domenica 21 agosto 2016

SIMENON SIMENON. PARIGI ANNI '30, DUE COPPIE: JULES E LOUISE / GEORGES E TIGY

Il creatore e la sua consorte, l'eroe letterario e la moglie. Analogie e curiosità.

SIMENON SIMENON. PARIS, ANNEES '30, DEUX COUPLES: JULES ET LOUISE / GEORGES ET TIGY
Le créateur et son épouse, le héros littéraire et sa femme. Analogies et curiosités.
SIMENON SIMENON. PARIS, THE THIRTIES, DEUX COUPLES: JULES ET LOUISE / GEORGES ET TIGY
The creator and his wife, the literary hero and his wife. Analogies and curiosities.



Questi giochi e meglio questi accoppiamenti fanno parte di quelle strane visioni che in un dopopranzo sonnnolento di un pomeriggio d'agosto affiorano e poi sbiadiscono in quel torpore che ti avvolge lì, in una poltroncina di vimini, nell'angolo più ombreggiato e più ventilato del terrazzo. Le gambe allungate, la pipa tra i denti per abitudine, i suoi sbuffi che si mischiano con le tue fantasie. E pare di vedere, tra le volute del fumo, delle sagome, dei visi, degli animali... sì, proprio come succede con le nuvole.
E' in una condizione come questa, tra il vigile e l'assente, che appaiono queste figure, prima indistinte, come sfocate, poi più nitide, ancorché diafane, alla fine più a fuoco, ma comunque trasparenti. Si incrociano, si mischiano, si prendono sotto braccio e, attraverso una delle figure si vede anche quella che le passa dietro. Insomma stiamo  parlando di un sogno ad occhi aperti o di un'inconscio ricordo a occhi chiusi.
E intanto il fumo della pipa sembra l'unico elemento a muoversi nell'aria addormentata e immota del pomeriggio. 
Jules è ancora magro, un giovane agente divisa, Louise anche ha una silhouette più snella, sono a braccetto e osservano Tigy che sta completando un quadro. Georges è distante qualche passo, dà una tirata di pipa e poi chiude gli occhi. Poi torna a osservare quel gruppetto di persone con un'espressione tra l'incredulo e il divertito.
Sua moglie che dipinge, proprio davanti a quei personaggi che lui ha creato ora ancora giovani. Anche lui è giovane e sta assaporando il gusto del successo come scrittore. La moglie ha smesso di dipingere e lo segue molto, ma in occasioni come queste non le dispiace riprendere in mano tela e colori. Anche per loro è pomeriggio e anche loro hanno finito di pranzare...ovviamente un pranzo preparato da M.me Louise. Due donne, una alsaziana e una belga una alle prese con i fornelli e l'altra impegnata con i pennelli. Louise è molto attenta al suo Jules... potremmo dire che è la sua prima preoccupazione. Tigy è più indipendente, ma anche per lei Georges è un impegno non da poco, tra la sua attività letteraria, i suoi viaggi i suoi demenagement. Al momento sono delle coppie giovani senza figli, ma la vita riserverà loro strade diverse. Una figlia morta appena nata, per i coniugi Maigret. Un figlio per i coniugi Simenon (anche se lui ne avrà altri tre dalla seconda moglie e anche per lui, la sua unica figlia morirà... suicida).
Ma questo è il momento delle belle speranze, Maigret ha appena risolto brillantemente il suo primo caso ed è in attesa di trasferirsi da un commissariato di quartiere all'agognata sede di Quai des Orfévres. Georges invece ormai lanciato con i suoi polizieschi pensa con impazienza ai romanzi, a quella letteratura cui ha sempre aspirato.
Ma che succede? 
Nell'aria si è diffusa un musica che non si comprende da dove venga, Georges ha preso tra le braccia M.me Louise e hanno iniziato a danzare, lievemente, come sospinti dall'alito di vento che rinfrescava quel pomeriggio. Georges ha un debole per Louise. L'ha detto e l'ha scritto più d'una volta che la sua moglie ideale doveva somigliare il più possibile a lei. Anche nel corpo, così morbida e così rotonda, anche premurosa ma non invadente, intelligente, intuitiva... Molto diversa dalla sua Tigy (ma anche da Denyse) forse più vicina a Teresa, ma Georges dovrà attendere di avere una sessantina d'anni.
Il quadro è cambiato.
Ora Georges e Jules sono seduti uno davanti all'altro. Entrambe con la pipa, non parlano molto, qualche parola tra uno sbuffo di pipa e l'altro. E' come si scrutassero per capire... Simenon si chiede cosa, al di là della sua volontà, abbia inconsciamente trasmesso al suo personaggio. Jules ha un'espressione un po' crucciata... il disagio di trovarsi sotto l'occhio inquisitore del suo  creatore? Oppure sta cercando di scoprire cosa lo lega a quella specie di padre letterario?  
Dentro sono in realtà molto simili, ecco perché non hanno bisogno di molte parole. Le origini modeste, l'atteggiamento verso la gente, la voglia di essere come tutti gli altri, l'attaccamento al proprio lavoro, l'insofferenza per l'autorità, una certa passione per la medicina e per capire come sono fatti gli uomini... ma nel vissuto molte cose li allontanano: il sesso e le donne, la voglia di viaggiare e di spostarsi, la vita coniugale,la voglia di arrivare...
Il quartetto si intreccia e si scioglie. Ora è Jules che fà il complimenti a Tigy per il suo dipinto e che le chiede di raccontarle i suoi inizi nella Parigi dei primi anni venti, mentre il suo "maritino" sgomitava per pubblicare un racconto su qualche giornale.
Ora sono intorno ad un tavolino. E' tutto un tintinnare di bicchieri, di bottiglie, di tazze... c'è chi sorseggia una birra, chi si disseta con un rinfrescante pastisse, chi sorbisce una tisana in tazza, chi assapora un calvados. Il pomeriggio intanto declina sempre più verso una fresca serata. 
Il cielo si colora di rosso e di viola e le coppie si stringono contemplando il tramonto.
M.me Louise è delicatamente sottobraccio a Jules. Anche Tigy è appoggiata a Georges. Ma entrambe le due coppie non sono abituate a smancerie ed effusioni. 
Sono alla fine della giornata e ci sembra che anche questo sogno sia al suo epilogo. 
Le figure sembrano svanire. Sbattiamo le palpebre nel tentativo di vedere meglio...
Le due coppie si allontanano, ma sapranno che, in un modo o in un altro per quarant'anni le loro vite e le loro vicende saranno destinate ad incrociarsi continuamente? (m.t.)

SIMENON SIMENON DOMENICA - SIMENON SIMENON DIMANCHE - SIMENON SIMENON ON SUNDAY



"Maigret, jeune inspecteur, et les jolies femmes qui passent dans la rue, dans le roman La première enquête de Maigret"

" Maigret, giovane ispettore, e le belle donne che passano per le strade, nel romanzo La prima inchiesta di Maigret"

"Young inspector Maigret and the attractive women who pass in the street, in the novel Maigret's First Case"

sabato 20 agosto 2016

SIMENON SIMENON. SIMENON, MAIGRET ET LES FILLES EN BLEU…

Quelques considérations sur la couleur bleue et la vision de la femme dans les romans Maigret 

SIMENON SIMENON. SIMENON, MAIGRET AND GIRLS IN BLUE… 
A few comments on the color blue and insights into women in the Maigret novels  
SIMENON SIMENON. SIMENON, MAIGRET E LE RAGAZZE IN BLU… 
Alcune considerazioni sul colore blu e la visione su la donna nei romanzi Maigret 
Dans les romans de Simenon, la couleur des choses joue toujours un rôle important, que ce soit dans la description des décors ou des personnages. Mais c'est aussi vrai sur le plan symbolique, et la teinte de l'habillement des protagonistes n'est jamais anodine sous la plume du romancier. 
Le bleu, par exemple, prend une signification particulière quand il est associé à certains vêtements féminins. L'étude pourrait probablement se faire aussi pour les "romans durs", mais nous nous contenterons ici de prendre nos exemples dans les romans Maigret.
On trouve tout d'abord un très grand nombre de peignoirs bleus, souvent ouverts sur d'attirantes formes que Maigret devine et qui ne le laissent pas indifférent… Le thème de la "femme nue au peignoir bleu" fait partie des fantasmes simenoniens, comme le rappellent fort bien Christian Libens et Michel Carly dans leur tout récent et magnifique ouvrage La Belgique de SimenonAinsi, les auteurs mentionnent ltexte autobiographique Je me souviens, dans lequel Simenon raconte sa première vision enfantine du mystère féminin, celle de cette femme aux mœurs libres logeant rue de la Commune, "en peignoir de soie bleu pâle […]. Ses seins sont les premiers que j'aie entrevus et je me souviens de ses cuisses, quand le peignoir s'entrouvrait". Comme le disent Libens et Carly, cette vision va hanter, en multiples déclinaisons, toute l'œuvre simenonienne. Ils donnent plusieurs exemples dans leur ouvrage, auquel nous renvoyons. Pour notre part, nous nous concentrerons sur les romans maigretiens, où on va trouver également à de maintes reprises ces nudités entrevues dans l'échancrure de peignoirs, et Maigret, quoi qu'on en dise, y porte toujours un regard de connaisseur… Les peignoirs en question, s'ils sont parfois d'une autre couleur, sont néanmoins le plus souvent de teinte bleue, et certains révèlent des formes plus aguichantes que d'autres, comme celui de Potsi dans Cécile est morte, "une jeune fille bien en chair qu'un peignoir bleu pâle rendait encore plus appétissante". On se souviendra aussi de "Sylvie aux seins nus", comme l'évoque Maigret dans Liberty Bar, et que le commissaire a découverte nue sous son peignoir… 
On trouve encore une sorte de déclinaison du peignoir, mais en version plus "soft", où la séduction se cache sous un aspect "virginal" qui n'en est pas moins attirant pour Maigret: c'est le tailleur bleu, sur une blouse blanche qui laisse deviner les formes arrondies de la gorge, porté par une jeune fille, coiffée souvent d'un petit chapeau rouge sur des cheveux blonds… Quelques exemples: Beetje dans Un crime en Hollande"elle portait un tailleur bleu et sa poitrine était plus aguichante que jamais sous un chemisier de soie blanche", ou Sylvie (encore elle !) dans Liberty Bar: "dans un costume tailleur bleu marine […] Un chemisier de soie blanche rendait vraiment désirables de petits seins tremblants"; ou encore Francine dans On ne tue pas les pauvres types, vêtue d'un tailleur "bleu marine, sous lequel elle portait un chemisier de toile blanche. […] avec des cheveux blonds frisés qu'un drôle de petit chapeau rouge mettait en valeur, une poitrine rebondie et haut placée.". 
Mais le bleu a parfois une toute autre connotation, celle des souvenirs d'enfance, et d'une image idéalisée de la figure maternelle. C'est alors le bleu des tabliers, symbole de la femme au fourneau, et on trouve plusieurs exemples de ces femmes en tablier bleu, souvent des servantes, mais parfois aussi Mme Maigret elle-même… Ainsi, le souvenir d'une tante de Maigret, "en tablier à carreaux bleus, […] les cheveux relevés en chignon sur la tête" (Maigret à l'école), ou celui de la mère du commissaire, qui portait un tablier bleu (voir le chapitre 5 de Maigret et le voleur paresseux).  
Enfin, quatrième aspect du bleu, celui symbolique d'une certaine innocence, et représenté dans les romans par le bleu d'une robe, soit portée par Mme Maigret, soit par des jeunes filles qui sont en même temps d'innocentes victimes sacrifiées au meurtre. C'est sous la vision d'une "jeune fille en bleu pâle" que Mme Maigret apparaît pour la première fois au jeune Maigret (voir Les mémoires de Maigret), et c'est dans une robe en taffetas bleu que pour la première fois, Mme Maigret ose poser sa main sur le bras de son "fiancé" (voir Les scrupules de Maigret). Louise Laboine, l'attachante victime dans Maigret et la jeune morte, offre la vision d'une "robe en satin bleu pâle", et la jeune fille, dernière victime de Moncin, par meurtrier interposé, dans Maigret tend un piège, porte une robe "en tulle bleu ciel". 
Il y aurait encore sans doute beaucoup à dire à propos de ce "bleu femme" dans les romans, mais les quelques exemples que nous avons mentionnés donneront, nous l'espérons, un aperçu de l'importance de la symbolique des couleurs dans l'œuvre simenonienne…  

Murielle Wenger 

venerdì 19 agosto 2016

SIMENON SIMENON. FUMARE, FUMARE, FUMARE...LA PIPA DI MAIGRET

Non ci potrebbe essere un Maigret senza pipa... ma perché?

SIMENON SIMENON. FUMER, FUMER, FUMER… LA PIPE DE MAIGRET
Il ne pourrait y avoir un Maigret sans sa pipe…. mais pourquoi ?
SIMENON SIMENON. SMOKING, SMOKING, SMOKING… MAIGRET’S PIPE
There could be no Maigret without his pipe…. But why?























Vietato fumare. Ormai ristoranti, uffici pubblici, bus, bar, taxi.... ovunque esiste un adesivo o un cartello con il divieto. Maigret oggi non avrebbe scampo, tutti "off-limits": i bistrot o le brasserie, il suo stesso ufficio a Quai des Orfévres, gli autobus che non hanno più piattaforme aperte, i taxi che prende al volo durante le emergenze...
Cosa farebbe allora? La terrebbe in mano in attesa di passeggiare sul Lungo Senna per fumarla? Oppure, contando le ore e i minuti per arrivare a casa, arrivare a sera, sedersi sulla sua poltrona preferita e fnalmente accenderla? In ufficio invece la terrebbe spenta tra i denti?
In realtà è difficile immaginare un Maigret senza pipa. E non si tratta solo di una questione iconografica. Certo la pipa è ai nostri occhi un elemento molto caratterizzante del personaggio, anche se all'epoca fumare la pipa era una pratica assai più diffusa rispetto ad oggi. Non solo, ma ricordiamo che anche altri famosi detective letterari erano fumatori di pipa: da Sherlock Holmes a Philip Marlowe ad Auguste Dupin solo per fare qualche nome famoso... Questo ci  fà supporre che quando Simenon  pensò alla pipa come un'appendice naturale del commissario, non voleva certo dare a questo elemento un'importanza particolare, nè caricarlo di un'originalità speciale. 
E allora? E' a noi umani degli anni 2000 che questo attrezzo sembra così importante e così preponderante per il profilo di Maigret  o invece sotto c'è dell'altro?
Propendiamo per la seconda ipotesi. 
Immaginiamo un commissario letterario nell'anno 2016, con tutti i divieti sul fumo che abbiamo citato più sopra. Cosa potrebbe avere sempre in mano? Ad esempio un telefono cellulare. Questo device mobile è talmente diffuso e utilizzato da così tanta gente che è divenuto un oggetto comune e comunque tale da non poter caratterizzare nessun personaggio.
Allora non verso è la pipa che dobbiamo guardare. Forse va osservato il rapporto che Maigret ha con il gusto e l'odorato. E' fuor di dubbio che il personaggio del commissario manifesti una predilezione per il cibo, pur non essendo un cultore della cucina raffinata come  Nero Wolfe (che invece fuma sigari costosi). Maigret è legato ai sapori semplici e talvolta decisi della tradizionale cucina francese campagnola ed è un gran mangiatore. Ma è anche un forte bevitore: birra, quella soprattutto che viene dalla Brasserie Duphine; calvados e les blancs (i bicchieri di vino bianco) nei bistrot e nei bar che incrocia sulla strada delle sue inchieste; addirittura la prunella, preparata dalla cognata alsaziana, sorbita a casa sua. E certo la pipa  (lo sa chi la fuma) ha differenti gradi di gusto. Quello che si percepisce in bocca, ad ogni tirata, è di un certo tipo, ma quello che si annusa nell'aria è tutto un'altro aroma. 
Quindi la pipa unisce palato e narici, gusto e odorato. E la voluttà con cui il commissario fuma (ma anche la frequenza) insieme alla sua indole di bevitore e di mangiatore, indica, secondo noi, una voglia di affondare nei piaceri più semplici della vita, condividendoli con altri milioni di persone, E questa comunanza la facciamo discendere dal fatto di fumare la pipa?In parte sì, ma non così in modo così esclusivo.Crediamo ad esempio che per uno concreto e diretto come Simenon (anche lui forte fumatore di pipa) Maigret fumi la pipa perché gli piace. Ma forse anche perché lo scrittore ha trasposto nel personaggio il proprio rapporto quotidiano con la pipa, un modo per rendere più naturale e più vero il personaggio.
Comunque se dobbiamo tirare le fila di queste ipotesi, il ruolo della pipa è, sotto sotto, quello di rappresentare il rapporto con i suoi piaceri della vita  (il sesso è fuori dall'orizzonte... ma prima o poi riparleremo anche di questo...). E come potremmo concepire un Maigret che beva solo Perrier, mangi carne bianca, e sorbisca tazze di brodino vegetale?
E come potremmo concepire un Maigret senza la sua pipa accesa tra i denti? (m.t.)    

giovedì 18 agosto 2016

SIMENON SIMENON. THE LITTLE DOCTOR AT ARSENIC HALL

The doctor practices medicine while the detective investigates murder. 

SIMENON SIMENON. LE PETIT DOCTEUR AU CHATEAU DE L’ARSENIC 
Le docteur pratique la médecine pendant que le détective enquête sur des meurtres
SIMENON SIMENON, IL PICCOLO DOTTORE AL CASTELLO DELL'ARSENICO
Il dottore si dedica alla medicina mentre il detective indaga su degli omicidi


The twelfth case in The Little Doctor collection, Arsenic Hall (Le Chateau de l’arsenic) breaks the mold of its predecessors in four ways: although its opening is fast-moving, it soon slows to a plodding investigation with little action. Dollent does more ‘doctoring’ in his ‘detecting” than seen in the past. Simenon plays the sex up, harking back to what characterized many of his early romans populaires. Finally, Dollent does not drink at all while investigating as one usually sees. 
1) When the exhumation of three bodies laced with arsenic draws Dollent to an isolated country chateau, a “multitude of dogs” attack the gate. His counterattack is aggressive, too, for as soon as he meets their owner, he strikes out: “I am here… to find out if you poisoned your aunt…. your wife… and your niece.” His unflinching host responds with “perfect courtesy” to the “crude” question: “You are quite right in speaking frankly... May I offer you something to drink and “unhesitatingly” adds the reassurance that “I will drink before you do.” Dollent gradually ferrets out that the three poisoned women, who had ostensibly died “of heart problems” during the preceding eight years, could have been victims of any one of the four surviving chateau residents: Monsieur Mordaut, his son Hector, his housekeeper Ernestine, or his maid Rose. Dollent advances to worrying that any or all four may become unwitting victims. Despite life insurance covering all the dead women with Mordaut as their beneficiary, Dollent projects he is a most unlikely suspect. 
2) The doctor proceeds to methodically examine the four suspects in sequenceIn assessing them psychologicallyDollent draws on tips about characteristics and behaviors of poisoners he gleaned from Chief Inspector Lucas from the Maigret era, at last more complimentary than competitive: “A man such as you, with a little luck, might….” Dollent’s thoroughgoing physical examinations are important in this case. His doctor/detective goal is to search for findings consistent with low-grade chronic arsenic poisoning. Two are clean as whistles, one is ominously afflicted, and one dies of acute arsenic poisoning―right under his nose. 
3) Simenon’s familiar technique of “conveying the act of lovemaking without writing it” sprinkled with elements of voyeurism and exhibitionism is prominent here. Attracted from the get-go, the doctor examines the two womenthoroughly inspecting and palpating their naked bodies. “Wanting to see her stripped,” he first examines the older Ernestine. “Finding her figure still shapely, he spends an incredible “good quarter of an hour” just listening to her chest! He goes next to examine the younger Rose, who is “even more seductive with her “appealing feminine curves. Already disrobing and exposing “a majestic bosom” of “white, abundant flesh, she taunts: “Is it my turn? Must I undress too?” The doctor’s exam, although shorter, is pruriently more active: “Bend forward” and “Breathe” and “Lie back. 
4) Also different this time is the fact that Dollent does not drink any alcohol during this dry―in terms of alcohol consumption―story until he solves the crime. Only then does he serves himself white wine, glass after glass, to be sure. 

David P Simmons