lunedì 16 settembre 2013

SIMENON REPORTER ON THE ROAD MADE IN USA

5 novembre 1946. Sul quotidiano France-Soir inizia la pubblicazione di un reportage di viaggio intitolato Les U.S.A. de Monsieur Tout-le-Monde. Il resoconto di una traversata in macchina, dal Maine alla Florida, dieci puntate per 5000 chilometri attraverso gli Stati Uniti. Autore Georges Simenon che, acquistata una Chevrolet usata al mercato nero, farà pubblicare i dieci articoli fino al 22 novembre. Si tratta di un reportage di viaggio come altri ne ha scritti nella sua carriera da quando navigava i canali francesi ed europei con il suo Ostrogoth, o viaggiava per lontani paesi tropicali (Au fil de l'eau, Europe 33, La Méditerranée en golette, Sixiéme Continent...). Lo spirito della scoperta, il suo voler conoscere sempre posti e abitudini lontani da quelli consueti, la ricerca del famoso homme nue... insomma tutte pulsioni che lo facevano muovere in tutte le direzioni. Erano per lui esperienze importanti, sia per il suo background di romanziere, sia perché gli consentivano di scrivere reportage di viaggio per i giornali, un tipo di scrittura che evidentemente prediligeva: dalla metropoli più moderna, New York, agli spazi ancora incontaminati, metteva a confronto le due facce opposte del grande paese.
Questo Les U.S.A. de Monsieur Tout-le-Monde fu poi raccolto in un volume edito nel 1947 da Presses de La Cité. Oggi quello spaccato dell'America, vista da un allora poco più che quarantenne Simenon, ormai scrittore affermato e da un anno trasferitosi negli Usa, viene riproposto all'inizio dell'estate in una versione economica, Le Livre de poche, rititolato Des phoques aux cocotiers et aux serpents à sonnette, nella collana La lettre et la plume.
Ancora una volta dobbiamo consigliare di leggere questo libro, per constatare, come, a distanza di ben oltre mezzo secolo, e nonostante tutti i cambiamenti intervenuti, lo spirito con cui Simenon coglie l'essenza dei luoghi, delle persone e del contesto geografico e sociale, è uno spirito ancora attuale e rende ancora interessante, anche agli occhi degli smaliziati viaggiatori d'oggi, un diario di quei 5000 chilometri on the road.
Chi volesse acquistare via internet questo gustoso reportage di viaggio può farlo su questa pagina.

domenica 15 settembre 2013

SIMENON TRA LE NUVOLE DELLE CLASSIFICHE CON L'ANGIOLETTO

E' iniziata "l'ascesa" nelle classifiche de L'angioletto, l'ultimo romanzo di Simenon (Le Petit Saint - 1964 - Presses de La Citè) edito da Adelphi. 
La sua posizione, dopo circa un paio di settimane dall'uscita si consolida e migliora. Ad esempio vola al 4° posto nella classifica di TuttoLibri de La Stampa di ieri, nella sezione "Tascabili". Altro piazzamento nella Top 20 della "Narrativa Straniera" de La Lettura del Corriere della Sera di oggi, dove il titolo occupa il 14° posto.
Per quanto riguarda invece le vendite su internet, il titolo simenoniano appare sulla Feltrinelli.it all'8° posto e si affaccia timidamente sia sulla piattaforma I.B.S. al 52° posto, che su quella di in-Mondadori dove lo troviamo all'89° posto.
Ma siamo solo all'inizio. L'appuntamento è quindi, come di consueto, per la prossima domenica per scoprire gli esiti delle vendite de L'angioletto nella settimana che verrà.

sabato 14 settembre 2013

SIMENON - SIMENON. MAIGRET E UN MURO DI SILENZIO

MAIGRET E I TESTIMONI RETICENTI 
(Maigret et les témoins récalcitrants) - anno 1959 - Edizioni Presses de La Cité

Simenon in questa inchiesta del suo commissario dà il meglio di sè, descrivendo, in modo affascinante, quello strano mondo costituito da una famiglia una volta ricca proprietaria di una fabbrica di biscotti assai famosa. Ma al momento dell'inchiesta è una famiglia decaduta, la fabbrica sta in piedi per scommessa, la fastosa dimora in cui vivevano è ormai un ammasso di polverose vestigia che nemmeno gli sforzi di salvare le apparenze riescono a coprire... arredi consunti e passati, stanze cadenti, mobilio in sfacelo. E le persone, sia i vecchi fondatori che la seconda generazione, cercano in qualche modo di non perdere quella rispettabilità che lì regnava un tempo. In questa cornice, Léonard Lachaume, il maggiore dei figli, quello che gestisce la difficile situazione, viene ucciso. Maigret inizia la sua indagine, con la famiglia  che si chiude in un silenzio che non può non essere sospetto e in più il nuovo giudice istruttore, Angelot che ha sostituito Comeliau ormai in pensione. Ed è lì sulla scena del delitto. E' lì che controlla l'operato del commissario, che è decisamente infastdito da quel fiato sul collo. Si muove in quella casa come in un viaggio indietro nel tempo... tutto è fuori tempo, vecchio, demodé, tutto appartiene ad un'epoca felice, ma tutto ora si é spento nel grigiore delle difficoltà economiche.
I personaggi, vanno a fuoco a poco a poco e Maigret ostinato scava e piano piano, trova la sua pista, con i suoi metodi che, se non piacevano a Comeliau lasciano perplesso il giudice Angelot. Ma lui va avanti, lento, ma inesorabile tra le storie di un tempo passato, le piccinerie e i vizi in cui si imbatte in ogni inchiesta e la diffidenza del giovane giudice... 







" -Non dimenticare l'ombrello.
- No.
La porta si stava per chiudere e Maigret si era voltato verso le scale.
- Farai meglio a metterti la sciarpa.
La moglie lo richiamò, senza sospettare che quella piccola frase lo avrebbe messo di cattivo umore e gli avrebbe ispirato pensieri malinconici.
Era novembre, il 3 novembre, e non faceva particolarmente freddo. Ma da un cielo basso e uniforme cadeva una di quelle piogge che, soprattutto all'alba, sembrano più fluide e più subdole delle altre. 
Poco prima quando si era alzato dal letto, aveva arricciato il naso perché voltando il capo aveva sentito il collo dolorante. Non si poteva parlare di torcicollo ma piuttosto di una certa rigidità, di una sensibilità eccessiva.
La sera precedente, uscendo dal cinema, avevano passeggiato a lungo sui boulevard e già pioveva.
Poco importava. Ma a causa della sciarpa, forse anche perché era una grossa sciarpa che la moglie aveva fatto a maglia, si sentì vecchio..."  

Edizione: Oscar Mondadori 1992 - "Maigret e i testimoni reticenti" - Traduzione: Emanuela Fubini

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venerdì 13 settembre 2013

SIMENON INDAGA, BETTY E' LA VITTIMA... MA NON C'E' MAIGRET...

1960-2013. Cinquantatre anni dopo. Due romanzi con lo stesso titolo, il nome di una donna: Betty. Il primo di Georges Simenon, scritto appunto nel '60 e il secondo di Roberto Cotroneo, arrivato in libreria qualche giorno fa'.
Sembra prima di tutto di una dichiarazione d'amore verso Simenon che l'autore fà miscelando realtà e fantasia, facendo protagonista della propria vicenda lo scrittore belga, ormai ultraottantenne, che si muove a Porquerolles, luogo per lui mitico, dove nei suoi anni più giovani, quando era sposato con Tigy, aveva trascorso diversi periodi di vancanza, ma anche di scrittura, quella Porquerolles che gli era rimasta per sempre nel cuore.  La vittima, Betty, non è la stessa Betty del 1960, ma qualche legame Cotroneo ce lo fà intravedere e saranno forse proprio questi che indurranno un riluttante Simenon a vestire, suo malgrado, i panni dell'investgatore?  L'occasione di narrare la vicenda è il fortuito ritrovamento di un diario misterioso, che doveva rimanere segreto e destinato ad essere distrutto, ma... Ma non vogliamo togliere il piacere del finale al lettore di questo che la Bompiani, editore del libro, in copertina definisce "un giallo d'autore in cui Simenon s'improvvisa Maigret". La sorpresa quindi è garantita e il nostro silenzio sugli intrecci e sul loro epilogo é obbligato.
Che altro possiamo dire? Cotroneo è fin troppo noto per starne a tracciare qui il profilo biografico o letterario, e questo tipo di contaminazione tra artisti famosi e fantasia letteraria è terreno su cui si muove con confidenza (basta citare il pianista Arturo Benedetto Michelangeli che ritroviamo in "Presto con fuoco" - 1995, o il trombettista jazz Chet Baker in "E nemmeno un rimpianto. Il segreto di Chet Baker" - 2011).
La scrittura é di quelle che oltre la vicenda fanno trasparire altre trame, che  toccano chi narra e il narrare, il protagonista e il suo destino, l'arte e il suo mistero. Cotroneo non si limita a ideare un originale pastiche e servircelo con grande mestiere. Va più in là. Leggere per credere. 

martedì 10 settembre 2013

SIMENON, IL SUO ANGIOLETTO HA GIA' SPICCATO IL VOLO

Le ali de L'angioletto si sono mosse prima di quanto avessimo previsto e con un volo felice è arrivato non solo in libreria, ma anche sulle classifiche dei supplementi dei quotidiani che già registrano le presenza del più recente romanzo di Simenon, pubblicato da Adelphi, in una inevitabile livrea azzurra...
Per esempio su TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso lo troviamo nella sezione "Tascabili" al 10° posto. Mentre La Lettura del Corriere della Sera di domenica lo dà al 15° della "Narrativa Straniera".
Scritto ad Epalinges (Svizzera) nel 1964, uscì l'anno dopo per i tipi di Presses de La Cité, con il titolo di Le Petit Saint. Il romanzo ci presenta la parabola di un famoso pittore iniziando dalla sua origine povera. Famiglia numerosa, cinque fratelli da cinque padri diversi, una madre che cambiava continuamente amanti. In quella sordida camera di rue Mouffettard la promiscuità e il vizio andavano a braccetto. Ma "l'angioletto", era diverso dagli altri. Aiutava la madre andando con lei all'alba al mercato e poi con il passare del tempo, quando i fratelli e le sorelle avevano abbandonato la casa, lui unico rimase con la madre, ormai sola, non più appetibile per gli uomini... insomma un vero angioletto!
Louis Couchas, questo è il suo nome, cresce, di notte lavora ai mercati generali e il giorno dedica tutto il suo tempo alla passione che ha scoperto e che ormai gli riempie la vita: la pittura. Fin da bambino aveva avuto una percezione diversa dagli altri delle cose, degli uomini e dei particolari. E questa sensibilità finsce per esplodere nell'arte figurativa, che sarà la sua salvezza e che lo porterà a diventare un pittore riconosciuto e famoso.
Simenon qui ci racconta una vicenda un po' particolare per lui. Questa volta c'è il famoso "passaggio della linea", ma Louis passa dalla parte oscura a quella luminosa, dalla povertà e dall'abiezione all'agiatezza e alla rispettabilità. Insomma questa volta il destino non sembra essere cinico e baro, ma promettente e benevolo.
Qualche parola la riserviamo alla traduzione del titolo che ha suscitato qualche critica... In effetti L'angioletto, non piace neanche a noi e chissà se sarebbe piaciuto a Simenon. (Mondadori l'aveva pubblicato nel '65 con il titolo "Il piccolo santo", certo anche questo...).

domenica 8 settembre 2013

SIMENON-SIMENON REPLAY - SIMENON INTERPRETA SIMENON... DA AUTORE AD ATTORE


1959. Esce un cortometraggio per la regia di Jean-François Hauduroy. Titolo Simenon. E' una produzione elevetica interpretata proprio da Georges Simenon, nella parte di sè stesso, da Michel Simon, voce fuori campo dell'attore Paul Meurisse, sceneggiatura dello stesso regista e colonna sonora di Philippe Arthuys. Una piccola produzione, e non conosciuta dai più, che fu presentata al Festival di Locarno del 1960, nella sezione "Cortometraggi in concorso". E' una performance che per lo più i biografi non riportano. In fondo più che un documentario con un filo conduttore, è un'insieme di flash che vedono lo scrittore ripreso nei luoghi a lui familiari: Parigi, la Normandia, la sua abitazione ad Echandens in Svizzera. L'intento del regista era quello di mostrare come Simenon scrivesse un romanzo.  La scelta dell'opera che doveva appunto spiegare il processo creativo cadde su Le President del 1957, che lo scrittore aveva ambientato tra Parigi e la Normandia, presidente che viene impersonato da Michel Simon (ruolo che nel film, tratto nel'61 dal romanzo, sarà di Jean Gabin). Simenon e Simon, l'autore e il personaggio, si alternano davanti alla cinepresa in una sorta di puzzle che intreccia realtà e fiction, il metodo della scrittura e il personaggio nella pelle del quale il romanziere ogni volta entrava, immmedesimandosi nei suoi comportamenti e nella sua mentalità.