mercoledì 20 giugno 2012

SIMENON. I PICCOLI PIACERI DI UN EX-ROMANZIERE

"... una giornata nella quale si possono godere dieci piccoli piaceri, come quello di gustare la mattina una tazza di caffé, quello di passeggiare su un marciapiedi in un giorno con un po' di sole, con i rifessi e le ombre dei platani, io la chiamo una giornata felice....".
Sono le parole di un Simenon che ormai non scrive più, che ha smesso da tempo quella frenetica vita, tra il serrato ritmo di scrittura, gli impegni mondani, lo spostarsi di casa o addirittura di Paese e che vive in una tranquilla e modesta casetta, con un piccolo giardino in compagnia della sua amata Teresa. Gli rimangono i Dictées, che però lui considera quasi un gioco.
In un suo incontro con Francis Lacassin, ricorda che "... le grandi gioie sono come i grandi dolori, sono fatti di poche cose. Non rimangono. Ho goduto di grandi felicità, me e ricordo appena, ma mi ricordo delle mie piccole gioie. La vita è piena di piccole felicità; esse hanno un vantaggio, se ne può godere a tutte le età...".
E' di certo l'uomo che parla. L'uomo che ha vissuto una esistenza lunga e intensa, ricca di grandi soddisfazioni, ma anche di grandi dolori, sul piano professionale e su quello personale. E adesso, ultra settantenne (al momento dell'intervista), tutto gli sembra meno definito, i contorni di quelle emozioni sono sfumati e i ricordi velati dal tempo e dalla memoria. Questo succede a tutti, figuramoci ad un personaggio come Simenon.
E così si rifugia nei piccoli piaceri, che sono la consolazione di quella "piccola  gente" che lui aveva così ben descritto nei suoi romanzi. Le attenzioni di Teresa, star seduto all'ombra del grande cedro de Libano che troneggia nel suo piccolo giardino, registrare per gioco (diceva lui stesso) quello che gli passava per la testa. Chi si aspettava dall'iperattivo Simenon questo tipo di atteggiamento?
Forse proprio lui stesso e in tempi, come si dice, davvero non sospetti.
In uno dei suoi romanzi L'homme à la cigarette (1930 - Tallandier), firmato ancora George Sim, appena ventisettenne scriveva: "... fuggire in fretta da un grande palazzo di Parigi, raggiungere la costa bretone e trovare un rifugio solo per sè, in pietra grigia, una semplice abitazione da pescatore, una barca, delle lenze, e pescare. Essere per la gente del paese uno come loro...".  

martedì 19 giugno 2012

SIMENON. LA... CHIUSA DEL MISTERO

Questo è uno spezzone di una decina di minuti della puntata de "La Chiusa", l'ultima che il 12 maggio Rai 5 ha trasmesso, per poi interrompere la serie che sarebbe dovuta durare fino a giugno. Dopo una risposta su non ben precisati problemi sui diritti per la messa in onda, il silenzio. Nessun'altra informazione, nessuna comunicazione ufficiale della Rai, nessun avvertimento sulla pagina sito di Rai 5 dedicata alla serie del commissario simenoniano. Mettiamo on-line il filmato da You Tube (caricato da NextBlog in data 06/12/2009), come una sorta di promemoria per i funzionari Rai che dovrebbero fornire una spiegazione del perchè questa interruzione dura così a lungo e del mistero su tutta la vicenda. 

 

lunedì 18 giugno 2012

SIMENON: ECCO I RACCONTI ANCORA NON PUBBLICATI DA ADELPHI

Un post di Andrea Franco, uno dei nostri più assidui attachés, si riallaccia a quello di ieri con interessanti informazioni. Chi volesse collaborare al Bureau scriva a simenon.simenon@temateam.com

Roma - dal nostro attachè Andrea Franco - ll post di ieri accennava ai racconti che mancano da pubblicare da Adelphi, dicendo che sono un trentina. Per l'esattezza sono 28 racconti, e questi elencati di seguito i loro titoli:
L'affaire du boulevard Beaumarchais 
• La péniche aux deux pendus  
• La fenêtre ouverte 
• Peine de mort 
• Les larmes de bougie
• Rue Pigalle 
• Monsieur Lundi 
• Une erreur de Maigret 
• Jeumont, 51 minutes d'arrêt ! 
• Mademoiselle Berthe et son amant 
• Tempête sur la Manche 
• Le notaire de Châteauneuf
• L'Etoile du Nord
• L'auberge aux noyés
• Stan le Tueur
• La vieille dame de Bayeux
• L'amoureux de Madame Maigret
• L'improbable Monsieur Owen
• Ceux du Grand Café
Questi racconti furono scritti nel luglio del 1938 a La Rochelle e apparvero alcuni con il titolo Le nuove inchieste di Maigret, prima tra il '38 e il 39 sotto forma di fascicoli da collezione in Police-Film e Police-Roman e alcuni vennero raccolti in un volume di Gallimard che fu pubblicato nel 1944.
• Le témoignage de l'enfant de choeur
• Le client le plus obstiné du monde
• Maigret et l'inspecteur Malgracieux
• On ne tue pas les pauvres types
 Pubblicati in Maigret et l'inspecteur Malchanceux (diventato poi Maigret e l'inspecteur Malgracieux)  nel maggio del '46 da Presses de La Cité.
La pipe de Maigret  (pubblicato insieme a Maigret se fache nel '47 sempre da Presses de La Cité
• L'homme dans la rue 
• Vente à la bougie • Menaces de mort  (o Sous peine del mort)
Questi tre li ritroviamo in Les Petits Cochons sans queue del 1950 da Presses de La Cité
•  Un Noël de Maigret (pubblicato con altri due racconti non Maigret ) nel 1951 ancora da Presses de La Cité
Insomma, chi avesse letto tutte, ma poprio tutte le inchieste del commissario Maigret sappia che vi sono ancora molti racconti del commissario da gustarsi!

domenica 17 giugno 2012

SIMENON. E’ FINITO MAIGRET? I SUOI ROMANZI SI, MA I RACCONTI NO.



Simenon secondo Pericoli
In occasione dell'uscita dell'ultima inchiesta del commissario Maigret, e in attesa della pubblicazione della trentina di racconti che mancano, il quotidiano La Repubblica ha dedicato un ritratto di Maigret a firma di Carlo Lucarelli. Ecco qui di seguito alcune considerazioni di Simenon-Simenon.




 
Il primo Maigret italiano settembre '32
Bell’articolo su Maigret, bello il paginone centrale dell’R Cult domenicale de La Repubblica. Bello il disegno di Tullio Pericoli e bella firma, quella di Carlo Lucarelli, (firma frequente del quotidiano), così famoso presso il pubblico letterario appassionato di gialli e, non dimentichiamolo, così famoso anche per quello televisivo (e famoso addirittura anche per essere protagonista, sotto il nome di Cornelio, addirittura di una “graphic novel”…)
Proprio perché abbiamo conosciuto Carlo, e per quelle due o tre cose che abbiamo imparato su Maigret e Simenon, vorremmo sommessamente metter qualche puntino, sulle “i”, di quelli appena accennati, ma che, come dire, fanno più definito e completo il tutto.
Intanto sì, belle le citate copertine Mondadori di Maigret, ma Carlo non ha ricordato quelle delle prime edizioni italiane, quelle fotografiche, in bianco/nero, tali e quali alle francesi edite allora da Fayard. Le prime copertine mai apparse con le fotografie “al vivo” (siamo nel 1931), concepite e realizzate, secondo le affermazioni di Simenon, proprio da lui stesso.
L'ultimo Maigret pubblicato in italia, 2012
In un altro punto Lucarelli si chiede se “… a Maigret piacciano o meno i romanzi di Simenon…”.
Beh… andrebbe fatta una distinzione. Gli interessi culturali di Maigret certo non lo avrebbero avvicinato ai romans-durs come li chiamava lo scrittore. Per quanto riguarda le inchieste del commissario non possiamo dire che gli piacessero o meno. E a tale proposito non dobbiamo scordare che Simenon ci descrive più volte la scena di una M.me Louise Maigret che, avvertendo lo scalpiccio sulle scale del marito che sta rientrando, si affretta a nascondere non solo i quotidiani che spesso in prima pagina parlano delle inchieste del famoso commissario del 36, Quai ds Orfévres, ma anche i libri di quel Sim che insisteva a scrivere quelle storie (…tutta roba assolutamente inventata…) su di lui. E Maigret non voleva che la moglie leggesse quelle cose. Maigret era infastidito dalla pubblicità che i giornali facevano sulle sue inchieste vere, figuriamoci da quella che veniva da quei “romanzetti” completamente inventati!
E’ forse un riflesso del famoso “pudore” dei Simenon sulla creatura dello scrittore?  
Già, perché, se non si possono fare semplicistici paralleli tra autore e personaggio (“Maigret non è un uomo intelligente. E’ un intuitivo…” asseriva il romanziere), occorre pur tener conto che affermava ”…è uno dei rari, se non il solo personaggio che abbia creato, che abbia dei punti in comune con me…”.  E senza volerci qui addentrare troppo nei paralleli, quanto sono simili i metodi che Maigret utilizza per le proprie indagini e quelli che seguiva Simenon per creare i propri romanzi?

SIMENON. SE NE E' PARLATO SULLA MONTAGNA IN GIALLO

 Si conclude oggi la seconda edizione dell'iniziativa Montagna in giallo: misteri e delitti dell’Appennino, nel comune di Castiglione dei Pepoli (Bo). L'offerta della manifestazione proponeva mostre di fumetti, proiezioni di pellicole, tavole rotonde, locandine di film di fantascienza e di quelli gialli.
Quest'anno è stato data attenzione, tra gli altri, anche a Simenon cui è stato dedicato un incontro: Simenon, il giallo volta pagina e una tavola rotonda: Simenon, tra giallo e romanzo. La manifestazione ha aperto i battenti il 15 giugno al Palapepoli e si concluderà oggi alle 16.00 con la premiazione del concorso “Delitti in Vetrina”.

sabato 16 giugno 2012

SIMENON ENTRA NELL'INFERNO DELLA PROVINCIA

Un'altro contributo di Cristina De Rossi, una delle attachées del Bureau Simenon-Simenon. Se volete essere inseriti anche voi e pubblicare post firmati scrivete a simenon.simenon@temateam.com


Roma - dalla nostra attachèe Cristina De Rossi - Qualche settimana fa' mi sono imbattuta, su una bancarella di libri usati, in un volume edito da Mondadori (Tutte le opere di Simenon - 1971), dove sotto la dicitura "I romanzi della provincia straniera" erano raggruppati sei romanzi dal 1933 al 1955.
Edizione Mondadori di "Tutte le opere di Georges Simenon"
Mi ha colpito molto il primo La casa sul canale, proprio del '33, ed edito allora da Fayard. Era uno i primi romanzi-romanzi che lo scrittore pubblicava con il suo vero nome, se non sbaglio il decimo.
Sono rimasta colpita dalla maturità della scrittura e dalla capacità che già manifestava nell'analisi dei caratteri, nella costruzione delle atmosfere e  nell'immedesimarsi in quella mentalità. Certo, la storia ripercorre situazioni e ambienti che Siemenon conosceva bene. Si svolge infatti in Belgio dove Edmée é un'orfana costretta a lasciare la mondana Bruxelles per Neroeteren, un minuscolo villaggio di campagna nelle Fiandre, dove vivono gli zii e i cugini.
La bravura di Simenon nel rendere il brusco cambiamento di ambiente e di mentalità in cui si ritrova la ragazza è, a mio avviso, da romanziere consumato, mentre va ricordato che allora lo scrittore aveva appena trent'anni.
Dall'atmosfera cosmopolita e metropolitana della capitale a quella claustrofobica e chiusa di una famiglia che vive confinata nel proprio lavoro.
Per lei è troppo. Reagisce a quell'ambiente, prigioniero delle sue antiche abitudini, con un comportamento provocatorio e disgregante per una micro-comunità come quella rinchiusa in se stessa. Il suo sottile, e a volte morboso, gioco di seduzone è come un bottiglia incendiaria lanciata in un pagliaio. Edmée é una di quelle donne che ricorrono nei romanzi di Simenon, una di quelle fragili creature che però tiene il gioco. Sembra solo una ragazzina viziata e invece è già quasi un femme fatale, una di quelle che portano alla rovina gli uomini. E infatti i due cugini ammaliati dal suo charme tutto cittadino, non tardano a cascare entrambe nelle sue reti e diventare dei burattini di cui lei tira i fili, anche senza rendersi conto della pericolosità dei meccanismi che sta mettendo in moto. Il gioco seduttivo con i cugini Fred e Jef, le prove sempre più bizzare cui Edmée li sottopone, e a cui loro acconsentono, porteranno la vicenda a tragiche coclusioni.
Ma nel libro mi pare di aver colto soprattutto quella insofferenza alla vita di provincia, la stessa che in qualche modo il giovane Simenon doveva aver provato, sia pure in una città come Liegi, in confronto alla libertà di un luogo cosmopolita, aperto ed evoluto come Parigi. Ma non bisogna dimenticare anche la capacità del romanziere di entrare nel vivo delle situazioni, di mettersi nei panni dei suoi personaggi e di replicarne le abitudini, le inclinazioni e la mentalità. E ne La casa sul canale, secondo me,  dà una bella dimostrazione di tutto ciò e soprattutto fa presagire l'insieme della sua grande opera che a trent'anni era ancora tutta da scrivere.