mercoledì 11 giugno 2014

SIMENON SIMENON. ANCHE MAIGRET ENTRA NELLA PELLE DEI PROPRI... PERSONAGGI?

 "... forse neanche lui avrebbe saputo dire a cosa stava pensando. Forse perché non stava pensando?  Perchè non era proprio un ragionamento. Era un po' come se i tre personaggi del dramma si fossero messi a vivere dentro di lui...".
Questo brano scritto da Simenon non riguarda il suo famoso état de roman, né fà parte dei romans-durs. E' invece tratto da un Maigret, per la precisione Maigret s'amuse (Cannes - 1956), in cui il commissario è in vacanza ed ha detto a tutti che è andato fuori città. In realtà lui e la moglie rimangono a Parigi e passeggiano tra un bistrot e una brasserie, tra un bar e una terrasse, Maigret segue il caso di turno leggendo i giornali, lontano dal suo ufficio di Quai des Orfévres, dove sulla sua poltrona siede l'ispettore Janvier che conduce l'inchiesta. E in un altro brano di questa stessa inchiesta leggiamo "...non c'era, come nella maggioranza dei casi, una sola soluzione possibile. Ce n'erano due. E tuttavia solo una era quella giusta, una sola era la verità. Non si doveva scoprirla, con un ragionamento rigoroso, con una ricostruzione logica dei fatti; bisognava 'sentirla'... ".
Già: bisognava sentirla e il termine "sentirla", non a caso, è scritto in corsivo.
E' più forte di lui, Simenon non ce la fà a non trasporre nella vicenda del commissario quegli elementi fondamentali per la letteratura dei suoi romans-durs.
Intanto qui Maigret, se non entra nella pelle dei personaggi, li sente comunque vivere dentro di lui. E' quell'identificazione che ricorre sempre nella creazione di un romanzo di Simenon. L'autore, per tutto il periodo in cui scrive, è il suo personaggio e questa simbiosi lo porta a ragionare e a comportasi come lui, senza sapere dove l'avrebbe portato a parare. Anche Maigret qui sa di essere vicino alla soluzione del caso, ma per arrivarci deve poter "sentire" questa soluzione. Siamo nel campo del subconscio e delle sensazioni, lontani dalle logiche tipiche della deduzione poliziesca. E le sensazioni non si mettono in fila come dei numeri o dei dati che danno alla fine un risultato.
Il côté psicologico delle creazioni simenoniane deborda quindi dai romanzi e finisce nei Maigret. E' un'altra dimostrazione dell'affermazione che abbiamo fatto più volte (vedi, a proposito de "I Maigret-durs", il post Il caso di Maigret L'Americano) lsecondo la quale da un certo punto in poi le inchieste del commissario e i romans-durs convergono sempre più. Non saranno mai la stessa cosa. Maigret è un seriale di un genere specifico, il poliziesco, che ha le sue regole, che è limitato da alcuni vincoli, ma anche qui Simenon riesce ad allargare gli orizzonti e finisce per esprimersi come nei suoi romans-durs.

martedì 10 giugno 2014

SIMENON SIMENON. LA BOULE NOIRE ROTOLA DALLE PAGINE AL PICCOLO SCHERMO

Abbiamo già dato la notizia che in Francia é in lavorazione un film per la televisione prodotto dalla Neyrac Films, diretto da Denis Malleval e tratto dal romanzo di Simenon La Boule noire.
Questa storia, che l'autore scrisse a Mougin (aprile '55), fu il primo romanzo redatto subito dopo il ritentro in Europa (marzo '55), dopo i dieci anni vissuti negli Usa. Si tratta stavolta di una vicenda ancora intrisa di quell'atmosfera tipicamente americana in cui Simenon era stato immerso fino al mese prima.
Walter J. Higgins, americano, direttore di un supermercato, é arrivato alla soglia della ricchezza, o almeno dell'agiatezza, sia pur pagando tutto a rate. Così si è  conquistato un'auto, una casa con un giardino e tutto un corredo come quelli dei suoi ricchi concittadini, vivendo in quartiere elegante e costruendosi un'immagine adeguata al contesto. Siamo in quella prassi dello "sciupìo vistoso" che un sociologo americano, Thorstein Veblen, aveveva enunciato nell'ambito de La teoria della classe agiata. Questa spiegava come i nuovi ricchi cercassero di consumare prodotti non utili, ma che avevano il solo scopo di far credere agli altri che il proprio standard di vita fosse ben più elevato di quello effettivo. E questo avveniva quindi emulando i consumi di classi più ricche, magari risparmiando su quelli più essenziali, comprando quasi sempre a rate e orientandosi verso i consumi più vistosi. 
Higgins sembra avere tutto, almeno agli occhi della gente, per essere compreso nella cerchia degli stimabili e di quelli che contano. Ma manca un tassello. E non è un tassello di poco conto... Anzi. Si tratta dell'essere socio del Country Club, cosa che sancirebbe, senza più nessun dubbio, che Higgins è parte della ristretta cerchia di coloro che contano e non solo da un punto di vista della ricchezza. Ogni anno si propongono nuovi aspiranti-soci e l'accettazione o meno dipende da una votazione dei soci. Sfera bianca per il sì, sfera nera per il no. E quando è il turno di Higgins, c'è sempre una sfera nera che gli rovina la festa e gli sbarra l'ingresso al circolo.
Higgins, dopo vari anni di tentativi, cerca di capire chi ce l'abbia con lui, chi è quell'anonima mano che fà scivolare quell'unica sfera nera. E' allora, al colmo dell'esasperazione, che Higgins minaccia sfracelli, sembrerebbe addirittura voler uccidere tutti. La storia minaccia di prendere una piega drammatica, addirittura tragica. Ma poi viene fuori il piccolo Higgins, incapace di grandi gesti, che anzi deve preoccuparsi della sua vecchia madre alcolizzata e cleptomane che gli dà dei problemi. La sua maggiore preccupazione infatti è nascondere le sue origini così poco onorevoli, così poco all'altezza di chi vuole entrare nel Country Club... Ma poi la madre morirà.
Simenon ci racconta di come alla fine Higgins, che per un momento sembra rialzare la testa e voler contrastare le convenzioni sociali, rientri nei ranghi, aspettando, anche se ormai senza più ansie, che la società, anzi la buona società, lo consideri un giorno adeguato per l'ingresso al Country Club...
Ha ridimensionato le sue aspettatitive? Si è piegato al suo destino? Vede le cose con un occhio diverso? Comunque sia Simenon ancora un volta ci racconta di come le convenzioni e le convenienze sociali siano potenti, almeno quanto il destino, al quale basta un nonnulla per rovesciare all'istante un'esistenza. 

lunedì 9 giugno 2014

SIMENON SIMENON. SCOPRIAMO CON MAIGRET DOVE SONO GLI OGGETTI ASSASSINI

Ecco le risposte ai quesiti che erano nel gioco propostoci ieri da Murielle. 
Qualche risposta è arrivata via email, qualcuna sulle nostre pagine di Facebook. Non tutte erano complete. Murielle non è stata così buona e poi tra tutti i romanzi di Maigret... ci può essere anche il rischio che di confonderli uno con l'altro. 
Ma adesso, come promesso, ecco le risposte.
 


• un pezzo di tubo di piombo
in  Maigret a peur le tre vittime sono colpite da Vernoux de Courçon per mezzo di un pezzo di tubo di piombo

• una chiave
ne L'inspecteur Cadavre, Naud colpisce  Retailleau per mezzo di una grossa chave della porta che dà su cortile
 
• un cuscino (due romanzi)
in Maigret aux Assises, la piccola Cécile Perrin viene soffocata da Pierre Millard con un cuscino, come ne La folle de Maigret, Léontine de Caramé lo è stata dal Grand Marcel

• un candeliere
in Maigret en meublé, l'usuraio Mabille viene colpito da Julien Foucrier con un candeliere 
 
• una statua
in Maigret et le voleur paresseux, Honoré Cuendet viene raggiunto dai colpi inferti dal  figlio Wilton con una statua

• un ago infilzato nel cuore
in Pietr le Letton, l'ispettore Torrence viene ucciso con un ago infilzato nel cuore

• un ritaglio di un giornale
ne L'affaire Saint-Fiacre, la contessa soccombe a une crisi cardiaca dopo aver letto il ritaglio di giornale fatto scivolare nel messale da Emile Gautier
 
• un martello (2 romanzi)
in Chez les Flamands, Anna Peeters colpisce Germaine Piedboeuf con un martello e ne La maison du juge, Janin raggiunta dai colpi di martello infrti da Albert Forlacroix

 • un leva per togliere i pneumatici
in Maigret et Monsieur Charles, Gérard Sabin-Levesque viene colpito da Jo Fazio con un attrezzo smonta-pneumatici

• una canna/bastone
ne La danseuse du Gai-Moulin, Graphopoulos è colpito da René Delfosse con una canna-bastone, dal pomo d'oro, di suo padre


E infine è in Maigret et le client du samedi che Maigret stesso immagina Léonard Planchon che sta per uccidere quancuno con un pennello 

Murielle Wenger

domenica 8 giugno 2014

SIMENON SIMENON. IL GIOCO DEGLI" OGGETTI ASSASSINI" !

Ecco un gioco adatto alle pigre ore domenicali. Ce lo propone la nostra Murielle Wenger. E' un gioco, ma anche un test che misura la conoscenza delle inchieste del commissario e dei crimini sui cui indaga. Le soluzioni saranno on-line domani (lunedì 9) alle 10.30. Buon divertimento.

Vi siete già domandati quali sono le armi utilizzate nei crimini sui quali Maigret indaga? Io sì, e ho cercato di rispondere alla questione (vedi http://www.trussel.com/maig/momcol.htm#French).
Cari amici maigrettofili, oggi vi invito ad un piccolo gioco sull'argomento. Ecco qui di seguito, una lista di qualche "arma" con l'utilizzo della quale è stato commmesso un crimine. Bene, l'obiettivo del gioco è di scoprire, per ogni arma, in quale romanzo è stata usata. Ovviamente ho scelto quelle che si chiamano comunemente "armi improprie", oggetti di uso quotidiano... per aumentare un po' le difficoltà:




• un pezzo di tubo di piombo
• una chiave
• un cuscino (due romanzi)
• un candeliere
• una statua
• un ago infilzato nel cuore
• un ritaglio di un giornale
• un martello (2 romanzi)
• un leva per togliere i  
  pneumatici
• una canna

E per finire, un piccolo estratto dove Maigret cerca di immagnare quale arma sia stata utilizzata per compiere un assassinio:
"... non doveva possedere una pistola e, anche se ne avesse avuta una, sarebbe stato poco probabile che se ne sarebbe servito. Gli uomini del suo tipo, la gran parte delle persone che svolgono un mestiere manuale, hanno piuttosto la tendenza ad usare degli utensili familiari. Quale strumento per un pittore di un palazzo... non si può far a meno di ridere da soli, pensando ad un pennello..."
Di che romanzo si tratta?

Murielle Wenger


* Se volete, scriveteci le vostre risposte o nello spazio dei commenti oppure via email a
  simenon.simenon@temateam.com 
  Le soluzione saranno on-line domani (lunedì 9) alle 10.30

sabato 7 giugno 2014

SIMENON SIMENON. LA CHAMBRE BLEUE HA APERTO IL BRUSSELS FILM FESTIVAL

Dopo Cannes, Bruxelles. Ieri sera alle 20.00 la XII edizione del Brussels Film Festival (6-14 giugno) ha aperto i battenti con la proiezione de La chambre bleue, la pellicola dell'attore-regista Mathieu Amalric, tratta dall'omonimo romanzo di Georges Simenon. Un debutto tutto giocato in casa visto che i belgi aspettavano la prima nazionale del film tratto dal famoso romanzo del loro più celebre scrittore.
Per maggiori informazioni sulla manifestazione cliccare su brusselfilmfestival

SIMENON SIMENON. 5 INCHIESTE PER "I MAIGRET 4"

E' stato inserito nelle anteprime. Il volume-raccolta dell'Adelphi  I Maigret 4, sarà quindi a breve nelle librerie. Ne avevamo parlato una dozzina di giorni fa' nel post I Maigret 4 preparatevi all'uscita
Ora vi possiamo confermare i cinque romanzi che avevamo preannunciato: "Il pazzo di Bergerac" (Le Fou de Bergerac - avril 1932) - "Liberty Bar"  (Liberty Bar - juillet 1932) - "La chiusa n. 1" (L’Écluse n° 1 - juin 1933 ) - "Maigret"  (Maigret - mars 1934) - "I sotterranei del Majestic" (Les Caves du majestic - in "Maigret revient" - octobre 1942).
Questo volume sarà, come è ormai noto, il Maigret per l'estate visto che, per l'uscita della prossima raccolta dei racconti del commissario, il pubblico degli appassionati dovrà tirare un po' il collo.
Chi volesse prenotarlo potrà già farlo, on-line, su IBS- I Maigret 4

venerdì 6 giugno 2014

SIMENON SIMENON. IL CASO DI MAIGRET "L'AMERICANO"


Inizia con Maigret à New York, è composta da 26 titoli ed è tutta pubblicata da Presses de La Cité. Stiamo parlando della serie delle inchieste del commissario che Simenon ha scritto in America (Canada, Usa e altre località). Questa è la prima inchiesta scritta nel Nuovo Mondo, a Saint-Marguerite du Lac Masson (Quebec -Canada), appena sei mesi dopo essere sbarcato a New York (prima aveva scritto solo "Trois chambres à Manhattan" dopo l'incontro con Denyse che diverrà la sua seconda moglie).
Ma esiste un caso che riguarda questi Maigret scritti in America? Sono diversi  rispetto a quelli che aveva scritto fino ad allora e da quelli che scriverà fino al 1972?
Intanto dobbiamo ricordare che in quei dieci anni (1945-1955) Simenon scrisse un numero equivalente di Maigret e di romans-durs: 26 inchieste del commissario contro 27 romanzi. E qui siamo nella sua media: poco più di cinque titoli l'anno, mediamente alternando un romanzo e un Maigret.
E del tutto noto che, finita la prima serie dei diciannove titoli (1931-1934) pubblicati con Fayard,  Simenon considerasse chiusa la parantesi maigrettiana.
Poi l'insistenza degli editori, il grande Gallimard prima e il piccolo Nielsen poi, gli chiedevano dei Maigret. Il romanziere cedette già a Parigi scrivendo dei racconti che saranno pubblicati in varie date, ma il primo romanzo di Maigret, pubblicato dopo la pausa, uscirà per Gallimard nel '42, Maigret revient... (raccolta di racconti). Un bel periodo di riposo... nelle librerie per otto anni non uscì un'inchiesta del commissario!
Il riavvicinamento dell'autore al commissario nella sua consueta ambientazione avviene per gradi.  Ad esempio in Maigret à New York il commissario indaga in un luogo per lui assai poco consueto, lontanissimo dalle atmosfere parigine, dai brumosi canali con le vecchie chiuse o dalla provincia francese. Poi nel '47 Les Vacances de Maigret, ci presenta un commissario ancora lontano dal suo Quai des Orfévres. Per rivedere il commissario operativo nel suo ufficio, con tutto il suo contorno tradizionale, occorre attendere la fine del '47 quando Simenon finisce di scrivere Maigret et son mort.
Francis Lacassin scrive nel suo La vraie naissance de Maigret - Autopsie d'une légende (Editions du Rocher - 1992) "... la lontananza, in barba al proverbio Lontano dagli occhi lontano dal cuore, facilita il riavvicinamento tra l'autore e un personaggio che era stato tenuto a distanza. Separato da lui e da Parigi da un oceano, l'autore va sublimando la sua nostalgia di Parigi, la assapora attraverso il suo personaggio di cui ha mutuato la sensibilità. E' in America che Simenon scriverà alcuni dei migliori Maigret...".
Beh, la considerazione di Lacassin è del tutto comprensibile. Basta pensare a delle inchieste non facimente dimenticabili come La prémiere Enquête de Maigret (1948) che ci fa conoscere gli inizi del personaggio allora ancora segretario del commissario Le Bret, nel commissariato del quartiere Saint-Georges. Oppure Mon ami Maigret (1949), una sorta di lettera dell'autore al personaggio che lo accompagnerà per tutta la vita, e poi lo struggente Un noël de Maigret (1950), oppure Maigret, Longnon et les gangsters (1951). E ancora Maigret chez le Ministre (1954) o Maigret et le corp sans tête (1955), tanto per citare alcuni dei titoli.
Nel decennio americano indiscutilmente la stesura dei Maigret cambia. Simenon da una parte fà crescere il personaggio dandogli uno spessore ancora maggiore, dall'altra tratta le vicende sono affrontate sempre di più dal lato umano che da quello investigativo. Questo fa dire a Lacassin, nel libro che abbiamo citato "...gli amanti dei romanzi prettamente polizieschi non si sono sbagliati,  dovendo scegliere, preferiscono i Maigret della cuvée Fayard. Gli amanti di Simenon optano per la cuvée Presse del La Cité...".
E qui dobbiamo constatare che la già citata convergenza tra i romans-durs e i Maigret inizia proprio negli anni americani e va poi consolidandosi nel tempo, trattando gli stessi temi, creando personaggi che si somigliano sempre di più, proponendo intrecci che non sono dissimili.
Insomma ecco il caso Maigret "l'americano". Una serie nata poliziesca che sempre più si avvicina al romanzo proprio a partire dalle inchieste scritte in America.
E' forse il caso di iniziare a parlare di Maigret e di Maigret-durs?

giovedì 5 giugno 2014

SIMENON SIMENON. HISTOIRE DE MADAME D. OVVERO DA M.LLE DENISE OUIMET A M.ME DENYSE SIMENON / 2

<<< (continua) - La trasformazione si é completata. Denyse é ormai M.me Simenon e non più la segretaria-interprete. Il suo ruolo, intanto che Simenon resta a guardare, cresce. Prende delle decisioni, chiude delle trattative, dispone  e decide dei collaboratori. Insomma va sempre più interpretando la parte dell'agente letterario che non quella di semplice segretaria.
Questo però la mette spesso in ansia, la spinge a bere per sentirsi più sicura e le provoca crisi che la vedono poi prostrata a letto per giorni. La risposta al perchè di questo comportamento, che andrà facendosi sempre più frequente, è sì da ricercare nella natura di Denyse, ma forse non va sottovaluta la componente d'invidia e gelosia del successo e della popolarità di suo marito che a quel momento non avrebbe più bisogno di lei per il lavoro. Ormai Simenon parla e scrive bene l'inglese degli americani e non ha più bisogno della Denyse-interprete. Simenon ha una preziosa collaboratrice, Béatrix Czernin, che sarebbe una segretaria ottimale, se non fosse di fatto alle dipendenze di Denyse. Insomma l'intraprendente e iperattiva canadesina, cerca di conservare con le ughie e con i denti un ruolo nella "fabbrica Simenon", crucciandosi, senza ammetterlo, di vivere solo di luce riflessa. Essere madre-moglie evidentemente non le basta. E nonostante ciò a settembre del 1953, quando vivono a Lakeville, dà a Georges un altro figlio: questa volta però è una femmina, quella Marie-Jo verso la quale il padre avrà sempre una certa predilezione. Ma questo nuovo evento non cambia i problemi di Denyse che invece beve sempre più ed è forse questo che spinge in quel momento Georges a rinunciare all'acol. Alcolismo, iperattività e manie di pulizia. Questi tre sintomi crescenti sono il segno che l'equilibro di M.me Simenon inzia a vacillare seriamente. Questo si porta dietro anche i primi violenti con il marito sia per questioni personali, ma anche per problemi che lo stato di Denyse crea sul lavoro, prendendo decisioni che Georges non accetta più.
La situazione peggiora quando nel 1955 la famiglia rientra in Europa. Ora Denyse si sente spaesata, a contatto con la vita, i personaggi e i luoghi del Simenon di dieci anni prima. Un contesto in cui lei non esisteva e in cui fatica ad inserirsi. La memoria spesso le fà difetto, per sua stessa ammissione, perde un figlio nel '55, insomma iniziano colpi seri per Denyse che oscilla tra uno stato di ipertensione e ripetuti collassi. Ha sempre più bisogno di conferme, di sicurezze che cerca nel disporre in un sempre maggior numero d'inservienti: nel 1956 aveva sei persone al suo servizio, nel '62 erano diventate undici. Simenon inizia a preoccuparsi seriamente e convoca più volte medici, psichiatri per consulti e per trovare una soluzione che aiuti lei e migliori il loro rapporto.
Scenate e isterismi da prima donna erano a quel tempo all'ordine del giorno, e soprattutto quando Denyse viveva situazioni per lei stressanti. Come successe nel '60 a Cannes, quando Simenon fu chiamato a presiedere la giuria del Festival Internzionale del Cinema. Denyse voleva, ma non riusciva, attirare l'attenzione su di sè (la moglie del Presidente della giuria!). Nonostante le spese pazze, toilette da star del cinema, atteggiamenti stravaganti, fotografi, giornalisti e curiosi stavano sempre da un'altra parte e talvolta proprio dietro a suo marito.
Nonostante a precarietà del loro rapporto, a maggio del 1959 nasce il loro terzo figlio (il quarto per Georges) Pierre Nicolas. Ormai si erano da tempo stabiliti in Svizzera. La mania di Simenon di cambiare abitazione sembrava aver fatto posto ad un bisogno di stablità.
Nel '64 nello scrittore avviene un cambiamento. La tensione sempre più alta che il comportamento di Denyse imponeva in casa Simenon, era ormai non solo insopportabile, ma a suo parere, iniziava ad essere dannosa per lui stesso e per quelli che vivevano con lui. Da quel momento decise di non difendere più Denyse da sé stessa, ma invece  di salvare sé stesso e la propria famiglia dagli eccessi della donna.
Sono gli ultimi monenti di vita insieme, dopo una serie di ricoveri temporanei in cliniche e in case di cura, Denyse Simenon lascia definitvamente la villa di Epalinges, il marito e i figli nell'aprile del 1964, per una lungo-degenza  da cui  uscirà solo per intraprendere una vita senza più Simenon.
I due non si separarono, né divorziarono (si dice che per lo scrittore sarebbe stato un salasso...), ma la guerra dei Simenon non ha fine. Denyse pubblicherà nel 1965 due libri, aiutata da giornalisti, Un oiseau pour le chat in cui racconta la storia con Simenon secondo il suo punto di vista, mettendo bianco su nero i suoi difetti, le sue colpe i suoi lati oscuri. Simenon è tentato di rispondere con un altro libro, ma poi non lo farà. Lei cercherà di avere l'ultima parola con l'altro libro Le Phallus d'or.
Per conto suo Simenon, che ormai vive la sua vecchiaia con una nuova compagna, Teresa (friulana, entrata a loro servizio perché consigliata dalla moglie di Arnoldo Mondadori a Denyse), si vendica in un modo particolare. Quando scriverà di lei, soprattutto in Mémoires intimes, non la chiamerà più Denise o Denyse, ma con una fredda e laconica consonante: D.

mercoledì 4 giugno 2014

SIMENON SIMENON. HISTOIRE DE MADAME D. OVVERO DA M.LLE DENISE OUIMET A M.ME DENYSE SIMENON / 1


Da Denise a Denyse. Quella "y" fà la differenza. O perlomeno la fece per quella giovane canadese che vide cambiato il suo nome per gelosia. Già l'incontro fulminante con Georges Simenon accese così la passione dello scrittore che fece nascere in lui un sentimento fino ad allora sconosciuto: la gelosia. E, irragionevole come la gelosia sa rendere, pretese che la sua nuova fiamma, Denise Ouimet, cambiasse così il suo nome. Perchè? Perché in quel modo non l'aveva chiamata nessun altro amante prima di lui. Il possesso totale... anche retroattivo? Beh, Simenon quel 4 novembre 1945, a New York aveva preso una bella sberla... sentimentale. Si innammorò di quella magra e nervosa canadese come mai gli era successo nella vita, spiegò lui stesso più volte, scrivendolo anche a chiare lettere su Mémoires intimes.
Borghese, cattolica, francofona, Denise gli telefonò su indicazione di un comune amico. Motivo? Simenon stava cercando una segretaria-interprete per quell'avventura che aveva iniziato in America.
Certo lo scrittore allora non sapeva molte cose: che negli Usa ci sarebbe rimasto dieci anni. Che Deni(y)se sarebbe diventata la sua seconda moglie. Che gli avrebbe dato ben tre figli, di cui una femmina... Ma non sapeva nemmeno quale drammatico epilogo avrebbe avuto quella storia dopo vent'anni.
Ma torniamo a quel 4 novembre. Lui poco più che quarantenne, lei appena venticinque anni. Il colpo di fulmine dette origine ad un'esplosione di vitalità sessuale... Con Denyse Simenon aveva trovato pane per i suoi denti. La passione li travolse, li fece finire a letto nemmeno dopo cinque ore essersi conosciuti.
Il fatto lasciò un segno tale in Simenon che (ancora ignaro dell'importanza che quella donna avrebbe avuto nella sua vita) dopo due mesi e mezzo scriveva un romanzo, ispirato proprio a quei loro primi momenti, romanzo che quasi sicuramente non sarebbe esistito senza quel vulcanico incontro.
Ma inzio travolgente a parte, come andò poi la loro storia? Proviamo qui di seguito a raccontare i fatti salienti del rapporto Georges-Denyse.
Subito lei prende posto a casa Simenon inseme alla prima moglie Tigy, al loro figlio Marc e all'istitutrice. E' segretaria-interprete, ma ben presto prenderà in mano gli affari dello scrittore.
Nel 1946 sono sistemati tutti a Saint-Andrews in Canada, ma ben presto  partono per una serie di articoli che Perre Lazareff, direttore di France Soir, ha commissionato a Georges. Dal Maine alla Florida, 5000 chilometri di costa americana da nord a sud. Georges, Denyse e Marc su una Chevrolet e Tigy con l'istitutrice di Marc su una Oldsmobile.
Nel novembre del 1947 è lei che prende la telefonata che annuncia la morte di Christian, l'unico fratello di Georges, che era con la Legione Straniera a combattere nel golfo del Tonkino.
Nel '49 sono a Tucson in Arizona, la relazione tra Georges e Denyse è ormai ufficializzata. Tigy rimane con loro per non abbandonare il figlio Marc e anche perché li ha finalmente raggiunti la loro storica femme de chambre la Boule che lei sente dalla sua parte.
A fine settembre Denyse mette al mondo Johnny, secondogenito di Georges.
Certo quella strana famiglia con Simenon come un sultano, con la prima moglie, l'attuale compagna (entrambe madri di un suo figlio) e la Boule (non occasionalmente sua maitresse), due bambini, l'istitutrice... beh al côtè puritano degli americani questa promiscuità non può andar giù. E' ora di sistemare qualcosa.
Cosi nel giugno del 1950, a Reno in Nevada, Simenon divorzia il 21 da Tigy e il 22 sposa Denyse. 
Da un lato Denyse lo solleva da una serie di incombenze in merito ai contatti con gli editori, agli incontri di lavoro, alle trattive sui diritti, ai controlli sulle traduzioni, dall'altra lo asseconda nella sua prorompente e quotidiana impellenza sessuale. A volta lo segue nei bordelli, a volte capita anche che lei partecipi agli incontri del marito. 
A marzo del 1952 Simenon fà un lungo viaggio in Europa. Sono passati sette anni dalla sua "fuga" americana, ma lo scrittore tocca con mano come nel vecchio continente non solo non l'abbiano dimenticato, ma la sua fama sia notevolmente accresciuta. Viene fatto oggetto di incontri, party, panzi e cene in suo onore. Qui Denyse manifesta la sue prime reazioni poco equilibrate, di fronte alla generale mancanza d'interesse nei suoi confronti, mentre Georges è sempre al centro dell'attenzione. (continua)>>>