domenica 2 febbraio 2020

SIMENON SIMENON. LES MYSTERES DU GRAND GEORGES - I MISTERI DEL GRANDE GEORGES - GREAT GEORGES' MYSTERIES




 Les énigmes rédactionnelles des premiers romans de la saga maigretienne
Gli enigmi di scrittura dei primi romanzi della serie maigrettiana
The writing enigmas of the first novels in the Maigret saga



Dans cette nouvelle rubrique, nous allons faire un petit tour d'horizon des énigmes non encore résolues à propos des dates de rédaction des premiers romans Maigret. Nous allons faire le point sur les recherches menées jusqu'à présent, et sur les solutions que les bibliographes ont proposées.

In questa nuova rubrica faremo un breve giro d’orizzonte degli enigmi non ancora risolti a proposito delle date di redazione dei primi romanzi di Maigret. Faremo il punto sulle ricerche fin qui effettuate e sulle risposte che i bibliografi hanno proposto.


In this new column we'll do a small overview of unsolved enigmas about the writing dates of the firsMaigret novels. We'll review the research conducted so far, and the solutions proposed by bibliographers.



Pietr le Letton

D'après Simenon lui-même, ce roman fut rédigé en septembre 1929 à Delfzijl. Ou du moins, il s'en tint à cette version privilége, dès qu'elle fut accréditée par linauguration de la statue de Maigret, et « mythifiée » dans la préface que le romancier écrivit pour le volume inaugural de la collection RencontrePlusieurs chercheurs ont mis en doute cette version, et ont pensé que, si Simenon a bien écrit un roman dans le port hollandais, il devait s'agir plutôt d'un proto-Maigret, Train de nuit selon Menguy et Deligny, La Maison de l'inquiétude selon Francis Lacassin. Pour les premiers, Pietr le Letton aurait été rédi en mai 1930 à Morsang, tandis que Lacassin privilégie l'hypothèse d'une rédaction pendant l'hiver 1929-1930 à Stavoren. Mais d'autres simenoniens préfèrent pencher pour la version de Delfzijl. Un débat qui est loin d'être terminé, comme l'attestent les éditions les plus récentes du roman ; la collection Tout Maigret 2007 publiée par Omnibus liste les trois dates possibles : septembre 1929 à Delfzijl, hiver 1929-1930 à Delfzijl ou Stavoren, printemps 1930 (avril ou mai) à Morsang ; tandis que cette même collection, dans sa version 2019, est revenue à une prudente estimation entre septembre 1929 et mai 1930, comme dans la version numérique de
2012. Saurons-nous un jour la vérité ?...


Pietro il Lettone

Secondo lo stesso Simenon, questo romanzo fu scritto nel settembre del 1929 a Delfzijl… O perlomeno si attiene a questa versione prediletta, dal momento che divenne accreditata dallinaugurazione della statua di Maigret e “mitizzata nella prefazione che il romanziere scrisse per il volume inaugurale della collezione RencontreDiversi ricercatori hanno messo in dubbio questa versione e si è pensato che, se Simenon aveva davvero scritto un romanzo nel porto olandese, doveva trattarsi piuttosto di un proto-Maigret, Train de nuit, secondo Menguy e Deligny, La Maison de linquiétude secondo Francis Lacassin. Per i primi, Pietro il lettone sarebbe stato scritto nel maggio del 1930 a Morsang, mentre Lacassin privilegia lipotesi di una stesura durante linverno 1929-1930 a Stavoren. Ma altri simenoniani preferiscono propendere per la versione di Delfzijl. Un dibattito che, ben lungi dallessere concluso, come attestano le edizioni più recenti del romanzo; la collezione Tout Maigret 2007 pubblicata da Omnibus, elenca le tre date possibili: settembre 1929 a Delfzijl, inverno 1929-1930 a Delfzijl o a Stavoren, primavera 1930 (aprile o maggio) a Morsang, anche se questa stessa collezione, nelledizione 2019, ritorna ad una prudente stima tra settembre 1929 e maggio 1930, come nella versione digitale del 2012. Riusciremo mai, un giorno, a sapere la verità?


Peter the Lett

According to Simenon himself, this novel was written in September 1929 in Delfzijl. At least he stuck to this preferred version as soon as it was accredited by the inauguration of Maigret’s statue, and "mythified" in the
preface the novelist wrote for the first volume of the Rencontre collection… Several researchers have questioned this version, and they think that, if Simenon really wrote a novel in the Dutch harbor, it must have been a "proto-Maigret", Train de nuit according to Menguy and Deligny, La Maison de l'inquiétude according to Francis Lacassin. Menguy and Deligny thought that Peter the Lett might have been written in May 1930 in Morsang, whereas Lacassin favored the hypothesis of a winter 1929-1930 writing in Stavoren. Yet other Simenon scholars prefer to look for the Delfzijl version. A debate that is far from over, as evidenced by the most recent editions of the novel; the Tout Maigret collection, published by Omnibus i2007, gives the three possible dates: September 1929 in Delfzijl, winter 1929-1930 in Delfzijl or Stavoren, spring (April or May) 1930 in Morsang; whereas this same collection, in its 2019 version, has returned to a
prudent estimate between September 1929 and May 1930, as in the digital version of 2012. Will we one day know the truth?...

Murielle Wenger

sabato 1 febbraio 2020

SIMENON SIMENON "REPORT". READING GROUP: WICH GEORGES SIMENON BOOK SHOULD WE READ IN FEBRUARY?



The Guardian - 28/01/2020 - Sam Jordison - Last month, Penguin republished Maigret and Monsieur Charles, the last Maigret written by Georges Simenon in a new translation by Ros Schwartz. It marks the end of what author John Banville called “a positively heroic publishing venture”. Over the past six years, Penguin has brought out all 75 of the Maigret books that Simenon wrote, producing a new translation every six months, which is, as Banville says, a fitting monument to one of the greatest writers of the 20th century. It feels like a good reason to investigate Simenon here on the Reading Group. We can discover why André Gide called him “perhaps the greatest and the most truly a novelist in contemporary French letters”. Why Camus said he learned from him. Why Muriel Spark and Henry Miller adored him. Why William Faulkner compared him to Chekhov. Why the famous Belgian remains one of the most widely read French-language writers of the 20th century...>>>

venerdì 31 gennaio 2020

SIMENON SIMENON. CRAXI COME "IL PRESIDENTE" DI SIMENON?

"Il Presidente", Clemenceau, nel film Augustin, sembra una traccia per "Hammamet",  sul premier Craxi, uscito da poco nelle sale italiane 

SIMENON SIMENON. CRAXI COMME "LE PRESIDENT" DE SIMENON?
"Le Président", Clemenceau, Augustin dans le film, et dans le livre de Simenon, est-il une piste pour "Hammamet", un film sur Craxi, qui est sorti récemment en salle en Italie
SIMENON SIMENON. CRAXI LIKE SIMENON'S "THE PREMIER"?
Is "The Premier", Clemenceau, Augustin in the movie, and in Simenon's novel, a track for "Hammamet", a film about Craxi, newly released in Italy?



Qualche giorno fa', un articolo sul "Corriere della Sera" di Roberto Iasoni, adombrava alcune analogie tra il recente film "Hammamet" sull' ex-premier socialista Bettino Craxi, diretto da Gianni D'Amelio e "Il presidente" film del '61 di Herny Verneuil che racconta invece gli ultimi giorni di Émile Beaufort ex-presidente del Consiglio dei ministri francese che richiama un po' la figura di Georges Clemenceau. Questi in sintesi gli elementi che fanno collegare all'articolista le due pellicole: la figura del leader francese, ex primo ministro si è ritirato come Craxi, ma mentre il primo è solo andato in provincia, il secondo è fuggito all'estero in Tunisia, avendo subito due condanne ed essendo in attesa di altri processi. Entrambe vivono la fine della loro vita isolati dal loro vecchio partito e dai compagni di militanza l'unica cosa che li rende entrambe ancora considerati è il possesso di carte o di informazioni che potrebbero interessare al momento i politici al potere.
Da un parte quindi un calvario umano di chi da potente diventa irrilevante, dimenticato e vive in solitudine, sia pure in un'isolamento dorato. Dall'altra due personaggi che aprono e chiudono un secolo: Clemenceau già primo ministro dal 1906 prima delle due guerre mondiali, Craxi arrivato a quella carica nel 1983 a conflitti conclusi da quasi quarant'anni. Due mondi politicamente e socialmente poco comparabili eppure, secondo Iasoni, contano diverse analogie: "... il tramonto di una formidabile carriera politica, l’esilio, la malattia, l’imbarazzo generato dai due monumenti viventi… A saldare il destino dei due protagonisti è la tragica presa di coscienza della propria sconfitta....".
Se da una parte questo è vero, bisogna tener presente che il film di Verneuil, magistralmente interpretato tra l'altro da un strepitoso Jean Gabin, è la trasposizione di un romanzo di Simenon che, a sua volta, è una libera ispirazione alla vicenda Clemenceau, presa ad esempio dei giochi di potere della politica, della corruzione e del peggior lato del potere nelle istituzioni.
Il film su Craxi è invece un'opera prima, sceneggiata e diretta dallo stesso D'Amelio, su un personaggio di cui la storia ha già dato alcuni giudizi, ma, sembra, non il verdetto definitivo.
Insomma sono due pellicole che non hanno una genesi comparabile.
E poi Émile Beaufort, che rappresenta Clemenceau, è un politico integerrimo (definizione che oggi sembra quasi un ossimoro), non ha corrotto e non ha rubato. Craxi invece è stato processato proprio per questione legate al finanziamento illecito del suo partito, storie di tangenti e corruzioni su cui la giustizia ha sospeso il suo corso per la morte dell'accusato. Beaufort-Clemenceau sembra essere un politico vecchio stampo, ligio alle regole, con una severa morale politica, mentre Craxi appare come il simbolo della politica fine secolo, che dice di guardare lontano a traguardi di grande livello e che non può occuparsi degli intrallazzi di denaro che avvengono sottobanco e sotto il suo naso. 
Insomma forse la comparazione dei due film e dei loro protagonisti è un po' problematica, anche perché, mentre Le Président si affida alla superba interpretazione di Jean Gabin, Hammamet si basa su un pur bravissimo Pierfrancesco Favino, ma soprattutto su un trucco che ne trasforma le fattezze in un incredibile replica dei lineamenti di Craxi.    
E questa può essere la chiave per cogliere la lontananza dei due film. Quella moderna tecnologia che, spinta ogni oltre limite, riesce, sia pure nella fiction, a trasformare un uomo in un altro e a fondare parte della valenza dell'opera sull'apparire. Il film del '60 invece cercava non certo il perfezionismo formale, ma la forza del simbolo affinché l'evocazione del personaggio e della vicenda fossero più coinvolgenti possibile.