lunedì 16 aprile 2012

SIMENON. IL RITORNO DI BOULE

Primavera del 1947. Simenon è da un paio d'anno in America e in quell'anno si sta trasferendo da Bradenton Beach (Florida) a Tucson in Arizona. E' il momento in cui Boule riesce finalmente a raggiungere la famiglia. Quando lui, Tigy e Marc erano partiti per Londra, da dove poi dopo quache mese si sarebbero imbarcati per il nuovo continente, per Boule non c'era stato nulla da fare, non si riusciva ad ottenere il visto per gli Usa. Simenon ne era davvero dispiaciuto, sia pur con tutte le preoccupazioni che gli dava il Fronte di Liberazione Nazionale francese per quelle sue collaborazioni con la casa cinematografica nazista, la Continental, durantee gli anni dell'occupazione tedesca. Eppure partire lasciando Boule a place des Vosges, per lui era un pensiero. E infatti in Mémoires intimes (1981) racconta che una volta in America si rammaricava "... Penso a Boule, che non ha ancora otenuto il visto e non ha troppa speranza di ottenerlo a Parigi per via delle quote. Sono così numerosi gli stranieri che da utto il mondo vorrebbero trasferirsi qui, in questo Bnegosi, a indurre il governo americano a fissare delle quote. Questo significa che ogni paese ha diritto ad un tot di immigrati all'anno; la cifra varia a seconda della politica degli Stati di prvenienza e a seconda della razza...."
Simenon viene però a scoprire che tutto sarebbe più facile se la persona fosse già in un paese confinante. E' per questo che si spinsero verso il Messico, dove la Boule era arrivata e aspettava solo che "son petit Sim" l'andasse a prendere.
I due in quel perido di separazione si erano scritti regolaremente e questo dà l'idea di quanto lo scrittore tennesse alla sua femme de chambre/maitresse che ormai era considerata a pieno diritto una di famiglia.
Ormai la carovana è completa. Lo seguono in una macchina Tigy, sulla carta ancora la signora Simenon, il figlio Marc, Boule e l'istitutrice di turno. Nell'altra lui e la sua ex-segretaria perosnale, Denyse, ormai ufficiosamente la sua compagana che di lì a poco (nel giugno del '49) gli darà il suo secondo figlio, Johnny.
Questa  famiglia è ben strana soprattutto agli occhi degli americani degli stati del sud. Simenon non vive né a New York, né a Los Angeles. L'America più puritana e meno permissiva, soprattutto in campo sessuale, non capisce quelle femmine che ruotano intorno a Georges, una moglie di fatto non più tale, un'amante ufficiale e una femme de chambre che con lui ha una confidenza  che ha poco da invidiare alle altre due. Insomma è vito come una specie di... "trigamo".
E infatti quando Boule si ricongiunse alla famiglia, la relazione con Georges ritornò quella di un tempo, dal loro affetto reciproco ai loro rapporti sessuali quotidiani. Il ritorno di Boule sicuramente riconsegnò allo scrittore un senso di completezza dell'idea che lui aveva della sua famiglia allargata.

domenica 15 aprile 2012

SIMENON. PRIMA DEL COMMISSARIO L'ISPETTORE, SANCETTE

Continuano gli interventi degli "attachés" al Bureau Simenon Simenon. Se volete farne parte e pubblicare post o illustrazioni a vostra firma, scrivete a simenon.simenon@temateam.com



Roma - Dal nostro affezionato attaché Andrea Franco - Alla fine degli anni venti Simenon diede vita all'ispettore Sancette, che avrebbe potuto essere il protagonista di una serie di romanzi se qualche mese dopo non fosse nato Maigret. Sancette era molto diverso dal commissario: giovane, atletico e basava tutto sull'inutito.
E 'il personaggio seriale piu ricorrente, eccetto Maigret, ovviamente, nell'opera simenoniana (anche se scritto sotto piu pseudonimi)
Ecco un elenco delle sue apparizioni
1) Chair de beauté (1928 Fayard) - Il protagonista principale è Yves Jarry ma troviamo Sancette sotto il nome di L53
2) La femme qui tue (1930 - Fayard) - Anche qui il protagonista principale è Yves Jarry, ma vi troviamo anche Sancette
3) L53 - Raccolta rieditata poi col titolo Les sept minutes, (La nuit de sept minutes - La Croisiére invraisemblable - Le grand langoustier - 1938 - Gallimard)
4) Les Exploit de Sancette -14 racconti brevi (Ric e Rac - 1929/1930 - Fayard)
5) Captain S.O.S.* (1929 - Fayard)
6) L'homme qui tremble (1930 - Fayard)
7) Le document violet (1930 - La Jeunesse Illustrée - Fayard)
8) Les amants de malheur** (1930 - Ferenczi)
9) Matricule 12 (1932 - Tallandier)
10) Le chateau des sables rouges (1933 - Tallandier)
Infine lo ritroviamo con il nome di G7 in Les treize enigmes (1932, Fayard ), L'affaire du canal (1929 inedito, pubblicato in "Tout Simenon"), La folle d'Itteville (1931 - Fayard),  L'enigme de la Marie-galante.
 Tutti i romanzi citati sono firmati come Georges Sim, tranne quelli con gli asterischi: *Jean du Perry
**Christian Brulls

sabato 14 aprile 2012

SIMENON E DOISNEAU. DA ENTRAMBE, COME POCHI, LE IMMAGINI DI PARIGI

Oggi, cento anni fa' nasceva Robert Doisneau, grandissmo fotografo francese che, come Simenon con la scrittura, riuscì con la propria sensibilità fotografica a immortalare lo spirito e l'anima di Parigi. Le sue foto in bianco/nero ci restituiscono la città ai tempi de Les Halles, della gente comune, della vità notturna, con una magia che, secondo noi, ben si accorda con le pagine che sugli stessi soggeti ci ha lasciato Simenon.
Lo ricordiamo perché, aldilà del suo grande talento artistico, con il suo lavoro è entrato nell'immaginario collettivo e ha contribuito a fissare nella memoria una città che, in gran parte, oggi non esiste più.

SIMENON. DOVE ANDRANNO A FINIRE I SUOI DIRITTI?

Il giornalista economico Philippe Lawson scrive oggi sul quotidiano belga L'Echo un articolo in merito ad un progetto che vedrebbe John Simenon, figlio di Georges e la finanziaria ING Invest di Liegi intenzionati ad acquisire tutti i diritti cinematografici delle opere simenoniane oggi detenuti dal gruppo britannico Chorion che al momento è in stato di liquidazione. La Chorion detiene l'85% della Georges Simenon Limited, società inglese, che acquistò i diritti dai Simenon nel 2001. In famiglia è rimasto il 15%, diviso tra John (il 10%) e il fratello Pierre (5%).
Si tratta di un'operazione che dovrebbe ammontare (secondo una stima della Doilitte, società internazionale di consulenze e revisioni) a oltre due milioni e mezzo di euro.
Questa iniziativa, secondo John Simenon, avrebbe il merito di riportare in Belgio, e ancor più a Liegi, un patrimonio non solo finanziario, ma anche cuturale, che le appartiene di diritto. Per altro, tutto ciò si affianca ad un altro progetto che John sta portando avanti, quello di realizzare a Liegi un museo permanente dedicato al padre, alle sue opere, alla sua vita e ai suoi documenti  (come avevamo accennato in Simenon. 2015, un museo permanente a Liegi ).
Comunque, per acquisire i diritti, il figlio dello scrittore ha programmato la creazione della SA Georges Simenon Co. con siede a Liegi, che dovrebbe partire con un capitale di oltre un milione di euro. In questa iniziativa una finanziaria belga, la Meusinvest, si sarebbe detta disposta a mettere a disposizione 1,25 milioni di euro  (un milione in prestito e 250.000 euro di capitale). In più ci sarebbero il prestito di 700.000 euro della ING Bank e quote per 900.000 euro che dovrebbero mettere sul piatto John Simenon stesso e alcuni editori francesi, italiani e tedeschi.
Insomma l'operazione é di un certo livello e non certo conclusa, come a tale proposito ha confermato John: " La questione non è semplice, ma io sto ancora negoziando con il gruppo Chorion e le trattative continuano...".
Secondo chi ha sviluppato il business plan, si potrebbe tranquillamente ipotizzare un fatturato globale annuo di circa un milione di euro, partendo da cifre concrete come quelle del fatturato della Georges Simenon Limited che, ad esempio, nel 2008 è stato di circa 1,5 milioni di euro.

venerdì 13 aprile 2012

SIMENON. MAIGRET, SILHOUETTE IN BIANCO E NERO

Continuano gli interventi degli "attachés" al Bureau Simenon Simenon. Se volete farne parte e pubblicare post o illustrazioni a vostra firma, scrivete a simenon.simenon@temateam.com



Qui di seguito un contributo che riceviamo dalla nostra attachée francese Murielle Wenger che gestisce la sezione di Maigret del sito www.trussel.com e Les Enquetes du Commissaire Maigret . Si tratta di un contributo particolare che, come vedete, unisce forma grafica e versi in un ritratto del commissario davvero originale, suggestivo e poetico. (segue traduzione)


Maigret...
Disegnerò la tua silhouette...
Lungo soprabito nero che s'intravede nella nebbia
Bombetta nel retro-sala di un café
Finestra illuminata nella notte, ombra chinata sulla scrivania
Alba ai bordi della Loira, pescatore che va alla deriva con la sua barca
Giardino sbocciato sotto il sole, cappello di paglia in mezzo ai pomodori
Sedili di velluto rosso, nuvole di fumo nel fascio di luce dei fari
Passi pesanti tra le foglie d'autunno intorno allo stagno di Saint-Fiacre
Qualche traccia sulla neve, fiocchi che volteggiano in un cielo plumbeo
Contorno controluce di un sole che tramonta fiammeggiando sul mare
Gran camminatore a Parigi, brezza di marzo sotto gli ippocastani in fiore
Afa d'estate, bicchiere di birra appannato sulla terrazza di un café
Una coppia sottobraccio sotto un lampione
Passante sulla banchina, barche erranti sulla Senna
Luce di un fiammifero che brucia davanti a una pipa
Passeggero che resta sulla piattaforma aperta dell'autobus
Gocce di pioggia su un cappello bagnato
Croissant dorato davanti ad un caffé fumante
Un sandwich addentato in un angolo di un tavolo
Qualche riga scappata da un libro aperto sul mio letto (Murielle Wenger)

giovedì 12 aprile 2012

SIMENON. SPESE PAZZE DI M.ME DENYSE PER IL FESTIVAL DI CANNES

Denyse Ouimet Simenon
L'affiche del Festival
4 maggio 1960. S'inaugura il XIII Festival del Cinema di Cannes. Georges Simenon è il presidente della giuria. Lui e Denyse sono al centro dell'attenzione, un presidente come Simenon fà notizia, ma in effetti è più lui ad essere inseguito da giornalisti e fotografi. E poi non va scordata la folta schiera di star, anche hollywoodiane, che affollano la Croisette. Quell'edizione ospita tra attori e registi nomi come Anita Ekberg, Jeanne Moreau, Ingmar Bergman, Anouk Aimée, Jacques Becker, Robert Mitchum, Melina Mercouri, Peter Brook, Anthony Queen, Jean Paul Belmondo, Zsa Zsa Gabor, Vincent Minelli, senza scordare Grace Kelly e il principe Ranieri di Monaco.
Ekberg e Mastroianni ne La dolce vita
I Simenon alloggiano nella consueta suite al Carlton. Denyse in queste occasioni mondane patisce tutti quei riflettori puntati sul marito e sui vip dello star-system, mentre lei rimane spesso nell'ombra, in seconda linea. La sua insicurezza la spinge quindi a comporamenti eccentrici, a interminabili toilette che non devono passare inosservate e a dichiarazioni che facciano eco. Arriva a Cannes a bordo della Mercedes SL Cabriolet del marito, con il  nécessaire e la sua borsa, entrambe di pelle rossa, fatte confezionare espressamente da Hermès. Il suo chignon è tenuto insieme da pettini di tartaruga, impeziositi da perle vecchie, color oro, che vengono appositamente dall'India. Insomma Denyse, assecondata da Georges, questa volta in modo particolare, non bada a spese.
Monica Vitti ne L'avventura
La sua toilette, in occasione delle proiezioni serali, è quella di una diva.  Dura un paio d'ore tra parrucchiere, truccatrice, modiste e poi i gioielli, ogni sera diversi. E ancora, la gara ad essere l'ultima a presentarsi sul red carpet tra star, invitati eccellenti e personalità: un'altra fissazione per farsi notare. Tenta addirittura, anche per attrarre l'attenzione, di costituire una "giuria delle mogli dei giurati", ma anche questa iniziativa non viene seguita dalla stampa che manda invece i suoi fotografi a seguire delle sconosciute starlettes che sul lungomare si espongono in tutti i modi ai flash e alle cineprese. E così, mentre il marito è sempre sotto i riflettori, anche se al centro delle polemiche per aver fatto vincere La dolce vita di Federico Fellini, Denyse risistema il suo voluminoso bagaglio di spese pazze, prepara le lussuose valige di Hermès e aggiunge, a suo modo di vedere, un'altra "sconfitta" che costituirà un ulteriore spinta verso la perdita del suo equilibrio mentale.