mercoledì 26 ottobre 2011

SIMENON. IL MISTERO DEL GATTO

Epalinges 1966. Simenon nella sua grande villa presso Losanna è ormai quasi solo. Sono più di due anni che Denyse, la sua seconda moglie ha lasciato definitivamente la famiglia. I figli, ormai grandi, sono lontano per seguire ognuno la propria strada. Rimangono solo Nicolas, il più  piccolo ancora in età scolare, e Teresa che è ormai diventata la sua nuova compagna di vita. Non c'è più la "grande famiglia", con moglie, ex moglie, femme de chambre, istitutrice e figli  al seguito, quella degli anni americani è solo un lontano ricordo. Lo scrittore ha passato la sessantina, ma non è certo quello che si può definire un anziano. Ancora scrive ad un ritmo che altri si sognano, si occupa dei suoi diritti, viaggia ancora per l'Europa (in Olanda dove hanno eretto una statua in onore di Maigret o a Parigi per curare il suo lavoro editoriale), concede interviste, scrive articoli.... ma qualcosa sta cambiando.
In quell'anno, ai primi di ottobre, finisce di scrivere un romanzo. E' una storia un po' strana sono due vecchi coniugi che si odiano, incattiviti dalla vita e da una convivenza in un appartamento che è diventato un ring per uno scontro continuo. I due si insultano, anzi si scrivono insulti, dal momento che non si parlano nemmeno più, e comunicano con dei bigliettini. I due ultrasettantenni si provocano a vicenda, ognuno con i comportamenti e le azioni più sgradevoli all'altro. Una vita d'odio in una casa d'inferno. E Simenon è magistrale, capace con un stile asciutto e crudo di rendere la tragedia di questi due individui, che rappresentano un po' l'uomo nudo, quello che non ha più nulla da nascondere, che nemmeno non vuole nasconderlo. Il titolo Le Chat prende lo spunto da un fatto scatenante nella narrazione. La sparizione del gatto del protagonista Emile, il quale è convinto che sia stata la moglie a farlo sparire o ad ucciderlo... ed era quanto di più caro avesse... E da lì parte la rappresentazione della degenerazione della coppia che Simenon porta avanti lucido e implacabile fino alle estreme conseguenze. Verrebbe da pensare che questa storia potrebbe essere ispirata dalla sua infelice esperienza matrìmoniale con Denyse, la seconda moglie, ma, come ebbe a spiegare anche lo stesso Simenon  anni più tardi, veniva dal ricordo dei suoi genitori, rimproverando ad una madre ormai morta e riferendosi al rapporto con il padre "... non avete tardato a diffidare uno dell'altro, lui ti ha incolpato di aver sperato che lui morisse per godere da sola la sua pensione... Nella casa di rue de l'Einseignement, dove non c'erano più affittuari, restaste soli faccia a faccia, due stranieri, se non due nemici...".
Per la cronaca sul famoso calendario sono segnati i giorni in cui scrisse questo romanzo, dal 29 settembre al 5 ottobre, dunque i soliti sette giorni, più 4 giorni, dal 17 al 20 ottobre per la revisione. E la prima stesura fatta a mano, fu convertita con la macchina per scrivere: "... con la penna ci si sente troppo scrittori - spiegò poi Simenon - induce all'eleganza del linguaggio alle belle immagini...".
Più che mai da questo romanzo in poi Simenon aveva intenzione di togliere quella "letteratura" che lui ancora percepiva, e di cui voleva sbarazzare la sua opera come dichiarò in un'intervista a Sigaux e de Fallois "...ho cercato ne Le Chat e nei romanzi successivi di togliere tutto il pittoresco, di eliminare quella atmosfera tanto citata a proposito dei miei romanzi precedenti, per mantenere davvero solo l'essere umano...".
Ci sarebbe da parlare anche della versione cinematografica, quell'indimenticabile pellicola realizzata nel 1971 da Pierre Granier-Deferre con due splendidi interpreti, Simone Signoret e Jean Gabin. Ma questa è un'altra storia e ne parleremo in un post dedicato.

lunedì 24 ottobre 2011

SIMENON VOLTA L'ULTIMA PAGINA

Giovedì 7 settembre 1989. La notizia è che Georges Simenon é morto. Le agenzie hanno battuto la notizia il giorno prima. In ritardo. Teresa, la sua compagna, ha fatto appena in tempo a far cremare il corpo dell'ottantaseienne romanziere (che si è spento nella notte di lunedì 4) e a spargere le sue ceneri nella loro casa di rue des Figuiers, lì dove Simemeon aveva disperso quelle della figlia Marie-Jo, morta suicida una decina d'anni prima. Erano le volontà del suo Georges: non far sapere nulla a nessuno, nemmeno ai figli, non prima di essersi ricongiunto con la terra de suo giardino, all'ombra del suo amato grande cedro del Libano.
Solo La Suisse, riesce ad anticipare la notizia, grazie alla soffiata di un impiegato dell'ospedale. Gli altri giornali, francesi, belgi, e di tutto il mondo escono con la notizia il giorno 7. Alcuni fanno titoli a più colonne in prima pagina, altri organizzano speciali con interviste, commenti, ricordi. Il titolo che abbiamo dato a questo post é quello che pubblicò Liberation, ma il tenore era lo stesso anche per quelli degli altri giornali, delle radio e delle televisioni.
E in quel frangente, soprattutto in Francia ci furono molti commenti di intellettuali, politici, registi, scrittori.
L'allora capo dell'Eliseo, Francois Mitterand, volle sugellare la statura mondiale dello scrittore "...alla confluenze di diverse culture, Georges Simenon ci lascia un'opera che è divenuta patrimonio collettivo dell'umanità...". E il suo ministro della cultura Jack Lang ne sottolineò l'aspetto umano "...é un grande uomo, molto semplice, che scompare...".
Il famoso scrittore di noir Leo Malet non nascose la sua ammirazione: "...era un genio, sia per l'immensa produzione che per l'interessa suscitato dai suoi libri. Spero che gli sia tributato un omaggio pari al suo talento...".
Il regista Jean Dellanoy che aveva portato sul grande schermo diversi film tratti dai romanzi di Simenon dichiarò "... l'amavo moltissimo. Perdiamo un grande autore. Io lessi cinquanta Maigret quando ne scelsi due con Jean Gabin nel ruolo del commissario Maigret...". Il famoso giornalista culturale , Bernard Pivot, ribadì la statura letteraria di Simenon "...è stato un divoratore di vita. Il suo genio consisteva nel trasporre sul foglio bianco quello che aveva osservato durante la sua vita. Non è stato il più grande scrittore, ma uno dei più grandi...".
Altro cineasta che si era cimentato con i film dai romanzi simenoniani Bertrand Tavernier "...uno scrittore straordinario, molto profondo che ha donato dei capolavori al cinema francese...".
Dal 4 ottobre 1989 si creò di fatto un grande vuoto per lettori, scrittori, registi, intellettuali e per la cultura tutta.

domenica 23 ottobre 2011

SIMENON. IL GATTO SALE E L'ASSASSINO SCENDE

Ci fidiamo delle classifiche dei giornali della televisione, di internet? Sì, no, insomma... In fondo in fondo è un gioco? Non proprio, ma... quanto ad affidabilità sono un po' come i sondaggi delle intenzioni di voto, quando incombono le elezioni politiche. Direte voi, ma quelle sono appunto su "intenzioni" e come tali mutevoli, questi sono dati di libri già venduti. Dati quindi oggettivi, almeno così dovrebbe essere. Ma ricordiamoci sempre che sono sondaggi, e gli istituti che li realizzano, consultano qualche centinaio di libererie, ma non sappiamo quante grandi e quante piccole, in che parte facenti parte di  catene e in che parte indipendenti, poi, se sono definite librerie, non dovrebbero essere conteggiati i libri venduti, nelle edicole, ai supermercati, negli autogrill, in quei negozi che vendono film, musica, libri. E infine non bisogna dimenticare gli ormai numeri rilevanti dei titoli venduti on line. (Amazon, Internet Book Shop, BOL...).
Tutta questa tiritera per dire che delle quasi tremila librerie italiane, nel migliore dei casi, quelle che vengono prese in considerazione da questi sondaggi è quasi un terzo (che di per sé sarebbe già un bella percentuale come campione statistico), ma poi bisognerebbe analizzare la composizione del campione satistico e confrontarlo con l'universo analizzato e, per esempio, accertare se le caratteristiche del primo corrispondono a quelle del secondo. Ma questo nessuno ce lo dice. E inoltre abbiamo parlato degli altri punti vendità, molto diversi tra loro, che complicano ancora di più la fedeltà del campione esaminato rispetto all'universo di tutti gli esercizi commerciali che vendono libri.
Insomma non diciamo di prendere queste classifiche proprio come un gioco, magari anche divertente, ma certo considerarle come uno punto di riferimento e/o uno spunto per fare delle "belle chiacchierate" sui libri.
Come d'altronde facciamo noi su questo sito all'uscita di un titolo di Simenon.
Questa settimana ci occupiamo delle due classifiche pubblicate ieri (sabato 22/9) da TuttoLibri de La Stampa e oggi (domenica 23/9) da Il Corriere della Sera nella sezione Cultura. Uno dei motivi per cui vogliamo accostare i due quotidiani dipende dal fatto che per entrambe i quotidiani la società di sondaggi che elabora le classifiche è la stessa: la Nielsen Bookscan con un giorno di sfasamento nel periodo di rilevazione: La Stampa 9-15 ottobre 2011, Il Corriere 10-16 ottobre.
Risultati. Su La Stampa Simenon è presente nella sezione "Tascabili" con un Maigret e l'omicida di rue Popincourt che scende dal primo al terzo posto e con il romanzo Il Gatto (Le Chat - 1967) rieditato nella collana economica Gli Adelphi (già pubblicato nel secondo volume de I romanzi nel 2004) e che debutta al quinto posto.
Stessa società, quasi stesso periodo (non ci dicono se con lo stesso campione),
su Il Corriere della Sera di oggi nella sezione "Narrativa straniera" vediamo l'inchiesta del commissario all'undicesimo posto e il romanzo Il Gatto al tredicesimo.
Classifiche comunque non comparabili  perché nel quotidiano torinese le classifiche si fermano al decimo posto (e per esempio i titoli di Simenon non appaiono nella sezione "Narrativa Straniera"), mentre quelle del Corsera arrivano al ventesimo. Inoltre nel quotidiano milanese non troviamo la sezione "Tascabili" che invece è presente su La Stampa.

venerdì 21 ottobre 2011

SIMENON. OPERAZIONE MAIGRET... A CATANIA?

Non siamo a Quai des Orfévres, ma a piazza S. Nicolella. Niente atmosfera brumosa dell'Ile de La Cité, ma il soleggiato clima del sud. Non c'entra St.Germaine de Prés, ma il quartiere di San Cristoforo. Nessun morto, ma spaccio di cocaina. Eppure l'operazione condotta giorni fa dalla Guardia di Finanza  è stata da loro denominata Operazione Maigret. Siamo a Catania e non a Parigi.
Forse qualche collegamento con narcotrafficanti francesi, marsigliesi magari, penserete voi. Siete sulla strada sbagliata... tra i vari arrestati ci sono solo dei Zappalà, dei Carambia, dei Paratore, dei Privitera... nessun Duchamp, Sauteil o Parassin.
E allora, direte voi cosa c'entra Maigret?
La risposta ce la fornisce il quotidiano Catania Oggi che spiega nella conclusione dell'articolo dedicato all'operazione della GdF catanese "...grazie all'impegno profuso dalle fiamme gialle, che hanno eseguito una difficilissima indagine tradizionale, da qui il nome " Maigret", infatti non sono state eseguite intercettazioni telefoniche o ambientali, ma esclusivamente servizi di appostamento e pedinamento, protratti per lunghi periodi, si è riusciti a sgominare una banda di spacciatori".
Voila. Ecco risolto il mistero dell'Operazione Maigret.

mercoledì 19 ottobre 2011

SIMENON. I GIORNI DEL CALENDARIO

Il fastidioso malessere, l'ispirazione, l'état de roman, gli appunti sulle buste gialle, i lunghi elenchi di nomi e cognomi... e potremo continuare con i rituali che precedevano la stesura di un romanzo di Simenon. Ma ce n'é uno che invece seguiva tutto il romanzo e ne fissava per così dire concretamente la stesura. Si trattava delle croci che lui segnava sul calendario (famoso uno della compagnia aerea americana TWA), una per ogni giorno in cui lo scrittore  scriveva il romanzo di turno.
Sappiamo che Simenon impiegava circa tra i sette e i dieci giorni per completare un romanzo. E quotidianamente  segnava in rosso la casella del giorno. E poi, una volta finito, dopo qualche giorno di pausa, in blu quelli dedicati alla revisione.
In questi casi c'è sempre la tentazione di attribuire a questo tipo di abitudini un particolare significato. Ma d'altra parte, come succede non di rado, può trattarsi di un gesto senza nessun significato profondo, ad esempio un modo di fissare visivamente il lavoro svolto. L'avrebbe potuto fare su una di quelle famose buste gialle, oppure segnarlo su un agenda da tavolo o annotarlo su un tacquino tascabile.
In realtà il calendario era appeso al muro e probabilmente ben visibile ogni volta che alzava lo sguardo dalla macchina per scrivere.
Simenon lo sappiamo era un tipo scrupoloso e preciso, forse quell'immediato richiamo al punto in cui si trovava il suo lavoro poteva costituire un punto di riferimento o una conferma. Quarto o sesto giorno? Ottavo o nono? Così sapeva senza pensare, senza fare calcoli quanto aveva scritto e quanto doveva ancora scrivere (non va dimenticato che, affermava di sapere perfettamente, nelle diverse età, se l'état de roman sarebbe durato dieci, nove o otto giorni).
Così l'immagine dello scrittore si arricchisce di una nuova caratteristica, che fa discutere.
Come potete vedere all'inizio di questo post, c'è anche una foto che lo ritrae davanti ad uno di questi calendari e forse non è nemmeno la sola. Simenon si preoccupava di lasciare una traccia anche di questo rito. C'è anche da pensare che fosse una tessera di un puzzle sapientemente costruito ad uso e consumo della stampa e del pubblico. D'altronde non è la prima volta che sottolineiamo la capacità di Simenon di saper curare assai bene la sua immagine di personaggio e di scrittore, quasi al limite di quella che ai nostri tempi si definirebbe una strategia di marketing.
E gli specialisti di oggi potrebbero spiegarvi che anche un calendario può avere la sua buona importanza, se usato nel modo adeguato.

martedì 18 ottobre 2011

SIMENON E IL CASO DEI LETTORI DEI MAIGRET

Finto libro di Maigret, disegno di Pinter
Sulla classifica di TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso, Maigret e l'omicida di rue Popincourt, risulta stabile al primo posto della sezione Tascabili, come la settimana precedente. Sulla fisionomia di long-seller dei libri di Simenon abbiamo già detto. Oggi vorremmo interrogarci su chi è il lettore almeno dei Maigret (iniziamo dal più facile...).
Non si fanno, in Italia, almeno, studi di mercato o analisi sull'universo dei lettori di un autore. Il mercato dei libri nel nostro paese é così contenuto che i margini complessivi degli editori (quando ci sono) non consentono  di investire in quegli strumenti che altri prodotti invece di largo consumo permettono, come pubblicità, sponsorizzazioni, campagne di comunicazione e studi di marketing mirati. Per il libro si va più a naso, un po' la sensibilità degli editor, o degli editori, l'eventuale successo in altri paesi per scrittori stranieri, l'intuito di qualche raro agente letterario... E infatti, soprattutto per i nomi esordienti, spesso si verifica un flop clamoroso, rarissime volte un successo incredibile, ma in entrambe i casi del tutto inaspettati e non di rado inspiegabili. Per i grandi boom poi arriva puntuale un secondo e poi un terzo libro che quasi sempre vendono meno e quasi solo sulla spinta del primo, si perde l'abbrivio e allora l'editore inizia a stampare meno copie, che nelle librerie si notano di meno, (e vengono esposti per un periodo sempre più breve), le vendite entrano in una spirale involutiva e calano progressivamente.
Questo non é il caso di Simenon e possiamo dirlo a ragion veduta, a oltre vent'anni dalla sua scomparsa, soprattutto per i Maigret che si pubblicano ormai da ottant'anni. Ma torniamo a quello che ci eravamo chiesti all'inizio.
Chi sono i lettori del commissario simenoniano?
Faremo come gli editori... andremo un po' a naso.
Partiamo dal primo boom italiano di Maigret, quello televisivo a metà degli anni sessanta. Bene chi allora aveva tra i dieci e i vent'anni oggi ha tra i 55 e i 65 anni ed è la fascia dei suoi lettori più "maturi". Quelli che hanno iniziato a leggerlo sui Mondadori e oggi finiscono, o colmano le lacune, con gli Adelphi.
Agganciato a questo c'è il fenomeno padre-figli, che però, a nostro avviso, ha un'incidenza relativa. Ci riferiamo ai quarantenni d'oggi che magari verso i vent'anni (anni '70) hanno scoperto nella libreria dei genitori le inchieste del commissario. Lo stimolo televisivo può aver agito a più riprese, sia per qualche sporadica replica mandata dalla Rai che per le serie, prima in cassette VHS e poi in DVD, che sono state riproposte a varie riprese in edicola.
Di segno diverso la spinta che può essere venuta dal cambio di editore. Nel passaggio ad Adelphi occorre ricordare che vennero prima pubblicati i romanzi e solo dopo qualche anno iniziò la pubblicazione dei Maigret.
Allora, siamo a metà degli anni '80, Adelphi ha assunto il profilo di una casa editrice piccola, ma sofisticata, che pubblica Hesse, Kundera, Chatwin  e adatta quindi per un pubblico elitario dal palato fine. E iniziare la pubblicazione dell'opera completa di Simenon fu un modo di introdurre il nome del romanziere nell'ambito di un giro "alto" di lettori.
Quando poi arrivarono i Maigret qualcuno storse il naso, ma le cose nel frattempo erano cambiate. Intanto erano passati una decina d'anni e poi l'Adelphi non era più così piccola, né così elitaria. Ma questo probabilmente accostò una fascia di suoi lettori sofisticati ed esigenti ad un seriale poliziesco, per quanto molto sui  generis, che per altri canali magari non avrebbe preso nemmeno in considerazione. E tra questi lettori alti possiamo presumere che ce ne furono diversi che andarono ad affiancare i vecchi appassionati mondadoriani. Poi nei primi del 2000, quando il cosiddetto genere giallo viene sdoganato ed equiparato alla letteratura mainstream, il gioco fu ancora più facile per Adelphi, soprattutto per quella vena noir, tipica francese, che in quegli anni godette di un gran successo.
A quel punto la lettura dei Maigret non è più appannaggio di un target basso o di uno alto... le cose cominciano a complicarsi, la lettura crediamo inizi ad diventare trasversale, per età, fascia culturale, grado di istruzione... e la nostra domanda rischia ad oggi di non avere una risposta.