di recarsi fino davanti alla fattoria, si fermò
davanti al cantiere dove era in riparazione una grossa imbarcazione. Il suo
sguardo che seguiva gli scarti di legno che galleggiavano, incrociò un’immagine inusuale: ad una decina di
metri più in là, da una chiatta che aveva ritenuto abbandonata, spuntavano delle
volute di fumo azzurro. Percepì anche un ticchettìo di cui non riusciva a
spiegarsi l’origine.
Incuriosito, si avvicinò, e scoprì, seduto su una cassa, la
pipa tra i denti e una bottiglia di liquore al fianco, un uomo che batteva a
tutta velocità sui tasti di una macchina da scrivere. L’osservò per un bel po’
senza dire nulla e stava per andarsene quando l’altro alzò la testa al fischio
della sirena del cantiere.
I loro sguardi s’incrociarono. E lo stesso stupore si poteva
leggere nelle due paia d’occhi e l’uomo della chiatta, per primo fece un gesto indirizzato all’uomo
sulla riva del canale.
Non era certo il primo che passava e si fermava ad osservare
con curiosità quel “fenomeno” seduto sulla chiatta, mezza piena d’acqua, ma
questa volta qualcosa di differente sembrò attirarlo in quell’ennesimo curioso.
La sua pipa, forse, che sbuffava
come la propria? Gli fece segno di avvicinarsi e, siccome il passante esitava,
gli tese la mano come per aiutarlo a salire sulla chiatta che si mise ad
ondeggiare sotto il peso dei due uomini.
Il nuovo arrivato iniziò a guardarsi intorno senza proferir
parola: appena indirizzò lo sguardo, che voleva essere discreto, verso la
bottiglia di liquore, l’altro sorrise e inizò la conversazione:
- E’ ginepro – disse – lo conosce?
- Si.
- E' francese?
- Sì, e voi?
- Sono d’origine belga.
Il visitatore, messo a suo agio dall’aria vivace e simpatica
del suo ospite, provò a fare qualche domanda.
- Come mai vi siete sistemato qui? Non è un posto granché
confortevole per scrivere…
- Vedete l’imbarcazione che stanno riparando, laggiù?
L’altro assentì.
- E’ la mia. E lo dico con un certo orgoglio. Di solito è li che scrivo, ma siccome gli operai
sono troppo rumorosi, mi sono sistemato qui per lavorare.
- Siete uno scrittore?
- No, romanziere
– sorrise – Beh, insomma voglio diventare romanziere. Per il momento sperimento,
cerco, vado un po’ a tentoni…
- E’ difficile?
- Abbastanza, ma credo proprio che ci arriverò.
L’uomo ostentata una certa sicurezza, senza falsa modestia, e faceva venir voglia
di credergli.
- E cosa scrivete?
- Oh, fino ad oggi, ho scritto molti romanzi brevi per le
donnette, dei racconti, insomma della letteratura alimentare… Ma vorrei passare
alla tappa successiva. Cerco un
personaggio che mi serva in qualche modo da filo conduttore. Ho scritto qualche
settimana fa’ un romanzo il cui eroe era un avventuriero che risolve dei
misteri, una sorta di detective non professionista, ma brillante. Pensavo di
aver centrato il mio intento, ma non ci siamo ancora…
E, dicendo questo, fece una smorfia di rammarico; era allo
stesso tempo divertente e toccante e il suo visitatore dovette trattenersi per non ridere. L’altro
riprese:
- No, credo che dovrò cercare qualche altra cosa… Avrei
pensato ad un personaggio della polizia, ma…
S’interruppe guardando l‘aria stranita che andava assumendo
il visitatore.
- Credete che non sia una buona idea? I romanzi polizieschi
iniziano ad essere di moda, quindi…
L’altro iniziò a brontolare e, bofonchiando un mezzo saluto,
si apprestò ad abbandonare la chiatta.
- Aspettate, che vi prende? Ho detto qualcosa che non vi va
a genio?
L’altro stava per saltare dalla chiatta, ma l'altro lo trattenne per una manica.
- Vi prego, non andatevene così. Cominciavo a trovarvi
simpatico e poi mi avete ascoltato con grande pazienza… almeno fino ad ora…
L’altro esitava ancora. Il suo ospite ebbe un sorriso
disarmante e, mostrando la bottiglia, disse:
- Non volete bere un bicchiere con me? Non c’è niente di
meglio che bere insieme per entrare in confidenza…
Il visitatore infine acconsentì.
- Ho solamente un bicchiere, ma potremmo bere a turno… se vi
va…
Non si poteva resistere davanti a tanta buona volontà di
mostrarsi simpatico. Uno dopo l’altro, i due uomini assaggiarono qualche
bicchiere: l’alcol bruciava un po’ la gola, ma il calore che scendeva nel
corpo era piacevole e faceva percepire quell’ambiente umido, sotto una diversa
luce, più gradevole.
Offrì al suo visitatore una cassa, sulla quale quello si
sistemò con una certa precauzione. Visto che era di nuovo attento, gli
mostrò una pila di fogli accanto
alla macchina da scrivere.
- In questo momento, sto provando un nuovo personaggio. E’
un poliziotto. L’ho già fatto lavorare a Marsiglia in un altro romanzo, e
questa volta ho deciso di farlo salire a Parigi. Infatti lavora a Quai des
Orfèvres.
Senza accorgersi che il suo interlocutore riprendeva un’aria di
disapprovazione, prese un foglio dalla pila e cominciò a leggere a voce alta:
- Il fatto in sé sorprese appena il commissario Maigret…
Questa volta il visitatore non si limitò a brontolare. Si
alzò all’improvviso, rischiando di far capovolgere la chiatta. L’altro
trattenne la macchina da scrivere, che stava scivolando dalla cassa su cui era
poggiata, e levò sul suo visitatore uno sguardo sorpreso. L’altro si sentì
obbligato a spiegare il suo comportamento. Disse in un fiato:
- Io mi chiamo Maigret (segue)
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