lunedì 28 ottobre 2013

SIMENON-SIMENON REPLAY. QUESTO E' IL PRINCIPIO

Si è parlato varie volte dell'incontro tra Simenon e Colette nella redazione de Le Matin. In quel quotidiano la famosa scrittrice, allora cinquantenne, era responsabile della pagina culturale e della rubrica Les Mille et un Matin, dove venivano pubblicati ogni giorno dei racconti. E Simenon, dopo molti tentativi (e dopo aver seguito i consigli della stessa Colette che lo spronava a sfrondare il suo stile dalla "letteratura") vide pubblicato il suo racconto La Petite Idole. Era il 29 settembre del '23. Possiamo prendere questa data come l'ingresso nella letteratura ad appena nove mesi dal suo arrivo a Parigi, anche se firmato come Georges Sim.
Ma questo La Petite Idole cosa raccontava? Si tratta di due coniugi in vacanza (dove non ci viene detto, ma si tratta di una località di mare. La Costa Azzurra o una delle stazioni balneari alla moda dell'Atlantico come Biarritz...). L'ambiente che trovano è molto spumeggiante, vi incontrano anche degli amici e cosi entrano a far parte di una compagnia dove i flirt, i tradimenti, le gelosie e gli addii si susseguono. Lei, M.me Arnal, non gradisce granchè l'intimità con questo ambiente dalle relazioni facili, un po' libertine e degli amori usa e getta. Avrebbe preferito un posto più tranqullo, meglio la solitudine. E in più si preoccupa per il marito quando guarda con eccessiva attenzione le giovani donne del posto. Questa insicurezza ci viene raccontata e motivata da Simenon riportando il dialogo avuto nel viaggio in treno, in cui lei chiedeva confema del suo amoreal marito, il quale una volta la chiamava il suo "piccolo idolo". Una volta, perchè veniamo a sapere che adesso lei ha quarant'anni. M. Arnal cerca di rassicurarla in ogni modo.
Ma certo lei non era più quella di vent'anni prima, il fisico non più "felino", ma "arrondi" che non vuol dire arrotondato, ma piuttosto ammorbidito, ma conservava tut'ora un fascino di cui il marito era davvero ancora preso.
Ma lei, circondata sulla spiaggia e all'hotel di giovani donne slanciaciate e flessuose, allungava il tempo della sua toilette, il marito un po' la prenderva in giro, un po' la rassicurava che non aveva bisogno di passare tutto quel tempo a truccarsi e a cambiarsi d'abito... a lui piaceva lo stesso, così com'era.
Ma lei sapeva che mentiva, aveva percepito come guardava le giovani che giravano loro intorno.
E non aveva torto, perché agli occhi del marito quella gioventù femminile, non poteva che risvegliare un certo desiderio.
In un dialogo alla fine del racconto, lei triste cerca ancora rassicurazioni, chiede al marito prima di stringerla forte a sè, poi di chiamarla ancora "piccolo idolo" e infine di partire per un altro posto, magari di tornare a casa, con la scusa che il mare la deprimeva. Il marito, sembra non capirla, cerca infatti di minimizzare, giudicando il tutto solo il frutto di un po' di nostalgia. Si dice convinto che la compagnia e la vacanza l'avrebbero distratta e alla fine le avrebbero giovato.
E così M.me Arnal capisce che non sarà mai più il suo "Petite Idole".
Tutto qui? In effetti la trama di un racconto breve (meno di 4000 battute), non poteva essere più articolata, non ci sono descrizioni dei personaggi, che però risaltano bene, e alcune informazioni le apprendiamo dai dialoghi.
C'è qualche aggettivo speso per il paesaggio, per le acconciature della protagonista. Ma quella semplicità e linearità che predicava Colette si riscontra nell'essenzialità dello stile e nel dialogo diretto che ha una sua preponderanza, ma che rende vivo e dà un'impressione di "presa diretta" , se coì si può dire, a suo modo efficace.
Ma é solo il primo degli ottanta racconti che fino al '29 scriverà per Le Matin.

domenica 27 ottobre 2013

SIMENON-SIMENON REPLAY. TANTI PERSONAGGI UN SOLO PROTAGONISTA


Bernard Buffet -  Homme nu dans chambre -1948
Il Simenon dei romanzi. Lo scrittore che, libero da vincoli di commissione e di generi, scriveva in libertà, in preda ai suoi état de roman. Il romanziere che prefereriva la gente comune come protagonista delle sue storie. Le persone più semplici lo attraevano e assurgevano a personaggi catalizzatori nelle vicende da lui narrate.
Su questo suo tratto distintivo sono stati versati fiumi d'inchiostro e formulate teorie le più diverse.
Quello che nessuno, o quasi, contesta, è la forte influenza che ebbero gli anni dell'adolescenza e prima ancora quella dell'infanzia. Già perchè i Simenon di Liegi, nel '900 erano se non proprio dei poveri, ma comunque una famiglia che sbarcava il lunario, con molte rinunce e parecchie ristrettezze. E mentre questo era una fonte di ineusaribile frustrazione per la madre Henriette, che proveniva dalla buona borghesia, non lo era per il padre. Desiré Simenon, impiegato semplice di una società di assicurazioni, era invece il tipo che si accontentava del proprio stato, non voleva più di quello che possedeva ed era del tutto estraneo all'istinto dell'ambizione.
Simenon era interessato dalla gente che vive assillata dai problemi quotidiani e dalle passioni comuni. Quella, a suo avviso, era le più genuina e spontanea, per quanto sempre influenzata dai condizionamenti culturali e sociali e anche abbastanza lontana da quell'ideale personaggio de "l'uomo nudo" che Simenon ha sempre rincorso nei suoi romanzi e di cui ci occuperemo in seguito.
Ma come li definiva Simenon i suoi personaggi?
"...i miei personaggi sono veri e hanno una loro propria logica nei confronti della quale la mia logica non può nulla..."(Le Romancier - 1945). E questa sarebbe la conseguenza dell'ètat de roman e del "mettersi nella pelle dell'altro", per cui la propria volontà viene annullata e la storia e il destino del personaggio va avanti fino alla conclusione aldilà delle volontà e desideri dell'autore. 
"... i miei personaggi hanno tutti una professione, hanno delle caratteristiche; se ne conosce l'età la situazione familiare e tutto il resto. E io tento di rendere ciascuno di questi personaggi pesante come una statua e fratello di tutti gli uomini della terra..." (intervista a Carver Collins - 1956). Ogni lettore avrebbe dovuto quindi indentificarsi nel protagonista, sia per la sua forza d'attrazione, ma anche per una certa contiguità di problemi, stili di vita, mentalità e destino.
Ma sappiamo che quello che cercava presentarci Simenon nei suoi romanzi era quello che lui stesso aveva definito l'uomo nudo... un'idea. Un uomo spoglio di tutte le sovrastrutture sociali, religiose e di ogni condizionamento ideologico, che rispondesse solo agli stimoli naturali ed esprimesse quindi solo sentimenti e pulsioni umane. E' chiaro che si trattava di una tensione, che un individuo così "asettico" non esisteva e il suo era solo il tentativo di mettere più a nudo possibile l'uomo, inserendolo in situazioni limite rappresentate dal "passaggio della linea" e dal seguire il proprio destino fino alle estreme conseguenze.
"...io mi rapporto all'uomo, all'uomo tutto nudo, all'uomo che é solo faccia a faccia con il suo destino, cosa che considero l'apice del romanzo..."(Le Romancier - 1945).

sabato 26 ottobre 2013

SIMENON-SIMENON REPLAY - SIMENON E ROTH. QUANDO E' ORA DI SMETTERE DI SCRIVERE...

Simenon smise di scrivere a neanche settant'anni. Neanche si fà per dire, visto che aveva iniziato quasi una cinquantina di anni prima.
Circa un anno fa', un'altro grande della letteratura, il romanziere americano Philp Roth ha fatto sapere che non avrebbe scritto più. Già, una delle punte di diamante della letteratura contemporanea, anche lui vicino ai settant'anni, conclude coscientemente e senza motivi condizionanti la sua attività. In realtà sembra che fossero un paio d'anni che stesse ponderando questa decisione, ma afferma di averci voluto pensare con calma e a fondo per vedere se non fosse una decisione affrettata e dettata da motivi contingenti. Adesso è ormai certo di non voler più scrivere e la notizia è diventata ufficiale.
In realtà somiglia alla decisione che Simenon prese nel settembre del 1972, quando si rese conto che il suo famoso état de roman non funzionava più, anche se fu più improvvisa ed istintiva e la comunicazione ufficiale avvenne in un'intervista (al "24 Heures di Losanna / Henry Charles Tauxe) solo qualche mese dopo, nel febbraio dell'anno successivo.
Oggi il quotidiano La Repubblica riporta un articolo del NewYork Times News Service, a firma di Charles McGrath, dove sono citate alcune affermazioni del romanziere americano. Il suo ultimo romanzo Nemesi, uscito nel 2010 ha chiuso un'attività iniziata nel '53 a ventisei anni, con il racconto Addio Columbus.
Certo tra i due c'è una generazione di mezzo. Quando Roth nasceva, Simenon aveva già completato la sua  prima serie dei Maigret e iniziava a scrivere dei romanzi. Quando morì Simenon, Roth era ormai uno scittore affermato con il famoso Lamento di Portnoy già scritto nel 1969 ed una ventina di titoli al suo attivo. Nei dieci anni che Simenon visse negli States (1945-1955), Roth era impegnato ancora negli studi.
In definitiva non possiamo dire che tra i due scrittori ci siano delle analogie, tranne questa coincidenza. Roth ha scritto storie più autobiografiche, Simenon raccontava la vita degli altri vista da dentro i personaggi. Roth è stato spesso rimproverato per la sua scrittura cruda e a volte scurrile, Simenon era controllato ed essenziale. Roth ha scritto di media un titolo l'anno, per Simenon sia va dai cinque/sei dei primi anni ai tre dell'ultimo periodo.
Però un cosa ci ha colpito. Su La Repubblica di oggi abbiamo letto "... So che non riuscirò più a scrivere bene come scrivevo prima. Non ho più la forza di sopportare la frustrazione. Scrivere è una frustrazione, una frustrazione quotidiana, per non parlare dell'umiliazione - spiega Roth - E' come il baseball: due terzi del tempo sabgli... Non ce la faccio più ad immaginare di passare altre giornate in cui scrivi cinque pagine e le butti via. Non ce la faccio più...".
La stanchezza, l'insicurezza di non riuscire più a tenere quel livello... Ci vengono in mente le parole di Simenon che abbiamo pubblicato qualche giorno fa' "... ho cercato sempre di semplificare, di raccogliere le mie impressioni, di sopprimere l'inutile, di eliminare l'aneddoto. Poi poco prima dei miei settant'anni ho avuto l'impressione che non fossi più capace di andare avanti senza danneggiare la mia salute e forse anche il mio equilibrio mentale... A settant'anni ho deciso di non scrivere più romanzi. In fondo per paura. Ho intuito confusamente quale prezzo avrei pagato per le mie opere future. Sapevo che continuare a creare dei personaggi, a sforzarmi a metterli sulla carta, costituiva una sorta di suicidio...(vedi il post relativo).

venerdì 25 ottobre 2013

SIMENON-SIMENON REPLAY, TUTTA LA PROSSIMA SETTIMANA

Per causa di forza maggiore, la prossima settimana Simenon-Simenon non potrà essere aggiornato. Vi proporremo ogni giorno un post degli anni passati (Simenon-Simenon Replay), che avete mostrato di gradire particolarmente e che magari risulterà nuovo per coloro che ci seguono da poco. Vi ringraziamo intanto per l'interesse che continuate a dimostrare per il nostro lavoro e diamo appuntamento a tutti, con i post aggiornati quotidianamente, a lunedì 4 novembre.

martedì 22 ottobre 2013

SIMENON, LA BUONA STELLA DI MAIGRET

La raccolta di racconti del commissario Maigret, Assassinio all'Etoile du Nord, ha messo la freccia e ha sorpassato parecchi titoli, andandosi a piazzare, nella classifica di TuttoLibri de La Stampa di sabato, al secondo posto. Progressi anche nella sezione Letteratura straniera dell'inserto La Lettura del Corriere della Sera di domenica, dove avanza di una posizione attestandosi alla 7a piazza. Assente invece da ogni rilevamento riportato da RCult su La Repubblica.
Per quanto riguarda la piattaforma digitale, vediamo che su Internet Book Shop la stella maigrettiana ha fatto uno scatto portandosi dal 24° al 13° posto. Sulla Feltrinelli.it la raccolta conquista la 9a posizione. Invece su inMondadori la troviamo ancora al 43° posto.
Dopo il roman-dur L'angioletto, Simenon ritorna dunque a muoversi in classifica con una raccolta di racconti delle inchieste del commissario Maigret. Un evergreen che già questa settimana mostra il suo potenziale di vendita. Una costante nelle edizioni Adelphi di Simenon, che si ripete e che addirittura sembra rispecchiare l'alternanza con cui lo scrittore dedicava le sue energie ora all'uno ora all'altra tipologia di narrazione.

giovedì 17 ottobre 2013

SIMENON. MA QUANTI SONO I MAIGRET TRADOTTI? E QUANTE VOLTE?

Vogliamo oggi segnalare un interessante saggio statistico che la studiosa simenoniana Murielle Wenger ha realizzato sulle traduzioni e le riedizioni dei Maigret nelle varie lingue. Murielle, per chi segue Simenon-Simenon, è un nome conosciuto perchè da tempo ci onora della sua collaborazione con dei saggi e degli interventi originali e molto interessanti. Questo studio, che potrete leggere sul suo sito dedicato a Maigret, www.enquetes-de-maigret.com, alla pagina Maigret en traduction, va molto a fondo nelle relazioni tra i titoli e le lingue in cui sono state tradotte le inchieste del commissario Maigret, le loro riedizioni a seconda della nazione in cui sono stati pubblicati e addirittura in relazione al periodo in cui sono stati editati (Fayard 1931-1934, Gallimard 1942-1944, Presses de La Cité 1947-1972).
Questo studio si rivela in genere molto interessante, ma in particolare ci ha colpito per la capacità di farci render conto di come sia diffusa l'opera simenoniana che riguarda il commissario, e soprattutto in quanti paesi è stato rieditato e per quante volte. Ci fornisce infatti un'idea molto precisa e dettagliata di quello che si dice sempre in modo generico e approssimativo dell'opera simenoniana (... traduzioni in oltre cinquanta lingue, vendute più di mezzo miiardo di copie....).
Murielle Wenger, incide e disseziona il corpus delle opere maigrettiano con una precisione chirurgica, con un'analisi assolutamente originale che ci rivela dei risulati interessanti.
Vogliamo fare solo un esempio, tra i tanti che potrete leggere direttamente sul saggio. In Italia il titolo che ha goduto di un maggior numero di riedizioni è stato l'Affare Saint-Fiacre, che vide la prima traduzione in assoluto nel 1933, nella collana I Libri neri, di Arnoldo Mondadori Editore, uscito per altro a ridosso della pubblicazione in Francia avvenuta per Fayard nel 1932.

mercoledì 16 ottobre 2013

SIMENON, IL GIORNALISTA E LA STORIA: FACCIA A FACCIA CON LEV TROTSKY


Ottant'anni fa'. Giugno. Simenon si trova in Turchia e più precisamente a Istanbul. E' arrivato fin lì a intervistare, per conto del quotidiano Paris-Soir, Lev Trotsky in fuga dall'Unione Sovietica, perseguitato da Stalin, e in quel momento nascosto tra le isolette del mar di Marmara. Il resoconto di quel viaggio e l'intervista furono pubblicate sul quotidiano parigino in due puntate il 16 e il 17 giugno 1933.
Oggi vi proponiamo alcuni stralci del reportage.
"...ho incontrato dieci volte Hitler al Kaiserhof Hotel, quando teso e febbrile, già cancelliere, conduceva la sua campagna elettorale. Ho visto Mussolini osservare senza stancarso la sfilata di migliaia di giovani. E a Montparnasse, una sera, ho riconosciuto Gandhi, in una silhouette bianca che rasentava le case, seguito da giovani donne fanatiche.
Per intervistare Trotsky, eccomi sul ponte più brulicante di Pont-Neuf, che collega la vecchia e antica Costantinopoli, Stamboul e Galata.... Qui una riva si chiama Europa e l'altra Asia, al posto dei rimorchiartori e delle peniche della Senna vi sono altrettanti cargo e imbarcazioni a vapore che battono bandiere di tutti i paesi del mondo, che si dirigono verso il mar Nero o s'infilano nello stretto dei Dardanelli... Trotsky? Gli ho scritto l'altro ieri per chiedergli un'intervista. L'indomani mattina venivo già svegliato dal trillo del telefono.
- Monsieur Simenon? Sono il segretario de M. Trotsky. M. Trotsky la riceverà domani alle 4. Occorre innanzitutto che la avverta che M. Trotsky, le cui dichiarazioni sono state troppo spesso travisate, desidera ricevere in anticipo le vostre domande per iscritto. Lui anche risponderà scrivendo... 
Ho fatto tre domande...
Ecco Prinkipo, l'isola dove sorge da qualche parte l'abitazione di Trotsky. Hanno parlato, credo, di una nascondiglio sontuoso, di villeggiatura di lusso, di proprietà paradisiache... Una vettura mi porta lungo una strada costeggiata da ville. Molte sono in vendita o in attesa di essere affittate, perchè la crisi è dura anche in Turchia... La vettura si ferma. Il mio accompagnatore, mi tende il braccio... Non mi resta che scendere per un corridoio stretto entro due mura. Tutto è così calmo, così immobile, l'aria, l'acqua, le foglie, il cielo, che si ha l'impressione di rompere, passando, i raggi del sole. Intanto ecco un uomo al di là di un cancello. La sua divisa da poliziotto turco è aperta su una camicia bianca e, come un pacifico pensionato nel suo giardino, calza delle pantofole. Esce un altro poliziotto, questo in abiti civili, o meglio in maniche di camicia, ha apenna finito di lavarsi e pulisce le sue orecchie con il bordo di una salvietta.
- Monsieur Simenon?
Sono in un giardino che non misura più di cento metri per cinquanta. Un piccolo cane si rotola nella polvere, un giovanotto allungato su un'amaca legge un fascicolo in inglese e non mi degna di uno sguardo. C'è un altro uomo sotto la veranda. Anche lui in maniche di camicia e pantofole. E altri due bevono del caffè nella prima stanza che è arredata solo da un tavolo con delle sedie. Tutto è rallentato. Credo la causa sia l'aria. Io stesso sono rallentato, direi senza curiosità.
- Monsieur Simenon?
Uno di quei giovani uomini si fa avanti, cordialmente, tendendomi la mano e ben presto siamo seduti tutti e due sulla terrazza, mentre all'altro capo del giardino il poliziotto termina la sua toilette. 
Si potrebbe stare lì per ore, senza far niente, senza dire nulla, forse senza nemmeno pensare.
- Se volete, possiamo parlare prima noi due. Poi potrete vedere M. Trotsky. 
Il segretario non è russo. E' un ragazzo del nord, pieno di salute, dal colorito roseo e dagli occhi chiari. Parla francese come fosse di Parigi. 
- Sono stupito che M.Trotsky abbia accettato di incontrarvi. Di solito evita i giornalisti.
- Sapete perchè mi ha riservato questo favore?
- Lo ignoro.
Io pure. E continuerò ad ignorarlo. Forse le mie domande coincidevano con quello che Trotsky aveva voglia di dire o con qualche dichiarazione che voleva rilasciare in quel momento...
Trotsky si alza per tendermi la mano, poi si siede alla sua scrivania, posando dolcemente il suo sguardo sulla mia persona.
E' stato descritto migliaia di volte, e io non vorrei farlo di nuovo a mia volta. Quello che vorrei fare é rendere la stessa sensazione di calma e di serenità che ho percepito, stessa calma e stessa serenità nel giardino, nella casa, nell'arredo...
Trotsky semplice e cordiale, mi porge i fogli dattiloscritti che riportano le risposte alle mie domande.
- Le ho dettate in russo e il mio segretario le ha tradotte stamattina. Vi domando solo di firmarmi una copia che poi conserverò.
Sul tavolo ci sono sparsi dei giornali di tutto il mondo e Paris-Soir é sopra a tutti... Dalla finestra aperta si scorge, alla fine del giardino, un minuscolo porticciolo dove sono ormeggiate due imbarcazioni, un piccolo caicco del posto e un canotto con il motore fuoribordo.
- Vedete? - mi fa Trotsky sorridendo - Alle sei del mattino vado a pesca...
Non mi dice che è obbligato a portarsi dietro uno dei suoi poliziotti, ma io lo so.
Con un gesto, indica le morbide colline dell'Asia Minore, che sono appena a cinque chilometri,
- D'inverno c'è la caccia... laggiù... Ora possiamo parlare... 
Ma mi sono impegnato a non pubblicare nulla di quello che dirà...
Commenta le dichiarazioni che mi ha consegnato. La sua voce e i suoi gesti sono tutt'uno con la pace di quell'ambiente.
Parliamo a lungo di Hitler. Il personaggio lo preoccupa e lo inquieta. Gli riferisco le opinioni contraddittorie che ho sentito un po' dappertutto in Europa, non tanto sull'attività del Führer, ma sulla sua personalità e sul suo valore personale.
E non credo di venir meno al mio impegno riportando qualche parola che mi ha particolarmente colpito, laggiù nella casa di Prinkipo, così lontano da Berlino...
- Hitler si è fatto da solo, man mano che andava avanti. Ha imparato passo passo, tappa dopo tappa, durante la lotta... ".
Questo, in sintesi è l'incontro di due uomini, un giovane giornalista scrittore di successo, occidentale, di 30 anni e un uomo politico di 54 anni dell'epopea comunista, fondatore del Politburo sovietico, ma ormai in fuga. Molto diversi tra loro, ma curiosi uno dell'altro, vivaci intellettualmente, inquieti per natura. Se invece siete interessati all'intervista vera e propria potrete leggerla integralmente in francese su Lèon Trotsky: interview par Georges Simenon



martedì 15 ottobre 2013

SIMENON, SENTIRSI "BAMBINI" TUTTA LA VITA?

"...in realtà sono rimasto a settant'anni il fanciullo e l'adolescente che sono stato, e continuo a pensare, a sentire e a intendere come un ragazzino. L'ho fatto per tutta la mia vita, senza rendermene conto...".
Queste sono le parole di Simenon scritte nel suo primo Dictée, nel 1973, parole che ci sono venute in mente quando leggemmo Il pleut bergére....
Quello dell'adolescenza, o dei ricordi dell'infanzia, è un tema trattato in diverse opere del romanziere. Soprattutto, come afferma lui stesso, ripensando a persone, luoghi e avvenimenti con la mentalità e la sensibilità di un bambino.
Già, se riflettiamo bene, Simenon andava alla ricerca dell'uomo nudo, spoglio dei condizionamenti sociali e delle sovastrutture culturali, ed era facile che trovasse nei bambini i soggetti più naturali, più spontanei, capaci ancora di stupori e di scoperte, ma anche di reazioni non ancora condizionate, o non del tutto, dalle regole della società, della religione, della famiglia...
Tornando a Il pleut, bèrgere... (tradotto in Italia nel '48 in Biblioteca Moderna Mondadori - "Piove, pastorella" - edizione Adelphi 2002  "Pioggia nera") il bambino è il simbolo di un occhio ancora puro che si muove in una realtà e tra personaggi che sono incattiviti dalla vita, dalle ideologie, dalle necessità. Gente della sua famiglia e gente del suo villaggio che sembra prigioniera di certi ruoli e certe abitudini, nel bene e nel male. Ma questo fanciullo guarda tutti dall'alto della finestra del suo soppalco, come fosse uno spettatore estraneo a quel mondo, che giudica con una logica e con un metro che non è quello degli altri. Un metro umano, per il quale considera suo amico un bambino, con cui non ha mai parlato e che vede solo da finestra a finestra. E anche quando viene a sapere che il padre è un terrorista e scopre prima di tutti che si nasconde proprio nella casa davanti a lui, non dà giudizi, per lui conta solo quel platonico legame con il suo amico delle finestre di fronte. E fà tutto quel che può per proteggere quel segreto, il suo amico e il suo padre. Alla fine del romanzo si viene a sapere che tutto il racconto è un ricordo, il ricordo di un uomo ormai adulto che rivede quei giorni e quei fatti ancora con gli occhi e l'animo di un bambino.
Ed è proprio quello che diceva Simenon in un'intervista a Le Monde nel '65.
"... ho utilizzato il modo in cui i ricordi si sono impressi in me. Quello che conservo della mia infanzia sono delle immagini molto colorate, delle sensazioni. Quando mi ricordo un fatto, posso dirvi che tempo faceva, da dove soffiava il vento, se avevo caldo..."
Proprio come il protagonista de Il pleut bèrgere...  tanto che Simenon dette come titolo a questo romanzo le parole iniziali di una antica filastrocca da bambini. 

domenica 13 ottobre 2013

SIMENON, SCENDE IL ROMANZO E SALGONO I RACCONTI

Una settimana di transizione. Nelle classifiche dei libri più venduti pubblicate da inserti e allegati dei quotidiani gli ultimi titoli di Simenon salgono e scendono. Il romanzo L'Angioletto va scivolando in basso o, come nei casi delle classifiche de La Lettura del Corriere della Sera e RCult de La Repubblica, è addirittura uscito. Invece ieri sulla classifica che Bookscan realizzata per l'inserto TuttoLibri de La Stampa, nella sezione "Tascabili" troviamo il succitato romanzo sceso al 7° posto (ma va considerato che è la quinta settimana che appare in questa classifica). Invece vi fà un bell'esordio la raccolta di racconti del commissario Maigret, Assassinio all'Etoile du Nord, piazzandosi al 4° posto.
Per qunto riguarda i libri venduti on-line su Internet Book Shop troviamo la stessa situazione nella sua Top 100, con L'angioletto arrivato in 40a posizione, sopravanzato da Assassinio all'Etoile du Nord piazzato al 27° posto. Su Feltrinelli.it l'ultima raccolta di racconti di Maigret conquista il 4° posto, mentre nella Top Ten di Rizzoli.it  L'angioletto tiene la 9a posizione. Nella piattaforma on-line inMondadori la Top 100 vede i suddetti racconti di Maigret al 67° posto e il succitato romanzo di Simenon al 71°. Dall'altro ieri è partita una promozione Adelphi che propone uno sconto del 25% su tutti i libri di Simenon. La prossima settimana vedremo se e come questa iniziativa riuscirà ad avere la sua eco nelle classifiche.

Lunedì 14/10 Omissione In questo post ieri abbiamo omesso di citare il debutto di "Assassinio all'Etoile du Nord" all'8° posto della classifica "Narrativa Straniera" nell'allegato La Lettura del Corriere della Sera e quello al 4° posto nella sezione "Tascabili" su RCult de La Repubblica. Ce ne scusiamo e rimediamo con queste righe.

sabato 12 ottobre 2013

SIMENON. JOHN: UN NUOVO MAIGRET TELEVISVO...

Intervista a John Simenon apparsa oggi sul quotidiano L'Avvenire. Il titolo "Presto il nuovo Maigret in tv". Il figlio di Simenon, a Roma per la manifestazione "Eurovisioni - XXVII Festival internazionale di cinema e televisione",  ha annunciato infatti che è in preparazione una produzione per riportare un nuovo Maigret sugli schermi televisivi. Molto abbottonato, John Simenon ha solo accennato che la location sarà prevalentemente Parigi.
Nulla si sà infatti sui tempi di realizzazione e men che meno su chi potrebbe essere l'interprete di Maigret. Visto che la produzione sarà internazionale (e quindi anche la commercializzazione) non è proprio detto che la scelta cada su un attore francese...
La notizia si aggiunge a quelle già note della preparazione di due trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Simenon. Una  sarà una produzione francese la Chambre bleu di cui abbiamo già parlato e che vede coinvolto Mathieu Amalric come regista e interprete, mentre l'altra, britannica, è tratta da La Neige était sale.
Insomma gran fermento nel mondo cine-televisivo che conferma ancora una volta l'interesse che le opere del romanziere ancora destano anche nel mondo dello show-business.