giovedì 11 ottobre 2012

SIMENON FINISCE IN ITALIA E RIPARTE IN SPAGNA

Mentre in Italia i romanzi delle inchieste del commissario Maigret sono ormai stati pubblicati tutti*, con l'ultima uscita di Adelphi prima dell'estate con Maigret e il signor Charles, in Spagna si comincia.
La stampa spagnola (ma anche tutta quella di lingua spagnola, vedi ad esempio il quotidiano argentino "Terra argentina" il 7 ottobre) dà un notevole risalto alla pubblicazione dal prossimo sabato delle opere di Simenon.
Aldilà dei titoli dei vari giornali, che farebbero pensare ad una pubblicazione di tutta l'opera simenoniana, in realtà si parla soltanto di quattro dei titoli dello scrittore. Ad esempio il quotidiano spagnolo El Pais, riporta la notizia specificando che l'editore Acantilado pubblicherà sabato prossimo Pietr el letón (1931) e poi continuerà con El gato (1967), El perro canelo (1931) e La casa del canal (1933), precisando che la traduzione sarà quella di José Ramón Monreal.
Saranno solo i primi quattro titoli o poi seguiranno anche gli altri? Anche il sito dell'editore Acantilado a questo proposito è avaro di informazioni.
Sarà un modo di saggiare il mercato spagnolo? Vedremo. 

* Ricordiamo che nel commento al post del 9 ottobre, il nostro attaché al Bureau Simenon-Simenon, Andrea Franco, ci segnalava che l'uscita del prossimo Maigret ("Rue Pigalle ed altri racconti"), che sarebbe dovuto essere in libreria già da ieri, sarebbe stata posticipata dall'editore. Franco ipotizzava che, se la sua uscita dovesse seguire la consueta cadenza dei romanzi di Maigret degli anni scorsi, allora dovremmo vederlo non prima della seconda metà di novembre, anche se Adelphi lo presenta già tra le anteprime, quelle quindi di imminente pubblicazione. Anche in questo caso attendiamo gli sviluppi. 

mercoledì 10 ottobre 2012

SIMENON: LEZIONE DI CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA


"... in criminologia  - io ricevo tutte le riviste di criminologia del mondo come membro della Società Internazionale di Criminologia - si contempla che non esistono solamente i colpevoli propriamente detti, ma anche le vittime che sono spesso colpevoli. Questa dottrina si chiama vittimologia e in America è divenuta una scienza umana molto esatta...."
Oggi vi proponiamo una sorta di lezione di criminologia. In cattedra Georges Simenon. Occasione: una delle conversazioni con Francis Lacassin alla fine degli anni '60. E' un'occasione per sentire cosa lo scrittore pensa in fatto di criminali e vittime, ma è anche un modo per capire meglio della sua idea di società e di cosa e perchè scriveva sia sui Maigret che sui romanzi.
Vale la pena. Ascoltiamo quello che dice.
"...prendiamo il caso di un omicidio molto frequente in America: di solito è un Nero che uccide sua moglie. E' molto frequente ad Harlem. Bene, un Nero torna a casa, ubriaco; è normale essere ubriachi in un posto come Harlem, se voi ci siete stati, avrete visto che razza di posto sia. Dunque, torna a casa, i ragazzini strillano o si picchiano sulla strada, la moglie lo rimprovera, lui gli rifila una sberla. Allora lei gli dice: Certo, se potessi ammazzarmi lo faresti volentieri, ti sbarazzeresti di me, bene, se sei un uomo, tieni! - E gli porge un coltello da cucina - Allora dimostra se sei un uomo! E il Nero la uccide.
E' un dramma non quotidiano, ma che si verifica almeno un paio di volte al mese. E allora chi è più colpevole l'uomo o la donna? Innanzitutto è la società che ha fatto sì che Harlem sorga accanto a Manhattan, così vicino a quei grandi hotel di lusso. E' la società che ha fatto dei Negri in America, come dico spesso, degli essere costantemente umiliati. Sono umiliati a tutte le ore del giorno e della notte, dal momento in cui escono da Harlem e anche dentro Harlem se dei poliziotti bianchi si azzardano ad entrare. Ma d'altronde non ne mandano nemmeno più, li hanno rimpiazzati come dei poliziotti negri, quelli bianchi hanno paura ad entrarvi. E allora perchè stupirsi quando dei Neri uccidono dei Bianchi? Sono i Bianchi che hanno umiliato i Neri e non il contrario...".
Un Simenon così anti-razzista ve lo aspettavate?
Noi si. Simenon è sempre molto attento alle dinamiche sociali e individua subito le caratteristiche ambientali, i condizionamenti culturali, le influenze storiche. Scava e arriva al nocciolo della questione. E poi, con quel suo continuo mettersi nei panni dei più deboli e dei più disgraziati, non poteva sfuggirgli una situazione drammatica come quella dei negri americani.
Ma è un esempio. Quanti dei suoi protagonisti, piccoli uomini, inoffensivi, che sopportano sopprusi in silenzio, che si lasciano tiranneggiare a lungo senza reagire, ad un certo punto esplodono? Allora si rivoltano contro tutto e tutti e in pochi istanti rubano, uccidono, delinquono, vanno contro tutte le regole e le leggi della società del loro ambiente e s'infilano un cunicolo senza via di fuga, in una spirale che li porterà in situazioni tragiche e non di rado alla morte. E' il famoso passaggio della linea. Di qua il benessere, il consenso sociale, una vita rispettabile. Di là l'isolamento, la riprovazione di tutti, la fuga, un destino senza futuro. Ma quante volte questo colpevole è invece una vittima della società? Lo sa bene Simenon e di conseguenza lo sa bene Maigret che, per quanto può e quando può, incarna il "riparatore dei destini".
Fine della lezione.  

martedì 9 ottobre 2012

SIMENON. I ROMANZI VOLANO, MA LUI RIMANE CON I PIEDI A TERRA

America, metà degli anni cinquanta. In quel periodo Simenon vende in media circa tre milioni di copie l'anno. La prima edizione di La neige était sale tocca quota 850.000 copie solo negli Stati Uniti. Qualunque altro scrittore di fronte a queste cifre sarebbe stato soddisfatto e si sarebbe sentito arrivato. Invece Simenon si rammaricava un po': "... sto per compiere cinquant'anni e non vedo nulla di definitivo nel passato. Gli ultimi romanzi attestano comunque che posso sperare di potermi avvicinare a ciò che ho sempre sentito senza volerlo troppo definire...".
Sembra che il suo atteggiamento non sia cambiato, o lo sia molto poco, dai tempi in cui Colette gli respingeva i racconti da pubblicare su Le Matin consigliandogli di "tagliare tutta la letteratura". In quei tempi Simenon era consapevole di attraversare un periodo di apprendistato e solo agli inizi degli anni '30 si sarebbe sentito pronto per fare il salto verso quella semi-letteratura costituita dall'inizio dei Maigret e dalla firma di questi con il suo vero nome.
Ora dopo vent'anni, con una critica ormai quasi tutta favorevole e quelle vendite da star della letteratura, Simenon non perde di vista il suo obiettivo. Il raggiungimento di quella forma romanzesca che sentiva chiaramente dentro di sè, ma che non riusciva (o non voleva?) ancora del tutto definire. C'era quasi, ma non c'era ancora. Proprio come gli diceva Colette "Ci siamo vicini, ma non ci siamo ancora arrivati".
Questo la dice lunga su quanto Simenon sapesse con esattezza quello che faceva, il livello che aveva raggiunto e come riconoscesse che aveva ancora della strada da fare. E qesto dimostra anche il suo atteggiamente umile (e diremmo quasi rispettoso) che aveva nei confronti della scrittura e del romanzo. Come umili si erano rivelate a suo tempo le sue definizioni di letteratura-alimentare per indicare quella degli esordi e di letteratura semi-alimentare per quella dei Maigret.
Modesto. Lo dimostra anche in quello che affermava in varie occasioni, sempre alla metà degli anni cinquanta "...procedo con lentezza verso ciò che desidero scrivere veramente...". E ancora "... quando ho concluso un romanzo, ho sempre la sensazione di non aver raggiunto un buon risultato... avrei voglia di inziare tutto da capo... credo che i miei romanzi siano circa tutti quasi al medesimo livello, anche se ci sono momenti diversi che condizionano la mia scrittura. - afferma nella famosa intervista a Carvel Collins per The Paris ReviewAnche se mi pare di verificare un progresso ogni cinque o sei romanzi.  Non mi piace la parola progresso, percepisco però un salto di qualità..."

lunedì 8 ottobre 2012

SIMENON. LA MACCHIA PIU' GRANDE

La chiamano Orizzonti Mappe. E' una sezione de La Lettura che ospita un'inedita analisi(?), rassegna(?), tavola infografica(?)... Non saprei darne una definizione esauriente. E una sorta di grafico dove si incrociano vari dati geografici, numerici, temporali, descrittivi che s'intersecano e formano una specie di mappa da decifrare, ma difficile da descrivere a parole. Qui riportiamo una riproduzione ridotta rispetto alla grandezza dell'originale (circa 56x29 cm, occupa praticamente due intere pagine dell'inserto!). Questo non vi consentirà di leggerene le indicazioni e la riportiamo solo per dare un idea (vaga) di questo metodo di lettura dei fenomeni che la società di information design e di consulenza progettuale Accurat realizza per l'inserto culturale del Corriere della Sera e che ha vinto già alcuni importanti riconoscimenti come il Malofiej Infographics Award. Vi chiederete cosa c'entra tutto questo con Simenon.















La Mappa pubblicata ieri su La Lettura n°47, riguardava il giallo e l'articolo a commento titolava Poveri giallisti, imprigionati dai loro detective (a firma Ida Bozzi), con un occhiello che recitava : Conan Doyle e Simenon, McBain e Mankell. Quando la produzione seriale oscura il resto.
In questo grafico sulle ascisse appaiono i nomi di 68 giallisti tra i più famosi, sulle ordinate invece Paesi e città degli autori, poi una serie di visualizzazioni con forme e colori (cerchi, tratteggi, segmenti, etc...), indicano i detective, le location delle loro indagini, il numero di opere dell'autore, il tipo di ruolo dei protagonisti, le loro relazioni e molte altre indicazioni che, chi riuscirà a mettere gli occhi sulla mappa in formato originale, si potrà divertire a spulciare.
Simenon-Simenon si occupa di questa mappa, che ovviamente include Georges Simenon, ma ahimè con le solite incongruenze.
Infatti in questo colorato e ricco quadro infografico, il tondo di Simenon appare tra i più estesi, in un cerchio verde (uno dei più grandi) i Maigret ed in un cerchio grigio (il più grande della mappa) tutte le altre opere. E la prolificità e l'eclettismo di Simenon balza così agli occhi con un'evidenza notevole. Ma tutto ciò ci sembra in contraddizione con il titolo dell'articolo. Infatti, ma lo sapevamo tutti anche prima di questa inusuale visualizzazione, Simenon non è affatto prigioniero di Maigret. E' vero che ha prodotto oltre un centinaio tra romanzi e racconti del commissario parigino, ma sono ben oltre i cento i romanzi e i racconti che non hanno nulla a che fare con Maigret. E in più ci sono gli oltre duecento romanzi e racconti popolari dei suoi esordi. Non ci pare quindi che Simenon, possa essere messo a confronto con Conan Doyle e il suo Sherlock Holmes, Erle Stanley Gardner e il suo Perry Mason, o Agatha Christie con i suoi Poirot e Miss Marple, o ancora Rex Stout con il suo Nero Wolfe (tanto per tenerci su quelli più conosciuti). Questi sì, erano spesso prigioneri del loro personaggio di successo e sovente mortificati nelle loro ambizioni letterarie. Certo l'etichetta di giallista non si può negare a Simenon, ma è talmente sovrastata da quella del romanziere che la sua collocazione in questa tavola infografica ci pare un po' forzata.
Certo, si potrà ribattere, ma la fama di Maigret è così vasta e duratura che a volte oscura quella dei romanzi. Questa obiezione ci vede evidentemente contrari. Intanto perchè anche la critica più avveduta va sempre più riconoscendo che tra le inchieste del commissario Maigret e i romanzi, le differenze sono da attribuire più a ciò che distingue i seriali dai romanzi, che non allo stile, ai temi trattati o al taglio letterario. E poi l'importanza di Simenon come romanziere del '900 ci sembra che vada crescendo con il passare del tempo. E così sempre più si può avvalorare la tesi che quelli chiamati dall'autore i romans-durs, più che dei long-sellers, siano dei veri e propri classici. Insomma bella e interessante questa Geografia del giallo che ci offre La Lettura di ieri,ma l'inclusione di Simenon, lo ripetiamo ci pare un po' tirata per i capelli.

domenica 7 ottobre 2012

SIMENON: VIES PRIVEES

Un interessantissimo documentario questo Simenon: vies Privées del 2003, che dura quasi tre quarti d'ora, sulla vita di Simenon, ma questa volta vista da parte delle sue donne, con interviste, foto, filmati che raccontano Tigy, Boule, Denyse, anche di sua madre Henriette, realizzato dalla regista Françoise Wolff
TRATTO DA YOUTUBE/posted Vincerix2008-07/08/2012


                        

sabato 6 ottobre 2012

SIMENON, L'AVVENTURA IN ITALIA

Il primo scritto di Simenon, tradotto e venduto in Italia nel 1929 è il romanzo Nicoletta e Dina (En robe de mariée - Tallandier/Paris - '29) su Il Romanzo Mensile, delle Edizioni del Corriere della Sera. Il romanzo è firmato Georges Sim, lo pseudonimo più usato dallo scrittore, sia per la versione originale che per la traduzione italiana.
Siamo, per dirla alla Simenon, in piena letteratura-alimentare, così come lo scrittore chiamava i romanzi brevi e i racconti che gli venivano commissionati dagli editori di giornali destinati alle fasce più popolari, quelle meno scolarizzate e dove le donne facevano la parte del leone. Il genere rosa, all'epoca era quello che tirava di più. Gli editori ordinavano, Georges scriveva (velocissimo) e consegnava. Più scriveva e più lo pagavano. E così quella letteratura dava da mangiare a lui e alla moglie Tigy che dipingeva, ma non riusciva a sfondare.
Verso la fine degli anni '20 arrivarono anche le prime traduzioni all'estero, come appunto in Italia dove, dopo il primo racconto, Il Romanzo Mensile pubblicò altri tre titoli dell'inarrestabile Georges Sim.
Il vero salto fu invece Maigret. Nel 1932 in Italia un certo Arnoldo Mondadori, un editore con un certo fiuto (e lo dimostrerà ampiamente) acquista i diritti per una dozzina di titoli delle inchieste di questo commissario che è scritto da uno sconosciuto Georges Simenon, nome mai apparso prima su un libro (ma così simile a Georges Sim, da far chiedere a qualcuno perché lo scrittore avesse voluto allungare il proprio congnome...!) I Maigret furono pubblicati nella collana I Libri Neri. Poi nell'anno successivo continuarono ad essere editati nei Gialli Economici Mondadori insieme a romanzi e racconti polizieschi non-Maigret.
Nel '37 ormai il nome di Simenon non vuol dire solo Maigret, ma anche romanzi, romanzi mainstream, cui Mondadori dedicherà una collana specifica Opere di Georges Simenon (I Libri Arancio). A questo punto Simenon può dirsi decollato nel nostro paese tra Maigret, romanzi e racconti.
Le pubblicazioni continuano nel corso degli anni in varie collane. Nella BMM (Bibloteca Moderna Mondadori) nel dopoguerra, ne La Collezione Medusa" (dove i romanzi di Simenon appaiono dal '52), ne I Romanzi della Palma (molto economici e quindi venduti anche in edicola), e ancora la BEM (Biblioteca Economica Mondadori) nel '56 divenuti BEM-Girasole, con la famosa costa telata che poi avrà dal '60 una sottocollana intitolata i Romanzi di Simenon. La storia letteraria di Simenon in Italia continua sempre con Mondadori e nelle collane che si succedono negli anni: dal '64 I libri del Pavone per arrivare, all'anno successivo, quando usciranno gli Oscar Mondadori, grande contenitore che con varie sigle, collane e sottotitoli, ospiterà tutti i Maigret. Tra il '66 e il '71  verrà editata una collana in otto volumi: Tutte le opere di Georges Simenon, in cui ogni volume presenta tra i sei e i dieci romanzi tutti dedicati a Maigret. Poi altri quattro volumi (Romanzi polizieschi e di guerra, Romanzi autobiografici, Romanzi di confessione morale e Romanzi della provincia straniera) dedicati ai romanzi dello scrittore. Questi ultimi sono poco più di una ventina, ben poca cosa rispetto a tutti i titoli fino ad allora pubblicati in Francia (va tenuto presente poi che dal '72 Simenon smetterà di scrivere romanzi e Maigret).
Ne frattempo occorre ricordare che la grande popolarità di Maigret, e di riflesso di Simenon, in Italia fu opera della televisione e dei famosi sceneggiati della Rai, adattati da Diego Fabbri, con la regia di Mario Landi, protagonista Gino Cervi. La sua faccia divenne quella di Maigret, non solo sullo schermo e nell'immaginario collettivo degli italiani, ma anche in tutte le copertine degli Oscar Mondadori, allora disegnate da quel geniale illustratore che fu Ferenc Pinter. I 16 sceneggiati televisivi divisi in quattro cicli iniziarono nel dicembre del '64 e terminarono nel settembre del '72. Grandissimo successo con ascolti medi che arrivarono nell'ultima serie a 18 milioni e mezzo di telespettatori.
Settembre 1932-Giugno 2012: primo e ultimo Maigret  italiani
Nell'85 cambio della guardia. Da Mondadori si passa ad Adelphi.
Morto il suo vecchio amico Arnoldo, i rapporti di Simenon con la Mondadori non erano più gli stessi e poi la casa editrice aveva molto rarefatto le uscite, sul mercato non si trovavano i suoi romanzi, nè i vecchi, né i nuovi. Insomma a parte Maigret, c'era un certo accantonamento delle opere di Simenon.
E così un po' per l'incuria della casa editrice, un po' per le ripetute offerte di Roberto Calasso, allora patron dell'Adelphi (oggi al 100% del gruppo RCS), ma soprattutto per lo zampino che ci mise Federico Fellini, grande amico di Simenon, regista di cui lo scrittore aveva una grandissima stima, lo storico passo fu compiuto.
Prima l'editrice di Calasso iniziò con i romanzi poi pubblicò anche i Maigret.
E siamo ai giorni nostri, anno 2012, quando Adelphi ha ormai pubblicato tutti le inchieste di Maigret e ora dovrà destreggiarsi tra i racconti. Intanto ha editato in ebook i primi titoli delle inchieste del commissario, riscuotendo anche in versione elettronica un notevole successo.
Non si contano poi le iniziative promozionali dei quotidiani che hanno visto, soprattutto nei Maigret, un ottimo gadget promozional-culturale da abbinare alle copie vendute in edicola. E il sistema funzionò anche con gli sceneggiati tv, prima in videocassetta, poi in dvd, venduti o abbinati. E nel corso degli anni il ricorso a Maigret non si è fermato se ancora oggi è in corso l'abbinamento settimanale di quaranta titoli di Maigret al quotidiano economico Il Sole 24 Ore.